Bastardo Senza Gloria indice un CONCORSONE!!! E la redazione di Fratello Illuminato gli fa pubblicità!!! Fatti prestare anche tu 10 milioni e vinci una meravigliosa cena con Bastardo Senza Gloria (ma senza Ester Cicala, troppo facile sennò)!!!

Sì amici miei questi sono tempi durissimi per tutti nessuno escluso (davvero?), ed è qui che entra in gioco la fantasia e la creatività, che hanno sempre contraddistinto il genio italico. Certo è che da qualunque parte non arrivano segnali incoraggianti, ci sentiamo ogni volta più tirati in basso e catapultati in realtà che non vorremmo affrontare. Il lavoro.
Cercarsi un lavoro, farsi un lavoro, costituire una società, comprare un’attività fare gli imprenditori. La direzione verso la quale tutti gli organi istituzionali e politici dell’Europa unita ci stanno mandando è proprio questa, signori miei, bisognerà arrangiarsi perchè non ci sono più ammortizzatori sociali che tengano, le aziende stanno chiudendo e perfino, cosa impensabile qualche tempo fa, alcune banche si stanno notevolmente ridimensionando, facendo ricadere tutto sulla parte più debole della struttura, ovvero i lavoratori.
Bene è a questo punto che si entra nel vivo del gioco che vi sto per proporre.
Quanto pensate sia facile inventarsi un lavoro o aprire un’attività per la quale vi sentite portati? Quanti e quali requisiti secondo voi sono richiesti per una tale impresa?
Qual’è l’elemento fondamentale, per lo meno in partenza, che farebbe sì che una persona possa coltivare il suo sogno lavorativo?
Sicuramente la parte più importante, presupponendo che una persona non abbia grosse disponibilità di denaro, sarà quella di reperire il denaro stesso per avviare l’impresa.
Secondo voi quanto è facile ottenere un prestito di dimensioni adatte per avviare un’attività?
Quali garanzie di solito vengono chieste quando una persona o una società appena costituita si presenta in banca a chiedere dei soldi?
Bene. Ho letto in qualche articolo linkato da un commentatore del blog, che una società appena costituita con un capitale sociale di appena diecimila euro si è fatta prestare dei soldi per un ammontare di sedici milioni di euro da una banca italiana.
E’ a questo punto, carico di speranza, che indico il concorso.
Chi vincerà sarà da me ospitato in un ristorante della nostra città con tanto di cena pagata (è il massimo che posso permettermi).
Il concorso consiste nel riuscire o da singolo o da società appena costituita con un massimo di diecimila euro di capitale sociale, a farsi finanziare per un importo non inferiore a dieci milioni di euro.
Dai, dai, dai!!! Sono sicuro che ne sapete tante di storie come questa e quindi conoscerete come si fa. Dai troviamoci un lavoro, facciamoci finanziare tutto e sognamo tutti insieme.
L’Italia è bella, il suo sistema bancario bellissimo e tutto può realizzarsi basta un po’ di sano ottimismo!!

…..vi do una piccola dritta …. magari non iniziate subito dal MPS.
Un abbraccio.

Bastardo Senza Gloria

Dalle stanze di Vignano riceviamo e pubblichiamo

C’è poi il discorso dei soldi 880mila che le sono erogati a mezzo assegno,  poi dei contanti e poi l’ulteriore somma di 150mila.

Non ci troviamo

E’ un pagamento anomalo. Che ruolo aveva nell’Amato spa?

Zero

Non è credibile visti i soldi erogati, non si capisce il motivo.

“Chiesi al cavaliere Amato dei soldi per mie esigenze, lo chiesi al mio amico fraterno. Non sapevo a chi rivolgermi e gli chiesi un aiuto”.

Quando avete conosciuto Amato?

“Avevo 10 anni, era amico di mio padre e poi c’è un rapporto con la famiglia di mia moglie. Costi della politica? Rivolgetevi a qualcun altro”.

Qualcuno parla di tangenti…

“Mica è un pubblico ufficiale. Presenterò querela contro Antonio. Io dal febbraio del 2008 non ho fatto più politica, sono rimasto nell’Udeur e sono rimasto amico di Mastella. Non sapevo neanche di essere vice, facevo tutto Clemente.  Non avevo ruoli politici non capisco cosa significa i costi della politica che dice il cavaliere”.

Lei però ha ricevuto assegni del pastificio.

“Ho detto tante volte a Amato jr di fare un contrattino per mettere a posto le cose”.

Gli Amato erano con l’acqua alla gola, per quale motivo le danno i soldi?

“Io il prestito l’ho chiesto a titolo personale”.

Ma gli assegni erano della società

“Per questo avevo chiesto di mettere a posto i rapporti”.

Questa conversazione è riportata dalla stampa di Salerno e descrive il colloquio fra Del Mese e il magistrato che indaga sul crac del pastificio Amato e sulle presunte tangenti che avrebbe intascato Del Mese. Il magistrato fa riferimento ad una cena che si tenne in costiera nel settembre del 2006 alla presenza del commendator Amato, il sindaco di Salerno De Luca, Ceccuzzi e Mussari. Nel corso del colloquio fra il magistrato e Del Mese veniamo a sapere, inoltre, che l’interrogato, oggi agli arresti domiciliari e Mussari si conoscevano amichevolmente e che lo stesso ha, tramite Ceccuzzi, inserito un certo Anastasio alla Consumit. Inserimento che non può non essere avvenuto che per mezzo di Mussari al quale Ceccuzzi avrà chiesto di provvedere. Si capisce anche che Del Mese si rivolge all’amico “fraterno”, Amato, per avere del denaro. Forse sarà proprio quel “fraterno” che impedisce a un direttore di giornali senese di parlare dell’accaduto. Quindi: Del Mese si rivolge al commendatore Amato, amico fraterno, per avere dei soldi vista la sua situazione finanziaria e quest’ultimo invita l’amico Mussari a cena in costiera insieme a Ceccuzzi. In qualche modo è comprensibile la presenza del sindaco De Luca che ha la preoccupazione di capire come si potrebbe sviluppare un intervento industriale sul territorio da lui amministrato. Più difficile è capire la presenza di Ceccuzzi se non quella di essere in rapporti con Del Mese e amico di Mussari. I rapporti con Del Mese devono essere stati particolarmente stretti se l’ex sindaco di Siena fa inserire tramite il presidente della banca un uomo indicato da chi si trova oggi agli arresti domiciliari. Per arrivare fino a questo punto Del Mese deve essere stato sicuramente una persona di fiducia del Ceccuzzi. Ma cerchiamo di ricomporre la vicenda del pastificio Amato così come la riportano i giornali di Salerno. Anastasio l’inserito alla Consumit è titolare di una società di pulizie che lavora per conto di Amato per un importo di 300.000 euro l’anno. Nella storia appare un’altro personaggio, tale Labonia, che lavora per conto sempre di Amato come avvocato e percepisce un compenso di oltre un milione per delle consulenze professionali. Labonia, presenza sicuramente interessante, è stato segretario particolare della commissione finanza della Camera dei Depuatati. La moglie è titolare di una società per il recupero crediti che di fatto è gestita dal marito e chissà per conto di chi recupera i crediti? Le attività del Lamonia non si fermano qui è stato, inoltre, procuratore speciale della Consumit. Dalle notizie si evincerebbe che il sottosegretario Del Mese, Labonia e Ceccuzzi abbiano fatto parte nello stesso momento della commissione finanza. La commissione che lavorò sul decreto salva banche. Il Monte eroga un credito di 27 milioni di euro a favore di Amato tramite una società offshore, chissà chi alla sezione credito ha espresso parere positivo? Una delle accuse nei confronti del sottosegretario Del Mese è proprio quella di aver procurato finanziamenti a società ubicate in paradisi fiscali. Comunque i magistrati di Salerno qualcosa ci fanno capire e ci forniscono elementi utili sul piano della comprensione di circostante che coinvolgono la nostra città: bisogna allontanarsi da Siena per saperne di più! Non solo per il Labonia e Del Mese i magistrati, quelli di Salerno, chiedono gli arresti perché le misure cautelative fino ad ora adottate sembrano insufficienti. Certo è difficile credere a Ceccuzzi quando afferma che dell’acquisizione dell’Antonveneta lui non ne sapeva nulla. Se già nel 2006 i rapporti fra Mussari e l’ex sindaco sulla banca erano di questa natura, come è possibile che una “sciocchezzuola” come quella di comprare una banca sia passata sotto silenzio da parte dell’ex presidente del Monte? Ceccuzzi avrà voluto, con la storia sopra descritta, anticipare nei fatti la sua visione della politica: la discontinuità! L’anima bella che si indigna contro i fratelli Monaci che chiedevano il rispetto degli accordi politici sottoscritti dallo stesso Ceccuzzi che lo avevano portato alla carica di sindaco. È proprio vero il diavolo fa le pentole ma si scorda dei coperchi.

