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Febbraio 27th, 2012 — Note redazionali
Vi confessiamo che il count-down era pensato come uno scherzo per tenere alta l’attenzione sulla vicenda vergognosa dell’Ateneo e del suo dissesto. Poi è intervenuta quella disgustosa lettera del Faraone Tosi alla Nazione di ieri, che abbiamo già abbondamentemente stigmatizzato. Nel cumulo di vergognose bugie però ce n’è una che possiamo dimostrare velocemente proponendovi un documento che ci siamo procacciati. Si tratta del verbale del senato accademico che UNANIMEMENTE e con TOSI PRESENTE E VOTANTE A FAVORE prorogò ILLEGALMENTE il suo mandato di rettore.
Un paio di osservazioni: 1) la CRUI non può in nessun modo essere considerata un “organo” superiore in quanto associazione di diritto privato l’iscrizione alla quale, fra l’altro, ha un costo neanche tanto basso e che, pur essendo l’Ateneo alla canna del gas, continua ad essere versato; 2) questa delibera non è mai stata recepita amministrativamente dal che discende che per quello stralcio di mandato aggiuntivo Piero Tosi ha ricoperto ABUSIVAMENTE la carica di rettore. Da abusivo ad abusivo quindi.
Ecco la prova provata di quanto andiamo affermando. Ancora una cosa: il documento non è inedito, ma naturalmente finora se ne erano fregati tutti in onore alla consuetudine di stampo dittatoriale per cui se gli oppositori sono pochi o addirittura uno solo vengono trattati come dei pazzi e quindi si cerca di mandarli o in Siberia o di farli fuori con programmi di sterminio o comunque di internarli in manicomi o di ghettizzarli e isolarli.
Buona lettura ed ad majora!
La disgustosa delibera del senato accademico
Febbraio 26th, 2012 — Note redazionali
Questi uffici sono a proporre la candidatura di Siena non per capitale della cultura 2019, ma per il campionato mondiale di arrampicamento sugli specchi nonché di negazione dell’evidenza nonché di lancio del pudore e della decenza alle ortiche.
Analizziamo alcune frasi della risposta incredibile del Faraone di Pescia, protettore dei genii, muratore indefesso e dissestatore massimo pubblicata oggi sulla Nazione.
Dice Tosi che non è stata fatta nessuna infornata e che nel 2005 il rapporto tra spese di personale e FFO era abbondamente sotto il 90%. Ma con che faccia diciamo noi! E come mai allora non c’erano i soldi per pagare i contributi? E soprattutto: a cosa è dovuto il disavanzo di competenza di 20-25 milioni l’anno che ha costituito un indebitamento di quasi 270 milioni al settembre 2008? Non vorrà mica farci credere che Focardi ha sputtanato 270 milioni in pesce e vino, eh? Anche perché le carte della Procura dimostrano che alla Lizza si sono fatti tutta un’altra idea …
Poi Tosi si lamenta del mancato riconoscimento delle sue grandi capacità costruttive ed edili. A questo proposito vorremmo fare qualche osservazione. Prima di tutto gli suggeriamo di andare a Casetta a incontrarsi col Criccaboni e di mettersi d’accordo perché mentre lui sostiene di aver lasciato un patrimonio immenso, il Criccaboni sostiene che tutto il patrimonio immobiliare dell’Ateneo vale meno di 300 milioni. Forse non gli è arrivato qualche pizzino, caro Piero. Lo ripetiamo: incontrati a Casetta e parlaci prima che continuiate questo teatrino. In secondo luogo, viste le capacità edili del Faraone vorremmo sapere, a proposito di costruzioni, dov’è finito lo scannafosso previsto per legge del San Niccolò (spiace tornare su via Roma 56, ma non vorremmo che venissero giù i genii dal terzo piano, perché gli scannafossi non è che siano previsti così per caso). E inoltre vorremmo anche prendere le parti del povero Roberto Guerrini che ha dovuto per mesi distrarre dalla didattica, dalla ricerca, dai propri guai giudiziari inerenti alle elezioni irregolari del rettore e dalla propria azienda vinicola per preoccuparsi dei cretti nei bagni e nella biblioteca dei Mattioli, là dove campeggiano lapidi (col latino sbagliato) inneggianti al Faraone e dove alloggia uno dei palantiri che guarda a Stigliano.
