Entries Tagged 'Note redazionali' ↓
Marzo 13th, 2012 — Note redazionali


Drammatica situazione salariale all’Università di Siena a seguito del taglio illegittimo del salario accessorio deciso dai due post-dissestatori Criccaboni e Fabbro; decisione che fu presa con l’avallo politico del gruppo della CGIL guidato dall’ex segretario provinciale Claudio Vigni, un personaggio da sempre legato attivamente alla nomenclatura tosiana.
Situazione di forte preoccupazione anche tra i lavoratori del Monte dei Paschi (situazione non vissuta dal capo del personale Fabrizio Rossi!!); una situazione derivante da scelte di questi ultimi anni che hanno avuto tra i sostenitori l’ex segretario provinciale della CGIL Claudio Vigni: un sindacalista che dava l’avallo a tutte le decisioni dei vertici e a quelle del capo del personale di MPS il Richelieu Fabrizio Rossi.
Oggi i lavoratori dell’Università e del Monte sono preoccupati per il proprio futuro. Claudio Vigni invece? Lui è rilassato nel cda di MPS Capital Services, una nomina ottenuta nel mese di luglio 2011. Doveva difendere i lavoratori invece pensava alla carriera personale. SI DIMETTA IMMEDIATAMENTE DAL CDA DELLA BANCA!!!! I lavoratori chiedono ai responsabili di andare via? Bene, uno di quelli che deve dimettersi è proprio Claudio Vigni.
Marzo 12th, 2012 — Note redazionali
Gentilissima Letizia,
con oggi siamo al Suo terzo commento pacato e dialogante postato sul nostro blog. Il primo commento, considerata la portata delle affermazioni non potevamo non pubblicarlo; il secondo che ha postato l’abbiamo cagato in pieno; oggi ha postato il terzo. Facciamo una bella cosa: commentiamo il terzo e poi evitiamo di pubblicare altri commenti di questo tenore. Noi non amiamo essere ripetitivi.
Ecco quanto ci scrive la gentilissima signora Letizia sul nostro blog:
“Ma basta!! Come vi permettete a fare i censori nei confronti di Stefano Bisi!!! Lui è un giornlalista affermato e stimato anche dentro il mondo universitario: quel mondo che voi conoscete poco visto che siete sempre a sputare veleno. Oggi come oggi a Siena gli unici due personaggi con la testa sulle spalle sono Stefano Bisi e il Rettore Angelo Riccaboni. Tutti gli altri sono invisibili. In questi giorni ho letto con dispiacere che avete continuato con gli attacchi alla Dott.ssa Rosalba Botta, attacchi pretestuosi e ripeto, dettati dall’invidia.Ora ho capito tutto: non siete cialtroni ma solo ignoranti.
p.s. Vi lancio una sfida. Come mai non attaccate gli altri giornalisti del corriere e i capi dell’ufficio dove lavora la Dott.ssa Botta e come mai non dite mai niente dell’ufficio stampa dell’azienda ospedaliera? Come mai???”
Carissima Letizia, ci fa piacere che Lei ha finalmente capito che siamo degli “ignoranti”. Il dubbio era balenato anche nel nostro cervellino, soprattutto di recente, ma dal troppo impegno non abbiamo avuto il tempo per confessarlo davanti allo specchio. Che dire poi della sua accorata difesa nei confronti dei due pilastri della cultura senese, Stefano Bisi e Angelo Riccaboni? Non diciamo niente, bastano le Sue parole “Oggi come oggi a Siena gli unici due personaggi con la testa sulle spalle sono Stefano Bisi e il Rettore Angelo Riccaboni”. Comunque, quando ha terminato di scrivere le cazzate, si scarichi i moduli dal sito web dell’Accademia di Svezia e senza batter ciglio proponga i due luminari con “la testa sulle spalle” per il conferimento del premio Nobel. E nell’occasione ci faccia un piacere: tra le proposte ci metta anche lo studioso dei pipistrelli del mondo antico, Maurizio Bettini.
