Entries from Gennaio 2012 ↓

Liberté, Egalité, Fraternité

Ecco come Siena News il giornalino online continua con l’esaltazione dell’abusivo Riccaboni

Oggi il giornalino online Siena News che ha come direttore responsabile Stefano Bisi e dove collabora la fidanzata dello stesso Bisi (è compatibile la collaborazione con la neoassunzione al MPS???) si lancia nel web con questo titolo militante: “Riccaboni: ‘Miur e Mef riconoscono gli sforzi del nostro ateneo’. E poi nell’articolo scrivono che Criccaboni ha incontrato i “vertici del ministero”, senza specificare le date e i nomi di questi incontri. Dopo le vicende di Tomasi possiamo solo immaginare con quali funzionari del ministero si sia incontrato il Cricca. Naturalmente sul giornalino online Siena News dei veri problemi dell’ateneo non ne parlano. Del resto non è una novità: il Bisi fin da subito ha fatto giornalismo militante verso Riccaboni e la fidanzata del Bisi proviene da quel mondo della comunicazione filo-nomenclatura universitaria legata a Luigi Berlinguer e Omar Calabrese. E’ tutto il solito ambiente. Infatti se ritorniamo con l’archivio all’anno 2009 ritroviamo un bel convegno organizzato nella famosa Via Roma 56 e lì ci trovate tutti i comunicatori massimi (Maurizio Boldrini, i soci di Infact srl, Orlando Paris, Alessandro Lovari e Rosalba Botta). A conferma di questo legame inossidabile se andate sul sito di Siena News troverete il collegamento con Il Gazzettino Senese di Maurizio Boldrini. Anzi, del nostro stimatissimo Boldrini. Tutte le strade e i nomi portano in (Via) Roma (56).

La latitanza di Lavitola in Sudamerica e il nostro viaggio a Trento

Le ultime notizie confermano il perdurare della latitanza di Lavitola in Sudamerica. Noi nel frattempo ci siamo messi sulle tracce non di Lavitola, ma di quel famoso Marco Tomasi, che quando era direttore del MIUR ai tempi della “neutralizzata neutrini Gelmini”, intrallazzava al telefono con Angelo Riccaboni per la nomina della condannata dalla Corte dei Conti Ines Fabbro e per togliere l’accessorio al personale tecnico-amministrativo dell’università senese. Fosse successo in altri Stati europei il giorno stesso della lettura delle intercettazioni gente come Tomasi e Riccaboni sarebbe stata  buttata fuori da qualsiasi ente pubblico e sarebbe finita sotto inchiesta. Qui fanno tutti finta di niente e fanno da gnorri anche di fronte a qualcosa di più inquietante e che getta ombre pesanti. Al telefono quel Marco Tomasi dice queste cose a Riccaboni:

“Poi è chiaro che lei nel momento che ha l’investitura … provi a sentire, io francamente … lì in Procura dovete vedere voi perché oggi sa com’è. Qui … lì è tutto rischioso. Lì è diventato poco … poco …”.

La frase “lì in procura dovete vedere voi …”. Un funzionario del ministero che si rivolge con questa frase a un professore universitario appena nominato rettore vi sembra da Paese serio??? Il tutto diventa inquietante se pensiamo al fatto che in quel periodo alla procura di Siena c’era il sostituto procuratore Francesca Firrao figlia del professore Donato Firrao. Dove era docente Donato Firrao? Al Politecnico di Torino. Chi è stato direttore amministrativo del Politecnico di Torino? Marco Tomasi. Chi ha lavorato presso il Politecnico di Torino? Ines Fabbro. Chi è rettore del Politecnico di Torino? Il ministro Francesco Profumo. Queste non sono coincidenze: sono fatti incontestabili. A questo punto proprio per tranquillizzare la gente che è veramente schifata da questi intrallazzi vergognosi come mai la magistratura non convoca Marco Tomasi e Angelo Riccaboni per farsi spiegare questa frase: “Lì in procura dovete vedere voi”? E ancora: che fine ha fatto il fascicolo sulla selezione del direttore amministrativo dell’università di Siena? Che cosa aspettano i giudici competenti ad avviare i processi? Che cosa aspettano: un altro dissesto???