Dalle stanze di Vignano, 31 luglio 2012

 

Parla Paolo Del Mese agli arresti per il crack Amato: “Ho inserito, tramite Ceccuzzi, Anastasio nella Consumit”

Tutta la storia parte da una cena in costiera. E’ il settembre del 2006. Del Mese racconta al Pm Senatore.

“Vengo avvicinato dal cavaliere Amato nel 2006 e mi chiese di parlare e organizzai una cena a casa del cavaliere Amato in costiera.

C’era tutta la famiglia Amato (anche Antonio che viaggia sulla barca di 20 metri e che sto pensando di querelare), Mussari, Ceccuzzi e il sindaco De Luca”.

Cosa c’entrava il sindaco?

“Mica lo invitato io, ma non c’è nulla di male. Presentai Amato a Mussari, io non ho mai partecipato a una riunione tecnica per il famoso pool, ho sempre parlato con il presidente Mussari che era mio amico”.

E c’era anche il sindaco alla cena?

Ne era a conoscenza?

No, l’ho trovato lì

Lo conosceva?

“Sì, grandi battaglie politiche quando ero consigliere comunale e lui assessore. Poi Amato e Mussari si sono visti altrove, a Roma ma io non ci sono mai andato. Abbiamo fatto la cena perché Amato aveva in programma un progetto edilizio e che voleva aprire un discorso economico con il Monte dei Paschi”.

Il sindaco si intratteneva con Mussari?

“Certo, sapeva dei motivi dell’ incontro. Il sindaco è un interlocutore brillante, devo dire che De Luca parlava molto con il cavaliere Amato”.

E di che parlavano?

Non lo so.

Mi sembra una presenza stonata, in fondo la cena era per avviare un rapporto con il Mps. “Il sindaco era comunque interessato alla vicenda, c’erano in ballo le licenze”.

Quali licenze?

Quelle edilizie.

Ma era un’iniziativa privata.

“Il sindaco è molto sensibile soprattutto quando le iniziative anche private sono buone. Mica si può fare tutto pubblico”.

C’era un perché della presenza di De Luca?

“Per presentare la bontà dell’iniziativa, per dare un sostegno”.

Mussari lo conosce bene?

Certo, mica lo rinnego.

E come vi tratta il Monte di Paschi?

“Come tutti gli altri, pensate che non sono stato capace di far fare un mutuo di 400mila euro a mio nipote Mario”.

L’impresa Amato era florida?

“Certo, tanto che nel 2007, Antonio Amato (quello del 56 ndr), quello che dice che non sa niente, organizza a Milano, in un noto albergo di via Montenapoleone, il lancio della pasta Le due Regine, con la presenza di professori universitari, dicendo che la pasta Amato avrebbe conquistato il mondo.  Tra le sponsorizzazioni vi ricordo anche i soldi cacciati anche la nazionale di sci (ma non è stata mai pagata n.d.r.)”.

Poi Del Mese tira fuori una lettera del cavaliere Amato del 2008 e indirizzata a Berlusconi.

“Qui il cavaliere mi definisce suo fraterno amico, altro che non mi conosce”.

E’ la famosa lettera in cui Amato chiede a Berlusconi un ruolo per Paolo Del Mese.
C’è poi il discorso dei soldi 880mila che le sono erogati a mezzo assegno,  poi dei contanti e poi l’ulteriore somma di 150mila. 

Non ci troviamo

E’ un pagamento anomalo. Che ruolo aveva nell’Amato spa?

Zero

Non è credibile visti i soldi erogati, non si capisce il motivo.

“Chiesi al cavaliere Amato dei soldi per mie esigenze, lo chiesi al mio amico fraterno. Non sapevo a chi rivolgermi e gli chiesi un aiuto”.

Quando avete conosciuto Amato?

“Avevo 10 anni, era amico di mio padre e poi c’è un rapporto con la famiglia di mia moglie. Costi della politica? Rivolgetevi a qualcun altro”.

Qualcuno parla di tangenti…

“Mica è un pubblico ufficiale. Presenterò querela contro Antonio. Io dal febbraio del 2008 non ho fatto più politica, sono rimasto nell’Udeur e sono rimasto amico di Mastella. Non sapevo neanche di essere vice, facevo tutto Clemente.  Non avevo ruoli politici non capisco cosa significa i costi della politica che dice il cavaliere”.

Lei però ha ricevuto assegni del pastificio.

“Ho detto tante volte a Amato jr di fare un contrattino per mettere a posto le cose”.

Gli Amato erano con l’acqua alla gola, per quale motivo le danno i soldi?

“Io il prestito l’ho chiesto a titolo personale”.

Ma gli assegni erano della società

“Per questo avevo chiesto di mettere a posto i rapporti”.

Ma gli Amato dicono che erano obbligati con Paolo Del Mese

“Io sono andato a titolo personale. Non sapevo dello stato di insolvenza del Pastificio Amato anche perché non ero l’amministratore. La mia richiesta non era legata al Pastificio. Io sapevo tutto il contrario”.

