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La situazione drammatica per la pensante ondata di maltempo in Toscana richiede l’impegno di tutti,soprattutto per fornire aiuti alla popolazione. La situazione nel grossetano risulta ancora difficile

La straordinaria ondata di maltempo ha creato e sta creando molti danni, e purtroppo vittime umane,e nel grossetano la situazione risulta ancora difficile.
Le squadre dei Vigili del Fuoco, del 118 e della protezione civile si sono attivate fin da subito e stanno lavorando senza sosta. Anche il Presidente della Regione Toscana Enrico Rossi si è attivato prontamente con il governo:””Ho chiesto un incontro con il presidente del Consiglio, questa volta il governo non deve lasciarci soli”, ha detto il presidente della Regione Toscana, Enrico Rossi, che ha chiesto anche l’intervento dell’esercito per fare fronte alla situazione determinata dal maltempo in Toscana. “Ho chiesto l’intervento immediato dell’esercito e ho parlato con il generale Mosca. Alla Protezione civile dell’Emilia Romagna ho chiesto di inviare le idrovore a Massa e Carrara. Ora dobbiamo pensare alle persone, alla loro sicurezza”.

Ma il sig. Profeti prima di offendere dovrebbe leggere quello che viene scritto. E sul riordino delle province ribadiamo il concetto: è un problema tutto di natura politica

Ci mancava solo Sergio Profeti in versione costituzionalista che senza leggere quello che scriviamo si scaglia con affermazioni poco galanti nei nostri confronti. Ci mancherebbe altro,ognuno è libero di scrivere quello che gli pare, però se ci contesti quello che scriviamo ci devi anche dire nel merito dove abbiamo errato. E comprendiamo anche che il Profeti è un sostenitore di Ceccuzzi e quindi non può esimersi dalla puntata quasi quotidiana contro il nostro blog. Profeti se lei scrive questo http://www.sunto.biz/2012/11/12/Il%20riordino%20delle%20Provincie%20%C3%A8%20un.htm ci deve anche motivare nel merito quale parte di questo nostro articolo http://shamael.noblogs.org/?p=6311 non è vero. Per quanto riguarda invece l’impegno istituzionale per contrastare questo riordino delle province che penalizza Siena, il Profeti dovrebbe chiedere al suo amico Ceccuzzi e al PD senese come possono conciliare la proposta di costituire un comitato delle istituzioni senesi a difesa di Siena con le dichiarazioni di un personaggio come Mauro Rosati sostenitore politico di Ceccuzzi e ai vertici della fondazione Qualività e membro del cda di Antonveneta (gruppo MPS) che in un’intervista ha dichiarato che a Grosseto la classe politica è migliore di quella di Siena e che per Siena è un’opportunità andare con Grosseto. Il problema sul riordino delle province non è di natura “costituzionale” ma politica. E la legge sulla spending review è stata votata dal partito del Ceccuzzi.

E il pannello non è nulla rispetto a tutte le tegole che cadono in testa a quei due incompetenti

Piove un po’ e viene di sotto il tetto a Via Mattioli (http://ilcittadinoonline.it/news/154304/Al_Polo_Mattioli_cade_un_pannello_dal_soffitto.html). E non è nulla in confronto a quello piove continuamente sulla testa di Cricca e Ines. Devono avere la testa durissima perché nonostante le innumerevoli tegole che cadono loro in testa (qualcusa se la tirano da sé) persistono a fare tutte quelle minchiate che li contraddistinguono. Complimenti anche ai due presidi (di cui uno indagato e rinviato a giudizio) e ai nuovissimi direttori di dipartimento che li hanno sostituiti e dei quali si potrebbe dire: ma loro sono arrivati ora. Minchiate: sono lì da due o tre eoni e nonostante questo continuano a fregarsene di questo sciocchezzuole. Hanno da fare politica accademica loro! Mica possono confondersi con queste sciocchezze. Comunque fanno bene: se succede qualcosa il responsabile è il Cricca in quanto legale rappresentante (seppur abusivo, abusivissimo) dell’Ateneo.

