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Editoriale del Maestro James: l’incompetenza di Riccaboni e la presunzione della Fabbro e viceversa sono le ultime manifestazioni del gruppo dei dissestatori. La Magistratura intervenga e blocchi l’agonia di un ente pubblico come l’università

Il giorno dopo gli esiti elettorali che hanno visto prevalere lo smemorato di Collegno, al secolo Angelo Riccaboni, per soli 16 voti, nel visionare la rassegna stampa di allora, noi che siamo esterni alla vita universitaria, non potevamo fare a meno di notare la foto degli esultanti per la vittoria di “Angelo il successore di Tosi”. L’immagine, nitida ed eloquente, metteva in risalto un gruppo di responsabili e corresponsabili del dissesto di oltre 270.000.000 di euro, saltellanti e ridenti, capitanati nella sera della vittoria del loro “caro Angelo” dal genio e ciambellano di Piero Tosi, ovvero Maurizio Boldrini. Con molta probabilità dopo il responso (di soli 16 voti di differenza e sotto il vaglio della magistratura e presumibilmente da annullare) vittorioso per l’aziendalista Riccaboni, il genio e qualche esperta di tritacarte si saranno collegati telefonicamente con i loro due mentori: Luigi Berlinguer e Piero Tosi. E penso di non sbagliarmi affermando che durante la conversazione il genio si sia lasciato andare a frasi del tipo: “Abbiamo vinto, vinto … ora si comanda noi … come ai tempi d’oro (quello che hanno dissestato) e possiamo far venire la nostra amica Ines a gestire la restaurazione”. Peccato caro Boldrini (e riporta i soldi dei contribuenti per quei famosi libri) che avete fatto male i conti e vi siete cullati troppo fin troppo sulla protezione e omertà dell’ambiente che vi circondava. Comandate cosa? Avete distrutto un ateneo, distrutto e fatto a pezzi come dei barbari sanguinari, e avete lasciato uno dei più incompetenti rettori a difendere le vostre posizioni personali, dimostrando non solo di non riuscirci, ma addirittura mettendo in risalto la sua inconsistenza e le bugie raccontate nei mesi precedenti. Poche chiacchere e diciamo le cose come stanno. Il banditismo gestionale praticato all’ateneo senese, fosse successo a Parigi, Berlino, Londra, Lisbona, Varsavia o in altre capitali europee, il giorno dopo (nemmeno un anno dopo) avrebbe causato l’arrivo delle forze armate con i gabbioni per portar via i responsabili di questo atto banditesco: ossia un dissesto di oltre 270.000.000 di euro. Ora voi dissestatori tosiani, poi Angelo, Ines e leccaculo vari, vi state cullando sui ritardi della magistratura: ma siete sicuri che questi ritardi vi salveranno dalle vostre responsabilità? Sono cambiati i tempi e il mondo non finisce alla Lizza: il dissesto e l’inchiesta sulle elezioni non finiranno nel dimenticatoio. In Italia esiste una Costituzione e delle leggi ben precise e di questo parleremo mercoledi prossimo.

