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Riceviamo e pubblichiamo. Ma Ceccuzzi non si sente responsabile di quanto è successo???

Abbiamo analizzato con attenzione l’intervento di Ceccuzzi sul bilancio di previsione e ne abbiamo tratto delle considerazioni. La prima, la più tecnica, è quella che non c’è stato proprio nessun risparmio nell’aver adottato questa procedura di adozione. La gestione in provvisorio è una facoltà che può essere usata o no sulle voci di bilancio della gestione precedete ed è a discrezione del sindaco e della giunta. Ma a parte queste considerazioni  la sintesi dell’intervento del Ceccuzzi ci ha colpito per i contenuti che dimostrano, ancora una volta, che sotto le vesti di agnello si nasconde il lupo. In sintesi: lunga tiritera sul metodo, senza dirci cosa effettivamente sia stato fatto in termini di strategia di bilancio e cosa abbiano chiesto i soggetti consultati. Come ha ristrutturato, se lo ha ristrutturato, il welfare comunale a seguito dei suddetti incontri; forse non tutti sanno che la spesa più importante è per lo sport, che le mense sono a totale copertura delle famiglie, che gli anziani e i loro parenti partecipano per la quasi totalità alle relative tariffe ad esempio. L’altro argomento trattato è la famosa cabina di regia che in sostanza vuol dire: quando eravamo forti e autonomi si è fatto come ci pare, vi siamo andati nel culo, ora che non abbiamo più le risorse di prima ci rivolgiamo all’esterno, alla Regione. Anche qui senza dirci per fare cosa, su quali investimenti, per quale spesa corrente. Del resto il piano triennale degli interventi non ha quasi nessuna copertura ed è destinato a rimanere il libro dei sogni. Ha continuato ribadendo che lui aveva chiesto ai responsabili del “pasticciaccio” senese, quelli che hanno creato questa situazione di crisi, che se ne andassero, ma non è stato ascoltato. Dobbiamo rilevare a questo proposito che Ceccuzzi si è dimenticato di aggiungere alla lista il suo nome e il fatto che la sua azione non ha sortito effetto dimostrando che è debole e quindi non all’altezza di gestire percorsi così complicati. Chissà se si era consigliato prima dell’intervista famosa con Cannamela, famoso esperto di movimentismo. Un falso movimento (Wenders) che ha attirato le attenzioni del Paese e di molte testate nazionali. E qui cade l’asino. Difenderemo il brand (marchio) di Siena dai suoi denigratori interni ed esterni! Ha sentenziato il chianino. Bene ma chi ha rovinato l’immagine di Siena? Esattamente quelli che oggi la vorrebbero difendere. E chi sarebbero i guastatori interni, quelli che odiano così tanto la terra senese? Questo non è dato saperlo! Creiamoci altri nemici, silenzio il nemico ti ascolta! Ma allora perchè vi nascondete dietro un nickname? Potrebbe sembrare inutile in una società “normale” abituata al confronto anche duro. A Siena, viceversa, gli oppositori e le voci critiche devono essere eliminate a partire, ovviamente, da chi ne è portatore. Questo che scriviamo è per rispondere all’attacco che ieri Ceccuzzi ha portato contro tutti quelli che scrivono sotto pseudonimo. Affrontiamo la questione: alcuni sono costretti a scrivere sotto diverso nome per non incorrere nelle persecuzioni a cui sarebbero sottoposti nella vita lavorativa e quotidiana dal sistema di potere che vige a Siena. Come dire una forma di difesa. Non ci si confronta sulle idee ma si cerca chi le dice, in chiaro come abbiamo detto precedentemente, in scuro attraverso le querele. Con una differenza, comunque, che le querele quando provengono dal potere sono quasi sempre a carico della società o dell’istituzione che rappresentano mentre per il soggetto querelato sono a carico delle proprie tasche. C’è una certa differenza che porta allo sfinimento del più debole. Ci saremmo aspettati un’altra reazione dal primo cittadino che vorrebbe rappresentare tutti (tranne qualcuno) quello di aprire una nuova fase, come dire una forma di lascia passare che permettesse una vera pacificazione e una nuova stagione politica a Siena. Ci sarebbero anche le proposte e le soluzioni ma come è possibile rappresentarle se la critica non è ammessa, se le responsabilità non sono accettate, pena la discriminazione o la querela. Ceccuzzi ha voluto ribadire la potenza del potere contro chi è costretto a muoversi nei meandri dei blog, delle reti, dell’informale per non essere agguantato. Ceccuzzi ancora una volta non vuole prendere atto che la sua gestione politica ha portato alla bancarotta cittadina e deve trovare il colpevole, lui giudice ma non di se stesso. Del resto nel passaggio sul consiglio comunale ha voluto far intendere, fra le righe, che l’opposizione non è in palazzo comunale perché anche se “dura” comunque è “allineata”. L’opposizione è fuori e va colpita, dagli all’untore! A questo proposito sembra che sia stato visto notte tempo in un vicolino un denigratore che scriveva sui muri, Mancini resta! E un’altro verso piazza del Campo che scriveva, viva la magistratura! Fate pulizia! Ma fra tanti denigratori ce ne era uno che è stato assicurato alle forze dell’ordine perché aveva scritto: ridateci la nostra Siena!

Il coordinamento dei nickname (liberi e non prezzolati) di Siena

Leggetevi Fratello Illuminato e “basta con i blog anonimi”. Noi siamo per dire basta!!!