La faccenda della CRUI e del prolungamento del mandato è ridicola. In primo luogo la CRUI NON è un organo superiore perché è un’associazione di diritto privato. Il fatto poi che l’85% dei rettori italiani avesse votato per Tosi dimostra solamente che l’85% dei rettori italiani andrebbero ingabbiati per il totale disprezzo verso le regole e per l’ammirazione invece per chi, fra loro, di queste regole è capace di fare carne di porco. Inoltre, dopo aver causato – in concorso con altri ci mancherebbe – un disastro di questo genere, che ci sia ancora chi lo onora e lo stima è ulteriore prova che viviamo in un Paese quantomeno con uno scarso senso della legalità, cosa peraltro dimostrata non solamente in questo ambito. E ancora: guarda che ce l’abbiamo la delibera del Senato accademico in cui, tu presente e votante a favore, è stato prolungato il tuo mandato. Spiace notificarti che la tua fedelissima Chiara Roscino non ce l’ha fatta a distruggere tutti i documenti passandoli nel tritacarte. Qualcuno, più di uno è rimasto.
Per affermare che non è stato un grande elettore di Criccaboni, utilizza argomentazioni un po’ troppo simili a quelle con cui il Criccaboni continuamente cerca di negare l’evidenza. Per esempio la passione per le classifiche (Censis, Campus, Shangai, campionati di sputo di semi di melagrana, di chi ce l’ha più lungo e di chi piscia più lontano) come se si fosse a Radio DJ invece che in un luogo dove dovrebbero avere l’assoluta preminenza la didattica e la ricerca. E poi: Piero! Ma che dici? Ti sei esposto personalmente, dopo aver mandato a giro i tuoi pretoriani per tutto il luglio 2010 a promuovere il Criccaboni! Falla finita di mentire spudoratamente! Abbiamo le prove che la sera del 20 luglio 2010 ti sei attaccato al telefono chiamando a raccolta tutti i fedelissimi per votare l’abusivo: peccato che qualcuno di loro evidentemente non era così fedele e l’ha raccontato a giro (e non ha votato l’abusivo, fra l’altro).
E finiamo con le questioni giudiziarie. Non hai falsificato i bilanci? Ma se il perito calligrafico ha certificato che le note manoscritte erano tue?!? E poi: assolto con formula piena? Ma quei nove mesi di galera, pena sospesa, per cos’erano?
Ma non sarebbe stato meglio stare zitti?
Ad majora!
Cesare Mori
Febbraio 26th, 2012 — Note redazionali
In fretta e furia ho stravolto il mio editoriale per rispondere al gentilissimo e garbato commento postato sul nostro blog da una certa signora Letizia. Anzi forse è meglio dire che ho cambiato completamente il mio editoriale di oggi. Le argomentazioni del commento sono così precise e di attualità che meritano delle risposte immediate. E non solo: la signora Letizia scende in pista a difesa del groviglio bisiano. Il commento postato si commenta da solo, ma risulta difficile omettere di rispondere a certe ridicole quanto pretestuose illazioni.
Nella giornata di ieri la signora Letizia scrive:
“Ovviamente questo mio commento non verrà mai pubblicato. Vi scrivo lo stesso per esprimervi tutto il mio disgusto nei vostri confronti. Siete livorosi, cialtroni e come minimo appartenete a qualche “corrente” minoritaria della massoneria. E qui si spiega la vostra ostilità nei confronti del dott. Stefano Bisi: un grande giornalista e un uomo che ha dato molto alla cultura della città.Vergognatevi anche per aver strumentalizzato la ex moglie del Bisi contro lo stesso Bisi. Come mai proprio ora la Fineschi si scaglia contro il Bisi? Inoltre vi vorrei far presente che la dott.ssa Botta vanta un curriculum professionale di alto livello e quindi merita di essere valorizzata nel mondo della comunicazione. Siete invidiosi e basta. Spero soltanto che il sindaco Ceccuzzi, visto l’impegno del Bisi e della Botta per Siena 2019 prenda posizione ufficiale a difesa di questi miei due cari amici. Arrivo anche a dire che la dott.ssa Botta merita di prendere il ruolo di responsabile della comunicazione della Banca: con la sua professionalità sarà in grado di migliorare la omunicazione così come ha fatto con Siena News”.
Ovviamente cara signora Letizia noi, malgrado le sue certezze, i commenti non li censuriamo e abbiamo deciso, non solo di pubblicarlo, ma di dedicare il mio editoriale alle sue bellissime e generose argomentazioni. Ovviamente “siamo dei cialtroni” e quindi mi scuso fin da subito nel caso il mio scrivere non dovesse trovare adeguato gradimento nelle altissime sfere della comunicazione. Rispondiamo alla signora Letizia (immaginiamo amica della signora Botta); rifletta, signora Letizia, con un po’ di doverosa obiettività.
Ma in un momento in cui leggiamo che il Monte parla di esuberi la signora Botta sarebbe stata assunta ugualmente alla direzione generale del Monte se non fosse stata la giovane fidanzatina del Bisi? Oppure pensa che il suo curriculum vanti una professionalità talmente tanto enorme da rientrare in quelle famose formule “dopo un’accurata ricerca sul mercato abbiamo individuato il profilo migliore?”.
