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La situazione economica di Siena precipita e i giornali locali ricominciano con il teatrino del gossip politico.A rischio ci sono i posti di lavoro e non le carriere politiche. E poi ci sono gli artisti della politica

Imbarazzante! Non trovo, per ora, altro termine per definire il clamoroso distacco tra la realtà(vera) senese e la realtà(finta e manipolata) che continua a imperversare sui giornali cartacei e online senese; salvo rari casi. Manipolare la realtà nei momenti difficili è un atto offensivo nei confronti di tutti i cittadini e i giornali che si prestano a queste strategie, studiate tra la notte e le prime luci dell’alba tra via del Cavallerizzo e Piazza Salimbeni, volenti o nolenti si schierano con i responsabili del declino della città. Con molta probabilità le elezioni amministrative si svolgeranno nella primavera del 2013 insieme agli altri comuni e città della Toscana; sui giornali locali, il tentativo però, è quello di far passare il messaggio che si vota a novembre.Da alcuni giorni assistiamo al penoso teatrino dei pronunciamenti favorevoli alle elezioni da fissare a novembre.Tutti preoccupati delle situazione. Peccato che nessuno di questi soggetti si preoccupava quando venivano operate le peggiori gestioni istituzionali che hanno determinato la crisi dell’università, della fondazione e banca MPS, del Comune, delle aziende e di tutto il tessuto economico.

Ci sono i nomi e i cognomi dei responsabili politici e gestioniali. Nomi e cognomi. Prima di avviare qualsiasi campagna elettorale, le forze politiche, proprio per dare trasparenza e accessibilità al sistema dell’informazione e per ristabilire, cosi come avviene nelle totalità delle città italiane,una corretta divulgazione delle “vere notizie”, dovrebbero intervenire con le vie formali per spezzare un’anomalia insostenibile. E’ normale che l’informazione locale continui a essere condizionata dal capo della comunicazione della banca MPS? No, non è normale, soprattutto ora che MPS gode di aiuti dello Stato, quindi di tutti i cittadini. Pertanto basta con i giornali schierati con una parte politica e che godono della pubblicità di MPS. Chidere al Bisi una riflessione del genere è un azzardo; chissà cosa ne pensano dalle parti del gruppo Riffeser che ha deciso di sponsorizzare, solo qui a Siena, il PD?

L’altra anomalia è rappresentata dall’agenzia Robespierre. Qui siamo all’assurdo. La Robespierre riscuote e bene, soldi dall’amministrazione provinciali e da altri comuni ma lavora a tempo pieno per Ceccuzzi e per il PD senese e in qualsiasi ora del giorno la Robespierre invia comunicati di parte agli organi d’informazione. Questo giochino con i soldi del contribuente deve cessare subito.

Queste anomalie fanno parte di quelle storture che hanno contribuito al declino della città. Oggi sui giornali locali impazza il toto candidati e affiorano alcuni nomi. Un gossip prematuro. La novità di queste ore invece è un’altra;e da questo si capiscono tanti interessi personali e il perchè il comune è commissariato. La coppia artistica Lucia Cresti e Andrea Milani stanno organizzando una lista di “professionisti ed ex dirigenti di contrada” da presentare a supporto del PD.Settimana prossima hanno già convocato una riunione dall’ex dirigente di contrada Luigi Fumi Cambi Gado. La vogliono spacciare come lista della società civile. Che artisti!

Maestro James

Ma la Rosy Bindi non si è stancata di prendere per i fondelli i Senesi e gli Italiani?

Rosy Bindi dice no ad elezioni anticipate per il governo nazionale e poi viene a Siena, con una faccia tosta, e pretende le elezioni anticipate solo per Siena. Come mai tutta questa furia Rosaria?