Accogliamo con plauso e condivisione le parole del sindaco Ceccuzzi contro i blog anonimi e noi aggiungiamo che anche in campo musicale basta con “Anonimo Veneziano”. La redazione di Fratello Illuminato rivendicando la sobrietà mentale e alcolica del proprio segretario di redazione (non come certi altri funzionari che avvinazzati sbirillavano le auto in Pian dei Mantellini!!) e la non presenza di indagati all’interno del comitato di redazione, esprime preoccupazioni e forti perplessità rispetto alle parole pronunciate dal sindaco Ceccuzzi. Egli scrive:” In questo Consiglio comunale c’è stata una reazione positiva, a mio avviso, che deve essere comunque coltivata, qui ci sono persone, non ci sono né nickname, né blog anonimi, né fabbricatori di polpette, né registi occulti che si dedicano al discredito della propria città dalla mattina alla sera. Io apprezzo molto le persone vere, che sono in questo Consiglio, che sono collocate all’opposizione, e fanno anche un’opposizione dura, perché di un’opposizione dura ce n’è bisogno. Hanno la mia stima. Chiedo anche a loro, magari, ogni tanto, un atto di discontinuità rispetto a quelle pratiche che oggi non fanno bene a questa città. A questa città serve guardare avanti, lottare con convinzione per difendere i suoi punti di eccellenza e per trasmetterli al futuro, com’è stato fatto nei nostri confronti”.

Che l’opposizione sia “dura” piu che farla siamo perfettamente concordi. E di certo non ci meravigliamo per gli elogi espressi dal sindaco verso i banchi dell’opposizione: praticamente inesistente e di questo dai banchi di maggioranza ne sono fieri. Ci meravigliamo invece rispetto alle assurde quanto inappropriate accuse da parte del sindaco quando afferma che ci sono “registi occulti”, “polpette avvelenate” e che praticamente la colpa di tutto è dei “nickname” e di “blog anonimi”. Il massimo dell’assurdo arriva quando lo stesso Ceccuzzi afferma che ci sono “quelli che si dedicano al discredito della città”. Il problema caro sindaco non sono i blog o le fantomatiche congiure contro la città: i problemi sono altri come i veri responsabili che hanno gettato e stanno gettando discredito alla nostra città. La sfidiamo a trovare nel nostro blog un solo intervento contro la città e i cittadini e se ci permette di dirlo questo discredito non si trova nemmeno nei vari articoli apparsi sugli organi d’informazione nazionali. Noi siamo contro le cricche e contro coloro (questi si i veri responsabili) che hanno e continuano a condurre al disastro alcune istituzioni cittadini, con il silenzio delle forze politiche. Coloro che hanno gettato fango sulla città sono i dissestatori di ateneo, i rettori abusivi, cinghialopoli, la vicenda di Ampugnano e il consigliere comunale indagato per aver concordato fuori dalle regole l’affidamento di un bar.  E responsabili sono anche coloro che hanno gestito in maniera pessima la politica e le istituzioni cittadine negli ultimi 10-12 anni. Basta con questa propaganda che tende a nascondere i problemi veri e le responsabilità con la pretesa di creare agli occhi dell’opinione pubblica dei nemici interni o esterni. Risolvete queste contraddizioni di sistema e rinnovate la classe dirigente, cominciando con il far dimettere il consigliere comunale indagato e il rettore abusivo. A noi non risulta che l’università sia stata dissestata dai “nickname o dai blog”; a noi non risulta che la vicenda di Ampugnano sia imputabile ai registi o alle polpette avvelenate. Semmai, oltre ad affrontare queste problematiche che stanno arrecando il vero danno e non solo d’immagine alla città, ponetevi il problema del vostro pessimo modo di rapportarvi con il mondo dell’informazione e della comunicazione. Oltre a rinnovare la classe politica sceglietevi meglio gli addetti stampa e le società di comunicazione che fanno acqua da tutte le parti. Poi se siete così testoni e immodificabili continuate pure con la litania del nemico esterno e la caccia alle streghe contro i blog e i nickname. Una bella prova di maturità politica e di attenzione verso le vere emergenze della città. Per il bene della città smettetela con la difesa dell’assurdo e rimboccatevi le mani senza invocare discontinuità solo a parole, con  lo scopo di gettare fumo negli occhi. Il sindaco ha detto anche che si attiverà per tutelare il buon nome della città. Chi sta mettendo in cattiva luce la città all’infuori degli indagati e dei responsabili dei disastri? Forse aveva ragione quel saggio indiano quando disse al viaggiatore irlandese: “Il senso di inadeguatezza nel ricoprire un ruolo provoca più danni di una grandinata in piena estate”.

P.S. Come testimoniano le intercettazioni l’unico che ha detto “Stai attento a questa città” è stato l’esponente del PD Luigi Berlinguer parlando con Riccaboni. Ma su questo il sindaco evita di esprimersi.

Il comitato di redazione di Fratello Illuminato

“Revocare il decreto di nomina di Riccaboni e avviare indagini interne al Ministero”

Pubblichiamo in forma integrale l’interrogazione del Senatore della Repubblica Italiana, Sen. Paolo Amato
Roma, 17 gennaio 2012

