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Agosto 25th, 2012 — Note redazionali
Ieri, 24 agosto, ho letto un articolo scritto bene e con chiarezza, sul corriere di Siena a firma della giornalista Gaia Tancredi.L’articolo ricostruiva la situazione difficile del Santa Maria della Scala, riportando le varie posizioni politiche. Gaia Tancredi, giustamente e correttamente, ha riportato una notizia che i comunicatori barzellettieri del cittadino semplice Ceccuzzi tendono a nascondere o a strumentalizzare. La Tancredi ci comunica l’impegno del Commissario Enrico Laudanna alle prese con la difficile situazione e che lo stesso Commissario si è già mosso per reperire le risorse economiche. La corsa è contro il tempo ma le colpe sono tutte della gestione Ceccuzzi-Lucia Cresti e di quella schiera di soggetti che per anni hanno utilizzato il Santa Maria della Scala solo ed escluisvamente per occupare posizioni di potere.
Il vero referente e soggetto istituzionale titolato a seguire e gestire per conto del Comune di Siena la vicenda è,come evidenziato da Gaia Tancredi, il Commissario Laudanna. Tutti i vari tentativi dell’ex sindaco Ceccuzzi nel cercare di accreditarsi un ruolo per la soluzione del problema(problema da lui creato) sono solo delle pagliacciate elettoralistiche.
Speriamo a questo punto che il Commissario Laudanna trovi una soluzione per rimediare al danno provocato dal Ceccuzzi e dai suoi uomini e dagli esponenti politici di SEL, Siena Futura.
Come mai Ceccuzzi non ha trovato una soluzione per il Santa Maria della Scala quando era sindaco? Forse aveva, come ha scritto qualcuno, altri progetti studiati insieme a Lucia Cresti e Andrea Milani? Alla faccia dei lavoratori e della città.
Matteo B.
Agosto 25th, 2012 — Note redazionali
LA LENTA, LUNGA CHIUSURA DEL SANTA MARIA DELLA SCALA
Pierini: “C’è urgente bisogno di idee, di partner, di una radicale rifondazione”
Gentile Direttore,
riguardo alle recenti vicende del Santa Maria della Scala non si può che condividere la preoccupazione per il prossimo futuro dei lavoratori delle cooperative Zelig ed Elicona, vera e propria parte integrante (e spesso vitale) del museo: addetti alla guardiania, alla segreteria, all’organizzazione degli eventi e persino a funzioni più specificamente tecniche, perché non dobbiamo dimenticarci che negli ultimi anni moltissimi dipendenti con contratti “atipici” sono stati, come si dice con parola orrenda ma che rende bene l’idea, “esternalizzati” e spesso mortificati nel ruolo e nello stipendio, a dispetto della professionalità, della solerzia e della passione profuse nel lavoro.
L’urgenza, adesso, sono loro, e soltanto loro.
Non si creda, però – e non si faccia credere – che la chiusura del Santa Maria sia legata soltanto alla circostanza del commissariamento del Comune. Se è vero che il museo serrerà i battenti il primo di settembre, è altrettanto vero che il portone ha cominciato a chiudersi il 27 dicembre 2007, al momento della sciaguratissima delibera di giunta che trasformò il complesso museale da istituzione a semplice ufficio del Comune, governato navigando a vista da chi era privo di qualsiasi esperienza specifica (e relativi, necessari, titoli) e ingessato dall’inefficienza e dall’indecisione tanto politica quanto gestionale. Si è chiuso ancora un pochino quando si è deciso di fare a meno dell’apporto effervescente e positivo dell’arte contemporanea, scegliendo di non chiamare nessuno a sostituire Lorenzo Fusi e il sottoscritto, rispettivamente vincitori del concorso internazionale per curatore alla Biennale di Liverpool e del concorso nazionale per la direzione della Galleria civica di Modena. E ancora quando si è programmato, negli anni più recenti, pochissime e modestissime mostre, fino all’incredibile situazione degli ultimi dodici mesi, durante i quali si è inaugurata al Santa Maria della Scala soltanto una rassegna fotografica in collaborazione con una scuola di judo (il problema non è la mostra in sé, sia chiaro, ma il fatto che non ci sia stato altro prima, durante e dopo a parte l’eternamente prorogato Manara).
