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Attiriamo l’attenzione su questo ottimo articolo

Indignarsi non serve più, ormai è tempo di agire

Giovanni Grasso. La costituzione di parte civile, da parte dell’Università, nei procedimenti in corso contro i responsabili del dissesto di un ateneo dal glorioso passato, qual è quello di Siena, deve essere il primo passo nell’opera di risanamento. Auspicabile anche la partecipazione di altri membri della comunità accademica, degli enti locali e delle istituzioni cittadine, visti i riflessi sull’economia e sull’immagine della città. Il nuovo sindaco ha l’opportunità di svolgere il ruolo di capofila. Lo farà? Attendiamo la risposta. Fu chiaro sin dall’inizio che la costituzione di parte civile avrebbe svolto un ruolo cruciale nella lotta alla malauniversità. E sorprendentemente, il 19 novembre 2007, nel corso dell’udienza preliminare che vedeva imputato per abuso d’ufficio e falso ideologico l’ex rettore Piero Tosi, si venne a sapere che l’allora Ministro Mussi si era costituito parte civile contro la proroga del rettore e contro la chiamata per “chiara fama” di un docente. In sostanza quel che avrebbe dovuto fare il rettore pro tempore lo fece il Ministro. Purtroppo, anche questi reati sono poi caduti in prescrizione. Oggi risiamo in una situazione identica: ci sono altri capi d’imputazione, un numero maggiore di imputati (compreso l’ex rettore Tosi) che, tutti insieme ed in modo continuativo, avrebbero portato l’ateneo senese allo stato comatoso in cui si trova. Può, l’attuale rettore, non attivarsi affinché l’Università di Siena si costituisca parte civile nei processi che la magistratura sta istruendo? Tutta la materia può essere lasciata alla discrezionalità del rettore? Se il “magnifico” dovesse decidere di non procedere, commetterebbe un reato per omissione d’atti d’ufficio? Mi sembrano domande legittime che mettono alla prova prima di tutto il capo dell’istituzione saccheggiata e distrutta ed, in secondo luogo, coloro per i quali è, ormai, finito il tempo dell’indignazione ed è arrivato quello dell’azione, attivandosi personalmente nella costituzione di parte civile.

I soggetti interessati si preparino a costituirsi parte civile nei confronti dei responsabili del dissesto dell’Ateneo senese. Basta con le impunità e le azioni di controllo proseguano ad ampio raggio compresa l’inchiesta sull’elezione del Rettore Riccaboni

Il dissesto finanziario dell’ateneo senese è il “frutto velenoso” di responsabilità ben precise che la magistratura (anche con tempi troppo lunghi) sta vagliando e su alcune posizioni non dovrebbero tardare decisioni dei giudici a seguito delle conclusioni di alcune inchieste. Quanto avvenuto nei confronti della gestione finanziaria dell’Ateneo è assimilabile a comportamenti “barbarici” e nel suo insieme possiamo definire il dissesto un insieme di comportamenti arroganti,autoreferenziali,corporativi e insultanti della gestione pubblica che poi sono sfociati in veri e propri reati da sanzionare senza sconti e senza remore di sorta.

Non si tratta di estremizzare la situazione e comunque non ci sono nemmeno le condizioni economiche per riportare il disastro dentro una sorta di “sanatoria”, come per dire: “chi è stato è stato … turiamoci il naso e ripartiamo come se niente fosse”. Qualcuno, anzi forse in troppi, speravano in questa soluzione, ma i tempi di certi sultanati son finiti cosi come “il silenzio della rassegnazione”.

Ammetto che la corporazione mista “professori e parte del personale” è ancora  salda e non intende aprire gli occhi su quanto accaduto e in alcuni casi preferisce, per responsabilità personali, nascondersi nella solita e vergognosa “arroganza dell’autonomia dell’ente”.

Non funziona così. Qui si tratta di tutelare il “bene pubblico e la dignità delle istituzioni”. Basta con le corporazioni, il clientelismo di ritorno e i comportamenti restaurativi del modello tosiano.

I Cittadini nel loro insieme attendono delle risposte e le sanzioni doverose nei confronti di chi ha distrutto “un BENE PUBBLICO”. Ed è per questo che nessuno si può sottrarre dalle proprie responsabilità personali e istituzionali.

Mi permetto di evidenziare le azioni da portare avanti utili per rilanciare l’ateneo. E ricordatevi che senza un vero e proprio “repulisti del marcio e degli errori” i problemi strutturali non troveranno soluzioni.