AMATO – Al Ministro dell’istruzione, dell’università e della ricerca – interrogazione a risposta orale
Premesso che :

il 18 maggio 2010 il decano del Corpo accademico dell’Università degli studi di Siena ha indetto le elezioni del Rettore per il quadriennio 2010/2014;

a quanto risulta dal verbale della Commissione elettorale redatto in data 21 luglio 2010, dopo le due tornate elettorali del 7 e 14 luglio, il professor Angelo Riccaboni prevaleva nel terzo turno di ballottaggio sul professor Silvano Focardi per 373 a 357 voti, in presenza di 28 schede bianche e 19 schede nulle, risultando così designato dall’ateneo alla carica di Rettore;

stante l’esiguo distacco elettorale fra i due candidati, ad un’opportuna verifica sulla piena validità del processo elettorale, sono emerse gravi e numerose irregolarità di carattere formale e sostanziale, sia nei confronti della legislazione ordinaria che verso la disciplina statutaria dell’ateneo, tali da inficiare per diritto la legittimità del risultato, tanto che il processo elettorale divenne immediatamente oggetto di un’indagine della magistratura senese (che poi si concluse, in data 11 novembre 2011, con la formulazione di ipotesi di reato a carico di dieci indagati – componenti del seggio elettorale e della commissione elettorale – per “falsità ideologica commessa dal pubblico ufficiale in atti pubblici”);

l’esito delle elezioni del Rettore fu così ratificato dall’allora Ministro dell’Università, On. Maria Stella Gelmini, con un decreto di nomina emesso in data 26 ottobre 2010, nel quale si faceva cenno alle indagini in corso. Atto che fu poi annullato e sostituito da un secondo provvedimento – emanato il 2 novembre e reso pubblico il 4 novembre – privo di riferimenti all’attività della Procura;

sulle discrepanze tra i due atti di nomina, l’allora Ministro, interpellata dalla Procura di Siena in qualità di parte lesa – in un colloquio avvenuto in data 24 febbraio 2011 e i cui contenuti sono stati resi pubblici dalla stampa in data 17 dicembre 2011 – dichiarò di non essere “in grado di chiarire il perché delle differenze esistenti tra il decreto del 26 ottobre e quello del 2 novembre”, specificando che il suo Capo di gabinetto (avv. Vincenzo Nunziata) “sia prima della firma del 26 ottobre, sia successivamente e prima della firma del 2 novembre mi rassicurò dicendomi che tale atto non avrebbe intralciato l’azione della magistratura e che, se l’indagine avesse scoperto profili di illegittimità, quando non di illiceità dei fatti, avrei comunque potuto annullare, in autotutela, il decreto di proclamazione”;

nel corso del suddetto incontro l’ex Ministro dell’Università aggiunse tuttavia che : “soltanto oggi – 24 febbraio 2011- vengo a conoscenza del fatto che nessun elettore il 21 luglio 2010 è stato identificato. Se avessi saputo di detta irregolarità con ogni probabilità non avrei proclamato il rettore”;

l’allora Ministro dell’Università, On. Maria Stella Gelmini, ha operato con grande correttezza personale e piena coerenza sia con l’impianto normativo all’epoca vigente che con la prassi procedurale, risultando effettivamente solo parte lesa in questa vicenda;

premesso altresì che:

in data 21 ottobre 2010, con atto di sindacato ispettivo n.3-01674 l’interrogante presentò un’interrogazione a risposta orale urgente al Ministro dell’Università per renderlo edotto del fatto che, circa le operazioni di voto per l’elezione del Rettore dell’Università di Siena, “gli elenchi allegati ai verbali della Commissione elettorale risultano in larga parte sprovvisti di indispensabili e incontrovertibili attestati di identificazione dei partecipanti al voto”, considerando inoltre che “la presunta insufficienza dei requisiti di regolarità circa l’elezione interna del Rettore del 21 luglio 2010, laddove il Ministero decidesse di procedere all’insediamento del professor Riccaboni mediante decreto ministeriale confermativo, rischia di dar luogo ad un vulnus di legittimità in seno al vertice dell’ateneo”, per sapere infine se “alla luce di quanto contestato in merito all’elezione del nuovo Rettore dell’ateneo senese, il Ministro in indirizzo non ritenga, nell’interesse esclusivo di tale Istituzione e secondo il principio di autotutela della pubblica amministrazione, di dover approfondire nelle sedi opportune e per gli aspetti di competenza la vicenda prima di addivenire alla firma dell’atto di nomina del Rettore designato”;

come successivamente emerso in un’intervista rilasciata in data 24 dicembre 2011 al quotidiano ‘La Nazione Siena’ dal rappresentante del Governo nel CdA dell’Università di Siena (dott. David Cantagalli) si è appreso che questi, alcuni mesi addietro al decreto di nomina di cui sopra, aveva trasmesso agli uffici del Ministero, dettagliate informative in merito alle gravi irregolarità emerse durante il processo elettorale in capo al Rettore dell’Università di Siena, sottolineando puntualmente che “la magistratura svolgeva delle indagini; che nella cittadinanza e negli ambienti universitari si andava diffondendo l’idea che le elezioni fossero viziate da gravi irregolarità”;

considerato che:

per quanto si è potuto apprendere dalle intercettazioni recentemente pubblicate dai quotidiani senesi derivanti dall’inchiesta della Magistratura senese sui presunti brogli dietro l’elezione del rettore dell’Università degli studi di Siena, si evince chiaramente l’esistenza di un sodalizio tra l’allora Direttore Generale del Ministero dell’Università (dott.Marco Tomasi) e l’attuale Rettore che conferma la piena consapevolezza da parte del dirigente sia della delicatezza delle circostanze attinenti l’emanazione del decreto di nomina dello stesso Rettore, sia dei rischi legati al concorso-selezione propedeutico alla nomina – anch’essa poi acquisita dalla Procura della Repubblica di Siena per accertamenti – dell’attuale direttore amministrativo dell’Ateneo (dott.ssa Fabbro). La quale, peraltro, risultava già condannata, nel 2007, dalla Corte dei conti dell’Emilia-Romagna per gravi irregolarità amministrativo-contabili nell’esercizio delle sue funzioni nel medesimo incarico di Direttore amministrativo dell’Università di Bologna – come segnalato nell’atto di sindacato ispettivo a firma dell’interrogante n. 3-01735 del 9 novembre 2010 -;

