La redazione di Fratello Illuminato è concorde nel deprecare il barbaro omicidio perpetrato nei confronti di Vittorio Arrigoni, volontario italiano a Gaza.
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Per Vittorio Arrigoni
Aprile 15th, 2011 — Note redazionali
Basta coi dissestatori e coi loro supporter
Aprile 15th, 2011 — Note redazionali




Vi ricordate di Maurizio Boldrini? Maurizio Boldrini, braccio destro di Tosi, ex responsabile Area Comunicazione e Marketing dell’Università di Siena, sponsor ufficiale della società InFact e del rettore Riccaboni è iscritto al PD senese e sostenitore attivo di Franco Ceccuzzi. Infatti ecco cosa ha dichiarato alla stampa il genio Maurizio Boldrini:
“Sono iscritto al PD e alle prossime elezioni amministrative di Siena farò la campagna elettorale per il partito al quale sono iscritto e per il cadidato … che sarà scelto”.
Vi ricordate di Piero Tosi? Piero Tosi è la massima espressione della nomenklatura dissestatrice dell’Ateneo da sempre vicino al partito di Ceccuzzi e infatti lo stesso Ceccuzzi esprimeva la propria stima al Tosi.
Vi ricordate di Loriano Bigi? Forse qualcuno se ne sta ricordando in questi giorni.
Vi ricordate Mauro Barni? Mauro Barni in questi anni veniva descritto come il vecchio saggio della politica senese, con un nuovo super partes. Oggi, nel segno della discontinuità, è il primo sostenitore di Franco Ceccuzzi, oltre ad essere un sostenitore della gestione Riccaboni-Fabbro dell’Università. Infatti il Barni in un’iniziativa dell’Associazione Siena Futura del neoceccuzziano Mauro Marzucchi ha tessuto le lodi di Ines Fabbro. O bravo Barni! Perché non ci dà un giudizio sul dissesto universitario e sui responsabili e non ci spiega come mai si è schierato col partito che ha sostenuto i dissestatori?
Vi ricordate il CdA dell’Università? Cannamela nel segno del suo sostegno a spada tratta di Riccaboni ha visto bene di candidare nella propria lista (e qui si pone un problema etico non da poco sui ruoli) il consigliere di amministrazione attuale Cosimo Francini. Ora capiamo perché il Francini è sdraiato davanti a Riccaboni e Fabbro e sostiene la loro politica contro i dipendenti e gli studenti che lui dovrebbe rappresentare. Bella figura! Complimenti!
Vi ricordate che il 15 e 16 maggio si vota per le elezioni comunali? Ecco ricordiamoci chi sono i dissestatori dell’Ateneo, i loro sostenitori seminati nelle liste che appoggiano Ceccuzzi. L’Ateneo, come tutta la Città, necessita di una svolta per risanare non solo l’Ateneo, ma tutte le istituzioni cittadine e non solo finanziariamente, ma anche sotto il profilo etico.
Basta con i dissestatori e basta con i loro supporter politici!
E questo basta ripetiamolo almeno 27 volte!
Ceccuzzi firma la proposta di legge (presentata dal suo compagno di partito Sposetti) per raddoppiare il finanziamento pubblico ai partiti in base a cui i cittadini italiani dovrebbero pagare altri 185 milioni di euro per i loro ruzzini. Vergogna. Dov’è finita la tanto sbandierata moralità dei puristi Diessini?