Se aveva un profilo così eccellente perché non le hanno fatto fare la penna di punta al Corriere della Sera invece? Possibile che dalla sede di via Solferino siano stati così distratti? C’è stato l’ing. Caltagirone al Monte fino all’altro giorno, editore del Messaggero, possibile che neanche a Roma in via del Tritone abbiano capito le impareggiabili doti giornalistiche della signora?
Su, signora Letizia, un po’ di obiettività specie in questo periodo non guasterebbe, a prescindere dalle amicizie. Pensa davvero che tutti quelli che mandano il proprio curriculum al Monte (senza essere la fidanzata del Bisi) vengano assunti a dritto come è “casualmente” capitato a lei? Pensa davvero che sia la migliore giornalista sulla piazza in questo momento? Sarebbe gradita una risposta perché di gente scollegata dalla realtà e che si crede onnipotente in giro ce n’è anche troppa. Poi via, non le sembra che questo “sistema” di intrecci e privilegi di pochi si sia rilevato dannoso per l’intera comunità? I fatti e i risultati che sono visibili a tutti confermano che il famoso groviglio armonioso altro non è che un giochino ad uso e consumo di pochi: dalla comunicazione alla gestione delle istituzioni. Anche la pretesa della signora Letizia di istituzionalizzare il ruolo del Bisi e della Botta rivela una morbosa visione privata del ruolo delle istituzioni; questa frase è molto indicativa “Spero soltanto che il sindaco Ceccuzzi, visto l’impegno del Bisi e della Botta per Siena 2019 prenda posizione ufficiale a difesa di questi miei due cari amici”. Che ne dice signora Letizia se proponiamo da questo blog di far presentare una mozione in consiglio comunale da discutere con urgenza per rivendicare il sostegno al Bisi e alla Botta? Solo dei “cialtroni” come noi possono pensare che le priorità di questa città siano l’università, i lavoratori della banca, le aziende in crisi e i tanti precari in cerca di stabilità: ovviamente queste problematiche sono da “cialtroni” e “livorosi”. Ovviamente.
Altra questione sollevata da questa garbatissima signora. Scrive la garbatissima: “Vergognatevi anche per aver strumentalizzato la ex moglie del Bisi contro lo stesso Bisi. Come mai proprio ora la Fineschi si scaglia contro il Bisi?”. Gentilissima signora, pur non conoscendo personalmente la stimata dott.ssa Carla Fineschi reputo alquanto strano che una professionista avrebbe permesso a dei “cialtroni” come noi di strumentalizzarla. La dott.ssa Fineschi, così come tutti quelli che scrivono o commentano sul nostro blog o sul nostro gruppo facebook non chiedono “il permesso” e non subiscono censure o strumentalizzazioni: approfittano solamente della democrazia del web e del riconoscimento della propria libera e autonoma espressione del pensiero. Se poi dobbiamo scegliere: noi ci schieriamo con la dott.ssa Fineschi. E non ci vergognamo di dirlo. Il giochino di intimidire e screditare le persone se permette è durato per troppo tempo. Gli unici che dovrebbero vergognarsi sono coloro che oggi, in presenza di una situazione difficile per l’intera città, pretenderebbero di assoggettare tutti al volere di un groviglio, più che armonioso, oserei definirlo rovinoso.
Un’ultima risposta sempre alla garbatissima Letizia. Ci scrive la raffinata signora: “Come minimo appartenete a qualche “corrente” minoritaria della massoneria. E qui si spiega la vostra ostilità nei confronti del dott. Stefano Bisi: un grande giornalista e un uomo che ha dato molto alla cultura della città”. Cara signora, le rispondo citando una frase del presidente Mussari che faccio mia: “Io la massoneria non l’ho mai incrociata”.
Maestro James
P.S. Alle persone citate nel commento dalla signora Letizia, nel caso intendessero replicare, confermiamo la nostra piena disponibilità nel pubblicare gli eventuali interventi senza censure o strumentalizzazioni.
Febbraio 25th, 2012 — Note redazionali


Non dimenticate un altro motivo ricorrente di Riccaboni: l’obbligo delle 120 ore per associati e ordinari. Ebbene, si può sapere quanta attività didattica fanno Riccaboni e Frediani? E non solo nell’anno appena trascorso. Ma negli anni scorsi. Qui non si capisce, perché i due compagni di merenda si sostengano vicendevolmente. Addirittura, il rettore dichiara nella lettera (con evidenti rilievi penali) firmata da lui e dalla Fabbro che Frediani può essere chiamato in ogni momento al rettorato per impegni istiuzionali. Come se l’impegno istituzionale prioritario non fossero le lezioni e il ricevimento degli studenti. Cose da pazzi!
