Elezioni Comunali 2011. Il candidato PD senza un partito alle spalle. L’isolata solitudine del PD(S) senese

Nei giorni scorsi fu Enrico Letta (vice segretario nazionale del PD), oggi è Sergio Chiamparino a dire che il matrimonio (o quantomeno un rapporto stabile) con il Terzo Polo s’ha da fare.
Dalle colonne de La Stampa di ieri, l’autorevole quotidiano torinese, Sergio Chiamparino nella sua veste di dirigente del PD butta il sasso ancora più in là e arriva addirittura a proporre un “Governo di scopo tra PD-Lega e Terzo Polo“.
E’ ovvio che in un momento di liquidità politica come questo non può esserci spazio per una gretta ottusità che tenda a lasciare tutto così com’è senza sforzarsi di proiettare il proprio sguardo nel futuro prossimo.
E nel futuro prossimo mi pare abbastanza chiaro che gli schieramenti, le coalizioni, lo scenario politico in generale, saranno destinati a modificarsi forse anche abbastanza radicalmente.
In questo senso, senza strumentalizzazione alcuna, riecheggiano come importanti e sagge le parole pronunciate ieri dal Capo dello Stato Giorgio Napolitanoquando di fronte al busto di Dubcek, lo statista cecoslovacco che si oppose all’invasione russa del suo paese nel ’68, ha detto “L’Italia si riconosca in un insieme di valori comuni” atteggiamento che faciliterebbe il superamento delle “antiche contrapposizioni ideologiche”. Non potevano essere espresse parole più lucide e più adatte al particolare momento storico che il nostro paese sta vivendo.
Nei momenti di difficoltà se veramente si vuole bene ad un paese o anche ad una singola realtà, bisogna dimostrare che si è politici non solo a parole mettendo da parte gli egoismi inopportuni che impediscono di agire per il bene comune.
Superare i recinti dei personalismi delle piccole o grandi cerchie da mantenere e avere il coraggio di buttare il cuore al di là dell’ostacolo, imponendosi di essere maturi e responsabili.
Calandoci in terra senese, ancora una volta tutte queste affermazioni danno spunto per fare delle riflessioni in vista delle elezioni comunali.
Chiamparino ed il Terzo Polo. Oramai non passa giorno che autorevolissimi dirigenti nazionali del PD studino nuove possibilità e nuovi spazi in cui poter rilanciare l’azione del partito. Rilancio che passa dai programmi (ancora pochi, per la verità) ma che passa, necessariamente, anche dalle alleanzeEd è chiaro che per allargare lo spettro delle possibilità servirebbe un accordo con l’area moderata rappresentata dal contenitore del Terzo Polo.
Ribadiamo, a livello centrale è un’ipotesi su cui il PD lavora costantemente, ma il PD(S) senese non l’ha ancora capito. O meglio. Può darsi che qualche sospetto lo possa anche avere avuto, ma non sa come fare.
Abbiamo già fatto, nei giorni passati, il nostro pronostico sui possibili scenari futuri.
E  in quegli scenari abbiamo sostenuto che comunque vadano le elezioni amministrative il PD(S) si troverà isolato e costretto a rivedere la sua cerchia di alleanze, con la componente ex DS alle corde perché scavalcata a sinistra dagli altri partiti che all’accezione “sinistra” (a differenza loro) non hanno mai rinunciato e a destra impossibilitata a dialogare con il Terzo Polo perché comprendente l’API, il cui segretario Regionale è Pierluigi Piccini.
Bravi, grande strategia.
I DS sono arrivati al paradosso che il loro spauracchio Piccini ha una linea politica coincidente con i vertici nazionali del PD e il PD senese, invece, è contro. Avevamo scritto che Ceccuzzi sarebbe potuto diventare un candidato senza un partito alle spalle. Questa ipotesi sembra sempre più veritiera.
Chiudo questa chiaccherata con voi citando le dichiarazioni che il segretario nazionale del PD, Pier Luigi Bersani, ha fatto ieri in un’intervista su Republica “Mi rivolgo a tutti quelli che vogliono evitare la deriva plebiscitaria. Chiunque ragioni per me è un interlocutore. Quindi parlo anche al Terzo Polo“.
E’ un ragionamento politico che non fa una piega.
Ci chiediamo cosa ne pensi il candidato del PD(S) Ceccuzzi delle affermazioni del suo segretario nazionale.
Parlammo giorni fa del “voto inutile” ossia quel voto che potrebbe venir sprecato laddove andasse a chi non sarà nelle condizioni di garantire il mantenimento della medesima compagine di alleati per tutto il mandato.
Dopo la lettura dei quotidiani nazionali, non resta che confermare quanto detto.
Firmato
La Primula Rossa