nelle succitate intercettazioni telefoniche, pubblicate dalla stampa locale, spiccano, altresì, gli stretti legami tra l’ex titolare del Ministero dell’Università ed ex Rettore dell’Università di Siena, l’On. Luigi Berlinguer, ed alcuni dirigenti apicali del Ministero. Relazioni che, a ridosso del novembre 2010, furono utilizzate dall’ On. Berlinguer, di intesa con l’attuale al fine di imporre la firma del Ministro sul decreto di nomina del Rettore di Siena nonostante l’aggravarsi dell’inchiesta della magistratura sulle elezioni universitarie;

ricordato che:

con nota scritta dell’11 gennaio 2006, il responsabile del “Centro Comunicazione e marketing” dell’Università di Siena, acquisito il parere favorevole del Rettore, provvedeva ad acquistare 300 copie dell’opera “Tra diritto e storia” (Studi in onore di Luigi Berlinguer), pubblicata circa tre anni dopo da Rubbettino editore. A tale ordine corrispondeva un impegno di spesa (€ 26.210,00 + € 250,00 di competenze legali nel frattempo maturate) che fu inserito, come debito, in una lunga lista di spese non autorizzate, e quindi fuori bilancio, denominata “Atto di ricognizione dei Residui attivi e passivi” presentata in Consiglio di amministrazione il 30 marzo 2009. Successivamente, su pressante iniziativa degli attuali Rettore e direttore amministrativo, la questione venne infine portata alla discussione in Consiglio di Amministrazione il 25 febbraio 2011 affinché il debito contratto con Rubbettino Editore dal responsabile “Centro Comunicazione e marketing” venisse saldato dall’Università mediante un’apposita variazione di bilancio. Intenzione respinta dal Collegio dei revisori contabili e dal Consiglio di amministrazione che, stante l’assenza del contratto editoriale, non ha potuto fare altro che sospendere la questione affermando : “qualora l’Ateneo alla fine sia costretto a pagare la somma, la pratica passerà alla Corte dei Conti per la valutazione del presunto danno erariale”;

valutato che :

l’Università degli studi di Siena attraversa una delicata situazione economica che, secondo i dati del bilancio di previsione 2012, indica ancora un disavanzo di parte corrente pari a 22.389.000 euro, gravato da elevatissimi costi dovuti all’abnorme numero di personale dipendente e alla funzionalità di sedi distaccate (locate ad Arezzo e a Grosseto) assai dispendiose. Spese che non potranno essere ulteriormente bilanciate, come eccezionalmente avvenuto nel 2010, da entrate straordinarie dovute alla vendita di parte del patrimonio immobiliare universitario e che potrebbero portare a nuove crisi di liquidità;

la recente scelta operata dal Rettore di rimodulare il piano di risanamento ‘Unisi 2015’ – ribattezzato ‘Unisi 2017’ – per procrastinare l’obiettivo del pareggio di bilancio di almeno due anni, dimostra l’inadeguatezza della risposta dell’attuale vertice universitario alle indifferibili esigenze di risanamento dell’ateneo;

le disposizioni di cui all’art. 5, comma 4, lettere h) e i), della “legge Gelmini” (legge n. 240 del 2010) consentono ora al Ministro dell’Università di procedere al commissariamento di un ateneo per motivi legati ai piani di risanamento finanziari;

si chiede di sapere :

se, nel dovuto rispetto dell’autonomia dell’Università di Siena – dato il particolare contesto attinente l’elezione del Rettore dell’Università di Siena ed il carente piano di risanamento economico dell’Ateneo adottato da questi – il Ministro in indirizzo non ritenga opportuno provvedere alla revoca dell’atto di nomina dell’attuale Rettore ed operare un contestuale commissariamento per far fronte alle straordinarie esigenze gestionali dell’Ateneo, oggetto di un dissesto finanziario senza precedenti;

se non ritenga di dover aprire un’indagine interna al Ministero, onde verificare – alla luce di quanto appreso dalle pubblicazioni delle intercettazioni telefoniche – se le informazioni in possesso degli uffici ministeriali sull’irregolarità dell’elezione del Rettore dell’Università di Siena, siano state debitamente trasmesse all’allora titolare del dicastero. Informazione che, nella loro completezza o incompletezza, hanno comunque pesato sulla decisione di emanare il decreto di nomina del Rettore in carica;

se, infine, corrisponde a verità il fatto che alcuni professori, già iscritti nel registro degli indagati per presunti brogli in capo all’elezione del Rettore – e per i quali è stato richiesto il rinvio a giudizio -, siano stati recentemente eletti a cariche di particolare rilievo all’interno degli organi dell’Università di Siena; e, nel caso affermativo, quale ne sia la sua valutazione, anche alla luce della prassi secondo la quale il Senato accademico può disporre la sospensione cautelare di un docente oggetto di indagini giudiziarie.

Sen. Paolo Amato

Filastrocca popolare … se capite bene altrimenti tenetevi il chiodo …

per colpa di un chiodo si perse lo zoccolo

per colpa di uno zoccolo si perse il cavallo
per colpa di un cavallo si perse il cavaliere
per colpa di un cavaliere si perse la battaglia
per colpa di una battaglia si perse il regno!
 
Tutto per colpa di un chiodo……

Perché l’economista Giulio “Guido” Carli e la responsabile del forum Rita Petti non invitano all’incontro i loro ex ministri di riferimento, Luigi Berlinguer e Maria Stella Gelmini?

Hanno dissestato una prestigiosa università; ai vertici dell’ateneo ci sono un rettore abusivo e una condannata dalla Corte dei Conti e dalle varie intercettazioni sono emersi stretti legami e intrallazzi vari tra esponenti del PD e del PDL (vedi il caso di Luigi Berlinguer e la scienziata Gelmini); inoltre sono emersi disgustosi intrallazzi tra funzionari del ministero e il rettore abusivo. Sono successe tutte queste cose e che cosa si inventano nel PD senese? Un Forum.