Gino Greco
Febbraio 25th, 2012 — Note redazionali
Facciamo il punto. Equinox il fondo di Mancuso è disponibile a rilevare la quota della Fondazione, il 15%, in una unica soluzione. Tale acquisizione ha una sola condizione che Profumo non faccia il presidente della Banca. Le motivazioni di tale richiesta risiedono in antiche ruggini e di queste forse una sola merita di essere sottolineata: l’eccessiva spregiudicatezza gestionale dell’ex uomo dell’Unicredito. La proposta di acquisto è, quindi, allettante anche se comporta ovviamente dei rischi, ad esempio, l’eccessiva concentrazione in un unico acquirente di molto potere azionario. Apparentemente sembra essere questa la motivazione nobile che spinge alcuni rappresentanti della Fondazione e del PD locale a cercare altre soluzioni. Come ad esempio diluire quel 15% fra diversi azionisti non istituzionali e lasciare solo un 5% per i fondi. Ma se andiamo più in profondità ci accorgiamo che ben altre sono le motivazioni. Profumo non approderebbe a Siena da solo, come hanno scritto in diversi. Il candidato presidente, ex Unicredito, porterebbe con sé, in un patto di governance, lo stesso Mussari: lui presidente del Monte dei Paschi e l’altro, quello uscente, amministratore delegato. Per realizzare il progetto, in ogni caso, bisogna avere molti azionisti privati amici e il fondo istituzionale non contrario, quindi, la scelta si orienterebbe su Clessidra. La politica senese da questa partita ne sarebbe esclusa anche se sembra impossibile che il sindaco non ne sia a conoscenza, visto anche il modo con cui ha reagito alle domande su Equinox postegli dal giornalista della Reuters. Stendiamo, allo stesso tempo, un velo sul rappresentante della Provincia e continuiamo a considerarlo fra i non classificati. L’esclusione della politica è determinata dal fatto che la partita sarebbe tutta in mano ai soci della Banca con il peso specifico della Fondazione fortemente ridimensionato. Quest’ultima, con scarso successo, sta cercando di comprare tempo per superare la scadenza dell’assemblea di aprile, quella che determinerà i nuovi assetti dell’unica partecipata della Fondazione. Il presidente Mancini e il suo schieramento, a partire da Monaci, non vedono di buon occhio la presenza di Profumo per le caratteristiche gestionali che ha manifestato in tutti questi anni: scarsa attenzione al territorio e alle fondazioni. Oltre al fatto che mettere tutto in mano agli ex DS sembra, ai loro occhi francamente troppo. In vista anche del congresso nazionale del PD e alle differenze che emergono sempre più vistose fra la componente moderata e quella più barricadera. Divergenze che potrebbero avere anche risvolti drammatici per quel partito se, come sembra, il governo Monti dovesse durare più del previsto e sbarcasse la scadenza del 2013. Certo sarebbe, come dire, difficilmente comprensibile per la città e per i dipendenti il fatto che Mussari verrebbe da tutta questa operazione premiato. Perché sarebbe premiato? Avere un’amministratore delegato al Monte vuol dire avere il responsabile strategico della banca, ruolo profondamente tecnico, con remunerazioni adeguate alla funzione. Più importante dello stesso presidente che nel caso di un AD vedrebbe la sua figura fortemente ridimensionata. Vero motivo, quest’ultimo, per cui la funzione di amministratore delegato non è stata mai messa in essere al Monte. Non parliamo, poi, del direttore generale che nell’ipotesi sopra accennata diventerebbe un semplice esecutore. Tutta questa operazione resta di difficile comprensione nel momento in cui in consiglio di amministrazione chiede ai lavori della banca un sacrificio di proporzioni mai fino ad ora verificatesi. La domanda che in molti si pongono: ma come possono questi amministratori chiedere ai lavoratori un sacrificio di questa natura? Dicono: avremmo capito se a chiederlo fossero stati degli amministratori nuovi e se ci fosse stato un cambiamento generale con il relativo riconoscimento delle responsabilità, ma in questo modo proprio no! E le critiche non si risparmiano neppure nei confronti del sindacato che in tutti questi anni é stato acquiescente alle volontà dei vertici aziendali e subalterno alla politica del PD. Se poi ci fosse la ciliegina sulla torta del Mussari, allora sì che …
Tommaso Occami
Febbraio 25th, 2012 — Note redazionali
Dunque, dunque. La redazione di Fratello Illuminato ha ricevuto una lettera da uno studente che getta una fosca luce su uno dei senatori accademici. Prima di pubblicarla integralmente la redazione vorrebbe attirare l’attenzione sull’attuale composizione del Senato accademico: Roberto Guerrini (inquisito), Marco Bettalli (inquisito), Walter Bernardi (condannato dalla Corte dei Conti), Ines Fabbro (condannata dalla Corte dei Conti), Angelo Riccaboni (rettore ABUSIVO). Alèèèèèèèèèèè. Poi si lamentano del parlamento degli inquisiti. In proporzione il Senato accademico dell’Ateneo senese è PEGGIO, parecchio. E poi c’è altri soggetti. Di uno di questi parla la lettera. Lasciamo la parola allo studente Cesare Lacicala.
