Un consiglio a tutti i lettori

Quando arrivate alla sera e magari non avete avuto ancora il tempo di acquistare i giornali la redazione di Fratello Illuminato vi consiglia caldamente un’edicola per compiere questa operazione. Prendete la Siena-Bettolle e all’uscita per Casetta prendete a destra e continuate per circa trecento metri. Vi troverete in un parcheggio con edicola annessa. E se avete fortuna, ma bisogna andarci spesso, potrete ritrovarvi in summit di altissimo livello accademico nel quale si prendono decisioni di alto profilo che, a dir la verità, non è chiaro perché debbano essere prese in un parcheggio di novembre/dicembre alle 18.30, presumibilmente in macchina, proprio come una coppietta di amanti, nel caso specifico omosessuali, invece che al caldo negli appositi uffici messi a disposizione di cotanti scienziati con tanto di segretarie che portano il caffé. Tuttavia evidentemente i due soggetti, soprattutto uno che per queste faccenduole ha avuto ed avrà ancora problemi con la giustizia, hanno reputato “poco opportuno a causa di eventuali strumentalizzazioni” incontrarsi negli uffici ed hanno preferito la clandestinità. Peccato che queste strumentalizzazioni non abbiano impedito di fare una marea di telefonate la notte tra il 20 e il 21 luglio 2010 a tutti i pretoriani possibili ed immaginabili per dirottare voti sul secondo soggetto.
Se dovete poprio commentare con un’espressione mutuata dai fumetti non fate “GULP”, ma fate “GUP” …

* Nella foto un’istantanea del luogo consigliato.

Una nuova categoria erotica: Vieni che facciamo un blitz …

Da Roma Caput Mundi a Roma Coito Mundi. Un intermezzo di costume aspettando “il secondo promemoria molto molto esplosivo”, anche per alleggerire la tensione dei lettori, è meritevole di pubblicazione. La premessa è d’obbligo: noi siamo favorevolissimi a questi blitz. Vi raccontiamo questa storia di alta tensione erotica non per denunciare l’aspetto scandalistico, ma solo per evidenziare il tratto divertente e la novità linguistica dei copulatori protagonisti del blitz in questione. Da sempre abituati a “vieni che si tromba” o “facciamo una sveltina” o straziami di morsi straziami” o “adesso spogliamoci” o, ancora, “il bimbo dorme, levati le mutande”, una nuova categoria della copulazione entra prepotentemente nel linguaggio erotico (vogliamo i diritti d’autore!!). “Vieni che facciamo un blitz”: il protagonista maschile della storia per rimarcare il profilo accademico del linguaggio non poteva abbassarsi a una spontanea “facciamo una sveltina”. Ammettiamolo, la storia (reale) è buffa: i protagonisti anche se non giovanissimi sono dei simpaticoni. Veniamo alla storia. Anzi, facciamo una precisazione. Se per caso al regista Tinto Brass o ad altri del genere erotico, gli dovesse venire in mente di fare un film con la nostra storia, almeno una citazione nei titoli di coda non ci dispiacerebbe. Ritorniamo alla storia.

Il blitz si consuma (o almeno ipotizziamo che si sia consumato) a Roma (da non confondere con la famosa Via Roma, perché non c’entra niente o meglio non direttamente). Tutte le strade portano a Roma, anche se un blitz non ci starebbe male a Verona, etc. etc.

I protagonisti sono (utilizziamo dei nomi inventati naturalmente) Cricchetto (protagonista maschile), Antilopa (protagonista femminile).

L’apoteosi del blitz

Cricchetto:  Ciao Antilopa sono a Roma: facciamo un blitz di un paio d’ore?

Antilopa: Non sono ancora rientrata, sono in coda sull’autostrada, però appena arrivo blitzziamo alla grande. Oh yeah…

Cricchetto: mmmm, ti aspetto. In attesa mi guardo alcune proiezioni interessanti. A dopo e fai presto.

Antilopa: non vedo l’ora. A dopo.

Da un celebre film ecco una scena che rende chiara l’idea del blitz (guardatelo con attenzione!!)

http://www.youtube.com/watch?v=ZZItkD9d1U0

Inizia la serie dei promemoria per la Magistratura. Primo promemoria

Piena fiducia e massimo rispetto per la Magistratura. Per la magistratura italiana, senza specificare come spesso e volentieri affermano i vari indagati o affini: “Piena fiducia nella magistratura senese”. La magistratura è una sola: quella dello Stato italiano. E non è un rilievo di forma, ma una puntualizzazione di sostanza.