In attesa di conoscere le risposte a questi interrogativi che troveranno sicuramente attenzione a livello nazionale nelle sedi preposte, vi raccontiamo il nostro viaggio a Trento. Dopo la scoperta delle conversazioni schifose tra Tomasi e Riccaboni ci siamo messi sulle tracce di questo Tomasi. Ci siamo interrogati sul dove trovarlo. Avevamo pensato subito che Tomasi soggiornasse a Stigliano, ma a Stigliano non c’era. Poi abbiamo ipotizzato un soggiorno a Panama, ma anche lì niente. All’improvviso il nostro cane Paco con la zampa sinistra ci indica sull’atlante geografico la città di Trento. Ci siamo detti: vuoi vedere che anche stavolta il fiuto di Paco ha funzionato. Nel giro di poche ore abbiamo allertato la nostra squadra antinani da dissesto e ci siamo messi in viaggio verso Trento. Arrivati nella civilissima e accogliente città di Trento scopriamo l’esistenza di un giornale: il “Quotidiano online Trentino Libero”. Di chi parlavano, in ben due articoli, su questo quotidiano del Trentino? Scuppone!! Di Marco Tomasi e dei problemi dell’università di Siena. Ecco i due articoli (http://www.trentinolibero.org/print.php?id=4837 ; http://www.trentinolibero.it/index.php?option=com_content&view=article&id=1600:e-un-fatto-di-casa-nostra&catid=54:politica-locale&Itemid=411 )

Leggete cosa scrive il giornale del Trentino (non il Corriere di Siena) in merito alla telefonata tra Riccaboni e Tomasi:

“Di quella telefonata abbiamo denunciato lo scarso senso civile: il rettore dell’ateneo senese e il dirigente generale del Miur non ci fanno una bella figura. Facemmo, come è nostro costume, nomi e cognomi e scrivemmo che  quel dirigente ministeriale è il trentino dottor Marco Tomasi, oggi responsabile della istruzione provinciale.”

Il risultato degli intrallazzi è la presenza qui a Siena della condannata della Corte dei Conti Ines Fabbro che con la complicità della cricca di pochi docenti, i supporti politici locali e la lentezza della magistratura sta affossando l’ateneo e creando macelleria sociale e nel contempo copre i danni erariali della cricca tosiana. Dobbiamo ancora sopportare per molto questa cricca di dissestatori e intrallazzatori? O bisogna rivolgersi all’Interpool?

Un altro incarico per Alessandro Piazzi non si rifiuta mai

Alessandro Piazzi, dal 2009 amministratore delegato di Estra SpA, la multiutility toscana nata dall’unione delle aziende di Prato, Arezzo e Siena, è stato nominato, su proposta del presidente Alfredo De Girolamo, coordinatore del Comitato di Coordinamento energia di Confservizi Cispel Toscana.”

Non dimentichiamoci che lo stesso Piazzi è membro della deputazione della Fondazione MPS e del cda della Sansedoni Spa.

Forza forza, non fate gli ingordi: ancora altri incarichi. Non è da tutti avere un pentapoltronato come il Piazzi.

Siccome nel 2010 il professore Alessandro Piazzi, ex membro del cda dell’università di Siena, nel 2010 è andato a portare gli auguri alla cena dell’associazione Noi dell’indagato David Chiti, oggi, siamo noi che facciamo tanti auguri al professore Piazzi per tutti questi incarichi.

Suvvia, non scherziamo. Stiamo parlando del terzo gruppo bancario….

Appena ufficializzato il nome del nuovo D.G. della banca MPS Fabrizio Viola, il giornalista Bisi scriveva: “Un po’ di cautela nell’esprimere giudizi non guasta in questi casi, visto come è andata a finire quando al Monte hanno ingaggiato un “papa straniero”. E poi, la società di cacciatori di teste può consigliare un dirigente di medio livello, mica un direttore generale che poi dovrà essere nominato anche amministratore delegato del terzo gruppo bancario italiano. Suvvia, non scherziamo.”