Il prof. Verzichelli è uno scienziato della politica e non, come s’è scritto da qualche parte, un economista. Come scienziato della politica, alla luce delle dichiarazioni rese in video a Cazzullo, più che uno studioso della “Politica”, quella con la “P” maiuscola, quella che va da Aristotele in poi, a sentire l’intervista, e con tutto il rispetto per la sua produzione scientifica, appare come uno che si ispira ai politicanti della cosiddetta seconda repubblica, spesso imitandoli. Insomma, il teatrino della politica, sempre alla luce dell’intervista, più che studiarlo, lo fa, forse perché così lo “interpreta” metaforicamente meglio. Il che, per uno scienziato della politica, per un Preside, che dico, per un Senatore Accademico, forse non è propriamente il massimo. Mi pare che nelle sue dichiarazioni a Cazzullo di veramente “Politico” e di veramente “Accademico” ci sia ben poco. Non un’idea, non un progetto. Per fortuna un manipolo di docenti seri (di quelli che fanno ricerca e didattica) in questo Paese e anche in questa Università – e lo dico con cognizione di causa perché ne incontro di docenti così – ancora c’è: ma trattasi di una componente silente, dedita molto di più al lavoro e assai meno alle chiacchiere “politologico-domenicali”; questa componente, per dirla tutta, è quella che, contribuisce a tenere alto il nome dell’Ateneo, a farlo posizionare in cima alle classifiche nazionali. Accanto a questi: i soliti noti che si fanno belli col lavoro scientifico… altrui.
Un esempio di rovesciamento, con metodologia “politologica”, della realtà dei fatti, lo abbiamo in salsa senese. Il Preside Verzichelli, infatti, a parte le amenità sui mendicanti (!), sulle squadre di basket e di calcio (!!), a Cazzullo ha detto anche “abbiamo azzerato i pagamenti” (!!!). Trattasi, com’è lampante, di “appropriazione indebita di tipo etico-politologico”, nel classico stile della seconda repubblica che così com’è noto si esprime: “i danni li hanno fatti quelli di prima, noi siamo i risanatori”. Infatti, se la memoria non mi tradisce, mi pare che dopo la scoperta del “buho” (forse meglio “voragine carsica”) altri docenti si siano dati molto da fare. Giusto per rammentarlo: tra settembre 2008 e ottobre 2010 l’Ateneo ha rischiato di brutto (almeno fino a marzo/aprile 2010); ad esempio di non pagare gli stipendi (a fine 2009), o come si dice oggi, ha rischiato di finire in default. Non c’era certamente lui con i suoi amici a guidare l’Ateneo ed a prendersi le enormi responsabilità che la situazione richiedeva. Lui e il suo amico Riccaboni (insieme a molti altri, tutti noti) facevano campagna elettorale, e molto, molto prima delle elezioni (ricordino, in ogni caso gli smemorati, che i politologi hanno fatto quella che a Siena si chiama “rigirata”: prima erano “Viciniani” poi, sono stati folgorati sulla via di Damasco, ma forse è meglio, fuor di metafora, su quella che conduce a P.zza san Francesco, per diventare Riccaboniani!, promettendo l’impossibile, a Destra e a Sinistra, e anche al Centro, e difendendo con le unghie e con i denti sedi periferiche improduttive con annessi corsi, supplenze, contratti, affitti, master, conto terzi etc. etc. I risultati sono evidenti: l’Ateneo fino ad oggi è sopravvissuto grazie al lavoro, spesso oscuro e silenzioso, fatto in precedenza da docenti e personale amministrativo serio (che di serio ce n’è eccome!), e grazie ai sacrifici “veri” di questi ultimi ai quali è stato tolto l’accessorio. Di altre azioni (peraltro pomposamente preannunciate): nemmeno l’ombra in 16 mesi di governo riccaboniano! Per ora: solo molte chiacchiere (anche sotto forma “politologicamente corretta” di ideogrammi in lingua cinese) e distintivo!