La coordinatrice del forum Rita Petti dichiara: “Da tempo la scuola pubblica è trascurata o male interpretata, spesso interesse strumentale o zavorra per le politiche di governo, chiusa e sclerotizzata rispetto a una realtà fluida con cui fatica a trovare sintonia, recente oggetto di un’essenzializzazione feroce resa possibile dalla ridotta percezione del suo valore”.

Come mai i promotori di questo forum non scrivono nero su bianco che le politiche governative sbagliate sulla scuola pubblica sono responsabilità dell’ex ministro Luigi Berlinguer e della sua amica Maria Stella Gelmini? Ricordando ai forumisti che lo stesso Luigi Berlinguer detiene un incarico presso il ministero voluto proprio dalla Gelmini. Il sabato mattina portano la gente a protestare contro la Gelmini e nel frattempo il loro dirigente nazionale del partito prende incarichi dalla contestata Gelmini, oltre a intrallazzare con la stessa per far firmare il decreto di nomina del rettore abusivo Riccaboni.

Poi l’economista Carli riferendosi alla scuola pubblica aggiunge: “I tagli che ha subito in questi anni hanno provocato conseguenze preoccupanti, sia per la qualità della formazione che per il numero di diplomati, molto al di sotto della media Ocse”.

Caro economista colui che ha iniziato con le riforme famose il declino della scuola e dell’università pubblica si chiama Luigi Berlinguer, dirigente del PD, ex ministro, ex rettore e sponsor del rettore abusivo Riccaboni.

Non vi siete stancati di fare questi forum mentre una prestigiosa università soccombe sotto il vostro silenzio e per mano di due post-dissestatori voluti da Luigi Berlinguer e dalla cricca ministeriale? Date un contributo civile e morale per risanare questo disastro. Altrimenti ce lo spiegate che esempio propagandate ai giovani e al mondo della scuola pubblica?

Dei vostri forum abbiamo degli ottimi ricordi, soprattutto quello della buona politica: infatti in consiglio comunale il PD ha un consigliere comunale indagato nell’inchiesta sul buco dell’ateneo senese e lo stesso PD sembra non accorgersene. Avanti con i forum ….

Editoriale del Maestro James. La “cabina ceccuzziana” e il “Mulino Bianco” del Bisi

