Apriamo un capitolo a parte per fare il bilancio di un anno di direzione amministrativa della nota condannata dalla Corte dei Conti nonché amica della nota dissestatrice di vari enti pubblici Jolanda Cei Semplici. La signora in questione corona un anno costellato da un fallimento dietro l’altro in materia di amministrazione, contabilità, gestione del personale e così via con la clamorosa assenza a due appuntamenti nodali, uno col Sindaco Ceccuzzi (che evidentemente legge Fratello Illuminato e di conseguenza l’ha annullato all’ultimo momento) e uno con dirigenti di istituti di credito ben noti in questa città, al quale ha inviato invece insieme al rettore un funzionario. Come mai ieri il contribuente ha pagato 484 euro a questa signora? Per preoccuparsi dell’Ateneo che doveva risanare? No! Per andare in commissione di concorso presso l’altro Ateneo dissestato in parte da dissestatori che conosciamo bene (Loriano Bigi, altro amico della condannata dalla Corte dei Conti) e in parte da amici del garante dei garanti nonché musicologo di chiara fama, tipo Aldo Schiavone: il SUM.
Voi direte: beh, un giorno … E negli altri 364 cosa ha prodotto la signora, a parte un massacro del personale tecnico amministrativo, l’arricchimento indebito di una nota ditta di traslochi senese, la cessione a titolo gratuito della facoltà di medicina in blocco alla Regione, l’aiuto e l’appoggio ai peggiori dissestatori, le cene con pericolosissimi dissestatori tipo la sua amica Jolanda Cei Semplici in cui piacevolmente si intrattengono su come macellare ancora un po’ i tecnici amministrativi, possibilmente quelli incolpevoli di questo disastro?
Cittadini!!! Tenete presente che tutto questo costa 484 euro e spiccioli al giorno solo per il suo stipendio, sabati e domeniche incluse. Forse sarà il caso di chiedere alla magistratura senese cosa ci ha fatto con il fascicolo aperto sulla sua procedura di selezione? E già che ci siamo ci piacerebbe sapere sotto quale zampa di tavolino sono finite tutte queste inchieste, questa inclusa. Così, per saperlo …
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Ecco a chi il contribuente eroga 177.000 euro l’anno: a una condannata dalla Corte dei Conti che se li guadagna mancando agli appuntamenti fondamentali
Ottobre 14th, 2011 — Note redazionali
Notizie economiche. Aumenti di capitale per le banche e I Costi delle assicurazioni per auto e moto
Ottobre 13th, 2011 — Note redazionali
AUMENTI DI CAPITALE PER LE BANCHE e LE CIFRE
“(ASCA) – Roma, 13 ott – Secondo gli analisti del Credit Suisse saranno ben 66 le banche europee che dovranno aumentare il capitale a seguito della crisi del debito sovrano dei paesi dell’Eurozona. Ieri il presidente della Commmissione Ue, Jose’ Manuel Barroso, nel suo intervento al parlamento europeo ha annunciato l’avvio di questo percorso……. Nuove risorse anche per tutte e cinque le banche italiane che avevano superato gli stress test dello scorso luglio ma che, con la nuova revisione, vedrebbero scendere il Core Tier 1 sotto il 9%. Gli analisti di Credit Suisse calcolano 11 miliardi di nuove risorse per Unicredit, per Intesa 3,7 miliardi, per Banco Popolare 3,1 miliardi, Mps 2,3 miliardi, Ubi 1,5 miliardi.
Le più in salute appaiono le banche scandinave e danesi che, a parte qualche ritocco di poche decine di milioni di euro, sostanzialmente non hanno bisogno di nuovo capitale.”
I COSTI DELLE ASSICURAZIONI PER AUTO E MOTO
“In soli due anni i costi di una polizza Auto sono schizzati verso l’alto del 25% mentre quelli delle moto hanno raggiunto picchi di incremento del 35%. È l’atto d’accusa del presidente dell’Antitrust, Antonio Catricalà, nei confronti delle compagnie assicuratrici”.