Ma le ha pagato anche una campagna elettorale agli inizi degli anni ’80.

“Si confonde con i soldi che ha dato a De Mita”.

E i suoi rapporti con Mario Del Mese…

Era come un figlio. Mario del Mese nel 2006 e 2007 io ero a Roma ma faceva lui il deputato, veniva nella mia segreteria di Pontecagnano, usava telefono, fax. E’ stato il padrone perché porta il nome di mio padre. A parte che già da tre anni e mezzo non ci parlo, dopo le infami dichiarazioni che ha fatto non intendo rispondermi. E quando mi sono candidato nel 2010 alle regionali e non sono stato eletto lui stava dietro a De Luca, facendo ribaltare nella tomba mio padre.

E’ legato al sindaco De Luca?


E che significa è legato?

“Gli stava appresso, basta leggere i giornali dell’epoca”.

Suo nipote è nella politica?

“No, è un sostenitore di De Luca, gli ha fatto la campagna elettorale”.

I suoi rapporti con Antonio Anastasio?

“Ero amico del padre Guglielmo che mi chiese di aiutarlo. Non ho ricevuto quelle somme contestate nell’ordinanza dalla Cmd. Non capisco il motivo di non farmi dare i soldi direttamente come avevo fatto in precedenza e farmeli dare attraverso la Cmd. Ho presentato personalmente Anastasio ad Amato Jr. Ho inserito, tramite Ceccuzzi, Anastasio nella Consumit. E’ una bugia che la Cmd è una società a me riconducibile e che quei soldi trasferiti dall’Amato Re siano stati imputati a me”.

Conosce Simone Labonia?

“Si ma non c’è nessuna motivazione politica. Dopo averlo conosciuto mi chiese un incarico presso la Commissione finanze ma non ha mai fatto nulla. L’ho visto nel 2009 in compagnia di Giuseppe Amato jr ma non lo ho mai presentato agli Amato né poi ho segnalato Labonia per qualche incarico.
I rapporti tra Mario Del Mese e Giuseppe Amato jr si sono cementati quando mio nipote era a Roma. Nel 2008 apprendo dell’incarico ricevuto dalla famiglia Amato per la vendita di costruendi appartamenti. I soldi ricevuti dalle caparre per la vendita degli appartamenti a volte venivano divisi tra il cavaliere Amato e Amato jr. Non so nulla delle società riconducibili a mio nipote, tra cui la Ifil. Per quanto riguarda gli assegni circolari di 10mila euro, per complessivi 100mila euro, ho pagato un debito di gioco contratto al casinò di Montecarlo.
Infine ho dato la mia disponibilità a restituire le somme che mi sono state prestate al curatore fallimentare.

http://www.cronachesalerno.it/web/index.cfm?box=home&azione=dettaglio_articolo&id_articolo=45CE4E55-70B7-4312-98B8D3CB11FC39FF )

Criccaboni, il crack Amato, Franco Ceccuzzi-Paolo Del Mese-Mussari e la cricca tra Salerno e Siena. Storie di dissesti, crack e silenzi importanti

Criccaboni, al secolo Angelo Riccaboni, è il solito abusivo al rettorato protetto dalla cricca ministeriale e dai ritardi accumulati dalla magistratura senese (vedi Francesca Firrao). Criccaboni abusivo e dissestatore (prima o poi le procure di Siena e Arezzo forse interverranno) nel 2010 subito dopo la nomina da parte della Gelmini si precipitò a “ringraziare” l’allora prefetto di Siena Pantalone per l’interessamento per la nomina a rettore. In che senso l’interessamento ci chiediamo? (la risposta in futuro). La Pantalone non si è persa nemmeno una presentazione di quei “libri” del cantore del groviglio Stefano Bisi.

Sempre nel 2010 il solito Criccaboni insieme al docente senese di economia Lorenzo Frediani confabulavano al telefono di immobili universitari e della gestione degli uffici. Lorenzo Frediani, insieme alla moglie, soci della società Astrea. In quel periodo Lorenzo Frediani suggerisce a Criccaboni di fissare un incontro con Mussari (allora presidente di MPS) e con Antonio Marino (vice direttore di MPS e responsabile del corporate). Sulla vicenda Astrea e sulla famosa lettera abusiva in favore di Lorenzo Frediani ci risulta depositato un esposto alla magistratura. Siamo in attesa di conoscere i risvolti. Già questo quadro e questi intrecci imporrebbe un intervento massiccio delle autorità.Qui a Siena c’era la Firrao; per fortuna alla procura di Salerno no. Ora seguite il resto.

Vi ricorderete dell’ingresso nella scena scenese del parlamentare Paolo Del Mese al fianco dell’amico Franco Ceccuzzi, entrambi membri della commissione finanza della camera. In quegli anni Del Mese accompagnato dal Ceccuzzi veniva osannato da tutti, compresi gli articoli trionfali sul corriere di Siena. Sempre in quegli anni due personaggi legati a Del Mese (ricordatevi i nomi) Simone Labonia e Antonio Anastasio, stranamente entrano a far parte con incarichi nel gruppo MPS (Consumit per l’esattezza). Naturalmente questo avveniva, così come altre cose, sulle spalle dei cittadini. Arriviamo all’inchiesta giudiziaria relativa al crack del Pastificio Amato.

Citazione dal giornale La Città di Salerno: “E’ una cena di “stampo familiare”, ma che vede tra i commensali importanti personalità. Siamo sulla terrazza della villa del cavaliere Giuseppe Amato, affacciata sullo splendido scenario della Costiera amalfitana, in una magnifica serata di fine estate del 2006. Oltre al cavaliere, vi sono Antonio e Peppino jr Amato, le rispettive consorti; ma anche Giuseppe Mussari, presidente del Monte dei Paschi di Siena, l’allora deputato Pd e futuro sindaco di Siena Franco Ceccuzzi e il primo cittadino di Salerno Vincenzo De Luca. A raccontare l’episodio è l’ex parlamentare Paolo Del Mese, interrogato giovedì scorso dal pm VincenzoSenatore negli uffici della guardia di finanza, nell’ambito delle indagini sul crack del pastificio “Antonio Amato” (http://lacittadisalerno.gelocal.it/cronaca/2012/07/19/news/amato-la-cena-col-banchiere-e-de-luca-1.5430346 ). Fin qui la notizia della cena del 2006.