Il Bisi eternamente indeciso sulle posizioni da prendere sul piano giornalistico, riuscendo a far confliggere il suo articolo del giorno con quello del giorno prima, non si capacita del perché il “groviglio armonioso” a lui tanto caro è esploso. Forse lo sa, ma non può dirlo, visto che su di lui ricadono buona parte delle responsabilità politiche, tenuto conto che più che giornalista in questi anni lo stesso Bisi è stato un attore attivo del groviglio. Sulla vicenda dell’aereoporto di Ampugnano ha dedicato anima e corpo oltre ad aver sponsorizzato Enzo Viani alla presidenza; sull’università la stessa dose di anima e corpo prima con Tosi-Semplici e poi con Riccaboni-Fabbro. Sul Monte dei Paschi a scrivere articoli contradditori e di critica pesante non è arrivato secondo ad altri, compresi gli articoli contro i vertici della Fondazione e sull’arrivo del nuovo direttore generale Fabrizio Viola. Idem con patate con gli articoli contro l’amministrazione comunale. Fino a un anno fa è stato il giornalista organico del sistema di potere, oggi forse per incrinature inevitabili, pretende di riproporsi come il giornalista d’inchiesta e critico verso il sistema. Ma il vizio di proporre le solite litanie contro gli attacchi esterni che secondo lui derivano “dall’invidia” non riesce a perderlo; anche in questo caso dimostra la propria ennesima contraddizione. Si lamenta degli articoli dei giornali nazionali  dimenticandosi che pochi mesi prima aveva premiato giornalisti degli stessi gruppi editoriali. Gli uomini di mondo, compreso il Bisi, taluni soggetti li rappresentano quando fa loro comodo; quando la musica stride con lo spartito stabilito reagiscono con la scompostezza di chi ha costruito solo strategie e rapporti fragili e inconcludenti. Oggi il Bisi lancia l’allarme e chiama tutti a raccolta affermando che dall’esterno godono nel dichiarare la fine del “Mulino Bianco”, riferendosi a Siena. Il Bisi e chi gli dà spago non si rende conto dell’ennesimo danno d’immagine, oltre al resto, che arreca alla città con queste dichiarazioni scomposte e prive di veridicità. Dall’esterno le critiche non arrivano alla città (che appartiene a tutti e non al “groviglio armonioso”) ma a un sistema che pretende di rapportarsi in ambiti superiori senza risolvere le grosse contraddizioni emerse dalla gestione politica e istituzionale di questi ultimi anni. O forse il Bisi pensa di occultare i danni gestionali come università e aereoporto e relative inchieste e gli errori strategici nella gestione della Fondazione e della Banca MPS? Il vizio di occultare viene da lontano, ma più che risolvere ha rinviato di qualche anno l’esplosione del groviglio. La città certo che deve reagire ai problemi, ma per risolverli non bisogna fare come gli struzzi. La prima assunzione di responsabilità è quella di dire la verità e ammettere le colpe: non quella di inventarsi nemici esterni o complotti fantasiosi contro la città e la banca. Si pretende di concorrere “alla candidatura di capitale europea della cultura” e di mantenere a livelli di “terzo gruppo bancario il Monte” riproponendo lo stesso provincialismo che ha prodotto i danni e i disastri sotto gli occhi di tutti? Se il Bisi e altri cantori del “groviglio” pensano che la propria posizione sia valida, mica va impedito loro di dirlo; però le istituzioni e la politica si devono elevare un po’ di più e rendersi conto che non siamo “fuori dal mondo”. Il peggiore danno che può essere fatto oggi a Siena è quello di far finta di niente rispetto ai veri problemi e alla caduta di credibilità politico-istituzionale derivante dai risultati delle varie inchieste giudiziarie. Sarà credibile un consiglio comunale che ha tra i consiglieri un indagato come David Chiti? Sarà credibile una candidatura alla cultura con un’università in mano a un rettore abusivo e a una condannata dalla Corte dei Conti, senza dimenticarci del resto degli indagati sul buco finanziario? Sarà credibile e forte una classe dirigente che non risolve queste situazioni e alla svelta? Come diceva una persona saggia: per fare i Gran Maestri bisogna spogliarsi del provincialismo e smetterla di tramare pur sapendo di aver tramato costruendo macerie. Così anche la guida politica e istituzionale di una città non può fare a meno dell’autocritica e del bisogno di rimodellare il proprio agire, partendo dalle soluzioni prima che dai nomi. Possibile che chi ha un ruolo di governo e di gestione non si fermi un secondo in più per dirsi liberamente: abbiamo sbagliato, urge cambiare registro. Invece no. Stiamo assistendo al tentativo di rinviare ancora la risoluzione dei problemi strutturali e il modo gestionale. Dopo la finta discontinuità a parole ecco che dal cilindro spunta una “cabina di regia”. Il massimo del politichese messo in pista per eludere le responsabilità e allungare l’agonia, con la convinzione che tra una partita e l’altra la gente si dimenticherà dei problemi. Cominciassero con il ridurre le spese inutili come gli incarichi all’agenzia Robespierre, per esempio. Il tranello mediatico nei confronti dell’opposizione messo in atto dal Ceccuzzi è riuscito: con la famosa intervista della discontinuità ha dato in pasto agli oppositori (così almeno li convinco a reggere il mio gioco!!!) il Mancini e il Mussari. E giù tutti a sparare sul mite Gabriello e sul Mussari. Quasi quasi ci stavano credendo tutti alla discontinuità  ceccuzziana. Ma i problemi e i fatti hanno smentito tutto questo giochino mediatico e ipocrita. Innanzitutto Ceccuzzi e Mussari hanno lavorato di comune accordo su tutto, compresa la scelta del nuovo direttore generale della banca. Mancini non intende andar via e a parer mio fa bene. Perché deve andar via Mancini visto che Ceccuzzi continua a sostenere la linea della banca e della Fondazione? Forse in tutto questo frastuono di dichiarazioni si nasconde solo una cosa: la necessità di Ceccuzzi di impadronirsi della Fondazione sapendo benissimo che sulla banca la politica locale con il tempo non avrà più nessun peso di comando. E forse per la stessa banca è un bene. A Ceccuzzi non rimane che occupare con i suoi uomini fidati la Fondazione. Del resto anche Ceccuzzi afferma che dall’esterno ci sono quelli che si approfittano della crisi per attaccare Siena. Il solito ragionamento provinciale per spostare le responsabilità e mascherarle dietro “restiamo uniti sotto gli attacchi nemici”. Da uno che ha fatto il parlamentare, dall’interno e dall’esterno, si aspettavano altri ragionamenti. Mi chiedo se quelli dell’opposizione l’hanno capito tutto questo giochino ceccuzziano?!! Altri sì. A proposito nella cabina uno come Alessandro Piazzi non ci starebbe male, in fondo di cabine qualcosa ci capisce.

Maestro James

“Macello lo stipendio dei lavoratori per nascondere il danno erariale dei miei amici”. Ecco le opere a favore della cricca da parte della condannata per danno erariale Ines Fabbro

Se fosse solo per tutelare i diritti dei dipendenti si potrebbe fare a meno di sprecare inchiostro: il buon senso e l’amor proprio dovevano spingere gli stessi interessati a rivendicare, civilmente certo, ma con durezza i diritti intaccati e negati. Noi abbiamo l’obiettivo di rovesciare la cricca e creare le condizioni per il risanamento di un ente, e precisiamolo, è di fondamentale importanza per ristabilire le condizioni di rilancio culturale ed economico nel senese. Questo particolare sembra sfuggire sia alle forze politiche (il silenzio delle opposizioni è disgustoso!!!) sia alle varie istituzioni locali, regionali e nazionali. Ci par di capire che negli uffici preposti ai controlli e alle sanzioni dei “fuori legge” sia ritornata di moda la pratica dello yoga: procedono con calma, troppa calma e traccheggiano con troppa meditazione. Non rendendosi conto che la calma è complice dei “fuori legge”. Per la cronaca il famoso Lavitola non si trova più a Panama. Di fronte a vari danni erariali e a un dissesto esagerato chi hanno chiamato per millantare il risanamento? Ovviamente una condannata dalla Corte dei Conti dell’Emilia Romagna nel 2007 per “gravi irregolarità amministrativo-contabili” nell’esercizio delle sue funzioni di direttore amministrativo dell’università di Bologna: ovvero la pensionata Ines Fabbro, cara amica di Jolanda Cei Semplici e della cricca ministeriale che ha intrallazzato con Criccaboni per farla nominare a Siena. Di cosa ci scandalizziamo, in fondo Lavitola tramestava e oggi fa il turista in Sudamerica e il parlamento italiano nega l’arresto al parlamentare Cosentino. In questa Italia delle cricche ci sta bene una condannata dalla Corte dei Conti. La pensionata Fabbro non sapendo come risanare l’ateneo passa il tempo solo a studiarle tutte per difendere le posizioni del dissestatore Bigi e company e per “far fuori” dagli uffici tutte e tutti coloro che non rispondono alle sirene della cricca (leggasi le trame contro la dott.ssa D’Amelio e la macellazione dello stipendio dei lavoratori). A proposito dello stipendio dei lavoratori vi spieghiamo dopo le nostre verifiche romane quello che sta cercando di fare la condannata dalla Corte dei Conti, forse con la complicità dei tre segretari confederali, così come avveniva ai tempi del Tosi che concordava tutto con l’ex segretario della CGIL Claudio Vigni (promosso banchiere dal sistema). Le autorità competenti e le forze politiche crediamo dovrebbero intervenire con urgenza dopo aver letto quello che vi spieghiamo di seguito: nel corso degli anni, quando si falsificavano i bilanci e non si pagavano i contributo con una mano, mentre con l’altra si assumeva a tutta birra per creare consenso e voti, si falsificavano (in eccesso) anche gli importi da mettere a disposizione dei lavoratori per il salario accessorio e, inoltre, si pagavano con i questi fondi anche spese che con l’accessorio non c’entravano niente. Ovviamente chi è che decideva quanto erano questi importi? Ma è chiaro!!! Loriano Bigi, Piero Tosi, Salvatore Interi e la cricchetta che si era impadronita dei conti dell’Ateneo, il tutto con la supervisione di Jolanda Cei Semplici. Risultato: ad oggi c’è un danno erariale per aver erogato cifre eccessive e fuori dai vincoli di destinazione di un paio di milioni. Cos’ha pensato la maestra elementare? Invece che farlo pagare ai miei amichetti, lo faccio pagare ai lavoratori. Ed ha avuto l’assenso del rettore abusivo Criccaboni che con vedeva l’ora di danneggiare, sempre per spirito di coesione e di unità della comunità accademica, i soli lavoratori.
Forse un interventino dei Carabinieri e/o della Guardia di Finanza potrebbe far cambiare idea ai due abusivi? Vale la pena di provare, no? Forse anche qualche rinvio a giudizio con fissazione dell’udienza preliminare, a questo punto, potrebbe aiutare. No?