Come mai la pasionaria non spiega ai senesi di chi è la colpa del dissesto dell’università(quanto sei stata in aspettativa Rosy all’università di Siena?Forse 20 anni?), della distruzione di patrimonio della Fondazione e banca MPS, della crisi del bilancio comunale, del disastro nella gestione della cultura e della crisi economica cittadina? Come mai la pasionaria non ci spiega come mai Ceccuzzi ha sostenuto l’acquisto di banca Antonveneta? Come mai la pasionaria non ci spiega come mai Ceccuzzi era a cena a Salerno con Del Mese e con quelli del crac del pastificio Amato? Come mai la pasionaria non racconta ai cittadini senesi i rapporti di amicizia con il rinviato a giudizio Alessandro Profumo? Come mai la pasionaria non ci spiega perchè il PD voleva l’ampliamento dell’aereoporto di Ampugnano?

Perchè la Bindi con umiltà non ammette che il PD ha dissestato la città di Siena invece di improvvisare comizi sulla buona politica?

Qui il problema non è ideologico, destra o sinistra. Qui il punto è: dissestatori e gente che amministra per la città.

Il PD senese ha dissestato praticamente tutto. Domani sera in fortezza a tu per tu con l’amico di Paolo Del Mese, il cittadino semplice Franco Ceccuzzi. Rosy Bindi fatti spiegare da Ceccuzzi come mai “Antonveneta era l’anima gemella di MPS”? Qui si parla di banche e non di un bonifico per estinguere i mutui.

Illuminazioni dal Monte dei Paschi di Albus Silente

Prima che con la fine dell’anno ci sia anche la fine della permanenza al Monte del Richelieu di San Prospero (al secolo Fabrizio Rossi, per una vita capo del personale del Monte) gli chiediamo di chiarirci qualcosina sulla gestione delle voci di bilancio relative al personale che non ci sono così tanto chiare.
Nella presentazione dei dati della semestrale – che ho seguito attentamente e con molto interesse – l’AD Fabrizio Viola (mi pare alla slide 35 della presentazione) dica più o meno che i costi registrano un incremento dello 0,7% nel primo semestre e che su questa dinamica […] ha inciso negativamente diciamo una posta da considerarsi non ricorrente di circa 37 milioni di euro che sarebbe legata al riallineamento di certi criteri contabili nella contabilizzazione delle spese del personale.
Dalla scuola di Hogwarts dove in questo periodo mi trovo per tenere alcuni seminari sulla redazione dei bilanci delle società per azioni quotate in borsa, lancio là un’ipotesi  di quello che ho capito.
Può darsi che tale posta non ricorrente sia un retaggio degli ultimi anni di gestione in cui potrebbero essere stati non contabilizzati correttamente alcuni costi del personale (forse perché eccessivi rispetto a quanto fissato come budget , in particolare riguardo ai VAP)?
E’ chiaro che la mia è solo una chiacchera buttata là, anche perché vorrebbe dire che in questo modo tali costi rimanevano “appesi” e non figuravano tra le spese del personale, presentandole più basse di quanto fossero. Sempre da quello che potrei aver capito, sembrerebbe anche che una parte di queste voci fossero già state sistemate con il bilancio 2011 e definitivamente messe a posto con questa semestrale.
Mi chiedo, però, se così facendo si sia potuto godere ugualmente del beneficio fiscale connesso a questa tipologia di costi. Per carità, di per sé e nel caso fosse vero la pratica non sarebbe del tutto irregolare, ma comunque mi chiedo perché farla.

P.s. lunedì 27 non ho potuto partecipare al dibattito con special guest Alessandro Profumo alla Festa del PD in Fortezza (la sera prima avevo fatto le ore piccole alla Festa Illuminata e poi la mattina dopo alla stazione ferroviaria di Kings Cross dal binario 9 e ¾  avevo il passaggio per la scuola di Hogwarts; Harry Potter aveva la discussione della sua tesina realizzata con il materiale raccolto a Salerno dal titolo: “Ma si può essere più fave di così?”).
A qualcuno dei presenti, però, pare di aver capito che lo stesso Profumo in quell’incontro abbia fatto proprio un velato riferimento a questo tema dichiarando che nella precedente gestione alcune azioni gestionalmente discutibili (come l’acquisto dei 27 mld di titoli di stato) erano state fatte per pagare i VAP.

