“Revocare il decreto di nomina di Riccaboni e avviare indagini interne al Ministero”

Pubblichiamo in forma integrale l’interrogazione del Senatore della Repubblica Italiana, Sen. Paolo Amato
Roma, 17 gennaio 2012

AMATO – Al Ministro dell’istruzione, dell’università e della ricerca – interrogazione a risposta orale
Premesso che :

il 18 maggio 2010 il decano del Corpo accademico dell’Università degli studi di Siena ha indetto le elezioni del Rettore per il quadriennio 2010/2014;

a quanto risulta dal verbale della Commissione elettorale redatto in data 21 luglio 2010, dopo le due tornate elettorali del 7 e 14 luglio, il professor Angelo Riccaboni prevaleva nel terzo turno di ballottaggio sul professor Silvano Focardi per 373 a 357 voti, in presenza di 28 schede bianche e 19 schede nulle, risultando così designato dall’ateneo alla carica di Rettore;

stante l’esiguo distacco elettorale fra i due candidati, ad un’opportuna verifica sulla piena validità del processo elettorale, sono emerse gravi e numerose irregolarità di carattere formale e sostanziale, sia nei confronti della legislazione ordinaria che verso la disciplina statutaria dell’ateneo, tali da inficiare per diritto la legittimità del risultato, tanto che il processo elettorale divenne immediatamente oggetto di un’indagine della magistratura senese (che poi si concluse, in data 11 novembre 2011, con la formulazione di ipotesi di reato a carico di dieci indagati – componenti del seggio elettorale e della commissione elettorale – per “falsità ideologica commessa dal pubblico ufficiale in atti pubblici”);

l’esito delle elezioni del Rettore fu così ratificato dall’allora Ministro dell’Università, On. Maria Stella Gelmini, con un decreto di nomina emesso in data 26 ottobre 2010, nel quale si faceva cenno alle indagini in corso. Atto che fu poi annullato e sostituito da un secondo provvedimento – emanato il 2 novembre e reso pubblico il 4 novembre – privo di riferimenti all’attività della Procura;

sulle discrepanze tra i due atti di nomina, l’allora Ministro, interpellata dalla Procura di Siena in qualità di parte lesa – in un colloquio avvenuto in data 24 febbraio 2011 e i cui contenuti sono stati resi pubblici dalla stampa in data 17 dicembre 2011 – dichiarò di non essere “in grado di chiarire il perché delle differenze esistenti tra il decreto del 26 ottobre e quello del 2 novembre”, specificando che il suo Capo di gabinetto (avv. Vincenzo Nunziata) “sia prima della firma del 26 ottobre, sia successivamente e prima della firma del 2 novembre mi rassicurò dicendomi che tale atto non avrebbe intralciato l’azione della magistratura e che, se l’indagine avesse scoperto profili di illegittimità, quando non di illiceità dei fatti, avrei comunque potuto annullare, in autotutela, il decreto di proclamazione”;

nel corso del suddetto incontro l’ex Ministro dell’Università aggiunse tuttavia che : “soltanto oggi – 24 febbraio 2011- vengo a conoscenza del fatto che nessun elettore il 21 luglio 2010 è stato identificato. Se avessi saputo di detta irregolarità con ogni probabilità non avrei proclamato il rettore”;

l’allora Ministro dell’Università, On. Maria Stella Gelmini, ha operato con grande correttezza personale e piena coerenza sia con l’impianto normativo all’epoca vigente che con la prassi procedurale, risultando effettivamente solo parte lesa in questa vicenda;

premesso altresì che:

in data 21 ottobre 2010, con atto di sindacato ispettivo n.3-01674 l’interrogante presentò un’interrogazione a risposta orale urgente al Ministro dell’Università per renderlo edotto del fatto che, circa le operazioni di voto per l’elezione del Rettore dell’Università di Siena, “gli elenchi allegati ai verbali della Commissione elettorale risultano in larga parte sprovvisti di indispensabili e incontrovertibili attestati di identificazione dei partecipanti al voto”, considerando inoltre che “la presunta insufficienza dei requisiti di regolarità circa l’elezione interna del Rettore del 21 luglio 2010, laddove il Ministero decidesse di procedere all’insediamento del professor Riccaboni mediante decreto ministeriale confermativo, rischia di dar luogo ad un vulnus di legittimità in seno al vertice dell’ateneo”, per sapere infine se “alla luce di quanto contestato in merito all’elezione del nuovo Rettore dell’ateneo senese, il Ministro in indirizzo non ritenga, nell’interesse esclusivo di tale Istituzione e secondo il principio di autotutela della pubblica amministrazione, di dover approfondire nelle sedi opportune e per gli aspetti di competenza la vicenda prima di addivenire alla firma dell’atto di nomina del Rettore designato”;

come successivamente emerso in un’intervista rilasciata in data 24 dicembre 2011 al quotidiano ‘La Nazione Siena’ dal rappresentante del Governo nel CdA dell’Università di Siena (dott. David Cantagalli) si è appreso che questi, alcuni mesi addietro al decreto di nomina di cui sopra, aveva trasmesso agli uffici del Ministero, dettagliate informative in merito alle gravi irregolarità emerse durante il processo elettorale in capo al Rettore dell’Università di Siena, sottolineando puntualmente che “la magistratura svolgeva delle indagini; che nella cittadinanza e negli ambienti universitari si andava diffondendo l’idea che le elezioni fossero viziate da gravi irregolarità”;

considerato che:

per quanto si è potuto apprendere dalle intercettazioni recentemente pubblicate dai quotidiani senesi derivanti dall’inchiesta della Magistratura senese sui presunti brogli dietro l’elezione del rettore dell’Università degli studi di Siena, si evince chiaramente l’esistenza di un sodalizio tra l’allora Direttore Generale del Ministero dell’Università (dott.Marco Tomasi) e l’attuale Rettore che conferma la piena consapevolezza da parte del dirigente sia della delicatezza delle circostanze attinenti l’emanazione del decreto di nomina dello stesso Rettore, sia dei rischi legati al concorso-selezione propedeutico alla nomina – anch’essa poi acquisita dalla Procura della Repubblica di Siena per accertamenti – dell’attuale direttore amministrativo dell’Ateneo (dott.ssa Fabbro). La quale, peraltro, risultava già condannata, nel 2007, dalla Corte dei conti dell’Emilia-Romagna per gravi irregolarità amministrativo-contabili nell’esercizio delle sue funzioni nel medesimo incarico di Direttore amministrativo dell’Università di Bologna – come segnalato nell’atto di sindacato ispettivo a firma dell’interrogante n. 3-01735 del 9 novembre 2010 -;

nelle succitate intercettazioni telefoniche, pubblicate dalla stampa locale, spiccano, altresì, gli stretti legami tra l’ex titolare del Ministero dell’Università ed ex Rettore dell’Università di Siena, l’On. Luigi Berlinguer, ed alcuni dirigenti apicali del Ministero. Relazioni che, a ridosso del novembre 2010, furono utilizzate dall’ On. Berlinguer, di intesa con l’attuale al fine di imporre la firma del Ministro sul decreto di nomina del Rettore di Siena nonostante l’aggravarsi dell’inchiesta della magistratura sulle elezioni universitarie;

ricordato che:

con nota scritta dell’11 gennaio 2006, il responsabile del “Centro Comunicazione e marketing” dell’Università di Siena, acquisito il parere favorevole del Rettore, provvedeva ad acquistare 300 copie dell’opera “Tra diritto e storia” (Studi in onore di Luigi Berlinguer), pubblicata circa tre anni dopo da Rubbettino editore. A tale ordine corrispondeva un impegno di spesa (€ 26.210,00 + € 250,00 di competenze legali nel frattempo maturate) che fu inserito, come debito, in una lunga lista di spese non autorizzate, e quindi fuori bilancio, denominata “Atto di ricognizione dei Residui attivi e passivi” presentata in Consiglio di amministrazione il 30 marzo 2009. Successivamente, su pressante iniziativa degli attuali Rettore e direttore amministrativo, la questione venne infine portata alla discussione in Consiglio di Amministrazione il 25 febbraio 2011 affinché il debito contratto con Rubbettino Editore dal responsabile “Centro Comunicazione e marketing” venisse saldato dall’Università mediante un’apposita variazione di bilancio. Intenzione respinta dal Collegio dei revisori contabili e dal Consiglio di amministrazione che, stante l’assenza del contratto editoriale, non ha potuto fare altro che sospendere la questione affermando : “qualora l’Ateneo alla fine sia costretto a pagare la somma, la pratica passerà alla Corte dei Conti per la valutazione del presunto danno erariale”;

valutato che :

l’Università degli studi di Siena attraversa una delicata situazione economica che, secondo i dati del bilancio di previsione 2012, indica ancora un disavanzo di parte corrente pari a 22.389.000 euro, gravato da elevatissimi costi dovuti all’abnorme numero di personale dipendente e alla funzionalità di sedi distaccate (locate ad Arezzo e a Grosseto) assai dispendiose. Spese che non potranno essere ulteriormente bilanciate, come eccezionalmente avvenuto nel 2010, da entrate straordinarie dovute alla vendita di parte del patrimonio immobiliare universitario e che potrebbero portare a nuove crisi di liquidità;

la recente scelta operata dal Rettore di rimodulare il piano di risanamento ‘Unisi 2015’ – ribattezzato ‘Unisi 2017’ – per procrastinare l’obiettivo del pareggio di bilancio di almeno due anni, dimostra l’inadeguatezza della risposta dell’attuale vertice universitario alle indifferibili esigenze di risanamento dell’ateneo;

le disposizioni di cui all’art. 5, comma 4, lettere h) e i), della “legge Gelmini” (legge n. 240 del 2010) consentono ora al Ministro dell’Università di procedere al commissariamento di un ateneo per motivi legati ai piani di risanamento finanziari;

si chiede di sapere :

se, nel dovuto rispetto dell’autonomia dell’Università di Siena – dato il particolare contesto attinente l’elezione del Rettore dell’Università di Siena ed il carente piano di risanamento economico dell’Ateneo adottato da questi – il Ministro in indirizzo non ritenga opportuno provvedere alla revoca dell’atto di nomina dell’attuale Rettore ed operare un contestuale commissariamento per far fronte alle straordinarie esigenze gestionali dell’Ateneo, oggetto di un dissesto finanziario senza precedenti;

se non ritenga di dover aprire un’indagine interna al Ministero, onde verificare – alla luce di quanto appreso dalle pubblicazioni delle intercettazioni telefoniche – se le informazioni in possesso degli uffici ministeriali sull’irregolarità dell’elezione del Rettore dell’Università di Siena, siano state debitamente trasmesse all’allora titolare del dicastero. Informazione che, nella loro completezza o incompletezza, hanno comunque pesato sulla decisione di emanare il decreto di nomina del Rettore in carica;

se, infine, corrisponde a verità il fatto che alcuni professori, già iscritti nel registro degli indagati per presunti brogli in capo all’elezione del Rettore – e per i quali è stato richiesto il rinvio a giudizio -, siano stati recentemente eletti a cariche di particolare rilievo all’interno degli organi dell’Università di Siena; e, nel caso affermativo, quale ne sia la sua valutazione, anche alla luce della prassi secondo la quale il Senato accademico può disporre la sospensione cautelare di un docente oggetto di indagini giudiziarie.

Sen. Paolo Amato