E a questo proposito andiamo ad analizzare un po’ la situazione. Ancora oggi l‘AOUS e la Facoltà di Medicina vedono diverse tribù in lotta tra loro. Da molti anni ormai hanno prevalso le tribù dei Ber-lhin-guhe-rian e dei Tho-si-han, coadiuvati da un gruppetto di guerrieri chiamati Sempl-ihci-han. Oggi, nonostante che i loro capi e molti dei loro vice siano o fuori dalle balle o addirittura sotto meritatissimo processo, una tribù figlia e debitrice di costoro sta cercando di ristabilire il comando: quella dei Riccha-bo-ni-han. Un esempio? C’è da sostituire un membro, appartenente alla tribù dei Tho-si-han nel CdA dell’Università e una tribù nemica, quella dei Vi-ci-ni-han, provava a schiaffarci una dei propri membri. Ma ecco che il capo dei Riccha-bo-ni-han, il grande capo Cri-ccha-bon, con l’aiuto di due sottocapi, Fede-ri-coh e Ra-nucc-hio Nu-ti, hanno manovrato in modo che il prescelto (la cosa purtroppo è stata rimandata per avverse condizioni metereologiche) sia l’ennesimo pupazzo che dice sì a qualsiasi porcheria. Tutto questo prefigura naturalmente una serie di illegittimità, se non addirittura illegalità visto che poi il CdA decide a maggioranza (con rarissimi casi di onestà e legalità) qualsiasi porcheria che non fa che aumentare il dissesto universitario. Il secondo fine è quello di far fuori e ridurre all’impossibilità di resistere tutti i docenti vicini a Ceccuzzi (vedi per es. Alessandro Rossi) o a Monaci (vedi per esempio il chiaro fine di detronizzare dal DAI il monaciano Daniello), nonché tutti i simpatizzanti di Fratello Illuminato.
Con oggi, quindi, chiudiamo la pubblicazione della “Summa degli orrori del dissesto universitario” e avviamo quella dei “Promemoria per la Magistratura”. Siamo a mettere in evidenza che corre l’anno 2012 e ancora la cricca dei dissestatori e affini si trova “al solito posto” e dentro la martoriata università senese e i due geni Riccaboni e Fabbro sono gli esecutori del medesimo gruppo tosiano. Ecco quello che sta facendo il Criccaboni: con la complicità e i silenzi della cricca ministeriale (a proposito, ci risulta che si stato presentato un esposto per omissione di atti d’ufficio nei confronti del Ministro per il mancato annullamento del decreto di nomina del Riccaboni!!!) oltre alle varie manovre di sostegno dei frequentatori del “groviglio armonioso”(di questo parleremo a breve, con qualche rivelazione importante) e agevolato dai traccheggiamenti vergognosi di alcuni uffici, il Riccaboni tenta di sopravvivere, piazzando i suoi fedelissimi nelle varie poltrone e quando non sarà più rettore i successori si ritroveranno padroni di un nuovo dissesto. Così come ha fatto il Tosi. I rappresentanti dello Stato e quelli delle istituzioni locali intendono far finta di niente o per il bene comune agiranno alla svelta per chiudere definitivamente qyesta brutta pagina universitaria senese? Oppure pensano di “resistere” o peggio ancora farsi intrappolare nel “muoia Sansone con tutti i filistei”? Al Riccaboni e al cantore del groviglio Stefano Bisi interessa la sopravvivenza della cricca universitaria e del groviglio, non il bene supremo della città e delle istituzioni. E infatti il Riccaboni si è precipitato ad omaggiare il suo giornalista amico, raccontando attraverso un bel video di autoesaltazione diffuso sul web dal giornale online Siena News, le solite novelle. Naturalmente l’intervistatore si è guardato bene dal fargli domande imbarazzanti. Nei prossimi giorni vi spiegheremo anche il motivo della non sospensione, da parte di Riccaboni, dalla docenza universitaria di un docente di medicina di Siena sotto processo (magnificato dalle fotine sul giornale del Bisi, che si è stranamente dimenticato di dire che il docente è sotto processo). E a proposito di docenze universitarie e di processi vi segnaliamo la “la condanna a due anni emessa dal tribunale di Firenze (sempre magistratura italiana) nei confronti del docente universitario fiorentino Torello Lotti. La condanna è stata emessa venerdi 3 febbraio 2012 e il dermatologo Torello Lotti è stato condannato “per istigazione alla corruzione e per peculato”. Ricordiamo inoltre che l’Università di Firenze si era costituita parte civile nel processo contro il docente Torello Lotti. Altra storia, altra università e soprattutto a Firenze non hanno i cantori del “groviglio armonioso”.
Nei prossimi giorni ci occuperemo molto della facoltà di medicina, senza tralasciare niente. Per dirla in gergo: inizia l’assalto alla cricca che imperversa dentro quella facoltà e ci occuperemo anche di “chimica in famiglia”. Minacciate, presentate querele contro il nostro blog, tanto la faccia tosta di negare l’evidenza non vi manca e l’unica risorsa che vi è rimasta è quella di tentare di bloccare l’informazione e sperare che tutto si “abbui” magari con la complicità di qualche “nana istituzionale”. Nel frattempo informiamo tutti che a noi risulta che diversi cittadini che si sono stancati di queste crricche e grovigli vari hanno inviato lettere e segnalazioni dettagliate a diversi “uffici romani”. Del resto anche i maggiori organi d’informazione seguono la vicenda universitaria senese e non faranno calare nessun sipario sulla libera informazione. Concludiamo rivolgendo tanti auguri di buon lavoro al Ministro dell’Interno Cancellieri (e ne deve fare molto per convincerci visti i suoi trascorsi) che prontamente ha sciolto il comune di Ventimiglia per via delle infiltrazioni mafiose. Dimostrando il rigore dello Stato contro la criminalità e contro le cricche. Forse qualcuno ha già scritto al Ministro dell’Interno per segnalare anche altre cricche che hanno operato per far firmare il decreto di nomina di Riccaboni. Corre l’anno 2012 e i cittadini onesti attendono i processi: basta con i dissestatori di ateneo e i rettori abusivi.

