Entries Tagged 'Note redazionali' ↓
Dicembre 23rd, 2011 — Note redazionali
Gli Uffici di S.E. Cesare Mori e Il Maestro James Anderson sono particolarmente lieti di rivolgere, in rappresentanza del gruppo Fratello Illuminato, un messaggio universale di Pace, Speranza, Dignità, Fratellanza, come migliori Auguri di Buone Feste. Rivolgiamo un pensiero immediato a tutti i bambini del mondo che ancora e purtroppo vivono una condizione di vita precaria dal punto di vista alimentare e sanitario; un pensiero di vicinanza alle popolazioni colpite da carestie, calamità naturali e che ancora oggi subiscono le violenze di dittature o regimi criminali e autoritari. Rivolgiamo la nostra fraterna attenzione alle lavoratrici e ai lavoratori che da Palermo ad Aosta passando per la Valdichiana, Siena e Valdelsa,si trovano in situazioni difficili sul piano lavorativo ed economico: troppe scelte sbagliate e troppi sprechi di risorse pubbliche stanno minando il futuro di milioni di famiglie. Nel trasmettere questi nostri pensieri augurali auspichiamo maggiore sensibilità e interventi rapidi da parte di tutte le ISTITUZIONI locali, nazionali e internazionali per risolvere le gravi condizioni di disagio economico e le incertezze lavorative che oramai sono diventate troppe.
In questa occasione “FACCIAMO” e “NON FACCIAMO” alcuni Auguri di carattere istituzionale.
FACCIAMO tanti Auguri di Buone Feste al Presidente Napolitano, al Presidente Obama, alla Regina Elisabetta esortandoli a prestare maggiore attenzione ai cittadini e ai problemi delle nostre società.
NON FACCIAMO gli auguri al ministro Francesco Profumo che in questo frangente sta dimostrando piena continuità e contiguità con la cricca dei dissestatori delle università italiane. Anche oggi al ministero si respira profumo di Stigliano.
FACCIAMO tanti Auguri di Buone Feste alla Vice Presidente della Regione Toscana Stella Targetti manifestandole tutta la nostra solidarietà per gli attacchi e le minacce ricevute da siti internet che incitano all’odio razziale.
FACCIAMO tanti auguri di Buone Feste al sindaco Ceccuzzi che pur con molte scompostezze e incongruenze si è pronunciato sulle drammatiche vicende universitarie senesi. Cogliamo l’occasione per ricordargli che l’azione del Comune sarà pienamente credibile solo a seguito delle dimissioni dell’indagato David Chiti. Troppe sottovalutazioni fino a oggi.
NON FACCIAMO gli auguri al presidente Simone Bezzini per tre motivi: ha partecipato attivamente a fare pressioni al ministro Gelmini per la nomina di Riccaboni, ha sponsorizzato la nomina nel cda di una banca di Claudio Vigni storico sodale politico di Piero Tosi e Loriano Bigi e lo stesso Bezzini non ha ancora risolto la questione della Robespierre e della sua portavoce, con l’aggravante che la provincia ha consegnato un premio in soldi al fidanzato della medesima portavoce. Un po’ di stile e di contegno sarebbero auspicabili in un ente pubblico.
FACCIAMO tanti auguri di Buone Feste ai magistrati impegnati nelle inchieste legate alle vicende universitarie in quanto hanno dimostrato piena autonomia e nel contempo hanno ricordato a tutti che in Italia esiste ancora lo Stato di diritto. Coraggio e celerità per il Bene Comune sono auspicabili specialmente dopo i continui colpi di coda della banda dei dissestatori.
FACCIAMO tanti auguri di Buone Feste al comandante e a tutti i vigili del fuoco di Siena. Da sempre impegnati a risolvere le più disparate situazioni di emergenza.
FACCIAMO tanti auguri di Buone Feste a tutti i volontari impegnati nel servizio di emergenza 118.
FACCIAMO tanti auguri di Buone Feste al Questore di Siena e a tutti i suoi collaboratori e sottoposti.
NON FACCIAMO gli auguri di Buone Feste al Prefetto Gerardina Pantalone. Pur rispettando la figura istituzionale dobbiamo rilevare l’assoluto sostegno per la nomina di Riccaboni e la poca attenzione alle problematiche di chi sta subendo le angherie della cricca dei docenti. In Italia la Costituzione prevede la libera critica alla figure istituzionali. Noi in questo caso intendiamo esercitarla con pacatezza e civiltà di linguaggio.