Su ordinanza della magistratura di Salerno arrivano gli arresti domiciliari per il crack del Pastificio Amato,ecco gli arrestati: Paolo Del Mese, Mario Del Mese, Simone Labonia, Antonio Attanasio, Giuseppe Amato. “Le misure cautelari ai domiciliari riguardano Giuseppe Amato, amministratore di fatto della fallita «Antonio Amato spa», Mario del Mese, amministratore di fatto della «Ifil C & D srl», Antonio Anastasio, consigliere provinciale e http://www.ilsole24ore.com/art/notizie/2012-06-28/crack-pastificio-amato-170654.shtml?uuid=AbdnpizFcapogruppo del PdL Principe Arechi, Simone Labonia, avvocato, già presidente della società comunale di cartolarizzazione «Salerno Patrimonio», e Paolo Del Mese, ex deputato ed ex presidente della commissione Finanza della Camera, con un passato (durante il governo Andreotti) di sottosegretario alle Partecipazioni statali e un presente da vicesegretario nazionale dei Popolari Udeur” (http://www.ilsole24ore.com/art/notizie/2012-06-28/crack-pastificio-amato-170654.shtml?uuid=AbdnpizF ).

Il 29 giugno 2012 Angela Cappetta scrive sul Corriere del Mezzogiorno: “Il pastificio Amato di Salerno è fallito perchè la <casta> dell’ex parlamentare Udeur (il partito di Mastella) Paolo Del Mese non smetteva mai di incassare denaro. Anche quando i dipendenti non ricevevano lo stipendio e la società <Antonio Amato Molini e Pastifici spa> (fallita lo scorso anno) aveva difficoltà ad ottenere i carnet degli assegni”. E ancora: “E’ il 2008 (due anni dopo la cena del 2006) e Paolo Del Mese è il <soggetto principale> della Banca della Campania, della Bcc di Altavilla e Calabritto, ma soprattutto è un’ottima garanzia per il Monte dei Paschi di Siena che concede un finanziamento di 27 milioni ad una immobiliare appena costituita e controllata interamente da una off-shore di Malta”. Sempre la Cappetta. ”Ma Labonia è il faccendiere di Del Mese, è stato segretario particolare della commissione finanze, procuratore speciale della Consum.it (appartenente al gruppo MPS), ex presidente della municipalizzata <Salerno Patrimonio> e gestore di fatto di una società intestata a sua moglie di recupero crediti”. E ancora: “Tutti sono accusati di concorso in bancarotta fraudolenta e falso in bilancio, ma le indagini non si sono concluse e aprono nuovi scenari”.

Arriviamo ai giorni nostri dopo le ragioni dei giudici del Riesame. Scrive Petronilla Carillo su Il Mattino Salerno: “Ventidue pagine nelle quali i giudici ci vanno giù duro recependo in pieno le posizioni del sostituto procuratore Vincenzo Senatore e ritenendo valide le ragioni del suo ricorso disponendo a carico di Giuseppe Amato jr, Paolo e Mario Del Mese, Simone Labonia la custodia cautelare in carcere (…) Una posizione, quella dell’ex presidente della commissione Finanze, secondo il Riesame, <fondamentale per la riuscita dell’operazione di spin off immobiliare del palazzo del pastificio in favore di Amato Re, sia riguardo al contatto tra il Mussari (nella qualità di presidente della MPS) e il cavaliere Amato in costiera amalfitana e sia per la riunione tenuta a Roma con MPS>. In base alla carte dei giudici del Riesame si aggrava anche la posizione di Simone Labonia.

Noi ci fermiamo qui, anche se abbiamo altra documentazione da cui attingere e nel fermarci consentiteci alcune considerazioni. Innanzitutto, e questo si capisce bene, siamo in presenza di un quadro scandaloso e indecoroso, tutto sulla pelle della gente onesta e dei cittadini. In secondo luogo, emergono con chiarezza gli intrecci tra Siena e Salerno e il ruolo politico di Ceccuzzi con Del Mese e nei rapporti con MPS. Infine ci chiediamo se bisogna rivolgersi alla procura di Salerno per far cessare l’abusivismo di Criccaboni e per far emergere le sue responsabilità nel dissesto dell’ateneo senese. Così come ci meravigliamo del silenzio complice del PD rispetto al ruolo di Ceccuzzi; altro che buona politica e discontinuità. Ci sarebbe da tappezzare la città con quanto abbiamo scritto e ci sono tutti gli estremi per l’apertura di una maxi indagine da parte della procura di Siena in merito ai fatti segnalati. Aveva ragione il Prof. Raffaele Ascheri sulla figura di Paolo Del Mese e quindi sarebbe il caso che chi gli rideva sopra oggi gli chiedesse scusa. Come avete ridotto la politica e le istituzioni; non bastavano i dissestatori locali, dovevate portarci anche quelli dei pastifici? VERGOGNA!

Co’ ‘sto caldo il bove non ce la fa a stare tranquillo e al nostro redattore Tommaso prudeva la penna. Ecco un suo intervento