Il PD+L e il MPS

Questi uffici ritengono che il centro destra senese e segnatamente il PD+L o partito di Verdini che dir si voglia sia in grande difficoltà date le scarse fortune dei propri uomini di riferimento che, bada caso, sono appena appena legati – come d’altro canto – gli uomini del PD meno L alla banca. Queste difficoltà si estrinsecano nella mancanza – ad oggi – di un candidato da opporre al non irresistibile Ceccuzzi (legato anch’esso ai destini della Banca con situazione rovesciata rispetto a qualche tempo fa in cui era la Banca legata al destino allora luminoso di Ceccuzzi). Ora che gli inquirenti arrivano al Prof. Andrea Pisaneschi, coinvolto insieme al fratello e a parecchia altra gente come Olivetti Rason, questi uffici – raccogliendo anche gli umori NON del PD o del PD+L, ma di quello schieramento politico che annovera fra le proprie fila tutti cloro i quali prendono le distante da PD e PD+L – questi uffici ritengono che il minimo sarebbe che Andrea Pisaneschi per tutelare l’immagine del gruppo bancario MPS e della Città di cui è espressione si autosospendesse da ogni incarico nel gruppo bancario. Il minimo. L’optimum sarebbe che si dimettesse proprio, suggerimento che questi uffici si sarebbero aspettati proveniente dal PD. Evidentemente o hanno la coscienza sporca anch’essi o devono ringraziare per la scarsa o nulla opposizione che hanno fatto gli uomini di Marignani (e Pisaneschi). Bravi davvero, fra tutti!!!

Firmato: Cesare Mori

Bau Bau News!!! Ecco le primarie: puma o lince?

Da “Pensavo fosse amore invece era un calesse” a “pensavano fosse un puma invece forse è una lince.”

Anche oggi la mega inchiesta animalogica sulla ricerca delle tracce del puma condotta con dovizia di particolari dal Corrierino dei Piccoli conduce l’attenzione verso altre zone come Ginestreto.

C’è o non c’è il puma?

Forse si forse no … qualcuno afferma che si disseti nel torrente Sorra altri l’hanno visto fare una siesta in città al mitico Grattacielo. Insomma un mistero che consuma torrenti d’inchiostro nella famosa redazione del Corrierino.

Ma oggi la ricerca porta alla luce un interrogativo che potrebbe cambiare le sorti delle prossime elezioni amministrative. Qualcuno sostiene che forse non si tratta di un puma, ma di una lince. Fermi tutti, qui non si scherza … avviamo le primarie. Chi scegli tra i due: Il Puma o la Lince?