Il presente intervento come gli altri a seguire sono indirizzati in forma di lettera aperta: AL MINISTRO DELL’INTERNO e ALLA DIREZIONE DISTRETTUALE ANTIMAFIA DI FIRENZE.

Editoriale del Professor Paco Pachese. L’economista Giulio “Guido” Carli contro il resto del mondo?

In  “Memorie del sottosuolo” Fëdor Michailovič Dostoevskij ci racconta l’episodio del protagonista che di fronte all’umiliazione subìta da un ufficiale, decide di sfidarlo e di getto decide di inviargli una lettera per invitarlo al duello. L’idea del duello viene subito abbandonata dal protagonista e opta  di scontrarsi battendo la propria spalla contro quella dell’ufficiale sulla Prospettiva Nevskij, dove spesso lo incontrava. “La sua azione meschina gli dà soddisfazione per pochi giorni, perché immediatamente subentrano in lui dubbi e sensi di colpa.”

Nelle “memorie della rassegna stampa” di questi ultimi venti giorni di politica senese, mi sono perso nella lettura dei vari comunicati e interventi dei politici senesi e fatte le dovute proporzioni la memoria mi ha ricondotto al libro di Dostoevskij. Anche in questo caso l’umiliazione merita una risposta forte e decisa. Ed ecco che tra tutte le paginate emerge l’anatema dell’economista Giulio “Guido” Carli. In pieno slancio da fine economista annuncia la resistenza dura e senza quartiere “contro gli attacchi esterni ed interni alla banca, alla fondazione e alla città”. Impressionato dalla durezza delle parole carliane ho cercato di individuare questi famosi nemici esterni e interni. E alla fine ho capito che non esistono nemici o soggetti ostili alla banca, alla fondazione e alla città di Siena. Ricordatevi “i dubbi e i sensi di colpa” di Dostoevskij.

