Un monito contro le cricche che sostengono l’abusivo Riccaboni e la condannata Ines Fabbro. Due storie come esempio per il Bene Comune: Luigi Zamboni e Giovanni Battista De Rolandis

“Le mie vittoriose aquile io voglio
piantar, dove moriva il tuo Zamboni
A i tre color pensando;
e vo’ l’orgoglio De’ tuoi garzoni…”

(Ode di Giosuè Carducci)

Luigi Zamboni, patriota italiano (Bologna, 12 ottobre 1772 – Bologna, 18 agosto 1795)

Giovanni Battista De Rolandis detto “Zuanin”, patriota italiano (Castell’Alfero (AT), 24 giugno 1774 – Bologna, 23 aprile 1796)

Luigi e Giovanni erano studenti presso l’Università di Bologna, il primo seguiva i corsi giurisprudenza e l’altro di teologia. Le notizie provenienti da Parigi, l’annuncio di una “Carta dei diritti dell’Uomo”, l’abbattimento dell’ancièn régime accese i loro entusiasmi. A Bologna, nel “Caffè degli Stelloni”, centro di fermento politico e culturale, Zamboni si incontrava col De Rolandis. Tra i due nacque una profonda amicizia suggellata dalle comuni idee innovatrici. Convinsero altri studenti ad unirsi e come simbolo del loro movimento idearono una coccarda tricolore ad ispirazione di quella parigina. Le idee rivoluzionarie e riformatrici dello Zamboni fecero proseliti stimolando la popolazione alla sollevazione contro il governo pontificio dello Stato della Chiesa, accusato di crudele assolutismo imposto con l’appoggio della Santa Inquisizione. Si unirono subito i medici Pietro Gavasetti, Angelo Sassoli, e Tomaso Bambozzi di Ancona , docenti all’Università bolognese. Poi aderirono altri studenti e gente del popolo. Ai primi di settembre del 1794 Zamboni espose il suo piano al Commissario di Napoleone Cristoforo Saliceti. Secondo quanto illustrarono, l’azione militare doveva interessare diversi punti della città di Bologna. Il disegno aveva lo scopo di scuotere dalla rassegnazione i cittadini che, esasperati, avrebbero certamente dato man forte ai patrioti. Poi ci furono dei comportamenti ambigui e indicazioni da parte dei francesi tese a frenare l’insurrezzione. De Rolandis e Zamboni accolsero queste indicazioni come un vero affronto al loro slancio patriottico e decisero di tentare ugualmente la sollevazione senza aiuto esterno. Secondo alcuni storici italiani e francesi è a questo punto che i due tolsero dalla coccarda la banda azzurra tipicamente parigina, e la sostituirono con il verde della speranza. Loro stessi motivarono questa decisione affermando: “.. per non far da scimia alla Francia…”. I tre colori avevano comunque il medesimo significato allegorico di “Giustizia Eguaglianza Libertà”. Va aggiunto che il bianco ed il rosso sono i colori di Bologna e di Asti, patria dei due martiri, ed il verde è comune segno simbolico di speranza.

Riassumiamo la storia di questi due Fratelli patrioti ,come monito per le cricche e nel contempo come esempio universale per coloro che lavorano per il BENE COMUNE:

“Luigi Zamboni e G.B. De Rolandis erano due giovani amici, due studenti, della Bologna di fine Settecento. Luigi era nato a Bologna il 12 ottobre 1772, l’amico a Castellalfero, presso Asti, il 24 giugno 1774. Studenti a Bologna, essi si conobbero e nutrirono subito quella reciproca, profonda affinità che li strinse in amicizia, che li fece lottare per la libertà e che, quando rimasero abbandonati al proprio destino perché circondati da traditori e menzogneri, li sospinse eroicamente incontro alla morte: lo scopo, in quel novembre del 1794, fu quello di liberare Bologna dalla tirannide della Stato pontificio, di affermare la “libertas” che la città dello Studio reca sul proprio stemma crociato sin dai tempi gloriosi (1256-1257) del Liber Paradisus e dell’abolizione della servitù.”

Liberté, Égalité, Fraternité