Sulla dott.ssa Botta non abbiamo altro da aggiungere. Anche in questo caso per le dovute lamentele non deve rivolgersi a noi: scriva una lettera accorata al capo del personale di MPS Fabrizio Rossi e si lamenti con lui. Troverà sicuramente udienza presso quegli uffici considerati i buoni rapporti tra il Richelieu di MPS e il giornalista Bisi.
Nel salutarLa con grande stima ci preme evidenziale alcune cosine: noi non abbiamo niente contro l’area comunicazione di MPS e nemmeno nei confronti di chi ci lavora; addirittura non conosciamo nemmeno i nomi. Così come non abbiamo niente da dire sull’ufficio stampa dell’azienda ospedaliera; così come non abbiamo niente contro i giornalisti che lavorano al corriere di Siena. Come mai,invece, signora Letizia lei non si fa un po’ gli affari suoi? A noi non piace giocare e infatti non giochiamo.
Marzo 12th, 2012 — Note redazionali
“Il profumo del mosto selvatico”: un buon film, con bravi attori. Una piccola divagazione cinematografica prima di tuffarmi in altri contesti, altrettanto, selvatici. Non soddisfatti di aver bruciato risorse, anche attraverso il sostegno ad operazioni come l’acquisizione di Banca Antonveneta, i politici locali (nel contempo fini economisti) sono da giorni impegnati non per salvaguardare il patrimonio, ma per chiudere le partite aperte sulla fondazione e sulla banca MPS, con il preciso scopo di collocare più nominati nel cda della stessa banca. “Non importa cosa accadrà tra un anno: l’importante è fare le nomine rispettando i desiderata delle correnti di partito (e garantire un posto nel cda alla quota rosa verdiniana)”. Chissenefrega delle risorse: lo sport e il basket godono di buona salute e alla lunga i cittadini non ci penseranno più al danno creato al sistema economico e istituzionale. Ma il “danno” si dimenticherà dei cittadini: dalla crisi lavorativa all’aumento dei costi dei servizi? “Tutta colpa della congiuntura internazionale!!”: questo è il leit motiv che propagandano in giro i fedelissimi del sistema. La famosa strategia berlusconiana “del tappare i buchi con i fogli di giornale (del solito giornale) e raccontare che tutto va bene”. Poi la strategia salta e i problemi emergono nella loro drammaticità. Tanto dopo le nomine primaverili del nuovo cda della banca un capro espiatorio su cui scaricare le colpe e le responsabilità (che sono di tanti) ci sarà: l’uscente presidente Giuseppe Mussari. Dal primo di maggio incontrerete gente che vi dirà “io non lo conosco”, la “colpa è tutta sua”, “te l’avevo detto che stava sbagliando tutto” e via discorrendo con frasi ipocrite. Per elencare le responsabilità del Mussari non occorre attendere maggio; così come non mi sembra maturo e rispettoso nei confronti della cittadinanza continuare a negare il collasso del sistema. Non si rendono conto, i piccoli politicanti locali e alcuni sindacalisti asserviti da anni, che questo andazzo altro non è che un ulteriore gesto di arroganza teso a far esasperare gli animi (anche di quelli che alle scorse elezioni avevano votato per il Ceccuzzi). Il crollo si è palesato dopo le elezioni. Anni e anni di autoreferenzialità, di ruzzini a spese della collettività, di poltrone affidate a degli incompetenti, hanno compromesso un vero sviluppo e hanno determinato la crisi del sistema. Una classe politica seria che ha a cuore il bene della comunità amministrata dovrebbe fermarsi e con molta umiltà scendere dal piedistallo, raccontare la verità e lavorare, non