Chissà se i “cacciatori di teste” sono stati sguinzagliati anche per fare le assunzioni come quella della fidanzata del Bisi? Suvvia, anche in questo caso non scherziamo.

Vi proponiamo la lettura di un commento postato sul nostro blog; una sorta di botta e risposta tra due nostri lettori. Con questo commento crediamo che il motivo che ci spinge ad affrontare questa questione sia stato sviscerato.

Francesco B. risponde alla signora Alessandra:

“Rispondo ad Alessandra. Se c’è qualcuno che ha mancato di rispetto non sono le numerose persone che hanno semplicemente manifestato il loro pensiero contro il Bisi e la sua ipocrisia. Proprio il Bisi che fa sempre il moralista e dispensa prediche a destra e a manca.

Il rispetto lo ha mancato il Bisi verso quei tanti dipendenti del Monte che sono anni e anni in graduatoria per riavvicinarsi a casa; che sono entrati e come prima mansione sono andati in filiale a fare il cassiere nonostante, come il sottoscritto, abbiamo una laurea in economia.

E ci tengo a precisare che io sono tra quelli che pensa sia giusto, utile e doveroso fare la gavetta perché è il modo migliore per conoscere davvero la banca. Ma la fidanzatina del Bisi invece non poteva abbassarsi. Lei doveva essere assunta subito in rocca salimbeni, era troppo plebeo fare la trafila normale, non sia mai detto.

Risponda a questo signora Alessandra e non faccia tanti giri di parole cercando di giustificare una cosa che è ingiustificabile: trova giusto che la fidanzatina del Bisi sia stata assunta subito a Siena e alla Rocca quando ci sono graduatorie zeppe di colleghi che sono anni che ne hanno fatto richiesta (e non penso che nessuno di questi non abbia requisiti sufficienti per poterci andare) e, molto probabilmente, non ci andranno mai?

E a proposito di conflitti di interesse. Pare, ma se qualcuno lo sa con certezza lo invitiamo a dirlo, che la fidanzatina del Bisi, Rosalba Botta, sia stata assunta – guarda caso – alla comunicazione. Dato che collabora anche con Siena News (il cui direttore è il fidanzato Bisi) e con il Corriere di Siena (il cui capo redattore è sempre il fidanzato Bisi), ma proprio alla comunicazione doveva andare?

Dica Alessandra, nessun conflitto di interesse? Smettiamola di difendere l’indifendibile, quando queste cose non fanno altro che sbattere in faccia a tutti che c’è qualcuno più uguale di altri.

E, poi in un momento in cui c’è una così forte penuria di occupazione, con la gente che con questa crisi è incazzata nera, proprio ora il Bisi doveva fare il diavolo a quattro per sistemare la fidanzatina? Non le bastava farla lavorare a siena news, al corriere di siena, ora anche al Monte?

Dica, signora Alessandra, pensa che l’ingordigia prima o poi abbia fine?”

E noi aggiungiamo che sarebbe il caso di smetterla con la spavalderia e con le prove muscolari. Risolvete i conflittini d’interesse.