E a proposito di Criccaboni e Fabbro: ma non avevano detto che la fase acuta era passata? E allora questa come la spiegano:

Siena, 9 novembre 2012
PROTOCOLLO: 51913

A tutto il personale

Gentili Professori e Colleghi,
come al solito a fine esercizio attendiamo il trasferimento di fondi cospicui da Ministeri.
In particolare, siamo in attesa che il Ministero dell’Economia e della Finanza, per conto del Ministero della Salute, trasferisca al nostro Ateneo l’importo di circa 14 milioni di euro corrispondenti alla spesa sostenuta per i contratti dei medici in formazione specialistica.  In relazione a ciò, e considerato che i contributi studenteschi ancora da ricevere entro l’anno rappresentano una somma non consistente, sono costretta, ai fini della certezza dei pagamenti obbligatori, a chiedere di non domandare l’effettuazione di alcun altro pagamento.  All’inizio del nuovo esercizio, qualora, come nel 2011 e nel 2012, il MIUR trasferisca immediatamente la somma richiesta per il mese di gennaio in conto FFO 2013, si darà via via corso ai pagamenti anche non obbligatori.

Cordiali saluti.

Ines fabbro

 

Sarà mica l’ora di farla finita di comprare gli iPad? E la maestrina perché non ci mette i trentamila euro di troppo che riceve dall’Ateneo? Via su!!! Ma perché non vi levate dai coglioni?

Notizie da un Tribunale dello Stato Italiano: Marco Tronchetti Provera è stato rinviato a giudizio e Telecom si costituirà parte civile

Il procuratore aggiunto di Milano Alfredo Robledo (uno che evidentemente merita lo stipendio che prende) ha chiesto e ottenuto il rinvio a giudizio per Marco Tronchetti Provera ex manager di Telecom Italia. Il processo inizierà il 18 febbraio 2013. E Telecom Italia si costituirà parte civile nel processo.

 

Quel mutuo di 27 milioni di euro concesso da un pool di banche al pastificio Amato con una commissione pagata di 507.519 euro

Tra le carte al vaglio della magistratura salernitana ci sarebbe anche un mutuo di 27 milioni di euro concesso al pastificio Amato di Salerno il 24 luglio del 2009 da un pool di banche : Unicredit Corporate Banking (capofila), Banco di Napoli, Mediocredito Italiano, Monte dei Paschi di Siena e Banca della Campania. “Il pastificio avrebbe dovuto restituire l’intero importo entro 12 anni. Per ottenere il finanziamento, la società fallita avrebbe pagato una commissione di 507.519 euro. I documenti contabili, però, sembrano non chiarire a chi sarebbe stato versato questo mezzo milione di euro”. Nella prima relazione del 23 giugno 2011,l’ex commissario giudiziale Luigi Amendola, poi nominato curatore fallimentare quando l’ammissione al concordato è stata revocata dal Tribunale per lasciar posto alla sentenza di fallimento dell’ex pastificioAmato, insinuava dubbi sul finanziamento. Ma il GIP del tribunale di Salerno Dolores Zanone riferiva di un finanziamento complessivo da parte delle banche di oltre 40 milioni di euro. E infatti nell’ordinanza il GIP scrive “È questo l’importo totale dei crediti concessi da quello che è stato definito, come riportato nell’ordinanza dal gip DoloresZarone, il “pool” delle banche che sostenevano i passaggi di fondi dalla Antonio Amato & C Molini e Pastifici alla Amato Real Estate srl. In un giro che, scrive il giudice, ha alla base lo strano rapporto economico tra «Amato che vende ad Amato». Il primo finanziamento risale al settembre del 2009 (mentre erano in cassa integrazione 30 lavoratori): 27 milioni di euro stanziati da cinque istituti di credito, da restituire in dodici anni, e con condizioni piuttosto onerose”. “Successivamente al primo mega finanziamento, arrivano altri 17 milioni di euro, in questo caso da undici banche distinte. Nello specifico, uno degli istituti coinvolti, regolarmente concedeva al “trust” (ovvero alla società Amato grazie la mediazione di PaoloDel Mese e Simone Labonia) anticipi su fatture in assenza dei documenti fiscali, mettendo a garanzia assegni post-datati. Gli ultimo finanziamenti dati alla società, sempre dallo stesso istituto di credito, risalgono a settembre 2010, praticamente a pochi mesi dal crac: 500mila euro”.

