Segui il genio e …” (parte prima). In attesa di ritornare sul ruolo della tosiana Gabriella Piccinni ai tempi del dissesto vi proponiamo la prima puntata di “libri, geni, Piccinni e il degrado culturale”

Giovanni Falcone amava dire “segui il denaro …”. Nel nostro piccolo riscriviamo la frase: “Segui il genio e trovi i vari arcani”. E noi il genio l’avevamo seguito, ma con una colpevole distrazione, alla quale abbiamo rimediato scusandoci con i nostri lettori. In questa prima puntata le tracce del genio non ci riportano dentro l’università, ma al Santa Maria della Scala. Le tracce ritrovate sono del periodo d’oro del dominio boldriniano sulle casse pubbliche della città (non solo universitarie) e del suo ruolo di direttore editoriale di Protagon Editori Toscani (la casa editrice dell’Alsaba) e scava scava abbiamo scoperto che la collana di Protagon Piccola Biblioteca di Ricerca Storica era (forse è ancora?) diretta da Gabriella Piccinni. Non sappiamo se oggi la Piccinni e il genio dissestatore hanno ancora questi ruoli; non importa. Le tracce che a noi interessano sono del periodo analizzato. La prima domanda: alcuni libri della collana di Protagon Piccola Biblioteca di Ricerca Storica diretta da Gabriella Piccinni chissà con quali soldi sono stati pagati? Dell’Università forse? Vedremo nella prossima puntata.
Gabriella Piccinni e Maurizio Boldrini entrambi legati dall’amore per la cricca dissestatrice e per l’opportunismo dilagante che li ha portati grazie al PD ad avere le mani ovunque in questa città. E non gratuitamente per la città. Un pacchetto di affetti, di libri e di incarichi a spese della collettività. Seguiamo le tracce allora. Boldrini e Piccinni legati alla Protagon e la Piccinni con i suoi ruoli al Santa Maria della Scala. Il Santa Maria della Scala gestito con i soldi pubblici:dalla luce alle pubblicazioni di libri e riviste. Casualmente abbiamo scoperto che:

A) Cataloghi Santa Maria della Scala in gran parte Protagon:Epoca! (1999), Falsi d’autore (2003), Siena e Roma (2006) ecc. Ad esempio nel solo 2008 escono: Maestri senesi e toscani nel Lindenau Museum di Altenburg, Protagon 2008 Mario Ceroli. Forme in movimento, Protagon 2008 (per citarne alcuni)

B) Sempre nel 2008, però, comincia ad affacciarsi al Santa Maria un editore milanese, Mazzotta, che pubblica i cataloghi Siena Jazz Eye (2008), La lente di Freud (2008) e Arte, Genio e Follia (2009), l’orrida mostra sgarbiana. Tutti e tre i cataloghi, pur pubblicati da Mazzotta, sono stampati dall’Alsaba. Alsaba-Protagon chiaro no?!!)

C) Così come dal primo all’ultimo numero è stato stampato all’Alsaba (pare in copie sovrabbondanti) il “Giornale del Santa Maria della Scala”.

Alcune domande, e se qualcuno presenta un esposto alla magistratura ordinaria e alla Corte dei Conti non sprecherà il suo tempo.

Domanda n.1) Chi ha conferito gli incarichi alla Protagone e all’Alsaba e attraverso quale procedura formale?
Domanda n.2) Quanti soldi sono stati pagati alla Protagon e all’Alsaba?
Domanda n.3) I libri e i cataloghi affidati alla Protagon e stampati all’Alsaba sono stati inseriti nei circuiti delle librerie o erano a disposizione solo all’interno del Santa Maria della Scala? Chi di dovere ha verificato altri preventivi prima di affidare l’incarico alle società dove avevano incarichi Boldrini e Piccinni?

Qualcuno trovi delle risposte convincenti. Il Barzanti, sempre prolisso con i suoi articoli ipocriti e noiosi, non ha niente da commentare sul ruolo dei suoi due amici Boldrini e Piccinni. Cari cittadini anche da queste tracce dovrebbe risultarvi ancor più chiaro il motivo complessivo del dissesto economico, morale e culturale della città. Ma che strano: in questa città non esistevano e non esistono altre case editrici, tipografie, etc? Strano, no?

ARRENDETEVI!!! SIETE CIRCONDATI!!! (Parte quinta). Ma più che avvertire cosa dobbiamo fare?