La teoria della mucca (l’Università di Siena): è stata spremuta con ingordigia, non le hanno dato nemmeno una palata d’erba e ora la mucca è moribonda
Ottobre 13th, 2011 — Note redazionali
“Perché il sistema consente di arrivare al potere col disprezzo; ma è l’iniquità, l’esercizio dell’iniquità, che lo legittima”.(Leonardo Sciascia)
Mungitori di mucche da latte pubblico, ingordi e furfanti. La “mucca” da mungere era ed è l’Università di Siena, il “latte” i soldi pubblici e i “mungitori” tutti coloro che hanno gestito dall’alto e dal basso, e alcuni continuano, la medesima università. Si sono attaccati alle mammelle della mucca piena di soldi e giu’ come fossero neonati a pocciare con foga e senza sosta dall’alba al tramonto. Sono andati avanti imperterriti, protetti e tutelati dal sistema; anche perché il sistema si serviva della mucca e con la mucca gestivano altri sistemi. I revisori dei conti complici e affiliati del medesimo gruppo non controllavano e ancor peggio avallavano qualsiasi irregolarità o porcheria contabile; i dirigenti degli uffici succubi e complici dei direttori amministrativi spendevano e spandevano all’interno di quello che si sta rivelando il “medesimo disegno criminoso” ai danni delle casse pubbliche e di un intera comunità, non solo scientifica e culturale ma morale e civile. In cima alla mangiatoia a mungere ad oltranza c’era il faraone dei faraoni, già vice sultano presso la facoltà di medicina, il ministro mancato Piero Tosi (anche banchiere se per questo!!). Avevano costituito un’associazione strutturata di mungitori di soldi pubblici che negli anni e sotto la copertura omertosa di tutti, hanno distrutto e dissestato un patrimonio della comunità : un bene pubblico e un centro di cultura e formazione scientifica di prestigio. Si sono ingozzati, abbeverati come alcolizzati e hanno praticato le peggiori truffe, falsificazioni di bilanci e sperpero di danaro pubblico. Si sentivano uno “Stato” dentro lo “Stato”, si autocelebravano e venivano celebrati e osannati come professoroni(alcuni addirittura senza una laurea, vedi il caso di Boldrini)e il giornalista amico gli dedicava articoli faziosi e bugiardi. Per anni hanno preso “per il culo” un’intera comunità, illuso dipendenti, professori onesti e tanti studenti: da un lato disegnavano fasti e illusioni e dall’altro dissestavano come quei banditi incappucciati che di notte svaligiano le casseforti.
I malfattori e i mungitori fraudolenti hanno nomi e cognomi facilmente identificati e “identificabili” dalla magistratura e sarebbe un danno ancora più elevato per la comunità se quest’ultima dovesse traccheggiare oltre il tempo massimo.
Il dramma collettivo (economico e morale) provocato da questi banditi e che rischia di sommarsi ad altri drammi economici, è stato sottovalutato anche dagli stessi dipendenti e professori onesti (salvo rare eccezioni) e dalle istituzioni senesi e dello Stato, in primis da quella incompetente del ministro Gelmini. I due neo-mungitori e pseudo immobiliaristi Riccaboni e Fabbro sono l’ultimo colpo di coda del sistema Tosi-Bigi-Boldrini-Angelaccio-Bruni-Coluccia-Gioffrè e nomenclatura a seguito. Pensate un po’: il gruppo dirigente di allora della CGIL che sulla carta doveva tutelare i lavoratori era in mano a Claudio Vigni e Diodato Angelaccio (ricordiamo che la carriera di Diodato è merito di Jolanda Cei Semplici). Claudio Vigni in amore e in sintonia con Piero Tosi dava il sostegno sindacale e politico alla gestione e Diodato Angelaccio (alla faccia dei lavoratori onesti e che ora rischiano lo stipendio) dissestava e si faceva pagare finte missioni ai danni delle casse dell’ateneo. Questa è la storia e non altro: i soldi dello stato utilizzati per farsi belli, gestire il consenso e favorire carriere personali. Basta pensare alla vicenda miserabile dei libri in onore del mentore di Piero Tosi, ovvero i volumi in onore di Luigi Berlinguer. Erano talmente abituati a non rispettare le regole che non hanno nemmeno regolarizzato la procedura per spendere 26.000 euro. Roba da pezzenti e da malati della truffa ai danni dello Stato. Era casa loro e si erano messi in testa di regnare fino all’ultimo sospiro dei “quattro mori”.
