Mugnaioli (PD) e le sue strategie industriali per il Monte decise nelle stanze del circolo Arci tra una partita di briscola e un gotto di vino. Ecco a chi dovrebbe essere affidata la governance della banca

O nini ‘un ti ci si vole, e se ‘un ti va sai che fai, pigli il tu’ traicche e ti levi da tre passi“.
Questo l’incipit del raffinato discorso che i comunicatori ceccuzziani potrebbero preparare
per far confrontare i “dirigenti” del PD (accompagnati dal Rifondarolo Iantorno e dal Sellato Cannamela) con i soci privati in merito alle strategie industriali della Banca Monte dei Paschi. “Perché al circolo arci del Ruffolo si parla così e Caltagirone è bene s’adegui, ovvia” (il tutto, magari, accompagnato da un bel moccolo a chiudere il ragionamento).
L’assurdità di quanto fatto firmare a Mugnaioli – oltre a confermare tutto lo scollamento dalla realtà di cui è vittima il PD –  porta ad un ragionamento che non è tanto quello di dire chi è sostenuto da chi (come se, peraltro, per i puristi Diessini il concetto di raccomandazione e di padrini politici fosse una novità) quanto dall’aver ufficialmente schierato politicamente un socio così importante della Banca. Ora, va detta una cosa, che l’Ing. Caltagirone (simpatie o antipatie a parte, parentele o meno) nessuno di noi lo ha mai visto in cortei o manifestazioni di questo o quel partito. E pensiamo che i ragionamenti ai livelli e negli ambienti in cui si muove non seguano le logiche delle simpatie o antipatie che, invece, dominano le scelte della federazione di via Rosi (sede del PD).
Quindi i soliti Diessini colti da un fanatismo che li impedisce di vedere e analizzare le cose per come sono, hanno fatto un bel miscelone al cui interno hanno buttatto di tutto. Con l’unico risultato che invece di essere un comunicato politico è sembrata più la prefazione ad un libro di Dan Brown, l’autore del Codice da Vinci.
Quindi, secondo il Mugnaioli pensiero – architettato da qualche mente illuminata con lampadine a basso voltaggio – *la sintesi sarebbe questa: a Siena chi sta col PD è contro i soci privati della banca*, il che equivale a dire (dato il capitale non indifferente che questi rappresentano) che chi sta col PD è contro la Banca.
Complimenti. Ancora una altro geniale colpo da maestro degli strateghi della federazione e dei raffinati comunicatori ceccuzziani. Ma prima di far schierare in questo modo il PD, si sono confrontati con i consiglieri di amministrazione che lo stesso PD ha mandato nel cda del Monte (e non vengano a dirci la menata che loro con le nomine non c’entrano niente, per cortesia) perché, per coerenza, dovrebbe chiedere loro di dimettersi per dare il segno tangibile della presa di distanza dal socio privato attaccato da Mugnaioli. Dunque, vediamo un pò. Fabio Borghi, Alfredo Monaci, Ernesto Rabizzi, tutti tesserati al PD. Secondo il ragionamento del segretario comunale del PD senese avrebbero solo due strade: o chiedere le dimissioni di Caltagirone dal cda del Monte o darle loro per protesta.
Ma in un momento in cui si sta trattando una cosa così importante e delicata come l’aumento di capitale della Banca Monte dei Paschi (che Mugnaioli e i suoi – in primis Ceccuzzi – che al di là di qualunque considerazione sul management dovrebbero capire bene a quanti senesi dà lavoro, prima di avventurarsi ad attaccare a caso) pensano di aver fatto un gesto responsabile a lanciare un messaggio del genere dato che potrebbe andare ben oltre le mura di Siena ed essere recapitato anche alla comunità finanziaria?

Capiamo che questa gente è convinta che la Banca possa essere amministrata con le stesse regole che loro adottano per la gestione della cassa del circolo arci di Sant’Andrea, ma con tutto rispetto, chiunque capirebbe che non è così. Chiunque, tranne loro. Pensate in che mani andrebbe Siena se venisse affidata a chi si muove con questa superficialità.