Caro Criccaboni, ti avevamo avvisato del fatto che se vai a pisciare noi sappiamo anche quanti sgrolloni fai. Ma tu, niente! Di coccio proprio! Allora senti questa e con il Cricca sentitela tutti. Dunque avete visto, su tutti i giornali online e anche cartacei che c’è un esposto a ben due Procure della Repubblica per i magheggi del Cricca e dei suoi accoliti con società private e intrallazzi con l’Università? Bene. E sapete anche che chi ha fatto l’esposto ha affermato di avere tutta la documentazione che prova quanto esposto, per l’appunto. Ovvai che il Criccaboni fa in settimana scorsa una riunione riservata (alla quale sappiamo anche chi era invitato, sentite quanto è riservata!) nella quale si è chiesto e ha chiesto: ma di dove sono usciti questi documenti che avevo fatto distruggere tutto? Cricca, Cricca … La prossima volta accertati che quelli che mandi a distruggere le carte le distruggano e non le buttino nel vetro, perché in Toscana c’è la differenziata e quando vanno a prendere il vetro e ci trovano le carte di Cresco, Telos Consulting e varia altra roba le portano in Procura. E poi: ma invece di preoccuparti di come sono usciti i documenti preoccupati di quando ti entrano addosso le forze dell’ordine e i magistrati, caro il nostro abusivo. Tanto la frittata è fatta.

Ti si dice un’altra volta: vai a casa!!! Se non ci vai sulle tue gambe ti fanno fare la fine di quel galantuomo con cui ti incontravi a Casetta, Pierino Tosi aka il Faraone di Pescia. Ma perché non dai retta? Vai a casa, dai retta, prima che ti ci mandino a forza. Come diceva Totò: desista, non insista!!!

Scontro Bersani-Renzi sulle banche. E l’inchiesta Antonveneta-MPS si allarga

Ieri sulle pagine fiorentine del Corriere della Sera ho letto una puntuale e lucida intervista al mio amico Luigi Zingales, un economista giovane e preparato. Nell’intervista affrontava uno dei mali della vita economica e politica italiana, focalizzando l’attenzione sul rapporto nefasto tra certa politica e il sistema bancario e segnalava come emblema del declino la passata gestione di MPS. Come dargli torto! L’altro male del declino italiano è rappresentato dalla decadenza del sistema universitario; un tempo i cervelli erano in fuga verso l’estero, oggi, con le università ridotte a un groviglio di banditi legittimati, inadeguatezza di diversi docenti e poche risorse, il rischio vero,è non riuscire a trovare nemmeno cervelli pronti per la fuga. E di ieri la notizia dell’iscrizione nel registro degli indagati del rettore della Sapienza Luigi Frati per “falso”: “alcune cartelle cliniche sarebbero state falsificate”. A questo aggiungiamo la situazione dell’università di Siena, con un rettore eletto con elezioni taroccate e con una classe dirigente universitaria responsabile di un dissesto milionario. Ma il ministro Francesco Profumo non intende affrontare questi problemi: un grosso paradosso per il professore Monti. Lunga è la strada per il rilancio del Paese e pochi sono i politici adatti, per cultura e profilo etico, al compito. Da registrare il penoso,quanto riduttivo e deflagrante, scontro tra Bersani e Renzi sulle banche e le cene con il mondo della finanza. Uno scontro che volge verso le offese gratuite e le minacce di querele. Il PD è un partito in via di archiviazione? E’ probabile.

