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Novembre 28th, 2011 — Note redazionali
Con tutta probabilità i membri del cda dell’ateneo senese che hanno espresso voto favorevole alla delibera che autorizza la vendita del bene immobile palazzo Bandini Piccolomini, proposta dal rettore eletto irregolarmente Angelo Riccaboni, sono dei fini giuristi ed economisti di alto rango. Con tranquillità e senza batter ciglio hanno autorizzato la vendita di un immobile pubblico. Ma sono consapevoli di cosa hanno deliberato?
Il Ministero dell’Economia e Finanze con una nota del 18 aprile 2010 rileva che “… al fine di non determinare impatti negativi sull’indebitamento netto strutturale delle pubbliche amministrazioni, le entrate derivanti dalla dismissione di beni immobili, considerate dalla Commissione Europea entrate una tantum e quindi non migliorative del deficit strutturale, dovrebbero essere utilizzate solo per finanziare aventi la medesima natura una tantum. Nel caso di specie l’Ateneo in questione dovrebbe attivare iniziative strutturali di riduzione del disavanzo in modo da pervenire in un ragionevole arco di tempo ad un equilibrio stabile di bilancio”.
Ci sembra che la nota sia più che esaustiva. Inoltre rileviamo che il disavanzo è aumentato come da notizie di stampa, confermate dal successivo intervento di sabato 26 novembre 2011 anche dal magnifico abusivo. Intervento che non solo confermava il disavanzo, ma dimostrava l’assoluta assenza di un piano di risanamento e altresì confermava l’inadeguatezza dell’economista Riccaboni.
Sempre in merito alla delibera votata dal cda siamo ad evidenziare che il Decreto Legislativo richiamato nella delibera in questione con la quale “si impegna il rettore” a vendere il palazzo Bandini Piccolomini non è ancora Legge dello Stato. Quel decreto è stato approvato solo dal Consiglio dei Ministri. Vi sembra regolare la delibera votata oppure è viziata?
Inoltre facciamo presente che alla data di quella votazione in cda agli uffici dell’ateneo non era pervenuta la congruità dell’Agenzia del Territorio; congruità obbligatoria per le vendite di immobili pubblici.
Inoltre non si conosce la procedura con cui è stato affidato l’incarico alla società Reag per la valutazione dell’immobile e il compenso per la medesima società.
Insomma in quel cda votano e deliberano alzando la mano e senza alcuna cognizione di causa. Poi ci si domanda il perché nel cda dell’ateneo passava e passa di tutto. Un bel giorno qualcuno si sveglia e appare o un dissesto o una carrellata di irregolarità.
Auspichiamo un intervento immediato della magistratura e nel contempo qualcuno potrebbe presentare un doveroso esposto a tutela del bene pubblico.
Bravi e complimenti!!!!
Novembre 27th, 2011 — Note redazionali
“Volete prevenire i delitti? Fate che i lumi accompagnino la libertà. I mali che nascono dalle cognizioni sono in ragione inversa della loro diffusione, e i beni lo sono nella diretta. Un ardito impostore, che è sempre un uomo non volgare, ha le adorazioni di un popolo ignorante e le fischiate di un illuminato.”
(Cesare Beccaria – Dei delitti e delle pene/Capitolo XLII)

Forse in pochi ricorderanno che ai tempi del cinema muto la proiezione di un film si chiudeva con le famose “comiche finali”: era una “formula di programmazione cinematografica geniale che ci ha fatto scoprire i maggiori attori della storia del cinema ed ha inventato, senza saperlo in modo coerente, addirittura un genere filmico tornato ai nostri giorni di gran moda: il corto. Le storie raccontate sullo schermo che accompagnavano l’uscita degli spettatori erano spesso assurde, surreali, incredibili.”