Tralla e baralla è sempre la stessa storia! È la stessa storia per chi non vuol capire o ha interessi di parte. Il PD, con il suo responsabile politico, Ceccuzzi, ha governato in questi anni utilizzando il potere che gli proveniva dalla Fondazione e dalla Banca per affermare il dominio sulla città. Ultimo episodio che di nostra conoscenza è la sistemazione di un amico particolare di Franchino, Filippo Castellani. Episodio minore, sicuramente nel panorama della gestione privatistica e di parte della banca. Nulla a che vedere con la cena  raccontataci da Del Mese, quello della commissione finanza, svoltasi in quel di Salerno. I cui commensali erano Mussari, il commendatore Amato, quello del pastificio, il sindaco di Salerno e Ceccuzzi oltre ovviamente allo stesso Del Mese oggi agli arresti domiciliari per la vicenda Amato per l’appunto. Nulla di male sembrerebbe a prima vista! Tranne il fatto che con molta probabilità favore tira favore e Del Mese è agli arresti domiciliari. Perché nulla è cambiato? Perché prima si dominava con il Monte e con le sue floridezza oggi si tenterebbe di governare sulle sue disgrazie che non sono solo quelle di una banca, ma di una intera città. Ma ve lo ricordate il Ceccuzzi in campagna elettorale che invia lettere ai cittadini per dire che lui sarebbe stato il paladino della difesa del 50%. Le previsioni finanziarie fatte dall’ex primo cittadino naufragate una dopo l’altra, ma utili soltanto a prendere voti? E l’incontro al Garden, l’hotel della famiglia Stasi, almeno in parte, fatto con tutti i dirigenti del Monte per segnare la continuità fra Mussari e Ceccuzzi, sempre in campagna elettorale? Il sostegno dato a Franchino da Mussari nei giorni precedenti al voto amministrativo del 2011. L’aiuto dato da alcuni dirigenti importanti come Castagnini, quello del Consorzio, i cui lavoratori con molta probabilità dovranno cambiare casacca e andare a lavorare per Bassilichi. Buono quest’ultimo per tutte le stagioni e per risolvere i problemi dei “potenti” del PD, non scordiamoci ultimamente il calcio e la televisione. Tanto poi c’erano gli appalti del monte con fatturazioni d’oro. Chissà se il sindacato ci ha mai guardato o ha chiesto chiarimenti su quelle esternalizzazioni. Il sindacato che ha condiviso le scelte aziendali e ha gestito insieme a Mussari e Vigni la banca come avrebbe potuto? Ironia della sorte ora dovrà discutere con Bassilichi sul tipo di contratto e sul dimensionamento degli organici. Questo il passato; e il futuro? Stessa tattica, ma questa volta l’operazione politica è incentrata sulla paura, si governa sulla paura. Primo episodio il Ceccuzzi rivendica la nomina di Profumo e la scelta dell’organigramma fatta dal nuovo presidente insieme all’amministratore delegato Viola, quindi: Pompei, non ve lo dimenticate mai, Fanti, Marino, David Rossi. Secondo episodio: senza neppure averlo letto, cosa che hanno fatto puntualmente gli analisti, il gruppo dirigente del PD con Ceccuzzi in testa applaude al nuovo piano industriale. A proposito ci dicono che c’è un resoconto degli incontri fatti in giro per l’Italia da Profumo con la struttura del Monte. Bene! Non lo abbiamo visto, ma da quello che ci dicono, le domande e le risposte sono state predisposte proprio da David Rossi. Non ci risulterebbe che gli episodi riportati siano avvenuti come viene descritto. E il PD si divide sul piano industriale, quello che prevede i licenziamenti fra le tante altre cose: il Guicciardini che elogia il Piano e il Forum, di cui parleremo, che si schiera a fianco del sindacato a favore dello sciopero. Perché il Forum? É il tentativo di Ceccuzzi e di Bezzini, ma ovviamente del primo, il secondo non esiste, di recuperare un po’ di consenso che ha perduto in tutti questi mesi appena è stato possibile misurare la sua capacità di governo diretta, non quella dietro le quinte. Siamo sicuri di questo perché sappiamo che un dipendente del Monte, legato a Franchino, che non ha né la dignità né la fierezza dei leoncini, si avvicinava ai colleghi durante le assemblee per far presente che i Ceccuzzi e Bezzini si stanno dando da fare; che sono vicini ai lavoratori, che cercheranno di intervenire sulla banca per migliorare la situazione a vantaggio dei lavoratori. Capite!?! Quelli che hanno creato il deserto oggi si muovono, in previsione della prossima campagna elettorale, per imbonire e promettere ai dipendenti chissà quale futuro. E l’azienda, il Monte è complice di questa strategia politica? Ma Franchino non si ferma qui! Nel suo rabbioso attivismo sta facendo la stessa cosa con quei disgraziati che hanno perso o stanno per perdere il lavoro in città. Ha aperto un ambulatorio alla galleria Odeon dove riceve i disgraziati frutto delle sue politiche e di quelle del PD e promette, promette e ancora promette. Senza raccontare la verità dei fatti, la reale drammatica situazione. Speriamo che il Commissario non sia compiacente! So con certezza e avendo frequentato ultimamente Siena che sta facendo pubblicità a Ceccuzzi perché questi sono i sistemi, i soli purtroppo, che conosce il PD e buona parte dei senesi. Lo so! Ma so anche con chiarezza che se non cambia questo modo di fare la città è condannata più di quanto può apparire. Ci vuole una vera discontinuità altro che quella del rabbioso Ceccuzzi. A proposito! Ma l’opposizione? Se c’è, speriamo batta un colpo! Ci dica qualcosa di alternativo! Ci dia della speranza!

T.O.

Ci corre l’obbligo morale di rompere il silenzio. Invitiamo alla lettura i magistrati senesi (ricordando loro che la cricca universitaria imperversa), i dipendenti pubblici e privati di Siena, tutti i cittadini e anche il Montesquieu di Pontedera (Enrico Rossi). Poi il bove ritorna nella stalla.

La lettura di questo articolo chiarisce una volta per tutte il groviglio bituminoso. Invitiamo alla lettura tutti quanti e che ognuno, in coscienza, faccia le proprie valutazioni. Dopodiché riportiamo il bove nella stalla.

Amato: la cena col banchiere e De Luca

Del Mese rivela: «Propiziai l’incontro col presidente del Montepaschi. Quella sera dal cavaliere c’era anche il sindaco»

E’ una cena di “stampo familiare”, ma che vede tra i commensali importanti personalità. Siamo sulla terrazza della villa del cavaliere Giuseppe Amato, affacciata sullo splendido scenario della Costiera amalfitana, in una magnifica serata di fine estate del 2006. Oltre al cavaliere, vi sono Antonio e Peppino jr Amato, le rispettive consorti; ma anche Giuseppe Mussari, presidente del Monte dei Paschi di Siena, l’allora deputato Pd e futuro sindaco di Siena Franco Ceccuzzi e il primo cittadino di Salerno Vincenzo De Luca. A raccontare l’episodio è l’ex parlamentare Paolo Del Mese, interrogato giovedì scorso dal pm Vincenzo Senatore negli uffici della guardia di finanza, nell’ambito delle indagini sul crac del pastificio “Antonio Amato”.

E’ stato lui, spiega al magistrato l’ex presidente della commissione Finanza alla Camera, a organizzare quell’incontro per presentare al cavaliere Amato il presidente del Mps. Un’occasione di reciproca conoscenza, per far conoscere all’istituto di credito sia un’azienda di prestigio del territorio, ma soprattutto (nell’ottica di un finanziamento) l’iniziativa che si apprestava a realizzare nell’area dell’ex pastificio della zona orientale con l’«Amato Re». Del Mese dichiara ai magistrati di aver organizzato la cena su richiesta del cavaliere, ma nega di aver partecipato ad altri incontri con Mps, soprattutto quelli tenutisi a Roma e riferiti agli investigatori proprio dagli Amato.

La presenza di De Luca era stata voluta, da quanto spiega Paolo Del Mese, dallo stesso cavaliere. Si trattava, in ogni caso, ribadisce al pm, di un incontro conviviale e la presenza del primo cittadino era legata – a suo avviso – proprio all’importanza dell’iniziativa imprenditoriale, e di sviluppo per la stessa città di Salerno, e per la quale era comunque necessario il rilascio di licenze edilizie da parte dell’ente.

La linea difensiva di Del Mese (finito agli arresti domiciliari nell’ambito dell’indagine sulla bancarotta del pastificio e ora assistito dall’avvocato Guglielmo Scarlato) è chiara: dimostrare ai giudici che non fu lui a gestire “la regia” né delle operazioni di finanziamento per l’ex pastificio, né tantomeno per le nomine all’interno dell’Amato o gli altri incarichi. Lui, sostiene, non contava nulla. Il vero personaggio di spicco era il cavaliere (tant’è che Del Mese consegna ai magistrati una lettera di raccomandazione che questi scrive in tono confidenziale a Silvio Berlusconi per fargli ottenere un incarico dopo le elezioni del 2008). Riferisce poi di non aver più rapporti con suo nipote Mario Del Mese (anche lui agli arresti).