Non sappiamo a che punto sono le indagini della magistratura della magistratura salernitana. E non è dato sapere se altre procure competenti si sono attivate; non sappiamo se Bankitalia ha attivato le dovute verifiche di competenza e soprattutto non sappiamo se gli istituti di credito coinvolti hanno avviato delle indagini interne e se gli stessi istituti riavranno indietro i soldi concessi al fallito pastificio.

Alla data di oggi,cosi come confermato da diversi organi stampa mai smentiti, sappiamo soltanto che l’ex parlamentare Paolo Del Mese si trova agli arresti domiciliari; alla data della concessione del mutuo Paolo Del Mese era presidente della commissione finanza della Camera(tra i membri c’era l’ex parlamentare di Siena Franco Ceccuzzi); nel 2006 a Salerno si è svolta una cena tra i proprietari del fallito pastificio, Paolo Del Mese, l’ex presidente di MPS Giuseppe Mussari e l’ex deputato Franco Ceccuzzi. E poi ci sono altre due coincidenze. La prima conosciuta grazie all’interrogatorio rilasciato da Paolo Del Mese ai magistrati : “Ho inserito (prima o dopo la cena?), tramite Ceccuzzi, Anastasio nella Consumit (società del gruppo MPS)”. La seconda: Simone Labonia. Fissate bene la data della concessione del mutuo (24 luglio del 2009) e fissate le date degli incarichi (come aggiornamento della presentazione dello studio legale dello stesso Simone Labonia alla data del settembre 2011) di Simone Labonia: “Ha ricevuto incarico di collaborazione quale consulente legale presso la Segreteria particolare tecnica del Presidente della VI Commissione Finanze della Camera dei Deputati in data 22 dicembre 2006 e quale consulente legale presso la Segreteria particolare tecnica del Segretario della VI Commissione Finanze della Camera dei Deputati in data 22 dicembre 2009 (commissione presieduta da Paolo Del Mese e membro della commissione Franco Ceccuzzi); “È procuratore speciale e procuratore alle liti della società “CONSUM.IT – S.P.A”, appartenente al Gruppo Bancario “Monte dei Paschi di Siena S.p.A.”,nominato con atto del dottor BRUNO MORGIGNI, Notaio in Prato, in data 19 luglio 2005.”; ”È procuratore e consulente legale della Direzione Generale della Banca MPS Leasing & Factoring S.p.A., dal 25 marzo 2010.”; ”È procuratore e consulente legale della Direzione Generale della Banca MPS Capital Services Banca per le Imprese SpA, dal 25 marzo 2010”; ”È procuratore e consulente legale della Banca MPS Gestione Crediti Banca SpA, dal 14 maggio 2009”. Paolo Del Mese, Labonia, Anastasio, agli arresti domiciliari per l’inchiesta sul crac Amato. Inoltre come da link del noto blog L’Eretico http://ereticodisiena.blogspot.it/2012/06/paolo-del-mese-arrestato-ceccuzzi-zitto.html scopriamo che Labonia era l’avvocato personale di Paolo Del Mese.

Tutte coincidenze vero sig. Franco Ceccuzzi? Dentro i partiti senesi e dentro MPS una dovuta riflessione quando?

