In “Memorie del sottosuolo” Fëdor Michailovič Dostoevskij ci racconta l’episodio del protagonista che di fronte all’umiliazione subìta da un ufficiale, decide di sfidarlo e di getto decide di inviargli una lettera per invitarlo al duello. L’idea del duello viene subito abbandonata dal protagonista e opta di scontrarsi battendo la propria spalla contro quella dell’ufficiale sulla Prospettiva Nevskij, dove spesso lo incontrava. “La sua azione meschina gli dà soddisfazione per pochi giorni, perché immediatamente subentrano in lui dubbi e sensi di colpa.”
Nelle “memorie della rassegna stampa” di questi ultimi venti giorni di politica senese, mi sono perso nella lettura dei vari comunicati e interventi dei politici senesi e fatte le dovute proporzioni la memoria mi ha ricondotto al libro di Dostoevskij. Anche in questo caso l’umiliazione merita una risposta forte e decisa. Ed ecco che tra tutte le paginate emerge l’anatema dell’economista Giulio “Guido” Carli. In pieno slancio da fine economista annuncia la resistenza dura e senza quartiere “contro gli attacchi esterni ed interni alla banca, alla fondazione e alla città”. Impressionato dalla durezza delle parole carliane ho cercato di individuare questi famosi nemici esterni e interni. E alla fine ho capito che non esistono nemici o soggetti ostili alla banca, alla fondazione e alla città di Siena. Ricordatevi “i dubbi e i sensi di colpa” di Dostoevskij.
Che cosa è successo , cosa sta succedendo e cosa potrebbe succedere? In tempi non molto lontani i fini economisti e gli arguti politici senesi si erano messi in testa di sbarcare nei salotti della finanza, quei salotti che contano. I fini e gli arguti erano andati in trasferta tutti insieme e avevano costruito nuove relazioni politiche e finanziarie in modo da collocare la banca MPS nell’emisfero del grande mondo bancario. Lo stesso Caltagirone, come socio privato, è stato scelto dal PD senese e dai politici romani di riferimento; l’acquisto della banca Antonveneta è stato appoggiato ed elogiato dalla nomenklatura politica senese. Tutte le scelte fatte dalla Fondazione e dalla banca MPS hanno avuto il pieno sostegno della politica senese: dal PD di Ceccuzzi e dal PDL di Verdini. E’ stato lo stesso Gabriello Mancini che ha ammesso candidamente di aver “ricevuto ordini e che Comune e Provincia sapevano tutto”. Le cose non sono andate come previsto “dalle famose trasferte romane” e oggi a pagarne le conseguenze sono la fondazione, la banca e la città. E le critiche che giungono dai maggiori gruppi editoriali non sono rivolte alla città ma a quella classe dirigente che voleva sbarcare nei salotti della finanza e imporre il primato della politica locale sul sistema bancario nazionale e internazionale. Per uno strano scherzo del destino o per colpa della “sfiga” le critiche arrivano proprio dagli ambienti cosi tanto cercati e “sponsorizzati” negli ultimi anni. Quello che doveva esser fatto anni indietro “senza arroccamenti dannosi” viene imposto oggi dalla spietata legge dei mercati e dalla forza dei “capitali”. Per preservare il patrimonio della fondazione e per rendere la banca una “banca di sistema bancario”, così come hanno fatto le fondazioni delle altre maggiori banche, e per gestire senza forzature i cambiamenti, i fini e gli arguti dovevano predisporre un piano di diluizione della Fondazione senza puntare i piedi con “mai e poi mai sotto il 51%”. E ora che fate? Mandate avanti l’economista Giulio “Guido” Carli a duellare con i mercati, gli economisti europei e con i maggiori gruppi finanziari? Già, i famosi attacchi esterni. Forse sarà colpa del destino o della famosa “sfiga”, che a seguito delle dichiarazioni di ieri del fine economista Carli, oggi sono apparsi, l’articolo del settimanale L’Espresso, l’articolo di Giovanni Pons sulla Repubblica e l’annuncio di Moody’s che ha messo sotto osservazione il rating di banca MPS. Non occorre essere dei fini economisti per comprendere che il silenzio della politica è fondamentale quando il gioco è irrimediabilmente in mano “ai capitali che pesano e alle spietate leggi dei mercati”. E ricordatevi, ma soprattutto ricordatelo ai vostri iscritti di partito (e con un po’ di umiltà dichiaratelo anche ai cittadini), che la banca si trova ad affrontare “i capitali che pesano” e “le spietate leggi dei mercati” non per colpa dei nemici esterni, ma per via delle scelte dei fini e arguti economisti e politici senesi.
Se al Pd senese e alla classe politica locale interessa il bene dei cittadini e della città (e non i privilegi di partito o di fazione) invece di continuare con l’arroccamento dannoso e con comunicati oltremodo dannosi per la stessa città e la banca, dovrebbero fermarsi con umiltà e analizzare i propri “dubbi” e socializzare in via definita i “sensi di colpa”. La vecchia frase in questo caso non è un luogo comune: “sbagliare è umano, perseverare è diabolico”. Le leggi dei mercati sono più diaboliche dell’economista Giulio “Guido” Carli, purtroppo. In conclusione, se mi è consentito, voglio inviare un consiglio costruttivo ai dipendenti della banca, dell’università, alle forze economiche e a tutti i cittadini: fate sentire la vostra voce e chiedete con decisione alla classe politica di fermarsi, per il bene della città, della banca e per il mantenimento dei livelli occupazionali. La situazione richiede maturità e capacità e non inutili arroccamenti.
Professore Paco Pachese (economista di Oxford)
1 comment so far ↓
Buongiorno. Io come cittadino senese non mi sento attaccato da nessuno. Prendo atto che certa stampa ha messo il dito su questioni che la stampa locale si guarda bene di trattare.
Riassumendo si potrebbe dire che quando c’era da “vantarsi” i meriti erano di pochi, con momi e cognomi, ora invece i demeriti si fanno passare come un attacco alla collettività.
E no. Non ci sto. Qui gli “attacchi” sono molto circoscritti e sono riferiti alla classe dirigente. Semmai io da cittadino mi posso vergognare di avere una classe dirigente così, tutt’al più!
Riguardo l’economista Sig. Carli mi viene in mente un detto latino:
“Homo sine pecunia est imago mortis”.
Un abbraccio.