Ancora un promemoria

Non vorremmo che nel rumore di fondo ci si dimenticasse di alcune situazioni alquanto oscure nella vicenda universitaria. Brilli perciò come un astro la vicenda Astrea. La ricordiamo in sintesi: ancor prima che a forza di pinte di cricche ministeriali capeggiate dal musicologo di fama internazionale nonché garante dei garanti nonché Sultano di Stigliano Luigi Berlinguer venisse nominato il Criccaboni da Maria Stella Neutrini, il Cricca col fido Lorenzo Frediani, titolare di Astrea srl, società mobiliare e immobiliare, aveva immaginato la creazione di un fondo immobiliare avente ad oggetto immobili pubblici, quelli dell’Ateneo. Per far ciò si erano rivolti a diversi interlocutori fra cui Antonio Marino. Ma non solo: sospettiamo che Frediani, sollevato con una lettera cofirmata da Criccaboni & Fabbro da alcuni compiti INELUDIBILI propri di un professore ordinario, abbia interloquito anche con la Fondazione e la Sansedoni (tanto stanno bene!). La cosa è stata portata all’attenzione di tutti i cittadini da questo blog e anche da giornali locali e nazionali e, ciliegina sulla torta, oggetto di un esposto depositato ormai un po’ di tempo fa presso la Procura della Repubblica di Siena.
Onde ricordare a tutti, anche a chi ha sul tavolo il suddetto esposto, rimandiamo al nostro articolo che potete leggere qui: http://shamael.noblogs.org/?p=4184.
Siccome è recente la richiesta di rinvio a giudizio per le elzioni del Criccaboni, oltre alla palese irregolarità che ne deriva, oltre all’evidenza del fatto che il duo Criccaboni & Fabbro non hanno combinato niente in un anno e mezzo se non danni, oltre all’evidente incapacità di gestire l’ateneo, sarebbe il caso che qualcuno cominciasse a far pesare anche queste gravissime irregolarità, se non addirittura illegalità.
Vediamo di darsi una svegliata, prima che crolli veramente tutto ok???

P.S. Abbiamo letto in qualche commento in rete che noi avremmo esagerato nella descrizione della situazione dell’università di Siena. Può darsi, ma ci piacerebbe sapere IN COSA, perché tutto quello che abbiamo scritto è RIGOROSAMENTE DOCUMENTATO. Perciò evidentemente chi ha esagerato è chi ha gestito l’Ateneo sinora.

Alcune domande all’onorevole Massimo D’Alema

1. On. D’Alema, durante la campagna elettorale di Franco Ceccuzzi lei è venuto a Siena a sostenere il gruppo dirigente del PD e i vertici delle istituzioni senesi e nell’occasione di una passeggiata nel quartiere di San Miniato è stato fotografato con l’ex capo dell’areaa comunicazione dell’università di Siena Maurizio Boldrini. Cortesemente ci dice la sua posizione in merito al vergognoso dissesto dell’ateneo senese?
2. On. D’Alema, siccome lei è stato un sostenitore della presidenza Mussari al Monte dei Paschi ci potrebbe illustrare la sua opinione sull’acquisto di banca Antonveneta?
3. On. D’Alema ci dice la sua opinione in merito ai rapporti intercorsi tra il presidente dei garanti del PD Luigi Berlinguer e l’ex ministro Gelmini per favorire la firma del decreto di nomina di Criccaboni?
4. On. D’Alema, ci potrebbe illustrare la sua posizione in merito alle affermazioni fatte dal commercialista Di Tanno durante l’ultima assemblea di MPS in merito all’acquisto di Antonveneta?
5. On. D’Alema, ci potrebbe illustrare il suo ruolo nelle varie vicende politico-istituzionale degli ultimi 11 anni di Siena?
6. On. D’Alema, lei è stato o non è stato o forse è tutt’ora il referente politico nazionale del gruppo di potere che ha gestito in prevalenza le istituzioni senesi, in primis la banca MPS?

Ma così non è stato. Evidentemente.