per le poltrone, ma per salvare il salvabile e generare nuove prospettive di rilancio. Il dato del crollo si riassume in questi termini: sono (anzi, hanno finito) finiti i soldi. Anche di fronte all’ovvietà della sconfitta clamorosa e della perdita del potere reale nel controllo della banca, il nostro sindaco si permette di fare lo spiritoso. Rivolgendosi al giornalista che gli chiedeva del fondo Equinox, il Ceccuzzi, si è lasciato andare con «per parlare con me prima prenda il numerino». Probabilmente, questo Salvatore Mancuso, forse il numerino lo prenderà: non per parlare con Ceccuzzi, ma per fare il trasferimento di soldi necessari per comprarsi le quote della fondazione. Il provincialismo politico del Ceccuzzi mal si concilia con chi ha in mano il potere del “capitale utile” per aiutare la disastrata fondazione. E poi, da quello che ci risulta, a Mancuso di parlare con Ceccuzzi non gliene frega un bel niente: i suoi interlocutori sono i vertici della fondazione. La moneta canta e le chiacchere stanno a zero. E non solo. Dietro l’angolo che manifestano interesse nella partita della banca ci sono alcune Boutiques finanziarie (che qualcuno dei geni locali aveva confuso con i negozi di abbigliamento e l’altra sera in una cena uno dei geni ha anche aggiunto: come mai un negozio di abbigliamento è interessato alla banca?), i fondi sovrani del Golfo Persico (da non confondere, sempre come consiglio ai geni, con il fiume Brenna) e i maggiori gruppi finanziari italiani. Sembra tutto chiuso anche sulla presidenza da affidare al manager Alessandro Profumo. Sottolineo il “quasi” perché fino all’ultimo tuffo mai dar per sicuro niente. Comunque vada a finire il risultato è il seguente (anche se nelle stanze del partito si raccontano la novella che hanno in mano ancora tutto): il controllo politico della banca con l’assemblea di aprile non sarà più gestito da Piazza del Campo, ma da Torino; nei mesi successivi altri penseranno anche al controllo azionario. Invece di raccontare che il povero Cristo è morto di sonno, spiegate alla cittadinanza che i poteri economici italiani (grazie ai disastri locali) hanno iniziato la partita dello scacco matto. A noi dispiace assistere al dramma della crisi (siamo preoccupati per i cittadini e non delle poltrone che spariranno) ma senza una presa di coscienza veloce della classe dirigente si rischia l’effetto ragnatele come avvenuto in questi giorni a Wagga Wagga, una cittadina australiana invasa da ragni di dimensioni esagerate. E i cittadini di Wagga Wagga sono stati costretti ad abbandonare la città.
Paco Pachese (economista di Oxford)
Marzo 12th, 2012 — Note redazionali
D.: Quando è avvenuta la rottura con Sclavi?
R.: In realta’non ho mai capito perché Sclavi che fa un altro lavoro abbia cominciato a fare pressanti visite alla sede del nostro Festival asserendo di essere entusiasta degli eventi che organizzo (questo è il mio lavoro) e di volermi aiutare ad “aprirmi le porte istituzionali” che mi boicottano dal 2006. quando mi ribellai al sistema della casta che mi voleva scippare il marchio del Festival da me creato nell’ormai lontano 1996. Non mi lasciai intimidire ed andai dal Presidente della Repubblica; infatti l’anno successivo (2007) mi conferì al Quirinale la medaglia d’oro (è su tutti i siti), pertanto risposi a Sclavi che non avevo bisogno del suo aiuto e che avevo già preso contatto con i nuovi vertici degli Enti locali nel frattempo tutti cambiati.