Tra le cose che proprio non gli sono piaciute il fatto che nella campagna elettorale del 2010 per le regionali, Mario ha fatto campagna elettorale per il sindaco De Luca e non per lui, che pure era candidato.

E ora il bove si ferma. E noi ci mettiamo sulla riva ad osservare

Noi ci sentiamo dei manovali della terra, più muratori che ingegneri, e non ci fregiamo di lauree in comunicazione raccattate nel covo dei geni di Via Roma 56 o di lauree conseguite allo IULM, e non ci preoccupiamo nemmeno di dichiarare con umiltà gli errori commessi. In questi due anni siamo stati i condottieri del bove. E ora il bove si ferma e con la consapevolezza di aver seminato “il giusto” e nel giusto ci mettiamo sulla riva ad osservare il corso degli eventi. Ad osservare senza sudare e sorseggiando acqua di sorgente. La redazione di Fratello Illuminato e tutta la rete di collaboratori, sostenitori e amici italiani ed europei hanno deciso di fermare il lavoro di comunicazione sociale e di divulgazione documentata di fatti e vicende d’interesse collettivo. In questi due anni abbiamo aperto un’autostrada verso il possibile cambiamento, smontando pezzo per pezzo quel groviglio vergognoso e distruttivo, senza ambizioni dirette e senza pretendere riconoscimenti. E probabilmente con l’inizio del periodo della caduta delle foglie la semina produrrà il raccolto desiderato. Purtroppo i tempi giusti, almeno ritenuti tali da noi, per i raccolti, non corrispondono ai tempi degli altri e quindi il nostro lavoro e il nostro “culo” non sono più a disposizione. Di fronte alla palude e alla crisi, in molti hanno pensato bene di fregarsene dei veri problemi e invece di raccogliere gli innumerevoli consigli, spunti e assists che questo blog ha lanciato, si sono preoccupati di coltivare il proprio orticello e di ricominciare con i soliti giochini che come nel passato non sortiranno niente di nuovo e di vincente. Con un sistema fallito, sia in termini politici sia in termini economici, ci saremmo aspettati una reazione preoccupata e al tempo stesso responsabile. Niente di niente. Siamo in presenza di un’omologazione alla rassegnazione e alla conservazione della politica al ribasso senza eccezione alcuna, con la speranza che il tutto si rigeneri per ripartire come se niente fosse successo. Consentiteci di dire che stavolta non è come nel passato: il punto del non ritorno è alle porte e anche se qualcuno decidesse di svegliarsi, nulla sarà più come prima. Solo i cretini e quelli in cattiva fede continueranno a sostenere il contrario e che l’asino vola. E ora il bove si ferma. Vi consigliamo la lettura dei numerosi comment (che per la quantità hanno sorpreso anche noi) sotto l’articolo che linkiamo http://shamael.noblogs.org/?p=5472

Vi lasciamo tre fotografie che rappresentano al meglio il sistema che fino ad oggi regnava a Siena e dalle foto risulta con chiarezza il perchè dei silenzi e i perchè di tante commistioni. E anche di tanti rallentamenti e di blocchi per portare alla luce i responsabili del dissesto della città.

Due parole con Domenico Mastrangelo, assurto troppo tardi all’onore delle cronache, dopo anni di soprusi ricevuti nonostante le sue capacità e competenze dimostrate e dimostrabili. Ancora un esempio di “castismo”, disorganizzazione, incompetenza e menefreghismo

La redazione di Fratello Illuminato è lieta di poter interloquire con il Dottor Domenico Mastrangelo, a quanto ci è dato di capire dal suo curriculum, un ricercatore di eccezionale bravura e competenza, autore di decine e decine di pubblicazioni, in possesso di quattro specializzazioni e che è, di fatto, uno dei massimi specialisti al mondo di retinoblastoma, un tumore all’occhio che insorge in età infantile. In sintesi il Dottor Mastrangelo, attualmente personale tecnico-amministrativo presso l’Università di Siena, è stato tempo fa licenziato dall’Azienda Ospedaliera (con la quale era in convenzione) ed ha perso una significativa parte del suo stipendio. Sul blog del Prof. Grasso http://ilsensodellamisura.com si può trovare una ricchissima serie di interventi di Mastrangelo che spiegano a più riprese la sua storia. Alla redazione di Fratello Illuminato interessa moltissimo un aspetto poco noto della vicenda: la reazione dell’Università e della sua Amministrazione a questa situazione di gravissima lesione dei diritti di un ricercatore. Siccome, poi, dal 2010 si sono insediati un rettore e un direttore amministrativo che non fanno che sproloquiare, a parer nostro, di “rilancio”, “risanamento” e altre magniloquenti espressioni, siamo a chiedere a Mastrangelo nel SUO caso come si sono comportati quelli che noi (noi, non Mastrangelo) definiamo senza mezzi termini due incompetenti e millantatori.

1) Mastrangelo, rispetto alla sua presenza nell’organico dell’Ateneo, presenza evidentemente prestigiosa da un punto di vista scientifico e, presumiamo, anche eventualmente didattico, come si sono rapportati Riccaboni e Fabbro?

Ho trovato una certa disponibilità … a parlare! Ma la mia situazione non è cambiata in nulla. Come ho più volte indicato anche nel blog del Prof. Grasso, per il nostro Ateneo io sono un tecnico di livello D3 dal 2003 ed è da quell’anno che la mia “carriera” è “congelata”. Ho testimoni che possono confermare (anche se oggi non credo di potermi fidare più di nessuno!) che già nel 1996 il prof. Frezzotti, che mi aveva fortemente voluto nel suo dipartimento, affermava: “Mastrangelo ha un curriculum da professore associato …” … nel 1996 avrei dovuto essere professore associato ed oggi, ancorché mai diventato neanche ricercatore, mi ritrovo con lo stipendio dimezzato grazie alle “delibere” dell’azienda ospedaliera che mi ha dato il benservito affermando di non avere una collocazione da darmi, al suo interno! … Se poi pensate che io sono considerato un esperto di valore internazionale nell’ambito del retinoblastoma e che  nell’azienda ospedaliera senese opera un centro di riferimento nazionale sul retinoblastoma, potete ben comprendere la gravità delle affermazioni (tutte scritte e firmate) dell’azienda ospedaliera senese! Mi risulta che ci sia stato un tentativo del Rettore sul direttore generale dell’azienda ospedaliera, ma con un nulla di fatto. Non ho, al contrario, notizia di azioni svolte, in questo senso dalla DA. Ho anche proposto che fosse solo l’università a farsi carico del mio inquadramento professionale, abbandonando così, definitivamente, l’idea della “convenzione” con l’azienda ospedaliera; ma sembra che non ci siano né spazi adatti né meccanismi idonei a “ricollocare” uno come me!

2) Ha notato dei cambiamenti rilevanti di atteggiamento rispetto al rettorato Tosi (col quale sappiamo ha avuto diverse problematiche)?