Il Fabbromesso Tosico universitario

La storia si ripete con le solite forme del passato e i soliti nomi, con l’aggiunta di Ines Fabbro. Forse a molti sfuggono, forse per pigrizia di analisi o forse per l’assenza di un momento di raccordo tra i diversi capitoli della vicenda universitaria senese, quali erano e quali sono gli accordi di potere e i vari gruppi di potere che gestivano nell’era pre-focardiana e che attualmente son ritornati a gestire,  l’Università di Siena.
Un tempo l’avvicinamento e gli accordi politici tra il Partito Comunista di Enrico e la Democrazia Cristiana venne definito “il compromesso storico”. Termine riutilizzato e abusato ogni qualvolta i mass media o la gente comune descriveva gli accordi politici nazionali e locali tra settori della sinistra e ambienti cattolici o vicini ad essi. Naturalmente questa visione di compromesso,non sempre e penso a questo punto quasi mai,soprattutto all’interno di certe istituzioni sia servito al bene delle stesse e al miglioramento della qualità della vita dei cittadini. Anzi, nel tempo più che un compromesso politico questo avvicinamento si è tramutato in mera gestione del potere  e degli affari. Non a caso la lezione e la questione morale di Enrico Berlinguer è finita nel dimenticatoio più assoluto. Ma questa è un’altra storia.
Riprendendo la storia dell’Università di Siena ci accorgeremo, che il compromesso di potere dentro e sull’università voluto da un altro Berlinguer (nulla a che vedere con il grande Enrico) ossia Luigi, ben rappresentato da Piero Tosi e Jolanda Cei Semplici, non era altro che il compresso tra la Cgil berlingueriana e componenti cattoliche (chiamatele Comunione e Liberazione o gruppi di preghiera), e infatti leggendo i verbali dei CdA del 1994 con Tosi rettore e Cei Semplici D.A, vi accorgerete della presenza di Loriano Bigi (componente cattolica e in seguito direttore amministrativo) e Carlo Bruni (Cgil)
Questo compromesso è venuto meno con l’elezione del rettore Focardi. Ma attenzione, le due componenti del compromesso non hanno mai smesso di condividere il proprio potere e agguerriti più di prima anche perché irritati dall’apertura dell’inchiesta sul dissesto finanziario (di cui sono corresponsabili), si sono affidati al Riccaboni per ritornare prepotentemente alla ribalta e restaurare il loro “paradiso terrestre”. E per far questo al Riccaboni hanno affiancato l’amica di Jolanda Cei Semplici ovvero la signora Ines Fabbro.
Non a caso oggi e bastano i nomi per capirlo, la Fabbro disconoscendo il piano di risanamento di Antonio Barretta senza proporre niente di alternativo, intende imporre la propria visione gestionale dell’università con il sostegno della Cgil berlingueriana di Bruni, Semplici, Carmignani e della componente da sempre vicina all’ex direttore Loriano Bigi.
Insomma un compromesso di potere che possiamo definire: il Fabbromesso Tosico. Esattamente la condizione opposta di cui necessita un’istituzione importante come l’Ateneo senese,in preda ad un evidente declino e con un personale tecnico-amministrativo sfiduciato e sottoposto ad ingiuste decisioni verticistiche e unilaterali.
A mio avviso, questo gruppo di potere che costituisce il Fabbromesso Tosico, commette un grosso errore di valutazione, si muove e coltiva le proprie aspirazioni, senza tener conto delle inchieste della magistratura e senza considerare che nella società e dentro le varie articolazioni del potere pubblico sono minoritari.
E non bastano gruppi di preghiera o gite fuori porta per far dimenticare le inchieste della magistratura  o pensare di annullarne gli esiti. Siamo in uno Stato di diritto e quando un livello locale funziona male c’è sempre un livello “superiore” che vigila e interviene. Pace e Bene e tanta Luce.

Maestro James

La storia si ripete con le solite forme del passato e i soliti nomi, con l’aggiunta di Ines Fabbro.

Forse ai molti sfuggono, forse per pigrizia di analisi o forse per l’assenza di un momento di raccordo tra i diversi capitoli della vicenda universitaria senese, quali erano e quali sono gli accordi di potere e i vari gruppi di potere che gestivano nell’era pre-focardiana e che attualmente son ritornati a gestire, l’università di Siena.

Un tempo l’avvicinamento e gli accordi politici tra il Partito Comunista di Enrico e la Democrazia Cristiana venne definito “il compromesso storico”. Termine riutilizzato e abusato ogni qualvolta i mass media o la gente comune descriveva gli accordi politici nazionali e locali tra settori della sinistra e ambienti cattolici o vicini ad essi. Naturalmente questa visione di compromesso,non sempre e penso a questo punto quasi mai,soprattutto all’interno di certe istituzioni sia servito al bene delle stesse e al miglioramento della qualità della vita dei cittadini. Anzi , nel tempo piu’ che un compresso politico questo avvicinamento si è tramutato in mera gestione del potere e degli affari. Non a caso la lezione e la questione morale di Enrico Berlinguer è finita nel dimenticatoio piu’ assoluto. Ma questa è un’altra storia.