E ancora ha continuato a chiudersi, il vetusto portone, quando la giunta ha approvato, lo scorso 15 febbraio (e il consiglio il mese successivo ratificato) lo statuto di una fondazione con un nome non troppo rispettoso della dignità e della storia del luogo (“Antico Ospedale di Santa Maria della Scala”), statuto nel quale manca la figura del direttore, ovverosia del vero, irrinunciabile, motore della vita di un istituto museale, senza il quale un museo neppure è riconosciuto come tale secondo le direttive dell’ICOM (International Council of Museums), ma anche secondo gli standard della Regione Toscana. Si prevedono, è vero, un direttore generale con compiti esclusivamente tecnico-amministrativi e un conservatore che si occupi della collezione, nessuna delle due figure però è legittimata a sostituire quella del direttore e tanto meno lo è il presidente. Ma al di là della pur importantissima forma giuridica e di uno statuto adeguato il Santa Maria ha soprattutto urgente bisogno di idee, di partner, di una radicale rifondazione, di un progetto insomma, sulla base del quale sia possibile chiamare a raccolta i potenziali soci della costituenda fondazione.
L’intellighenzia dunque avrebbe avuto, per riprendere lo spunto di Enrico Tucci, tempo e argomenti (altri e altrettanto gravi si potrebbero ricordare) per intervenire a più riprese. Speriamo sia presto, disse il barbiere.
Marco Pierini
Agosto 24th, 2012 — Note redazionali
La notizia è ufficiale: in borsa da venerdi a oggi è passato di mano il 14,9% del capitale della banca MPS. Questo passaggio ha determinato il rialzo del titolo e una conseguente azione di verifica della Consob. Voci milanesi non escludono che tra i compratori ci sia qualche compratore strategico; per meglio comprendersi, un’altra banca che compra. Ma queste sono solo voci. Il dato vero è comunque il passaggio del 14,9%.
I possibili scenari. Il titolo della banca sale e salirà fino alla presentazione della semestrale,secondo gli analisti poi riscende e con la presentazione della semestrale è quasi sicuro l’ingresso del Ministero del Tesoro con la quota dell’ipotizzato 7% di MPS. Per la fondazione MPS sono ipotizzabili tre tappe per la diluizione graduale fino ad arrivare al 15% più o meno.Anche se quel certo Ceccuzzi ai senesi aveva promesso mai e poi mai sotto il 51%. Si certo, ciao amore ciao! Che grettezza politica e soprattutto che bugiardi.
Con la prima tappa è ipotizzabile una diluizione del 3% della fondazione; con questa diluzione la fondazione incasserebbe soldi utili per la gestione ordinaria. Sulle altre due tappe ci ritorneremo sopra nei giorni successivi alla semestrale della banca.
Questi più o meno i movimenti relativi alla banca MPS. Mi chiedo solo due cose: mister Profumo con tutto questo movimento di borsa e con gli effetti della semestrale trova anche il tempo di inseguire i desiderata del PD senese? Ma a Siena l’avete capito che tra dicembre e febbraio ci sarà un MPS diverso rispetto a oggi ed è per questo che il PD ceccuzziano tenta di accellerare il voto prima di dicembre? Nel senso che il PD e Profumo pensano questo: tentiamo di rivincere il Comune e poi una volta vinto arriva il “cataclisma”. A quel punto mister Profumo in Comune si troverebbe un sindaco amico che di certo non gli contesterebbe nulla.Possibile che a Siena consentite a Profumo di giocare sul vostro futuro e di consegnare la banca a un’altra storia, diversa da quella senesee diversa anche dal sistema in generale.
Albus Silente
Agosto 24th, 2012 — Note redazionali

Attendiamo smentite su questa voce: pare che Alessandro Profumo, presidente di MPS, a seguito di una riunione con Ceccuzzi assistita dal noto principe del foro toscano Fabio Pisillo, stia cercando di convincere il Governo e soprattutto il Ministro dell’Interno ad accorpare, anticipandole, le elezioni amministrative di Siena con la tornata di novembre per la Regione Sicilia. Tutto questo, sembrerebbe, con la giustificazione addotta da Profumo che la Banca abbia la necessità di stabilità politica a Siena. O non doveva uscire la politica dalla Banca? E poi, soprattutto, la Banca è senza governance?
Attendiamo smentite.