NON FACCIAMO gli auguri ai consiglieri di opposizione del consiglio comunale di Siena perché non hanno proferito parola sulle vergognose vicende del rettore abusivo e dell’indagato David Chiti. Anche tra i banchi dell’opposizione si respira profumo di Stigliano?
NON FACCIAMO, naturalmente, gli auguri ai due abusivi Riccaboni e Fabbro e nel contempo rinnoviamo la nostra richiesta di dimissioni. E comunque leggetevi il nostro intervento del 28 dicembre.
FACCIAMO gli auguri di Buone Feste al Presidente della Banca MPS Giuseppe Mussari, ma non al vice direttore generale Marino in quanto troppo disponibile nei confronti del rettore abusivo Riccaboni.
Chiudiamo con gli auguri di Buone Feste agli organi di stampa senesi (giornali, radio e televioni) e al blogger Raffaele Ascheri.
Abbiamo deciso di fare un solo cesto regalo per queste feste. E non potevamo non regalarlo al manovratore di sempre, ovvero, al musicologo di chiara Luigi Berlinguer. Il cesto natalizio confezionato da quelli che hanno perso il lavoro per colpa dei dissestatori di università tanto protetti dal musicologo si compone di: volumi non autorizzati in onore dello stesso musicologo, uno scopino da cesso da 60 euro (+ IVA), la nomina in banca del figlio Aldo, “la minaccia di schiaffi” della condannata dalla Corte dei Conti Ines Fabbro e un paio di neutrini della scienziata Gelmini. Il cesto possono ritirarlo presso la nostra redazione per conto del musicologo, il genio di Via Roma 56 Maurizio Boldrini o il genio di Via Roma 57 Maurizio Bettini.
Queste Feste siano da auspicio per riflessioni “intercettabili” e chi di dovere si assuma definitivamente le precise e giuste responsabilità. Consegnamo a tutti, come monito, le vergognose conversazioni tra l’abusivo Riccaboni e quel soggettone del ministero Marco Tomasi. La differenza tra persone oneste e non e tra istituzioni serie e non a nostro avviso sarà riscontrabile nel momento in cui si renderà visibile la linea di demarcazione tra chi sta con l’abusivo e chi ne prende le distanze, tenendo proprio presente le conversazioni vergognose che leggerete di seguito. Sono le intercettazioni telefoniche (fonte organi di stampa) tra Riccaboni e Marco Tomasi (ministero).
Ecco le conversazioni disgustose:
Telefonata di Marco Tomasi ad Angelo Riccaboni del 4 novembre 2010
Tomasi: Ho parlato con la Ministra. Ho dato rassicurazioni sulla nomina del Direttore Amministrativo…
Riccaboni: Certo, e certo.
Tomasi: …quindi mi raccomando perché se no lì la questione diventa…
Riccaboni: Ma scherza, su questo non c’è dubbio…
Tomasi: …diventa un problema.
Riccaboni: Su questo non c’è dubbio. Su questo bisogna lavorarci subito.
Tomasi: Poi è chiaro che lei nel momento che ha l’investitura… provi a sentire, io francamente… lì in Procura dovete vedere voi perché oggi sa com’è. Qui… lì è tutto rischioso. Lì è diventato poco… poco…
Riccaboni: No, no, no. Su questo la convocazione del Consiglio avverrà immediatamente in maniera tale che possa mettere a regime, diciamo… tutto quanto con la nomina da parte della Fabbro che il nostro Statuto dice previo parere del Consiglio di Amministrazione. Su questo dobbiamo passarci, insomma.
Tomasi: Sì, sì.
Riccaboni: E poi, niente…
Tomasi: Lì, penso, che se non prende in mano la gestione anche la Ines… lì non ne uscite! Perché tra l’altro, guardi: io ho visto quella nota che mi ha portato Focardi l’ultimo giorno sul discorso del Prefetto, dell’accessorio… A parte il fatto che io gli ho detto che io non darò nessun parere e che se dovessero chiedermi un parere, non può che essere contrario perché non è certo… dopo visto che sulla stampa lui dice che ha avuto rassicurazioni dai funzionari, francamente non so quali siano questi funzionari. Ma… lì la partita va presa in mano subito, capisce, dal direttore amministrativo. Se no lei si trova una valanga di… a non finire.