D.: Ma allora perché accettò di fare la presentazione di una Associazione nella sua villa? R.: Non andò così, la mia amica Grazia Giorgi aveva più volte espresso il desiderio ad altri nostri amici di costituire una Associazione culturale per sostenere il Terra di Siena che ha sempre regalato alla città film e concerti gratuiti da sempre, cito ad esempio Emir Kusturica, Luis Bacalov, Max Gazzé, Avion Travel, gli Stadio e Gianna Nannini. Sclavi prese al volo l’idea e disse che si poteva annunciarla durante un party a casa sua, e così fu, era il 17 agosto del 2010. Mi disse di invitare più attori, registi e produttori che conoscevo e trovare sponsor che offriissero cibo e vino. Feci di più: chiamai le conduttrici di Rai 2 a presentare la serata. Più di 300 persone, tra le quali oltre i personaggi dello spettacolo, amici di Siena e alcuni amici suoi era presente anche colui che poi sarebbe divenuto il sindaco Franco Ceccuzzi, ma anche il presidente della Camera di Commercio. Massimo Guasconi.
D.: Cosa successe?
R.: A tutti gli invitati venne consegnata una cartellina con la storia del Terra di Siena film Fest e chi si voleva iscrivere alla Associazione alla quale venne dato il nome Amici del Terra di Siena film festival, poteva sottoscrivere una quota di 10 euro.
D.: Quanti sottoscrissero?
R. Quasi tutti, alcuni vennero a versare la quota nella sede del Festival, poi i soldi furono versati in un conto aperto da Sclavi che si era autocandidato a Presidente della Associazione.
D.: Cosa succede poi?
R. Un fatto allucinante, mentre pubblicamente davanti a 300 persone disse che il suo ruolo, non capendo nulla di cinema, era quello di trovare i finanziamenti mentre io avrei fatto quello che so fare e cioè il direttore artistico.
D.: Quindi?
R.: Una carognata, una cosa ignobile, ipocrita. Fui chiamata ad un incontro (novembre 2010) appena conclusa l’edizione 2010 del festival, senza nessun supporto finanziario di Sclavi in quanto ancora non insediato ufficialmente, in camera di commercio, presenti presidente, direttore e Sclavi il quale mi disse che c’era solo una soluzione per avere i finanziamenti, quello di mettermi da parte non apparire più, diventare una nessuno e dare tutto a lui che avrebbe chiamato un nuovo direttore artistico e che io se volevo potevo fare l’ufficio stampa e portare tutti i miei contatti e avrei avuto un compenso, punto e basta, fine della storia. Al mio rifiuto, Sclavi corse subito a modificare il nome dell’Associazione che chiamò Amici del Cinema in Terra di Siena, senza avvertire i soci che non hanno più capito questo film fantasy. Nasce così Campo e Controcampo prodotto da una Associazione che si era costituita per sostenere il Terra di Siena e non un altro Festival. Ma a Sclavi non è bastato, ha chiamato tutti gli attori e produttori amici miei a chiedere di andare a lavorare per il nuovo marchio. Ha già preso due diffide, una dal produttore Donal Ranvaud che si è sentito ingannato e ha mandato una lettera aperta agli Enti e ai giornali, l’altra dagli uffici legali della Mostra delCinema di Venezia, perché hanno usato a ottobre per la sua pre rassegna da Venezia a Roma, al Pendola, il logo e la dicitura del cinema di Venezia, mettendola nelle locandine senza nessuna autorizzazione.
Marzo 12th, 2012 — Note redazionali
Siccome ci risulterebbe che il poderoso piano di risanamento Unisi 2050 (Odissea nell’ospizio), visti i fallimenti evidenti delle astute e geniali mosse come la rimodulazione dei mutui stipulati con una banca che è alla canna del gas e che si vocifera chiuda il consuntivo con un passivo letale oppure la (s)vendita degli immobili dell’Ateneo alla Sansedoni o chi per lei (che ha GIA’ chiuso con passivi enormi, l’anno scorso la Fondazione andò a -128 milioni), ci risulterebbe quindi che il piano di risanamento passi attraverso l’imposizione di un balzello sui PARCHEGGI (amici di San Miniato e Mattioli: sentito? Speravate di esservela scoppolata con la partenza di Miccolis? E invece no! Occhio!!!), ci sentiamo di fare qualche domanda al Criccaboni che di parcheggi se ne intende e anche di balzelli. Caro Criccaboni che ci dici della gestione del parcheggio di economia (San Francesco) quando eri preside? E di come è stata gestita tutta la faccenda anche per i permessi comunali? E di come sono state gestite le somme del salasso che dalla presidenza è stato operato sui dipendenti? Non sarà mica che almeno una parte di queste cifre non sono mai tornate dove sarebbero dovute tornare? Che ci dici del “fondo accantonato ai fini del parziale rimborso delle spese per la sosta nei parcheggi comunali ai collaboratori a contratto”? E dei 32 euroni del costo della chiavetta? E come mai i dipendenti che lavoravano al rettorato erano esenti dal balzello?