Che strano il mondo della politica e della banche.Per una famiglia normale avere un mutuo da una banca è quasi sempre un tormento, per non parlare delle aziende serie in difficoltà per colpa della crisi. E per non parlare dei debiti della fondazione MPS e le mancate erogazioni per il territorio senese. E per non parlare della gestione disastrosa della banca durante l’era Mussari. Però tutti a cena a Salerno e fiumi di milioni verso Salerno. Tutte coincidenze, compresi i vari incarichi agli amici di Del Mese?

 

Manca solo Boldrake poi l’armata dei fantastici eroi è al completo

In un primo momento eravamo convinti che si trattasse di un fotomontaggio da parte di qualche burlone; poi siamo andati sulla home page del PD Nazionale http://www.partitodemocratico.it/ e scopriamo che non era un fotomontaggio, ma l’originale trovata per pubblicizzare le primarie: i Fantastici 5. Gli autori di questa trovata superano alla grande quei burloni dei grafici di Fratello Illuminato. A saperlo subito che le primarie servivano per conquistare il pianeta Marte o sconfiggere le forze del male ci saremmo preoccupati di suggerire l’arruolamento del mitico eroe di Via Roma 56, il nostro Boldrake. Comunque complimenti per la geniale e fantastica trovata.

 

La nuova provincia, la fondazione MPS e il ruolo dietro le quinte (non troppo nascosto) del parlamentare del PD Luca Sani

Ci sono equilibri, notizie e manovre che riusciamo a sapere grazie all’insieme delle relazioni che abbiamo consolidato in tutti gli ambienti. Siamo sicuri che il decreto che abolisce la provincia di Siena e il relativo accorpamento con la provincia di Grosseto è pura casualità e siamo sicuri che la poca resistenza all’abolizione della provincia da parte di numerosi settori del PD anch’essa è una casualità? Non sarà che il povero Bezzini è stato sacrificato perchè altri equilibri e altre manovre erano già in composizione e in corso da diversi mesi?

La risposta a queste domande, sapendo benissimo che tutto è smentibile e deficitario, proviamo a darle noi.

Per arrivare alle risposte partiamo dal ruolo del parlamentare del PD maremmano Luca Sani, coordinatore della segreteria regionale del PD toscano. Abbandonato da tutti i vertici regionali e nazionali a chi affida il proprio destino politico l’ex sindaco Franco Ceccuzzi? Al poco conosciuto ma attivo dietro le quinte Luca Sani.

Il parlamentare maremmano era già presente alla famosa serata per festeggiare la vittoria del chianino in piazza del mercato dopo le elezioni amministrative. Ma il rapporto tra i due era ben solido da diverso tempo. Un rapporto fondato su interessi politici reciproci. Luca Sani, dominus del PD grossetano e sponsor della provincia di Grosseto Leonardo Marras,cosi come ci dicono degli amici fraterni di Grosseto, lavora silenziosamente per prepararsi a lanciare quando sarà il momento la propria candidatura per sostituire Enrico Rossi alla presidenza della Regione Toscana. Ed ecco spiegarsi i motivi per i quali il parlamentare Luca Sani si è scagliato contro la proposta di “Siena capoluogo dell’area vasta” avanzata da Enrico Rossi. E nell’osteggiare il ruolo di Siena capoluogo, il parlamentare Sani, ha utilizzato parole maliziose contro il nostro caro Montesquieu di Pontedera: “Se poi l’accentramento in Area vasta dovesse produrre gli effetti che già si sono visti nel settore turistico con l’abolizione delle Apt, con l’assenza totale di politiche di promozione dei territori da parte della Regione, allora guardiamoci bene dall’assecondare certe scelte. Non voglio immaginare cosa accadrebbe in settori delicatissimi come sviluppo economico e agricoltura”.