Riprendendo la storia dell’università di Siena ci accorgeremo, che il compromesso di potere dentro e sull’università voluto da un altro Berlinguer (nulla a che vedere con il grande Enrico) ossia Luigi,ben rappresentato da Piero Tosi e Jolanda Cei Semplici,non era altro che il compresso tra la Cgil berlingueriana e componenti cattoliche (chiamatele Comunione e Liberazione o gruppi di preghiera), e infatti leggendo i verbali dei cda del 1994 con Tosi rettore e Cei Semplici D.A, vi accorgerete della presenza di Loriano Bigi(compente cattolica e in seguito direttore amministrativo) e Carlo Bruni(Cgil)

Questo compromesso è venuto meno con l’elezione del rettore Focardi. Ma attenzione, le due componenti del compromesso non hanno mai smesso di condividere il proprio potere e agguerriti piu’ di prima anche perché irritati dall’apertura dell’inchiesta sul dissesto finanziario(di cui sono corresponsabili), si sono affidati al Riccaboni per ritornare prepotentemente alla ribalta e restaurare il loro “paradiso terrestre”.E per far questo al Riccaboni hanno affiancato l’amica di Jolanda Cei Semplici ovvero la signora Ines Fabbro.

Non a caso oggi e bastano i nomi per capirlo, la Fabbro disconoscendo il piano di risanamento di Antonio Barretta,senza proporre niente di alternativo, intende imporre la sua visione gestionale dell’università con il sostegno della Cgil berlingueriana di Bruni,Semplici, Carmignani e della componente da sempre vicina all’ex direttore Loriano Bigi.

Insomma un compromesso di potere che possiamo definire: Il Fabbromesso Tosico. Esattamente la condizione opposta di cui necessità un’istituzione importante come l’ateneo senese,in preda ad un evidente declino e con un personale tecnico-amministrativo sfiduciato e sottoposto ad ingiuste decisioni verticistiche e unilaterali.

A mio avviso,questo gruppo di potere che costituisce il Fabbromesso Tosico, commette un grosso errore di valutazione, si muove e coltiva le proprie aspirazione,senza tener conto ne delle inchieste della magistratura e senza considerare che nella società e dentro le varie articolazioni del potere pubblico sono minoritari.

E non bastano gruppi di preghiera o gite fuori porta per far dimenticare le inchieste della magistratura o pensare di annullarne gli esiti. Siamo in uno Stato di diritto e quando un livello locale funziona male c’è sempre un livello “superiore” che vigila e interviene. Pace e Bene e tanta Luce.

Maestro James

Riceviamo e pubblichiamo

Lettera di una donna di sinistra con famiglia e reddito basso

Sono demoralizzata e al tempo stesso consapevole che oltre ai partiti di massa sono finiti anche quegli spazi di rappresentanza politica come Rifondazione Comunista e SEL. Ma vi sembra accettabile che qui a Siena il partito di Rifondazione Comunista guidato da Alberto Benocci e Fiorino Iantorno sia il primo sostenitore della nomenclatura baronale universitaria e che gli stessi due esponenti politici sostengano il taglio degli stipendi ai lavoratori??? Non è accettabile ed è anche chiaro  che il partito di Rifondazione Comunista di Siena garantisce i baroni e abbandona i lavoratori.

Comunali 2011. PD E centro sinistra. Alla ricerca del candidato unitario tra appelli che sanno di suppliche

L’appello lanciato dal PD (S) senese alla costruenda coalizione del centro sinistra è laplateale manifestazione della forte debolezza che da tempo lo stesso sta attraversando.

La domanda che sorge spontanea è: per quale motivo il PD (S) ha sentito l’esigenza di dare alle stampe il segno della propria difficoltà e non gestirlo all’interno delle sedi deputate alle trattative politiche?

Pensa forse, chi ha scritto il documento del PD(S), che dire pubblicamente alle altre forze politiche di sbrigarsi a scegliere il candidato di questa ectoplasmatica coalizione di centro sinistra possa costringerle a fare immediata retromarcia sulle proprie posizioni? O, piuttosto, può produrre l’effetto contrario e rafforzarle?