Che cosa resta di tutto questo lerciume? Tanta amarezza in chi ha lavorato dentro e fuori per rafforzare e dare prestigio all’Università; tanta brava gente che ha perso il posto di lavoro e rischia quello attuale perché dei miserabili hanno sperperato tutto e soprattutto resta un forte senso di smarrimento e di incertezza per le sorti future dell’ente pubblico e di chi ci lavora.
Cari magistrati senesi vi sembra che ci sia altro tempo da perdere? La mucca è moribonda ma non “lasciatela” morire. Si chiede GIUSTIZIA e non vendette. A casa Riccaboni e Fabbro e punizione esemplare per chi ha distrutto le speranze e il reddito personale di lavoratori, ricercatori, professori onesti e studenti e di un’intera comunità che necessità di chiudere definitivamente con la banda dei dissestatori. Domani è un altro giorno.
Anno Domini MMXI
Maestro James
Ma intervengano immediatamente le procure di Firenze e Siena
Ottobre 12th, 2011 — Note redazionali
Ecco cosa viene pubblicato su il Mondo, supplemento al Corriere della Sera, a firma di Fabio Sottocornola:
Cielo sempre più pesante sopra l’università di Siena, gravata da un buco nei bilanci che ha superato di gran lunga i 200 milioni di euro. E dove ormai anche i rapporti tra i diversi protagonisti sono ai ferri corti. Nei giorni scorsi il collegio dei revisori dei conti ha bocciato, con parere unanime, l’ipotesi di una modifica al budget dell’ateneo che il rettore Angelo Riccaboni ha sottoposto al CdA lo scorso 29 settembre. Tra i punti contestati, maggiori spese per l’apertura di un asilo nido aziendale e per coprire i costi della pubblicazione di alcuni volumi in omaggio all’ex rettore (e ministro) Luigi Berlinguer. Il parere degli esperti contabili è arrivato poche settimane dopo la stroncatura su un’operazione di congelamento delle rate dei mutui, voluta a luglio dal Magnifico. Con lui è in rottura anche Riccardo Mussari, ordinario di economia aziendale e fratello di Giuseppe, presidente del Monte Paschi. A febbraio Riccaboni lo aveva inserito nella commissione per la revisione dello statuto con l’incarico di riscrivere il regolamento di contabilità. Prima delle vacanze, con lettera riservata non priva di critiche verso Riccaboni, Mussari ha lasciato. Ma dentro la sua facoltà di economia il rettore conserva buoni rapporti con alcuni docenti. Per esempio, Lorenzo Frediani, ordinario di economia degli intermediari finanziari, che sarebbe impegnato in un progetto per la gestione di parte degli immobili d’ateneo. Secondo voci che circolano nella città del Palio, potrebbe trattarsi di una fondazione o sgr da realizzare con qualche banca d’affari americana. Infine, in mano a Frediani c’è rischio che scoppi un caso di nepotismo. A fine settembre il figlio Andrea si è laureato nella stessa facoltà, corso, dipartimento (studi aziendali) del padre. Come relatore Michele Patanè, associato nella disciplina di Frediani. In ateneo ci si chiede se questo non sia in contraddizione con il codice etico, appena approvato.
Subito ripreso da Giovanni Grasso con ampio commento (http://ilsensodellamisura.com/2011/10/un-fondo-immobiliare-per-speculare-sull%E2%80%99universita-di-siena/#more-4474).
Ci chiediamo, in aggiunta a quanto dicono Giovanni Grasso e Fabio Sottocornola, se – in presenza di un’indagine sulla regolarità delle elezioni del rettore – questo ultimo sia legittimato a comportarsi come se fosse il titolare della proprietà degli immobili, cosa che non sarebbe veritiera neanche se fosse stato correttamente eletto. Non ne parliamo vista la presenza di dubbi e indagini.