Riccaboni: No, no. Certo.
Tomasi: E questo non è il momento di cedere alle pressioni sindacali… questo è il momento di chiudere le fila e rimboccarsi le maniche, non c’è niente da fare.
Riccaboni: Qui c’è solamente bisogno di questo. C’è bisogno di dare un senso di continuità, di dare tranquillità e andare avanti. Questa vertenza, anche, dell’ateneo è stata gestita molto male perché era già chiusa. Poi è stata ritirata fuori, per motivi demagogici e quindi ha provocato questo ambaradan. Ma insomma… questa è già chiusa, non c’è problema. E comunque con il Direttore Amministrativo questa cosa verrà affrontata in un modo migliore sicuramente.
Tomasi: Sì e poi anche il discorso lì di quella partita… il Prefetto… I prefetti ragionano in un altro modo. Il prefetto ragiona per evitare che la gente vada in piazza. Però, sul piano della sostanza c’hai contro tutti… i colleghi… devi recuperare… non è che puoi… quindi… quell’ipotesi lì è veramente… Comunque, secondo me, adesso dovete avere lo spazio per operare poi speriamo… insomma…
Telefonata di Angelo Riccaboni a Marco Tomasi del 5 novembre 2010
Tomasi: Sì, pronto?
Riccaboni: Buongiorno, sono Riccaboni.
Tomasi: Buongiorno, buongiorno.
Riccaboni: Buongiorno. Senta, si parte. Stamattina convoco il Consiglio di Amministrazione per lunedì o martedì in maniera tale che mi faccio dare il parere, si chiama la Fabbro, convoco il Senato, i Direttori di Dipartimento e poi, insomma, spero di… se è il caso, sono molto lieto di venire a Roma e fare quando volete, insomma…
Tomasi: Sì, sì, bisogna farlo. Quindi lì, cosa si dice a Siena?
Riccaboni: A Siena c’è un grande sollievo perché questa situazione d’incertezza aveva messo tutti in grande difficoltà perché… è chiaro che c’era… assenza del Direttore Amministrativo, assenza di rettore. La situazione era veramente allo sbando. Tra l’altro, per fortuna c’è stata anche un’unione delle Istituzioni tutte. C’è stato insomma… senza fare troppa gazzarra, ha visto, non è che… però c’è stato una… insomma, questo è importante. Anche perché abbiamo fatto anche questo discorso. Ora bisogna lavorare tutti insieme veramente: Comune, Provincia, Regione ma anche Governo. Qui è stato un po’ trascurato, per esempio, il Governo! Io invece non devo guardare in faccia nessuno. Cioè… a me l’importante è che coinvolga tutti quelli che ci possano dare una mano. Il Governo in primis. Questo è chiaro. Se poi riusciamo a far diventare Siena modello per qualche cosa noi siamo disponibilissimi.
Tomasi: Ha sentito la Ines Fabbro?
Riccaboni: Sì, ieri sera… a cena… ci siamo scambiati un po’ di sms, gli ho detto di preparare la caffettiera che si parte e mi è sembrata… insomma occupata come sempre insomma.
Tomasi: Sì, sì, beh una brava persona.
Riccaboni: No, ottima, no, no, ma infatti questa è stata una cosa veramente ottima, aver avuto lei nella, nella selezione perché altrimenti era veramente un problema, ma… ritornando indietro c’ha ragione, io le do ragione che è un rischio fare queste… fare queste cose qua.
Tomasi: No, no, non si possono fare, non si possono fare, no.
Riccaboni: Se uno è sfortunato… poi è difficile dire no, eh?!
Tomasi: È troppo, troppo… in questa… è una falsa… è una falsa democrazia.
Riccaboni: Sì, sì, sì demagogia, demagogia.
Tomasi: Sì, sì è demagogia, questa è demagogia, perché poi dopo, va beh insomma… lei ha visto il parterre dei candidati; metta che non avesse trovato la persona giusta! Mi dica, che cosa avrebbe fatto?
Riccaboni: Poi no, è difficile dirlo, no.
Tomasi: Con il rischio di, addirittura, di avere dei ricorsi…
Riccaboni: Eh certo!
Tomasi: Qualcuno che… che… magari avesse… cioè una cosa fuori dal mondo!
Riccaboni: Sì, sì, sono d’accordo, sono d’accordo. Infatti se capita anche io darò questo suggerimento proprio di… di evitare questo tipo di cose… ormai…
Tomasi: No, no non paga perché a questi… a questi concorsi partecipano… quelli che sono scontenti di dove sono, capisce?