Aprile 15th, 2011 — Note redazionali
Qualcuno di voi ha visto il film di Checco Zalone “Che bella giornata?“. Nel film si racconta la storia di ‘Checco’, un giovane totalmente assente di capacità che, nonostante ciò, riesce a forza di spinte giuste ad arrivare a collocazioni lavorative di tutto rispetto. Ma Checco è stato talmente tanto abituato a ragionare così da un ambiente circostante che gli ha “insegnato” che studiare e formarsi è una cazzata cosmica, che il fatto che per ricoprire un dato ruolo servirebbero precisi requisiti gli è del tutto oscuro. Ebbene sì, cari amici, il Checco del film è del tutto inconsapevole di come gira il mondo perché nel magico mondo di Checco basta una telefonata del politico giusto – o anche semplicemente dell’amico del solito politico giusto – e puoi fare tutto quello che vuoi. Tutto ciò alla faccia dei disastri che vengono fatti a seguito di quell’incapacità e che necessariamente ricadranno nelle tasche della collettività. Ed ecco allora che Checco viene messo a lavorare in un posto, combina disastri a raffica e, nella migliore delle tradizioni ed in ottemperenza al famoso brocardo latino “*promoveatur ut amoveatur*” sale i gradini della classe sociale, continuando a seminare danni su danni. Fino a che, però, l’inettitudine diventa a tal punto pericolosa che anche gli storici “padrini” non ce la fanno più a parargliele e lo scaricano. In tutto ciò, Checco non se ne capacita, perché chi lo ha sempre raccomandato e gli ha sempre lasciato fare quello che voleva senza uno straccio di competenza, questo ‘lieve’ fattore non glielo ha mai fatto notare. Purtroppo questo film potrebbe tranquillamente essere stato ambientato a Siena. Anche gli unti dal Signore in terra senese sono stati abituati a vivere così; a vent’anni il primo contrattino di collaborazione col partito a fare fotocopie, e poco più, in federazione. Poi da lì la brillante carriera. Prima consiglieri comunali, poi assessori, poi consiglieri in qualche munifico cda. Tutto ciò, senza mai aver fatto un giorno di lavoro.
Questa mentalità, frutto dello scollamento culturale tra questa gente e la vita reale, sta tutta nella proposta di legge sul raddoppio del finanziamento pubblico ai partiti presentata alla Camera dall’ex tesoriere DS Ugo Sposetti che vede tra i firmatari anche Franco Ceccuzzi. Non c’è niente da fare, gente che da sempre è stata chiusa dentro la sezione del partito senza aver mai lavorato non ha idea di come si svolga la vita delle persone normali e quali siano i veri bisogni. Ceccuzzi, sottoscrivendo quella richiesta di raddoppiare il finanziamento pubblico ai partiti non ha capito che la gente chiede altro e che proposte del genere in questo momento non fanno altro che allontanare le persone dalla politica, vedendola solo come una macchina mangiasoldi. Bravo Ceccuzzi, bella sensibilità e grande senso di responsabilità.
Ceccuzzi vuole più soldi pubblici per il suo partito, per farci cosa, per organizzare forum inutili e per far pagare alla federazione qualche contratto in più a qualche giovane zelante che lo circonda e che gli fa da portaborse? Perché Stefano Bisi, dato che proprio Ceccuzzi nella “campagna di moralità” portata avanti dai puristi diessini in cui ha dato l’immagine della massoneria come fosse il più grande male mondiale, non chiede a Ceccuzzi in che rapporto sta il suo personale concetto di etica con la sua richiesta di raddoppiare i soldi pubblici ai partiti e, soprattutto, come Ceccuzzi intenderebbe spendere questi soldi?
I senesi hanno voglia di pagare con le proprie tasse la propaganda politica di Ceccuzzi?
Come direbbe Checco Zalone “Ma che bella giornata”…
Firmato
La Primula Rossa
Il GIP …
Aprile 15th, 2011 — Note redazionali
… HA FIRMATO I RINVII A GIUDIZIO PER I 27 INDAGATI SUL DISSESTO FINANZIARIO DELL’UNIVERSITA’ DI SIENA
Dedichiamo il 5% del nostro inchiostro a Marcello Rustici
Aprile 14th, 2011 — Note redazionali
Ci sono dei personaggi che “ci sono” ma cercano di passare nel dimenticatoio e fanno di tutto per rimanere nei centri delle poltrone e del potere.
Prendiamo ad esempio il neoceccuzziano Marcello Rustici.Tutti si ricordano di lui perchè è stato un sostenitore della nomenclatura universitaria e membro del cda della stessa università.Dirigente del sindacato di cui faceva parte l’amico del Rustici Alessandro Piccini.E guarda caso chi ha beneficiato della mobilità dall’università negli ultimi tempi: Alessandro Piccini e il figlio di Marcello Rustici. Il destino dei due si muove con la stessa mobilità. Inoltre Marcello Rustici è membro del cda dell’aereoporto di Ampugnano e per tal motivo è indagato dalla magistratura. Noi però ci poniamo tre domande:
1) Chi ha nominato Marcello Rustici nel cda dell’Aereporto di Ampugnano e in base a quali competenze dello stesso in materia di aviazione civile? Anche qui il destino è meraviglioso: Alessandro Piccini presidente del consiglio comunale di Siena (il comune di Siena è socio della società dell’aereoporto) e Marcello Rustici membro del cda.