Il dramma post-dissesto per l’università senese attualmente è rappresentato dalla presenza di due incompetenti e presuntuosi (senza dimenticare la condanna della corte dei conti della pensionata Ines Fabbro) e dalla presenza penosa di quella inconsistente di ministro Gelmini: insomma,tre personaggi in cerca di autore accumunati dalla comune incompetenza in materia di gestione universitaria. Inoltre questo Riccaboni che millanta piani di risanamento che non esistono, era uno dei protagonisti, visti i ruoli ricoperti, della nomenclatura tosiana dei tempi del dissesto: lui c’era e partecipava alla gestione. Oggi si presenta come lo smemorato di Collegno e insieme alla condannata dalla corte dei conti per danno erariale Ines Fabbro non solo massacrano i lavoratori, ma addirittura le tentano di tutte per proteggere personaggi dissestatori come Loriano Bigi e sindacalisti (o ex) corresponsabili e, in alcuni casi, attori d spicco del dissesto. Con questi due incompetenti e con questo sistema incancrenito, più che competere per l’Europa possiamo accontentarci di non finire nell’albo dei fallimenti economici. Se avete a cuore le sorti dell’ateneo e di riflesso la città, cari incompenti Riccaboni e Fabbro, alzate bandiera bianca: tanto avete dimostrato di non saper risanare un bel niente e inoltre non siete nelle condizioni di proteggere nessuno. E anche coloro che politicamente nicchiano o cambiano parti in commedia, invece di apparecchiare tavoli prendano coscienza del dramma dell’ateneo e invitino il loro caro Angelo ad abbandonare il fortino. Poi sarebbe anche il caso visto che nessuno ne ha mai parlato, di affrontare la situazione del nostro caro Angelo, il quale dovrebbe dimettersi velocemente, visto che si trova ad essere rettore mentre sua moglie è una docente della medesima università. Nel frattempo proprio per verificare la posizione sarebbe opportuno conoscere eventuali atti o decisioni presi in presenza o con firma del rettore in merito all’attività di docenza della moglie o del dipartimento di appartenenza. Così, solo per verificare questa situazione che non dovrebbere esistere in un ente pubblico: nell’università ancor meno visto che anche per legge se non erro è stato messo divieto di candidare rettori che hanno parenti dentro l’università. Questa legge riguarda le prossime (vicine) elezioni per il rettore, ma senza perder tempo, per la trasparenza, queste verifiche andrebbero fatte subito.

Cosi come non sono più rinviabili le decisioni in merito ai responsabili del dissesto. Nel contempo invitiamo il sig. Boldrini a riportare i famosi soldi per i libri in onore di Luigi Berlinguer nelle casse dell’ateneo, magari saltellando, come faceva la sera di quei 16 voti di differenza.

A mercoledi ….

Maestro James

Ma guarda chi c’è anche!

Ad ulteriore conferma delle bugie del nostro Criccaboni, leggiamo sul Il Fatto quotidiano un episodio riportato come esempio di scelleratezza e malversazione: un pranzo allo Squero di Rimini fra Schiavone e Bettini.

Il meccanismo

Come si è potuto andare avanti così per anni? I documenti contabili sarebbero stati modificati, occultati o smarriti. Oppure palesemente inventati come nel caso del pranzo tra Schiavone e Bettini a Lo Squero di Rimini, un pranzo motivato “col coordinamento della ricerca” ma in realtà per la Finanza “è un evento personale”. Di sicuro, ad esempio, sono state acquistate di 30 bottiglie di vino fatte passare per materiale di cancelleria.

Dopo aver osservato che: a) Lo Squero con tutta probabilità ha dei prezzi inaccessibili ai normali esseri umani; b) che nell’occasione sono state acquistati dei materiali di cancelleria consistenti in 30 bottiglie di vino; c) che Aldo Schiavone è professore di diritto romano a Firenze e Maurizio Bettini (pisano) di materie attinenti al latino (antropologia del mondo antico o qualcosa del genere) a Siena e quindi non si capisce la ragione di andare a Rimini per “coordinare la ricerca” (sbafandosi delle aragoste), vogliamo suggerire ai magistrati fiorentini (e senesi, ma paiono parecchio insonnoliti) ulteriori, enormi, mostruose colpe del figuro in foto, la prima delle quali è 1) aver composto un’ode al dissestatore dei dissestatori Piero Tosi; 2) aver suggerito di inghirlandare, nella medesima opera,  le chiome dell’altro dissestatore Maurizio Boldrini, al secolo il Genio di Via Roma 56; 3) essere stato contiguo in modo imbarazzante al Sultano di Stigliano tanto da essere stato papabile per la sua successione al rettorato; 4) essere stato ed essere tutt’ora un sostenitore di Angelo Riccaboni, vale a dire essere un Cricca-Boy a tutti gli effetti, lui e i suoi amichetti Cricca-Boys tipo il Bettalli, avvisato di garanzia (da più di un anno!) per le elezioni del suddetto Riccaboni; 5) stazionare in via Roma 57 nella villetta del Glicine che costa ai contribuenti, tramite l’ateneo senese, quasi 50.000 euro l’anno.