Lo stupefatto, il patologo, lo splendido e il consigliere-barista non sono attori del cinema muto, ma protagonisti parlanti di vicende imbarazzanti (per mantenermi cauto…!) dei tempi moderni. Non sono attori, ma l’effetto delle loro dichiarazioni pubbliche hanno gli stessi tratti delle storie delle comiche finali del cinema muto: sono assurde, surreali e incredibili. Lo “stupefatto” al secolo (ma anche in quello precedente vista l’età!!) Luigi Berlinguer è il meno comico, ma il più incredibile. Il barone di Stigliano alla notizia della scoperta del buco finanziario dell’università senese si era lasciato andare a un “sono stupefatto”. Non si capisce se lo era per l’esistenza del “buco” o perché avevano sputtanato il dissesto gestionale del suo gruppo di amici, docenti e dirigenti universitari. La seconda che ho scritto evidentemente. E io non mi sono “stupefatto” quando mi hanno riferito che il barone di Stigliano aveva confidato (sempre nel post-dissesto) un’altra sua palese irritazione del seguente tenore: “La colpa è di quello lì che non doveva portare i libri in tribunale…!!”. Dove doveva portarli: forse dalla Rubettino che oltre a stampare i tomi non autorizzati in onore dello stesso barone di Stigliano, con i libri contabili avrebbe potuto lanciare in tutte le librerie un best-seller, “Storia della contabilità infame”? Bisogna ammetterlo: l’alto senso di giustizia e l’etica istituzionale dimostrata dal barone di Stigliano è commovente. Chissà se il barone è rimasto stupefatto quando il partito a cui è iscritto e dove ricopre il ruolo di garante dei garanti (un garantista per tutti gli inquisiti!!!) ha nominato il figlio Aldo (nuovo baronetto di Stigliano) nel consiglio di amministrazione della Banca Antonveneta? Chissà se il barone si è stupefatto quando il patologo Tosi, allora rettore, con un atto da dittatura sudamericana ha reintegrato (con decreto rettorale) in servizio all’università di Siena il pensionato Luigi Berlinguer? Correva l’anno 2005: nel pieno del dissesto il “patologo” reintegrava arbitrariamente lo “stupefatto”. Chissà se il barone si è stupefatto quando dietro a una sua richiesta confidata ad alcuni amici il genio Boldrini ha fatto stampare senza autorizzazione i libri in onore di Luigi Berlinguer? Correva l’anno 2008: il barone contatta l’università di Siena chiedendo di far spedire ad alcuni indirizzi i libri in suo onore come omaggio. Fortunatamente la spedizione non viene fatta, ma lui è completamente “stupefatto”. Sabato mattina ero sulla riva del fiume Brenna a prendere il sole e a un certo punto si è palesato ai miei occhi il capo dei nani da giardino completamente stupefatto (come da foto rubata qui pubblicata). Riguardando bene la foto si comprende il motivo del suo essere “stupefatto”.
Un altro fenomeno cinematografico è il “patologo”, al secolo Piero Tosi o per gli amici Pierino. Di lui sappiamo praticamente tutto: era il dominus della baronia universitaria legata al suo predecessore, il barone di Stigliano. Pierino viene incoronato faraone dell’ateneo senese dallo stesso barone e la sua missione è chiara fin dall’insediamento: consolidare l’alleanza tra una parte della CGIL e l’ala affarista di Comunione e Liberazione e con altre varianti del mondo cattolico universitario; alleanza già costruita dal barone di Stigliano. Pierino gestisce e dissesta l’ateneo con un team operativo coordinato dal cattolico (si fa per dire!!!) Loriano Bigi, dal cgiellino (di osservanza stiglianese) Carlo Bruni e dal nano comunicatore Boldrini. Il tutto è stato realizzato grazie al sostegno di una cricca di docenti che andrebbero buttati fuori da qualsiasi università degna di questo nome e da un clima di omertà umiliante per gli stessi omertosi. Dopo aver dissestato, aver inventato ad uso e consumo del nano comunicatore quella mangiatoia dell’area comunicazione e marketing, aver costruito sedi e carriere, aver ricoperto il ruolo di presidente della Crui, dopo tutto questo il nostro Pierino pochi giorni fa rivolgendosi ai giornali ha affermato: “Io che c’entro, sono un patologo!!”. Sti cazzi …! Come dicono a Roma!!! Se era un macellaio che cosa sarebbe successo? Il nostro Pierino forse una cosa interessante in queste ultime esternazioni l’ha detta: “A breve parlerò e racconterò sul come veniva gestita l’università”. Noi non sappiamo cosa dirà il patologo e sinceramente non siamo interessati. Forse, e questo potrebbe lasciare stupefatto qualcuno, se il Tosi parlerà non svelerà il 15° segreto di Fatima, ma comprenderemo con nitidezza che il patologo era solo il vicecapo dei dissestatori. Il capo era ed è un altro.