Firmato
La Primula Rossa

Per gli appuntamenti primaverili è stata rispolverata una vecchia fragranza “Malizia profumo d’Intesa”. Al via la “Nannuzzi”, ossia la ditta Nannini & Ceccuzz

Malizia Profumo d’Intesa“. Vi ricordate la musichina del vecchio spot televisivo? Pare proprio che la sua fragranza, con l’avvicinarsi di ogni tornata elettorale, riprenda a circolare in alcune stanze tra Siena e Firenze.
E’ davvero singolare, infatti, che sia nelle colonne de L’Unità
Toscana che su quelle del berlusconiano Il Giornale della Toscana (il cui editore è Denis Verdini) si trovi lo stesso identico taglio politico. A corredo di generici articoli in cui viene fatto l’elenco dei candidati che corrono alla carica di sindaco a Siena, in entrambi i quotidiani vengono messe due belle foto, una di Ceccuzzi e una di Nannini promuovendo la logica oramai stantìa che o voti da una parte o da un’altra come se l’offerta politica a Siena finisse lì.
Ai ragazzotti del PD senese che in un estremo tentativo tra l’arrogante ed il disperato hanno cercato di assimilare gli altri due candidati che corrono invece separatamente, può tranquillamente rispondersi che la vera ditta a Siena è un’altra, quella che porta l’insegna Ceccuzzi & Nannini.
Casualmente questi ultimi giapponesi del bipolarismo ad orologeria (PD e PD+L) si trovano “stranamente” concordi a intralciare la strada ad altri soggetti, inquinando in tal modo la campagna elettorale. Ma che strano. Come mai, dato che dicono che o c’è la destra o c’è la sinistra, Ceccuzzi e i suoi prodi non attaccano Nannini e si concentrano solo su Corradi e su Laura Vigni?
Non sono nemmeno originali, ogni volta viene ripreso dal cassetto il vecchio copione e fatto recitare agli attori di turno. Qualcuno di voi si ricorda negli ultimi anni che il partito di Verdini a Siena abbia fatto una strenua opposizione contro i DS prima e il PD poi? No? Neanche noi.
Nei resoconti sulla stampa che descrivevavno la conferenza di presentazione del candidato pasticcere abbiamo avuto modo di leggere che questo, forse colto da un eccesso di verve politica mai avuta fino ad oggi, ha voluto strafare facendo un accenno alle drammatiche vicende di politica internazionale che vedono scenari di guerra alle porte dell’Italia.
Peccato, però, che il pasticcere nell’occasione confuse  – sotto lo sguardo spaesato di chi lo ascoltava – la Libia con il Libano e, forse rendendosi conto dagli occhi di chi lo guardava che forse aveva detto una cazzata atomica, si riprese con un tecnicissimo “Si, insomma, dove c’è Gheddafi”. Sulla vicenda, qualche giornale riportando la macroscopica cavolata, ironicamente scrisse che il pasticcere tanto non si candidava a fare il Ministro degli Esteri.
Ora, anche se è vero che Nannini non corre per ricoprire il prestigioso incarico alla Farnesina è pur vero che in quell’affermazione ha dimostrato che il mondo della politica e della macchina amministrativa (ossia come si amministra e si manda avanti una città) gli è del tutto oscuro. Pensateci bene cari amici, e secondo voi un partito (quello di Verdini) che dovrebbe mirare a vincere fa scendere in pista una persona che forse a tutt’oggi ancora non ha la benché minima idea in cosa consista il ruolo per cui si è candidato? Via via, non prendiamoci in giro. E’ la riedizione del solito giochino, i Diessini vogliono un candidato debole per il Pdl che però nobilitano cercando di usarlo in funzione di contenimento di coloro che, invece, si pongono come alternativa vera, ossia la Laura Vigni per il popolo della sinistra di base e il Corradi per tutta l’area di centro e per quella moderata, non a caso è sostenuto oltre che dalla società civile tramite le Liste Civiche anche da partiti quali API-UDC-FLI.
Cari Diessini, prima di andare a lanciare chissà quali alchimie, guardate in casa vostra che la ditta Ceccuzzi & Nannini (o per meglio dire Verdini) èda quel dì che a Siena ha la sua sede legale.