Laggiù, in Piazza San Firenze, pensateci voi!!! E già che ci siete controllate per cortesia che anche l’altro comandato al SUM proveniente da Siena, Omar Calabrese, non appare per caso in quelle carte. Poi ci sta di no, ma non si sa mai … Visto che organizza convegni sul vino e la sua degustazione è facile che anche lui si sia dato a comprare materiale di cancelleria.

Meno male che l’ateneo senese non c’entrava niente!!!

InSUM, si può sapere come è andata questa faccenda? E già che ci siamo anche quest’altra?

InSUM è venuto fuori un altro merdaio, non inaspettatamente perché, come al solito, qualcuno aveva già messo in evidenza questi traffici e per la precisione il solito Giovanni Grasso, in particolar modo qui e qui. Ora dalla lettura dei giornali per l’inchiesta sul SUM e sull’ISU che vede coinvolto anche il dissestatore Bigi, la redazione di Fratello Illuminato ha qualche domanda e qualche riflessione da proporre:

1) Come mai, visto che gli illeciti contestati sono pari pari quelli contestati a Siena al medesimo Bigi e ad altre decine di persone, e che lì gli illeciti sono finiti nel 2009 e a Siena nel 2008 in viale Franci sono a caro babbo e in via Cavour o in via dell’Anguillara hanno chiuso le indagini? Forse sono oberati di lavoro a Siena? Sotto organico? Bene cedano l’inchiesta a Firenze così magari lì si sbrigano.

2) Come mai la premiata ditta Criccaboni & Fabbro protegge tanto il Bigi, che quello che ha combinato a Firenze al SUM l’ha combinato anche a Siena, mentre Criccaboni faceva quando il presidente del Nucleo di Valutazione, quando il presidente del CRESCO, quando il prorettore ad Arezzo, quando il Preside e senatore accademico? E come mai la Fabbro, che col Bigi partecipava ai congressi organizzati dalla FLC-CGIL, si dà tanto da fare per parargli il culo, mentre come si vede bene altrove il culo glielo rompono, e non solo a lui ma anche a tutti i Bigi-Cricca Boys e le Bigi-Cricca Girls?

3) Come mai la premiata ditta Criccaboni & Fabbro non va davanti alla Procura della Repubblica di Siena per denunciare il grave danno all’immagine, nonché alle finanze, dell’Ateneo di cui ad oggi sono i vertici nonché i rappresentanti legali? Non si può configurare tutto questo come un’omissione dei doveri di ufficio, se non addirittura, vista la pervicacia con cui difendono l’operato di costui nonché di altri, tipo la Goracci che dalla stampa nazionale (Il Fatto quotidiano del 14 maggio 2011) risulta indagata per la questione dei CEL e del conseguente falso in bilancio, addirittura dicevamo una complicità?

4) Come mai non aprono immediatamente una commissione anche interna per accertare tutti questi fatti? O meglio rendono pubblici i risultati della commissione interna creata a suo tempo da Focardi-Miccolis? Che risultanze ha avuto quella commissione? E la Procura ne sa qualcosa?

In definitiva: dopo aver letto l’intervista a Criccaboni da parte della Nazione dove viene utilizzata l’espressione “diligenza del buon padre di famiglia” a noi viene in mente ben altro senso della parola “diligenza”. Qui l’unica diligenza è l’ente pubblico che per anni ha subìto gli attacchi di veri e propri banditi e dissestatori che ad oggi, dopo tre anni dalla conclamazione del disastro, sono tutti al loro posto se non addirittura premiati. E per cortesia risparmiateci questa cretinata sesquipedale continua della “fiducia nella Magistratura”. Per prima cosa prendeteli voi i provvedimenti del caso e poi la magistratura, con la calma e la flemma che la contraddistingue (non tutta evidentemente), e anche debitamente stimolata dalla PARTE LESA prenderà i provvedimenti del caso***.

*** Nella foto una delle tante trasparenti, vantaggiose, corrette e ispirate al bene comune azioni amministrative che hanno contraddistinto l’amministrazione dell’ateneo senese.