Arriviamo ai giorni nostri con la presenza ai vertici dell’ateneo del “delfino di scorta” di Piero Tosi ovvero il rettore eletto irregolarmente, lo splendido economista Riccaboni. Era ed è una pedina in mano alla cricca dei docenti berlinguerini-tosiani. Di lui il barone non si fidava e dietro suggerimento della “comandante” (alias Jolanda Cei Semplici) hanno affiancato allo splendido la condannata dalla Corte dei Conti Ines Fabbro. Una stiglianese a distanza. Comunicava con il barone tramite il Bigi e la comandante. Allo stato dei fatti sia lo splendido sia la condannata non sono riusciti a realizzare il resto del disegno di restaurazione stiglianese che prevedeva: I due cervelloni ai vertici (Rettore e direttore amministrativo), il ritorno di Boldrini come capo della comunicazione (senza area), la nomina di Piero Tosi a professore emerito e successivamente direttore di dipartimento alla facoltà di medicina, Carlo Setacci prorettore e Stefano Bisi gran cerimoniere della cricca. Questi due irresponsabili di Riccaboni e Fabbro sono deleteri e lo stanno dimostrando: non hanno risanato un bel niente e non sono in grado di esercitare il ruolo con autorevolezza. Del resto Riccaboni è stato eletto irregolarmente.
La comica finale in tutta questa storia che intreccia vicende universitarie, carriere politiche e affarismo deleterio per la collettività è ben rappresentata dalla figura quasi patetica del consigliere comunale del PD senese David Chiti. Anche questo fenomeno rivendica la sua estraneità: peccato che tra i 18 soggetti avvisati di della chiusura delle indagini della magistratura ci sono lui medesimo, la moglie e la cognata. E il “rivendicatore” dimentica che la sede del bar di Via Roma 56 affidato senza una regolare gara di affidamento (che il Chiti contrattava diversamente!!??) è ubicata nel comune da lui amministrato. Sciocco lui a non essersi ancora dimesso da consigliere comunale e doppiamente sciocchi gli altri membri del consiglio comunale che non chiedono le dimissioni. Il PD, partito a cui è iscritto il Chiti, fa finta di niente e con il silenzio di questi giorni dimostra di condividere il comportamento del Chiti. E sapete la comica finale in cosa consiste? Il PD senese si dichiara soddisfatto per le conclusioni delle indagini e per gli avvisi di garanzia notificati. E su questo anche noi. Però fermatevi un po’ tutti e immaginatevi questa scena: riunione del Pd senese, al tavolo dei relatori il segretario del PD senese Giulio Carli, in prima fila ad ascoltare in qualità di dirigente del partito il famoso David Chiti. A un certo punto il segretario Giulio Carli, con voce soddisfatta, rivolgendosi alla platea dei dirigenti esprime tutta la propria soddisfazione per i 18 avvisi di garanzia notificati in merito all’inchiesta sul dissesto universitario. Anche il Chiti è rimasto soddisfatto per l’avviso di garanzia ricevuto (!!??). Da buon dirigente del PD non può che approvare le parole del segretario.

