Abbassate la cresta(i) e rispondete pubblicamente: prima che i pezzi di navicella della Nasa arrivino sulla terra il presidente Bezzini perché non ci risponde sulla questione della società Robespierre Sas?

Siamo in una Repubblica democratica e non ai tempi del Palazzo d’Inverno occupato dallo Zar e le leggi e le regole sono le stesse da Aosta a Palermo: se in alcuni posti non vengono rispettate questo non è un giustificativo per cui continuare a fare il proprio comodo. Cosi come non comprendiamo il perché si grida allo scandalo per i vari conflitti d’interesse del latin lover di Arcore e quelli che lo contestano scimmiottano nel piccolo quel modus operandi. Senza dimenticare che i soldi degli incarichi e degli appalti utilizzati dagli enti pubblici sono soldi della collettività. E quindi non si capisce come mai i cittadini devono pagare le tasse e poi quel denaro venga utilizzato in parte per conferire incarichi alle agenzie di comunicazione del partito a cui sono iscritti i vertici degli enti. Se questo si contesta a Berlusconi come mai il PD a Siena non si mette nella condizione di affrontare il conflitto d’interesse emerso con la vicenda della società Robespierre Sas di Cresti Lisa e C.?

L’allora segretario del partito Franco Ceccuzzi con le sue parole è stato più che chiaro:

“Le nostre idee, le nostre emozioni, le nostre battaglie politiche che la creatività, la passione e la professionalità dei nostri comunicatori hanno tradotto con le arti visive e del messaggio scritto. Nel 1999 non avevamo ancora il sito web, né un’agenzia che curasse la nostra comunicazione in via continuativa, né un ufficio stampa. Dal nostro ufficio stampa che è si avviato nel 2002, è nata due anni dopo l’Agenzia Robespierre che oggi occupa sei giovani e che si è fatta strada in un settore difficile”

Quindi ci chiediamo  perché in quasi tutti i comuni della provincia di Siena compresa l’amministrazione provinciale gli incarichi dell’ufficio stampa e della comunicazione sono stati affidati alla società Robespierre Sas che nel contempo si occupa della comunicazione del PD (partito a cui sono iscritti quasi tutti i sindaci e lo stesso presidente della provincia e nel contempo la titolare della Robespierre Sas è la portavoce dello stesso Bezzini)?

Per la trasparenza possiamo conoscere in un anno quanto è l’importo totale degli incarichi e appalti affidati dagli enti locali alla Robespierre Sas?

Per la trasparenza è possibile conoscere le formalità e le procedure di affidamento di tali incarichi e appalti?

Per la trasparenza è possibile sapere se il presidente Bezzini si è posto il problema di interrompere l’incarico di portavoce alla titolare della Robespierre, visto che la medesima società  risulta essere incaricata di seguire la comunicazione dell’amministrazione provinciale con un corrispettivo superiore a 250.000.000 euro?

Per la trasparenza rispondete e smettetela di fare la morale agli altri e sentirvi superiori: abbassate la cresta(i) e ricordatevi che i voti servono per vincere le elezioni per governare e non per fare il proprio comodo; le leggi invece si rispettano e sono altri organi che si occupano di questo fortunatamente. Siamo in uno Stato di diritto e non nel cortile del Palazzo d’Inverno.

Le leggi dello Stato sono uguali per tutti così come le regole della comunicazione: se uno non rispetta le leggi paga e se altri non sono in grado di fare comunicazione (e si rifugiano nell’arroganza) possono cambiare mestiere e occuparsi della privatizzazione delle quaglie.

Cosi è se vi pare…….