Riccaboni: È certo, no, no.
Tomasi: Eh, tu non è che vai a comprare il meglio. Lì trovi quello che si offre su mercato! E uno che è bravo, non verrà mai a mettersi in concorso, in lista con… con… La Ines è stata una fortuna… di quelle che capitano una volta… proprio perché era in pensione, era fuori dal giro, perché abbiamo insistito! Ma se no, anche su piano dell’orgoglio, mettersi a fare un concorso… a 60 anni… dopo che una ha retto un… beh ha capito!
Riccaboni: No, ma poi tra l’altro… uno bravo non si mette certo di punta con il suo Rettore, perché comunica al suo Rettore che non sta bene dove è! Questo non è positivo, quindi…
Tomasi: Niente! Per… Per… anche se uno non viene! No, no. È un errore strategico gravissimo. Io l’ho detto, l’avevo detto a Tesi… l’avevo detto a… a chi posso lo dico, perché l’ho provato, l’ho visto. Io ero in commissione a Bologna. I 5 che abbiamo scelto, il Rettore non li ha neanche voluti prendere in considerazione. Abbiamo creato… 5 sfigati in giro per l’Italia! E quindi… e quindi… tanto… le dico per esempio già 2 di quelli che erano fra i 5 di Bologna se ne stanno andando. Cioè… sono messaggi che poi dopo… una volta lanciati… sono pericolosi. No, quindi… è proprio una partita a perdere, insomma. La legge consente una scelta, uno fa una valutazione… mica che non debba fare una valutazione, che non debba sentire più persone… Però la scelta se la fa lui!
Riccaboni: Sì, sì ma quel finto… quel finto… quella finta democrazia, quel finto rispetto delle regole poi diventa masochismo.
Tomasi: Esatto.
Riccaboni: Comunque, insomma, tanto a noi è andata bene, quindi andiamo avanti così.
Dicembre 23rd, 2011 — Note redazionali

Questi uffici sono attoniti di fronte a quanto riportato dai giornali locali, nell’apprendere che Ines “condannata dalla Corte dei conti” Fabbro si permette anche di minacciare dipendenti di adire alle vie di fatto per averla “insultata” chiedendole di tornare in pensione. Ora questi uffici si chiedono con quale faccia di bronzo e con quale sprezzo delle regole questo manifesto di incapacità ed inconcludenza agisce. Ma come? Una maestra elementare letteralmente miracolata per ragioni politiche e sindacali (e speriamo solo per quelle), che percepisce cifre da far impallidire Passera (più di 300.000 euro l’anno fra pensione e attuale retribuzione, oltre SEICENTO MILIONI delle vecchie lire l’anno), ammanicata con personaggi ambigui come Marco Tomasi (che fra l’altro deve essere dotato di uno stomaco di ferro e di un coraggio degno di una freccia tricolore), con una selezione che a questo punto è evidentemente stata una burletta, un personaggio di questo genere nell’esercizio delle proprio funzioni minaccia un dipendente che prende mille euro il mese e che le stava soltanto consigliando la condotta migliore da tenere date le sue inesistenti capacità? Ma è roba da matti!!! Allora siccome questi uffici e tutta la redazione di Fratello Illuminato da mesi stanno invitando da un lato l’abusivo Criccaboni a levarsi dalle balle e dall’altro a Ines Fabbro di andare, se proprio non vuole tornare in pensione, ad esercitare un lavoro che le competa di più, cioè la maestra elementare, vediamo se qualcuno di questi campioni dell’insulsaggine, della maleducazione e dell’incompetenza viene a darli a noi due ceffoni.
Lo diciamo a chiare lettere: Angelo Riccaboni e Ines Fabbro si devono togliere di mezzo perché sono del tutto incapaci a governare la situazione. Facciamo altresì un appello a Ceccuzzi e Bezzini che interrompano immediatamente i rapporti con i due campioni del post-dissesto.