Con questa comica finale che rende chiaro a tutti il decadimento morale, etico e politico che vive la città di Siena e che mette in luce il perché hanno dissestato e la loro voglia di ricominciare, auguro a tutti una stupefacente domenica. In attesa di leggere le dichiarazioni di Gabriello Mancini sul futuro della Fondazione MPS. Con molta probabilità drammaticamente stupefacenti.
Maestro James
Novembre 26th, 2011 — Note redazionali




La gestione dell’università del rettore Riccaboni eletto irregolarmente e del direttore amministrativo Ines Fabbro già condannata dalla Corte dei Conti è fallimentare, poco trasparente e responsabile della “macelleria sociale” nei confronti dei lavoratori. Sono complici di questo disastro e dramma sociale anche i membri del cda dell’ateneo Mariano Bianca, Mirella Strambi, Vareno Cucini, Roberto Morrocchi, Pasqualino Paulesu, tutti supini al duo irresponsabile. Con l’aggravante per Cucini, Morrocchi e Paulesu di essere tutti e tre vicini al PD e nominati dal Comune, dalla Provincia e dalla Banca MPS. I tre si muovono senza controllo o gli enti nominanti sono sostenitori del fallimento di Riccaboni e della politica contro i lavoratori? In questa seconda ipotesi risulta a dir poco ipocrita il volantinaggio di questi giorni fatto dal PD con il quale chiedeva giustizia per il dissesto e equità sociale. Gli esponenti del PD Morrocchi e Cucini hanno la responsabilità di avere sostenuto e continuare a sostenere un gestione fallimentare, poco trasparente e contro i lavoratori. E a proposito di trasparenza perché il rettore abusivo tiene chiuso nel cassetto lo statuto ritornato indietro con rilievi da parte del ministero? Senza parlare della strana vendita che non serve a niente del palazzo Bandini Piccolomini; e su questo rinnoviamo la richiesta per l’intervento della magistratura ordinaria e di quella contabile. Le uniche due cosa fatte dal Riccaboni sono quelle di aver comprato un cellulare con i soldi dell’ateneo per la cifra vergognosa di euro 860 e di aver dato un compenso annuo alla condannata dalla corte dei conti di oltre 150.000 euro.
L’università è in mano a un rettore irregolare, a una condannata per danno erariale, a un senato con due indagati e a un cda composto nella sua maggioranza dei membri da irresponsabili e difensori della cricca di pochi docenti avidi e legati all’altra cricca dei dissestatori tosiani.
Novembre 25th, 2011 — Note redazionali

Anche le pulci hanno la tosse. Nel mare magnum dei disastri commessi nei confronti del prestigioso ateneo senese ritornano alla ribalta personaggi “minori” e una ristretta cerchia di filodissestatori che udite udite teorizzano l’inestistenza del dissesto e si lasciano andare con affermazioni del tipo “accidenti ai magistrati” e “basta con le inchieste nei confronti di Riccaboni”. Ora affermare “accidenti e basta” di per sé non rappresenta un reato, ma dimostra la corruzione culturale e la dimensione del decadimento morale in essere. Tra i responsabili della gestione Riccaboni rientra a pieno titolo il membro del cda dell’ateneo prof. Mariano Bianca il quale non solo ha votato per lo stesso Riccaboni poi votando qualsiasi cosa durante i vari cda; ma addirittura il Bianca fedele al tosiano Riccaboni con impegno quasi fraterno ne sposa la causa anche con interlocutori fiorentini. Magari confondendo il senato accademico con il senato della Repubblica: sempre di “senatori” trattasi. Avete capito cari cittadini senesi e italiani: una cerchia ristretta o meglio una cricca di docenti se ne strafrega dell’operato della magistratura e continua a tenere sotto scacco con un rettore irregolare una prestigiosa università alla faccia del resto delle Istituzioni, dei cittadini, della magistratura e delle forze politiche. E a proposito della politica: l’esponente del PD senese Francesco Carnesecchi che posizione ha in merito al dissesto universitario e cosa pensa dell’affermazione scomposta “accidenti ai magistrati”?
