Maggio 21st, 2012 — Note redazionali
Maggio 19th, 2012 — Note redazionali
Maggio 19th, 2012 — Note redazionali
Apprendiamo con sdegno che all’Università per stranieri il 25 maggio si ricorderà la figura di Enrico Berlinguer e, oltre alla figlia, interverranno alcune teste d’uovo del Partito e, con una faccia veramente di bronzo, anche suo cugino, al secolo il Sultano di Stigliano.
La figura di Berlinguer, dice l’organizzatore Cigna, è ancora attuale sotto molti aspetti. Bene. Ce n’è uno in particolar modo: la questione morale. A questo punto facciamo qualche domanda a questo proposito:
1) è moralmente accettabile che un’università antica e prestigiosa venga messa in ginocchio e ne venga dilapidata la fortuna didattica e scientifica per farsi belli di fronte al mondo e scalare posizioni politiche?
2) E’ morale, dopo averne prosciugato le casse con iniziative costosissime come il falso anniversario del 750°, lasciare il tutto in mano ad un dissestatore da competizione, Tosi, circondato da mozzaorecchi pericolosissimi?
3) E’ morale continuare a farsi incensare dai predetti mozzaorecchi, Faraone di Pescia incluso, anche attraverso palesi illegalità come i famosi libri in proprio onore?
4) E’ morale farsi reintegrare senza poi fare neanche un minuto di presenza in Ateneo, al fine di puntare alla Corte Costituzionale o comunque al CSM come è avvenuto?
5) E’ morale fare comunella con personaggi del calibro di Rosaria Bindi, in aspettativa per oltre venti anni nell’ateneo che si è governato, al fine di ingraziarsi anche tutta quell’ala democristiana che il cugino ha così ferocemente avversato?
6) E’ morale divenire ministro e cominciare a distruggere completamente l’istruzione superiore in Italia e poi, per giunta, dopo aver lasciato una cricca di ascari fedeli al ministero, fare comunella con personaggi disgustosi come la Moratti e la Gelmini? E fare anche il musicologo ministeriale di chiara fama?
7) E’ morale appoggiare incondizionatamente, anche tramite pressioni alla suddetta disgustosa Gelmini il duo del dissesto finale Criccaboni & Fabbro?
8) E’ morale avvalersi delle capacità dissestatrici anche di personaggi come Jolanda Cei Semplici?
9) E’ morale inzuppare a forza il proprio figlio prima come professore ordinario, poi come consigliere d’amministrazione di Ampugnano, poi come consigliere di amministrazione di Antonveneta?
10) E’ morale continuare attraverso i propri fidatissimi mozzaorecchi continuare a determinare le scellerate scelte politiche che hanno ridotto l’intera città di Siena in ginocchio e sull’orlo del baratro, dopo aver perso Università, Banca e Fondazione?
Potremmo continuare ad libitum, ma ci fermiamo qui, considerando invece morale invitare i cittadini, anche e soprattutto quelli di sinistra ad attendere questo personaggio il 25 nel piazzale della stazione e notificargli, civilmente e solo verbalmente, tutto il proprio rimprovero e disgusto per aver contribuito in prima persona al degrado economico, culturale e politico di una città che ha vissuto tempi ben migliori prima del suo avvento.
Per non parlare dell’infame sfruttamento di una persona, come ENRICO Berlinguer, che – piaccia o non piaccia – ha rappresentato certamente una ben altra sinistra italiana.
Maggio 18th, 2012 — Note redazionali
Il giorno dopo la pubblicazione dell’articolo dedicato al segretario regionale del PD Andrea Manciulli, il nostro blog ha toccato il picco massimo di 22.368 contatti. Forse la curiosità. Nel contempo siamo venuti a sapere che il Manciulli avrebbe affermato che l’articolo del nostro blog sarebbe stato suggerito dai fratelli Monaci. Come al solito prendono fischi per fiaschi e in alcuni casi il fiasco non lo lasciano andare. Tempo fa il blog era gestito da universitari, poi dietro ci sarebbe stato il Piccini e i suoi collaboratori, di recente son spuntati fuori altri nomi. Tra non molto azzarderanno l’ipotesi che il blog sia gestito dalla Casa Bianca o da Report o da Colonnino. Mai nessuno, però, smentisce i contenuti dei nostri articoli. Invece di farvi le seghe mentali sul blog, e ribadiamo la piena legittimità del blog, qualcuno pensi ai danni compiuti. Al Manciulli, come già espresso ad altri, comunichiamo che se vuole replicare al nostro articolo qui nessuno censura. Che buffa cosa: anni fa alcuni dirigenti del PD annunciavano ai quattro venti che “la rivoluzione” passava attraverso il web, oggi invece invocano l’omertà del web. Non prendete fischi per fiaschi e lasciate in pace il fiasco.
