Questi uffici sono a proporre la candidatura di Siena non per capitale della cultura 2019, ma per il campionato mondiale di arrampicamento sugli specchi nonché di negazione dell’evidenza nonché di lancio del pudore e della decenza alle ortiche.
Analizziamo alcune frasi della risposta incredibile del Faraone di Pescia, protettore dei genii, muratore indefesso e dissestatore massimo pubblicata oggi sulla Nazione.
Dice Tosi che non è stata fatta nessuna infornata e che nel 2005 il rapporto tra spese di personale e FFO era abbondamente sotto il 90%. Ma con che faccia diciamo noi! E come mai allora non c’erano i soldi per pagare i contributi? E soprattutto: a cosa è dovuto il disavanzo di competenza di 20-25 milioni l’anno che ha costituito un indebitamento di quasi 270 milioni al settembre 2008? Non vorrà mica farci credere che Focardi ha sputtanato 270 milioni in pesce e vino, eh? Anche perché le carte della Procura dimostrano che alla Lizza si sono fatti tutta un’altra idea …
Poi Tosi si lamenta del mancato riconoscimento delle sue grandi capacità costruttive ed edili. A questo proposito vorremmo fare qualche osservazione. Prima di tutto gli suggeriamo di andare a Casetta a incontrarsi col Criccaboni e di mettersi d’accordo perché mentre lui sostiene di aver lasciato un patrimonio immenso, il Criccaboni sostiene che tutto il patrimonio immobiliare dell’Ateneo vale meno di 300 milioni. Forse non gli è arrivato qualche pizzino, caro Piero. Lo ripetiamo: incontrati a Casetta e parlaci prima che continuiate questo teatrino. In secondo luogo, viste le capacità edili del Faraone vorremmo sapere, a proposito di costruzioni, dov’è finito lo scannafosso previsto per legge del San Niccolò (spiace tornare su via Roma 56, ma non vorremmo che venissero giù i genii dal terzo piano, perché gli scannafossi non è che siano previsti così per caso). E inoltre vorremmo anche prendere le parti del povero Roberto Guerrini che ha dovuto per mesi distrarre dalla didattica, dalla ricerca, dai propri guai giudiziari inerenti alle elezioni irregolari del rettore e dalla propria azienda vinicola per preoccuparsi dei cretti nei bagni e nella biblioteca dei Mattioli, là dove campeggiano lapidi (col latino sbagliato) inneggianti al Faraone e dove alloggia uno dei palantiri che guarda a Stigliano.
La faccenda della CRUI e del prolungamento del mandato è ridicola. In primo luogo la CRUI NON è un organo superiore perché è un’associazione di diritto privato. Il fatto poi che l’85% dei rettori italiani avesse votato per Tosi dimostra solamente che l’85% dei rettori italiani andrebbero ingabbiati per il totale disprezzo verso le regole e per l’ammirazione invece per chi, fra loro, di queste regole è capace di fare carne di porco. Inoltre, dopo aver causato – in concorso con altri ci mancherebbe – un disastro di questo genere, che ci sia ancora chi lo onora e lo stima è ulteriore prova che viviamo in un Paese quantomeno con uno scarso senso della legalità, cosa peraltro dimostrata non solamente in questo ambito. E ancora: guarda che ce l’abbiamo la delibera del Senato accademico in cui, tu presente e votante a favore, è stato prolungato il tuo mandato. Spiace notificarti che la tua fedelissima Chiara Roscino non ce l’ha fatta a distruggere tutti i documenti passandoli nel tritacarte. Qualcuno, più di uno è rimasto.
Per affermare che non è stato un grande elettore di Criccaboni, utilizza argomentazioni un po’ troppo simili a quelle con cui il Criccaboni continuamente cerca di negare l’evidenza. Per esempio la passione per le classifiche (Censis, Campus, Shangai, campionati di sputo di semi di melagrana, di chi ce l’ha più lungo e di chi piscia più lontano) come se si fosse a Radio DJ invece che in un luogo dove dovrebbero avere l’assoluta preminenza la didattica e la ricerca. E poi: Piero! Ma che dici? Ti sei esposto personalmente, dopo aver mandato a giro i tuoi pretoriani per tutto il luglio 2010 a promuovere il Criccaboni! Falla finita di mentire spudoratamente! Abbiamo le prove che la sera del 20 luglio 2010 ti sei attaccato al telefono chiamando a raccolta tutti i fedelissimi per votare l’abusivo: peccato che qualcuno di loro evidentemente non era così fedele e l’ha raccontato a giro (e non ha votato l’abusivo, fra l’altro).
E finiamo con le questioni giudiziarie. Non hai falsificato i bilanci? Ma se il perito calligrafico ha certificato che le note manoscritte erano tue?!? E poi: assolto con formula piena? Ma quei nove mesi di galera, pena sospesa, per cos’erano?
Ma non sarebbe stato meglio stare zitti?
Ad majora!
Cesare Mori