E nell’ottica di questo scontro con Enrico Rossi bisogna inserire il ruolo di Luca Sani dietro le quinte delle dimissioni da sindaco di Franco Ceccuzzi. E alla luce delle nuove rivelazioni forse ci capisce cosa stava succedendo dentro la maggioranza in Comune. Luca Sani e Franco Ceccuzzi erano convinti di prendere due piccioni con una fava.Anche se alla fine i piccioni hanno fatto fare la figura delle fave ad altri. Il Ceccuzzi era convinto di avere i numeri per resistere e far fuori dalla maggioranza i consiglieri vicini ad Alberto Monaci. E Luca Sani avrebbe utilizzato la sconfitta senese del Monaci per farlo fuori dalla presidenza del consiglio regionale e di riflesso avviare l’indebolimento di Rossi e la sostituzione di Manciulli (troppo vicino a Rossi) dalla segreteria regionale. Il pallottoliere del Ceccuzzi era troppo semplice e deficitario e i due strateghi sono rimasti al palo. Ovviamente questi giochini tutti sulle spalle degli inconsapevoli cittadini. E oggi?

Con i nuovi scenari che si aprono a seguito dell’abolizioni della provincia di Siena con l’accorpamento sotto Grosseto il parlamentare Sani insieme a Ceccuzzi hanno messo n atto una nuova strategia; e in questa nuova strategia gioca un ruolo anche il presidente Alessandro Profumo. Luca Sani dopo essersi consultato con Alessandro Starnini sta lavorando per ricandidare Franco Ceccuzzi alla corsa per il sindaco di Siena con la prospettiva di giocare un ruolo di dominus proprio in virtù di Grosseto capoluogo della nuova provincia. In funzione di cosa? Con il Comune di Siena in mano a Ceccuzzi(in base ai desideri dei due strateghi) e la provincia di Grosseto sotto l’influenza politica di Sani e con l’asse consolidato tra Profumo e Ceccuzzi, i due strateghi avranno mano libera per i nuovi equilibri della fondazione MPS in modo da blindare lo stesso Profumo (anche in previsione della discesa della fondazione al 20 % dentro la banca) e controllare di fatto banca, fondazione, comune e provincia. Per il bene dei cittadini? No, per la carriera politica del Ceccuzzi e la futura candidatura di Luca Sani al posto di Enrico Rossi in regione.Ovviamente Simone Bezzini è il primo agnello politico sacrificale di queste strategie. Le iniziative di prostesa contro l’abolizione della provincia di Siena sono piu’ che giuste e vanno anche incoraggiate;prima però sarebbe importante tracciare una linea tra i veri “amici” e i veri “nemici”. E i fatti, purtroppo, giocano a svantaggio di Siena e i due strateghi insieme ai fatti.

La “maledizione” salernitana per MPS: dal pastificio Amato alla Lehman Brothers

Due vicende diverse e diversi i protagonisti della “non fortunata” aria salernitana per banca MPS. Due vicende di una gestione passata di MPS ,cosi come di altre banche, caratterizzata da un eccessivo sbilanciamento verso il rischio e una “disinvolta” gestione di alcuni crediti erogati.