Abbassate la cresta(i) e rispondete pubblicamente: prima che i pezzi di navicella della Nasa arrivino sulla terra il presidente Bezzini perché non ci risponde sulla questione della società Robespierre Sas?

Siamo in una Repubblica democratica e non ai tempi del Palazzo d’Inverno occupato dallo Zar e le leggi e le regole sono le stesse da Aosta a Palermo: se in alcuni posti non vengono rispettate questo non è un giustificativo per cui continuare a fare il proprio comodo. Cosi come non comprendiamo il perché si grida allo scandalo per i vari conflitti d’interesse del latin lover di Arcore e quelli che lo contestano scimmiottano nel piccolo quel modus operandi. Senza dimenticare che i soldi degli incarichi e degli appalti utilizzati dagli enti pubblici sono soldi della collettività. E quindi non si capisce come mai i cittadini devono pagare le tasse e poi quel denaro venga utilizzato in parte per conferire incarichi alle agenzie di comunicazione del partito a cui sono iscritti i vertici degli enti. Se questo si contesta a Berlusconi come mai il PD a Siena non si mette nella condizione di affrontare il conflitto d’interesse emerso con la vicenda della società Robespierre Sas di Cresti Lisa e C.?

L’allora segretario del partito Franco Ceccuzzi con le sue parole è stato più che chiaro:

“Le nostre idee, le nostre emozioni, le nostre battaglie politiche che la creatività, la passione e la professionalità dei nostri comunicatori hanno tradotto con le arti visive e del messaggio scritto. Nel 1999 non avevamo ancora il sito web, né un’agenzia che curasse la nostra comunicazione in via continuativa, né un ufficio stampa. Dal nostro ufficio stampa che è si avviato nel 2002, è nata due anni dopo l’Agenzia Robespierre che oggi occupa sei giovani e che si è fatta strada in un settore difficile”

Quindi ci chiediamo  perché in quasi tutti i comuni della provincia di Siena compresa l’amministrazione provinciale gli incarichi dell’ufficio stampa e della comunicazione sono stati affidati alla società Robespierre Sas che nel contempo si occupa della comunicazione del PD (partito a cui sono iscritti quasi tutti i sindaci e lo stesso presidente della provincia e nel contempo la titolare della Robespierre Sas è la portavoce dello stesso Bezzini)?

Per la trasparenza possiamo conoscere in un anno quanto è l’importo totale degli incarichi e appalti affidati dagli enti locali alla Robespierre Sas?

Per la trasparenza è possibile conoscere le formalità e le procedure di affidamento di tali incarichi e appalti?

Per la trasparenza è possibile sapere se il presidente Bezzini si è posto il problema di interrompere l’incarico di portavoce alla titolare della Robespierre, visto che la medesima società  risulta essere incaricata di seguire la comunicazione dell’amministrazione provinciale con un corrispettivo superiore a 250.000.000 euro?

Per la trasparenza rispondete e smettetela di fare la morale agli altri e sentirvi superiori: abbassate la cresta(i) e ricordatevi che i voti servono per vincere le elezioni per governare e non per fare il proprio comodo; le leggi invece si rispettano e sono altri organi che si occupano di questo fortunatamente. Siamo in uno Stato di diritto e non nel cortile del Palazzo d’Inverno.

Le leggi dello Stato sono uguali per tutti così come le regole della comunicazione: se uno non rispetta le leggi paga e se altri non sono in grado di fare comunicazione (e si rifugiano nell’arroganza) possono cambiare mestiere e occuparsi della privatizzazione delle quaglie.

Cosi è se vi pare…….