Si sta avvicinando il d-day di Ceccuzzi che, oramai, è destinato a lasciare la poltrona di sindaco dopo solo un anno dalle elezioni comunali.
Ceccuzzi non ce l’ha fatta, con grande sospresa anche del suo stesso partito che riteneva, dopo una vita passata a fare solo politica, masticasse decisamente meglio la materia.
Ma così non è stato. Evidentemente.
Ecco che sia a Siena che a Roma gli organismi dirigenti sono già al lavoro per la sua sostituzione e per cercare un nuovo candidato da buttare in campo. Peraltro, voci romane, parlano di vertici del partito del PD molto delusi da questa sua performance e sembrerebbe a rischio anche una sua possibile e nuova candidatura alla Camera dei Deputati per le elezioni politiche della primavera 2013.
Molti i nomi già al vaglio. Si parla di Paolo Capelli, capitano della Torre e grande amico di Ceccuzzi, ma anche di Alfredo Mandarini uomo molto vicino ad Antonio Degortes.
Proprio il Degortes pare stia infatti proseguendo nel suo lavoro di arruolamento di uomini e donne per costituire una sua lista civica (che non dovrebbe però più portare il nome dell’associazione ‘Per Siena’) e che dovrebbe scendere a fianco del candidato post Ceccuzzi, operazione che vede anche la benedizione di quest’ultimo.
Chissà se stavolta la SEL di Cannamela e Siena Futura del Marzucchi saranno disposti ad accettare e a fare campagna elettorale al fianco di Acetello & C..

Per mantenere la memoria

Riccaboni chiama Luigi Berlinguer e gli chiede se ha ricevuto la nota che ha trasmesso. Berlinguer risponde di sì. Aggiunge che ha interessato la CRUI perché prenda posizione e che ha appuntamento con la Gelmini. Berlinguer chiede notizie sullo stato delle indagini e Riccaboni risponde che sono stati sentiti gli studenti e che ci sono 4 iscritti nel registro degli indagati tra cui Comporti e Gaeta. Berlinguer dice che tutto ciò non può bloccare la nomina del nuovo Rettore e ribadisce che domani ha un incontro con Lei e che la stessa gli ha detto che sarà risolutivo. Chiede a Riccaboni se ha parlato con Massimo Egidi e Riccaboni risponde di sì, ma che non è stao un incontro produttivo perché Egidi ha altro a cui pensare per il momento. I due si salutano.

I filo dissestatori di ateneo scendono in pista per il “bene” della città. Tra i firmatari anche la berlingueriana-tosiana di ferro Gabriella Piccinni. Visto che c’erano potevano far firmare l’appello anche a Piero Tosi e Maurizio Boldrini

L’inutilità e la non credibilità dell’appello in questione emerge fin da subito quando troviamo la firma del consigliere comunale Pasquale D’Onofrio, sellato e legatissimo al gruppo ospedaliero vicino a Jolanda Cei Semplici e Piero Tosi. Si firma l’appello a sostegno di se stesso. Del resto basterebbe seguire il consiglio comunale di Siena sul Canale Civico per capire che questo D’Onofrio si atteggia a statista, parla senza sosta e alla fine ti poni questa domanda: che cosa ha detto e che cosa vuole fare? Insomma, stamani, sui giornali locali, è apparso un appello che nella sostanza chiede di salvare le sorti del Ceccuzzi e di mantenere lo status quo. E a rafforzamento di questa conclusione basta leggere i nomi dei firmatari. Ma ciò che lascia indignati è la presenza tra i firmatari di coloro che hanno sostenuto oltre a farne parte quella nomenclatura che ha distrutto l’ateneo senese. E non sazi delle responsabilità hanno avuto il coraggio di scrivere anche questo nell’appello. Leggete cosa scrivono:

 La nostra città non è immune a questa crisi, il collasso economico delle più grandi istituzioni della città, dall’Università degli Studi al Monte dei Paschi, fondamenta del modello di sviluppo basato sui servizi e sull’indotto, rischia di trascinare l’intero complesso di relazioni economiche e sociali in un baratro da cui sarebbe ben difficile uscire.La perdita del senso di responsabilità ed il degrado etico nella gestione della cosa pubblica, non solo hanno aggravato la crisi economica, ma hanno anche generato una crisi di credibilità in alcuni degli enti più importanti ed antichi del nostro territorio ed una progressiva perdita della loro centralità nel panorama regionale e nazionale.”