Che tristezza …
Novembre 25th, 2011 — Note redazionali

Incredibile articolo di Roberto Barzanti, da sempre fedelissimo della cricca berlingueriana e starniniana, che tessendo le lodi del berlinguerian-tosiano Riccaboni dimostra, se ancora ce ne fosse bisogno, dello strettissimo legame tra dissestatori. Costoro, dai propri troni consistenti in case dello Stato e pensioni da europarlamentari, ignorando il disagio dei cittadini e lavoratori messi nell’angolo dal disastro che hanno provocato, prendono posizioni inaccettabili anche contro Ceccuzzi e compagni, per cercare di riaffermare il primato stiglianese sulla città. Molto meglio avrebbe Barzanti a leggersi un po’ meglio quel Wittgenstein tirato in ballo da Riccaboni seguendo la settima proposizione: Su tutto ciò che non si può dire, si deve tacere. Ecco appunto: perché non ha taciuto?
Noi una spiegazione ce la siamo data: che questa cricca intende portare a termine la restaurazione berlinguerian-tosiana, puntando tutte le fiches (che non sono loro peraltro visto che si parla della pelle di più di mille poveracci) su questa amministrazione universitaria insulsa, inconcludente e per molti aspetti anche dai comportamenti poco chiari e per niente trasparenti.
Ma quali gufi Barzanti!!! Ma di cosa parli!!! Questa sarebbe la sinistra? Dio ci scampi dal ritorno di questi protodissestatori che blaterano di eccellenza e di rilancio in presenza di un ateneo che suscita ilarità e sdegno in tutta Italia e che è il simbolo del fallimento totale di un sistema politico e istituzionale che questi soloni hanno controllato per anni.
Complimenti anche alle opposizioni senesi tutte che prima si lamentavano della lentezza della magistratura e ora che la magistratura ha dato una pesante accelerazione non si sono degnate di dire niente di significativo. Bravi davvero!
Novembre 25th, 2011 — Note redazionali
Parole parole parole … bla bla bla … sono solo parole al vento e niente fatti concreti i risultati ad oggi del duo irresponsabile Riccaboni-Fabbro. Non hanno fatto niente, non stanno facendo ancora niente e non hanno nessun piano di risanamento che possa esser definito tale. Sono due irresponsabili perché pur di non ammettere il proprio fallimento preferiscono trascinare nel baratro tutto l’ateneo. Dove sono i fatti che millantano da mesi? Dove sono le carte e i documenti formali che dimostrano la garanzia di liquidità? Dove sono gli atti formali che certificano le “rassicurazioni ministeriali” millantate dal duo irresponsabile? Non ci sono e non sono in grado di esibirli. Irresponsabili loro e irresponsabili i membri del cda dell’ateneo (salvo qualche caso isolato) che supini alle decisioni del duo non si rendono conto di contribuire al disastro definitivo. Addirittura, pur con la scompostezza e l’inconcludenza gestionale dimostrata, risulterebbe che la direttrice Fabbro avendo ben chiara la situazione finanziaria disastrosa per il futuro dell’ateneo, aveva proposto al rettore eletto irregolarmente di dichiarare lo stato di dissesto. Ma lui si è rifiutato perché deve fare lo splendido sulle spalle di migliaia di persone. Doppiamente irresponsabili. Anche la decisione di svendere Palazzo Bandini Piccolomini è una vergogna: non serve al risanamento, non possono farlo (come già dichiarato dai sindaci revisori) e non è vendendo i gioielli di famiglia che si rafforza la liquidità futura. Pertanto rinnoviamo la richiesta alla magistratura di sequestrare la documentazione inerente la vendita del palazzo Bandini Piccolomini e la relativa delibera votata dai consiglieri nell’ultimo cda dell’ateneo.