 

Approvato il decreto legislativo sul commissariamento delle università

Il Consiglio dei Ministri ha dato oggi il via libera definitivo al decreto legislativo sui parametri di sostenibilita’ finanziaria degli atenei e l’eventuale commissariamento. Il decreto ha gia’ ricevuto l’assenso del Consiglio di Stato e il parere favorevole delle Commissioni parlamentari e sara’ quindi pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale dopo la registrazione da parte della Corte dei Conti. Il decreto prevede un monitoraggio costante della situazione economica, finanziaria e patrimoniale degli atenei e definisce parametri atti ad individuare le situazioni critiche e deficitarie degli stessi. Gli atenei dovranno: garantire certezza ed omogeneita’ nel risanamento dei bilanci ed evitare eccessivi disavanzi; gestire i fondi con maggiore trasparenza; garantire un’offerta formativa di alto livello, senza dover ridurre gli investimenti sulla formazione; operare secondo obiettivi di efficacia, efficienza e trasparenza. Il decreto definisce e disciplina tre casi. Due definibili da “cartellino giallo”. Il primo riguarda il caso di situazione critica di disequilibrio economico e finanziario e patrimoniale temporaneo. In questa fase l’Universita’ intraprende un percorso di risanamento vigilato dal Ministero dell’Istruzione, dell’Universita’ e della Ricerca e dal Ministero dell’Economia e delle Finanze. Il secondo riguarda il caso di dissesto finanziario che comporta l’incapacita’ per l’ateneo di fare fronte ai debiti liquidi ed esigibili. In questa fase viene elaborato un piano di rientro in tempi certi. Il “cartellino” diventera’ “rosso” nella terza fase: cioe’ se, nonostante queste possibilita’, gli atenei non metteranno ordine nei propri conti. In questo ultimo caso scattera’ il commissariamento. In questa fase l’organo commissariale ha l’obiettivo di ripianare i debiti e ricondurre l’intero sistema ad una situazione di equilibrio.

Nel provvedimento e’ stato valorizzato il ruolo dell’ANVUR che, dopo la procedura commissariale, deve valutare se esistano i presupposti per mantenere l’accreditamento dell’istituzione universitaria ovvero per un’eventuale operazione di federazione o fusione di atenei, ai sensi dell’articolo 3 della legge 240 del 2010, in linea con i principi ispiratori della riforma. L’interrvento normativo consente dunque di: individuare tempestivamente, tramite l’organo di controllo contabile, le situazioni critiche negli equilibri economici, finanziari e patrimoniali delle universita’; avviare un percorso di risanamento nelle fasi critiche ed adottare un piano di rientro nella fase di dissesto finanziario, secondo criteri analiticamente definiti e sotto la vigilanza dei Ministeri dell’istruzione, dell’universita’ e della ricerca e dell’Economia e delle finanze, anche per mezzo del Collegio dei revisori dei conti; finalizzare positivamente l’eventuale fase commissariale, diretta al riequilibrio nella situazione economica, finanziaria e patrimoniale e alla garanzia del mantenimento di un livello soddisfacente nella qualita’ della didattica e della ricerca delle universita’ statali

In via Roma 56 (sede del genio assoluto) dissestavano e stupivano con “luci” speciali da design….

Il dissesto dell’università senese, di oltre 270.000.000 di euro (cifra ben conosciuta negli uffici del tribunale) evidentemente, vista la cifra, veniva praticato dall’alba al tramonto e in assenza delle luci dell’alba e del chiarore del cielo al tramonto altre “luci” speciali illuminavano l’ingresso dei geni dentro la sede di Via Roma 56. Del resto, solo delle luci speciali,potevano accontentare l’ingresso magnifico di geni, semiologi e poi recentemente quello dei soci della società INFACT che abusivamente avevano dichiarato la propria sede operativa nei locali universitari di Via Roma 56.

Potevano accontentarsi di lampade e lampadari normali in uso nel 99,99% degli uffici pubblici e privati? NO!!!!

Dopo gli scopini e altri oggetti da design comprati con il listino del sultano del Brunei (da non confondere con Stigliano) un altro oggetto luminoso veniva pagato a peso d’oro: Il lampadario dei lampadari, la stella luminosa del cielo che copriva i crani geniali dei professoroni con e senza laurea di Via Roma 56. Quanto hanno speso (con i soldi pubblici) per comprare il lampadario dei lampadari? Ci risulta sia stato pagato Euro 15.000,00 + IVA. Qualcuno faccia una verifica urgente, perché anche avessero speso mille euro per un lampadario da collocare nell’ ingresso di un ufficio pubblico, la cosa sarebbe vergognosa. Con la scusa del design dissestavano.