Chi di dovere blocchi le vendite degli immobili dell’Università decise da Riccaboni. E intervenga con urgenza anche la magistratura

L’abusivo e dissestatore (vedi Cresco e giri aretini) Criccaboni non solo non risana l’università, ma sta mettendo in atto una di quelle operazioni a danno del patrimonio pubblico mai successe all’Università di Siena. La vendita di Palazzo Bandini Piccolomini va bloccata così come tutte le altre vendite immobiliari. Ci sono dei passaggi di Criccaboni con alcuni soggetti che gettano ombre e l’allarme lanciato del prof. Grasso testimonia una situazione di assenza di trasparenza.

Scrive il Prof. Giovanni Grasso:

Il Prof. Angelo Riccaboni non può continuare a esporre al ridicolo, con risposte manifestamente illogiche e menzognere, sé stesso e l’istituzione che dovrebbe rappresentare. Come può definire della“massima trasparenza” la vendita del Palazzo Bandini Piccolomini, se ai cittadini è precluso addirittura l‘accesso alla documentazione tecnica? 

Lo ripeto per l’ennesima volta, il principio della trasparenza (L. 241/1990) ha assunto una diversa e più ampia configurazione, al punto che è definita nei termini di “accessibilità totale per tutti i cittadini” all’intero patrimonio informativo delle pubbliche amministrazioni (art. 11, D.lgs. 150/2009), allo scopo di favorire forme diffuse di controllo e trasformandosi, di fatto, in un mezzo fondamentale di prevenzione della corruzione, rendendo possibile una forma di rendicontazione sistematica ed evidente nei confronti dei portatori d’interesse, cioè dei cittadini. Alla cultura della trasparenza si è uniformato l’intero sistema universitario italiano, con l’eccezione dell’ateneo senese. Per restare nello specifico della vendita dell’immobile, perché la documentazione tecnica (mappe, foto, schede ed elaborati planimetrici) non è accessibile a tutti? Perché si è dichiarato che tutte le informazioni sono riservate e confidenziali, mettendo, così, la mordacchia a chi intende formulare una proposta d’acquisto? Ci sarà pure un consigliere del CdA disposto a violare queste illegittime disposizioni e a rendere pubblico tutto il materiale, ammesso che riesca a ottenerlo!?

Queste osservazioni e interrogativi non sono solo legittimi ma, nel caso di specie, doverosi, se si considerano i precedenti. Ne ricordo alcuni: il tentativo proceduralmente scorretto di far approvare dal CdA il progetto di costituzione di un Fondo immobiliare; il sospetto di una speculazione finanziaria ai danni dell’Università di Siena; le intercettazioni telefoniche che documentano il coinvolgimento di un docente del nostro ateneo e le agevolazioni a lui concesse, dal Rettore e dal Direttore amministrativo, tipo la giustificazione alle assenze (passate e future) a lezione e al ricevimento degli studenti.

Per concludere, il solito interrogativo, già posto in passato: l’Ateneo senese può continuare ad avere una guida priva di legittimazione, credibilità, autorevolezza e senso delle istituzioni?”

Tutto questo avviene con il silenzio delle istituzioni locali e con la complicità dei due rappresentanti del Comune (Vareno Cucini-PD) e della Provincia (Roberto Morrocchi-PD). Intervenga con urgenza la magistratura. Ricordando a tutti il caso Astrea e il ruolo del docente Lorenzo Frediani in merito alla vendita degli immobili dei rapporti dello stesso docente con alcuni dell’ufficio tecnico dell’università.

 PS. Disfarsi del patrimonio immobiliare come Palazzo Bandini Piccolomini non è funzionale al risanamento dei conti, ma apre le strade alla sola speculazione immobiliare. E difficile comprenderlo questo aspetto?