Credono, davvero, che politicamente sia stata una mossa azzeccata? O più semplicemente hanno messo in piazza il detto “il re è nudo”?

Sempre di più, anche a livello cittadino, sembra un partito messo all’angolo, costretto più che a trattare a doversi umiliare di fronte ad alleati che, avendone fiutato la debolezza, tatticamente lo stanno tenendo sulle corde da mesi.

Il partito di maggioranza relativa a Siena si è messo da solo nella condizione di subire, mediaticamente parlando, schiaffi e prese di distanza e di distinguo praticamente ogni giorno da aspiranti alleati (ma poi siamo sicuri che lo siano davvero, almeno alcuni?) che hanno fatto e continuano a fare di tutto per fargli abbassare la testa, in modo, giustamente, da aumentare il proprio peso politico.

Parliamoci chiaramente, se il PD(S) fosse stato, come si dice a Siena, “nei suoi cenci” e non negli stracci in cui è oggi anche le altre forze politiche orbitanti nel centro sinistra già da tempo non solo si sarebbero sedute al tavolo con uno spirito ed un approccio differente, ma, senza dubbio, a distanza di soli tre mesi dalle comunali il PD(S) sarebbe già stato immerso in una forte campagna elettorale.

Questa volta, invece, non è così. Oggi sono arrivati agli appelli, domani, se vanno avanti di questo passo, rischieranno di scendere direttamente alle suppliche.

Anche questa storia delle primarie di coalizione sta diventando un po’ come la novella dello stento, oggi le chiede uno e non le vuole un altro; domani si decide che non si fanno più; poi si rilanciano in pista di nuovo il giorno dopo.

Ma possibile che all’interno dei DS non esista qualcuno che si fermi un attimo a ragionare con lucidità su che punto sono arrivati e, soprattutto, dove stanno andando? Capiamo perfettamente che nessuno vorrebbe mai avere intorno persone non di stretta fiducia, ma anche circondarsi quasi esclusivamente di yes man, di collaboratori che (forse del tutto incoscientemente) non hanno alcun polso reale della città, specie in un momento politicamente “ballerino” come questo rischia di tracimare in una vera e propria disfatta.

E, sempre in uno spirito non di critica ma di analisi, forse questi stessi yes man non hanno neppure valutato fino in fondo se la candidatura di Ceccuzzi fosse stata quella più adeguata. Perché la cosa che a molti di loro forse spesso sfugge è che non è detto che se tra di loro, e all’interno delle stanze della Federazione, uno è più conosciuto e stimato di altri questa stessa percezione la si ritrovi identica anche oltrepassata quella soglia.

La classe dirigente non è necessariamente detto che debba essere selezionata solo in base alla più cieca fedeltà ed appartenenza.

A volte anche un po’ di professionalità potrebbe non essere del tutto inutile.

Firmato

La Primula Rossa

Professori universitari silenziosi.Alcune domande al Preside e membro del senato accademico prof. Guerrini

Ricordiamo al Prof. Guerrini come agli altri professori dell’ Università di Siena, che l’università è un ente pubblico e in quante tale è soggetto all’ordinamento di leggi e regole dello Stato Italiano. E ancora: essendo un ente pubblico le vicende universitarie non sono di esclusivo interesse di chi si rifugia nella famosa autonomia berlingueriana, ma riguardano l’intera comunità e niente deve essere sottaciuto.

Mi domando e ci chiediamo il perchè dei silenzi del corpo docente mentre i vertici dell’Ateneo intraprendono iniziative contro il personale tecnico-amministrativo. E sono silenzi vergognosi e squalificanti.

Iniziamo con il porre alcune domande a quei docenti che hanno ruoli di governo dell’Ateneo. Partiamo dal Professor Guerrini.

1) Professor Guerrini cosa ci dice del dissesto finanziario dell’ateneo e secondo Lei chi sono i responsabili?

2) Professor Guerrini come mai Lei non si esprime per difendere il personale tecnico-amministrativo?

3) Professor Guerrini cosa ne pensa della gestione Riccaboni-Fabbro?