Più che un’inchiesta della magistratura italiana, questi dissestatori andrebbero processati al tribunale dell’Aja per crimini contro il patrimonio pubblico e spediti in un centro di recupero per “malati contabili” da costruire nei ghiacciai del Polo Glaciale Artico. E senza riscaldamento e con i cessi senza scopino.

Vergogna !!! Vergogna!!!

P.S. Abbiamo trovato un lampadario da design da collocare in “dimore private” di prestigio: il famoso Exstasy L 110 cm. al prezzo di euro 1.431,43.

(http://www.modaedesign.com/product_info.php?products_id=7294)

Ma l’ingresso di Via Roma 56 è una dimora privata? Certamente no!! Per qualcuno forse si …. e anche  ad uso “familiare acquisito”.

Manuale del co- e post-dissestatore di atenei. Prima puntata: le Scotte

Iniziamo questa nuova opera partendo dal fondo. Domanda: appena vinte (con tutti i dubbi del caso sui quali la magistratura, che ha sequestrato tutti i fascicoli che sta leggendo DA PIU’ DI UN ANNO) le elezioni, cosa ha cercato di fare il co- post-dissestatore di atenei Criccaboni? Prima ancora di chiamare a co-dissestare la maestra elementare pensionata e condannata dalla Corte dei Conti Ines Fabbro, ha tentato di forzare la mano per decidere LUI chi nominare a capo dei famigerati DAI (Dipartimenti ad Attività Integrata presso l’AOUS) ed in particolar modo ha cercato di imporre CARLO SETACCI. Vi giunge nuovo questo nome? Non crediamo, perché era uno dei famosi ospiti a Stigliano, fedelissimo del Sultano del luogo.
Fallito questo obiettivo, il nostro post-dissestatore ha pensato bene di chiamare a fare il DA (Dissestatore Amministrativo la cui la selezione, ancora una volta, è al vaglio, assai lento, della Magistratura) un’amica carissima di Jolanda Cei Semplici, altra dissestatrice stiglianese d.o.c., adesso in contenzioso con l’AOUS per una cifra, pare, di circa 600.000 euro cosa per la quale la redazione di Fratello Illuminato chiede una commissione urgente di inchiesta sui bilanci dell’AOUS dal 2003 in poi. Per non parlare delle cene a tre di cui avevamo già parlato fra Dissestatore Amministrativo, Jolanda Cei Semplici e Marcello Rustici.
Infine un prorettore delegato è Vincenzo Sorrentino, altro stiglianese e tosiano.
Cosa possiamo e potete dedurre da tutto questo? Che il co- e post-dissestatore Riccaboni rappresenta la continuazione e la contiguità con la linea dissestatrice (la catena di affetti) rappresentata da Sultano di Stigliano-Faraone di Pescia-Jolanda Cei Semplici e tutte le varie appendici tutte rigorosamente presenti al cinema all’aperto di Stigliano e dei quali né l’Ateneo né l’Ospedale riescono a liberarsi in alcun modo, cosa che naturalmente porterà alla totale distruzione dell’una e dell’altro, mangiati da dentro come una mela infestata dai vermi.
I nomi di una buona parte delle appendici stiglianesi di cui andiamo parlando li potete trovare nell’associazione Università Libera (il cui presidente è Antonio Vicino) fra i soci fondatori.
Ecco quindi cosa intendiamo quando parliamo, nella sintesi proposta nell’ultimo post, ai punti 2 (proteggere i dissestatori veri e propri) e 6 (circondarsi di Cricca Boys).
Nella prossima puntata del Manuale parleremo invece del punto 3) ovvero: CASCARE DAL PERO.
Buona lettura!

Finalmente per voi, amati lettori, il Manuale del dissestatore di atenei da stampare e rilegare in pelle

Cari lettori di Fratello Illuminato, la redazione si è resa conto del grande successo riscosso dal Manuale, viste anche le positive recensioni ricevute sui maggiori quotidiani nazionali, come la Reppublica di sabato scorso e Ve ne propone una versione in file pdf da stampare e rilegare in pelle (possibilmente di precario) e dare così prestigio alla vostra libreria.