Che cosa è successo , cosa sta succedendo e cosa potrebbe succedere? In tempi non molto lontani i fini economisti e gli arguti politici senesi si erano messi in testa di sbarcare nei salotti della finanza, quei salotti che contano. I fini e gli arguti erano andati in trasferta tutti insieme  e avevano costruito nuove relazioni politiche e finanziarie in modo da collocare la banca MPS nell’emisfero del grande mondo bancario. Lo stesso Caltagirone, come socio privato, è stato scelto dal PD senese e dai politici romani di riferimento; l’acquisto della banca Antonveneta è stato appoggiato ed elogiato dalla nomenklatura politica senese. Tutte le scelte fatte dalla Fondazione e dalla banca MPS hanno avuto il pieno sostegno della politica senese: dal PD di Ceccuzzi e dal PDL di Verdini. E’ stato lo stesso Gabriello Mancini che ha ammesso candidamente di aver “ricevuto ordini e che Comune e Provincia sapevano tutto”. Le cose non sono andate come previsto “dalle famose trasferte romane” e oggi a pagarne le conseguenze sono la fondazione, la banca e la città. E le critiche che giungono dai maggiori gruppi editoriali non sono rivolte alla città ma a quella classe dirigente che voleva sbarcare nei salotti della finanza e imporre il primato della politica locale sul sistema bancario nazionale e internazionale. Per uno strano scherzo del destino o per colpa della “sfiga” le critiche arrivano proprio dagli ambienti cosi tanto cercati e “sponsorizzati” negli ultimi anni. Quello che doveva esser fatto anni indietro “senza arroccamenti dannosi” viene imposto oggi dalla spietata legge dei mercati e dalla forza dei “capitali”. Per preservare il patrimonio della fondazione e per rendere la banca una “banca di sistema bancario”, così come hanno fatto le fondazioni delle altre maggiori banche, e per gestire senza forzature i cambiamenti, i fini e gli arguti dovevano predisporre un piano di diluizione della Fondazione senza puntare i piedi con “mai e poi mai sotto il 51%”. E ora che fate? Mandate avanti l’economista Giulio “Guido” Carli a duellare con i mercati, gli economisti europei e con i maggiori gruppi finanziari? Già, i famosi attacchi esterni. Forse sarà colpa del destino o della famosa “sfiga”, che a seguito delle dichiarazioni di ieri del fine economista Carli, oggi sono apparsi, l’articolo del settimanale L’Espresso, l’articolo di Giovanni Pons sulla Repubblica  e l’annuncio di Moody’s che ha messo sotto osservazione il rating di banca MPS. Non occorre essere dei fini economisti per comprendere che il silenzio della politica è fondamentale quando il gioco è irrimediabilmente in mano “ai capitali che pesano e alle spietate leggi dei mercati”. E ricordatevi, ma soprattutto ricordatelo ai vostri iscritti di partito (e con un po’ di umiltà dichiaratelo anche ai cittadini), che la banca si trova ad affrontare “i capitali che pesano” e “le spietate leggi dei mercati” non per colpa dei nemici esterni, ma per via delle scelte dei fini e arguti economisti e politici senesi.

Se al Pd senese e alla classe politica locale interessa il bene dei cittadini e della città (e non i privilegi di partito o di fazione) invece di continuare con l’arroccamento dannoso e con comunicati oltremodo dannosi per la stessa città e la banca, dovrebbero fermarsi con umiltà e analizzare i propri “dubbi” e socializzare in via definita i “sensi di colpa”. La vecchia frase in questo caso non è un luogo comune: “sbagliare è umano, perseverare è diabolico”. Le leggi dei mercati sono più diaboliche dell’economista Giulio “Guido” Carli, purtroppo. In conclusione, se mi è consentito, voglio inviare un consiglio costruttivo ai dipendenti della banca, dell’università, alle forze economiche e a tutti i cittadini: fate sentire la vostra voce e chiedete con decisione alla classe politica di fermarsi, per il bene della città, della banca e per il mantenimento dei livelli occupazionali. La situazione richiede maturità e capacità e non inutili arroccamenti.