Maggio 18th, 2012 — Note redazionali
Maggio 18th, 2012 — Note redazionali
Una volta si diceva negli atti amministrativi che il combinato disposto generava il dispositivo della delibera. Il combinato disposto della trimestrale e dell’ipotesi di mettere in essere un’obbligazione dal titolo “simpatico” come co.co.bond genera l’andamento del titolo di questi giorni. La trimestrale non ha bisogno di particolari commenti perché i numeri confermano ancora una volta che la banca è ingessata, bloccata! Non riusciamo a capire come se ne possa scrivere positivamente se non facendo ricorso alla solita azione di convinzione nei confronti dei giornali messa in atto dai “maestri” della comunicazione di Rocca Salimbeni. Un’aspetto positivo, comunque, questa volta c’è: la chiarezza dell’esposizione e la facilità nella lettura dei numeri. Linguaggio asciutto di un management rinnovato che sa confrontarsi con il mercato, anche se sarebbe sempre bene accompagnare le affermazioni e gli aggettivi con i numeri. Veniamo da un’esperienza, quella del Mussari, dove le cifre e i piani industriali erano una variante indipendente. Dirigenti, i nuovi, che sanno che gli azionisti sono tutti uguali e che devono essere ripagati dall’assunzione del rischio di impresa, che non piegherebbe mai il risultato aziendale ai voleri della politica. Almeno così ci sembrava e che così vorremmo continuare a sperare se non ci fossero all’orizzonte i co.co.bond. Titoli che non devono essere confusi con le famose coccole promesse da Ceccuzzi in campagna elettorale. Il primato della politica consiste nel non scendere sotto il 33% nel controllo della Banca da parte della Fondazione. Per fare questo si ricorrerebbe invece della strada lineare, quella dell’aumento di capitale classica con gli obiettivi industriali ben chiari, ad un ulteriore indebitamento che va ad aggiungersi agli altri sei miliardi e oltre già contratti. Piano industriale, quindi (che purtroppo slitta ancora) e ricorso al mercato con un management che si misura con degli obiettivi veri e mette le proprie capacità nella sfida imprenditoriale. Certo questo comporterebbe una discesa ulteriore della Fondazione che continuerebbe in ogni caso ad essere alimentata dagli utili, ridotti, ma comunque percepiti. E Dio solo sa se la città ha bisogno di utili. L’emissione dei co.co. lascia la banca nell’incertezza nei confronti del mercato e blocca, vista la mole dell’indebitamento, la distribuzione degli utili per diversi anni. Creano una diseguaglianza fra gli azionisti e l’emittente deve pagare un’interesse altissimo ai sottoscrittori (15-18%). Obiezione! Ma i sottoscrittori sarebbero la Cassa Depositi e Prestiti e lo Stato, quindi, gli interessi andrebbero allo Stato. Non è proprio così. Il pubblico deve indebitarsi per sottoscrivere i co.co e per pubblico va intesa anche la Cassa Depositi e Prestiti in quanto partecipa al consolidamento del bilancio statale. In più la Banca deve già rimborsare i Tremonti Bond per un importo di un miliardo e novecento milioni euro. Se ciò non avvenisse, quest’ultimi, sarebbero trasformati (entro il 2013) in azioni e lo Stato diventerebbe azionista del Monte. Ai valori del diciassette maggio la Banca capitalizza circa due miliardi e cinquecento milioni di euro, capite bene cosa significa. Qui casca l’asino! Siamo in presenza del primo passo sulla strada della nazionalizzazione del Monte. Ma di una nazionalizzazione subdola, meglio sarebbe, se così fosse, una strada lineare, pulita. I co.co bond hanno una clausola quella che sarebbero trasformati in azioni nel caso in cui la banca scendesse nel suo TIER one sotto un certo valore che potrebbe essere fissato nel nove per cento. Se ciò dovesse avvenire, cioè che la banca non riuscisse a superare quella soglia, lo Stato procederebbe alla nazionalizzazione. Determinerebbe il valore economico e giuridico sottostante alla nazionalizzazione, fissando il prezzo delle azioni e con questo darebbe il ben servito alla Fondazione e alla città. Non so se tutti hanno ben valutato i rischi concreti di una ipotesi del genere, stante la situazione nella quale si trova il Monte. Meglio poco che nulla e il niente è dietro l’angolo se si continua a privilegiare la politica (33%) alla dura legge del mercato.