Scarica il Manuale del dissestatore di atenei

Ma la redazione di Fratello Illuminato non intende lasciarvi orfani della preziosa manualistica e va ora a proporvi il prestigioso Manuale del co- e post-dissestatore di atenei.

Come avrete di certo capito si parlerà del duo Riccaboni & Fabbro e delle loro imprese ingegnosissime per co- e post-dissestare l’ateneo di Siena. Andiamo perciò a sintetizzare quali sono le linee strategiche del duo:

1) Scaricare tutte le responsabilità del proprio evidente fallimento su altri. Altri che sono individuabili sia nel passato recente (Focardi soprattutto) sia nel presente. Nel presente ovviamente si parla di, nell’ordine: Regione, Comune, Provincia, Governo. Quando Riccaboni e Fabbro si troveranno nella condizione di non pagare gli stipendi attribuiranno la responsabilità a tutti i precedessori e ai governanti locali e nazionali.

2) Proteggere i dissestatori veri e propri. Non è un caso che da otto mesi non ci sia versi di far riportare i soldi per i libri in onore del Sultano di Stigliano al comunicatore dei comunicatori Boldrini che saltellava giulivo, insieme ad altri responsabili del dissesto al momento dell’elezione del Riccaboni.

3) Cascare dal pero. Questa è una tattica eccezionale. Funziona meno bene quando si è stati nell’ordine: presidente del Nucleo di Valutazione, estensore di un articolo nel quale si diceva che i bilanci erano proprio eccezionali, presidente del CRESCO (un porcheria che ha dato anche ospitalità a gente INFACT proprio brava), Delegato ad Arezzo per diversi anni, Preside per quattro.

4) Come Berlusconi, accusare i giornali. Quello funziona benissimo perché sposta l’attenzione dalle proprie enormi responsabilità.

5) Insistere nel dissesto spendendo per un cellulare quanto lo stipendio mensile di un’unità di personale tecnico-amministrativo ed utilizzando la carta di credito aziendale, il tutto in barba alle difficoltà in cui si dibattono molti dei suoi colleghi che fanno ricerca e didattica per davvero.

6) Circondarsi di Cricca Boys da un lato e chiamare una maestra elementare pensionata e già condannata dalla corte dei conti a fare il direttore amministrativo dall’altro. In questo modo si sega il ramo su cui si è seduti, causando la morte clinica dell’ateneo.

7) Millantare crediti che non si hanno e andare a passeggiare sempre sul solito scoglio marino col rischio di scivolare. Inoltre intrattenere rapporti con amichetti in posizioni ministeriali, anch’essi peraltro millantatori di un potere che non hanno, è un buon modo per finire di schiantare l’ateneo.

Analizzeremo queste ed altre manchevolezze del duo Criccaboni e Fabbro nella nostra prossima monumentale opera nella speranza di riscuotere pari successo che con la precedente.

Ave et Vale.

Maestro James (Maestro), Cesare Mori (Prefetto), il cane Paco (Professore ad Oxford), Marianne Franceschi (Portavoce).

Vogliamo Maurizio Boldrini assessore alla cultura al posto di Lucia Cresti

Maurizio sisisi … Maurizio sisisi … vai con liscio sei tutti noi!!!(e poi tutti in coro)

Noi della redazione di Fratello Illuminato dopo un pasto decente a base di cucina europea e gottini di vino nostrano, siamo giunti alla conclusione che se vogliamo invadere culturalmente l’Europa urge sostituire l’assessore Lucia Cresti e nominare al suo posto il mitico genio di Via Roma 56: Maurizio Boldrini.