Prima la cronaca dell’attualità. Il tribunale di Salerno con la sentenza n.2200 del 20 ottobre 2012,sentenza di primo grado, ha condannato la banca MPS a risarcire un cliente che aveva comprato bond della banca americana Lehman Brothers holding incorporated:”A febbraio del 2008 un investitore acquista 50mila euro di obbligazioni Lehman B. che soltanto sette mesi dopo va in default. Il cliente (assistito dall’avvocato Pasquale Basso dello studio Bcb di Salerno) cita in causa Mps che gli ha venduto i titoli chiedendo la risoluzione del contratto per grave inadempimento della banca toscana la quale non gli avrebbe comunicato lo stato di dissesto in cui (già a febbraio 2008) si trovava Lbhi. Il tribunale salernitano ha riconosciuto l’inadempimento della banca la quale, essendo soggetto professionista del mercato, avrebbe dovuto conoscere alcuni dati macroeconomici riguardanti la disastrosa situazione finanziaria di Lbhi emersi già dalla seconda metà del 2007. In particolare, attingendo dai dati della Consulenza tecnica d’ufficio (anche il Tribunale di Milano ha disposto una Ctu sul rating, si veda «Plus24» del 27 ottobre scorso), il collegio ha evidenziato che nell’agosto 2007 erano stati licenziati 1.200 dipendenti, nel corso del 2008 vi erano stati una perdita di 25 milioni di dollari, una riduzione dell’avviamento di 27 milioni, delle perdite su titoli garantiti per 2,8 miliardi di dollari e, infine, le azioni avevano perso ad agosto il 73% del proprio valore.
Questi dati di bilancio, unitamente alle preoccupanti notizie divulgate dalla stampa (anche non specialistica), rendono impossibile pensare che Mps non fosse a conoscenza dello stato di difficoltà economica di Lbhi. Per questo motivo, la banca toscana ha violato l’obbligo di diligenza e correttezza nei confronti del cliente con la conseguenza che il contratto va dichiarato risolto e Mps condannata a restituire al cliente le somme investite”. Naturalmente MPS può sempre appellare la sentenza.

Diversa e alquanto emblematica è la nota vicenda della bancarotta del pastificio Amato di Salerno. Il primo aspetto particolare è quella famosa cena del 2006 a Salerno tra i titolari del pastificio con l’allora parlamentare dei DS Franco Ceccuzzi e il presidente di MPS Giuseppe Mussari. Un cena resa nota da quel Paolo Del Mese che si trova agli arresti domiciliari. Il secondo aspetto,più che particolare risulta strano sotto il profilo delle normative inerenti l’erogazione del credito e dei finanziamenti, emerge dalle parole del GIP del Tribunale di Salerno cosi come riportate da un giornale salernitano:“A dimostrazione di tutto ciò ci sarebbe, tra l’altro, l’operazione con cui il 1 marzo del 2007 viene stipulato un atto di pegno e quietanza finale tra la Banca Monte dei Paschi di Siena e la Amato Re srl, relativo ad un finanziamento fondiario di 16 milioni di euro accordato, poi, il 29 dicembre 2006. Il Gip che riconosce come questo finanziamento sia stato accordato a condizione onerosissime per l’intera famiglia Amato, e pur dicendosi “non in grado di giudicare la valenza economica del progetto imprenditoriale, né quanto l’azienda fosse in grado di gestire autonomamente il suo business, né ancora quanto il piano finanziario ipotizzato potesse avere una fondata aspettativa di realizzo”, ritiene che sia “alquanto strano” che una banca abbia potuto finanziare per decine di milioni una società neo costituita, dotata di un capitale sociale di appena 10mila euro e con il solo impegno alla sottoscrizione di capitale in aumento da parte dei soci per 5 milioni di euro. In questa operazione avrebbe fatto da mediatore proprio l’ex parlamentare Paolo Del Mese, mettendo in contatto il Cavaliere Giuseppe Amato, capostipite della famiglia e della società, con il presidente dell’istituto di credito costando alla famiglia ingenti somme di denaro.”

La data della cena e le date dei rapporti tra MPS e Amato Re srl qualche riflessione sinceramente è piu’ che necessaria,sia sotto il profilo politico ma soprattutto sotto il profilo di una necessaria verifica di quella operazione;una verifica che una gestione diversa da quella passata dovrebbe fare.