4) Professor Guerrini che idea si è fatta dell’indagine della magistratura relativa al voto per l’elezione del Rettore?

Sono domande semplici alle quali non è difficile rispondere. O sbaglio?

Maestro James

Francesco Andreini: un comunista a favore dei lavoratori

Fritti più o meno misti…

pubblicata da Francesco Andreini il giorno giovedì 20 gennaio 2011 alle ore 9.00

Leggo una lettera, molto diretta, sull’ultimo numero di Zoom, che Eleonora Scricciolo ha indirizzato a Fiorino, ritenendolo, credo a ragione, autore della nota che la Federazione della Sinistra ha pubblicato relativamente all’Università di Siena. Devo dire subito che non ho avuto tempo di leggere nulla di precedente a questi due scritti, dato che sono stato “sequestrato” dal Consiglio Comunale sul Regolamento Urbanistico, ma sull’appellativo di “Fritto Misto” credo di poter dire qualcosa. Quando si usano certe espressioni, secondo me, lo si fa perché ci sentiamo, a torto o a ragione, in diritto di poter parlare a nome di tutti, e si tacciano tutti gli oppositori di un atteggiamento protestatario ritenendo che non abbiano nulla da condividere tra di loro se non il fatto di essere “contro”. Il problema è che spesso lo si fa perché chi si permette di “governare” lo fa senza stare a sentire chi la pensa diversamente. Ricordo ad esempio i tempi degli “opposti estremismi”, di democristiana memoria. Non sarebbe allora meglio entrare nel merito delle discussioni, e lasciare gli appellativi più o meno rispettosi a chi non ha argomenti? Oltretutto una aggregazione politica che si chiama “Federazione” richiama già nel nome la volontà di mettere insieme soggetti non proprio “uguali”, altrimenti non si capisce cosa dovrebbe federare. Chiudo dicendo che la CGIL, sindacato di tutto rispetto al quale sono stato iscritto per anni, ha già commesso in passato l’errore di sottovalutare il dissenso, ha contribuito alla nascita e al rafforzamento dei sindacati di base per il vizietto di sentirsi l’unico sindacato “rappresentativo”, e dovrebbe, sempre secondo me, stare un po’ più attenta a gettare discredito su chi cerca di rappresentare istanze diverse dalle proprie, ma che vengono dai lavoratori.

Francesco Andreini Consigliere comunale di Siena di Rifondazione Comunista

Ipotesi sulle elezioni Comunali. PDL, il candidato alla fine dovrà essere Marignani

Sapete come andrà a finire molto probabilmente nel PDL?

Che l’agnello sacrificale costretto ad immolarsi sull’altare della sconfitta certa dovrà essere Claudio Marignani.
Ma guardiamo insieme un pò i nomi (pensiamo quasi tutti destituiti di reale fondamento) che Bisi ha più volte fatto uscire.
Escludiamo subito, intanto, Fabio Caselli dalla corsa alla disfatta. E anche il PDL dovrebbe saperlo. Ora non resta che lo metabolizzi anche Bisi. Come escludiamo subito anche l’ex sindaco socialista Vittorio Mazzoni della Stella, troppo smaliziato per rimanere con questo cerino acceso in mano.
Riccardo Pagni è un avvocato senese, conosciuto in città anche per la sua vicinanza al mondo della goliardia universitaria. Ma è anche imprenditore nel settore alberghiero quindi, ci chiediamo chi glielo farebbe fare: dover sacrificare del tempo al poco che presumibilmente dovrebbe avere – dati i numerosi ed importanti impegni professionali – per buttarlo in una corsa che rimarrà ferma alla mossa.
Franco Masoni, storica voce dell’emittente locale Canale3.
Anche in questo caso, siamo certi, non se ne farà di niente, questo a prescindere dal fatto che a Masoni forse candidarsi per il PDL non sarebbe dispiaciuto e chissà, forse proprio con la lista SOS Siena sempre lanciata da Bisi sul suo giornale.
Qui, però, arriva il quesito: l’SOS Siena che avrebbe voluto lanciare Masoni, ma su cosa aveva intenzione di lanciarlo? Siamo sinceri, Masoni a Siena non crediamo che ci abbia vissuto e ci viva poi così tanto male, a tal punto da manifestare la sua contrarietà al c.d. Sistema Siena candidandosi con una lista che vada contro al candidato del PD/Ds.
Ed ecco che arriviamo ai possibili, e soprattutto, reali nomi che potrebbero scendere in piazza.
Lorenzo Rosso. Politico, anche in questo caso ci viene da dire un bel ‘ma chi glielo farebbe fare’? Per una persona come lui, che ha sempre e solo fatto politica in tutta la sua vita, avere nel proprio curriculum la partecipazione ad una sicura disfatta non sarebbe un gra che. Meglio coordinare un comitato elettorale per l’eventuale candidato, ma senza metterci la faccia in prima persona.
Claudio Marignani. Arrivati a questo punto è molto probabile che debba trovare una frase ad effetto tipo “Siena è troppo importante, questa potrebbe essere la volta giusta e mi voglio impegnare in prima persona” e bla bla simili ed essere costretto ad auto lanciare la propria candidatura.
Ma vi pare possibile che arrivati a febbraio per adesso il PDL senese abbia ricevuto solo dei continui “No, grazie”?
Questo, amici, la dice lunga su quanto la gente in città scommetta sulla vittoria del PDL senese.
Rilanciamo la domanda, ma quale professionista o, comunque, persona con un minimo di lucidità e di realismo politico e, soprattutto, di amor proprio potrebbe accettare di candidarsi a perdere?
Firmato
La Primula Rossa