Da leggere

La nuova grana di Mps: la gestione del risparmio

di Lorenzo Dilena

Mentre perde soldi sull’attività bancaria tradizionale, Montepaschi è costretta a garantire ricavi e margini a una partecipata, la società di gestione Anima. In sostanza, trasferisce i soldi che non ha a una società terza. Colpa di una clausola del contratto di vendita delle società di gestione del gruppo al fondo Clessidra, nel 2008. E intanto si scopre che, in occasione di quella cessione realizzata per finanziare l’acquisto di Antonveneta, la banca senese finanziò il compratore per una cifra pari a quella incassata.

Nell’ultimo consiglio di amministrazione del Montepaschi di Siena, persino uno piuttosto pacato come l’amministratore delegato Fabrizio Viola è sbottato. Non passa giorno che non venga fuori una magagna, un prestito deteriorato più del previsto, una partecipazione da svalutare, o un dettaglio contrattuale che fa balenare il rischio di un aumento delle passività.
Succede anche che, mentre la banca non fa soldiè obbligata per contratto a garantire ricavi e margini a una società partecipata al 22%, Anima Sgr, che invece chiude utile ed è grado di pagare lauti bonus ai propri dirigenti e gestori (circa 150 mila euro il costo medio per dipendenti). I dettagli degli accordi non sono pubblici, ma fonti vicine alla società di gestione del risparmio confermano l’esistenza di un doppio accordo contrattuale. Uno di durata ventennale relativo alla distribuzione dei prodotti Anima sulla rete bancaria Mps, e un secondo patto, detto price adjustment, che impegna la banca a garantire alla partecipata determinati livelli di flussi commissionali netti. In concreto, in caso di mancato raggiungimento dei budgetconcordati per il collocamento di prodotti gestiti (fondi comuni di investimento, gestioni patrimoniali, etc.), e quindi di insufficienza dei flussi netti di commissioni verso Anima, Montepaschi deve versare la differenza alla Sgr. In una fase di fuga degli investitori dai prodotti di risparmio gestito, questo significa che l’esborso di Mps potenzialmente è destinato a crescere. A meno che la rete del gruppo non riesca a invertire la tendenza e a piazzare quanti più prodotti possibili alla clientela. A giugno, i volumi di risparmio gestito del gruppo Mps sono scesi a 44 miliardi (-3,1% rispetto a marzo) sia a causa di  disinvestimenti netti (circa 700 milioni nel trimestre) sia per l’effetto mercato negativo (700 milioni). Nello stesso trimestre, fondi comuni di investimento e sicav hanno subito deflussi per 272 milioni a 15,4 miliardi, e anche le gestioni patrimoniali vedono un calo delle masse gestite.
Per comprendere come si sia arrivati a questo punto occorre fare un passo indietro. Alla fine 2008. Per finanziare la costosa acquisizione di Antonveneta (10 miliardi di euro), risalente  giusto un anno prima, l’allora presidente Giuseppe Mussari aveva confezionato un imponente piano di dismissioni. Fra queste c’era Montepaschi Asset Management Sgr e AAA Sgr (controllata di Antonveneta). L’obiettivo dichiarato è trovare un’alleanza con un gestore internazionale, affiancato da un fondo di private equity. Alla fine il partner industriale, l’inglese Frm, si defila, e rimane solo il fondo italiano Clessidra. Le due Sgr, che all’epoca gestiscono circa 23 miliardi di euro, vengono valutate 570 milioni, compreso 170 milioni di capitale in eccesso che viene incamerato da Mps prima della cessione. La banca realizza una plusvalenza netta di 187,7 milioni.
Il prestito alle società vendute. A prima vista sembra una buona operazione, tanto più che l’accordo viene firmato a ottobre 2008, dopo lo scoppio del crac della Lehman Brothers. Ma la cessione realizzata da Mussari riserva alcune particolarità. Innanzitutto, il patto di ferro che garantisce l’acquirente da eventuali deflussi delle masse di risparmio in gestione. Quindi, la stessa Mps entra nell’azionariato di Prima Sgr). Nel dare conto delle operazioni con parti correlate, però, il bilancio 2009 segnala un «rinnovo della linea di credito finanziaria fino al 30 giugno 2010 per Euro/mila 420.000 a favore di Prima Sgr». Dunque, una linea di credito di 420 milioni a una società che ha appena pagato 400 milioni per comprare due società della banca. E se si tratta di rinnovo, datato novembre 2009, quand’è che è stata concessa la linea di credito, visto che la vendita si era perfezionata pochi mesi prima, a marzo? Il finanziamento, peraltro, è rimasto in essere se è vero che ancora nel bilancio 2011 si segnala che la controllata Mps Capital Services ha concesso «una linea di credito di complessivi 400 milioni di euro a favore delle società Prima Sgr , Prima Funds ed Anima Sgr, appartenenti al gruppo AM Holding».
Nel frattempo, a fine 2010, c’è stato un nuovo rimescolamento di carte: la Banca popolare di Milano è entrata nel polo del risparmio gestito, apportandovi la sua società di gestione Anima, che ha poi dato il marchio al nuovo gruppo. Adesso, Anima Sgr è controllata al 100% da AM Holding, dove gli azionisti principali sono Clessidra al 40%, Mps al 22,24% e Bpm al 36%, mentre Banca Etruria e Banca Finnat hanno delle piccole quote. Ufficialmente, Anima si presenta come una società di gestione indipendente dalle banche, ma in concreto le banche azioniste ne garantiscono gran parte della raccolta. E, nel caso del Montepaschi, anche i margini. Una situazione paradossale per una banca che «perde quattrini dal punto di vista operativo», per usare le parole del presidente Alessandro Profumo (è uno degli 80 soci de Linkiesta). Il secondo trimestre si è chiuso con una perdita di 1,7 miliardi, causa svalutazione dell’avviamento, ma il rosso emerge già a livello di gestione caratteristica. D’altra parte, i contratti vanno onorati. A meno che i legali che all’epoca asistettero la banca siano stati abili a sufficienza da mettere per iscritto adeguate clausole di protezione.

