“Oltre” Ceccuzzi. Storia di un candidato già archiviato dai suoi alleati

Il macrocosmo della galassia di Ceccuzzi è composto al suo interno da tanti microcosmi ognuno dei quali, o quasi, sembra andare abbondantemente per conto suo.
Il PD senese, internamente alla sua coalizione, è passato da rappresentare una monarchia assoluta in cui interpretava la figura del dominus unico, ad una monarchia anarchica in cui lo stesso PD in teoria dovrebbe essere il partito centrale della coalizione, in pratica ogni alleato sta già facendo allegramente i cavoli suoi andando in tutte le direzioni possibili purché il risultato finale sia quello di dare una bella ridimensionata a Ceccuzzi.
I ceccuzziani hanno fatto la voce grossa dicendo che la cosa più importante al mondo era la carta etica? Ed ecco gli alleati dargli ragione così si zittano. *Poi una volta che le liste sono state depositate è stato rinfrescato il detto “ognun per sé e Dio per tutti“. Ebbene sì, era
indubbio che un’accozzaglia di idee e posizioni così opposte tra di loro (dal democristianissimo Fiorenzani al Rifondarolo Iantorno passando per i giustizialisti ad oltranza dell’IDV) non fossero destinate ad andare d’amore e d’accordo. Anzi. Impossibile che abbiano un punto in comune e, in una stravagante prospettiva amministrativa, vivrebbero costantemente sotto veti e ricatti icrociati. Producendo una cosa sola: un immobilismo totale per la città di Siena.
Infatti, per trovare un’apparente unità ognuno ha dovuto temporaneamente snaturare se stesso, il che non corrisponde propriamente al concetto di sintesi politica. Avevamo già evidenziato come Ceccuzzi fosse riuscito nel non facile compito di esportare nella coalizione tutte le contraddizioni e le inconguenza che hanno contraddistinto il suo partito (PD) fin dalla nascita e che, proprio a causa di queste, lo stanno portando verso una inesorabile fine (stanti così gli scenari e senza rischi di andare ad elezioni politiche anticipate, mica penserete che il PD abbia ancora vita lunga?). La cosa singolare, infatti, è che una parte degli alleati di Ceccuzzi vedono lui e la sua componente come arrogante, ma non forte. Anzi. Alcuni vecchi volponi sono lì sulla riva del fiume che lo aspettano perché tanto sanno che da solo non va nessuna parte.
Ed ecco allora partire il valzer dei riposizionamenti e dei distinguo. Diciamocelo chiaramente, a parte giovanotti alle prime armi come il Sellato Cannamela, i primi a non volere Franco Ceccuzzi sono proprio i suoi alleati. Alleati che è bastato lo start della campagna elettorale a fargli aprire bene gli occhi e guardarsi intorno. Come recita lo slogan di Bersani “Oltre” a Siena molti alleati della coalizione del centro sinistra lo hanno già declinato come “Oltre Ceccuzzi”.
Al via le danze, il valzer sta già suonando. E Ceccuzzi non si è accorto che dalle partite che contano è già abbondantemente fuori.

Firmato
La Primula Rossa