Di Renzi mi ha colpito la risposta, o meglio la frecciatina riferendosi alla gestione di MPS, verso Bersani: “Lì una certa politica ha fatto guai seri”. Ma è lo stesso Renzi che non più tardi di due mesi fa aveva esaltato il ruolo di Franco Ceccuzzi, quel politicante amico di Mussari e di Paolo Del Mese e che aveva “condiviso” l’acquisto di Antonveneta? E’ lo stesso! Con un qualche confusione e con qualche senso di colpa. Nel frattempo le inchieste della magistratura sull’affaire Antonveneta e altre questioni di MPS si allargano e ad oggi sono già state ascoltate circa 90 persone e la novità rilevante è la convocazione delle banche. Tra lo scontro Bersani-Renzi e le inchieste della magistratura c’è una differenza di svariati miliardi di euro. E non si comprendono i motivi per cui l’indagato Mussari rimane in sella all’ABI e di certo convince poco, anzi per niente, una difesa basata sul “legittimo impedimento” di un legale. Per tutto il resto c’è mastercard. E speriamo che l’accelerazione della magistratura in tutta Italia in merito alle varie inchieste sul sistema distorto politica-affari, non trovi, altrimenti si configurerebbe come un paradosso ingiustificabile, dei rallentamenti solo a Siena, nel corpo giudicante. E la procura generale della Corte dei Conti apra una verifica completa “a seguito di segnalazione a mezzo web” su tutte le consulenze legali esterne affidate dal Comune di Siena all’avvocato Fabio Pisillo, verificando nel dettaglio la natura, la compatibilità di bilancio e la forma di affidamento; e verificando altresi eventuali conflitti d’interesse tra “tutela degli interessi patrimoniali del Comune” e difesa di soggetti che con le loro azioni hanno arrecato danno all’ente, come nel caso dell’aereoporto di Ampugnano e Università di Siena. Il “legittimo chiarimento” preteso dalla collettività, non solo senese, è prioritario rispetto al “legittimo impedimento” di un singolo avvocato. Come prima, per tutto il resto c’è mastercard.

Albus Silente

ARRENDETEVI!!SIETE CIRCONDATI!!! (parta quarta). Un rettore abusivo che scrive lettere abusive

Circa un anno fa su questo blog avevamo scritto che per le nefandeste,gli atti banditeschi,le truffe e schifezze varie commesse e che vengono ancora perpretate dentro l’ateneo senese conveniva installare l’aula di giustizia in un teatro o palazzetto dello sport e avviare un maxi-processo. In fin dei conti la cricca universitaria agisce come un’associazione di banditi vera e propria: si coprono a vicenda e teorizzano l’intoccabilità.
La massima espressione di questo status banditesco è rappresentata dalla presenza di un rettore abusivo(il Criccaboni) che scrive lettere abusiva insieme alla condannata dalla Corte dei Conti Ines “maestrina” Fabbro. Ci riferiamo a quella che i due hanno scritto, violando diverse leggi, per agevolare il loro amico docente Lorenzo Frediani, socio della società Astrea. Il ministro Francesco Profumo,altro orecchie da mercante, doveva annullare il decreto di nomina ed è sempre in tempo per rimediare a questa distrazione invece di partecipare ai convegni al fianco di Luigi Berlinguer. Ma un esposto contro il ministro Profumo come ci starebbe?

Abolire le società di rating: “sono altamente carenti e discreditate”. Ma i responsabili di aver condotto MPS nella palude dei giudizi negativi hanno dei nomi e dei cognomi ben precisi e un partito di riferimento

Di Mario Draghi tra le poche che condivido è la valutazione data sulle società di rating :”sono altamente carenti e discreditate”; e non posso che condividere il giudizio del senatore Elio Lannutti« Finalmente è emerso e si è presa coscienza del fatto che le «tre sorelle», Standard & Poor’s, Moody’s e Fitch sono un pericolo vagante per la sovranità degli stati in materia economica e finanziaria e che emettono report a orologeria, visto che fra i loro soci ci sono le banche più importanti e potenti al mondo, la Credit Union, la Ing e altre. Insomma sono molti i conflitti di interesse presenti in queste agenzie di rating e ora se ne ha consapevolezza, anche politica, che si tratta di entità private che rappresentano un pericolo per la stabilità economico-finanziaria degli Stati e per i risparmiatori».

Purtroppo il sistema finanziario e bancario tollera le valutazioni delle società di rating e di riflesso le medesime valutazioni creano sistema e producono effetti sostanziali sull’andamento dei titoli in borsa. “E’ il mercato,bellezza!”