 Certo ci vuole una bella faccia tosta. Visto che c’erano potevano far firmare l’appello anche a Piero Tosi e a Maurizio Boldrini. Come si permette la Gabriella Piccinni di scrivere certe cose e presentarsi come una salvatrice della patria? Inorridiamo. Proprio lei che per anni ha magnificato le gestioni di Luigi Berlinguer e di Piero Tosi e ha fatto parte degli organi di ateneo dell’università e non dimentichiamoci di quel famoso cda dell’ateneo quando la stessa Piccinni difese con forza l’area comunicazione(o mangiatoia) gestita da Maurizio Boldrini. Vogliamo parlare di altri firmatari di questo appello? Ci sono anche i piccoli geni di Via Roma 56 come Orlando Paris, cannamelliano di ferro e allievo dei massimi geni di Via Roma 56 che fanno parte della nomenclatura berlingueriana-tosiana. Famosi sono i convegni che organizzava Boldrini e a cui partecipava come relatore questo Orlando Paris. Ci fermiamo qui, non vogliamo infierire su altri nominativi e su quelli già citati.

Questo appello lascia interdetti ma ci fa capire che in città non è in atto la discontinuità, ma solo una mascherata restaurazione del gruppo di potere che ha dissestato la città, in primis l’ateneo. VERGOGNA!!!

P.S. Nella foto Maurizio Bettini (autore della Ode a Piero Tosi, Maurizio Boldrini(quello dei libri abusivi in onore di Luigi Berlinguer) e Gabriella Piccinni (quella che difendeva Boldrini)

Alla luce delle nuove iniziative della magistratura vi riproponiamo alcune vicende non adeguatamente affrontate

Mesi fa avevamo proposto il manuale del co e post-dissestatore di Atenei. Visto che il Criccaboni continua imperterrito a professarsi estraneo alla dissennata gestione che ha condotto l’Ateneo alla rovina, ve lo riproponiamo con l’aggiunta di una immagine esplicativa:

Abbiamo visto che una delle strategie messe in atto dalla premiata ditta Criccaboni & Fabbro è quella di cascare dal pero onde scaricare le responsabilità del disastro dell’Ateneo su chi li ha preceduti, come se loro non c’entrassero niente. Ma ecco che il comitato di redazione di Fratello Illuminato ha sguinzagliato il cane Paco (laureato a Oxford e fellow al Lincoln College) che, da esperto bibliografo ha ritrovato un articolo scritto da Riccaboni intitolato: “La misurazione delle performance di Ateneo. L’esperienza dell’Università degli studi di Siena”. Andiamo ad analizzare cosa ci dice il nostro Criccaboni in questo articolo, premesso che è stato, nell’ordine, il Presidente del Nucleo di Valutazione, nonché il Presidente del Centro di di servizi di Ateneo per la Valutazione e il Controllo (CRESCO), nonché per nove anni il prorettore con delega per la sede di Arezzo e, infine, dal 2006, preside della Facoltà di Economia e, di conseguenza, membro del Senato accademico. Come possa affermare che lui non ne sapeva niente senza sottintendere che tutte queste cariche le ha esercitate completamente a cazzo di cane, non valutando e non controllando una beneamata minchia è domanda che lasciamo ai lettori.
Che scriveva quindi il nostro Criccaboni, lisciandosi le piume come un fagiano? Intanto fa una panoramica di quanto accaduto in altri Paesi europei per arrivare poi alla successione di disposizioni legislative come la legge 168/89 o la 537/93 che, a detta sua, hanno previsto forme di controllo interno e una maggiore responsabilizzazione per l’utilizzo delle risorse cosa che avrebbe “obbligato i vari atenei a razionalizzare i propri costi”. Frase cui noi aggiungiamo: “salvo quello di Siena che, in mano ad un faraone di Pescia attorniato da valutatori dello stampo di Riccaboni non solo non ha razionalizzato, ma ha sputtanato qualcosa come 25-30 milioni l’anno in più di quelli che metteva in cascina, moltiplicando i pani e i pesci con buona pace degli organi di controllo che anzi hanno avallato e controfirmato questi atti di banditismo vero e proprio”. Passa poi a citare la 370/99 con la quale sono stati resi obbligatori i Nuclei di Valutazione (di quello senese, ricordiamolo ancora, il Criccaboni era PRESIDENTE). E quindi sono stati poi creati nuovi metodi di valutazione delle performance che – ancora parole sue – “hanno richiesto un notevole sforzo finanziario per l’Ateneo stesso e il coinvolgimento di un numero ingente di stakeholders” (in altre parole: ci abbiamo sputtanato un mare di soldi e, siccome non bastavano, li abbiamo chiesti anche ai privati in cambio – aggiungiamo noi – di non si sa bene cosa, ma ce lo possiamo immaginare). Fra tutte queste valutazioni (ex post diremmo assolutamente sballate e fallimentari) c’è anche una chicchina di tal fatta: un progetto di valutazione delle prestazioni del personale, dirigenziale e non. Ora ci chiediamo, a parte la facile ironia sulle prestazioni al suono delle casse Bose in radica che si svolgevano in direzione amministrativa, cosa per la quale c’è qualcuno in via Roma 56 che si ritrova per le mani merce di ennesima mano, che prestazioni ha valutato il Nucleo nonché il CRESCO? Perché fra personale dirigenziale e non sono spariti qualcosa come 270.000.000 di euro. Forse il Valutatore dei Valutatori Angelo Riccaboni ha qualcosa da dire a questo proposito? O forse il modello di valutazione era tarato su Renato Vallanzasca?
E giungiamo al 2006, anno di questa prestigiosa pubblicazione e anno in cui il Criccaboni diviene preside e quindi entra a pieno diritto negli organi di governo. Ma un valutatore ed economista come lui non si è accorto dei bilanci falsi, dei peculati, delle malversazioni, dell’alterazione delle scritture contabili, dei rimborsi gonfiati e così via? No? Non ne sa niente? E uno che per dieci anni ha fatto quello che ha fatto e per quattro è stato negli organi di governo può cadere dal pero? E il prorettore Frati che rilascia le dichiarazioni che rilascia sui giornali? E il dissestatore amministrativo maestro elementare e condannato per danno erariale? Non ne sanno niente?
COME SI PUO’ CADERE DAL PERO? Bene!!! Basta avere quello che si chiama animus dissestandi e quindi entrare a far parte a pieno titolo dei co- e post-dissestatori.