1)    PIENA LUCE SULL’INCHIESTA RELATIVA ALL’ELEZIONE DEL RETTORE RICCABONI;
2)    COSTITUZIONE DI PARTE CIVILE NEI CONFRONTI DEI RESPONSABILI DEL DISSESTO;
3)    VERIFICHE DA PARTE DEGLI ORGANI E DELLE AUTORITA’ COMPETENTI IN MERITO ALL’UTILIZZO PASSATO E ODIERNO DELLE RISORSE ECONOMICHE DEI MASTER UNIVERSITARI;
4)    PIENA LUCE SULLA POSIZIONE DELLA SOCIETA’ INFACT IN RELAZIONE AI RAPPORTI CON LE STRUTTURE E DOCENTI DELL’ATENEO;
5)    PIENA LUCE SUI CONCORSI GIA’ OGGETTO DI PROCEDIMENTI GIUDIZIARI IN CORSO;
6)    VERIFICA SULL’UTILIZZO DELLE RISORSE ECONOMICHE DELLA VECCHIA AREA COMUNICAZIONE E MARKETING DELL’ATENEO;
7)    RIMOZIONE IMMEDIATA DAI PROPRI INCARICHI DENTRO L’ATENEO DELLE PERSONE COINVOLTE NELLE INCHIESTE.
8)  SEGNALAZIONE ALLA CORTE DEI CONTI IL RESPONSABILE DELLE SPESE PER I VOLUMI IN ONORE DI LUIGI BERLINGUER

L’inchiesta sulle elezioni del Rettore che fine ha fatto?

Un’inchiesta o si archivia oppure produce dei risultati (reati e responsabili).

Son trascorsi troppi mesi e ancora nessuna notizia in merito all’inchiesta sull’elezione del rettore. Tutti sanno che ci sono degli indagati e tutti hanno ben capito che se non c’erano delle stranezze l’inchiesta sarebbe stata archiviata subito.

Cosi come non sarebbe sostenibile che su alcuni reati relativi all’inchiesta sul dissesto finanziario dell’ateneo arrivasse la prescrizione.

Noi siamo fiduciosi sull’operato della magistratura, anche perché in Italia esistono degli organi superiori che non solo verificano l’operato della stessa, ma possono intervenire a risolvere problematiche tanto care ai cittadini.

Nessuno pensi di fare delle “sanatorie” per via del risultato delle amministrative e nessuno pensi di cullarsi convinti che in certi uffici faranno passare altro tempo e allungheranno i tempi in modo da salvare coloro che hanno dissestato l’ateneo.

Pubblichiamo volentieri e condividiamo

Assemblea pubblica di Sinistra per Siena

Lunedì 30 maggio, ore 17.30 in Piazza Salimbeni

Confronto con gli elettori sull’azione di Sinistra per Siena in Consiglio Comunale e per sostenere i 4 sì nei referendum del 12/13 giugno

Altresì, come abbiamo già fatto una volta, diamo spazio a Francesco Andreini che ha pubblicato una lettera assai condivisibile in merito ad una querelle sorta su Facebook

Lettera aperta ai compagni del PRC

Cara Luisa,

parto anche io dall’inizio: che non si sapesse se l’accordo ci sarebbe stato è stato più volte dichiarato, ma è stato smentito più volte nel corso della campagna elettorale, e confermato con l’esito del voto, come dirò più avanti.