Cominciamo a vedere chi sono i miracolati dal duo Riccaboni-Fabbro

Questi uffici ricordano ai Sigg. Carlo Bruni e Fabio Semplici (entrambi rigorosamente della CGIL, entrambi rigorosamente EP) che voces populi vogliono già insigniti del titolo (non onorifico ma reale) di Direttore amministrativo vicario il primo, e responsabile della Divisione Stipendi il secondo, che molti dipendenti universitari, e specialmente quelli che lavorano nelle Segreterie amministrative dei Dipartimenti, sono in attesa delle seguenti misure organizzative che faciliterebbero, e non poco, il loro lavoro quotidiano:

  • da circa dieci anni si attendono indicazioni in ordine alle modalità di attuazione della programmazione contrattuale di Ateneo e dei Dipartimenti, come previsto dal Regolamento contabile;
  • da circa due anni si attende l’adozione di dispositivi di firma elettronica compatibili con software open source (verso cui l’Amministrazione si sta da tempo rivolgendo per evidenti ragioni di risparmio) al fine di consentire l’accesso in via autonoma a CONSIP, dove, è noto, ci sono offerte notevolmente vantaggiose;
  • da circa due anni si attende la regolamentazione delle spese per cellulari dell’Ateneo, attualmente selvaggia e lasciata al buon cuore di chi opera;
  • da circa due anni si attende (ma se ne parla da sempre) l’istituzione dell’albo dei fornitori di Ateneo, che solleverebbe, soprattutto i Dipartimenti, da ormai insostenibili pastoie burocratiche;
  • da circa un anno si attende l’avvio dei cosiddetti Contratti di Ateneo che, consentendo l’acquisto concentrato di beni per i Dipartimenti, permetterebbero di lucrare condizioni più vantaggiose dai fornitori;
  • da circa sei mesi si attende l’emanazione di una circolare sulla tracciabilità dei flussi finanziari, che consentirebbe a chi opera una maggiore tranquillità di operare senza incorrere in responsabilità personali etc. etc.

Invitiamo gli interessati a fare il tifo per i nostri due, offrendosi anche per servizi di natura personale per il loro maggior agio. Invitiamo inoltre a presentarsi, sventolando ramoscelli d’ulivo uso Domenica delle Palme, all’atto dell’insediamento nelle rispettive posizioni di potere.

A questi risultati strabilianti porta l’essersi spesi come peripatetiche insieme a Iantorno, Angelaccio, Maffei, Badalamenti ed altri per la campagna elettorale di Riccaboni, facendo lo stradello dal Rettorato a San Francesco sede della  Facoltà di Economia.

Di questi uffici

Cesare Mori