(dal giornale online Linkiesta http://www.linkiesta.it/mps-anima )

Tommaso Occami. Sodomiti col deretano altrui

Salvo il Santa Maria della Scala ma coi soldi del concerto di fine anno Siena, il commissario Laudanna dà l’annuncio. Saranno utilizzate le “promesse risorse finanziarie che perverranno dalla  Regione Toscana e dalla Banca Monte dei Paschi di Siena, in particolare i fondi inizialmente destinati al programma dei festeggiamenti di fine anno che saranno revocati”
di MAURIZIO BOLOGNI

A Siena la coperta è cortissima: tiri da una parte, scopri l’altra, perché Comune, Banca e Fondazione Mps hanno tutti i conti in profondo rosso. E così il commissario straordinario del Comune, Enrico Laudanna, annuncia di aver evitato la chiusura della cittadella della cultura Santa Maria della Scala ma a scapito dei festeggiamenti dell’ultimo dell’anno, memorabili in tutta Italia per il concerto gratis in piazza del Campo, che saranno annullati per utilizzare la relativa sponsorizzazione Mps allo scopo di mantenere aperto il Santa Maria.

Ho potuto estrapolare solo questo brano dell’articolo apparso oggi sulla pagina regionale della Repubblica a firma Maurizio Bologni. Bologni fa parte insieme a Daniele Magrini e Stefano Bisi del gruppo più ossequioso nei confronti del potere PD e in particolare dei senesi che si chiamino Mussari, Ceccuzzi o pinco pallo poco importa basta che abbiano la copertura dell’ufficio stampa del Monte dei Paschi e del suo responsabile. Vogliamo vedere le marchette contenute in questo articolo che vi invito a leggere nella sua interezza. Prima marchetta: da che mondo è mondo le delibere degli enti locali si prendono avendo la copertura di bilancio e non sulle promesse; altrimenti si fa la fine del Ceccuzzi che ha fatto un bilancio sulle parole della Fondazione e non su poste di bilancio accertate. Quelle di Rossi sono al momento solo promesse che non hanno avuto neppure il consenso della giunta e del consiglio regionale. Chissà quando le avranno e se mai le avranno? Quindi il commissario Laudanna ha dovuto rivisitare le previsioni di bilancio fatte da Ceccuzzi annullare il concerto dell’ultimo dell’anno, quello di cui tutta l’Italia ne parla secondo Bologni (altra marchetta), e mettere le risorse sul Santa Maria della Scala. Riflettiamo! L’ex sindaco Ceccuzzi non solo non ha fatto la gara in attesa della Fondazione destinata ad Andrea Milani, il compagno culturale della signora Lucia Cresti, ma ha preferito un concerto al posto del mantenimento dell’apertura dello Spedale, dettagli! Ma le marchette non sono finite. Udite, udite lo stesso Andrea Marcucci, si la famiglia che acquistò lo Sclavo, ha manifestato il suo plauso motivandolo che in questo modo si potrà ancora concorrere per Siena capitale della cultura! Stavo per dire una parolaccia al posto di cavolo. La gara per la sorveglianza al Santa Maria permetterà il raggiungimento dell’obiettivo? Peccato che poi non c’è altro! Ovviamente ci sono anche le marchette