Professore Paco Pachese (economista di Oxford)

Sarà capitato anche a voi / di avere un casino in famigliaaaaaa – Quarta parte

Le nostre previsioni si sono puntualmente avverate; non per nostra bravura, ma perché è facile prevedere il comportamento di dissestatori incapaci e arroganti, dediti solo a fare gli interessi personali e non quelli dell’istituzione che servono. E così Riccaboni ha fatto approvare dal Senato Accademico non solo i 16 dipartimenti regolari ma anche quello irregolare voluto dal Prof. Basosi e dai chimici del suo gruppo. Non importa che questo Dipartimento non abbia docenti sufficienti; non importa che abbia la stessa denominazione di un altro! Il rettore doveva accontentare quei chimici, che poi aiuteranno sua moglie a diventare ordinario. Non solo. Riccaboni aveva anche progettato di spostare una quindicina di docenti, contro la loro volontà, da un Dipartimento a quello sotto soglia di sua moglie. Dopo la nostra denuncia, non se l’è sentita di praticare quest’abuso e li ha collocati fra quelli che non hanno ancora aderito ad alcun progetto dipartimentale, augurandosi che accettino di rimpolpare il Dipartimento di sua moglie. E se non lo facessero spontaneamente, ci penserà lui! A questo punto, una domanda è doverosa. Perché tutto questo? Cosa c’è in gioco? Ebbene, la più grossa sciagura dell’ateneo senese e una delle cause del suo dissesto (dato l’esubero di docenti) sono i due corsi di laurea in Chimica, con 7 studenti l’uno e 11 l’altro. Un rettore che faccia l’interesse dell’ateneo, e non quelli personali e dei compagni di merenda, chiuderebbe immediatamente i due corsi di chimica. Non Riccaboni. Oggi, il Senato Accademico, approverà l’assegnazione della titolarità e contitolarità dei corsi di studio ai dipartimenti della banda del buco (da qui l’importanza di avere un dipartimento di riferimento anche per la moglie e il compagno di merende Basosi). Inoltre, l’ordine del giorno prevede anche l’approvazione del segretissimo progetto sulla riorganizzazione e razionalizzazione degli spazi, noto solo ai famelici dissestatori della banda del buco.

 

Riceviamo e pubblichiamo

Ci risiamo alle minacce, se c’è un’aspetto che contraddistingue i responsabili degli ex DS sono le minacce. Ve lo ricordate il Mussari quando voleva denunciare tutti? Sull’aumento di capitale, “Io sono qui, non so come vada il mercato, ma in italiano si chiama aggiotaggio e questa volta partono le denunce”, soltanto che poi è stato regolarmente fatto, l’aumento. Per non parlare del Ceccuzzi che ha esordito menando fendenti a destra e a sinistra: contro le voci sulla tratta, l’assegnazione dei cavalli. Minacce che hanno sempre una caratteristica, sono contro ignoti e sempre generiche. Per cui il primo che si sente indignato dalle intimidazioni, perché di questo si tratta e sente il bisogno di rispondere diventa l’indiziato principale. Basta! Con il metodo della calunnia e dell’intimidazione. Ci facciano i nomi e i cognomi di “coloro che in questo terribile frangente vedono una opportunita’ di rivalsa, lucrano politicamente sulle spalle di un’intera comunita’, e sono dediti al perenne trasversalismo e alla denigrazione politica, come pratica quotidiana, ledendo, prima di tutto, l’immagine di Siena e delle sue istituzioni”. Fuori i nomi e le prove, altrimenti stiano zitti! In più chi autorizza al PD di scrivere che loro sono la città? Meglio! Chi attacca i dirigenti del PD attacca Siena e chi attacca Siena attacca il PD. È proprio questo modo di intendere la politica che ha messo in difficoltà la città, questa voglia di essere tutto, di controllare tutto anche il dissenso. Gli interventi dei media di questi ultimi giorni, dopo una inutile intervista del Ceccuzzi, hanno dimostrato un’altra verità: le vittime sono i cittadini e Siena stessa. Tutto é controllato, tutto dipende dal potere, da un potere che non è stato capace, che ha gestito la cosa pubblica nell’esclusivo interesse di conservare se stesso. E chi sarebbero i nemici? Il Corriere della Sera, La Stampa, La Repubblica. Ci dicano chi? Costamagna, Zingales, Piana, Malagutti, La 7. Tutti contro Siena! E perché dovrebbero avercela con Siena? Per la sua autonomia, perché non risponde alle logiche milanesi o romane? Ci dite una volta per tutte dove nasce l’operazione Antonveneta, a Siena? Bona! L’autonomia si difende con la capacità non con l’ideologia. Oppure la colpevole è La Nazione che si è permessa di ricordare che l’authority ha punito Estra per le procedure adottate. O è La Nazione perchè ha messo la foto dell’amministratore delegato il dottor Alessandro Piazzi? Sara pure colpa di qualcuno se ci sono degli indagati e se questi sono prevalentemente di una parte politica, se ne prenda atto e si facciano gli atti conseguenti. Almeno avreste la possibilità di rispondere ai giornalisti che avete fatto “piazza pulita”. È vero! Dimenticavo: siamo garantisti! Ma a nessuno è venuto in mente che oltre al garantismo ci sono le dimissioni volontarie per il bene delle istituzioni e della città. E vi lamentate? Di cosa dovreste lamentarvi? Il comunicato del PD ha una sola spiegazione: un delirio di fronte a una sconfitta.