 

Approvato il decreto legislativo sul commissariamento delle università

Il Consiglio dei Ministri ha dato oggi il via libera definitivo al decreto legislativo sui parametri di sostenibilita’ finanziaria degli atenei e l’eventuale commissariamento. Il decreto ha gia’ ricevuto l’assenso del Consiglio di Stato e il parere favorevole delle Commissioni parlamentari e sara’ quindi pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale dopo la registrazione da parte della Corte dei Conti. Il decreto prevede un monitoraggio costante della situazione economica, finanziaria e patrimoniale degli atenei e definisce parametri atti ad individuare le situazioni critiche e deficitarie degli stessi. Gli atenei dovranno: garantire certezza ed omogeneita’ nel risanamento dei bilanci ed evitare eccessivi disavanzi; gestire i fondi con maggiore trasparenza; garantire un’offerta formativa di alto livello, senza dover ridurre gli investimenti sulla formazione; operare secondo obiettivi di efficacia, efficienza e trasparenza. Il decreto definisce e disciplina tre casi. Due definibili da “cartellino giallo”. Il primo riguarda il caso di situazione critica di disequilibrio economico e finanziario e patrimoniale temporaneo. In questa fase l’Universita’ intraprende un percorso di risanamento vigilato dal Ministero dell’Istruzione, dell’Universita’ e della Ricerca e dal Ministero dell’Economia e delle Finanze. Il secondo riguarda il caso di dissesto finanziario che comporta l’incapacita’ per l’ateneo di fare fronte ai debiti liquidi ed esigibili. In questa fase viene elaborato un piano di rientro in tempi certi. Il “cartellino” diventera’ “rosso” nella terza fase: cioe’ se, nonostante queste possibilita’, gli atenei non metteranno ordine nei propri conti. In questo ultimo caso scattera’ il commissariamento. In questa fase l’organo commissariale ha l’obiettivo di ripianare i debiti e ricondurre l’intero sistema ad una situazione di equilibrio.

Nel provvedimento e’ stato valorizzato il ruolo dell’ANVUR che, dopo la procedura commissariale, deve valutare se esistano i presupposti per mantenere l’accreditamento dell’istituzione universitaria ovvero per un’eventuale operazione di federazione o fusione di atenei, ai sensi dell’articolo 3 della legge 240 del 2010, in linea con i principi ispiratori della riforma. L’interrvento normativo consente dunque di: individuare tempestivamente, tramite l’organo di controllo contabile, le situazioni critiche negli equilibri economici, finanziari e patrimoniali delle universita’; avviare un percorso di risanamento nelle fasi critiche ed adottare un piano di rientro nella fase di dissesto finanziario, secondo criteri analiticamente definiti e sotto la vigilanza dei Ministeri dell’istruzione, dell’universita’ e della ricerca e dell’Economia e delle finanze, anche per mezzo del Collegio dei revisori dei conti; finalizzare positivamente l’eventuale fase commissariale, diretta al riequilibrio nella situazione economica, finanziaria e patrimoniale e alla garanzia del mantenimento di un livello soddisfacente nella qualita’ della didattica e della ricerca delle universita’ statali

In via Roma 56 (sede del genio assoluto) dissestavano e stupivano con “luci” speciali da design….

Il dissesto dell’università senese, di oltre 270.000.000 di euro (cifra ben conosciuta negli uffici del tribunale) evidentemente, vista la cifra, veniva praticato dall’alba al tramonto e in assenza delle luci dell’alba e del chiarore del cielo al tramonto altre “luci” speciali illuminavano l’ingresso dei geni dentro la sede di Via Roma 56. Del resto, solo delle luci speciali,potevano accontentare l’ingresso magnifico di geni, semiologi e poi recentemente quello dei soci della società INFACT che abusivamente avevano dichiarato la propria sede operativa nei locali universitari di Via Roma 56.

Potevano accontentarsi di lampade e lampadari normali in uso nel 99,99% degli uffici pubblici e privati? NO!!!!