per omissione come ad esempio l’aver completamente ignorato la mobilitazione e gli appelli di molti senesi contro la chiusura del Santa Maria. L’ e mail della responsabile della cultura la signora Petti che invitava  gli iscritti al PD a non firmare l’appello. Ovviamente il giornalista omette di raccontare in mercimonio elettoralistico messo in piedi dal PD e dai suoi iscritti che vanno da Alessandro Orlandini a Rita Petti senza mai dimenticare  Lucia Cresti. Di quest’ultima non sappiamo se sia o no iscritta al PD, sappiamo con certezza che ha partecipato agli incontri all’Odeon, alla sezione Lachi ha fatto ripetutamente viaggi al Santa Maria ha imbonito i lavoratori a cui ha portato la notizia della non chiusura ancora prima del comunicato ufficiale del comune. Insomma si è prodigata per far sapere quanto erano stati bravi, loro e quanto si erano dati da fare. Ricostruendo i fatti mi è venuta in mente una nota battuta, un po’ volgare lo devo ammettere, fatta da Ricucci ma che sembra perfetta per la situazione e cioè che il PD ha voluto fare il “frocio col  culo degli altri”.

T.O.

Carneade. Qualcuno ritiene che i cittadini siano venuti giù con la piena

Per la signora Rita Petti non possono che tornare d’attualità due aggettivi un po’ desueti: spudorata e impunita. La dichiarazione di ieri 30 agosto della responsabile cultura del PD appare infatti davvero strabiliante, tanto è densa di falsità e di vergognose e strumentali speculazioni sulla pelle dei lavoratori. La signora in questione sostiene che l’affidamento diretto dei servizi (sul quale molto ci sarebbe da argomentare, ma rimando – ubi maior – al collega filosofo Tommaso Occami) “permetterà di dare continuità all’attività del Santa Maria della Scala e salvaguardare tutti i posti di lavoro delle cooperative che oggi gestiscono il servizio”. Tutti i posti di lavoro, capito? Tutti! E invece il Museo per Bambini rimarrà chiuso e il personale che si occupava dei servizi museali ed educativi – in carico alla cooperativa Elicona – non è stato reintegrato, in barba alle migliaia di bambini che ogni anno visitano, grazie ai laboratori e alle altre attività del museo, il Santa Maria della Scala.
Sappiamo inoltre per certo che con la chiusura del Museo archeologico, degli oratori di Santa Caterina della Notte e di Santa Maria sotto le volte molti dipendenti della cooperativa Zelig se ne resteranno a casa, insieme ai colleghi della stessa cooperativa che si occupano dell’organizzazione degli eventi e della segreteria. Con che coraggio, signora Petti, osa dichiarare che tutti i posti di lavoro sono stati salvaguardati? O non è informata, e allora dovrebbe chiedere scusa ai lavoratori che ha offeso, ai suoi elettori, a tutti i cittadini, e ritirarsi a vita privata, oppure è ben informata e diffonde di proposito notizie false (e perciò dovrebbe chiedere doppiamente scusa ai lavoratori che ha offeso, ai suoi elettori, a tutti i cittadini, e ritirarsi a vita privata). Tertium non datur.