C’è un’altra cosa forse meno nota. La Facoltà di Scienze Politiche – fino a qualche anno fa uno dei fiori all’occhiello di Siena (1. in Italia per le classifiche di Almalaurea; 2. per le classifiche del Censis) – si è spaccata in due tronconi proprio sotto la presidenza Verzichelli. La parte maggioritaria che voleva mantenere un Dipartimento unico di Scienze Politiche; l’altra, minoritaria (una decina di docenti, fra i quali il Preside stesso, con annessa pattuglia dei noti politologi già folgorata in p.zza san Francesco) che si è unita con i Comunicatori, gli Antropologi e i Filosofi cognitivisti, alcuni Economisti, qualche Ingegnere (salvo se altri). Fino a qui poco male, ma comunque tutto in lampante, evidente, patente violazione “dell’omogeneità” che deve caratterizzare, secondo la Legge Gelmini, i Dipartimenti. Cosa mai avranno di omogeneo i cultori di codeste nobilissime discipline? Quale sarà il sidereo punto d’incontro? Trattasi, in realtà, e molto più terra terra, di un vero e proprio “Gruppone disomogeneo” (con tutto il rispetto per le singole discipline professate) che di omogeneo nella complessità (né sotto il profilo scientifico, e tanto meno sotto quello didattico) non ha assolutamente nulla se non che, si mormora insistentemente, si daranno alla scienza dei “sondaggi”, scienza notoriamente redditizia! E il Senato entusiasticamente approva violando la legge! E il Nucleo di valutazione che farà? Al contrario, invece, il Senato ha perseguitato i componenti del Dipartimento di “Scienze Politiche”: a quest’ultimo ha imposto di cambiare nome; a quest’ultimo sottrae (sì, trattasi, sotto il profilo etico di “furto con destrezza”) i Corsi di laurea per affidarli anche all’altro Dipartimento, con provvedimenti “abusivi” perché l’altro Dipartimento non ha nemmeno un Corso di laurea da poter “gestire” da solo (qualcuno, più informato di me, mi dice che almeno uno ce l’ha: un po’ poco però).
Concludo. Il Preside Verzichelli, come membro del Senato Accademico, ha fatto come il Silvione nazionale: in pieno conflitto d’interessi, essendo un uomo di parte, ha continuato ad andare in Senato, a ispirarne le delibere per tutelare lui e i suoi, perseguitando contestualmente i suoi vecchi colleghi di Scienze Politiche. Come il Silvione nazionale (ma mi dicono che Verzichelli si collochi politologicamente nel PD), dopo aver fatto attività di lobbing in Senato, si assentava. Lo teorie politologiche delle Istituzioni, evidentemente, ritengono che in tal modo si risolva il conflitto d’interessi. E siccome è un riccaboniano di ferro, la sua fedeltà (furbo il Riccaboni che spedisce il fedele scudiero a fare la “figura” con Cazzullo, ma si rende conto che la “figura”, e che “figura”, l’ha fatta l’Ateneo?) viene abbondantemente ripagata in Senato: sulla pelle degli studenti di Scienze Politiche. Questi ultimi, molto più coraggiosi e più svegli dei professori, l’hanno capito così bene che hanno chiesto le dimissioni da preside del Verzichelli per la sua conclamata parzialità. Sembra incredibile, ma è così. A dimostrazione ulteriore segnalo questo link nel quale le dichiarazioni del Preside Verzichelli si commentano da sole. Quando un Preside, che si dovrebbe occupare della didattica e del futuro dei giovani, si esprime dicendo che “i giochi sono fatti…” (!!!!). Qui si gioca con la pelle e sulla pelle dei giovani; e i giovani, a differenza dei vecchi professori, chiedendone le dimissioni, hanno avuto testa e cuore. Ma i Professori testa e cuore non li hanno avuti? Ma ormai, come dice il politologo Verzichelli, “i giochi sono fatti”, o no?
http://www.lanazione.it/siena/cronaca/2012/01/31/661429-preside_verzichelli_dormo_tranquillo_rappresentato_tutti.shtml
Febbraio 24th, 2012 — Note redazionali
Cari dipendenti dell’Università di Siena, leggendo i giornali e dopo le dovute informazioni raccolte presso alcuni vostri colleghi, siamo qui a spronarvi per FARE RICORSO AL GIUDICE DEL LAVORO chiedendo il ripristino del salario accessorio. L’atto unilaterale compiuto da Riccaboni e Fabbro contro il vostro salario non solo è antisindacale, ma è contro legge. E a parere di importanti giuristi l’atto compiuto dai due irresponsabile è penalmente rilevante: sottolineato in grassetto PENALMENTE RILEVANTE. Comunque se volete accettare un consiglio: FATE VELOCEMENTE RICORSO. Vi spieghiamo il perché della tempestività. Siccome Riccaboni e Fabbro (non si capisce che cosa aspetta la magistratura ad intervenire per esautorarli!!??) non hanno risanato un bel niente e alle condizioni di oggi, e se rimangono loro anche per domani, correte il rischio di dover dichiarare il dissesto (come previsto dalla legge). Una volta dichiarato il dissesto non potrete più ripristinare il salario accessorio. Quindi FATE RICORSO!!! Siete stati abbandonati anche dalla politica locale e addirittura i partiti di maggioranza hanno fatto di tutto per non discutere una mozione sull’università presentata dai consiglieri De Risi e Corradi (eccola: http://ilsensodellamisura.com/2012/02/21/per-un-nuovo-24-febbraio-una-mozione-che-impegni-il-sindaco-a-chiedere-le-dimissioni-del-rettore-delluniversita-di-siena/).