Dopo gli scopini e altri oggetti da design comprati con il listino del sultano del Brunei (da non confondere con Stigliano) un altro oggetto luminoso veniva pagato a peso d’oro: Il lampadario dei lampadari, la stella luminosa del cielo che copriva i crani geniali dei professoroni con e senza laurea di Via Roma 56. Quanto hanno speso (con i soldi pubblici) per comprare il lampadario dei lampadari? Ci risulta sia stato pagato Euro 15.000,00 + IVA. Qualcuno faccia una verifica urgente, perché anche avessero speso mille euro per un lampadario da collocare nell’ ingresso di un ufficio pubblico, la cosa sarebbe vergognosa. Con la scusa del design dissestavano.

Più che un’inchiesta della magistratura italiana, questi dissestatori andrebbero processati al tribunale dell’Aja per crimini contro il patrimonio pubblico e spediti in un centro di recupero per “malati contabili” da costruire nei ghiacciai del Polo Glaciale Artico. E senza riscaldamento e con i cessi senza scopino.

Vergogna !!! Vergogna!!!

P.S. Abbiamo trovato un lampadario da design da collocare in “dimore private” di prestigio: il famoso Exstasy L 110 cm. al prezzo di euro 1.431,43.

(http://www.modaedesign.com/product_info.php?products_id=7294)

Ma l’ingresso di Via Roma 56 è una dimora privata? Certamente no!! Per qualcuno forse si …. e anche  ad uso “familiare acquisito”.

Manuale del co- e post-dissestatore di atenei. Prima puntata: le Scotte

Iniziamo questa nuova opera partendo dal fondo. Domanda: appena vinte (con tutti i dubbi del caso sui quali la magistratura, che ha sequestrato tutti i fascicoli che sta leggendo DA PIU’ DI UN ANNO) le elezioni, cosa ha cercato di fare il co- post-dissestatore di atenei Criccaboni? Prima ancora di chiamare a co-dissestare la maestra elementare pensionata e condannata dalla Corte dei Conti Ines Fabbro, ha tentato di forzare la mano per decidere LUI chi nominare a capo dei famigerati DAI (Dipartimenti ad Attività Integrata presso l’AOUS) ed in particolar modo ha cercato di imporre CARLO SETACCI. Vi giunge nuovo questo nome? Non crediamo, perché era uno dei famosi ospiti a Stigliano, fedelissimo del Sultano del luogo.
Fallito questo obiettivo, il nostro post-dissestatore ha pensato bene di chiamare a fare il DA (Dissestatore Amministrativo la cui la selezione, ancora una volta, è al vaglio, assai lento, della Magistratura) un’amica carissima di Jolanda Cei Semplici, altra dissestatrice stiglianese d.o.c., adesso in contenzioso con l’AOUS per una cifra, pare, di circa 600.000 euro cosa per la quale la redazione di Fratello Illuminato chiede una commissione urgente di inchiesta sui bilanci dell’AOUS dal 2003 in poi. Per non parlare delle cene a tre di cui avevamo già parlato fra Dissestatore Amministrativo, Jolanda Cei Semplici e Marcello Rustici.
Infine un prorettore delegato è Vincenzo Sorrentino, altro stiglianese e tosiano.
Cosa possiamo e potete dedurre da tutto questo? Che il co- e post-dissestatore Riccaboni rappresenta la continuazione e la contiguità con la linea dissestatrice (la catena di affetti) rappresentata da Sultano di Stigliano-Faraone di Pescia-Jolanda Cei Semplici e tutte le varie appendici tutte rigorosamente presenti al cinema all’aperto di Stigliano e dei quali né l’Ateneo né l’Ospedale riescono a liberarsi in alcun modo, cosa che naturalmente porterà alla totale distruzione dell’una e dell’altro, mangiati da dentro come una mela infestata dai vermi.
I nomi di una buona parte delle appendici stiglianesi di cui andiamo parlando li potete trovare nell’associazione Università Libera (il cui presidente è Antonio Vicino) fra i soci fondatori.
Ecco quindi cosa intendiamo quando parliamo, nella sintesi proposta nell’ultimo post, ai punti 2 (proteggere i dissestatori veri e propri) e 6 (circondarsi di Cricca Boys).
Nella prossima puntata del Manuale parleremo invece del punto 3) ovvero: CASCARE DAL PERO.
Buona lettura!