Agosto 24th, 2012 — Note redazionali
Dopo aver letto le dichiarazioni del Montesquieu di Pontedera (al secolo Enrico Rossi) rilasciate alla festa dei dissestatori di Siena, annunciando che Siena diventerà il capoluogo della nuova area vasta con Grosseto e Arezzo, noi della redazione ci siamo guardati: “Scommettiamo che tempo 24 ore il Montesquieu tira il freno su quanto affermato?”.
Infatti tempo 24 ore ed ecco il dietrofront del Montesquieu: “Considero la discussione sui capoluoghi prematura e fuorviante.”
Consideri caro Montesquieu? Sei stato tu dai tuoi amici ceccuzziani ad aver rilasciato quelle dichiarazioni categoriche e non altri ad affermarle. Purtroppo, siete tutti dei chiaccheroni che rilasciate dichiarazioni elettoralistiche senza il supporto di atti istituzionali.
Perchè illudere una città?
Agosto 23rd, 2012 — Note redazionali


Come già segnalato dal prof. Grasso sul blog Il senso della misura http://ilsensodellamisura.com/2012/08/23/a-quanto-ammonta-il-credito-delluniversita-di-siena-con-il-sum-per-le-borse-di-dottorato/
proponiamo la lettura del testo dell’articolo:
A quanto ammonta il credito dell’Università di Siena con il Sum per le borse di dottorato?
La domanda, non retorica, ci viene suggerita dall’articolo di Fabio Sottocornola, attento conoscitore delle questioni universitarie che, sul settimanale Il Mondo, tiene la rubrica “In cattedra”. Attendiamo una risposta! O dobbiamo chiederlo alla Corte dei Conti?
Sum, tra crediti e fusioni Normali
Imbarazzante Sum, l’Istituto di studi umanistici fiorentino guidato, fino a qualche mese fa, dal professor Aldo Schiavone oggi sotto processo (con altri) per imputazioni come peculato e abuso d’ufficio. I fastidi riguardano il modo in cui l’élite accademica vorrebbe chiudere quest’avventura. Da un lato, c’è il progetto di unire in matrimonio l’alta scuola di dottorati con la Normale di Pisa, guidata da Fabio Beltram. L’idea delle nozze sarebbe di Alessandro Schiesaro, latinista della Sapienza, consulente di ministri, amico di Beltram. Su un’altra faccenda spinosa, qualche passo ufficiale lo ha mosso anche l’università di Firenze. Infatti, tempo fa il CdA dell’ateneo ha nominato Mario Labate liquidatore dell’Isu, Istituto di studi umanistici nato nel 2001, in pratica il nonno del Sum. Risale proprio all’Isu la creazione di un Consorzio (2002) con atenei come Bologna e Napoli Federico II, che a loro volta nel 2005 hanno dato vita al Sum. Curioso ciò che si legge nella delibera: dal febbraio 2011 l’Isu non ha più organi in carica, non svolge attività né tiene rapporti con il Sum. Ha però una «disponibilità di somme residue per 47.755 € e vanta crediti complessivi per 319.185 €». L’ente «detiene contabilmente beni acquistati negli anni per un costo di 110.567 €, privo di un valore effettivo». Significa che è roba da buttare? La delibera non dà risposta. Quanto al credito da 319 mila €, l’università può riaverne dal Sum 252 mila erogati come borse di studio. Invece «il credito di 66.896 euro è difficilmente recuperabile» dal debitore: l’École des hautes études en sciences sociales (Eehs). Una delle più prestigiose scuole di Parigi che aveva un accordo di cooperazione con il Sum. Nessuno ha spiegato di che tipo di credito si tratti. E perché dalla Ville Lumière non saldano il debito con Firenze. Domande che anche la Corte dei Conti dovrebbe porre.”
Per quanto riguarda l’abusivo e dissestatore Angelo Riccaboni suggeriamo di ricostruire la gestione del CRESCO, del NUCLEO DI VALUTAZIONE e tutte le gestioni aretine di Criccaboni. O si continua a far finta di niente? E ancora: quella lettera abusiva in favore di Lorenzo Frediani firmata da Riccaboni e Fabbro?
Agosto 23rd, 2012 — Note redazionali
Il Montesquieu di Pontedera (al secolo Enrico Rossi) conquista sul campo il titolo di Grande Montesquieu del sultanato di Stigliano. Il nostro Montesquieu non è nuovo nei rapporti con il sultano e con i seguaci del sultano di Stigliano; famosi sono gli ottimi rapporti con la nota Jolanda Cei Semplici.Ti ricordi di Jolanda, vero Montesquieu?