P.S. Una domanda: chi sono gli altri cinque indagati per il dissesto? Quelli secretati dalla magistratura? Non sarà mica l’ora di dirlo ai cittadini? Per cautelarsi e per cautelare l’interesse COMUNE E PUBBLICO.

Editoriale del Maestro James. Se non ci fossero i cattivi tutto girerebbe armoniosamente e il groviglio godrebbe del massimo di splendore

Ci sarebbe una richiesta da fare a Report: quella di mandare l’intervista alla ex moglie del Bisi per intero, perché crediamo ne sapremmo delle belle. Comunque non possiamo non riconoscere al venerabile maestro direttore del corriere di Siena la sua grande capacità di scoprire i mandanti di tutto quello che sta succedendo a Siena. Sarebbero stai questi a preparare la trasmissione di Rai Tre (notoriamente di sinistra), a far impegnare ben 148 agenti di finanza. Sarebbero stati sempre loro, i cattivi di Siena, a coinvolgere la Procura di Siena, di Roma e la guardia di finanza della Capitale,la Consob. A far chiedere il rinvio a giudizio per dieci persone per la nomina del Rettore dell’università di Siena. A quanto ci è dato sapere a chiedere il rinvio a giudizio per altre persone per la vicenda Ampugnano. Se non ci fossero i cattivi tutto girerebbe armoniosamente e il groviglio godrebbe del massimo di splendore. É il livore che influenza e condiziona il comportamento di magistrati, guardia di finanza, giornalisti, politici; è questa smania diabolica che traboccando da una insoddisfazione mai appagata fa muovere le forze del male contro la città e le sue tradizioni, difese, quest’ultime, dallo storico Orlandini (ex assessore della giunta Piccini). E le vittime chi sarebbero, i buoni: Mussari, Ceccuzzi, Riccaboni, Viani con tutti gli annessi e connessi. Ma la vittima principale sarebbe proprio lui il buon Bisi. Che per un destino del caso si è trovato sempre a difendere od osannare con il suo giornale l’operato del presidente del Monte, o la nomina del Riccaboni, o del Fratello Viani. Lui non avrebbe voluto farlo, ma il rancore diabolico dei manipolatori senesi, quelli che non si rassegnano, sono arrivati a condizionare anche i suoi scritti. Lo hanno tratto in inganno per poi condizionare Report e la guardia di Finanza per manifestare il loro teorema: il groviglio armonioso non esiste! E con questa affermazione riconosciuta da tutto il mondo trovare finalmente un po’ di appagamento a quella smania diabolica che li ossessiona. Ecco finalmente la verità disvelata! Tutto ritorna nel suo ambito locale, più facilmente controllabile. Abbiamo trovato i nemici e quindi poter procedere al ricompattamento dei “buoni”. Continuare con il tran, tran di sempre. C’è comunque qualcosa che agita i difensori del groviglio armonioso: questa volta la partita è più grossa e si gioca fuori dalle mura. Non tutti a Roma, o Milano, o Londra conoscono la tesi del Bisi, problema non da poco! E se in fondo si venisse a scoprire che sono proprio le “novità introdotte” e non i soliti “diabolici” a menare la danza, come sarebbe? Qualcuno ci rimarrebbe male e sarebbe costretto ad ammettere un’ulteriore fallimento. Come quello dei numeri. Vi domanderete, cosa significa? Secondo le ultime esternazioni del sindaco i numeri non contano. Siamo passati dal 50% al 33% e ora alla non rilevanza delle percentuali. Questo significa che ci sarà un nuovo aumento di capitale e che a Siena rimarrà una piccola banca con un’altrettanta piccola Fondazione. È come se qualcuno, anche dello stesso partito del Ceccuzzi (Rossi ad esempio), abbia lavorato e gli abbia detto: non essendo stati capaci di gestire un banca come il Monte dei Paschi dovrete, in futuro, accontentarvi di quel poco che vi rimane. Il bello è che il Primo cittadino non solo accetta tale impostazione, ma ne diventa addirittura un teorico. Del resto per sua stessa ammissione a Siena non ci sono le capacità adatte e il passato da lui determinato non conta. Almeno che, come sempre, non leggeremo che tutto questo è colpa del livore diabolico di qualcuno non si sa però se sarà determinato, questa volta, dai soliti ignoti o dai nuovi arrivati.