Finalmente per voi, amati lettori, il Manuale del dissestatore di atenei da stampare e rilegare in pelle

Cari lettori di Fratello Illuminato, la redazione si è resa conto del grande successo riscosso dal Manuale, viste anche le positive recensioni ricevute sui maggiori quotidiani nazionali, come la Reppublica di sabato scorso e Ve ne propone una versione in file pdf da stampare e rilegare in pelle (possibilmente di precario) e dare così prestigio alla vostra libreria.

Scarica il Manuale del dissestatore di atenei

Ma la redazione di Fratello Illuminato non intende lasciarvi orfani della preziosa manualistica e va ora a proporvi il prestigioso Manuale del co- e post-dissestatore di atenei.

Come avrete di certo capito si parlerà del duo Riccaboni & Fabbro e delle loro imprese ingegnosissime per co- e post-dissestare l’ateneo di Siena. Andiamo perciò a sintetizzare quali sono le linee strategiche del duo:

1) Scaricare tutte le responsabilità del proprio evidente fallimento su altri. Altri che sono individuabili sia nel passato recente (Focardi soprattutto) sia nel presente. Nel presente ovviamente si parla di, nell’ordine: Regione, Comune, Provincia, Governo. Quando Riccaboni e Fabbro si troveranno nella condizione di non pagare gli stipendi attribuiranno la responsabilità a tutti i precedessori e ai governanti locali e nazionali.

2) Proteggere i dissestatori veri e propri. Non è un caso che da otto mesi non ci sia versi di far riportare i soldi per i libri in onore del Sultano di Stigliano al comunicatore dei comunicatori Boldrini che saltellava giulivo, insieme ad altri responsabili del dissesto al momento dell’elezione del Riccaboni.

3) Cascare dal pero. Questa è una tattica eccezionale. Funziona meno bene quando si è stati nell’ordine: presidente del Nucleo di Valutazione, estensore di un articolo nel quale si diceva che i bilanci erano proprio eccezionali, presidente del CRESCO (un porcheria che ha dato anche ospitalità a gente INFACT proprio brava), Delegato ad Arezzo per diversi anni, Preside per quattro.

4) Come Berlusconi, accusare i giornali. Quello funziona benissimo perché sposta l’attenzione dalle proprie enormi responsabilità.

5) Insistere nel dissesto spendendo per un cellulare quanto lo stipendio mensile di un’unità di personale tecnico-amministrativo ed utilizzando la carta di credito aziendale, il tutto in barba alle difficoltà in cui si dibattono molti dei suoi colleghi che fanno ricerca e didattica per davvero.

6) Circondarsi di Cricca Boys da un lato e chiamare una maestra elementare pensionata e già condannata dalla corte dei conti a fare il direttore amministrativo dall’altro. In questo modo si sega il ramo su cui si è seduti, causando la morte clinica dell’ateneo.

7) Millantare crediti che non si hanno e andare a passeggiare sempre sul solito scoglio marino col rischio di scivolare. Inoltre intrattenere rapporti con amichetti in posizioni ministeriali, anch’essi peraltro millantatori di un potere che non hanno, è un buon modo per finire di schiantare l’ateneo.

Analizzeremo queste ed altre manchevolezze del duo Criccaboni e Fabbro nella nostra prossima monumentale opera nella speranza di riscuotere pari successo che con la precedente.

Ave et Vale.

Maestro James (Maestro), Cesare Mori (Prefetto), il cane Paco (Professore ad Oxford), Marianne Franceschi (Portavoce).

Vogliamo Maurizio Boldrini assessore alla cultura al posto di Lucia Cresti

Maurizio sisisi … Maurizio sisisi … vai con liscio sei tutti noi!!!(e poi tutti in coro)

Noi della redazione di Fratello Illuminato dopo un pasto decente a base di cucina europea e gottini di vino nostrano, siamo giunti alla conclusione che se vogliamo invadere culturalmente l’Europa urge sostituire l’assessore Lucia Cresti e nominare al suo posto il mitico genio di Via Roma 56: Maurizio Boldrini.