Ricordiamo a tutti i lettori che trattasi di un parcheggio famoso, là dove si facevano confessioni scioccanti (“non ho pagato i contributi INPDAP”) e dal quale segretarie zelanti e trituranti (carte pericolose per l’incolumità dei patologi) avvertivano il Faraone di dissesti raccapriccianti.
Ora siccome una farfallina ci racconta che Criccaboni & Fabbro avrebbero queste intenzioni, prima di procedere ci potrebbero spiegare, soprattutto il Riccaboni, come intendono gestire il denaro eventualmente percepito? Che fanno, le usano per i fondi neri? Per saperlo, sennò non sappiamo cosa raccontare ai Carabinieri …
Marzo 11th, 2012 — Note redazionali
Le bombe sono bombe e non sono giustificabili per nessuna ragione: siamo in una società democratica e questi atti delinquenziali sono fuori dalle regole della convivenza civile. L’ennesimo atto delinquenziale come la bomba che ha colpito la filiale romana della banca MPS, sommato ad altri atti della stessa natura di questi ultimi anni impone una maggiore e costante vigilanza. Detto questo e non è poca cosa, proprio per la natura violenta dell’episodio romano, sarebbe anche il caso di non fare del facile giornalismo dell’esasperazione. Non è la solita polemica, ma l’articolo di Stefano Bisi di sabato 10 marzo è stato inopportuno e alquanto pretestuoso: che cosa c’entra il vile e violento atto contro la filiale di MPS e le critiche, pur dure, nei confronti di questo o l’altro personaggio delle istituzioni senesi? Con quale logica o ratio il giornalista Bisi si è permesso di fare un così sciocco quanto inopportuno accostamento? Perché fare un articolo con questo titolo: “Dagli immobili agli uomini si fa in fretta”? Ma il passo peggiore dell’articolo del Bisi (forse pensava di fare la solita ganzata filo sistema?) è quello in cui cita una frase del blog di Raffaele Ascheri accostandola alla vicenda della bomba. E’ un gioco giornalistico vergognoso accostare le critiche di Ascheri nei confronti di Mussari con la bomba romana. Nemmeno allo stesso Mussari sarà balenata questa associazione di idee. Però il Bisi è sempre un passo avanti a tutti e si erge a difensore di ufficio contro le critiche al sistema: ma come gli sarà venuto in mente di scrivere una simile sciocchezza? Ma non solo: perché eccedere, sempre nello stesso articolo, con l’analisi dell’evento della bomba creando l’allarmismo esasperato con la frase: “dagli immobili agli uomini si fa in fretta”? Le autorità dello Stato, le istituzioni democratiche, i vertici della stessa banca MPS e il 99,99% del giornalismo italiano, hanno reagito “alla bomba” con compostezza e sobrietà, proprio per non generare allarmismi esasperati e nel contempo per non dare eccessiva visibilità agli autori dell’atto delinquenziale. Mai abbassare la guardia; così come, mai esasperare gli animi e strumentalizzare gli eventi violenti per affermare una sciocchezza del tipo: “siccome esplodono le bombe basta con le critiche”. Le bombe, sempre, producono effetti devastanti; a volte certe parole non esplodono, ma fanno inorridire. La redazione di Fratello Illuminato esprime piena solidarietà ai lavoratori e ai responsabili della filiale romana e ai vertici della banca MPS per il vile atto delinquenziale; e nell’occasione esprimiamo piena solidarietà al prof. Raffaele Ascheri per le strumentalizzazioni inopportune fatte dal giornalista Stefano Bisi.