Dicembre 21st, 2011 — Note redazionali
Giovedi 22 dicembre anno 2011 alle ore 12 il rettore abusivo Riccaboni brinderà insieme alla condannata dalla Corte dei Conti e a tutta la cricca. Che cosa c’è da brindare? Le persone oneste, anche alla luce delle intercettazioni tra Riccaboni e quel Tomasi pubblicate dai giornali, dovrebbero stare alla larga da chi ricopre abusivamente un ruolo e da chi opera solo a difesa dei dissestatori, che ha tramestato per far nominare il direttore amministrativo e non ha fatto niente per il bene dell’ateneo, anzi, ha solo distrutto qualsiasi forma di collaborazione e ha praticato le peggiori prevaricazioni nei confronti della gente onesta. Chi vuole il bene dell’ateneo e crede nei valori della legalità, trasparenza, giustizia sociale, invece di brindare con la cricca rifletta sul proprio futuro seriamente compromesso dai due irresponsabili e in malafede Riccaboni e Fabbro. Che cosa aspetta il ministro Profumo ad annullare il decreto di nomina? Che cosa aspettano le istituzioni cittadine a prendere le distanze da questa cricca di docenti irresponsabili e dissestatori? Che cosa aspettano i docenti onesti a distanziarsi da un rettore abusivo, da un direttore condannato dalla Corte dei Conti e da un senato accademico composto da altri irresponsabili in malafede? Quello che sta succedendo dentro e intorno all’università con la gestione Riccaboni e Fabbro accadeva in Italia solo ai tempi della peggiore prima repubblica. Per far ripartire l’ateneo e se le istituzioni sono interessate a chiudere le conflittualità la soluzione è solo una: mandare a casa questi due referenti della cricca. Senza attendere le conclusioni della magistratura. Così funziona nelle società civili e cosi dovrebbe funzionare a Siena.
P.S. Una precisazione al professore Riccaboni e a qualche altro provocatore. Questo blog non è gestito da universitari (né da studenti né da tecnici amministrativi) e quindi caro Riccaboni eviti di rapportarsi impropriamente e con poco garbo nei confronti di dipendenti onesti che simpatizzano per noi. Il BENE COMUNE NON E’ ETICHETTABILE DA UN TEORIZZATORE DI PRATICHE E COMPORTAMENTI NON TRASPARENTI. CALMA E SANGUE FREDDO.
Dicembre 21st, 2011 — Note redazionali
La dimostrazione che il senato accademico dell’università di Siena è il covo della cricca dei docenti tosiani e filodissestatori è data dalla presenza di due indagati che ancora non si sono dimessi e a cui nessuno chiede le dimissioni. Che cosa aspettano i due indagati per le elezioni irregolari dell’abusivo Riccaboni a dimettersi dai loro incarichi? Appunto, cosa state aspettando cari indagati Marco Bettalli e Roberto Guerrini? Questa situazione imbarazzante per gli organi accademici conferma l’assoluto disprezzo da parte della cricca dei docenti di qualsiasi comportamento etico e rispettoso dell’ente pubblico. Però il riccaboniano Marco Bettalli ha una sua teoria: “Io non rischio nulla, la colpa è tutta di Gaeta (altro indagato per le elezioni)”. Al Bettalli sfugge che la decisione sul fatto di entrarci o non entrarci spetta ai magistrati e non alla cricca dei docenti. Bettalli e Guerrini dimettetevi immediatamente dal senato accademico. Questi docenti sono dei geni: giocano allo scarica barile. In più questo Bettalli ha passato il tempo a concordare nomine dentro l’università con un solo obiettivo: evitare di “far nominare o far eleggere” nei vari organi dell’ateneo docenti legati al professore Antonio Vicino.
Il risanamento economico dell’università passa attraverso il risanamento morale. E con questa cricca di docenti non ci sarà né quello economico né quello morale.
Dicembre 20th, 2011 — Note redazionali
Grazie all’intervento miracoloso di Luigi Berlinguer, di Jolanda Cei Semplici, di una cricca di dissestatori spaventosa, di diversi funzionari ministeriali di alto rango (ministeriale, non etico di sicuro) e di qualche parlamentare della Repubblica, nonché di Claudio Marignani, Parisi, Migliori e di Maria Stella Gelmini incredibilmente e del tutto inopinatamente Ministro della Repubblica fino a qualche giorno fa, che addirittura si è consentita il lusso di mentire spudoratamente in faccia al Procuratore della Repubblica che la stava interrogando (perché ha mentito sfacciatamente come si dimostrerà presto), ora l’abusivo Riccaboni e quella faina di Ines “maestrina condannata dalla Corte dei conti” Fabbro hanno dilatato i tempi del risanamento fino al 2017, immaginiamo per la gioia irrefrenabile delle quasi duemila famiglie che traggono il proprio sostentamento dall’università di Siena. Così hanno anche più tempo per proteggere i dissestatori e commettere uno sproposito di omissioni di atti d’ufficio, evitando di prendere provvedimenti nei confronti degli acclarati dissestatori. Complimenti a tutti quanti ed anche al copritore di dissestatori e post-dissestatori, il tecnicissimo ministro Profumo che si è già incamminato sulla strada del predecessore chiudendosi occhi, bocca, orecchie e, soprattutto, naso per evitare di sentire il fetore nauseabondo che perviene sino a Roma dalle macerie dell’ex prestigioso ateneo che ormai è la barzelletta d’Italia, per non dire di Europa. Bravi e basta!!!