Il Montesquieu con tanto di microfono amico in mano ha elogiato l’operato del cittadino semplice Ceccuzzi e da questo risulta chiaro il livello politico del microfonato. Non solo. Il Montesquieu elogia anche la presidenza Profumo della banca (contenti i dipendenti!) e stranamente non dice mezza parola sul perchè MPS è andato in crisi. Comprensibile questo: il Montesquieu non può deludere gli amici ceccuzziani. L’unica nota stonata di questi giorni è la critica di quello della provincia che accusa il Montesquieu dell’assenza di mezzi per contrastare gli ungulati (al secolo i cinghiali e i caprioli)
A parte che quello della provincia (Eretico docet) poteva rispolverare i mitici Ceccanti e Terzuoli e alla guida di un mezzo sbirillare ungulati anche il delmesiano Tommy Stufano; ma a parte questo, quello della provincia ha ragione. Il Montesquieu deve intervenire e quindi smistare il traffico di ungulati. Noi abbiamo una sola richiesta: un nutrito numero di ungulati lasciateli scorazzare alla festa dei dissestatori domenica 26 quando parla il Criccaboni.
Forza forza Montesquieu impegnati con gli ungulati che con la politica ci sembri poco lungimirante.
Associazione Ungulati Democratici per le primarie
Agosto 23rd, 2012 — Note redazionali
Scrivo due righe, volutamente e provocatoriamente, sul blog che mi ospita per due ordini di ragioni. Ero diffidente verso questo blog ma con il passare del tempo ho capito che scrive notizie e fatti documentati, mai smentiti da nessuno. Secondariamente, ho deciso di cogliere la palla al balzo a seguito dei vari articoli che citano il compagno Enrico Rossi.
Caro Enrico, mi hai deluso profondamente con le dichiarazioni a favore del deludente oltremodo, Franco Ceccuzzi. Sbagli caro Enrico. Ceccuzzi ha diviso la città e ha messo in crisi il partito; non è stato all’altezza del ruolo e in piu’ su di lui pesano gravi responsabilità politiche, dal sostegno all’acquisto di Antonveneta alla gestione di tutta la città. La città di Siena è in crisi perchè ha fallito lui ed è in crisi il PD stesso. Mi dispiace ma da oggi hai perso credibilità politica, caro Enrico. Avevi l’occasione per differenziarti ma ti sei accodato al gruppo che ha messo in crisi la città. Spero vivamente che il mandato che porterai a conclusione aiuti almeno il resto della Toscana e spero vivamente che nel futuro siano altri a guidare la Regione Toscana e il partito. Hai scelto Ceccuzzi e quindi hai scelto il gruppo che ha messo in crisi la città e diviso profondamente il partito. E pensare che volevi fare il leader nazionale del centrosinistra. Forse nemmeno quello regionale.
Sai, caro Enrico, stavolta in città sono in tanti che hanno capito il fallimento del Ceccuzzi e del partito; anche perchè la crisi è seria e le colpe sono tutte del gruppo dirigente locale.
Andrea
Un ex elettore (da oggi) del PD
Ps: Vi chiedo cortesemente di pubblicare anche queste due righe se fosse possibile. Scrivete delle cose che condiviso ma gli attacchi a Stefano Bisi no. E’ un personaggio complesso ma non merita di essere attaccato continuamente. Grazie e buon lavoro.
Agosto 23rd, 2012 — Note redazionali
Da sindaco non è stato in grado di tutelare un bel niente; da politico si è reso responsabile del dissesto cittadino e delle istituzioni e oggi si permette di intervenire parlando per conto del Presidente della Regione Toscana?
E precisiamo che Ceccuzzi si è dimesso, scappando dalle sue responsabilità, abbandonando la città alla deriva e oggi tenta di ripresentarsi come un verginello della politica. Ma soprattutto è ora che il cittadino semplice la smettesse di atteggiarsi come uno che ricopre ruoli istituzionali. Quanto scritto da Ceccuzzi sulla sua bacheca faceboob è di una gravità notevole:
“Ieri abbiamo incontrato il presidente, Enrico Rossi che voglio ringraziare per la sua disponibilità e per l’attenzione che da sempre presta a Siena. Parlando del Santa Maria della Scala ci ha confermato che la Regione è disponibile a trovare le risorse per evitare che le porte del più grande complesso museale senese si chiudano al pubblico. Un impegno concreto che dà speranza non solo a chi ci lavora ma a tutta la città che, sull’antico Spedale ha investito molto, anche in vista della sfida per Siena Capitale della cultura 2019.”