Firmato
La Primula Rossa

Bau Bau News!!! Che fine hanno fatto Simone Bezzini e Elisa Meloni? Qualcuno chiami “Chi l’ha visto”

Sono stati in molti a porre alla redazione di Radio Lastra questa domanda: ma che fine hanno fatto Simone Bezzini e Elisa Meloni, peraltro segretaria provinciale del partito di Ceccuzzi? I due esponenti del PD senese sono stranamente spariti in questa campagna elettorale e, di fatto, sembra proprio che non si stiano consumando la
suola delle scarpe per fare la campagna elettorale al loro candidato.
Come mai? Sulle lastre si dice, sempre più insistentemente, che è in atto una bella spaccatura tra il partito provinciale e quello comunale e che i ceccuzziani stiano già preparando le valige alla segretaria per farla sloggiare.
Che sia questo il motivo di tutto questo strano silenzio da parte soprattutto della Meloni?
Ci sa tanto che Ceccuzzi, se vuole avere una mano dal partito provinciale, gli convenga andare a cercarli a “Chi l’ha visto”.

“Oltre” Ceccuzzi. Storia di un candidato già archiviato dai suoi alleati

Il macrocosmo della galassia di Ceccuzzi è composto al suo interno da tanti microcosmi ognuno dei quali, o quasi, sembra andare abbondantemente per conto suo.
Il PD senese, internamente alla sua coalizione, è passato da rappresentare una monarchia assoluta in cui interpretava la figura del dominus unico, ad una monarchia anarchica in cui lo stesso PD in teoria dovrebbe essere il partito centrale della coalizione, in pratica ogni alleato sta già facendo allegramente i cavoli suoi andando in tutte le direzioni possibili purché il risultato finale sia quello di dare una bella ridimensionata a Ceccuzzi.
I ceccuzziani hanno fatto la voce grossa dicendo che la cosa più importante al mondo era la carta etica? Ed ecco gli alleati dargli ragione così si zittano. *Poi una volta che le liste sono state depositate è stato rinfrescato il detto “ognun per sé e Dio per tutti“. Ebbene sì, era
indubbio che un’accozzaglia di idee e posizioni così opposte tra di loro (dal democristianissimo Fiorenzani al Rifondarolo Iantorno passando per i giustizialisti ad oltranza dell’IDV) non fossero destinate ad andare d’amore e d’accordo. Anzi. Impossibile che abbiano un punto in comune e, in una stravagante prospettiva amministrativa, vivrebbero costantemente sotto veti e ricatti icrociati. Producendo una cosa sola: un immobilismo totale per la città di Siena.
Infatti, per trovare un’apparente unità ognuno ha dovuto temporaneamente snaturare se stesso, il che non corrisponde propriamente al concetto di sintesi politica. Avevamo già evidenziato come Ceccuzzi fosse riuscito nel non facile compito di esportare nella coalizione tutte le contraddizioni e le inconguenza che hanno contraddistinto il suo partito (PD) fin dalla nascita e che, proprio a causa di queste, lo stanno portando verso una inesorabile fine (stanti così gli scenari e senza rischi di andare ad elezioni politiche anticipate, mica penserete che il PD abbia ancora vita lunga?). La cosa singolare, infatti, è che una parte degli alleati di Ceccuzzi vedono lui e la sua componente come arrogante, ma non forte. Anzi. Alcuni vecchi volponi sono lì sulla riva del fiume che lo aspettano perché tanto sanno che da solo non va nessuna parte.
Ed ecco allora partire il valzer dei riposizionamenti e dei distinguo. Diciamocelo chiaramente, a parte giovanotti alle prime armi come il Sellato Cannamela, i primi a non volere Franco Ceccuzzi sono proprio i suoi alleati. Alleati che è bastato lo start della campagna elettorale a fargli aprire bene gli occhi e guardarsi intorno. Come recita lo slogan di Bersani “Oltre” a Siena molti alleati della coalizione del centro sinistra lo hanno già declinato come “Oltre Ceccuzzi”.
Al via le danze, il valzer sta già suonando. E Ceccuzzi non si è accorto che dalle partite che contano è già abbondantemente fuori.