Non perdiamo altro tempo. Il genio è l’unica risorsa disponibile in grado di competere con quegli ignoranti del continente europeo. Lui è mille spanne avanti: per forza è un genio. Non tergiversiamo in Comune: chi meglio dell’inventore della comunicazione scopino 2.0 può sconfiggere quei poveri illusi di competitori europei? Solo lui! E basta con le perdite di tempo! Nominatelo assessore e affidategli comunque deleghe senza portafoglio. Dotatelo di un ufficio di 18 mq.(troppo grande poi corre il rischio di inventarsi un’altra area comunicazione in Comune) e fategli costituire uno staff di livello: alla poesia europea il poeta del mondo antico Maurizio Bettini; alla ricerca delle piste dei barbari che si sono rubati il tetto di San Galgano il semiologo Omar Calabrese e siccome la cultura senza musica non suona bene, a seguire gli eventi musicali chi meglio del garante nonché presidente del Comitato per l’approfondimento musicale del Ministero della Gelmini, Luigi Berlinguer. Per la grafica e il design delle iniziative per la promozione della cultura chi meglio della società INFACT? Per ordinare e stampare libri non vi preoccupate: il genio le conosce bene le tipografie.

Con la cultura è possibile ricreare venti economici da eventi poetici. Ad esempio: sulla scorta della diatriba tra la Grecia (di oggi e non del mondo antico) e il British Museum per riportare nella stessa Grecia i fregi del Partenone, il neoassessore Boldrini coadiuvato dal semiologo Omar, potrebbe aprire un contenzioso con Angela Merkel per far rientrare in Italia il famoso “tetto d’oro” che secondo lo stesso Omar a suo tempo (un tempo confuso) i barbari avevano rubato.

Che ideona: con il tetto d’oro venduto a 25,00 euro al grammo magari possiamo lanciare una bella Opa (offerta pubblica di acquisto) per comprarci la ditta che produce scopino da 60,00 euro cadauno e con il restante della somma recuperata con l’oro fare l’aumento di capitale del bilancio comunale e visto che siamo generosi, pagare un viaggio per l’Australia solo andata a tutti quei dissestatori che culturalmente parlando hanno smerdato la cultura secolare e il prestigio di una città.

Nominate Maurizio Boldrini assessore alla cultura e privatizzate le quaglie.

Ops … forse l’attuale assessore Lucia Cresti è già rappresentativa della cultura proveniente dal mondo culturale di Via Roma 56. Comunque nominate Boldrini. Noi siamo con lui, ora e sempre.

 

C’è un’intera comunità che guarda preoccupata, memore degli annunci e degli impegni presi. Chi li sta onorando?

Alberto Monaci. Lettera al quotidiano Nazione.

Da senese ho a cuore le sorti dell’Ateneo (perla sua grandezza nella storia, il suo prestigio scientifico e culturale, ma anche per la sua natura di motore del complessivo sviluppo del territorio); da uomo nelle istituzioni regionali, che ha sostenuto e votato l’intervento finanziario su Le Scotte, il dovere di una vigilanza attenta affinché quell’intervento straordinario sia ben capitalizzato, anche perché non può ripetersi.

Chiara l’esposizione della situazione fatta dal professor Angelo Riccaboni. Una chiarezza che non nasconde il permanere di una situazione di difficoltà della gestione di competenza, ancora in segno meno e, così traspare dall’intervista, con certezza `zero’ sul breve periodo. Non un bel biglietto da visita per una campagna immatricolazioni che vorremmo tutti consistente, sia per ragioni finanziarie che per ragioni storiche: Siena polo attrattivo’. Se alla magistratura (ordinaria e contabile) il compito di accertare responsabilità penali ed erariali sul famigerato ‘buco’, agli odierni amministratori dell’Ateneo quello di governare un processo di riallineamento fra costi e ricavi che non riesce ad emergere. Le partite straordinarie, il Rettore lo sa bene, possono dare un aiuto. Ma il `buon padre di famiglia’ non gestisce le spese di casa confidando nella sola argenteria! Aumenta gli introiti, valorizzando merito e qualità dell’offerta didattica e della ricerca, riducendo i costi impropri, anche se lascito di passati – distratti – padroni di casa. C’è un’intera comunità che guarda preoccupata, memore degli annunci e degli impegni presi. Chi li sta onorando?