Scriveva un vecchio partigiano socialista: “Per fermare la violenza bisogna prima di tutto isolare gli stupidi, sia quelli che sparano sia quelli che scrivono”.
Marzo 10th, 2012 — Note redazionali
Non abbiamo ancora scoperto chi è l’autore/autrice di quel comunicato trionfale e pieno di colpi di lingua più che di penna, con cui veniva annunciato il viaggio in Giappone di Maurizio Bettini, noto autore dell’Ode disgustosa dedicata al patologo dissestatore. Con calma lo scopriremo; perché non è sostenibile questo continuo rituale di esaltazione nei confronti di coloro che hanno contribuito ad affossare il prestigioso ateneo senese. Di questo ne riparleremo martedi prossimo. Oggi lasciamo lo spazio alla nota giornalista freelance giapponese che collabora con Fratello Illuminato, la penna del Sol Levante Sudopoko Magodo. La freelance ha seguito l’intera vicenda dell’ateneo senese (come del resto i nostri 150 lettori giapponesi) e quando l’abbiamo informata dell’arrivo in Giappone dello studioso dei caldarrostai ai tempi degli Antonini e dei vampiri ellenici dei tempi di Ulisse, si è subito organizzata per seguire il tour nipponico. La notizia dell’arrivo del cantore di Odi disgustose ha messo in allarme i servizi di sicurezza nipponici che per un errore di traduzione della frase “Ode disgustosa”, erano convinti che si trattassa di una bomba chimica. Infatti ecco alcune immagini dei cittadini di Tokyo dopo l’allarme lanciato dai servizi di sicurezza tratti in inganno dall’errore del traduttore.

Nella foto le misure contro gli attentati chimici
Ma l’allarme per l’arrivo degli emissari di Via Roma 56/57 è scattato anche presso il Palazzo Imperiale di Tokyo. L’imperatoreAkihito ha ordinato all’esercito di militarizzare il Palazzo e di provvedere all’installazione di lancia fiamme e lancia missili davanti il Tempio di Kinkaku-ji essendo presente un padiglione d’oro. Forse dopo il furto del tetto d’oro a San Galgano (come denunciato dal semistorico Omar Calabrese) i giapponesi hanno avuto paura di incursioni barbariche, come gesto di ostilità per la presenza degli emissari di Via Roma 56/57. Ma non solo, l’Imperatrice Michiko appresa la notizia dell’arrivo del cantore del mondo antico Bettini si è lasciata andare a un inconsueto urlo: “ki kakki èe?”. Dopodiché ha fatto una dichiarazione scioccante, asserendo che non voleva che i giardini imperiali di Kyoto fossero impestati di nani da giardino stiglianesi.

Nella foto la militarizzazione di Tokyo
Proteste per la presenza imbarazzante, in segno di solidarietà con i lavoratori dell’ateneo senese, sono arrivate dal popolo “fiori d’arancio” (una sorta di popolo viola giapponese) che attraverso il portavoce Mavete RottoilKazzo ha dichiarato: “bastla con kisti dissestlatori!!”.