Carneade

Il ruolo del Commissario Laudanna, le strumentalizzazioni elettorali e le scivolate

Come già sottolineato dal nostro blog e come evidenziato dall’articolo di Gaia Tancredi sul corriere di Siena, il Commissario Laudanna si era attivato nei confroni della Regione Toscana e della banca MPS per risolvere il problema del Santa Maria della Scala. E infatti oggi il Commissario Laudanna con una nota ufficiale ha comunicato che il Santa Maria della Scala non chiuderà. Nello specifico è doveroso smontare le affermazioni della cittadina semplice Rita Petti del PD quando, riferendosi ai soldi stanziati dalla Regione, afferma:”Un risultato importante ottenuto grazie alle Risorse della Regione Toscana arrivate anche in virtù del Patto per lo sviluppo firmato lo scorso 30 aprile, da parte della Giunta guidata da Franco Ceccuzzi.”

Non stanno cosi le cose. La Giunta Regionale ha effettuato “una variazione straordinaria” per stanziare il finanziamento e non attraverso una programmazione relativa al Patto di sviluppo. Raccontatele giuste le cose. E se non siete convinti informatevi con il Montesquieu di Pontedera o con altri assessori regionali. I soldi della Regione Toscana arrivano da una “variazione straordinaria” e non programmata. Quindi il merito è tutto del Commissario e non delle strumentalizzazioni del Ceccuzzi, di Lucia Cresti e Rita Petti. Anzi, se si aspettava questi tre, campa cavallo che l’erba cresce.

Lo strano concetto delle istituzioni e il livello politico del gruppo dei seguaci del Ceccuzzi si evince dalle dichiarazioni raccolte sulle pagine facebook rilasciate dagli stessi. Per ora non facciamo i nomi degli autori (abbiamo salvato i commenti nel caso decidessero di cancellarli), riportiamo solo il testo. Ai cittadini, alle forze politiche e ai rappresentanti istituzionali le valutazioni su quanto scritto.

 Primo commento scritto da un fedelissimo di Criccaboni e supporter del Ceccuzzi:

“Questo commissairio si fa bello con le risorse della comuntà senese e della regione. MaH!”

 Secondo commento di altra supporter del Ceccuzzi:

“Se non ci fossero state le risorse della Regione, il Commissario non avrebbe agito così. Se voleva dare avvio alla gara lo poteva fare prima. Si è preso il merito, senza neanche aver ringraziato e dato atto alla Regione Toscana e al suo presidente di aver erogato risorse straordinarie.”

 “ Si fa bello”..”senza neanche ringraziare”….ma questi chi si credono: i padroni della città?

 Si dimenticano di ricordare che la città è in ginocchio per colpa del PD e del Ceccuzzi. E il Commissario ha messo un tappo al buco lasciato dal Ceccuzzi e da Lucia Cresti.

Tommaso Occami. Siamo forse davanti all’ennesima presa di giro?