La situazione è di pieno ALLARME ROSSO. Un rettore eletto irregolarmente e i vertici dell’ateneo senza un valido piano di risanamento e senza prospettive di liquidità. E di questo andamento sono responsabili anche i membri del cda in particolar modo Cucini, Morrocchi e Paulesu.
Che cosa faranno i vari Profumo, Rossi, Ceccuzzi, Bezzini: si assumeranno la responsabilità di aver garantito il sostegno istituzionale a un rettore irregolare che sta portando nel baratro più di mille lavoratori?
ALLARME ROSSO. Fermate l’abusivo e chi di dovere prenda velocemente in mano il timone della “nave” che sta per affondare. Sveglia!!!!
Novembre 24th, 2011 — Note redazionali
18 indagati per il dissesto dell’università senese, 10 indagati per l’elezione dell’abusivo Riccaboni, 14 indagati per la vicenda dell’aereoporto di Ampugnano: questa la fotografia odierna del sistema Siena. Pur riconoscendo il giusto lavoro trasparente e in piena autonomia dei magistrati troviamo vergognoso nel contempo i silenzi delle istituzioni come Regione Toscana, Amministrazione provinciale di Siena e riscontriamo altresì la superficialità e l’inadeguatezza dei gruppi dirigenti di tutte le forze politiche senesi nell’affrontare la crisi morale ed economica della città e del resto della provincia. Noi non intendiamo entrare nel merito dei procedimenti giudiziari in corso e non abbiamo la minima intenzione di celebrare processi anticipati. Su una cosa però siamo intransigenti: pur in attesa dei provvedimenti della magistratura, un processo politico, istituzionale e culturale è doveroso farlo. Innanzitutto l’abusivo rettore Riccaboni dovrebbe rassegnare le dimissioni e non solo noi, ma tutte le istituzioni e le forze politiche devono chiedergliele con forza. Questo non avviene e ci chiediamo il perché. I motivi sono due: o dal presidente Rossi in giù sono tutti in comunella con l’abusivo o il Rossi, il Ceccuzzi, il Bezzini etc. non contano praticamente niente e quindi lo stesso abusivo sostenuto da una cricca di docenti opportunisti e da una banda dissestatori spera di sopravvivere. Anche in questo caso però piena fiducia nella magistratura da parte nostra e da domani invitiamo tutti a rivolgersi alle autorità giudiziarie e tribunali amministrativi per presentare esposti e ricorsi finalizzati a ristabilire legalità e legittimità dentro l’ateneo senese. Se l’abusivo fa resistenza e la politica si assenta i cittadini con civiltà e diritto alla mano provvederanno, forse anche ingolfando le cancellerie dei tribunali, a depositare esposti e ricorsi. Un altro che è in ritardo a rassegnare le dimissioni è il consigliere comunale del Pd di Siena David Chiti invischiato insieme alla moglie e cognata nella vicenda dell’affidamento del bar dell’ente pubblico Università di Siena. Anche in questo caso come atto di autotutela come mai i vertici dell’ateneo non revocano l’affidamento? La presenza in consiglio comunale proprio in virtù di queste indagini non solo compromette il ruolo trasparente degli enti pubblici, ma aggrava anche la situazione degli indagati(questi sono affari loro!!). La politica e le istituzioni anche in questo caso sorvolano? I cittadini e i soggetti interessati e danneggiati si rivolgeranno nuovamente alle autorità giudiziarie.