 Maestro James

Stefano Bisi vorrebbe imporre in eterno il groviglio alla meravigliosa Siena. Non sono ancora bastati i disastri? Ma davvero la classe politica si lascia dettare la linea da uno dei principali responsabili dell’attuale situazione senese?

Ieri sera sul blog del Bisi lo stesso ha postato questo commento:

mag 12th, 2012 da 15:57

Domani, domenica, uscirà sul Corriere di Siena un interessante articolo di Alessandro Orlandini. Scrive che in una situazione di difficoltà, in Italia e a Siena “potrebbe farsi strada fra i senesi la volontà di una resa dei conti immediata, sulla base di una sommaria attribuzione di responsabilità. Non manca ovviamente questa pulsione, alimentata, in più di un caso, da quanti covano risentimento e rivalsa, soprattutto se, in passato, hanno ricoperto incarichi di rilievo e li hanno in seguito perduti (poco importa per costoro se a causa di clamorosi insuccessi elettorali)”. Quello che scrive Orlandini è più che una sensazione. Infatti come consigliere della trasmissione tv non c’è soltanto chi, per almeno due volte è stato condannato per diffamazione, ma anche chi, nel ’93, alimentò una violenta campagna violenta di veleni in città. Il clima è di nuovo quello. Ne possono subire le conseguenze i più indifesi, quelli che non c’entrano. Un po’ di attenzione ci vuole: è bene non sottovalutare i piccoli episodi e le campagne di odio che da almeno due anni vengono alimentate da blog più o meno anonimi.
Spero che abbia ragione Orlandini quando scrive: “La mia sensazione è che a prevalere sia un atteggiamento diverso, molto composito ovviamente, ma più consono a quella coesione ideale e sociale che, al di là dei conflitti politici, sacrosanti nella loro frequente asprezza, è stata una delle caratteristiche salienti del modo di essere senesi. Per dire una banalità, un po’ come nel Palio, dove il tutti contro tutti si trasforma in tutti per la Festa”.”

Alcune considerazioni immediate. Accusare la Rai di essere stata strumentalizzata è alquanto ridicolo e appensantisce notevolmente, se altri danno retta al Bisi, la sensazione che tutti acclamino il groviglio. Riportare nel dibattito attuale la vicenda delle liste del ’93 è fuorviante e serve solo al Bisi per creare un nemico inesistente e quindi chiamare tutti a solidarizzare con lui. Tentativo patetico. Utilizzare il Palio per richiamare tutti alla coesione politica, richiesta strumentale, è offensivo per il Palio stesso. Pubblicare sul giornale un articolo di Alessandro Orlandini come strumento di moralizzazione della politica è un boomerang visto che Orlandini è stato nominato da poco nel cda di Siena Parcheggi. Qundi la lezione da chi ha goduto di una nomina dal potere politico attuale è alquano fuori luogo.

Ma il Bisi chi pensa di prendere in giro? In questi anni non ha fatto altro che mettere zizzania e appoggiare con il giornale l’operazione Ampugnano e tutte le scelte della gestione Mussari. E non dimentichiamoci dell’assunzione della fidanzata al Monte. Ma chi pensa d’incantare? Una domanda. Ma il Bisi parla come giornalista, come massone o come difensore d’ufficio della giunta comunale?