E sapete chi è stato uno dei più accaniti oppositori nel discutere velocemente la mozione? Il vostro collega Massimo Bianchi che ricopre il ruolo di capogruppo del PD in consiglio comunale a Siena. Mica si sono posti il problema di avere in consiglio comunale il sig. David Chiti che mentre voi eravate in pieno dissesto ha pensato bene di impegnarsi per fare affidare il bar universitario di Via Roma 56 alla società della moglie e della cognata. Quello che voleva ottenere l’esponente del PD è stato concesso e senza regolare gara di appalto. Complimenti!!! Figuratevi se questi opportunisti si mettono contro il loro rettore di fiducia. FATE RICORSO E NON DATE PIU’ RETTA A QUESTI POLITICANTI CHE PENSANO SOLO AI PROPRI INTERESSI DI FAMIGLIA. Ma nel PD sono tutti schierati con Riccaboni e Fabbro???
Ritorniamo ai giorni in cui vi hanno tolto il salario accessorio. L’input contro voi dipendenti è arrivato dal funzionario del ministero Tomasi (che andrebbe denunciato!!!) e infatti Riccaboni e Fabbro si sono precipitati ad eseguire l’imput. Sicuramente anche per tutelare la posizione del dissestatore Bigi: perché l’eventuale danno erariale in merito al salario accessorio non deve essere pagato dai lavoratori, ma da chi ha attribuito le cifre negli stipendi. Comunque il dissestatore Bigi ha già ricevuto una coccola dalla Corte dei Conti (capito cara Fabbro!!!) http://shamael.noblogs.org/?p=4220.
La decisione del taglio dell’accessorio a suo tempo è stata sostenuta dalla CGIL vicina al neobanchiere Claudio Vigni (da non confondere con Guggiari, anzi quelli iscritti alla CGIL, andate dallo stesso Guggiari e chiedete sostegno per fare i ricorsi) e da quella interna all’ateneo con in prima fila il gruppo Fiorino Iantorno-Fabio Semplici (figlio di Jolanda) e restante squadra di filo-tosiani. E non solo, il compagno Iantorno, oltre a sostenere il taglio al vostro accessorio internamente, ha visto bene di dare il sostegno politico quando era consigliere comunale di Rifondazione Comunista (bel compagno!!!). A dare man forte contro di voi, il PDL di Verdini e Marignani e SEL di Cannamela e Orlando Paris. In quel periodo questi erano convinti della restaurazione dell’impero tosiano (il grande rettore, come amava definirlo il compagno Iantorno). Roba da Zelig: i comunisti contro i lavoratori. Naturalmente tutto questo avveniva in modo scientifico: con apposite riunioni dentro e fuori l’ateneo insieme a Criccaboni (non provate a smentirle perché le riunioni ci sono state e le avete fatte apposta per decidere il taglio dell’accessorio e non avere proteste politiche da sinistra).
Ecco la grande truffa: giochini politici e di carriere interne sulla pelle di centinaia di persone, così come accadeva ai tempi del Tosi e di Jolanda Cei Semplici (altra ispiratrice del taglio all’accessorio e grande amica della Fabbro).
Febbraio 23rd, 2012 — Note redazionali
Nessuna citazione caro Lorenzini Alessandro. Ci siamo accorti dell’esistenza del tuo “Elio Fanali” leggendo il blog “Il Santo”. Parlando papale papale fai una cosa seria: fatti i cazzi tua. Se ritieni che sul nostro blog ci siano parole, notizie o fatti meritevoli di querela sei pregato di recarti in Via Franci, altrimenti dedicati alle canzoni. Inoltre, sempre che ti sei reso conto, la situazione cittadina dall’università alla banca vive una situazione delicata e di crisi e quindi bisognerebbe assumere atteggiamenti sobri e rispettosi, e non fare gli splendidi e i gazzillori. Qui non ci sono paladini della giustizia!!! Esistono i tribunali per la tutela della legge. Noi nel rispetto delle leggi italiane e internazionali esercitiamo la libera divulgazione di notizie ed opinioni. Sicuramente non siamo comunicatori del groviglio armonioso al quale appartieni. E comunque ci possono criticare e attaccare tutti: tu ti devi fare i cazzi tua rispetto al nostro blog, perché caro Lorenzini (così informiamo tutti) siccome collabori con una società (Agenzia Robespierre) che ha appalti pubblici (quindi con i soldi di tutti) e siccome hai collaborato (forse ancora??) con il comune di Siena (anche lì con soldi di tutti) cerca di fare meno il politicante e quando intervieni non fare filosofia: le notizie o sono vere o sono false. Attendiamo da mesi smentite che non possono arrivare perché le notizie sono vere. Caro Lorenzini il moralista vai a farlo con quelli del groviglio, perché fra tutti in questi anni avete contribuito, con la vostra propaganda, ai risultati disastrosi di oggi. E quando scrivi, non scrivere come mangi.