Firmato
La Primula Rossa

L’alba del 17 maggio 2011

Martedi 17 maggio 2011 dopo il primo caffè della giornata i senesi conosceranno l’esito del voto per l’elezione del sindaco e i risultati della composizione del consiglio comunale.A differenza delle alle altre competizioni elettorali, oggi, è difficile fare delle previsioni attendibili o accertabili perché la situazione in città e nelle forze politiche è radicalmente mutata rispetto al 2006. Sono mutati gli equilibri e le tendenze nel corpo elettorale ed è mutato l’equilibrio nei poteri.Chi nel 2006 aveva previsto la vittoria di Maurizio Cenni, in questo momento non è in grado nemmeno di garantire la compattezza dell’elettorato dello stesso Cenni. Cosi come,allo stato attuale, gli attori della politica locale ,per pigrizia mentale o per troppa arroganza, si sono chiamati fuori(salvo tentare di fare il solito gioco delle poltrone) dai processi di cambiamento che interessano la banca MPS. Forse qualcuno spera o pretende di dialogare con i soggetti istituzionali e i soci privati (sempre nel rispetto dei ruoli) che hanno la titolarità sulla governance della banca,mandando avanti Iantorno a gettare fango sui vertici della banca o altri a proiettare il tutto con il chiodo fisso di decapitare i vertici della banca;forse qualcuno pensa questo e sbaglia per due ordini di motivi:destabilizza la banca dentro il sistema finanziario e favorisce il gioco delle poltrone dell’apparato ceccuzziano.Nessuno nega certe criticità e alcuni risultati negativi nella gestione della banca ma il cambio di passo in città si ottiene solo con la sconfitta del blocco di potere composto da Ceccuzzi,Piero Tosi,Luigi Berlinguer,famiglia Monaci e Denis Verdini. Altrimenti perdendo di vista il “vero problema”  che blocca le potenzialità e le energie di Siena si rischia di non scardinare questo blocco di potere e di ottenere una mera rivalsa sui vertici della banca consegnando al sopracitato blocco di potere anche la gestione futura della banca che “cambia”.Perchè solo chi dorme fino alle 10 di mattina non ha capito che Ceccuzzi ha fatto tre operazioni di apparato: ha rifatto l’accordo con il gruppo capitano da Alessandro Starnini(infatti l’IDV è un partito composto da esponenti del gruppo storico legato a Luigi Berlinguer e Iantorno e Cannamela seguono gli umori di Maurizio Boldrini),ha consolidato il patto con la famiglia Monaci(sicuramente con Alberto) e ha ottenuto da Verdini un candidato debole e l’annullamento della Lega Nord.

A questo punto la domanda che ci poniamo è la seguente: esiste un’alternativa per il governo della città e che si faccia garante degli interessi dei senesi nei processi di cambiamento che interessano soprattutto la  banca MPS? A mio avviso esiste e merita di essere sostenuta non per rivalse politiche ma nell’esclusivo interesse dei cittadini senesi e per garantirci un modello di amministrazione non piu’ appaltata ai funzionari di partito. L’alternativa è ben rappresentata da Gabriele Corradi,cosi come la presenza di Laura Vigni non puo’ che rappresentare egregiamente lo stimolo per recuperare una classe dirigente della sinistra credibile e costruttiva e non zerbina al blocco di potere. Senza sondaggi e senza facili entusiasmi mi prefiguro già la mattinata del 17 maggio 2011 dopo il primo caffè: il ballottaggio tra Gabriele Corradi e Franco Ceccuzzi.

Da oggi fino al 15 maggio sempre per il bene dei senesi coloro che intendono fare politica anche alta ma comunque legata al territorio  non perdano tempo in uno scontro da “basso impero”(cosi anche certi giornalisti non ricomincino con le solite livorosita’) ma si concentrino sul risultato che ho prefigurato per il 17 mattina.

Maestro James

L’assistente e il mobilitato

Ed eccoli qua due soggetti degni della massima attenzione. Due impiegati dell’Ateneo più dissestato (dalla nomenclatura berlingueriano-tosiano-riccaboniana), il primo dei quali s’intenderebbe di essere assistente (a cosa?) e il secondo ormai ex impiegato universitario perché con metodi e procedure che ancora non siamo riusciti a farsi spiegare, pur avendolo chiesto diverse volte, è stato mobilitato all’ASL.

Entrambi incollati alle loro sedie, se ne fregano delle carte etiche (dieci rotoli di morbidezza) e si ricandidano (e vengono ricandidati dal discontinuo Ceccuzzi). Evvai col liscio!!! Non sia mai che toccasse loro andare a lavorare!!!

Come direbbe il loro alleato Fiorino Iantorno: lavorare stanca!