Intervengano LE PROCURE. BASTA TRACCHEGGI! Qui c’è qualcuno che intende utilizzare in modo privato beni pubblici ed indisponibili!!! FORZA!!!
La Giungla della Facoltà di Medicina di Siena. Le fazioni che si scontrano e si incontrano. Non sarebbe il caso di darsi una calmatina?
Ottobre 12th, 2011 — Note redazionali
Una vera giungla quella della Facoltà di Medicina ed i suoi intrecci con l’Azienda Ospedaliera Universitaria Senese. Ad uno sguardo poco attento sembrerebbe tutto a posto, ma – come Fratello Illuminato ha più volte anche recentemente annottao – in realtà il panorama, a guardarlo con gli occhiali giusti, assomiglia più che altro a una delle scene di Apocalypse Now, con guerre tra bande senza esclusione di colpi. Non siamo nemmeno sicuri che, sempre rifacendosi al suddetto film, la soluzione prospettata nelle scene iniziali sia fattibile e porti a dei risultati concreti.
La redazione di Fratello Illuminato, perciò, ha deciso di aiutare gli osservatori, cercando di proporre almeno una piccola classificazione di bande l’una contro l’altra armata. Ecco di seguito una prima classificazione, su cui ci riserviamo di tornare.
Se poi ci vogliono pensare i ROS, i NAS, la Guardia di Finanza e un presidio dell’Esercito Italiano noi siamo anche più contenti.
Ecco le fazioni:
Il gruppo dei” berlingueriani (Luigi) e tosiani”:
professoressa Anna Coluccia (http://shamael.noblogs.org/?p=3306 )
prof. Walter Gioffrè (http://www.ilcittadinoonline.it/news/130321/Buco_all_Universit%C3%A0__Gioffr%C3%A8_sospeso_dalle_sue_funzioni_pubbliche.html)
prof. Mariano Giacchi
prof. Carlo Setacci
prof. Vincenzo Sorrentino
professoressa Marcella Cintorino
Il gruppo “dei bisiani (Stefano Bisi) e dell’ex docente di fisica Mario Rigato:
prof.Bruno Frediani (http://ilsensodellamisura.com/2011/07/due-casi-per-il-movimento-delle-donne-%e2%80%9cse-non-ora-quando%e2%80%9d/comment-page-1/#comment-8740)
prof. Mauro Galeazzi
prof. Messina,
Il gruppo degli “autonomisti filo tosiani”:
prof. Enrico Pinto
prof. Fausto Lorè (http://qn.quotidiano.net/2001/06/22/2309688-Siena-primario-condannato-per-violenza.shtml)
prof. Aldo Caporossi
prof. Alessandro Rossi
prof. Ranuccio Nuti
prof. Eugenio Bertelli
prof. Giuseppe Battista
Il gruppo del “resto del mondo” (in teoria maggioritario, ma in posizione di debolezza rispetto ai gruppi soprastanti).
Toh! Chi si rivede!!!
Ottobre 11th, 2011 — Note redazionali


Ma guarda chi si rivede!!! Per curiosità che ci girellano in compagnia di Criccaboni i seguenti soggetti: Caporossi, Fausto Loré e Enrico Pinto? Cioè la crema dei tosiani? Non sarà che cercano di forzare la mossa e di impadronirsi in anticipo, cogliendo l’occasione delle manovre sullo statuto universitario e sui nuovi raccordi con l’Azienda, dei DAI in scadenza nl 2013? Siccome il Cricca aveva cercato di far nominare Setacci e altri tosiani, non riuscendoci, non vorremmo che ora tentasse la “mossa” …
Controllate un po’ per bene cosa combinano a medicina.
Ecco il piano di conservazione e di tutela messo in atto da Riccaboni. Una sorta di piano di galleggiamento finalizzato alla tutela dei dissestatori. La magistratura senese perché si è fermata?
Ottobre 11th, 2011 — Note redazionali

Il quadro è palesemente chiaro dentro e fuori l’università. Il rettore subjudice Riccaboni e la rappresentante in ateneo di Jolanda Cei Semplici, ovvero Ines Fabbro, non stanno lavorando per risanare l’ateneo: non sono in grado e non hanno costruito nemmeno le condizioni per farlo.
