Tra i vari aspetti negativi che hanno contraddistinto e che continuano a contraddistinguere il modus operandi della cricca universitaria “garantita” dall’ex rettore Luigi Berlinguer c’è il disprezzo per le istituzioni locali e per la città nel suo insieme. A conferma di questo disprezzo da parte della cricca ritorna alla mente un episodio che ci hanno raccontato alcuni mesi fa ma che avevamo rimosso. Ci riferivano di un colloquio (non sappiamo se di persona o telefonicamente) tra il professore Antonio Cardini e l’abusivo Angelo Riccaboni. Il berlingueriano Cardini consiglia all’abusivo di fregarsene della politica senese e di accordarsi con Mussari e Ceccuzzi solo quando servono i soldi. Avete capito? Il membro della cricca Cardini e l’abusivo Angelo Riccaboni considerano le due più importanti istituzioni locali come due bancomat. Vogliamo sperare che sia Mussari che Ceccuzzi prendano immediatamente le distanze da questa cricca capitanata dal rettore irregolare Angelo Riccaboni. Per troppo tempo questa cricca ha umiliato l’università e la città: ora basta. Mussari e Ceccuzzi reagiscano a tutela del buon nome delle istituzioni contro la cricca. E al Ceccuzzi consigliamo di interrompere qualsiasi tavolo istituzionale con il professore Angelo Riccaboni e con la condannata dalla Corte dei Conti Ines Fabbro, visto che questi due post-dissestatori si trovano ai vertici dell’ateneo a seguito di inciuci e pressioni indebiti tese a favorire la nomina del Criccaboni.
A proposito, questo a beneficio del corpo docente soprattutto di medicina, ci riferivano che durante i colloqui tra i due berlingueriani, Cardini e Riccaboni, lo stesso Cardini diceva al Riccaboni che i docenti Galeazzi e Cozzolino dovevano essere “castigati”. Non c’è male. Doveva essere un luogo di cultura e di ricerca, ma in mano alla cricca l’università di Siena sempra piu’ un covo di tribù in guerra perenne.
Mandate velocemente a casa Riccaboni, la Fabbro e il resto della cricca. E vergognatevi per una vita intera. Tutto questo sullo spalle dei lavoratori onesti e dei cittadini di una città civile.