Purtroppo non mi pare che sia cambiato assolutamente nulla: livello D3 ero e livello D3 sono rimasto anche se, per onestà, devo dire che un colloquio con il rettore Riccaboni l’ho avuto; lui mi ha chiesto di illustrargli tutte le problematiche e io l’ho fatto; ma non c’è stato nessun cambiamento. La mia posizione è rimasta la stessa, con l’aggravante che, dopo lo “sconvenzionamento” (ossia il licenziamento da parte dell’azienda ospedaliera senese), mi ritrovo, oggi con uno stipendio di 1200 Euro al mese e prospettive non certo esaltanti, dal punto di vista umano, professionale, di carriera e, soprattutto, pensionistico!

3) E rispetto al rettorato Focardi?

No! Non ho notato cambiamenti

4) Lei è in grado di produrre a questa redazione una documentazione di questa incresciosa situazione? Sa noi siamo abituati a basarci sui documenti e siamo anche disposti, a patto che possa essere pubblicata, a dare diffusione alle carte (sinteticamente per ragioni di linea editoriale).

Io credo che la documentazione più significativa sia rappresentata dal mio curriculum vitae (che vi posso fornire in qualsiasi momento) e dal mio stato di servizio, un documento abbastanza facile da ottenere presso l’amministrazione di Ateneo. Dico questo perché il mio CV dimostra (con tutti i documenti allegati) non solo che io sono medico chirurgo, con laurea conseguita presso l’Università di Chieti il 26 Ottobre del 1979, ma che sono anche specialista in ematologia, oncologia, farmacologia clinica, oftalmologia, diplomato omeopata, con competenze specifiche nei settori dell’epidemiologia, della genetica, della biologia molecolare, che ho oltre 100 pubblicazioni al mio attivo, che ho scritto libri e capitoli di libri in lingua italiana ed inglese, ecc. ecc. A fronte di tutto questo, il mio stato di servizio presso l’ateneo senese dimostra che io sono (lo ripeto) un tecnico di livello D3 dal 2003 e che percepisco uno stipendio mensile netto di circa 1200 Euro al mese! Credo che questo sia già più che sufficiente a dimostrare che nell’ateneo senese qualcosa non funziona, specialmente quando nello Statuto, recentemente approvato, si legge: “L’Università,  con  la  partecipazione  attiva  e  responsabile  di  tutte  le  componenti  della  sua Comunità, organizza e promuove la ricerca scientifica sulla base del criterio della qualità e della valorizzazione delle capacità individuali e collettive”. Dopo quanto detto, dubito seriamente che la mia situazione rifletta il rispetto del “criterio della qualità e della valorizzazione della capacità individuali …”. Voi che ne dite? E comunque, se avete bisogno di altra documentazione, potete rivolgervi allo studio legale che mi assiste. Li conservano gelosamente tutto … in preparazione, oso sperare, di una “controffensiva” giudiziaria che riporti tutti al rispetto della Legge, per troppo tempo ignorata, quando non letteralmente violata, nel mio caso specifico e il sottoscritto a ricevere un congruo risarcimento per i danni morali e materiali, personali e professionali subìti!

5) All’Università pare che abbiate un supermanager, seppur condannato dalla Corte dei Conti dell’Emilia Romagna. Dall’alto delle sue competenze e delle sue capacità (tutte rigorosamente certificate) le sembra che l’organizzazione del lavoro sia corrispondente alla valorizzazione del merito e delle competenze?

Ovviamente, quanto ho detto a voi ho fatto puntualmente notare anche all’attuale direttore amministrativo; ma il risultato di queste mie azioni di “sensibilizzazione” è di fronte agli occhi di tutti e non può essere né frainteso, né interpretato: nulla è cambiato … NULLA! … se non, caso mai in peggio. Un episodio recente e significativo? Il 23 Maggio scorso, una mail della DA “invitava” tutti i tecnici amministrativi a partecipare (il 29 Maggio) alla “rilevazione dei compiti presso la struttura di afferenza” ossia tutti i tecnici DOVEVANO (formalmente era un invito, ma in sostanza, la partecipazione era OBBLIGATORIA!) recarsi a compilare un questionario (informatizzato) piuttosto impegnativo il cui scopo doveva essere quello di “capire chi fa cosa”, ossia quali sono, di fatto, le mansioni svolte da ciascuno. Lì per lì mi sono molto meravigliato perché ho sempre pensato che il datore di lavoro debba conoscere alla perfezione le mansioni che ciascun dipendente svolge, pena la più totale anarchia organizzativa e gestionale! Ma ho dovuto ricredermi. Il questionario chiedeva cose (tipo quante ore del giorno passa a fare fotocopie!!!) che sono del tutto irrilevanti (quando non del tutto avulse dal contesto) rispetto alle mie competenze e qualifiche professionali; eppure era obbligatorio compilarlo. Per giunta, io che mi trovavo nell’impossibilità di partecipare, nella data stabilita, sono stato pesantemente richiamato ad “assumermi le mie responsabilità” perché l’amministrazione non poteva “riservare trattamenti di favore” ad alcuno! Poi si è scoperto che era stata stabilita una seconda data e, alla fine, era addirittura divenuto possibile compilare il questionario da casa (come sembrava più logico e comprensibile). Tutto questo mi lascia, ovviamente molto perplesso sia sull’organizzazione del lavoro all’interno del nostro Ateneo, sia sulla capacità di chi lo amministra, di riconoscere e premiare adeguatamente il merito e le competenze.

6) Noi riteniamo che non si sia fatto ancora niente (a quattro anni di distanza) per cercare di recuperare qualcosa da questo disastro. Lei che opinione ha a questo proposito?

Il nostro Ateneo si è dato uno Statuto ed è stata una esigenza molto sentita quella di rinnovarne i contenuti. Immagino che uno Statuto sia un insieme di norme che una comunità si dà per regolare la convivenza degli appartenenti alla comunità stessa e, in tal modo, garantirsi il corretto svolgimento delle funzioni alle quali essa è destinata. Se lo Statuto non viene rispettato, allora vengono meno le norme e se vengono meno le norme, ognuno è padrone di fare come crede; e immagino che lo stesso rettore sia assolutamente consapevole di questo. Infatti, se non ho interpretato male il senso del suo discorso, quando ci siamo incontrati, ho compreso che la mia situazione non poteva essere sanata proprio perché, nelle precedenti gestioni, ognuno aveva “fatto il proprio comodo” senza doverne rispondere a nessuno. Io, poi, che sono abbastanza smaliziato, credo che ci sia SEMPRE qualcuno che riesce a fare “i propri comodi” anche in tempi di “austerità”, quali dovrebbero essere quelli che viviamo oggi! Se associo queste considerazioni con il fatto che una situazione grave come la mia non è stata ancora sanata, non ho bisogno di molto altro per concludere che, almeno dal mio osservatorio, nulla di veramente importante sia stato fatto, fino ad ora, per un vero risanamento.