Ah. Un’altra cosa che vale anche per altri: essere anonimi o meno non vuol dire nulla. Lo sappiamo bene cosa interessa te e quelli come te: evitare di entrare nel merito delle cose e scoprire solo chi le ha dette per poterlo punire o ghettizzare o isolare. Beh! Buona fortuna, ma questo modo di fare è finito. Speriamo che ve ne accorgiate presto.
Febbraio 23rd, 2012 — Note redazionali
La crisi occupazionale
La crisi c’è ed è pesante: non è pessimismo ma la constatazione della realtà. Purtroppo il morso della crisi si è fatto sentire anche qui nel senese. Come uscirne? E difficile ma bisogna resistere e credere nel futuro, anche se per qualcuno la crisi non arriva mai(beati loro).
Innanzitutto per i collaboratori del corriere di Siena e Siena News il problema crisi non si pone: ci pensa babbo Monte. Non solo la fidanzata del Bisi collabora con il corriere di Siena e con Siena News ma è addirittura stata assunta la Monte dei Paschi e nel contempo la banca sponsorizza Siena News e guarda caso il direttore responsabile del giornalino online è il fidanzato della neoassunta al Monte. Poteva finire qui? No!! Anche il giornalista Bruno Interlandi (collaborare con il Bisi porta bene) è assunto sempre nell’area comunicazione del Monte dei Paschi come la la fidanzata del Bisi.. Chissà da chi viene aggiornato il giornalino online Siena News durante la giornata quasi ogni ora? In tutto questo il Bisi come se niente fosse si permette il lusso di criticare l’azionista di maggioranza della banca(ovvero la Fondazione), lanciare gossip sulle nomine in banca, etc.etc. Per il responsabile area comunicazione della banca MPS David Rossi tutto questo è normale: lavorare nell’area comunicazione della banca e collaborare con giornali tra l’altro sponsorizzati dalla stessa banca? Il direttore Viola è stato messo a conoscenza di questa situazione? (Un consiglio al sig. David Rossi: invece di solidarizzare con il Bisi per via dei nostri articoli risponda ai nostri quesiti ed evitate di minacciare o fare querele. Possiamo dimostrare tutto quello che scriviamo!!)
Il groviglio delle meraviglie
“E’ tutta colpa degli attacchi esterni. Mi raccomando tenete duro e cerchiamo di superare questo periodo, cosi dopo si ricomincia a fare come ci pare.” Provate a indovinare chi è l’autore di questo bel concetto sulla città e sulla gestione dell’economia locale? Non abbiamo altro da dire sul groviglio.
Il futuro del Monte dei Paschi
Ci sono cosi tanti fini economisti e politici lungimiranti che noi non possiamo competere e quindi evitiamo di discettare sul futuro del Monte dei Paschi. Cogliamo solo l’occasione per fare tanti auguri ai dipendenti della banca MPS (esclusi quelli filo-bisiani) per il loro futuro occupazionale auspicando una ripresa veloce dell’istituito e dell’intera ecoomia senese.
Il rettore abusivo: ovvero Criccaboni
Non abbiamo altro da dire rispetto a quello già scritto in questi giorni. Attendiamo il -4
Febbraio 23rd, 2012 — Note redazionali
Nell’attesa di sapere quanto danno erariale è stato fatto con spese di cancelleria fatte allo Squero di Rimini dal ricercatore di vampiri antichi nonché estensore di disgustose e vomitevoli odi ai faraoni dissestatori Maurizio Bettini, intanto il dissestatore Bigi per la Corte dei Conti
deve pagare in euro per la vicenda SUM. Qui a Siena a che punto sono le inchieste sul dissesto e sulle elezioni dell’abusivo Riccaboni?
Piena fiducia nella magistratura italiana. In quella di Firenze sicuramente.
“Il Procuratore capo della Corte dei Conti di Firenze, Angelo Canale, nel presentare il primo dei tre conti per danno erariale agli amministratori e docenti del Sum (Istituto Italiano di Scienze Umane) ha dichiarato: «A prescindere dalle conclusioni cui è pervenuto il Pm in sede penale (che si condividono pienamente), non v’è dubbio che nei molteplici casi di uso deviato del pubblico denaro accertati dalla Finanza sia ravvisabile quanto meno la colpa grave, stante la violazione delle prescrizioni di legge e la violazione dei più elementari doveri di buona e oculata amministrazione». Il danno accertato supera i 3 milioni d’euro e, per il momento, la magistratura contabile chiede: 350.000,00 € ad Aldo Schiavone, 120.000,00 € a Daisy Sturmann, 50.000,00 € ad Antonio Curzio, 30.000,00 € a Loriano Bigi; 5.000,00 € a Mario Citroni. In seguito sarà valutato il danno d’immagine”.