Si è accettato in un primo tempo che si andasse alle primarie PRIMA della stesura definitiva del programma, salvo poi abbandonarle per non si sa quale motivo (i maligni sostengono perché il regolamento prevedeva l’esclusione dalla carica di assessore per i candidati a sindaco, cosa che non piaceva né a Siena Futura, nota la futura assegnazione di Marzucchi alla carica di vicesindaco, né alla FDS, che aveva come unico esponente da “incaricare” per tutti i ruoli Fiorino). Quindi siamo andati oltre. Altro punto su cui abbiamo ceduto: l’aeroporto; ci siamo contentati di un rinvio, ma sappiamo bene tutti che l’aeroporto continuerà ad assorbire due milioni di euro all’anno (come minimo), confermato anche da Ceccuzzi (ormai l’aeroporto c’è, dicono) in campagna elettorale, e sicuramente sostenuto dai Riformisti “Per Siena”, che hanno eletto una loro rappresentante in consiglio, nonostante la carta etica voluta dalla FDS, evidentemente solo “carta” e poco “etica”. Ma la FDS evidentemente si contenta della carta. Sempre in campagna elettorale Ceccuzzi ha tenuto un incontro pubblico, con “Per Siena” e l’onnipresente Mussari, sul futuro della città; chissà se Fiorino c’è andato (con me ha sostenuto che Mussari era ormai fuori controllo e quindi separato da Ceccuzzi, che però l’ha incontrato nel primo giorno di insediamento in Comune…). Tutto ciò per dire che la coalizione non ha avuto quella chiarezza di intenti che secondo me (e secondo molti elettori) era necessaria per “meritare” il sostegno pieno del PRC. E che dire del fatto che il Regolamento Edilizio, chiesto con forza da Benocci Fiorino e me durante un incontro nella sede del PD presso la Galleria Odeon, ha visto chiedere ed ottenere il rinvio a pochi giorni dalle elezioni? Mi è stato spiegato (solo a me fugacemente da Fiorino) che era una strategia vincente…. vedremo; solo che conservo ancora il verbale del consiglio durante il quale Fiorino affermava che senza Regolamento Edilizio NON avrebbe votato neppure il Regolamento Urbanistico… ma forse se lo è dimenticato…

Per ciò che riguarda i “rancori” (parola da te abusata) tra SEL ed ex DS, non ne so abbastanza, ma conosco la posizione di SEL, che senza PD non esiste, così come una volta (e anche oggi) accadeva per il PdCI, ora nostro alleato. Difficile dire che la nostra alleanza non era preconcetta… forse era solo finalizzata?

Sul termine “nuovo” non mi voglio dilungare, dato che per me non è di per sé positivo (la nostra lista era nuovissima, ci si è vantati di avere un’età media intorno ai 30 anni, ma tutti candidati pressoché sconosciuti, visto che la metà di loro ha preso al massimo 2 preferenze, indice della profonda attività politica svolta e riconosciuta in città).

Facile poi attribuire volontà di poltrone a Laura Vigni, ma come lo dimostri? Potrei dire la stessa cosa alla FDS, visti anche i vari comunicati stampa, ai quali mancava solo il simbolo della lingua, apparsi dopo le elezioni ma prima che uscisse la formazione della giunta, ma l’hai letti?

Le ultime frasi poi sembrano più dirette alla “minoranza” del tuo partito (ma ce ne è una anche all’interno del PdCI) o a me in particolare, che a Laura. La sinistra storica in consiglio non ci sarà per i prossimi cinque anni, perché la “maggioranza” del PRC ha inseguito la poltrona di assessore, e non ha saputo leggere la voglia di protesta che in città hanno raccolto sia la lista di Laura Vigni, sia il movimento 5 stelle, e che avrebbe visto anche la Lega crescere se non fosse stata costretta (anche lei dal nazionale) ad alleanze forzate. Ma perché non ti chiedi come e perché la “cattiva politica” di Laura Vigni (e mia) ha avuto più successo della “buona politica” della FDS? Anche per te gli elettori sono tutti scemi o sono pagati? O forse è stata poco credibile la FDS?

Francesco Andreini

Riproponiamo fedelmente l’articolo pubblicato sul Blog di Daniela Ovadia

La rinuncia ai sogni

Stamattina sono un po’ di corsa, ma ci tenevo a condividere alcune riflessioni suscitate da  questo articolo uscito su La Repubblica. I dati sono impressionanti: 47 per cento dei laureati, in Italia, fa un lavoro sottoqualificato. E così c’è chi, pur di avere il posto fisso, rinuncia a fare ciò per cui ha studiato e accetta, per esempio, di fare il netturbino, o il custode in un museo.

Le domande che mi pongo, e che giro a voi perché non ho una vera risposta, sono le seguenti:
1. È possibile che la paura del precariato porti alla rinuncia totale alle proprie ambizioni personali? E quanto sta accadendo in Italia nel mondo del lavoro sta creando una generazione di rinunciatari?
2. Il precariato esiste anche in altri paesi, come gli Stati Uniti, dove il fenomeno della sottoqualificazione è meno diffuso. Perché? È una questione di mentalità? O è una questione di valore degli studi (le lauree americane valgono di più delle nostre dal punto di vista formativo?)? O, ancora, il precariato in altri Paesi è meno “precario” che da noi e quindi pesa meno psicologicamente sulle spalle dei giovani?
3. È possibile essere felici e soddisfatti solo perché si porta a casa uno stipendio fisso? La stabilità del guadagno consente forse ad alcune persone di essere sufficientemente serene da sviluppare solo nel tempo libero gli interessi personali e culturali che non possono portare avanti sul lavoro? Oppure con la rinuncia alle proprie ambizioni si verifica anche una sorta di involuzione della persona?