 

Questa volta il giornale del Bisi ha ragione: “Farà discutere l’assenza dell’assessore alla cultura del Comune di Siena al primo confronto pubblico di Assisi sulla capitale della cultura europea 2019”

Come non dare ragione al giornale del Bisi in merito all’assenza del Comune di Siena alla prima riunione di Assisi sulla capitale della cultura europea 2019. Non mettiamo in discussione la circostanza che l’assessore alla cultura del Comune di Siena Lucia Cresti non ha potuto presenziare all’evento per via di altri impegni: quello che suona strano è come mai non è stato delegato altro assessore o dirigente del Comune in sostituzione della Cresti. Una città che aspira a diventare capitale della cultura non credo trovi difficoltà a delegare un rappresentante per una riunione ad Assisi. Poteva andarci il professore tosiano Marcello Flores presidente del comitato Siena capitale europea, oppure un professore in sostituzione o in alternativa il portavoce del presidente Bezzini: visto che dal Comune non poteva andarci nessuno siamo del parere che l’amministrazione provinciale non si sarebbe tirata indietro.

Avevamo letto svariati comunicati istituzionali che proclamavano il massimo impegno per sponsorizzare la città a diventare capitale della cultura 2019: però alla prima occasione le istituzioni erano assenti. Che fate ci querelate per via di questa critica? Perché oramai sembra di assistere ad una sorta di censura preventiva dell’informazione: pubblicare solo le cose piacevoli ed evitare critiche o dibattiti polemici. Il primo passo per aspirare al titolo di capitale della cultura è il riconoscimento pieno della libertà di informazione, altrimenti passiamo ad altro.

E poi: con tante figure di prestigio e riconoscibili possibile che dovevate scegliere come presidente del comitato il tosiano Marcello Flores? Da quel che osserviamo ci sembra che il suo ruolo in tal senso sia il medesimo di quando faceva l’assessore alla cultura: invisibile.

E ancora: da quanto abbiamo letto le uniche risorse destinate alla promozione della candidatura attualmente sono quelle residue della vecchia organizzazione della mostra di Duccio (quindi di una precedente ma precedente amministrazione).

Il dibattito  e gli impegni su questa candidatura europea sono partiti male e in forma scomposta: prima di volare alti pensate a risolvere i problemi delle istituzioni culturali della città come il dissestato ateneo. Chissà se tra i vari impegni l’assessore alla cultura del Comune di Siena troverà il tempo di spendere due parole sulle sorti culturali dell’ateneo? Non quello di Assisi (che non esiste), ma questo di Siena.

P.S. Nelle foto il tosiano Marcello Flores e l’assessore alla cultura del Comune di Siena Lucia Cresti.

Aprite una doverosa commissione d’inchiesta sui bilanci dell’Azienda Ospedaliera (Le Scotte) di Siena

La sanità pubblica e la tenuta della stessa merita maggiore attenzione da parte delle istituzioni interessate e per garantire i servizi necessari e doverosi nei confronti dei cittadini, non sono più rinviabili i monitoraggi e le verifiche sulla gestione dei bilanci dell’Azienda Ospedaliera: per non ritrovarsi (speriamo di no) con situazioni simili a quelle dell’Ateneo senese.