2) Che cosa ci dice il Rustici del suo ruolo nella gestione dell’università di Siena?
3) Come mai Alessandro Piccini e il figlio del Rustici hanno ottenuto la mobilità dall’università?
Una giornata di ordinaria follia. Tombola o porchetta? Ecco in base a quali requisiti si sceglie chi dovrà andare a ricoprire importanti incarichi. Un “caso di scuola”
Aprile 13th, 2011 — Note redazionali
La scena – che si ripete spesso – nasce da una malattia che negli ambulatori della politica ha un nome ben preciso: sindrome da culo scoperto. Panico, sta per scadere un mandato, poco importa se amministrativo o di nomina. Prendiamo il classico caso di scuola. Tizio ha fatto due
mandati da assessore (oppure due mandati in un cda qualsiasi, tanto per gente come Tizio – emolumenti a parte – che si tratti del cda di una bocciofila o di una banca, il grado di impegno è il solito) e allo scadere del secondo mandato al partito scatta l’atroce problema (perché per certa gente sono questi i veri problemi, mica altri): e ora a Tizio cosa gli si fa fare?
Capiamo il drammatico momento, mica vorremo privare Tizio di una buona rendita e di altrettanti benefits? Sarebbe una crudeltà, effettivamente (piccolo particolare, Tizio gode di ottima salute e, quindi, potrebbe andare a lavorare come tutti i comuni mortali). Ecco
allora mettersi subito in moto, con una rapidità inaudita, la burocratica macchina del partito (che se un terzo di questa solerzia fosse stata applicata per capire cosa cavolo stava accadendo alle casse dell’Università in anni e anni di saccheggi, oggi l’Ateneo sarebbe stato vivo e vegeto) ed ecco prodursi il miracolo. Improvvisamente Tizio ce lo ritroviamo nominato in qualche consiglio di amministrazione. E vai, obiettivo raggiunto! Ancora per almeno tre anni Tizio è stato salvato dalla cosa più drammatica che poteva capitargli nella vita: abbassarsi a timbrare un
cartellino in un normale posto di lavoro. In fin dei conti il nostro Tizio, è sempre stato abituato a pensare che il detto “il lavoro nobilità l’uomo” fosse la più grossa stronzata mai detta. Dopo di che può darsi che qualcuno si interroghi sulle competenze del signor Tizio. Ma le competenze
tecnico/professionali che il comune mortale pensa di trovare nel curriculum di chi ascende a tali incarichi, fin troppo spesso non sono propriamente all’altezza delle aspettative. Il curriculum standard prevede la scarsa menzione dei titoli di studio e delle esperienze lavorative svolte, mentre invece trabocca di supercazzole del tipo “Tizio è stato assessore nel comune di vattelaapesca dal 2000 al 2004, poi è stato nominato presidente della tal comunità montana, poi è stato nominato anche nel cda di qualche partecipata pubblica” e così via.. Il che equivale a dire, in buona sostanza che Tizio, grazie ad una precisa tessera di partito, di lavoro non ha mai fatto un cazzo in vita sua e l’unica cosa che ha fatto, invece, èstata quella di farsi campare a spese della comunità. Poco importa se non ha uno straccio di titolo di studio adatto per gli incarichi che va a ricoprire e se ci sono centinaia e centinaia di senesi a cui Tizio non potrebbe allacciare manco le scarpe, i quali però in assenza dell’oliata politica giusta vivono di contratti a tempo determinato magari fino a quarant’anni.
Cavoli loro, avevano a servire una settimana a fila allo stand della porchetta alla festa dell’Unità come ha fatto Tizio per anni. Ecco, questo è il vero curriculum che conta; la selezione della classe dirigente si fa in base a quanti tavoli hai montato per allestire la tombola in Fortezza, non se ti sei fatto un mazzo così a studiare e a fare esperienze lavorative di un certo livello, magari addirittura studiando e lavorando allo stesso tempo.
Ma vi pare possibile che nel 2011 si possa affidare la gestione di Siena a chi ragiona così?
Firmato
La Primula Rossa
Ma come ha fatto lo possiamo sapere?