Stanno galleggiando con un solo obiettivo: tutelare le posizioni di coloro che hanno partecipato al dissesto dell’università e quindi permettere la conservazione delle posizione di privilegio dei tosiani. Queste non sono supposizioni. Ci sono atti e comportamenti certificati da parte di questi due irresponsabili, Riccaboni e Fabbro, che dimostrano questo piano.
Ecco in sintesi lo schema.
1)Riccaboni e Fabbro su pressione del gruppo dei tosiani devono creare le condizioni interne e di perdita di tempo per tutelare le posizioni di Boldrini, Angelaccio, Goracci, Bigi e dei tosiani della facoltà di medicina e lettere.
2)Riccaboni e Fabbro da tempo hanno messo in atto un piano antisindacale e penalizzante per il personale tecnico amministrativo in modo da giustificare a dicembre o gennaio il piano di esuberi: secondo questi due per tutelare i baroni è preferibile sacrificare il personale tecnico-amministrativo.
3)Riccaboni e Fabbro in barba alle regole di trasparenza e senza il pieno coinvolgimento degli organi di ateneo da mesi intrattengono rapporti con la Sansedoni S.p.a e con la Cassa depositi e prestiti. E qui sorge spontanea la domanda: visto che l’ateneo è un ente pubblico, Riccaboni con chi intrattiene rapporti e per quali motivi dentro la Sansedoni S.p.a e la Cassa depositi e prestiti?
4)Riccaboni da mesi (vedi anche lo scivolone della mancata, ma poi pagata rata del mutuo alla banca Mps) lascia intendere di avere rapporti con dirigenti della Banca MPS. Ma con chi parla e si incontra il rettore subjudice Riccaboni dentro la banca?
5)Siccome il PD di Siena per leggerezza dei propri dirigenti e per pressioni da parte del gruppo vicino a Luigi Berlinguer è stato messo in un angolo da Riccaboni rispetto alle dinamiche dell’università, lo stesso Riccaboni da mesi gode del sostegno del partito di Verdini rappresentato a Siena da Marignani. Infatti fonti romane ci informano che lo stesso Marignani sta scavando un solco tra Siena e l’ufficio della Gelmini per chiedere un sostegno per Riccaboni.
In conclusione possiamo affermare che Riccaboni e Fabbro stanno demolendo definitivamente l’ateneo, macellando il personale tecnico-amministrativo e praticando azioni a tutela dei dissestatori con il sostegno del partito di Verdini.
Ma la magistratura senese che fa? 270.000.000 di euro di dissesto e tutto tace!!!
P.S. Non dimentichiamoci che in tutto questo quadro a difesa dei baroni e delle posizioni di privilegio ci rientra anche il giornalista Bisi. Infatti il giornalista europeo non solo è convinto di condizionare ancora la politica senese, ma addirittura quando dialoga con qualcuno, soprattutto a Firenze, lascia intendere di avere un rapporto diretto con il sindaco e i vertici della città e di avere tutte le porte aperte. Più che un giornalista sembra il coordinatore politico. Invece di continuare a fare il Presidente del collegio dei maestri venerabili del GOI Toscano potrebbe candidarsi alla presidenza della provincia e della regione.
Alcune domande al prof. Mariano Bianca, membro del cda dell’Università di Siena
Ottobre 10th, 2011 — Note redazionali
Ci sono dei personaggi che un giorno sono con Tizio un giorno con Caio, ma mai si pronunciano ufficialmente per prendere una posizione ben precisa. Poi ci sono anche quelli che siedono nei consigli di amministrazione come l’Università di Siena che non prendono mai la parola e sostengono sempre le decisioni dei vertici dell’ateneo. Prendiamo il caso del professore Mariano Bianca: un professore a noi sconosciuto che siede nel cda dell’ateneo senese (come da fonte ufficiale); forse sconosciuto a noi ma ben conosciuto dai tosiani e da giornalisti come Stefano Bisi.