Non perdiamo altro tempo. Il genio è l’unica risorsa disponibile in grado di competere con quegli ignoranti del continente europeo. Lui è mille spanne avanti: per forza è un genio. Non tergiversiamo in Comune: chi meglio dell’inventore della comunicazione scopino 2.0 può sconfiggere quei poveri illusi di competitori europei? Solo lui! E basta con le perdite di tempo! Nominatelo assessore e affidategli comunque deleghe senza portafoglio. Dotatelo di un ufficio di 18 mq.(troppo grande poi corre il rischio di inventarsi un’altra area comunicazione in Comune) e fategli costituire uno staff di livello: alla poesia europea il poeta del mondo antico Maurizio Bettini; alla ricerca delle piste dei barbari che si sono rubati il tetto di San Galgano il semiologo Omar Calabrese e siccome la cultura senza musica non suona bene, a seguire gli eventi musicali chi meglio del garante nonché presidente del Comitato per l’approfondimento musicale del Ministero della Gelmini, Luigi Berlinguer. Per la grafica e il design delle iniziative per la promozione della cultura chi meglio della società INFACT? Per ordinare e stampare libri non vi preoccupate: il genio le conosce bene le tipografie.

Con la cultura è possibile ricreare venti economici da eventi poetici. Ad esempio: sulla scorta della diatriba tra la Grecia (di oggi e non del mondo antico) e il British Museum per riportare nella stessa Grecia i fregi del Partenone, il neoassessore Boldrini coadiuvato dal semiologo Omar, potrebbe aprire un contenzioso con Angela Merkel per far rientrare in Italia il famoso “tetto d’oro” che secondo lo stesso Omar a suo tempo (un tempo confuso) i barbari avevano rubato.

Che ideona: con il tetto d’oro venduto a 25,00 euro al grammo magari possiamo lanciare una bella Opa (offerta pubblica di acquisto) per comprarci la ditta che produce scopino da 60,00 euro cadauno e con il restante della somma recuperata con l’oro fare l’aumento di capitale del bilancio comunale e visto che siamo generosi, pagare un viaggio per l’Australia solo andata a tutti quei dissestatori che culturalmente parlando hanno smerdato la cultura secolare e il prestigio di una città.

Nominate Maurizio Boldrini assessore alla cultura e privatizzate le quaglie.

Ops … forse l’attuale assessore Lucia Cresti è già rappresentativa della cultura proveniente dal mondo culturale di Via Roma 56. Comunque nominate Boldrini. Noi siamo con lui, ora e sempre.

 

C’è un’intera comunità che guarda preoccupata, memore degli annunci e degli impegni presi. Chi li sta onorando?

Alberto Monaci. Lettera al quotidiano Nazione.

Da senese ho a cuore le sorti dell’Ateneo (perla sua grandezza nella storia, il suo prestigio scientifico e culturale, ma anche per la sua natura di motore del complessivo sviluppo del territorio); da uomo nelle istituzioni regionali, che ha sostenuto e votato l’intervento finanziario su Le Scotte, il dovere di una vigilanza attenta affinché quell’intervento straordinario sia ben capitalizzato, anche perché non può ripetersi.

Chiara l’esposizione della situazione fatta dal professor Angelo Riccaboni. Una chiarezza che non nasconde il permanere di una situazione di difficoltà della gestione di competenza, ancora in segno meno e, così traspare dall’intervista, con certezza `zero’ sul breve periodo. Non un bel biglietto da visita per una campagna immatricolazioni che vorremmo tutti consistente, sia per ragioni finanziarie che per ragioni storiche: Siena polo attrattivo’. Se alla magistratura (ordinaria e contabile) il compito di accertare responsabilità penali ed erariali sul famigerato ‘buco’, agli odierni amministratori dell’Ateneo quello di governare un processo di riallineamento fra costi e ricavi che non riesce ad emergere. Le partite straordinarie, il Rettore lo sa bene, possono dare un aiuto. Ma il `buon padre di famiglia’ non gestisce le spese di casa confidando nella sola argenteria! Aumenta gli introiti, valorizzando merito e qualità dell’offerta didattica e della ricerca, riducendo i costi impropri, anche se lascito di passati – distratti – padroni di casa. C’è un’intera comunità che guarda preoccupata, memore degli annunci e degli impegni presi. Chi li sta onorando?