Sarà capitato anche a voi / di avere un casino in famigliaaaaaa – Parte terza

Questa volta proviamo ad anticipare le decisioni che il Senato Accademico prenderà oggi riguardo alla “Definizione dei Progetti dei nuovi Dipartimenti” presentati entro la data di scadenza, il 31 luglio 2011. Le proposte regolari sono 16, ma sull’home page dell’università ce n’è una diciassettesima, del tutto irregolare: in essa, infatti, il numero dei docenti è 33, quando invece è previsto un numero minimo di 35 proponenti; inoltre, la proposta, presentata fuori tempo massimo, non riguarda un Dipartimento ma una Sezione di “Biotecnologie molecolari”. A questo punto è facile fare gli indovini! Vuoi vedere che si tratta del solito gruppo di chimici guidato dal Prof. Riccardo Basosi? Facciamo un’altra previsione, ancor più facile: vuoi vedere che c’è di mezzo la Prof.ssa Rebecca Pogni, moglie di Riccaboni? Azzeccate entrambe le previsioni. Fin qui nulla di speciale! I soliti favoritismi per amici e parenti che a Siena hanno dato un grosso contributo nella distruzione dell’ateneo! A complicare la vicenda, però, ci sono alcuni docenti che non hanno sottoscritto alcun progetto dipartimentale. A costoro il Senato Accademico dette tempo fino al 24 ottobre 2011 affinché potessero regolarizzare la loro posizione, mediante l’adesione ad una delle proposte regolarmente presentate. È quel che fecero. Sottoscrissero per tempo una delle 16 proposte, scartando ovviamente quella atipica, che formalmente non esiste. Ecco un’altra facile previsione. Oggi, in Senato Accademico, il rettore abusivo stralcerà una quindicina di docenti dal Dipartimento, che essi hanno liberamente scelto, e li aggiungerà al gruppo di Basosi. Sembra una cosa da nulla! Ma non è così. Non solo Riccaboni commetterà un abuso, ma lo farà per interesse personale, manipolando tutta la vicenda per favorire il gruppo di chimici di sua moglie. È chiaro a tutti che il risanamento dell’Ateneo passa necessariamente dalla chiusura dei corsi di laurea in Chimica nati con Berlinguer e privi di studenti. È la prima cosa che dovrà fare il nuovo rettore o il commissario governativo. Il rettore abusivo Riccaboni, invece, li vuol tenere in piedi a tutti i costi, facendo carte false. È comprensibile! Quale folle a Siena, in una situazione d’emergenza come l’attuale, punterebbe per una progressione di carriera di un docente in una materia, la Chimica (destinata a chiudere) che vede il più alto numero d’esuberi di professori? La risposta è semplice! Il marito del docente, nonché rettore dell’Università. Appunto!

La Summa degli orrori del dissesto universitario. Capitolo XV. Piero Tosi e il suo gabinetto: dal parcheggio al tritacarte

Probabilmente al patologo, al secolo Piero Tosi, il senso dell’umorismo non manca di certo ed effettivamente qualcosa di esilarante in quello che stiamo per raccontarvi spunta fuori. Va detto che dagli anni in cui spadroneggiava il patologo e la su cricca sono spuntati fuori soprattutto falsificazioni di bilanci, truffe, favoreggiamenti nelle carriere, aree comunicazione, etc etc. Una parte di quella cricca capitanata da Riccaboni si trova tutta dentro l’ateneo (come una sorta di maledizione) e si muove con la regia non proprio occulta di Jolanda Cei Semplici e palese della Fabbro. Dopo l’esplosione del dissesto che ha lasciato “stupefatto” il garante e musicologo Luigi Berlinguer, la prima cosa bella che ha proferito Piero Tosi è stata: “Io sono un patologo”. Il Bigi era un filosofo, il Criccaboni dormiva e altri facevano chi il vacanziere (a spese dei contribuenti), chi le ripetizioni orali, chi un cazzo dalla mattina al pomeriggio. Insomma l’università era gestita con il pilota automatico. Il massimo del patologo emerge quando (e qui non è segreto istruttorio) il giudice gli chiede se era a conoscenza di un certo problema contabile dell’università. Sapete cosa gli ha risposto il patologo? Guardi che io ho saputo di questi problemi contabili attraverso una telefonata ricevuta dal mio capo di gabinetto mentre si recava al parcheggio di P.zza San Francesco. Porca miseria!!! Il patologo era rettore, aveva un suo ufficio dentro l’ateneo con annesso gabinetto e conseguente capo e non sapeva niente? Che cosa ci sarà stato in P.zza San Francesco: una sfera di cristallo, un “foglio non ufficiale svolazzante”, che cosa? Roba da non crederci: uno era rettore con un capo di gabinetto (pagato) e i problemi contabili venivano socializzati con un telefono da P.zza San Francesco? Ma raccontatele più piccine!!!