Lettera firmata

Editoriale di Cesare Mori. Basta con questa confusione di ruoli. Confondere il partito con la Città è l’ennesimo tentativo di arrampicamento sugli specchi da parte di Ceccuzzi & co. per venire meno alle proprie, enormi, mostruose responsabilità

Prima il Ceccuzzi, poi il PD (in rigoroso ordine di importanza) si ergono a difesa di Siena e dei Senesi contro questi volgari “foresti”, chiamati dalle “mele marce” interne, che vengono e denigrano. Immaginiamo che Ceccuzzi e il PD senese si riferiscano al boom di servizi su giornali e TV nazionali evidentemente non sdraiati di fronte a loro. Ma il Ceccuzzi dove l’ha vista la denigrazione dei Senesi e di Siena? Sia nel servizio di Sortino a LA7 sia nell’editoriale (anche video) di Aldo Cazzullo sul Corriere della Sera non c’è una parola denigratoria sulla Città e sui suoi abitanti, anzi ne vengono riconosciute le illimitate risorse artistiche e culturali, ancora ben presenti NONOSTANTE la pessima amministrazione. Le critiche sono tutte per – parole di Sortino – PCI-PDS-DS-PD e gli amministratori che questi partiti hanno espresso e che – sempre parole loro – hanno messo in ginocchio la Città che NON SE LO MERITAVA.

Quanto poi all’accenno all’intellighenzia muffita ci piacerebbe sapere a chi si riferisce Ceccuzzi: forse a Flores d’Arcais, a Bettini, a Calabrese, a Luperini, alla cricca di universitari che sino a ieri l’altro ha sponsorizzato o ha addirittura direttamente partecipato al dissesto prima dell’università (della quale Ceccuzzi si guarda bene a fare cenno, naturalmente) e quindi a cascata di tutte le istituzioni cittadine? A quella si riferisce?
La Città va difesa, non c’è dubbio, ma non certo da Sortino o da Cazzullo, ma da chi l’ha amministrata sinora. E d’altro canto non è stato forse proprio il garante dei garanti nonché musicologo di fama internazionale nonché sultano indiscusso di Stigliano nonché ur-dissestatore di vari enti a mettere in guardia il fido Criccaboni con la frase: “Guardati da questa città?”. E non ha forse il sultano di Stigliano fatto parte a pieno titolo della banda dei dissestatori di finanze? Ci spiegassero tutti questi satrapi de noaltri, che ora si ergono a difesa di una Città che non ha dato neanche loro i natali e dalla quale hanno pocciato a più non posso, come pensano di rimetterla in carreggiata. Forse rimettendoci di tasca loro le risorse che sono state sputtanate in maniera infame, come ben messo in evidenza anche da banchieri ed economisti di ben più alto livello di quelli che siedono nelle dissestate istituzioni cittadine?

Per la presidenza di MPS potrebbe arrivare Carlo Salvatori???

I rumours si inseguono tra Milano e Torino e tra Madrid e Bologna e le indiscrezioni dai salotti della City londinese arrivano nei salotti Oltretevere. Dopo diversi nomi circolati come ipotesi per la presidenza della banca MPS al posto dell’uscente Giuseppe Mussari, ecco spuntare il nome del banchiere Carlo Salvatori (classe 1941) per la presidenza del gruppo bancario MPS. Rumours, indiscrezioni sbagliate (forse per un errore di traduzione dall’inglese all’italiano) o la quadratura del cerchio?