7) Non crede che dalla sua vicenda, come da quella complessiva che ha visto la quasi totale distruzione dell’Ateneo, si debba trarre la conclusione che se non si passa da un risanamento prima di tutto morale ed etico (da ottenersi, supponiamo, solo in via giudiziaria) dell’Ateneo, non si vada da nessuna parte?

Questo è quanto io ho sempre affermato  e sostenuto con forza, soprattutto nelle pagine del blog del Prof. Grasso. Il risanamento non è mai solo economico; sarebbe un po’ come se una banca, fallita per effetto della disonestà o incapacità dei suoi impiegati o dirigenti, volesse ripianare il suo bilancio agendo soltanto sui conti! Se chi ha rubato continua a rubare, chi si è comportato da disonesto continua a fare il disonesto, chi ha amministrato male continua ad amministrare male, non c’è risanamento economico che tenga: bisogna prima “fare pulizia in casa” e poi pensare al bilancio. Quanto alla Giustizia, questa è la sola strada anche se la mia esperienza personale (da oltre dieci anni vago per procure e tribunali, spesso con risultati molto deludenti!) mi dice che si tratta di una strada lunga e tortuosa!

8) Le concediamo tutto lo spazio che vuole in calce per trarre ulteriori riflessioni e/o conclusioni in merito alla sua vicenda. Sa a noi piace dare la voce a chi di solito viene negata. A maggior ragione se parliamo con una persona come lei.

Da medico,  sono abituato a diagnosticare una malattia sulla base dei sintomi e dei segni con i quali essa si presenta e i sintomi (ossia ciò che il paziente riferisce) sono, insieme ai segni (ciò che il medico può vedere e rilevare, mediante la visita), l’unico mezzo per fare diagnosi. Il mio inquadramento professionale, all’interno dell’Ateneo senese, non può derivare né da sviste, né da malintesi e se non c’è (come oso sperare) dolo da parte di nessuno, nel voler perpetuare una situazione insostenibile e intollerabile, il fatto che un professionista con la mia esperienza ed i miei titoli, venga così sottopagato e sottovalutato, deve pur significare qualcosa! Secondo me, significa che in questo Ateneo le cose non vanno come dovrebbero e senz’altro indica, in maniera inequivocabile, che il tanto sbandierato “merito” è una pura e semplice chimera! Né, d’altra parte, le cose vanno meglio per quanto riguarda la sanità. Lo “sconvenzionamento” con riduzione del 50% del mio stipendio è fondato su null’altro che la ferma volontà di tenermi lontano dall’istituzione sanitaria A DISPETTO dei miei titoli che dovrebbero obbligare moralmente qualsiasi dirigente o amministratore ad includermi (senza esitazioni e con urgenza, sarei per dire!) nel “team” del centro di riferimento regionale per il retinoblastoma; ma neanche questo avviene e anche questo deve, necessariamente, significare qualcosa. Che la sanità nazionale sia malata, lo sappiamo tutti molto bene; basta leggere le cronache giornalistiche sulla malasanità! Sbagliare è certo umano, ma perseverare nell’errore di promuovere a far progredire solo chi ha tessere di partito o interessi personali da coltivare, lasciando fuori chi ha competenze e capacità da vendere è, secondo me, un crimine da perseguire sistematicamente e con fermezza perché i suoi effetti si ripercuotono tutti e soltanto sulla povera gente che ha bisogno di cure.

Quando l’illegalità è tollerata dalle istituzioni e dalle autorità. Il caso emblematico dell’università di Siena

L’abusivo e dissestatore Criccaboni aiutato da una cricca bipartisan ricomincia con le buffonate, le fotografie a effetto, le firme di accordi che non modificano di una virgola la corsa verso il baratro dell’ateneo. Si scrive Criccaboni si legge Tosi: medesimo modus operandi, tanta scena e nel concreto dissesto galoppante.

 La magistratura senese evidentemente ha deciso di tollerare questa situazione e purtroppo il rischio, anzi la certezza, della prescrizione per molti reati relativi al dissesto è palese. Così come risulta vergognoso il fatto di non aver messo sotto inchiesta per il dissesto uno dei principali protagonisti di quel periodo: Angelo Riccaboni. Hanno fatto alla svelta a dimenticarsi dei ruoli da lui ricoperti negli anni di Tosi (nucleo di valutazione, delegato ad Arezzo, Cresco) e di Focardi (Cresco, preside di economia). Tutto a posto. E Astrea? Sempre tutto a posto.

La magistratura senese ha deciso così e non possiamo che prenderne atto. Forse, e sottolineiamo forse, per la decenza civile e per il decoro delle istituzioni, le procure di altre città potrebbero intervenire. Sembra impossibile che lo Stato si dimentichi così di centinaia di cittadini sottoposti a vessazioni di ogni genere, stipendiali, lavorative, in definitiva sociali.

 La politica è sparita dalle cronache dell’ateneo: tutti se ne fregano e in diversi sono collusi con la cricca universitaria. Altri hanno millantato iniziative e all’infuori che approfittare del lavoro di questo blog e di quello del Prof. Giovanni Grasso (http://www.ilsensodellamisura.com) non hanno fatto un bel niente.

 I giornali sulla vicenda universitaria senese sono quasi tutti allineati alla cricca e solidali con l’abusivo Criccaboni: dal Cittadino Online (il Bisi è meno fazioso, anzi a volte evita di fornire sul giornale spazio al Criccaboni), la Repubblica di Firenze con il suo caporedattore amico del Criccaboni, così come il Corriere Fiorentino, così come Il Fatto Quotidiano di Travaglio (stranamente non tocca mai con le sue inchieste la cricca universitaria italiana).

Purtroppo, nemmeno si abitasse a Corleone anni ’80, anche diversi cittadini interessati dal problema e affamati nello stipendio dalla cricca, non prendono posizione, si nascondono e ubbidiscono alla cricca (la schiena dritta e la dignità forse non sono adatte al mondo della cultura universitaria). Eppure è di qualche giorno fa la conferma da parte del criccaministro Profumo che l’FFO è stato tagliato di 400 milioni. Eppure è ormai noto a tutti che i palazzi non vengono venduti e che i mutui non vengono rimodulati. Dove pensano di trovarli i quattrini per andare avanti?

All’Ateneo senese l’illegalità è tollerata. Preferiscono affondare che reagire alla cricca. Ovviamente il silenzio e l’indifferenza della magistratura senese contribuisce al disinteresse civile delle persone.

Ci ride anche Obama: “dopo le barzellette di Ceccuzzi, questo ragazzo mi fa ridere piu’ di Zelig”. Anche da giovani i dirigenti ceccuzziani del PD continuano a prendere in giro i cittadini. Dal conte Mascetti al nobile Guicciardini

Il Presidente Obama in un momento di grasse risate ascoltando il discorso agli stiglianesi da parte del ceccuzziano Guicciardini.

  http://www.youtube.com/watch?v=irfBc_1xA2A&feature=related