Sfruttiamo quindi questa occasione per rivolgere alcune domande al prof. Mariano Bianca. Se non vuole rispondere direttamente a noi, le risposte può farle pubblicare direttamente dal giornale del Bisi (noi non siamo permalosi).
1) Prof. Bianca, da sempre Lei è un sostenitore della gestione tosiana e di quella di Riccaboni, potrebbe dare pubblicamente una sua opinione sul dissesto spaventoso dell’ateneo che lei governa in qualità di membro del cda?
2) Prof. Bianca, come mai in qualità di membro del cda dell’ateneo non ha mai posto il problema dei libri in onore di Luigi Berlinguer(mai autorizzati) e quindi come mai non si rivolge alle autorità competenti per sollevare la questione di questi benedetti libri?
3) Prof. Bianca, in qualità di membro del cda dell’ateneo come mai non si esprime in merito al processo del concorso universitario che vede tra gli imputati il suo collega prof. Bruno Frediani?
4) Prof. Bianca, come mai secondo la Sua modesta opinione il giornalista Bisi conosceva il nominativo di Ines Fabbro ancor prima della selezione? Potrebbe contattare il giornalista Bisi per chiedergli “il come mai”? (con lei il giornalista Bisi non dovrebbe essere distante. Ci vada con spirito fraterno e forse un chiarimento potrebbe venir fuori)
5) Prof. Bianca come mai vota sempre a favore delle proposte avanzate dal Riccaboni e dalla Fabbro? Lei in questo momento sarebbe in grado di illustrare(in qualità di membro del cda) lo stato di salute dell’ateneo?
6) Prof. Bianca, come mai in qualità di membro del cda non ha sottoposto agli organi competenti la vicenda della società IN.FACT srl, a tutela dell’ente che amministra?
7) Prof. Bianca, Lei di cosa si occupava durante la gestione di Piero Tosi dell’Università?
Fraterni Saluti
Rischio prescrizione per alcuni indagati e reati dell’inchiesta sul buco dell’Università e inspiegabili ritardi dell’inchiesta sull’elezione di Riccaboni. Intervenga il Presidente Giorgio Napolitano e la Procura Generale di Firenze o la procura di Genova. Basta con questi ritardi!!! 270 milioni di euro di buco e tutto tace, qui a Siena
Ottobre 10th, 2011 — Note redazionali
Apologia del dissesto universitario. Le chicche del libro del “genio minore” di Via Roma 56, meglio classificato come il libro delle supercazzole … sbiriguda con scapellamento a destra: la semi-clandestinità dei comunicatori. Buona lettura alla magistratura senese e alla procura generale di Firenze!!!
Ottobre 9th, 2011 — Note redazionali
Se sfogliate un qualsiasi dizionario della lingua italiana troverete per il termine “semi clandestinità”, più o meno lo stesso significato. Ad esempio sul Dizionario Aldo Gabrielli il termine “semi clandestinità” significa: “condizione, situazione di parziale clandestinità”. E sempre sullo stesso Dizionario il significato del termine “clandestinità”: “Condizione di chi, di ciò che è clandestino; vita da clandestino”. Precisiamo fin da subito che la semi-clandestinità non è riferita alle vicende drammatiche degli sbarchi dei clandestini o alle storie di quella povera gente che vive in quello stato giuridico di clandestino (http://www.youtube.com/watch?v=P7kZsCgE5lQ)
Da quanto abbiamo appreso i “semiclandestini” erano ben riposati e ben pagati.
Leggendo e rileggendo il libro curato dal “genio minore” di Via Roma 56, al secolo Alessandro Lovari, abbiamo scoperto che negli anni dell’avvento del grande comunicatore, nei secoli e nei secoli e per sempre, Maurizio Boldrini, questi poveri comunicatori hanno dovuto affrontare la condizione di “semi-clandestinità” all’interno dell’ente pubblico chiamato Università. Provate ad immaginarvi la situazione: la mattina entravano, si salutavano e poi per comunicare si aggiravano rasenti il muro dell’Università, nascosti sotto giubbe extralarge o gadget da design della “linea giovane”.