E ora parliamo di questo mitico capo di gabinetto, anzi mitica. La capa di gabinetto, come le cronache raccontano, saltellava di giubilo quando il Criccaboni risultò vincitore alle elezioni (quelle irregolari, avete presente? Ma non lo diciamo noi, lo dice la Procura della Repubblica): e questa saltellava quasi tre metri sopra il cielo. Forse si sarà detta: bene bene ora ritorna anche Piero e tutta la cricca. Una sega!!! Un po’ di cricca è rimasta, ma son finiti i tempi del gabinetto d’oro (con relativi scopini sempre rigorosamente d’oro). Stiamo parlando di Chiara Roscino, una delle protette della maestrina elementare Ines Fabbro. Non poteva essere altrimenti e infatti ci risulta che la Fabbro non può che premiarla una che ha fatto la capa di gabinetto al dissestatore patologo. Come al patologo anche alla capa di gabinetto il senso dell’umorismo non manca. Quando il giudice le ha rivolto una domanda più o meno di questo tenore: è vero che lei ha tritato dei documenti quando il Tosi è andato via (anzi è stata mandato via!!!) dal rettorato? La risposta è stata: si è vero, ma ho tritato “solo documenti non ufficiali”. Purtroppo il tritacarte non possono interrogarlo e quindi prendiamo per buona la risposta. Però ci chiediamo che tipi di documenti non ufficiali ci potevano essere negli uffici del rettorato. Forse lettere d’amore? Forse degli schizzi rimasti su fogli di carta? Forse il Tosi tra un bilancio truccato e l’altro giocava con gli origami? Se si trattava del gabinetto (ovvero il cesso) si comprendevano subito quali erano i documenti non ufficiali; ma negli uffici del rettorato che cosa c’era di “non ufficiale” e perché passarlo dal tritacarte? Perché passarlo dal tritacarte?

Un avviso di garanzia, al tritacarte, non ci starebbe male!!

Guarda come CRESCO!

Dunque dunque. Andiamo un po’ a vedere cosa è questo CRESCO. Per Cresco si intende il Centro Universitario di Valutazione e Controllo di cui è stato presidente (dopo aver fatto il presidente del Nucleo di Valutazione) l’attuale rettore abusivo Angelo Riccaboni. Che competenze aveva questo CRESCO? Non c’è dubbio che non controllava la gestione economica e finanziaria visto che se lo avesse fatto probabilmente si sarebbe posto un limite al dissesto. E nemmeno le risorse umane doveva controllare visto che l’abusivo e la maestra elementare condannata dalla Corte dei conti si sono messi a parlare di esuberi. In compenso solo di contratti costava 44.000 euro a biennio. Più vogliamo parlare della collana di quaderni (del Cresco)?
Ora, siccome l’abusivo sostiene a ogni pie’ sospinto che lui casca dal pero perché è arrivato solo un anno fa, la redazione di Fratello Illuminato ha da porre qualche domanda:

1) Com’è che pur facendo il presidente del Nucleo di Valutazione non si è mai accorto di nulla? Cosa valutava, per curiosità?

2) A cosa è servito, a parte che a far da trampolino per la sua carriera a spese del contribuente, il Cresco?

3) Facendo il preside e sedendo in Senato per anni quattro (4) cosa faceva? Dormiva? Pensava al Cresco e quanta carriera avrebbe potuto farci e a quanti quattrini avrebbe potuto guadagnarci, lui e i suoi quattro accoliti?

4) Come mai quando hanno chiuso bruscamente il Cresco, nel 2009, non ha strepitato e battuto i pugni sul tavolo? Forse è andata bene così perché aveva qualcosa da nascondere? E si potrebbe sapere quanto è costato questo Cresco per gli anni in cui è durato?

5) E fare il presidente della “commissione governance” pensa che possa consentirgli di cadere ancora una volta dal pero?