Da più parti si evidenziano preoccupazioni sulla situazione economica dell’Azienda Ospedaliera, oltre a diverse lamentele da parte degli utenti (i famosi cittadini) sul servizio e quindi chiediamo alle istituzioni interessate di promuovere l’apertura di una COMMISSIONE D’INCHIESTA SUI BILANCI DELL’AZIENDA OSPEDALIERA PARTENDO DAI BILANCI DELL’ANNO 2003.

E a tal proposito chiediamo ai soggetti interessati (come atto di trasparenza) di confermare o smentire l’esistenza di una sorta di contenzioso economico tra l’Azienda Ospedaliera Senese e l’ex direttore Jolanda Cei Semplici: si tratta di soldi della collettività e quindi urge una comunicazione pubblica dell’esistenza o meno di questo contenzioso.

Per caso la signora Jolanda Cei Semplici (amica di Ines Fabbro) ha richiesto dei soldi (circa 600.000 euro che secondo lei le spettano) all’Azienda Ospedaliera?

 

 

 

 

L’editoriale del Maestro James: “Portami una bella topolona che ti spalanco le porte del paradiso economico”

Dopo le porcate emerse con le inchieste giudiziarie sulle famose P3 e P4 e sui “grandi appalti”, un’altra porcata, e in questo caso in senso letterale, emerge da altre inchieste: quella che il nostro blog aveva definito la “F4”(federazione italiana copulatori anziani).Escort, ragazze facili e in cerca di posti d’oro, ben disponibili ad ammucchiate, trombate anziane, amplessi in volo (con preservativi rigorosamente al gusto di caviale): una sorta di catena di affetti (senza parentele) per convincere il “massimo copulatore anziano” del nostro paese (il mitico Silvio da Arcore) ad elargire prebende, raccomandazioni, appalti e conduzioni televisive. Non più il “mondo visto da un oblò” ma una nuova prospettiva angolare per scalare gli affari e il successo: novanta gradi o smorza candela, a seconda del posto d’oro richiesto. Mentre il cattolicissimo parlamento italiano delibera contro la libera scelta sessuale dei cittadini italiani, di notte o nel pomeriggio, gli stessi culi d’oro che occupano gli scranni parlamentari, si abbuffano di tette, cosce, ombelichi e altri culi da verniciare d’oro. Con il nostro oro: le tasse che paghiamo dopo aver verniciato il nostro culo di sudore lavorativo. Alla famosa F4 ci sono solo iscritti berlusconiani? No di certo. L’uso sconsiderato di tette, culi e cosce, tiene occupati ambienti politici più disparati e sparsi anche ai livelli locali. Del tipo: “se mi trovi una fidanzata ti porto in viaggio con me nella penisola iberica, tanto pago con la carta di credito dell’ente … ahahahah … ci divertiamo un sacco …” oppure “che ci stai a fare in questo luogo poco estetico … dai dai ti faccio diventare un’esperta in comunicazione e ti compro la Smart e stivaletti da 1000,00 euro … dai dai …” o ancora “la bocca non serve solo per comunicare … se indovini l’altro utilizzo ti faccio avere una bella consulenza nella mia area e poi magari ci fidanziamo … pensa: mano nella mano e giù a scodinzolare come una coppia geniale”.
Di porcate in porcate (non solo copulatorie) la crisi economica e morale in Italia si allarga a dismisura: dalla Puglia a Sesto San Giovanni passando per certi locali di Via Roma 56. Mancano i soldi per i servizi sociali con il rischio di aumentare le tasse ai cittadini? Che vi lamentate a fare: i soldi servono per le agenzie di comunicazione del partito e per gli incarichi. Per comunicare le stronzate bisogna spendere soldoni, per le mense e le strutture per i bambini bastano le briciole.
Insomma: tra scopate di lusso e scopini da cesso d’oro la classe operaia va in paradiso. Ma non in quello economico.
Trombiamo,procreiamo,divertiamoci anche (non è ne peccato o reato) con lussuria, ma non lucriamo sul corpo delle donne e sulle istituzioni pubbliche.

P.S. Nella foto un cesso da design catalogato come “cesso erotico”