 Albus Silente

L’evoluzione (involuzione) culturale nelle mani degli apologeti del dissesto

La signora Rita Petti, nuova guru della c(o)ultura ceccuzziana, in sostituzione dello Sgarbi locale (Andrea Milani) ha partorito il nuovo slogan per il partito impegnato (PD) in ambito culturale: “la ri-evoluzione culturale”. E chi ti chiama per la ri-evoluzione culturale? Una dei massimi apologeti del dissesto universitario, la tosiana non pentita Gabriella Piccinni. Il PD ceccuzziano per rilanciare la cultura riparte dai tosiani. Siccome non è bastato il dissesto economico, morale e didattico dell’università (se c’era un’università come ai vecchi tempi Siena non si ritrovava in queste condizioni) i ceccuzziani per ri-evoluzionare la cultura si affidano alla peggiore nomenclatura universitaria mai conosciuta fin dai tempi delle scimmie prima del processo evolutivo. Diciamo che con questi ricomincia la ri-involuzione definitiva. Ma non l’avete ancora capito dentro il PD che Ceccuzzi e la nomenclatura tosiana a lui vicina porteranno Siena nel baratro più totale? Ai senesi i disastri che sono sotto gli occhi di tutti non sono sufficienti per prendere coscienza che per far ripartire la città è urgente liberarsi degli avvoltoi che l’hanno spolpata e umiliata con dissesti continui?

Nell’immagine che vi proponiamo di seguito una simulazione dei possibili effetti della ri-evoluzione culturale affidata alla nomemclatura dissestatrice e filodissestatrice alleata del Ceccuzzi.

Forse non ci siamo capiti: questi qui non ce l’hanno mica il senso del limite. Ma dove sono quelli che dovrebbero restituirglielo, se mai l’hanno avuto?

È stata chiesta «l’immediata e cautelare interdizione dall’attività e dal ruolo di rettore e direttore amministrativo per il Criccaboni e la maestrina Fabbro». I motivi riguardano il concorso, la nomina e il contratto del direttore amministrativo. Ma altri e più gravi motivi supportano la richiesta di interdizione. Prendiamo le elezioni per la composizione del Senato Accademico. Il Criccaboni, non contento di aver fatto eleggere quasi tutti i suoi uomini e donne come direttori di Dipartimento, punta ora a mandare il maggior numero di costoro anche in Senato Accademico (le elezioni si svolgeranno lunedì 12 novembre). Ma c’è un limite del regolamento: in Senato ci possono andare solo 4 direttori, uno per ognuna delle quattro aree, eleggibili nella lista dei direttori. Saranno, pertanto eletti, in rappresentanza dei direttori: Rocchi Santina, Nuti Ranuccio, Bettalli Marco (l’inquisito), Barba Angelo. E gli altri servetti? Il Criccaboni non può lasciarli fuori! Ebbene, queste elezioni dovranno eleggere in Senato Accademico anche 8 docenti, in rappresentanza delle 4 aree scientifico-disciplinari. Ed ecco servita la mascalzonata! Tanto quegli stupidi di docenti non vedono, non sentono e non dicono nulla! In fondo, i direttori di dipartimento sono anche docenti. Perché non farli eleggere in Senato nella lista dei docenti? Ed ecco pronte le servette e il servetto di turno che mandano le loro candidature ai docenti-ebeti con la seguente raccomandazione: «attenzione, mi avete già eletto la scorsa settimana direttore di dipartimento, ora votatemi in Senato non nella lista dei direttori, state attenti, ma nella lista dei docenti.» Come possano disgiungere gli interessi del loro dipartimento con gli interessi dell’area scientifica, composta da docenti appartenenti ad altri dipartimenti, è un mistero. Ma, tanto quei coglioni dei docenti, non ci pensano a queste sottigliezze. Ecco i nomi delle furbette e del furbetto: Gabriella Piccinni (poteva mancare? No, di certo), Rosella FulceriCosima Baldari e Michelangelo Vasta. E così, per far posto a questi furbetti criccaboniani, gli 8 rappresentanti dei docenti in Senato si riducono a 4. Altro che interdizione dall’attività e dal ruolo! Questi vanno arrestati subito! Ne riparleremo domani, dopo lo scrutinio.