Lo stesso mercato alterato dalle speculazioni e da un vizio tutto italiano: un ambiguo rapporto tra pubblico e privato e una posizione dominante della politica nella gestione operativa delle banche e dei gruppi finanziari. Il regolatore che diventa regolato e il mercato si trasforma in una palude per i piu’ deboli. E questo strapotere e la richiamata ambiguità conferisce ai banchieri un potere condizionante per la vita politica e per la tenuta sociale degli Stati. Una situazione insostenibile anche per coloro che rivendicano una formazione economica liberale. Sul Monte dei Paschi si abbatte la scure di Moody’s; una valutazione negativa che arriva nel momento peggiore per la stessa banca. Un valutazione che appare preordinata e finalizzata “all’esproprio” da parte del mercato della banca. Ma il dato disarmante è un altro: MPS è finita nella palude perchè la fondazione azionista e gli ex vertici della banca Mussari e Vigni hanno operato da “non banchieri” e con una visione e gestione di natura politica provincialotta e tesa al mantenimento del ruolo del partito per ottenere consenso elettorale. Hanno bruciato patrimonio per prolungare nel tempo la caduta e oggi senza armi e difese il mercato divora tutto; anche le coscienze dei politici incapaci e falliti. E il paradosso è anche un altro.Il Comune di Siena ente nominante della fondazione azionista della banca MPS aveva confermato l’incarico a Moody’s per la valutazione del rating dello stesso Comune “A Moody’s l’incarico di certificare il rating del Comune di Siena. La giunta, inoltre, ha rinnovato all’agenzia “Moody’s Italia Srl”, l’incarico di certificare l’incarico di certificazione della solvibilità finanziaria, rating, per l’anno 2011. Una decisione per offrire agli investitori adeguate garanzie sulla solvibilità finanziaria del Comune di Siena”. Qui siamo al massimo dei paradossi:l’agenzia incaricata dall’ente nominante i membri della fondazione azionista della banca MPS,oggi, abbatte la scure sulla banca MPS.”E’ il mercato,bellezza!” E nel mercato i conflitti d’interesse e di posizione ce ne sono in quantità esagerate.

Che cosa aspettano fra tutti per promuovere un’azione di responsabilità nei confronti di Mussari e Vigni e nei confronti della deputazione amministratrice della fondazione MPS? Che cosa si aspetta dentro la banca a rimuovere i mussariani Velentino Fanti e David Rossi dai loro ruoli?

Che cosa sta ruotando intorno a MPS? Non siamo mica nati in Patagonia!

In questo momento la banca è sotto l’occhio del ciclone e se a Siena c’è la volonta di recuperare e costruire rapporti esterni per ritrovare forze e alleati il primo passo da compiere  subito è la presa di distanza,con i fatti concreti, dalla precedente gestione; per dare al mercato un messaggio forte. E senza un rapporto trasparente e costruttivo con i dipendenti la banca rischia di essere sempre piu’ appetibile dagli speculatori. L’altro dramma per MPS e la città, è la presenza di membri della fondazione MPS incapaci di gestire l’emergenza ma nemmeno l’ordinarietà e un partito,il PD, che non ha perso il vizio di considerare la banca uno strumento da campagna elettorale.Se non vi svegliate a Siena, il punto di non ritorno è alle porte. E non c’è solo Moody’s che incombe. A tal proposito,con riferimento ai finanziamenti e al credito erogato nella passata gestione,perchè Profumo e Viola dopo un’attenta verifica interna non escono da Rocca Salimbeni in direzione Palazzo di Giustizia per segnalare i finanziamenti concessi al pastificio Amato di Salerno che ha fatto crack?

Albus Silente

Dalla La Città di Salerno: “Bancarotta Amato, ora s’indaga sulle banche e i rapporti politici “

di Luigi Colombo

 

Dalla pasta agli affari immobiliari. E’ apparso chiaro fin dall’inizio che le indagini sul crac del pastificio “Antonio Amato” non si sarebbero fermate soltanto alla caduta di quell’impero di famiglia. C’erano, ci sono, troppi intrecci che insospettiscono gli inquirenti. Quelli che riguardano la classe politica locale e, in particolare, i rapporti intrattenuti con amministratori e tecnici di Palazzo di Città. I 33 imputati, accusati a vario titolo della bancarotta, il 16 novembre compariranno dal gup Attilio Franco Orio per l’udienza preliminare. Tra questi Giuseppe Amato jr, l’ex deputato Paolo Del Mese; il nipote Mario amministratore di fatto della Ifil C&D, il consigliere provinciale sospeso Antonio Anastasio e Simone Labonia, già presidente di “Salerno Patrimonio”.

Ma le indagini condotte dal pm Vincenzo Senatore e affidate ai finanzieri del tenente colonnello Antonio Mancazzo non sono affatto concluse. E tendono a fare chiarezza sia sui rapporti intrattenuti con le banche che con esponenti del Comune. Perché le indagini, come già sottolineò il gip Dolores Zarone, nell’ordinanza di custodia cautelare, hanno evidenziato la presenza di Mario Del Mese e della “Ifil” anche nell’ambito di «appalti pubblici cittadini, quali quello della realizzazione della nuova piazza della Libertà e quello relativo alla Cittadella giudiziaria, con un non ben determinato “ruolo di intermediario”». Un ruolo che «poca collocazione giuridica trova nell’ambito di gare pubbliche di appalto».