E sempre a urlare contro i blog … E qui Bisi se permetti: i blog non fanno nessuna campagna di odio. Dove sarebbe l’odio? Nel denunciare il banditismo gestionale all’università forse?

E visto che chiedi sempre l’intervento della magistratura contro i blog, perchè non ti fai chiamare anche te per spiegare i motivi del tuo sostegno all’ampliamento di Ampugnano, per esempio?

Riceviamo e pubblichiamo. Rinnovatore di cosa?

“E’ stato un errore: ci sono asset di valore nazionale che non possono essere guidati in modo esclusivo da soggetti locali perché in un territorio non necessariamente può essere presente un patrimonio di competenze sufficiente.” Questo è il pensiero del Sindaco di Siena pro tempore, tale Franco Ceccuzzi. Proviamo ad analizzarlo! Cari senesi voi non siete all’altezza di governare una banca, nonostante che l’abbiate fondata e gestita onorevolmente fino al 2001. Quindi, visto che non ci sono professionalità senesi io faccio il “discontinuatore”, “l’innovatore”, con persone che vengono da fuori che quasi sicuramente porteranno via la banca da Siena. Strano modo di ragionare per un Primo cittadino! Non solo il nostro “eroe” non si pone nessuna domanda sul perché siamo arrivati a questo punto. Signor Ceccuzzi, provi a domandarsi chi ha nominato una quantità di incapaci che rispondevano soltanto alla logica di appartenenza neppure a quella partitica ma a quella esclusivamente amicale. Troverà nella risposta, che potrà darsela di fronte allo specchio del suo bagno la mattina prima di uscire di casa, il vero motivo. Forse le sfugge che in questa città, in questa regione, ci sono competenze che sono state mortificate perché non rispondenti ai canoni politici ceccuzziani. Forse le sfugge che ci sono giovani senesi che hanno incarichi importanti a livello nazionale ed europeo nei settori della finanza. Perché vuole umiliare per la seconda volta la città che amministra: la prima con le nomine che ha fatto e che ci hanno portato a questo punto. La seconda volta passando come “rinnovatore” che con figure non senesi accelera l’uscita della banca da Siena. Altro che “rinnovatore” come dice il governatore Rossi che detto da lui “vetero comunista” è tutto un programma. Gli slogan non servono a nessuno se non a una battaglia tutta interna al PD fra due facce della stessa medaglia. Monaci non è presidente del consiglio regionale toscano di cui Rossi è governatore? Suvvia non siamo così sprovveduti!
Altro slogan che affanna una parte dell’opposizione è quello relativo al commissario, no al voto al bilancio, no al commissario! Bel rebus, anzi grande alibi per votare a favore di Ceccuzzi! Ci spieghino come una crisi della maggioranza al comune di Siena possa non passare che da un commissario. Il commissario verrà in tutti i modi sia se si voti no al bilancio, sia se si approvi una mozione di sfiducia, sia se il sindaco si dimetta per sua volontà. Il passaggio commissariale è previsto dalla legge e può essere individuato anche nelle figure amministrative esistenti come avvenne nel 1969. Quindi, cerchiamo almeno di essere chiari con l’elettorato che ha dato fiducia su programmi ai rappresentanti che siedono in consiglio comunale.

 

Stefania

Ester Cicala. Masturbarsi in pubblico è reato. Dentro casa è un piacere

La masturbazione per quanto mi riguarda non è un peccato; piuttosto un piacere dell’intimità personale. E’ reato invece masturbarsi in pubblico. La masturbazione è di destra, di sinistra o di centro? Urge un dibattito politico, senza rinvio alcuno. Il blitz della finanza al Monte, la richiesta di rinvio a giudizio per le elezioni del rettore, la crisi in Comune, la crisi comune? Problemi terziari. Non sta succedendo nulla: è il solito complotto di giudici comunisti contro i comunisti e gli ex comunisti; un disegno plutonico-catodico-erotico contro il sistema. Problemi di comunicazione. Il groviglio armonioso? Maledetti ignoranti. Il groviglio armonioso è semplicemente un aggrovigliamento sensuale e piacevole. Come vi sarà venuto in mente di accanirvi contro il groviglio. In fondo il Bisi sostiene il groviglio perchè professa Peace & Love. Scongiurare in tutti i modi il commissariamento: si rischia l’aumento del prezzi dei preservativi. Peace & Love.