T.O.
Maggio 17th, 2012 — Note redazionali
Ignazio di Loyola, proclamato santo da papa Gregorio XV e fondatore della compagnia di Gesù, praticava l’uso del cilicio come atto di penitenza e per autoflagellarsi per avvicinarsi al sacrificio di Gesù. L’uso e l’abuso (secondo fonti degli stessi ambienti dell’integralismo cattolico) è una pratica nascosta in quanto non è contemplata dalla chiesa cattolica. Quindi un uso privato e in certi ambienti,il cilicio è riconosciuto come pratica del pentimento. Contenti loro tranquilli (poco) tutti. Negli anni si sono susseguiti libri, film, ricostruzioni più o meno fantastiche e la prevalenza delle informazioni riconduce l’utilizzo del cilicio dentro gli ambienti dell’Opus Dei. Tra storia e leggenda il cilicio diventa un elemento quasi modaiolo di una certa elitè. Alcune fonti giornalistiche americane ci raccontano di negozi specializzati nella vendita del cilicio. Ci sono varie colorazioni e diversi modelli. Come del resto accade per la lingerie. Apprendiamo che in alcuni ambienti va di moda il cilicio color viola, soprattutto sulla riva di mondi profani. Nessuno si senta offeso, ci riferiamo naturalemente a coloro che ne fanno uso, se utilizziamo l’immagine dell’uso del cilicio per raffigurare la stretta nefasta,quasi di autoflagellazione, che certe gestione passate e presenti hanno e praticano intorno e dentro le banche. Recando danni alle stesse banche e all’economia reale in generale. Gestioni chiuse, ossessive,autoreferenziali, che come possiamo registrare dagli eventi hanno indebolito le banche, praticando una quasi mutazione genetica del ruolo specifico. In molti, anche sulle spinte emotive (giustificabili), si augurano l’abolizione delle banche. Questa è un’utopia, però, considerata la situazione di declino economico e le varie operazioni finanziarie pessime, è auspicabile, anzi è urgente, una rimodellazione del sistema bancario e quindi smetterla con la stretta del “cilicio” intorno alle banche.