Ah! Non ci dimentichiamo in questo panorama disastroso delle cosiddette istituzioni cittadine (special guest del dissesto), a partire dal presidente della Provincia Simone “i jovani e le eccellenze” Bezzini e il secondo cittadino Franco “controllo tutto io, Banca, Fondazione e Università” Ceccuzzi per il loro fattivo apporto alla protezione o comunque all’indifferenza nei confronti di inquisiti, cricche e baristi di ogni genere e specie.
Dicembre 20th, 2011 — Note redazionali
Il supervisore testi della redazione di Fratello Illuminato da circa un mese ha rotto i rapporti con la ragazza.Non mangia più, non dorme più e purtroppo oltre alla notti insonni si sta consumando le mani e la vista (causa eccesso di utilizzo di mano veloce). Siamo seriamente preoccupati e quindi ci rivolgiamo con un appello pubblico per risolvere urgentemente il dramma sentimentale ed erotico del nostro collaboratore. Ma attenzione, non cerchiamo una ragazza bella piuttosto che romantica o alla mano. La ricerca è molto esigente. Per il nostro collaboratore necessitano due particolarità: una ragazza (l’aspetto non conta) che abbia almeno un incarico di prestigio in un ente pubblico e un nuovo lavoro, sempre per il manuense, ad esempio amministratore di una società di pubblicità o grafica (comunque del settore). Naturalmente, sempre per completare la richiesta, successivamente al fidanzamento l’ente pubblico deve consegnare un premio (in soldi ovviamente) al ragazzo della ragazza che ricopre l’incarico nell’ente che consegna il premio. La richiesta non è difficile: con l’impegno di tutti possiamo risolvere il problema sentimentale del nostro collaboratore. Facciamo appello anche la presidente della provincia Simone Bezzini visto che da sempre è molto sensibile verso i giovani e le giovani coppie.
Per queste feste dai anche tu un contributo all’amore: segnale una ragazza con incarichi disposta a fidanzarsi con il nostro collaboratore.
Dicembre 20th, 2011 — Note redazionali
Credo che l’avete capito tutti il livello di rozzezza e di intrallazzi che giravano e girano dentro l’ateneo senese. Un vero esempio di cultura europea e di gestione trasparente.(!!??) E continuano ancora con questo modo vergognoso e squallido con il sostegno della politica locale(opposizione compresa). Vi ricordate del famoso ricorso al TAR (che verrà discusso a breve) presentato dalla professoressa Cozzolino con il quale chiedono l’annullamento del decreto di nomina di Riccaboni? Noi ci ricordiamo benissimo di tutto e anche alla cancelleria del TAR. Prima che il ricorso venisse presentato, la professoressa Cozzolino, giustamente aveva inoltrato agli uffici dell’ateneo la richiesta degli accessi agli atti per avere copia del decreto di nomina. In questi giorni siamo venuti a conoscenza che non appena la professoressa Cozzolino aveva presentato la richiesta di accesso agli atti, un gentlemen del corpo docente ovvero il professore Angelo Barba invitava espressamente Riccaboni a fare ostruzionismo e quindi a non consegnare gli atti alla Cozzolino. Questo professore Barba (che forse ha anche un ruolo in ateneo) ha una bella idea della gestione corretta e trasparente degli enti pubblici. Complimenti!!!
P.S. Girando nel sito dell’università abbiamo scoperto che il prof. Barba è un privatista. Non c’è male per un fine giurista predicare ostruzionismo nella trasparenza degli atti amministrativi di un ente pubblico. E vedete di smetterla di minacciare querele e di smentire (che non c’è da smentire proprio un bel nulla). Silenzio e a CASA!!!
