Fossimo in sede di processo penale verrebbe classificato in uno dei seguenti modi: colposo, doloso o preterintenzionale?
Questa la nuova riflessione che mi gironzola per la testa da quando ho sfogliato anche questa mattina i quotidiani locali. E sapete in relazione a cosa? Al Bisi.
Il suo modo di riportare alle cronache – e con tutta questa forza – la questione Aeroporto di Ampugnano ha fatto rinfrescare la memoria ai cittadini di Siena su tutto ciò che ha a che fare con quella vicenda, sia in relazione ad un possibile sviluppo economico sia, però, in relazione all’indagine aperta con i relativi indagati.
Perché andrebbe spiegato, forse, che non sempre la notorietà è gradita ed opportuna.
Nel dibattito è intervenuto anche Andrea Bellandi dalla sua legittima carica, in quanto eletto in un congresso politico come vice segretario comunale PSI-Riformisti (lo stesso in cui militano anche Silvia Lazzeroni e Riccardo Martinelli).
Lo stesso Bellandi (che ho letto con attenzione) nella parte finale del suo intervento pone un quesito interessante che riporto “se qualcuno pensa che è bene parlare di Ampugnano così si evita di cercare le responsabilità politiche sull’Università […] a mio avviso commette un grave errore”.
A chi dovesse capitare di leggere queste mie rapide riflessioni chiedo solo un iniziale filtro di interpretazione. Per un attimo abbandonate le eventuali simpatie e/o antipatie verso chi ha rilasciato questa dichiarazione, ma leggetela solo così com’è.
Attenzione perché potrebbe rischiare di essere preoccupantemente vera.
Perché è vero che sulla vicenda di Ampugnano, come ha fatto a tutti ricordare Bisi, c’è un fascicolo aperto in Procura, ma rispetto a quelli aperti sull’Università, a confronto, è un gioco da ragazzi.
Non è che qualcuno, come ipotizzato da Bellandi, preferisce guardare il bruscolo e non la trave?
Perché Bisi non si è detto parimenti indignato e non ha tacciato come barbarie i dissesti economici sfacciatamente portati avanti negli anni passati all’Ateneo? Una bella domanda davvero, perché?
E’ vero, anche in questo caso le responsabilità penali verranno accertate dall’organo preposto a farle, ossia la Magistratura, ma quelle politiche? Non sarà arrivata l’ora non solo di farle emergere, ma anche di metterle in piazza? Ma con chi si confronta Bisi tutti i giorni? Con chi scambia informazioni (perché sarebbe normale che un giornalista lo facesse)? Ma pensa davvero che per le “lastre” delle responsabilità politiche e morali dell’Ateneo non se ne parli?
Dato che le casse dell’Ateneo sono state letteralmente saccheggiate (e, per amore di precisione, non è che i soldi saccheggiati fossero di un privato e la loro sparizione non andasse a ripercuotersi su nessuno; qui ci sono migliaia di dipendenti diretti sulle cui teste è stato cinicamente giocato, oltre a tutto l’indotto che ruota attorno all’Università e, all’interno del quale, è facile ipotizzare ci lavori tanta altra gente) non trova Bisi che la stessa accezione di “barbarie” vada anche ad altri? Perché non lo abbiamo mai letto?
Ripeto la domanda iniziale, ritirare fuori dal cassetto la vicenda di Ampugnano, è stato doloso, colposo o preterintenzionale (nel senso che è sfuggita di mano)?
P.S. Caro Bisi, fossi in Ceccuzzi sarei un capellino stufo di farmi un mazzo tanto, metterci la faccia, cercare di trovare i giusti e normali equilibri che nella sua posizione sono fondamentali e poi vedere ogni mattina che, come con la tela di Penelope, il lavoro portato faticosamente avanti di giorno, qualcuno lo disfa di notte.
Firmato
La Primula Rossa