Il “genio minore” Lovari nel ricordare il famoso ufficio stampa dei tempi dei festeggiamenti del 750° anniversario con rettore Luigi Berlinguer (ufficio stampa coordinato da Maurizio Boldrini con lo staff composto da Guido Parigi, Antonio Socci e Pino Di Blasio e che “faceva da supporto alla segreteria del rettore) scrive nel libro: “L’ingresso di un operatore professionista, proveniente dal giornalista militante (il riferimento al genio Boldrini è chiaro. Ma militante in che senso? Politica o militanza nella F.C. amatori di Stigliano o nelle giovani marmotte o nanotte?) nella gestione della comunicazione di un’università non rappresentò un processo semplice e indolore” (aggiungiamo noi: vediamo se si svegliano e un bel processo riusciranno a celebrarlo in Viale Franci!!!). E ancora scrive “le azioni venivano portate avanti in un clima di semiclandestinità, essendo l’attività comunicativa non formalizzata all’interno dell’organigramma dell’ateneo e considerata da molti un inutile orpello, oltre che uno spreco di risorse economiche”. Puttana Eva!!! Esclamerebbe uno qualsiasi: ma se non era formalizzata l’attività comunicativa sotto quale forma veniva pagata la medesima attività e quindi Boldrake e il suo staff? Per quando riguarda invece lo “spreco di risorse economiche” dobbiamo dare atto a coloro che avevano sollevato il problema che non si sbagliavano. Chiamare la storia della comunicazione universitaria sotto le grinfie di Boldrake “uno spreco di risorse” è troppo poco: possiamo affermare alla luce di quello che è venuto fuori che trattasi di un colossale spreco di soldi della comunità. Il meglio dalla lettura della supercazzola deve ancora arrivare (http://www.youtube.com/watch?v=_9MTJw5ctVE).
Il “genio minore”Lovari scrive:”Nella prima parte del lavoro (il libro) verrà brevemente illustrato il percorso compiuto dall’ateneo a partire dai primi anni Novanta, caratterizzato dalla presenza di una figura di addetto stampa fino all’istituzione nel 1998 del Centro comunicazione e marketing d’ateneo, una struttura riconosciuta come una delle best pratice all’interno del settore della comunicazione universitaria”. Il culto della personalità e la leccaculaggine è senza freni e confini: ma chi e quando ha riconosciuto alla succursale di casa Boldrini (ovvero il centro comunicazione) lo status di una delle “best pratice”? Semmai uno dei peggiori esempi del best spreco e dilapidazione di denaro pubblico.
Sempre dalla lettura di questa supercazzola (il libro lovariano) ricordiamo che “Il Centro (comunicazione e marketing) è diretto (era) da Maurizio Boldrini”… “Il direttore ricopre, infatti, il ruolo di comunicatore strategico per il rettore e per la classe dirigente dell’ateneo, proponendo scenari e soluzioni innovative per gestire l’immagine e la reputazione dell’ateneo nei diversi contesti in cui si trova a operare”. Puttana Eva!!!! Esclamerebbe sempre quello. Ha lavorato da vero comunicatore questo Boldrini: bella reputazione la classe dirigente dell’ateneo e una bella immagine e scenari di dissesto. Un vero capolavoro del disgusto e della indecente e dissertatrice gestione dell’ateneo (forse è il caso ri ritirare questa supercazzola dalle biblioteche e dalla circolazione!!! La magistratura ne sequestri copia e chiami gli autori come persone informate sui fatti).