A Cesare quel che è di Cesare, ovvero Salvate il soldato Boldrini

Una premessa: noi abbiamo attaccato Maurizio Boldrini al secolo il genio di Via Roma 56 come simbolo di un modo di gestire le cose che non va bene (secondo noi, ci mancherebbe) e ci riserviamo di attaccarlo ancora ove scoprissimo ulteriori stronzate. Ma, per ricordare il grande Alberto Sordi, noi siamo noi e quelli di cui andiamo a parlare non sono un cazzo.

Detto questo, vediamo il perché di questa apologia del Boldrini. Il povero Boldrini è stato abbandonato ad un pessimo destino dall’alto e dal basso. Qualche esempio? Dov’è sparito il Sultano di Stigliano, ovvero il garante dei garanti ovvero il musicologo di chiara fama e ur-dissestatore Luigi Berlinguer? Come mai non si è fatto garante, appunto, per la vicenda dei libri in SUO onore, vicenda che è stata gestita assolutamente a cazzo di cane soprattutto dal rettore abusivo Angelo Riccaboni? Per la cui elezione irregolare, va detto, Boldrini aveva esultato. E di Maurizio Bettini vogliamo parlarne? Prima lo voleva inghirlandare come un genio e ora non ha alzato un dito per difenderlo. E del Faraone di Pescia, nonché abile contraffattore di bilanci Piero Tosi? Anche da lui non è venuto niente. Hanno lasciato solo il povero soldato Boldrini.

Ma c’è un aspetto ancora più grave: quando il genio di Via Roma 56 era nelle grazie dei galantuomini di cui sopra, ha letteralmente riempito l’ateneo tramite l’area comunicazione e marketing. Oltre 50 persone, cioè a dire oltre 100 braccia rubate all’agricoltura, sono sciamate e si sono assise, grazie solo ed esclusivamente a lui, sulle spalle dell’Ateneo (e dei contribuenti), a fare cosa allora non si sa, per non parlare di quello che fanno ora. E sapete cosa fanno ora? Parlano male del Boldrini!!! Senza il suo genio ora sarebbero a mangiare pane secco zuppato nel mare e invece con tutta probabilità hanno stipendi più alto del suo.

Traditori dall’alto e dal basso: vergognatevi un’intera vita!!! Tutti avete usato Boldrini e ora tutti lo rinnegate e lo lasciate solo ad affrontare quelle che certo non sono responsabilità esclusivamente sue. Salvate il soldato Boldrini!!!

P.S. Teniamo a precisare che il nostro non è un intervento ironico e/o sarcastico. E’ la pura e semplice verità. Boldrini non ci prendere il vizio ché pasqua viene una volta l’anno.

Quel Maurizio Bologni “giornalista coraggio” tra “genio e intraprendenza”. E ancora: “Una idea o una ikea di Università?”