Maggio 16th, 2012 — Note redazionali

Leggiamo con sconforto sul giornale che è in corso una polemica fra le Officine Democratiche (che non si sa cosa voglia dire) e Andrea Manciulli, segretario del PD regionale a proposito di un intervento in Palazzo Vecchio di Pietro Ichino. La sciagurata battuta di Manciulli (“mi chiedo se siano mai entrati in un’officina vera”) ha scatenato l’ironia di costoro che hanno replicato invitandolo ad andare a parlare delle sue esperienze lavorative. Beh. Non c’è bisogno. Ve le raccontiamo noi. Il Manciulli, piombinese, il Richelieu di Salivoli e Calamoresca, nasce come costola politica di Mussi cui fa da luogotenente finché Mussi e Salvi (altro stiglianese da corsa) decidono di non aderire all’Ulivo e di fare strada per conto proprio. Non appena conquista qualche posticino politico comunale, dopo una gloriosa laurea in storia sulla storia della cucina (non sull’Athenaion politeia, sul pollo alle mandorle quindi) comincia a comportarsi da compagno satrapo e fra una festa dell’unità e l’altra, schiaffa subito l’allora fidanzatina francese nella gestione del parco archeologico di Baratti (tanto per fare un esempio). Quindi conquista via via posizioni e quindi si trasferisce a Firenze a cariche sempre più alte. Totalone di giorni di lavoro in vita sua = zero tondo tondo. Ma non è il solo capoccia piddino in regione ad avere queste caratteristiche. Prendiamo ad esempio il Montesquieu di Pontedera (anzi di Bientina) Enrico Rossi. Laureato in filosofia con una tesi in tedesco su Sein und Zeit di Heidegger … Gnamo si scherza!!!! Con una tesi sulla famosissima (????????) filosofa ungherese Agnes Heller (se le è lette nel testo ungherese le opere vero? Uauauauauauauaua!!!!) collabora con la redazione del Tirreno (sic! Quel famoso giornale che titolava, per esempio, “Uomo ucciso da un albero” in occasione di un incidente sull’Aurelia) per passare subitissimo a fare il sindaco di Pontedera. Poi assessore alla sanità e ora governatore con tanto di ASL in subbuglio una perché era diretta dalla moglie (tosto avvicinata a Firenze con prestigioso incarico di presidente della Camera di commercio) e l’altra, quella di Massa, commissariata non per 270 milioni di buco (come dice Wikipedia), ma per almeno 480 milioni (dei contribuenti com’è ovvio). Totalone dei giorni di lavoro = sì e no venti.
Ora questi due scienziati sono venuti a sostegno a Siena di un altro lavoratore indefesso, il chianino Ceccuzzi il quale, in aggiunta al fatto che è un funzionario di partito, caratteristica che condivide con gli altri due, non si è nemmeno laureato su Eva Henger, no come si chiama? Agnes Heller. Ora noi ci chiediamo: ma con che faccia questi si presentano a sdottorare a Siena senza, in anni, aver detto una parola sui seguenti punti all’ordine del giorno:
1) La gestione PD dell’Università di Siena ha causato un disastro senza precedenti;
2) da questa gente non si è sentita una parola di solidarietà né per i lavoratori dell’Ateneo né per quelli della Banca;
3) Banca che, unitamente alla Fondazione, è stata completamente distrutta (sempre dal PD) ed ora ceduta a piddiini ancora più grossi e famelici di questi che se la stanno già portando via agli ordini di baffino D’Alema;
4) per naturale conseguenza il Comune di Siena è alla canna del gas così come lo è la Provincia (cui mancano 50 milioni di euri, non uno, 50) ;
5) Provincia peraltro governata da un fantasma e coinvolta in vari scandali tipo incarichi a Silvia Viviani, Tommy Stufano che sbirilla le macchine a Pian dei Mantellini, concorsi fatti a cazzo di cane e cinghialate notturne con più di uno spunto di illegalità. Si potrebbe dire: ottimo e abbondante.
Perciò avremmo un consiglio per i due letterati Manciulli e Rossi. Fate una cosa: tornatevene alle rispettive patrie natie in modo che uno possa assaggiare un po’ di catena di montaggio alla Piaggio (finché esiste perché si stanno mangiando anche quella) e l’altro un po’ di altoforno piombinese con 17.000 gradi al paiolo della loppa. Dopodiché un po’ di cassa integrazione e via così.
Ma un po’ di vergogna no, eh?