6) E come mai non è possibile accedere né agli archivi del Cresco, né a quelli del Nucleo di Valutazione? In nome di quale principio di correttezza e trasparenza della pubblica amministrazione?

Su! Su! Rispondiamo per piacere!

Confronto su facebook tra il Presidente della Regione Toscana Enrico Rossi e il Maestro James

Lo spessore di un politico, anche se a volte non si condividono le posizioni o anche se si condividono, si apprezza ed emerge quando lo stesso politico non rinuncia al confronto. Non possiamo non segnalare quindi lo scambio di opinioni tra Il Presidente Enrico Rossi e il Maestro James.

Il confronto scaturisce da una sollecitazione da parte del Maestro James al presidente Enrico Rossi in merito alle vicende universitarie senesi. Il Maestro con garbo e rispetto del ruolo chiede al presidente Rossi di esprimersi sulle vicende. La risposta del presidente Rossi è oltremodo garbata e nel contempo contribuisce a chiarire di chi sono le competenze dei vari ambiti. Naturalmente nella risposta il Maestro James sprona lo stesso Rossi nel prendere posizione in base alle competenze attribuite. Questo confronto crediamo sia utile per spronare chi di dovere in un celere lavoro e per far comprendere a tutti che il muro di gomma è crollato da un bel pezzo.

Ecco la breve e significativa conversazione su facebook:

Sarà capitato anche a voi / di avere un casino in famigliaaaaa – Seconda parte

Cosa ci può essere di più furbo, per il quadretto familiare che prolunga l’intimità domestica sul luogo di lavoro, della costituzione con risorse pubbliche di un Centro di ricerca a Colle di Val d’Elsa che prefiguri anche un’occupazione, sperabilmente redditizia, dopo gli inevitabili e incombenti pensionamenti? Sarebbe proprio una figata, specialmente se si spostassero le apparecchiature dai laboratori dell’Università di Siena ai locali del Centro! Ma sarebbe una vera genialata, se l’accesso agli strumenti, inventariati in un Dipartimento diverso da quello dei furbetti, fosse di fatto negato proprio agli usuali utilizzatori universitari, fissando per loro un inaccettabile costo giornaliero di € 400 per l’uso e costringendoli, in alternativa, a recarsi, da Siena all’Università di Trento! Ecco, tutto ciò può accadere solo nell’università del Bengodi: l’ateneo senese, appunto e, ovviamente, con l’approvazione del rettore! Approvazione facile da ottenere per due semplici motivi: il primo è che, in tal modo, Riccaboni favorisce il gruppo dei chimici guidato dal suo compagno di merende, Prof. Riccardo Basosi (fedelissimo di Tosi e Focardi e fidatissimo dell’attuale magnifico); il secondo motivo è che tra i collaboratori di Basosi c’è il Prof. associato Rebecca Pogni, che aspira a diventare ordinario. E Rebecca non è un docente qualsiasi: è la moglie di Riccaboni! Può, il rettore, non accontentare il gruppo che dovrà aiutare sua moglie a diventare ordinario? No che non può! Illuminante la lettura degli atti del Consiglio d’Amministrazione dell’Università di Siena del 28 ottobre 2011 che ha deliberato il rinnovo del comodato d’uso degli apparecchi, nonostante il parere negativo del Dipartimento presso il quale è inventariata la strumentazione. In quella riunione, però, è successo qualcosa di molto grave: la delibera è passata con 9 voti contro 8, con il voto favorevole di Riccaboni e la Fabbro, mentre il Prof. Donati, correttamente, è uscito dalla sala per conflitto d’interessi, in quanto fa parte del Dipartimento che ha dato parere negativo a tenere gli strumenti fuori dall’Università. Quella delibera è perciò nulla, perché Riccaboni ha manipolato l’intera vicenda per favorire il gruppo di sua moglie.

P.S. A tutti i soggetti interessati: risparmiatevi la fatica di smentire perché tutto quanto precede è DOCUMENTATO.