Il Fabbromesso Tosico universitario

La storia si ripete con le solite forme del passato e i soliti nomi, con l’aggiunta di Ines Fabbro. Forse a molti sfuggono, forse per pigrizia di analisi o forse per l’assenza di un momento di raccordo tra i diversi capitoli della vicenda universitaria senese, quali erano e quali sono gli accordi di potere e i vari gruppi di potere che gestivano nell’era pre-focardiana e che attualmente son ritornati a gestire,  l’Università di Siena.
Un tempo l’avvicinamento e gli accordi politici tra il Partito Comunista di Enrico e la Democrazia Cristiana venne definito “il compromesso storico”. Termine riutilizzato e abusato ogni qualvolta i mass media o la gente comune descriveva gli accordi politici nazionali e locali tra settori della sinistra e ambienti cattolici o vicini ad essi. Naturalmente questa visione di compromesso,non sempre e penso a questo punto quasi mai,soprattutto all’interno di certe istituzioni sia servito al bene delle stesse e al miglioramento della qualità della vita dei cittadini. Anzi, nel tempo più che un compromesso politico questo avvicinamento si è tramutato in mera gestione del potere  e degli affari. Non a caso la lezione e la questione morale di Enrico Berlinguer è finita nel dimenticatoio più assoluto. Ma questa è un’altra storia.
Riprendendo la storia dell’Università di Siena ci accorgeremo, che il compromesso di potere dentro e sull’università voluto da un altro Berlinguer (nulla a che vedere con il grande Enrico) ossia Luigi, ben rappresentato da Piero Tosi e Jolanda Cei Semplici, non era altro che il compresso tra la Cgil berlingueriana e componenti cattoliche (chiamatele Comunione e Liberazione o gruppi di preghiera), e infatti leggendo i verbali dei CdA del 1994 con Tosi rettore e Cei Semplici D.A, vi accorgerete della presenza di Loriano Bigi (componente cattolica e in seguito direttore amministrativo) e Carlo Bruni (Cgil)
Questo compromesso è venuto meno con l’elezione del rettore Focardi. Ma attenzione, le due componenti del compromesso non hanno mai smesso di condividere il proprio potere e agguerriti più di prima anche perché irritati dall’apertura dell’inchiesta sul dissesto finanziario (di cui sono corresponsabili), si sono affidati al Riccaboni per ritornare prepotentemente alla ribalta e restaurare il loro “paradiso terrestre”. E per far questo al Riccaboni hanno affiancato l’amica di Jolanda Cei Semplici ovvero la signora Ines Fabbro.
Non a caso oggi e bastano i nomi per capirlo, la Fabbro disconoscendo il piano di risanamento di Antonio Barretta senza proporre niente di alternativo, intende imporre la propria visione gestionale dell’università con il sostegno della Cgil berlingueriana di Bruni, Semplici, Carmignani e della componente da sempre vicina all’ex direttore Loriano Bigi.
Insomma un compromesso di potere che possiamo definire: il Fabbromesso Tosico. Esattamente la condizione opposta di cui necessita un’istituzione importante come l’Ateneo senese,in preda ad un evidente declino e con un personale tecnico-amministrativo sfiduciato e sottoposto ad ingiuste decisioni verticistiche e unilaterali.
A mio avviso, questo gruppo di potere che costituisce il Fabbromesso Tosico, commette un grosso errore di valutazione, si muove e coltiva le proprie aspirazioni, senza tener conto delle inchieste della magistratura e senza considerare che nella società e dentro le varie articolazioni del potere pubblico sono minoritari.
E non bastano gruppi di preghiera o gite fuori porta per far dimenticare le inchieste della magistratura  o pensare di annullarne gli esiti. Siamo in uno Stato di diritto e quando un livello locale funziona male c’è sempre un livello “superiore” che vigila e interviene. Pace e Bene e tanta Luce.

Maestro James

La storia si ripete con le solite forme del passato e i soliti nomi, con l’aggiunta di Ines Fabbro.

Forse ai molti sfuggono, forse per pigrizia di analisi o forse per l’assenza di un momento di raccordo tra i diversi capitoli della vicenda universitaria senese, quali erano e quali sono gli accordi di potere e i vari gruppi di potere che gestivano nell’era pre-focardiana e che attualmente son ritornati a gestire, l’università di Siena.

Un tempo l’avvicinamento e gli accordi politici tra il Partito Comunista di Enrico e la Democrazia Cristiana venne definito “il compromesso storico”. Termine riutilizzato e abusato ogni qualvolta i mass media o la gente comune descriveva gli accordi politici nazionali e locali tra settori della sinistra e ambienti cattolici o vicini ad essi. Naturalmente questa visione di compromesso,non sempre e penso a questo punto quasi mai,soprattutto all’interno di certe istituzioni sia servito al bene delle stesse e al miglioramento della qualità della vita dei cittadini. Anzi , nel tempo piu’ che un compresso politico questo avvicinamento si è tramutato in mera gestione del potere e degli affari. Non a caso la lezione e la questione morale di Enrico Berlinguer è finita nel dimenticatoio piu’ assoluto. Ma questa è un’altra storia.

Riprendendo la storia dell’università di Siena ci accorgeremo, che il compromesso di potere dentro e sull’università voluto da un altro Berlinguer (nulla a che vedere con il grande Enrico) ossia Luigi,ben rappresentato da Piero Tosi e Jolanda Cei Semplici,non era altro che il compresso tra la Cgil berlingueriana e componenti cattoliche (chiamatele Comunione e Liberazione o gruppi di preghiera), e infatti leggendo i verbali dei cda del 1994 con Tosi rettore e Cei Semplici D.A, vi accorgerete della presenza di Loriano Bigi(compente cattolica e in seguito direttore amministrativo) e Carlo Bruni(Cgil)

Questo compromesso è venuto meno con l’elezione del rettore Focardi. Ma attenzione, le due componenti del compromesso non hanno mai smesso di condividere il proprio potere e agguerriti piu’ di prima anche perché irritati dall’apertura dell’inchiesta sul dissesto finanziario(di cui sono corresponsabili), si sono affidati al Riccaboni per ritornare prepotentemente alla ribalta e restaurare il loro “paradiso terrestre”.E per far questo al Riccaboni hanno affiancato l’amica di Jolanda Cei Semplici ovvero la signora Ines Fabbro.

Non a caso oggi e bastano i nomi per capirlo, la Fabbro disconoscendo il piano di risanamento di Antonio Barretta,senza proporre niente di alternativo, intende imporre la sua visione gestionale dell’università con il sostegno della Cgil berlingueriana di Bruni,Semplici, Carmignani e della componente da sempre vicina all’ex direttore Loriano Bigi.

Insomma un compromesso di potere che possiamo definire: Il Fabbromesso Tosico. Esattamente la condizione opposta di cui necessità un’istituzione importante come l’ateneo senese,in preda ad un evidente declino e con un personale tecnico-amministrativo sfiduciato e sottoposto ad ingiuste decisioni verticistiche e unilaterali.

A mio avviso,questo gruppo di potere che costituisce il Fabbromesso Tosico, commette un grosso errore di valutazione, si muove e coltiva le proprie aspirazione,senza tener conto ne delle inchieste della magistratura e senza considerare che nella società e dentro le varie articolazioni del potere pubblico sono minoritari.

E non bastano gruppi di preghiera o gite fuori porta per far dimenticare le inchieste della magistratura o pensare di annullarne gli esiti. Siamo in uno Stato di diritto e quando un livello locale funziona male c’è sempre un livello “superiore” che vigila e interviene. Pace e Bene e tanta Luce.

Maestro James