Aprile 13th, 2011 — Note redazionali
Il signore nella foto, ricandidato al consiglio comunale di Siena e per cinque anni in consiglio provinciale e altri cinque presidente del consiglio comunale, è in aspettativa per motivi politici da dieci anni. Era un dipendente dell’Università di Siena (ha fatto parte anche del CdA di Tosi insieme a Burresi e Iantorno) e oggi, nonostante fosse in aspettativa, è invece dipendente dell’Asl.
Ora questi uffici vorrebbero sapere da lui, visto che molti dipendenti universitari vorrebbero godere della mobilità intercompartimentale senza cambiare città, quali sono le procedure esatte da seguire. Che domanda va fatta all’ente che rilascia il visto? E quale invece all’ente ricevente? Bisogna produrre dei certificati? Qualche tessera? E già che ci siamo, visto che a questi uffici risulta che sia stata in Ateneo istituita una commissione per la mobilità, Piccini può dare qualche suggerimento oppure mostrare uno schemino?
Ci dica ci dica Piccini. Siamo qui ad attendere le sue risposte. Trovi due minuti durante la sua TERZA campagna elettorale per spiegare ai suoi ex colleghi come si fa a lasciare la barca che affonda. E magari, nel contesto, potrebbe dire anche qualche parola di solidarietà o addirittura spiegare perché né lui né il suo partito né l’amministrazione di cui ha fatto parte ha mosso un dito per l’Ateneo.
Siamo curiosi
Firmato
Cesare Mori
Una domanda a Canale 3
Aprile 12th, 2011 — Note redazionali
Ieri sera Canale 3 Toscana ha trasmesso la diretta della presentazione dei candidati di Franco Ceccuzzi. Ora ci chiediamo: ma lo fanno per tutti i candidati, cioè Corradi, Vigni, Pinassi e Nannini. Oppure Canale 3 è diventata di proprietà del PD? No perché siccome, se non ve ne siete accorti, noi siamo esperti di comunicazione ora ci mettiamo a spulciare le leggi che regolano le apparizioni politiche e poi agiamo di conseguenza, informando pubblicamente quali sono le regole della comunicazione politica per i candidati alle amministrative.
Va bene così?
I quattro dell’Ave Maria
Aprile 12th, 2011 — Note redazionali



Che cosa hanno in “comune” questi quattro? Sicuramente sono ex democristiani della “corrente poltrone solo x noi”; poi sono cattolici praticanti e infatti voci dall’alto ci informano che in questi giorni i quattro hanno recitato innumerevoli Ave Maria con la speranza di essere ricandidati in lista con il PD senese;poi i quattro sono di fede ceccuzziana e della Famiglia Monaci( vi ricordata la famiglia M? http://shamael.noblogs.org/?p=1372);infine i quattro hanno partecipato attivamente al governo della città,dell’ateneo,dell’ospedale in questi ultimi 15 anni.Però e qui scatta il mitico però: i quattro sono rientrati nella corrente dei “discontinui”.Semplifichiamo è meglio:”ora noi ci presentiamo come il nuovo, prendiamo x i fondelli i cittadini, facciamo finta di non conoscere il sincado uscente Maurizio Cenni e zitti zitti ritorniamo sulle nostre poltrone in comune perchè a casa ci annoiamo a guardare Il grande Fratello”. Avete capito ora chi sono i quattro dell’Ave Maria? Sono Massimo Bianchi, Alessandro Piccini, Pierpaolo Fiorenzani e Anna Gioia). Non a caso li chiamiamo i quattro dell’Ave Maria perchè come nel famoso film di Bud Spencer e Terenc Hill anche i nostri quattro hanno fatto a cazzotti per rientrare in lista con il PD senese.http://www.youtube.com/watch?v=Ko0dnhxyS98&feature=related E diciamolo ancora una volta: il PD senese è un partito in mano alla Famiglia Monaci e il Ceccuzzi possiamo definirlo il fattore della proprietà.Vi sembra possibile che questa città deve agonizzare sol perchè nelle istituzioni dalla provincia,al comune,alla banca,alla regione ci devono per forza andare i componenti della famiglia Monaci?Ma non si vergognano? Come fanno a votarli gli elettori della sinistra?Pensate al bene della collettività e non della famiglia Monaci.