Maggio 16th, 2012 — Note redazionali
Che ci volete fare, quando uno ha un punto fisso in testa capita di far confusione. Stamani al bar si commentavano le possibili novità nel mangement della banca MPS. E il pensionato accanto, tutto sorridente, ci diveva che tra le novità ci sarebbe una certa Ilaria, di cui non ricordava il cognome, in arrivo direttamente da Sky. Subito con volti sorridenti ci siamo detti: nooo, la D’Amico al Monte!! Non si tratta della D’Amico ma di Ilaria Dalla Riva, manager director presso Sky. Arriva Ilaria, quindi. La manager di Sky viene a ricoprire la responsabilità delle risorse umane e a dicembre alla scadenza del contratto del Richelieu di San Prospero assumerà tutte le responsabilità oggi ricoperte dallo stesso Richelieu. Lì per lì quando avevamo capito che Ilaria prendeva il posto del Rossi, ci siamo detti, finalmente una brava comunicatrice a capo dell’area comunicazione del Monte. Ci siamo confusi con le Ilarie e con i Rossi. Si trattava di Fabrizio Rossi. Però Profumo e Viola un pensierino su Ilaria D’Amico come capo dell’area comunicazione potrebbero anche farlo: la banca ci guadagnerebbe in immagine e in competenza comunicativa. Mentre, con estrema delusione di quasi tutti i montepaschini, restano in sella Valentino Fanti e Antonio Marino. Effetto colla. Per la riconferma di Marino si sono impegnati il Dringoli e politicamente Alessandro Starnini. In questi due casi Profumo e Viola sono stati deludenti. Sarebbe stato coerente dopo l’uscita di scena di Mussari e Vigni e a seguito del blitz della Finanza lanciare un messaggio vero di discontinuità: via anche i collaboratori stretti del Mussari e i vice del Vigni. Profumo e Viola potrebbero ripensarci e farebbero una cosa giusta e calmerebbero i malumori dei montepaschini. Oggi dall’Abi niente conferma per Mussari. La decisione è stata rinviata a giugno. Forse per l’Abi un uomo di Intesa San Paolo?
Io, da donna, tifo per Ilaria D’Amico alla guida dell’area comunicazione di MPS.
Maggio 16th, 2012 — Note redazionali


Continua il rapido ed inesorabile avvicinamento verso la prematura fine del mandato da sindaco per Ceccuzzi.
Come avevamo già anticipato, il malcontento dei vertici del PD romano verso la gestione sia del sindaco che dei dirigenti del PD senese sta superando i livelli di guardia.
Nessuno, anche a Roma, crede più che sia il caso di sostenere ancora la figura di Ceccuzzi che ha dimostrato (al di là delle loro aspettative) di non avere affatto dimestichezza con la macchina amministrativa e forse, dati i risultati, poco anche con la diplomazia, dote fondamentale in politica.
Come dicevamo, il partito “romano” ha capito che la gestione del complesso periodo (ossia come gestire la fine politica di Ceccuzzi e degli organismi dirigenti del PD senese) non può essere affidata ai livelli locali.
Ed ecco che torna prepotentemente in campo la pasionara Rosy Bindi da Sinalunga, mandata da Roma, sostanzialmente, a commissariare tutto il gruppo ceccuzziano e provare a raccattare un pò di quelle macerie politiche che gli stessi hanno prodotto.
Ma il “groviglio” (per dirla alla Bisi) poco armonioso non sarà facile da strigare. Anche perché Rosaria Bindi non ha mai avuto un suo seguito in città, quindi, come si dice a Siena, più che “metterci il bercio” può fare ben poco di altro.
Comunque sia, è ufficialmente già partita la successione a Franchino Ceccuzzi e con essa le fazioni. Continua il lavoro del Degortes che spingerebbe per la candidatura di Alfredo Mandarini, mentre sul fronte ceccuzziano i pintoni vorrebbero il capitano della Torre, Paolo Capelli.
A sorpresa (ma neanche più di tanto) si sta preparando al canape anche Mauro Marzucchi.
Il vice sindaco, infatti, ha già detto ai suoi che chiederà le primarie di coalizione (quale???) per correre come candidato sindaco, cosa che voleva fare anche la volta scorsa, ma fu stoppato perché l’allora candidatura di Ceccuzzi doveva essere unitaria e senza conte.
La corsa di Marzucchi sarebbe dettata anche dai nuovi indirizzi che Guzzetti (presidente dell’Acri) avrebbe tracciato in materia di nomine per le Fondazioni bancarie. Stando a questi, almeno a come sono apparsi sulla stampa, non potranno infatti essere nominati coloro che hanno avuto funzioni politiche nei due anni precedenti, e certo Marzucchi non ha fatto il fioraio in questi anni.
Quindi deve provarle tutte per ricollocarsi quando Ceccuzzi sarà uscito definitivamente di scena. E il tempo è quasi scaduto.