Essere precari stanca

O bravo Iantorno! Essere precari stanca? Certo che stanca. Lo sanno benissimo i precari e lo sanno benissimo anche quei lavoratori che subiscono le angherie di certi poteri baronali che tu sostieni da una vita. Lo sai cos’è che stanca? Stanca la tua propaganda fatta di parole vuote tese solo a cavalcare buttando fumo negli occhi un ipotetico consenso che per fortuna stavolta il tuo partito a Siena non otterrà. Hai una bella faccia tosta a presentarti come rinnovamento e discontinuità in questa città. Prima hai scorrazzato politicamente dietro la guida del tuo mentore Boldrini con cui hai condiviso il sostegno della nomenclatura tosiana, avendo anche fatto parte del consiglio di amministrazione dell’Università. Poi, sempre insieme al tuo mentore Boldrini, avete sostenuto Riccaboni e politicamente hai accettato tutti gli attacchi sindacali contro i lavoratori portati da Riccaboni e Fabbro. Poi ti sei sdraiato a sostegno del vero responsabile del disastro di Siena Franco Ceccuzzi con la speranza di fare l’assessore e per mantenere alta questa speranza ti sei fatto sostenere dal PD ceccuzziano e in perfetto stile bulgaro avete utilizzato i vostri dirigenti nazionali per modificare il voto contro Ceccuzzi espresso dal partito senese. Ma pensi che gli elettori di sinistra non abbiano capito il tuo comportamento? Fanno e faranno bene a sostenere la candidatura di Laura Vigni che rappresenta gente veramente si sinistra e autonoma dai diktat delle correnti ceccuzziane.

Infine al sig. Fiorino vogliamo spiegare una cosa: prima fa la morale contro Pierluigi Piccini, poi contro Silvano Focardi, poi contro l’Associazione Per Siena, poi contro i vertici del MPS, poi contro Laura Vigni e la sua lista. Ma insomma caro Fiorino perché non ti fermi un attimo a riflettere sul fatto di essere al tramonto politico e che questa città non ha bisogno di cercatori di poltrone e di propoagandisti ad orologeria?

Buonanotte.

 

Per Vittorio Arrigoni

La redazione di Fratello Illuminato è concorde nel deprecare il barbaro omicidio perpetrato nei confronti di Vittorio Arrigoni, volontario italiano a Gaza.

Basta coi dissestatori e coi loro supporter

Vi ricordate di Maurizio Boldrini? Maurizio Boldrini, braccio destro di Tosi, ex responsabile Area Comunicazione e Marketing dell’Università di Siena, sponsor ufficiale della società InFact e del rettore Riccaboni è iscritto al PD senese e sostenitore attivo di Franco Ceccuzzi. Infatti ecco cosa ha dichiarato alla stampa il genio Maurizio Boldrini:

“Sono iscritto al PD e alle prossime elezioni amministrative di Siena farò la campagna elettorale per il partito al quale sono iscritto e per il cadidato … che sarà scelto”.

Vi ricordate di Piero Tosi? Piero Tosi è la massima espressione della nomenklatura dissestatrice dell’Ateneo da sempre vicino al partito di Ceccuzzi e infatti lo stesso Ceccuzzi esprimeva la propria stima al Tosi.

Vi ricordate di Loriano Bigi? Forse qualcuno se ne sta ricordando in questi giorni.

Vi ricordate Mauro Barni? Mauro Barni in questi anni veniva descritto come il vecchio saggio della politica senese, con un nuovo super partes. Oggi, nel segno della discontinuità, è il primo sostenitore di Franco Ceccuzzi, oltre ad essere un sostenitore della gestione Riccaboni-Fabbro dell’Università. Infatti il Barni in un’iniziativa dell’Associazione Siena Futura del neoceccuzziano Mauro Marzucchi ha tessuto le lodi di Ines Fabbro. O bravo Barni! Perché non ci dà un giudizio sul dissesto universitario e sui responsabili e non ci spiega come mai si è schierato col partito che ha sostenuto i dissestatori?

Vi ricordate il CdA dell’Università? Cannamela nel segno del suo sostegno a spada tratta di Riccaboni ha visto bene di candidare nella propria lista (e qui si pone un problema etico non da poco sui ruoli) il consigliere di amministrazione attuale Cosimo Francini. Ora capiamo perché il Francini è sdraiato davanti a Riccaboni e Fabbro e sostiene la loro politica contro i dipendenti e gli studenti che lui dovrebbe rappresentare. Bella figura! Complimenti!

Vi ricordate che il 15 e 16 maggio si vota per le elezioni comunali? Ecco ricordiamoci chi sono i dissestatori dell’Ateneo, i loro sostenitori seminati nelle liste che appoggiano Ceccuzzi. L’Ateneo, come tutta la Città, necessita di una svolta per risanare non solo l’Ateneo, ma tutte le istituzioni cittadine e non solo finanziariamente, ma anche sotto il profilo etico.