Dicembre 20th, 2011 — Note redazionali

Giovedì scorso il nostro Maestro Uriel si trovava a cena a Bologna in un ristorante sotto le due torri, conversando fraternmente con Fabio. Per una questione di stile non possiamo citare il cognome per il ruolo che ancora riveste nella città felsinea, ma dalla conversazione fraterna sono risultati interessanti alcune valutazioni in merito ai problemi universitari senesi e sul perché la condannata dalla Corte dei conti Ines Fabbro è arrivata a Siena. Su questa parte di conversazione ci torneremo nei prossimi giorni. Oggi vogliamo approfondire una riflessione sempre proveniente da parte di Fabio da Bologna che poneva al Maestro Uriel. La domanda era: come mai con l’esplosione così palese del dissesto una città come Siena, amministrata dal centro-sinistra, non prende nettamente le distanze da quella nomenklatura e da questo collega eletto irregolarmente, definito sempre da Fabio “il rettore in mano a Ines Fabbro”?
Effettivamente la domanda ha un suo senso. Infatti siamo a chiedere al presidente del consiglio comunale Alessandro Piccini come mai non si pronuncia e non mette all’ordine del giorno la vicenda di David Chiti e come mai non interviene sulle vicende vergognose del dissesto e delle elezioni irregolari del Rettore. Per quanto riguarda la vicenda Chiti ci siamo dati già una risposta grazie ad alcune voci raccolte in ambienti politici: dentro il PD ci sono stati dei malumori e qualcuno ha anche chiesto le dimissioni di Chiti, ma lo stesso Alessandro Piccini ha fatto quadrato intorno al consigliere. E qui ci scappa da chiedere: come mai Alessandro Piccini non lascia l’associazione “Etica e Sviluppo” e si iscrive all’associazione “Noi”? Fra l’altro, visto che Piccini lavora alla ASL di via Roma 56 dovrebbe conoscere bene le vicende del bar prospicente …
Per quanto riguarda invece le vicende universitarie non interverrà mai perché faceva parte di quel gruppo che sosteneva la gestione Tosi, in quanto anche membro del CdA dell’università e insieme al famoso Marcello Rustici (altro esperto di gare) condividevano lo stesso impegno sindacale a favore della gestione Tosi e di Jolanda Cei Semplici.
E condividono, Piccini e Rustici, ancora tutto visto che, in tutto quel casino, chi ha beneficiato della mobilità prima ancora che venisse fuori un piano di mobilità per quanto rabberciato? Il figlio del Rustici ed il Piccini medesimo.
Alè!!!
Dicembre 20th, 2011 — Note redazionali
Il Maestro James e S.E. il Prefetto Mori hanno deciso qualche giorno fa di recarsi in Maremma e precisamente al laghetto del Calidario a Venturina (LI). Passando da quelle parti hanno avuto modo di vedere un’agenzia di viaggi apparentemente molto sfarzosa e si sono resi conto che qualcosa non tornava. Approfondendo la questione hanno scoperto che questa agenzia era meta di alcuni docenti dell’Unisi per accordi innominabili alla base dell’ennesima truffa da “bilocazione”. Tornando verso il Senese si sono fermati a Colle Valdelsa per mangiare un boccone presso un’osteria e anche lì hanno scoperto che ci sono state dei lacchezzi con le fatture che, qualche tempo fa, sono stati alla base, come nel caso dell’agenzia di viaggi venturinese, di approfondite indagini da parte della Procura della Repubblica, nonché di blocco di conti correnti. Ripensandoci doveva essere il 6 o il 7 dicembre, anzi il 7 di sicuro, quando cioè il soggetto responsabile di tutti questi lacchezzi – per chiamarli con un eufemismo che sta per “truffa” – con una sfrontataggine senza limiti si presentava al tavolo interistituzionale in rappresentanza di non si è capito bene di chi.
Siccome ci dicono che il soggetto in questione, l’ottimo Gioffré, è anche protagonista di succose telefonate a destra e a sinistra, incluso il rettore abusivo Riccaboni, in cui chiedeva protezione contro le indagini su questi giochini con le fatture, siamo a chiedere a Ceccuzzi e Bezzini di interrompere immediatamente i tavoli interistituzionali sinché l’interlocutore sarà l’abusivo Riccaboni, abusivo e protettore di dissestatori da competizione come il succitato soggetto bilocantesi lui, i suoi docenti di master e anche bipranzante e bicenante a Colle.