L’amore ai tempi dei fiorini

Come molti dei nostri lettori già sanno, la redazione di Fratello Illuminato si occupa anche di ricerche di libri dei secoli passati. Anche se non godiamo dei finanziamenti degli enti, il nostro gruppo editoriale, grazie al voto favorevole degli azionisti, inserisce nel bilancio le somme per la nostra redazione destinate per l’attività di ricerca. Oggi siamo nelle condizioni di annunciare al mondo letterario la scoperta di un libro del 1267: un libro destinato al successo di pubblico. Il libro scritto da un certo Cittone Da Bozzino è ambientato nella contea di Bambagia e racconta di una storia d’amore ai tempi dei fiorini. Il fiorino come molti sanno è una moneta coniata a Firenze nel 1252, una sorta di dollaro dell’epoca. Anticipando di secoli il libro “L’amore ai tempi del colera” di Marquez, il nostro autore Cittone Da Bozzino scriveva “L’amore ai tempi dei fiorini”. Dalla lettura del libro si evince che il testo è autobiografico: narra la storia di amore tra lo stesso Cittone e la governante, una certa Cristona Da Cerronia, del visconte dimezzato. Facciamo un breve riassunto del capitolo VI, poi nei giorni che verranno pubblicheremo il testo integrale.

Capitolo VI- Breve riassunto

Come tutti gli anni, il visconte dimezzato, organizzava un premio campestre mettendo in palio delle somme in moneta: in fiorini d’oro naturalmente. Al premio del 1266 all’insaputa del popolino partecipò al premio anche Cittone Da  Bozzino. Erano in pochi quelli che sapevano della storia d’amore tra Cittone e la governante del visconte. Alla conclusione delle competizioni, tra i premiati dal visconte c’era appunto Cittone. Era un bel premio per l’epoca: Cittone aveva vinto 12.000 fiorini d’oro, ai quali si erano aggiunti i premi dei visconti delle altre contee; ben 2.500 fiorini extra da un visconte ben piazzato e altri 6.000 fiorini dalla locale Cassa del Foraggiamento (una sorta di banca dell’epoca). La sera alla conclusione del premio sotto una luna dimezzata i due piccioncini tra un bacio e una toccatina, ridacchiavano alle spalle del popolino. Si sentivano fieri per aver goduto di fiorini d’oro mentre il popolino soffriva per le gravi condizioni economiche. Ma l’amore trionfò. Ed era un amore ingordo: non solo di baci, ma anche di fiorini.

Editoriale del Maestro James. Tra una gru ferma, i mendicanti pendolari e l’opposizione in ferie, godiamoci la neve come segno di discontinuità