Durante questi mesi gli interrogatori degli imputati hanno aperto nuovi spunti investigativi. Per ultimo proprio Peppino Jr (26 settembre) ha parlato ancora una volta dei rapporti con Piero De Luca, figlio del sindaco di Salerno, definendolo un «socio occulto della Ifil», e dei racconti che gli faceva Mario Del Mese di viaggi per portare soldi in Lussemburgo, proventi della Ifil. Già il 6 luglio scorso, Peppino jr aveva tirato in ballo l’ente, riferendo che il compito di Mario Del Mese era anche quello di «ridurre i tempi burocratici» per le istanze al Comune, visto che lui «vantava amicizie» con «funzionari dell’ufficio urbanistica» e «politici». E lo stesso Del Mese, disse, è anche «molto amico» di Piero De Luca «che ha lavorato anche con Amato spa». E’ sempre lui a raccontare che il nome di Piero De Luca venne proposto anche per la compagine dell’Ifil. Il figlio del sindaco, fu già sentito dai finanzieri l’8 giugno scorso, ma per una fattura del 2009 dell’importo di 18.360 euro, saldata poi per 8mila euro.

Mario Del Mese durante gli interrogatori non parla di questi rapporti e anzi si difende dicendo di essere «stato usato» dallo zio Paolo, l’ex esponente dell’Uder, e ora attraverso il suo legale Cecchino Cacciatore, ha fatto sapere di voler denunciare Peppino jr per le «calunnie» riferite durante gli interrogatori. Stessa azione sta valutando l’avvocato Massimo Torre che difende Paolo Del Mese, anche lui tirato nuovamente in ballo da Peppino jr. «In particolare è del tutto assurda – dice l’avvocato Torre – la rappresentazione di un messaggio “trasversale” che sarebbe stato inviato dal Del Mese ad un noto politico salernitano ed a un direttore di banca». Il messaggio “trasversale”, secondo Peppino jr, sarebbe stato l’aver rivelato dell’ormai famosa cena in costiera a fine estate del 2006. Oltre alla famiglia Amato e allo stesso ex parlamentare, in quell’occasione – secondo quanto racconta Del Mese – parteciparono alla cena Giuseppe Mussari, oggi a capo dell’Abi e all’epoca presidente del Mps, l’allora deputato Pd e futuro sindaco di Siena Franco Ceccuzzi e il sindaco De Luca. Un’occasione, aggiunge, per far conoscere alla banca sia un’azienda di prestigio del territorio, ma soprattutto (nell’ottica di un finanziamento) l’iniziativa che si apprestava a realizzare nell’area dell’ex pastificio della zona orientale con l’«Amato Re».

Riceviamo e pubblichiamo. Lezioni di pubblicità

La parola REDDITIVITA’ è tra quelle che più spesso vengono pronunciate dal Presidente del Monte dei Paschi Profumo. Viene da chiedersi come si coniughi questa “redditività” con la pubblicità che David Rossi dà al Gazzettino Senese. Nella nostra totale ignoranza in materia di pubblicità ci viene però da fare una banalissima osservazione.
Immaginiamo che nella selezione dei giornali a cui dare la pubblicità debba essere tenuta presente una cosa molto ovvia, ossia l’incremento della quota di mercato che il Monte dalle inserzioni pubblicitarie potrebbe trarne. Per farla semplice. I fattori da prendere in considerazione dovrebbero essere la tiratura delle copie e la parte di mercato sulla quale quei giornali vanno ad incidere.
Stupisce che questi fattori siano riscontrati nel caso del Gazzettino Senese, un giornalino di sei paginette che viene distribuito gratuitamente e rigorosamente solo a Siena e sul quale si potrebbe anche osservare che:

– tirerà si e no 2500 copie a settimana, distribuito gratuitamente; non allegato a nessun quotidiano locale, con il risultato che se andate nelle edicole troverete tutte le copie accatastate da una parte perché nessuno le prende (chissà se dopo questa osservazione ci sarà chi si attiverà per darlo in omaggio con La Nazione, magari con qualche improvvisa partnership temporanea);
– viene distribuito solo su Siena città, quindi ci si chiede: ma quale cavolo di quota di mercato del Monte dei Paschi c’è da aumentare su Siena città? Qualcuno pensa che a Siena non si sappia che c’è il Monte? Ma per favore!
Quindi dopo tutto ciò, e dato che la pubblicità su un giornale come il Gazzettino non svolge assolutamente la funzione che dovrebbe avere, perché gli viene data?