Ecco alcune immagini della protesta

La copia in lingua originale del servizio di Sudopoko Magodo:
嫌歌手ODIのニュースはフレーズ “気持ち悪い頌歌”の誤訳は、それが化学爆弾であると確信されていること。セキュリティサービスに警告実際には、ここでは、トランスレータのエラーに惑わさセキュリティサービスで発音アラーム後、東京の市民のいくつかの写真です。
しかし、ローマ57分の56経由の使者の到来のアラームは、東京の皇居で撮影されています。明仁天皇は宮殿軍隊を配置するために、現在のように金閣寺金閣寺の寺の前にミサイル発射と芽炎のインストールを提供するために軍隊を命じた。多分サンGalganoの黄金の小屋根(オマー·カラブレーゼsemistoricoによって報告された)の盗難後、日本では、ローマ57分の56経由の使者の存在に敵意のジェスチャーとして、野蛮な襲撃を恐れていた。だけでなく、美智子皇后は、古代世界のベッティーニの歌手のニュースを学んだことは珍しく叫びに耽っています:”気kakkiは、中にいるのですか”。
“KISTI dissestlatoriとbastla:厄介な存在を、シエナ大学の労働者と連帯し、人々は”オレンジブロッサム”(紫色のイタリア人のようなもの)からとMavete RottoilKazzoのスポークスマンは述べ介して来たんでした! “
Marzo 9th, 2012 — Note redazionali
Tra gli anni Settanta e gli anni Novanta il Tribunale di Roma si era conquistato il titolo di “porto delle nebbie”: fascicoli che sparivano, indagini importanti archiviate; succedeva di tutto in quegli anni. Ci sono stati anche dei magistrati dello stesso tribunale di Roma che sono finiti sotto inchiesta proprio per alcune contiguità con indagati. Questa è storia: una di quelle storie buie dell’Italia dell’illegalità.
Oggi sono gli stessi magistrati di Roma che ribadiscono: “Non siamo più il porto delle nebbie”. Chissà dove si sono spostate le nebbie??? Forse da Roma in su?
Marzo 9th, 2012 — Note redazionali
Chiunque, sentendo questo aut aut “O la Borsa o la vita”, penserebbe subito a una rapina in banca: tranquilli, siamo solo al cinema. Per qualcuno la vita è tutto un film; ma a spese degli altri. Facciamo una domanda generica: secondo voi tutti (anche quelli a cui stiamo sulle balle) la promozione di un evento in una città, per far conoscere sia l’evento ma anche la città, non dovrebbe essere lanciato con una conferenza stampa nella stessa città dell’evento e quindi far venire più ospiti e giornalisti da fuori alla conferenza stampa? Nelle città che si sono candidate alla corsa per Città europea avviene cosi e su questo ci siamo documentati. Qui a Siena ai tempi(attuali) del nuovo cinema Sclavi non funziona così: i bus invece di riempirli verso Siena, partono da Siena verso Roma. E la conferenza stampa per promuovere un evento (sospendiamo per ora il giudizio sull’evento) che si svolgerà a Siena questi cineasti de noantri hanno pensato bene di organizzarla a Roma. Ecco l’invito alla conferenza stampa promossa dall’associazione Amici del Cinema in Terra di Siena presieduta da Antonio Sclavi(il panificatore):” “O la Borsa o la vita – 1929/2012: la crisi nell’occhio del cinema” – Roma, 12 marzo – bus da Siena per Roma”. Poi l’invito continua “Per i giornalisti della stampa locale che vogliono partecipare alla conferenza, l’organizzazione mette a disposizione un bus per Roma che partirà da Siena – San Prospero (Campino) lunedì 12 marzo alle 8.00, rientro previsto per le 17.00.” Suspence nella nostra redazione illuminata: che personaggi(visto che si svolge a Roma) avranno chiamato al tavolo della conferenza stampa? Eccoli i cineasti europei: “Antonio Sclavi, presidente dell’associazione Amici del Cinema in Terra di Siena;Giovanni Maria Rossi, direttore artistico di Campo e Controcampo Siena Film Festival; Claudio Carabba, presidente del comitato scientifico di Campo e Controcampo Siena Film Festival.” Naturalmente la conferenza stampa si svolgerà presso la sede della Banca Monte dei Paschi di Roma.