La redazione di Fratello Illuminato, approfittando della non reperibilità del Maestro James e quindi in assenza del consueto editoriale, intende intervenire a gamba tesa nel sistema dell’informazione attraverso l’analisi e la lettura di due libri (ognuno poi può chiamarli come gli pare!!) che contribuiscono ad aggiornare il quadro sconfortante dei vari intrecci del “groviglio armonioso” che dall’università conducono alla “cattedrale”. La novità, in assoluto, della puntata odierna è l’ingresso nella scena dei “geni” del capo redattore del quotidiano La Repubblica di Firenze, Maurizio Bologni. Facciamo però un passo indietro, anzi, ritorniamo all’anno 2005. Ovvero l’anno della massima esaltazione delle supercazzole comunicative dell’area comunicazione e marketing dell’università di Siena guidata dal mitico e insuperabile genio di Via Roma 56: il nostro stimatissimo Maurizio Boldrini. Nel 2005 veniva alla luce un libro, sempre del famoso editore Franco Angeli e sicuramente pagato con soldi pubblici, o dalla CRUI o dall’università senese: un libro interessante non per i contenuti, ma per la manifesta autoreferenzialità degli autori dei testi. L’introduzione del libro rigorosamente scritta da Piero Tosi. La parte migliore  del libro è quella scritta dal nostro stimatissimo genio, soprattutto quando intitola il testo con un titolo significativo quanto allarmante: “Una idea o una ikea di Università?”. Ma che cazzo Boldrini: non potevano ricordarsi dell’ikea quando hanno comprato gli scopini da cesso? E poi il genio aggiunge: “Lo stesso presidente della CRUI, Piero Tosi, nella seconda Relazione sullo stato delle Università Italiane(chissà se questa relazione la scriveva mentre “falsificava i bilanci”???), ha ribadito che il marketing e la pubblicità non possono essere applicati alle istituzioni, al patrimonio e ai beni culturali così come si applicano alla vendita delle merci”. Dopo la lettura di questa variante filosofica alla supercazzola del Conte Mascetti ci rendiamo conto che il marketing è stato utilizzato per mercificare il patrimonio economico dell’università senese: decine e decine di milioni di euro sprecati per l’area comunicazione e marketing. Sempre il genio citando Alessandra Mazzei, altra scrittrice del libro, ricorda della stessa la seguente frase: “la fiducia e la reputazione si alimentano reciprocamente, in particolare nel caso dell’Università”. Infatti abbiamo notato questa grande alimentazione: oltre 200 milioni di buco e un rettore eletto irregolarmente. Avanti con la “fiducia e la reputazione”. Dal libro emerge un altro capitolo che sinceramente non riusciamo a comprendere. Le due autrici, una certa Anna Majuri (nel 2005 collaborava con l’area del genio ed è legatissima all’ex direttore Bigi) e Simona Piselli (che a quel tempo collaborava con l’ufficio stampa dell’università) scrivono un capitolo dal titolo boldrineggiante: “L’Università prende corpo: un nuovo protagonista tra luci e ombre. Analisi di un anno di rassegna stampa sulle testate nazionali”. Ed è proprio questo capitolo delle “luci e delle ombre che attiva il collegamento con il secondo libro di oggi. Il secondo libro viene alla luce nel 2011 e l’autore è un grande estimatore del garante dei garanti Luigi Berlinguer e del genio assoluto di Via Roma 56: l’autore è il caporedattore de La Repubblica di Firenze, Maurizio Bologni. Del libro non intendiamo parlare anche perché noi non facciamo le recensioni agli articoli dei giornali, visto che il suddetto libro è una raccolta di articoli di giornale. Significativa  è una parte del sottotitolo del libro “Genio e intraprendenza in tempo di crisi”. Quando dissestavano l’università “il genio e l’intrapendenza” venivano usati per mettere in crisi e non per superare i tempi della crisi. Ma del dissesto e delle elezioni irregolari dell’università il laureato in giurisprudenza all’Università di Siena, Maurizio Bologni, non trova il tempo e la penna per parlarne. In questi giorni era impegnato per scrivere un articolo per esaltare la figura di Alessandro Piazzi come papabile futuro presidente della banca MPS. Ma il pezzo meglio arriva ora. Di chi è la realizzazione editoriale del libro del Bologni? Ovviamente della “Salvietti e Barabuffi Editori Srl”. Chi è il direttore editoriale? Ovviamente il genio Maurizio Boldrini. Di chi è il coordinamento editoriale? Ma certo: di Monica Granchi, ex genia dell’area comunicazione e marketing. Di chi è la prestampa e stampa? Della Cooprint Industria Grafica (ci troviamo sempre il Salvietti e il genero di Boldrini, quel Pancrazio Anfuso della famosa Infact di Via Roma 56). Di chi è la prefazione al libro? Del vicedirettore generale del gruppo Montepaschi, Antonio Marino. Ci fermiamo qui. Ovviamente escludiamo di trovare sulla Repubblica di Firenze articoli inerenti le traversie giudiziari del Salvietti, la vicenda di Infact, la vicenda dei rapporti tra Astrea srl e Riccaboni e del perché il docente Lorenzo Frediani chiedeva a Riccaboni di convocare un incontro con il vicedirettore generale Antonio Marino. Ovviamente sulla Repubblica di Firenze escludiamo di trovare articoli sul quel “famoso groviglio armonioso” citato dal settimanale Il Mondo: i personaggi citati in precedenza chi più chi meno sono stati e sono ancora attori minori o maggiori del medesimo “groviglio”. Chissà se il direttore di Repubblica Ezio Mauro e l’Ing. Carlo De Benedetti sono a conoscenza di tutti questi articoli mancati da parte della redazione fiorentina? Ezio Mauro ci sembra un giornalista poco affine ai “grovigli armoniosi”, così come i lettori di Repubblica. Noi della redazione di Fratello Illuminato, tranne alcuni casi, compriamo sempre la Repubblica con la cronaca di Roma. Comunque è vero: la globalizzazione presenta molte contraddizioni. Dei problemi dell’università di Siena e del dissestato “groviglio” se ne sono accorti a Torino e a Milano (La Stampa e il Mondo, gruppo RCS), ma a Firenze no. Sarà un problema di “interferenze” nelle comunicazioni. Noi siamo per la libertà di stampa ma non sopportiamo la stampa non libera.

Questa maestra elementare condannata dalla Corte dei conti dell’Emilia Romagna sta dimostrandosi totalmente incapace, nonostante gli appoggi ministeriali di cui evidentemente ha goduto, di fare alcunché per uscire dal pantano. Perché non se ne va a insegnare ai bambini? O meglio si trasferisce a Panama?