1) Massimo Bianchi, ceccuzziano di ferro,ex amico della famiglia Monaci, è un assessore uscente della giunta Cenni e si ricandida nel PD dopo un braccio di ferro con Alberto Monaci che non ce lo voleva in lista.Questo Bianchi ha una bella faccia tosta: è stato assessore e ora fa finta di non ricordarselo e si candida con una coalizione che sputa fango sulla giunta uscente.Vi sembra uno da votare e che ispira affidabilità?
2) Alessandro Piccini, vicino al piccolo Alfredo della famiglia Monaci, ma oramai posizionato tra i ceccuzziani, è il presidente del consiglio comunale uscente8anche lui di poca memoria).Vi sembra un altro da votare? Semmai il neoceccuzziano potrebbe spiegare ai dipendenti dell’università questa cosa:http://shamael.noblogs.org/?p=1379
3) Pierpaolo Fiorenzani: lasciamo perdere, sarebbe stato meglio consigliargli di portare a spasso il cane e godersi la pensione.Ma lui non puo’ fare a meno del comune.
4) Anna Gioa, moglie di Alberto Monaci (presidente del consiglio regionale), mamma di Alessandro Pinciani (vicepresidente della giunta provinciale),cognata di Alfredo Monaci (membro del cda di MPS), è consigliere comunale uscente ricandidata dopo la deroga concessa dal PD di Ceccuzzi alla famiglia Monaci. Una sola parola:VERGOGNA!!
Questi sono gli alleati del Ceccuzzi e i padroni del PD senese.Merita tutto questo una bella città come Siena? Mandateli a casa!!!
C’è chi viene giù da Roma e chi giù con la piena: Veltroni ha scelto la seconda
Aprile 12th, 2011 — Note redazionali
Come avevamo già notato, Veltroni come alfiere dello slogan
ceccuzziano “discontinuità con il passato” non è proprio una scelta felice.
Ma, in fin dei conti gli esperti comunicatori ceccuzziani sono stati
coerenti: dato che stanno provando a far credere che Ceccuzzi rappresenti il “nuovo”, perché non provarci anche con Veltroni? Nella loro strampalata logica non fa una piega; nella logica dei normali senesi invece sta sotto la voce ‘cazzata galattica‘*. Ma forse quest’ultima potrebbe avere un nesso. Infatti a proposito di galassie, ad un certo punto del suo intervento, Veltroni ha detto che in questo momento vede tutto nero, e sapete perché? Mica perché c’è la crisi economica e famiglie ed imprese hanno difficoltà a causa di una ripresa che stenta a decollare. Macché, tutte cazzate. Veltroni ha pensato bene di parlare per dieci minuti degli ufo. Si avete capito bene, degli ufo e delle difficili indagini che l’FBI sta portando avanti per verificare se dentro alle navicelle degli ufo ci sono i marziani, tanto da far venire il serio sospetto se chi stava parlando fosse davvero Veltroni o Corrado Guzzanti che gli faceva la parodia. Dopo di che, *manco una parola sull’Università che denunciasse lo scempio economico che ne è stato fatto con ben 27 persone già rinviate a giudizio su 82 indagati; così come non ha detto nessuna parola su Banca e Fondazione. Per la verità, per non far torto a tutto questo, non ha parlato manco dell’esclusione del Palio dalla lista del Patrimonio Unesco. Quindi, penserete voi, dato che è venuto a Siena di cosa ha parlato? Di una mazza.
Un concentrato di banalità con i soliti ed abusati “Siena è una città ricca d’arte”, (ma va’? Per fortuna è venuto a dircelo Veltroni, chissà come abbiamo fatto in tutti questi secoli) la cui utilità si leggeva visibilmente sul volto di un Ceccuzzi tra il teso e il depresso. Un ex big che, evidentemente, ha pensato di potersi permettere il lusso di arrivare a Siena, dimostrare palesemente di non sapere una cippa delle esigenze della città che lo stava ospitando e, nonostante ciò, magari pensare che per il solo fatto di aver scomodato la sua persona facendola scendere in mezzo alla plebe, il popolo bue debba far fioccare voti al PD come neve a Natale. Veltroni come del resto lo stesso Ceccuzzi devono prendere atto che di certi metodi altezzosi ed arroganti la gente ne ha piene le scatole e chi pensa di poter continuare a trattare così le persone è già consegnato alla storia e non per le gesta e per i segni che ha lasciato, ma più semplicemente perché dalla gente è già stato abbondantemente archiviato.
http://www.youtube.com/watch?v=eV9OyGlksQM
Firmato
La Primula Rossa