La nostra considerazione su tutto questo consiste in una pernacchia( la libera espressione lo consente).
Alcune domande sono comunque utili da farsi:
1) L’amministrazione comunale è a conoscenza di questo cinema in trasferta?
2) Chi finanzia l’associazione dello Sclavi e quanto costa alla comunità in termini di finanziamenti o sponsorizzazioni erogati?
3) Da chi sono pagati i bus e che da Siena partiranno per Roma?
4) La crisi dell’ateneo, la situazione difficile della banca e della fondazione e della città nel suo insieme: ancora vengono garantiti questi ruzzini?
O la borsa o la vita: si, ma la borsa è sempre quella della comunità e i soliti pochi fanno la bella vita.
Marzo 9th, 2012 — Note redazionali
Anche oggi il giornalino online del groviglio, Siena News, compie l’ennesima apologia giornalistica dei tosiani e criccaboniani: non è una novità, è solo la conferma della vicinanza dei bisiani con i tosiani. Il giornalino del groviglio annuncia trionfalmente il viaggio di Maurizio Bettini a Tokyo e a Kyoto. Ma il terzo gruppo bancario italiano condivide (visto che gli dà la pubblicità) la linea filotosiana di Siena News?
Troviamo singolare che di tutto quello che ci sarebbe da dire sul disastro dell’ateneo, ci si appunti su queste cretinate inverosimili. E anche l’ateneo che, immaginiamo abbia mandato un comunicato di stampa, ci sembra che abbia del tempo da perdere …
La cosa ci fa però porre delle domande che non riteniamo superflue: 1) Ci va da solo o accompagnato da qualche sodale? Perché – poniamo che vada accompagnato da Schiavone – consigliamo ai Giapponesi di mettere sotto chiave la cancelleria, soprattutto quella dei ristoranti; 2) Per caso ha fatto tradurre in giapponese – per renderla comprensibile anche al sol levante – quella famosa Ode al dissestatore Piero Tosi? Speriamo! Siamo sicuri che i Giapponesi dopo Fukushima saprebbero apprezzarla in sommo grado.
Nella foto: due geishe si apprestano a prendere a modello Lo Squero di Rimini e preparare un po’ di cancelleria di cui, come è noto, Bettini (insieme a Schiavone) è particolarmente ghiotto.
3) Consigliamo ai Giapponesi di informarsi se da Via Roma 56 arriverà per caso anche qualche semiologo prestato alla storia perché nel caso potrebbero informarsi su come mettere al sicuro il palazzo imperiale di Kyoto, strapieno di ori, onde evitare di farselo rubare dai barbari. 4) E a proposito di conferenze: non farà mica un’altra dichiarazione come quella che non più tardi di due anni fa fece in consiglio di facoltà – non pago di aver scritto l’Ode vomitevole – in cui ringraziava tutti gli dei dell’antichità per l’assoluzione di Tosi (salvo quei 9 mesi di galera, pena sospesa di cui, esattamente come Bisi, non fece cenno)? In giapponese magari?
Nella foto: due guerrieri giapponesi che si interrogano sulle reali intenzioni del loro ospite: verrà davvero a parlare di Vertumno oppure reciterà odi disgustose o peggio ancora si porterà qualche genio inghirlandato? I nostri tetti del palazzo imperiale saranno al sicuro?
Lo diciamo chiaramente agli universitari e più in generale ai cittadini: ma non l’avete ancora capito che finché l’Ateneo senese sarà nelle mani della cricca berlingueriana-tosiana-bisiana-criccaboniana non c’è speranza? Ma chi credete che l’abbia prodotto questo cumulo di macerie? E ancora ci sono i corifei di questi dissestatori!!! E gli altri? Quelli che lavorano davvero? Quelli che studiano e insegnano ad alto livello, che pure ci sono? Basta coi grovigli armoniosi che poi armoniosi non sono, ma solo dissestanti in sommo grado.