Leggete un po’ come era strutturato il Centro del Boldrini(sembra un ateneo dentro un ateneo): nemmeno la Casa Bianca o l’ONU ha o aveva una struttura del genere. Il Centro comunicazione è marketing: Il Direttore del centro (Boldrake), Ufficio marketing e promozione d’immagine, Servizio congressi, Relazioni esterne, Produzione culturale, Front office, Ufficio stampa Siena, Ufficio stampa Arezzo, On line, Area media, Comunicazione interna, Radio. Questa la struttura del centro:una miriade di uffici e una galassia di assunzioni e di soldi buttati al vento. E a tal proposito riconsigliamo la lettura di questo (http://shamael.noblogs.org/?p=155 )
Indovinate chi ha scritto la presentazione del libro in oggetto curato da Alessandro Lovari? L’immancabile dissestatore Loriano Bigi. E sentite cosa scrive questo personaggio da processo: “Al contempo, si è affermata la funzione della comunicazione, che ha avuto un ruolo attivo nel contribuire a scardinare le porte e abbattere le mura che nei secoli erano state erette a difesa dell’Università …”. Puttana Eva!!! Esclamerebbe sempre quello. Più che altro le porte e le mura dell’università sono state buttate giù da un’orda di banditi e dissestatori che hanno distrutto un patrimonio economico di oltre 270.000.000 di euro. Su alcuni aspetti (proprio per rendersi conto della supercazzola scritta) del dissesto il Lovari potrebbe chiedere delucidazioni alla collega e compagna di vita Laura Goracci, pupilla dell’ex direttore Bigi e dell’attuale Ines Fabbro. Una catena di aspetti e di affetti utile per ricostruire vicende del dissesto.
Le ultime chicche recuperate dalla supercazzola sono state scritte dal “genio maggiore”, Maurizio Boldrini. Scrive il giornalista militante: “La mia esperienza di comunicatore dell’università e poi anche di docente a contratto è per fortuna coincisa con la stagione dell’autonomia ...”. Ci pensiamo noi a spiegarvi questa frase. Boldrake voleva dire che la sua fortuna alle spalle della gente che lavora e di professori con la laurea è coincisa con il periodo in cui dentro l’università facevano come cazzo gli pareva. La spacciavano come autonomia e nel contempo dissestavano anche i cessi (e non è una battuta visti i prezzi degli scopini). E aggiunge (sempre il genio maggiore): “Ma qui si paga lo scotto di resistenze lobbistiche, fortemente presenti nel mondo universitario …“. Chi sarebbero state queste “resistenze lobbistiche”? Forse gli scopini dell’ikea che non volevano gli scopini da 60 euro cadauno? Forse la legge che obbligava il rispetto delle regole e delle procedure per l’acquisto dei volumi in onore di Luigi Berlinguer? Forse il fantasma dell’opera in vacanza in Via Roma 56? Forse i precari che hanno perso il posto di lavoro? Senti un po’ Boldrini: ma quando scrivevi queste supercazzole pensavi seriamente che la gente si sarebbe fatta prendere per i fondelli da te? La comunicazione spesso e volentieri produce gli stessi effetti della troppa esposizione solare: vaneggiamenti e perdite di lucidità.
Concludiamo le citazioni da questa supercazzola invitando il sig. Lovari a prendere atto che è un dipendente dell’università profilo tecnico-amministrativo (http://www.disco.unisi.it/ ) e non un docente della stessa (leggete un po’ che appare nell’elenco docenti http://docenti.lett.unisi.it/frontend/?rr=PP ).
Quindi datevi una calmata in quel dipartimento di scienze della comunicazione in Via Roma 56 e rispettate le leggi. E perciò Lovari rimuovi qualsiasi citazione di professore o docente riferibile alla tua figura. E ancora: ma il direttore del dipartimento, Gozzini, e i vertici dell’ateneo hanno presentato formale denuncia per l’attività abusiva della società IN.FACT srl presso la sede di Via Roma 56 (http://shamael.noblogs.org/?p=1245) o forse erano consci di questo abuso nel dipartimento? E come mai il sig. Boldrini dopo tutto quello che è successo continua ad avere un contratto con l’università di Siena (http://www.disco.unisi.it/)?
Poi vogliamo sapere chi ha pagato i libri scritti da Lovari, Orsini, Granchi e Boldrini e altri componenti della vecchia area comunicazione (edizioni Franco Angeli e altri editori). Non fate finta di niente.
Questo libro da noi citato, pur essendo una supercazzola, vi spiega benissimo da dove, come e con chi, è nato e cresciuto il dissesto dell’università di Siena. Una lunga catena di affetti e aspetti. E chi ha scritto e curato il libro pensava di autocelebrarsi e celebrare un sistema, nella convinzione che il faraone e il comunicatore genio sarebbero rimasti in eterno alla guida della catene degli affetti.
Ad maiora