Ci rivolgiamo nel comtempo a S.E. il Prefetto Gerardina Pantalone per sollecitare un Suo interessamento nelle vicende universitarie chiedendo agli uffici del Prefetto di informare i ministeri competenti degli esiti dell’indagine sull’elezione di Angelo Riccaboni. Ci auguriamo che la foto che ritrae S.E. il Prefetto, successiva alle conclusioni delle indagini sulle elezioni, insieme a Angelo Riccaboni con la “benedizione” dell’arcivescovo Buoncristiani, rappresenti un gesto di cortesia e non una scelta di campo a sostegno di Riccaboni. Senza polemica e senza mancare di rispetto alla figura del Prefetto riteniamo che gli stipendi e la dignità di centinaia di lavoratrici e lavoratori vengano prima della carriera del rettore. La prima repubblica è finita da un pezzo e i cittadini non sopportano più le angherie di una cricca ristretta di individui che hanno devastato e stanno devastando istituzioni pubbliche.
Con i più sentiti e rispettosi saluti a S.E. il Prefetto e rinnovando al Presidente Rossi un doveroso richiamo per un auspicato segnale istituzionale, inviamo un abbraccio caloroso a tutti coloro che stanno pagando per le angherie e le truffaldine gestioni di pochi individui da prima repubblica o repubblica delle banane.
Cesare Mori
Maestro James
Novembre 23rd, 2011 — Note redazionali

Gli Uffici di S.E. Cesare Mori e il Maestro James, con mandato pieno del cdr di Fratello Illuminato, sono ad interrogarsi, esprimendo preoccupazioni e dovute considerazioni, sul silenzio imbarazzante in merito alle vicende universitarie di Siena da parte del Presidente Enrico Rossi e dell’assessore regionale Stella Targetti. Comprendiamo benissimo il disagio e il travaglio che impediscono al presidente della provincia di Siena Simone Bezzini ad intervenire per chiedere un passo indietro al rettore abusivo Riccaboni (il Bezzini forse ricorda benissimo con chi era riunito il giorno della nomina di Riccaboni!!!??); cosi come prendiamo atto delle prese di posizione del sindaco Ceccuzzi che di fatto sfiduciano l’abusivo (c’era un altro sindaco in quella famosa riunione con Bezzini. Chi era invece il/la terzo/a). Ci lascia perplessi e infastiditi il silenzio imbarazzante di Enrico Rossi e Stella Targetti. A parole i due amministratori regionali dispensano (soprattutto Rossi) lezioni di etica, morale pubblica e discontinuità con la vecchia politica. Nel caso dei vertici dell’ateneo senese e delle problematiche ad esso connesse invece, legittimano la peggior politica della prima repubblica e la peggiore gestione di un ente pubblico. Un rettore sub judice, un direttore amministrativo già condannata dalla Corte dei Conti, responsabili degli uffici dell’ateneo indagati per il dissesto dello stesso, un bar di ente pubblico affidato senza regolare gara di affidamento, operazioni di vendite di immobili dell’ateneo che dovrebbero essere oggetto di indagini della magistratura, il personale tecnico-amministrativo penalizzato, un piano di risanamento che non esiste(sono solo bugie quelle che raccontano l’abusivo e la condannata dalla Corte dei Conti), lo stesso direttore amministrativo che percepisce più di 150.000,00 euro all’anno che non sta facendo niente di utile all’infuori che proteggere i dissestatori: più che un ateneo sembra il set cinematografico del telefilm “Distretto di Polizia” in onda su canale 5. Vogliamo parlare poi dei concorsi presso la facoltà di medicina di Siena finanziati o cofinanziati dalla Regione Toscana? Vogliamo parlarne e ci stupisce il silenzio di Enrico Rossi; e quindi ci chiediamo come mai non apre una commissione ad-hoc per verificare la regolarità dei concorsi e l’utilizzo dei finanziamenti regionali. E visto che parliamo della facoltà di medicina riteniamo che il presidente Rossi potrebbe dare una risposta celere alla missiva che a noi risulta essere depositata presso la regione in merito ad alcuni concorsi.