Allora le proroghe si possono fare o non si possono fare o sono come la ciccia di troia che si tira da tutte le parti. Sembra che si possano fare, come abbiamo saputo da Lucia Cresti, che sbandiera la decisione della proroga al Santa Maria ai quattro venti come se fosse la sua. Non nascondiamo, ovviamente, la nostra soddisfazione per i lavoratori. Ma la questione è un’altra: se la proroga era possibile allora perchè il commissario aveva comunicato tassativamente che il Santa Maria sarebbe stato inderogabilmente chiuso dal primo settembre? È stato il commissario o è stata la segretaria a battere i piedi, la dottoressa Fedeli? Perchè qui qualcosa non torna e la vicinanza della Fedeli con Ceccuzzi è troppo stretta se non fosse altro per il fatto che è stato proprio l’ex sindaco a sceglierla. Del resto i viaggi di quest’ultima alla galleria dell’Odeon sono molto frequenti: il primo risale, addirittura, alla sera stessa dell’insediamento del Laudanna. Perché se la proroga era consentita non avrebbe avuto senso tutta la drammatizzazione e le iniziative che nel frattempo sono state prese per evitare la chiusura del vecchio Ospedale. La problematica si sarebbe ridotta alla questione finanziaria e probabilmente sarebbe stato più facile trovare una soluzione anche con il coinvolgimento degli stessi operatori. Invece no si è voluto costruire il caso, sbattendolo sui giornali, ai danni dei lavoratori e della città per poi trovare il cavaliere bianco, il salvatore che trova la soluzione. Magari con il Soccorso Rosso che proviene dalla Regione Toscana annunciato alla Festa del PD provinciale. Si strumentalizza tutto, si convocano i lavoratori nella sezione di un partito, Lachi, ci si fa vedere nello stesso posto di lavoro. Si usano delle persone, come la Lucia Cresti, per comunicare la soluzione prima ancora che lo faccia il Comune ufficialmente e ai soggetti direttamente interessati. Si ignora il ruolo stesso del sindacato. Lucia Cresti, la messaggera, che ha dimostrato di essere lontana da quel modo così signorile che il padre ha dimostrato in tutta la sua esistenza e per il quale ha sempre ottenuto il rispetto e la considerazione. Certo Giovanni Cresti non si sarebbe prestato a dei giochi di questa natura, geloso come era della propria dignità. Coincidenze tutte finalizzate a uno scopo: la campagna elettorale! Non si può che provare vergogna e un profondo disagio per dei comportamenti che non hanno nulla di etico e di morale. A questo è ridotta la politica? A questo si è ridotto il PD rappresentato a Siena da Ceccuzzi?  Del resto abbiamo letto il Marzucchi che, come se nulla fosse successo durante i suoi mandati amministrativi, ripropone il solito commercio e alza la posta per ritornare in gioco.

T.O.

Per i prossimi 5-6 anni praticamente niente più salario accessorio per il personale tecnico-amministrativo dell’Università di Siena. Ecco un’altro regalo di Criccaboni, di Ceccuzzi e del PD

Come più volte segnalato da questo blog la manovra orchestrata prima da Luigi Berlinguer e poi da Criccaboni per tutelare le posizioni di Piero Tosi e Loriano Bigi e di altri dissestatori sta producendo solo effetti negativi su coloro che non hanno colpe per il dissesto universitario. Pur di non far pagare ai dissestatori, Criccaboni e Fabbro sostenuti dal PD di Ceccuzzi e da Siena Futura di Marzucchi e con la copertura di CGIL,CISL e UIL (Guggiari, Coppi e Santinami) hanno operato il taglio al salario accessorio al personale tecnico-amministrativo. Tutto questo è avvenuto e avviene nella totale indifferenza della magistratura, del ministero e delle forze politiche. La novità pesante per il lavoratori è quella della “presentazione del conto” da parte del MEF: 5.400.000 euro da restituire!!!
Utilizziamo le parole della USB per spiegare il progetto delittuoso del duo:

http://rdbcubuniversitasiena.wordpress.com/2012/08/01/salario-accessorio-una-storia-infinita-per-volonta-politica/

Vi devono bombardare casa con i caccia bombardieri per ribellarvi (pacificamente) a questa cricca e preservare il vostro diritto al salario?