La latitanza di Lavitola in Sudamerica e il nostro viaggio a Trento

Le ultime notizie confermano il perdurare della latitanza di Lavitola in Sudamerica. Noi nel frattempo ci siamo messi sulle tracce non di Lavitola, ma di quel famoso Marco Tomasi, che quando era direttore del MIUR ai tempi della “neutralizzata neutrini Gelmini”, intrallazzava al telefono con Angelo Riccaboni per la nomina della condannata dalla Corte dei Conti Ines Fabbro e per togliere l’accessorio al personale tecnico-amministrativo dell’università senese. Fosse successo in altri Stati europei il giorno stesso della lettura delle intercettazioni gente come Tomasi e Riccaboni sarebbe stata  buttata fuori da qualsiasi ente pubblico e sarebbe finita sotto inchiesta. Qui fanno tutti finta di niente e fanno da gnorri anche di fronte a qualcosa di più inquietante e che getta ombre pesanti. Al telefono quel Marco Tomasi dice queste cose a Riccaboni:

“Poi è chiaro che lei nel momento che ha l’investitura … provi a sentire, io francamente … lì in Procura dovete vedere voi perché oggi sa com’è. Qui … lì è tutto rischioso. Lì è diventato poco … poco …”.

La frase “lì in procura dovete vedere voi …”. Un funzionario del ministero che si rivolge con questa frase a un professore universitario appena nominato rettore vi sembra da Paese serio??? Il tutto diventa inquietante se pensiamo al fatto che in quel periodo alla procura di Siena c’era il sostituto procuratore Francesca Firrao figlia del professore Donato Firrao. Dove era docente Donato Firrao? Al Politecnico di Torino. Chi è stato direttore amministrativo del Politecnico di Torino? Marco Tomasi. Chi ha lavorato presso il Politecnico di Torino? Ines Fabbro. Chi è rettore del Politecnico di Torino? Il ministro Francesco Profumo. Queste non sono coincidenze: sono fatti incontestabili. A questo punto proprio per tranquillizzare la gente che è veramente schifata da questi intrallazzi vergognosi come mai la magistratura non convoca Marco Tomasi e Angelo Riccaboni per farsi spiegare questa frase: “Lì in procura dovete vedere voi”? E ancora: che fine ha fatto il fascicolo sulla selezione del direttore amministrativo dell’università di Siena? Che cosa aspettano i giudici competenti ad avviare i processi? Che cosa aspettano: un altro dissesto???

In attesa di conoscere le risposte a questi interrogativi che troveranno sicuramente attenzione a livello nazionale nelle sedi preposte, vi raccontiamo il nostro viaggio a Trento. Dopo la scoperta delle conversazioni schifose tra Tomasi e Riccaboni ci siamo messi sulle tracce di questo Tomasi. Ci siamo interrogati sul dove trovarlo. Avevamo pensato subito che Tomasi soggiornasse a Stigliano, ma a Stigliano non c’era. Poi abbiamo ipotizzato un soggiorno a Panama, ma anche lì niente. All’improvviso il nostro cane Paco con la zampa sinistra ci indica sull’atlante geografico la città di Trento. Ci siamo detti: vuoi vedere che anche stavolta il fiuto di Paco ha funzionato. Nel giro di poche ore abbiamo allertato la nostra squadra antinani da dissesto e ci siamo messi in viaggio verso Trento. Arrivati nella civilissima e accogliente città di Trento scopriamo l’esistenza di un giornale: il “Quotidiano online Trentino Libero”. Di chi parlavano, in ben due articoli, su questo quotidiano del Trentino? Scuppone!! Di Marco Tomasi e dei problemi dell’università di Siena. Ecco i due articoli (http://www.trentinolibero.org/print.php?id=4837 ; http://www.trentinolibero.it/index.php?option=com_content&view=article&id=1600:e-un-fatto-di-casa-nostra&catid=54:politica-locale&Itemid=411 )

Leggete cosa scrive il giornale del Trentino (non il Corriere di Siena) in merito alla telefonata tra Riccaboni e Tomasi:

“Di quella telefonata abbiamo denunciato lo scarso senso civile: il rettore dell’ateneo senese e il dirigente generale del Miur non ci fanno una bella figura. Facemmo, come è nostro costume, nomi e cognomi e scrivemmo che  quel dirigente ministeriale è il trentino dottor Marco Tomasi, oggi responsabile della istruzione provinciale.”

Il risultato degli intrallazzi è la presenza qui a Siena della condannata della Corte dei Conti Ines Fabbro che con la complicità della cricca di pochi docenti, i supporti politici locali e la lentezza della magistratura sta affossando l’ateneo e creando macelleria sociale e nel contempo copre i danni erariali della cricca tosiana. Dobbiamo ancora sopportare per molto questa cricca di dissestatori e intrallazzatori? O bisogna rivolgersi all’Interpool?

1 comment so far ↓

#1 kutuzov on 02.03.12 at 18:23

ma qualcuno sa per caso quali siano le idee di Profumo come ministro?