Non servono comunicati di circostanza. Quello che i cittadini chiedono sono delle precise dichiarazioni e delle assunzioni di responsabilità istituzionali. Tutti, anche i muri, si sono resi conto che il professore Riccaboni è inconcludente e non è legittimato; ha voluto forzare la mano per l’inaugurazione perché doveva fare lo splendido e dimostrare al gruppo dei dissestatori che lui difende il fortino fino alla fine. Perché lo stesso Riccaboni ha ottenuto il sostegno da parte del partito di Verdini e da parte di alcuni funzionari ministeriali romani e locali che gli hanno garantito l’intoccabilità fregandosene del ruolo della magistratura. Certe foto sorridenti e certe strette di mano sono il segno tangibile del disprezzo istituzionale(e noi conserveremo le foto di questi sorrisi!!). La politica e le istituzioni Toscane hanno due strade: o si assumono la responsabilità di legittimare il rettore del partito di Verdini o con chiarezza si dissociano e creano le condizioni per risollevare con nuovi vertici il prestigioso ateneo senese. Poche chiacchere e basta con gli equilibrismi da prima repubblica.
La nostra non è una presa di posizione ostile e ideologica nei confronti di Rossi e della Targetti. Addirittura il Maestro James nutre profonda stima per Stella. Qui si tratta di convergere fra tutti per il bene pubblico e per il futuro dei nostri figli e delle nostre prestigiose istituzioni. Pertanto nel pieno spirito collaborativo (da noi auspicabile) tra la segreteria di S.E. Cesare Mori e gli uffici regionali siamo (proprio per non farvi affaticare) a proporvi una bozza di comunicato da rendere pubblico da far firmare a Enrico Rossi e a Stella Targetti.
Bozza comunicato da far firmare al Presidente Rossi e all’assessore Targetti.
“Il presidente della Regione Toscana e l’assessore regionale Stella Targetti, esprimono sconcerto per la situazione dell’ateneo senese e nel prendere atto dei primi esiti dell’inchieste della magistratura chiedono immediati provvedimenti disciplinari interni da parte del direttore amministrativo Ines Fabbro e le dimissioni del professore Angelo Riccaboni. Nel contempo esprimono piena fiducia nell’operato della magistratura e sollecitano il Ministro Profumo per addivenire al rapido annullamento del decreto di nomina.La Regione Toscana nel pieno rispetto dei ruoli istituzionali dei soggetti coinvolti si attiverà per quanto di competenza per ristabilire trasparenza e legittimità all’ateneo senese.
Firmato
Enrico Rossi (Presidente della Regione Toscana)
Stella Targetti( assessore regionale Università e Ricerca)”
(Voi della regione controllate la forma del comunicato, ma non modificate la sostanza)
Rimanendo fiduciosi insieme ai 2352 lettori giornalieri del blog per la risoluzione delle problematiche dell’ateneo senese rinnoviamo i più sentiti auguri di buon lavoro al Presidente e alla Giunta Regionale e un apprezzamento di stima nei confronti di Stella Targetti.
Di questi Uffici, Cesare Mori
Maestro James
Novembre 23rd, 2011 — Note redazionali
Senza tanti giri di parole invitiamo il Ministro Profumo ad attenersi al rispetto delle condizioni poste come vincolo di nomina dagli uffici del ministero. Non ci sono altre vie tranne l’annullamento del decreto di nomina di Riccaboni alla luce della conclusione delle indagini della magistratura. La violazione di tale prerogativa del Ministro ravviserebbe a nostro avviso motivo di ricorso all’autorità giudiziaria. Abbiamo già conosciuto il modus operandi menefreghista e a tutela delle cricche portato avanti dalla Gelmini e da qualche “nano di stato” sul territorio. Il neo Ministro dimostri il profilo tecnico e ottemperi alla naturale decisione dell’annullamento del decreto di nomina.
Ufficio legale di Fratello Illuminato
Novembre 22nd, 2011 — Note redazionali