Una ipotesi, leggendo il taglio che ha il giornalino viene in mente: dare una mano ai ceccuzziani, dato che scrivono tutti per il Gazzettino.
Ma Viola lo sa che viene data pubblicità ad un qualcosa che per il contenuto che ha più che ad un giornale assomiglia all’organo cartaceo della corrente Ceccuzzina del PD?
Si è informato Profumo di quanto ritorno in termini mini di nuova clientela su una piazza come Siena è capace di dare un foglio del genere?

Laura

Rinviata l’udienza dal GUP per “legittimo impedimento” dell’avvocato del Mussari

Rinviata al 23 gennaio l’udienza sui rinvii a giudizio per la vicenda Ampugnano. Oggi l’avvocato dell’indagato Mussari, il noto vice-principe del foro toscano Fabio Pisillo era impegnato in altro processo. Quando uno è impegnato è impegnato!
In attesa della prossima udienza abbiamo una richiesta pubblica per il Commissario Laudanna. Siccome siamo in un periodo in cui i cittadini pretedono trasparenza sulle spese degli enti locali, siamo ad avanzare la richiesta per sapere se l’avvocato Fabio Pisillo ha avuto incarichi di consulenza per il Comune di Siena e in caso di risposta affermativa vorremmo sapere la quantità degli incarichi e l’importo complessivo. Riteniamo che la documentazione è accessibile a tutti e negli uffici degli enti locali non esiste il “legittimo impedimento” a fornire queste informazioni.

Riceviamo e pubblichiamo. Sembra di guardare Alberto Sordi

Ve lo ricordate il film con Alberto Sordi nei panni di un tenente dell’esercito che chiede gli ordini ai propri superiori l’otto settembre del 1943? E i superiori che gli intimano, ai sensi degli ultimi provvedimenti regolamentari, di cantare durante le marce di spostamento. E allora cantano mentre i tedeschi li attaccano uccidendo decine di militari italiani. Beh! La situazione al Monte sembra essere proprio questa. Dopo dieci mesi dall’insediamento della “splendida” coppia Profumo, Viola nulla è cambiato e i numeri rimangono brutti.  Una società di rating considera il titolo della banca senese spazzatura e la colpa è tutta del personale. Risorsa che va penalizzata, secondo gli attuali gestori, in modo indiscriminato perchè privilegiata nel recente passato e non adatta. Chi stabilisce tale inadeguatezza sono niente po’ po’ di meno che personaggi come la signora Dalla Riva e il signor Bernardo Mingrone che a fronte dei loro lauti compensi ignorano storie personali legate da anni a una azienda che si chiama Monte dei Paschi di Siena. Obbiettivo: disseminare terrore, paura per cercare di recuperare una capacità di direzione che non sembra essere riconosciuta. La fiducia nei confronti dei capi non è qualcosa che si compra il mercoledì al mercato. Profumo fa cadere, sempre, le solite considerazioni prive del riscontro della misurabilità dei numeri, dal sesto piano. Ha i suoi fedeli catapultati a Siena con cui si riunisce una volta alla settimana a Milano. Viola, per contro, ha i suoi fiduciari con cui dialoga costantemente a Siena. Ma, né quelli di Profumo, né quelli di Viola parlano fra di loro. Ci sono due modi per essere riconosciuti come “capi”: l’egemonia determinata dalla capacità professionale o la paura esercitata da un potere indiscriminato. I vertici bancari hanno scelto la seconda strada nel deserto dei risultati. Tutti avevano sperato in un cambiamento che fosse fatto di certezza di obiettivi del coinvolgimento sui risultati, del rispetto della risorsa lavoro per quello che ha espresso e per quello, soprattutto, che poteva ancora esprimere. Si colpisce, viceversa, nel mucchio senza conoscere le singole individualità, si distrugge un patrimonio di conoscenza che hanno fatto grande nel passato il Monte e che avevano subito la gestione anch’essa indiscriminata della coppia Mussari – Fabrizio Rossi. Non si è tentato un recupero, una rimotivazione delle capacità che pur erano disponibili a un cambiamento di passo per il bene del gruppo a cui appartenevano. Non tutti i dipendenti sono nella direzione generale e non tutti hanno fatto parte delle scelte sciagurate del passato. Ma a fronte dei molti che vengono cacciati senza reali responsabilità altri vengono conservati nei loro posti di comando. Livelli che sono di primaria importanza nell’azienda, ma che godono della copertura politica di chi oggi non è più ai vertici e/o del partito di maggioranza relativa a Siena. Ceccuzzi porta su di sé anche questa responsabilità: quella di aver scelto gli attuali “capi” e di aver distrutto un patrimonio fatto di carne e di ossa.