Il secondo cittadino Ceccuzzi (il primo è un altro su cui torneremo) e il presidente Bezzini non possono pretendere di rappresentare la città e la provincia e contemporaneamente consentire che sullo scranno di rettore sia un abusivo che per giunta protegge e coccola presonaggi che hanno dissestato, quando lui doveva controllare, l’ateneo cittadino.
Dicembre 19th, 2011 — Note redazionali
“Le mie vittoriose aquile io voglio
piantar, dove moriva il tuo Zamboni
A i tre color pensando;
e vo’ l’orgoglio De’ tuoi garzoni…”
(Ode di Giosuè Carducci)
Luigi Zamboni, patriota italiano (Bologna, 12 ottobre 1772 – Bologna, 18 agosto 1795)
Giovanni Battista De Rolandis detto “Zuanin”, patriota italiano (Castell’Alfero (AT), 24 giugno 1774 – Bologna, 23 aprile 1796)
Luigi e Giovanni erano studenti presso l’Università di Bologna, il primo seguiva i corsi giurisprudenza e l’altro di teologia. Le notizie provenienti da Parigi, l’annuncio di una “Carta dei diritti dell’Uomo”, l’abbattimento dell’ancièn régime accese i loro entusiasmi. A Bologna, nel “Caffè degli Stelloni”, centro di fermento politico e culturale, Zamboni si incontrava col De Rolandis. Tra i due nacque una profonda amicizia suggellata dalle comuni idee innovatrici. Convinsero altri studenti ad unirsi e come simbolo del loro movimento idearono una coccarda tricolore ad ispirazione di quella parigina. Le idee rivoluzionarie e riformatrici dello Zamboni fecero proseliti stimolando la popolazione alla sollevazione contro il governo pontificio dello Stato della Chiesa, accusato di crudele assolutismo imposto con l’appoggio della Santa Inquisizione. Si unirono subito i medici Pietro Gavasetti, Angelo Sassoli, e Tomaso Bambozzi di Ancona , docenti all’Università bolognese. Poi aderirono altri studenti e gente del popolo. Ai primi di settembre del 1794 Zamboni espose il suo piano al Commissario di Napoleone Cristoforo Saliceti. Secondo quanto illustrarono, l’azione militare doveva interessare diversi punti della città di Bologna. Il disegno aveva lo scopo di scuotere dalla rassegnazione i cittadini che, esasperati, avrebbero certamente dato man forte ai patrioti. Poi ci furono dei comportamenti ambigui e indicazioni da parte dei francesi tese a frenare l’insurrezzione. De Rolandis e Zamboni accolsero queste indicazioni come un vero affronto al loro slancio patriottico e decisero di tentare ugualmente la sollevazione senza aiuto esterno. Secondo alcuni storici italiani e francesi è a questo punto che i due tolsero dalla coccarda la banda azzurra tipicamente parigina, e la sostituirono con il verde della speranza. Loro stessi motivarono questa decisione affermando: “.. per non far da scimia alla Francia…”. I tre colori avevano comunque il medesimo significato allegorico di “Giustizia Eguaglianza Libertà”. Va aggiunto che il bianco ed il rosso sono i colori di Bologna e di Asti, patria dei due martiri, ed il verde è comune segno simbolico di speranza.
Riassumiamo la storia di questi due Fratelli patrioti ,come monito per le cricche e nel contempo come esempio universale per coloro che lavorano per il BENE COMUNE:
“Luigi Zamboni e G.B. De Rolandis erano due giovani amici, due studenti, della Bologna di fine Settecento. Luigi era nato a Bologna il 12 ottobre 1772, l’amico a Castellalfero, presso Asti, il 24 giugno 1774. Studenti a Bologna, essi si conobbero e nutrirono subito quella reciproca, profonda affinità che li strinse in amicizia, che li fece lottare per la libertà e che, quando rimasero abbandonati al proprio destino perché circondati da traditori e menzogneri, li sospinse eroicamente incontro alla morte: lo scopo, in quel novembre del 1794, fu quello di liberare Bologna dalla tirannide della Stato pontificio, di affermare la “libertas” che la città dello Studio reca sul proprio stemma crociato sin dai tempi gloriosi (1256-1257) del Liber Paradisus e dell’abolizione della servitù.”
Liberté, Égalité, Fraternité