Pur esprimendo disappunto per il ritardo da parte del sindaco Ceccuzzi nel decidere la chiusura delle scuole, un plauso ai dipendenti comunali per la gestione dell’emergenza neve credo sia giusto farlo e quindi riconoscere la prontezza della macchina comunale. Di tutte le discontinuità professate in questo periodo, che poi non si sono tramutate in fatti concreti, questa della gestione emergenza neve è l’unica discontinuità registrata. Godiamoci la neve e la discontinuità del momento.
Anche un’altra discontinuità merita un menzione particolare: l’opposizione è in ferie. Ed è paradossale questa situazione: l’opposizione pretende discontinuità dalla maggioranza e nel contempo riescono a discontinuarsi dall’opposizione (lasciamo perdere la giustezza o meno) della precedente amministrazione comunale. Ci sono meno problemi rispetto a prima? No di certo. Ecco perché è sospetta questa discontinuità dell’opposizione. Tutta l’attenzione dei consiglieri comunali di opposizione è concentrata sulle vicende della banca, in particolar modo sulle future nomine. Per carità la situazione della banca e della fondazione MPS è molto delicata e presenta elementi di sofferenza, con la prospettiva di una banca sempre più svincolata dal potere politico locale. Ma dei problemi seri dell’università, dell’ospedale, della crisi lavorativa, prima della fine del mandato l’opposizione riuscirà a trovare il tempo per occuparsene? O forse ci sono dei contatti politici per allargamenti di maggioranza ad alcuni consiglieri di opposizione, per rafforzare la stessa maggioranza o per sostituire con il supporto dell’opposizione i dissensi di alcuni consiglieri di maggioranza? Le astensioni al bilancio di Senni e Laura Vigni e i remi in barca del Corradi sono evidenti segnali di avvicinamento organico alla maggioranza. In questi giorni l’opposizione sbandierava come una conquista sul campo quella di aver ottenuto dal sindaco Ceccuzzi una forte dichiarazione di discontinuità rispetto al passato. Dove, quando? La discontinuità del Ceccuzzi è forte come l’aceto: il Mancini è ben saldo in sella, Il Mussari dovrebbe andar via a scadenza del mandato, sempre che Ceccuzzi e Bezzini non decidano di chiedergli di restare per un altro mandato e tutto il resto è peggio di prima. Godiamoci la neve e la discontinuità del momento. Negli ultimi giorni i grossi gruppi editoriali e alcune televisioni nazionali hanno dedicato articoli e trasmissioni alle vicende senesi, non per parlare male della città ma per mettere in evidenza il crollo di un “sistema e di un modo di gestire il potere”. Di tutti i soggetti intervistati (Piazza Pulita) l’unico che ha fatto una figura decente è stato il portavoce del sindaco, David Taddei: con calma ha illustrato il significato del “buongoverno“. Anche la città nel suo insieme è stata rappresentata egregiamente. Le pessime figure sono state quelle dei politici di maggioranza e di alcuni dell’opposizione. Non mi esprimo sulle dichiarazioni del Mussari, si commentano da sole. Le due peggiori dichiarazioni rilasciate al giornalista Cazzullo (nel video) sono state quelle del consigliere comunale Corradi e del professore universitario Luca Verzichelli. Ma come si fa caro Corradi di fronte a un giornalista che nel 2012 viene a Siena per fare un servizio sulla situazione politica senese, a rilasciare dichiarazioni scagliandosi solamente sugli ex sindaci Cenni e Piccini? Delle responsabilità politiche e amministrative attuali perché voi dell’opposizione perché non ne avete fatto cenno?
Del resto la dimostrazione che la classe dirigente non è all’altezza dei problemi emerge con le dichiarazioni di un professore universitario (preside e membro del senato accademico) di fede riccaboniana che intervistato da Cazzullo rende ancora più forte la convinzione che l’ateneo senese necessita di una svolta veloce nella governance e nella selezione del corpo docente. Le dichiarazioni di questo docente meritano di essere menzionate, anche per capire i motivi della decadenza e del perché all’esterno la classe dirigente è poco autorevole. Il professor Verzichelli in perfetto stile riccaboniano afferma che  cittadini di Siena sono tutti “mediamente ricchi” (forse per questo hanno tagliato il salario accessorio ai dipendenti!! Sono “mediamente ricchi”??); poi sempre il professore cita come “indicatore di ricchezza” il fatto che Siena ha “le squadre di calcio e di basket”. I pezzi forti delle dichiarazioni arrivano quando il Verzichelli fa capire che i problemi dell’università senese sono solo “rumours” e che i problemi finanziari sono frutto di “allegre gestioni”, dimenticandosi di dire che ci sono due inchieste: buco finanziario ed elezione del rettore. Poi ha dichiarato che all’università “hanno azzerato tutti i pagamenti in sospeso”. Sarà vero? (verificheremo). Ma secondo questo fine economista il vero indice che dimostra la ricchezza economica presente in città è rappresentato dal fatto che “tutte le mattine sulla Sita Firenze-Siena ci sono tanti mendicanti pendolari diretti a Siena”. Ecco, questa dei mendicanti è veramente un’immagine edificante. Che dire? Forse la città riuscirà a sollevarsi quando la classe dirigente locale smetterà di autoassolversi e negare i problemi. E dopo queste dichiarazioni nessuno si lamenti se poi dall’esterno continuano a tenere gli occhi puntati sulla città. I veri attacchi non arrivano dall’esterno, ma dalla stessa classe dirigente.
Da circa un anno vicino Piazza del Campo c’è una gru ferma: è un’installazione di arte contemporanea, il segno di una crisi o serve per portar via i vertici dell’ateneo? Difficile trovare una risposta. Quando quella gru ritornerà in movimento, forse e sottolineo il forse, si potrà parlare di discontinuità. In attesa godiamoci la neve discontinua.

Maestro James

P.S. il video di Cazzullo http://video.corriere.it/siena-paure-gioiello-rosso/955a740e-4ac9-11e1-bc89-1929970e79ce