Giovanni Romagnoli

ARRENDETEVI!! SIETE CIRCONDATI!!(parte terza): bloccate la nomina di Gabriella Piccinni a direttore di dipartimento

La solita rinfrescatina http://shamael.noblogs.org/?p=6165

La candidata a tutto Gabriella Piccinni, docente universitaria fedelissima di Luigi Berlinguer e Piero Tosi, è una di quei docenti che ha la responsabilità morale e gestionale nel dissesto dell’ateneo perchè ha votato tutte le manovre e le delibere nei cda dell’ateneo sotto il rettore Tosi.Infatti la tosiana Piccinni è stata membro del cda dal 2004 al 2007. Noi siamo in possesso di tutte le delibere e dei verbali e li abbiamo consegnati ai nostri uffici legali per un controllo sotto il profilo contabile, civilistico e penale. E a breve li metteremo a disposizione. Come abbiamo fatto pubblicando le vicende aretine del Criccaboni. E’ solo una vergogna la candidatura di questo soggetto alla direzione di un dipartimento di un’università che ha subito un dissesto da una gestione di cui faceva parte la stessa Piccinni. Fermatevi e subito, per il bene delle casse e del futuro dell’ateneo. Inoltre vogliamo ricordare che la Piccinni, durante il cda nel quale Focardi annunciò la chiusura di quella vergognosa mangiatoia di soldi pubblici che era l’area comunicazione e marketing gestita dal dissestatore Maurizio Boldrini, si sollevò per difendere la mangiatoia e il suo amichetto Boldrini. Ci vuole una faccia tosta e anche peggio per ripresentarsi ad occupare un ruolo di gestione dentro l’ateneo. Alla decadenza si somma altra decadenza. La signora Piccinni nei giorni scorsi ha fatto il giro dei docenti dicendo “allora mi candido io al dipartimento” in accordo con Criccaboni e il partito(quello di Ceccuzzi). Come avveniva ai tempi del Tosi. Sulla Piccinni come sul Bettalli si arriva fino in fondo e nel frattempo allertiamo la magistratura.

Vogliamo anche segnalare altre questioni. E da queste ulteriori vicende si comprendono i legami tra partito,istituzioni e i docenti della cricca tosiana. Anno 2010; la fondazione per la realizzazione della strenna di Natale incarica per la realizzazione del volume la Protagon Editori (ossia Maurizio Boldrini) e tra i relatori alla presentazione c’era lei, l’amica del Boldrini, la filodissestatrice Piccinni. Anche la banca MPS (quando David Rossi e Mussari imperavano) aveva affidato il libro strenna ai docenti tosiani “Miti di Città -Un viaggio attraverso le più belle città italiane alla ricerca delle nostre origini. A cura di MAURIZIO BETTINI,  MAURIZIO BOLDRINI, OMAR CALABRESE e GABRIELLA PICCINNI – Salvietti e Barabuffi Editori – Progetto grafico Catoni & Associati – Coordinamento editoriale di Monica Granchi”. Qui ci trovate, oltre alla Piccinni, anche i due geni di Via Roma 56 e 57, Boldrini e Bettini e anche la fidanzata storica di Boldrini, che il genio aveva assunto all’area comunicazione. E poi vi chiedete perchè la città è stata portata al declino? Basta seguire i dissestatori e gli incarichi affidati. Una domanda su tutte: quanto hanno riscosso questi docenti dalla banca oppure erano li a titolo gratuito? E nel caso in cui hanno recepito dei compensi, sempre che rientrano in questa tipologia, gli stessi compensi sono stati dichiarati all’università e il cda ha provveduto alle necessarie autorizzazioni?

La Piccinni faccia una cosa seria per l’università: lasci perdere il dipartimento. L’università per ripartire non ha bisogno di politicanti e filodissestatori.