Basta con i dissestatori e basta con i loro supporter politici!

E questo basta ripetiamolo almeno 27 volte!

Ceccuzzi firma la proposta di legge (presentata dal suo compagno di partito Sposetti) per raddoppiare il finanziamento pubblico ai partiti in base a cui i cittadini italiani dovrebbero pagare altri 185 milioni di euro per i loro ruzzini. Vergogna. Dov’è finita la tanto sbandierata moralità dei puristi Diessini?

Qualcuno di voi ha visto il film di Checco Zalone “Che bella giornata?“. Nel film si racconta la storia di ‘Checco’, un giovane totalmente assente di capacità che, nonostante ciò, riesce a forza di spinte giuste ad arrivare a collocazioni lavorative di tutto rispetto. Ma Checco è stato talmente tanto abituato a ragionare così da un ambiente circostante che gli ha “insegnato” che studiare e formarsi è una cazzata cosmica, che il fatto che per ricoprire un dato ruolo servirebbero precisi requisiti gli è del tutto oscuro. Ebbene sì, cari amici, il Checco del film è del tutto inconsapevole di come gira il mondo perché nel magico mondo di Checco basta una telefonata del politico giusto – o anche semplicemente dell’amico del solito politico giusto – e puoi fare tutto quello che vuoi. Tutto ciò alla faccia dei disastri che vengono fatti a seguito di quell’incapacità e che necessariamente ricadranno nelle tasche della collettività. Ed ecco allora che Checco viene messo a lavorare in un posto, combina disastri a raffica e, nella migliore delle tradizioni ed in ottemperenza al famoso brocardo latino “*promoveatur ut amoveatur*” sale i gradini della classe sociale, continuando a seminare danni su danni. Fino a che, però, l’inettitudine diventa a tal punto pericolosa che anche gli storici “padrini” non ce la fanno più a parargliele e lo scaricano. In tutto ciò, Checco non se ne capacita, perché chi lo ha sempre raccomandato e gli ha sempre lasciato fare quello che voleva senza uno straccio di competenza, questo ‘lieve’ fattore non glielo ha mai fatto notare. Purtroppo questo film potrebbe tranquillamente essere stato ambientato a Siena. Anche gli unti dal Signore in terra senese sono stati abituati a vivere così; a vent’anni il primo contrattino di collaborazione col partito a fare fotocopie, e poco più, in federazione. Poi da lì la brillante carriera. Prima consiglieri comunali, poi assessori, poi consiglieri in qualche munifico cda. Tutto ciò, senza mai aver fatto un giorno di lavoro.
Questa mentalità, frutto dello scollamento culturale tra questa gente e la vita reale, sta tutta nella proposta di legge sul raddoppio del finanziamento pubblico ai partiti presentata alla Camera dall’ex tesoriere DS Ugo Sposetti che vede tra i firmatari anche Franco Ceccuzzi. Non c’è niente da fare, gente che da sempre è stata chiusa dentro la sezione del partito senza aver mai lavorato non ha idea di come si svolga la vita delle persone normali e quali siano i veri bisogni. Ceccuzzi, sottoscrivendo quella richiesta di raddoppiare il finanziamento pubblico ai partiti non ha capito che la gente chiede altro e che proposte del genere in questo momento non fanno altro che allontanare le persone dalla politica, vedendola solo come una macchina mangiasoldi. Bravo Ceccuzzi, bella sensibilità e grande senso di responsabilità.
Ceccuzzi vuole più soldi pubblici per il suo partito, per farci cosa, per organizzare forum inutili e per far pagare alla federazione qualche contratto in più a qualche giovane zelante che lo circonda e che gli fa da portaborse? Perché Stefano Bisi, dato che proprio Ceccuzzi nella “campagna di moralità” portata avanti dai puristi diessini in cui ha dato l’immagine della massoneria come fosse il più grande male mondiale, non chiede a Ceccuzzi in che rapporto sta il suo personale concetto di etica con la sua richiesta di raddoppiare i soldi pubblici ai partiti e, soprattutto, come Ceccuzzi intenderebbe spendere questi soldi?
I senesi hanno voglia di pagare con le proprie tasse la propaganda politica di Ceccuzzi?
Come direbbe Checco Zalone “Ma che bella giornata”…

Firmato
La Primula Rossa