Ma ringrazi cosa? Come mai il Montesquieu di Pontedera parla del Santa Maria della Scala con Ceccuzzi (che non ha nessun ruolo istituzionale) e non interviene con atti istituzionali in Giunta e in consiglio regionale e con contatti ufficiali con il Commissario Laudanna? Per tutelare il Santa Maria della Scala, istituzione vittima della cattiva gestione politica e istituzionale di Ceccuzzi e del suo PD, sono necessari atti istituzionali concreti e chiari e non spottoni pre-elettorali. Chiediamo al Commissario Laudanna di adoperarsi per il mantenimento dell’Istituzione Santa Maria della Scala e di contattare il Presidente Enrico Rossi per capire le reali intenzioni della Regione e la disponibilità reale per eventuali risorse.
Il sig. Ceccuzzi aveva tutti gli strumenti, quando era sindaco, per aiutare la città; invece ha fallito e d è scappato dalle sue responsabilità e sarebbe anche l’ora di smetterla con le prese in giro nei confronti dei lavoratori.
Caro Montesquieu di Pontedera ti sembra normale una situazione del genere?
Agosto 23rd, 2012 — Note redazionali
Una notizia del genere meriterebbe un lungo reportage sulla famosa “Tv di Stato” Canale 3, come ha preteso di definirla l’abbronzatissimo Franco Masoni. La notizia ha disturbato e non poco i miei ultimi giorni di vacanza sul veliero ormeggiato nel porto di Panama. Dal mio smartphone ho letto il lungo articolo sul Giornale dal titolo: “Io con la barca a Porto Cervo perseguitato dalla Finanza”. Scioccante anche il sottotitolo: La vacanza da sorvegliato speciale in Sardegna dell’imprenditore senese Degortes: “Alla prima uscita in mare mi hanno fatto il terzo grado. C’è un clima di terrore” http://www.ilgiornale.it/news/interni/io-barca-porto-cervo-perseguitato-finanza-830838.html
Che stagione strana: oltre al clima torrido scopro che c’è anche un clima di terrore. La scoperta di questo clima mi turba, mi disorienta. Sono triste. Possibile che il noto banchiere del gruppo MPS(la banca che ha chiesto aiuti al Ministero dell’Economia a ciu fa riferimento anche la Guardia di Finanza) l’imprenditore Antonio Degortes deve vivere con ansia le sue tranquille vacanze, considerato che al Monte va tutto bene e i dipendenti sono felici? Urge l’intervento di Profumo e Viola: nel decreto sull’aiuto al Monte chiedete al governo di inserire la clausola “ la Guardia di Finanza non deve perseguitare i banchieri del gruppo MPS”.Siccome le cose girano bene, la banca gode di ottima salute e i dipendenti sono felici per le possibili esternalizzazioni, i banchieri come il Degortes hanno il diritto-dovere di trascorrere in santa pace le vacanze con barca di 15 metri a Porto Cervo. Questi banchieri meritano riposo e vacanze mondane. Di questo passo non si escludono novità nel piano industriale di MPS. I dipendenti forse saranno esternalizzati con tanto di barchette di 2 metri a testa a Porto Cervo.
Io mi sento di lanciare un’idea per aiutare il banchiere perseguitato. Vi sarà capitato di leggere la notizia di Julian Assange che ha chiesto asilo all’ambasciata dell’Ecuador perchè si sente perseguitato e non ha tutti i torti. Sulla scorta di questo precedente perchè il “perseguitato” Degortes non chiede asilo all’ambasciata di Panama e magari imitando il gesto di Assange potrebbe affacciarsi dal balcone dell’ambasciata per un lungo discorso alla nazione. Naturalmente la Tv di Stato Canale dovrà garantire la copertura televisiva dell’evento.
Che ansia! Oggi anche io mi sento perseguitata: dal caldo ovviamente e da due turisti bavaresi.