Ho un gran rispetto per qualsiasi tipo di lavoro e ho fatto di tutto, dalla cameriera alla tata, dalle pulizie in casa d’altri ai lavori agricoli. Ma era una fase della mia vita in cui il solo fatto di lavorare era un valore, per me: intanto, però, studiavo per un futuro diverso, per fare ciò che davvero mi interessava.

Oggi, se non trovassi altro e dovessi mantenere la famiglia, credo che farei la netturbina senza nessuna remora, ma certamente preferirei un lavoro più faticoso e precario ma più vicino alle mie aspirazioni intellettuali. Inoltre leggo sempre questi articoli con un pensiero alle mie figlie e si rafforza in me l’idea che l’obiettivo della loro educazione è di farle sentire cittadine del mondo, capaci di star bene dovunque si offra loro un contesto adatto alla loro realizzazione personale. Forse questi sono i pensieri di una persona che considera la soddisfazione sul lavoro una parte sostanziale della propria felicità. Per alcuni di voi potrebbe non essere così.

Permettetemi un’ultima considerazione, che esula dalle questioni sociologiche e psicologiche. Ho provato un moto di tristezza leggendo la storia dei custodi con la laurea in archeologia che non possono sfruttare le loro conoscenze facendo da guida al pubblico perché i sindacati considerano ciò un privilegio inaccettabile. Mi pare impossibile, ma sto cercando conferma della notizia. E mi pare che questa sia semplicemente l’altra faccia di un sistema economico e imprenditoriale che chiede ai propri giovani di usare il cervello il meno possibile.

Avanti! Avanti!

Come anticipato da Fratello Illuminato la Magistratura va avanti. Lo racconta la Nazione QN di oggi, sostenendo che per i nomi che qui erano stati già citati (sollevando immaginiamo querele che ora vorremo vedere che seguito avranno) il GIP ha negato gli arresti domiciliari, motivando che ormai è passato troppo tempo e non c’è più bisogno della custodia cautelare. Ora arriva il 415bis … Avanti! Avanti!

P.S. Se i 27 indagati fossero persone serie e degne si autosospenderebbero e, trattandosi di mala gestione di un ente pubblico, renderebbero loro stessi pubblici i propri nomi. Non ci aspettiamo tanto, ovviamente … Rimarranno, a parte qualcuno, attaccati alle proprie sedie finché non verranno a prenderli i Carabinieri per portarli alle udienze. Legittimo impedimento?

Riccaboni e Fabbro: ma che girate a vuoto?

In attesa delle risultanze (non facciamo passare altro tempo, cortesemente) delle inchieste sul dissesto e sulle elezioni del rettore, proponiamo la lettura dell’articolo del Prof. Giovanni Grasso:

SIENA. C’è differenza tra il “piano di risanamento” di Focardi e quello di Riccaboni? No! Nessuno dei due rettori dell’Università degli Studi di Siena è stato in grado di predisporre, come obbliga la legge, iniziative idonee al rientro dal disavanzo d’amministrazione. Inoltre, puntando esclusivamente al prepensionamento indiscriminato dei docenti ed alle dismissioni immobiliari, non si riporterà in equilibrio la gestione finanziaria dell’ateneo senese neppure nel 2016. È per questo che il Ragioniere Generale dello Stato ha censurato il piano di risanamento di Focardi e, conseguentemente, quello di Riccaboni.
Allora, che senso ha che il rettore vada in giro ad illustrare alla comunità accademica un piano di risanamento, inefficace, dannoso e, per giunta, bocciato dai Ministeri competenti?
Sta di fatto che nel consiglio della Facoltà di Medicina – presente anche il personale tecnico ed amministrativo – rettore e direttore amministrativo hanno diffuso un ingiustificato ottimismo dichiarando che nel 2012 e 2013 ci potrebbero essere le condizioni per la presa di servizio dei docenti risultati idonei nei concorsi per professore associato ed ordinario. Peccato che tali edulcorate previsioni fossero smentite proprio dai dati che il magnifico faceva scorrere sullo schermo alle sue spalle!
È del tutto evidente che senza un preventivo risanamento strutturale del bilancio e un ridimensionamento dell’ateneo non ci sarà futuro per la nostra università. Inoltre, la fuoriuscita naturale dei docenti, aggravata dalla politica scellerata dei prepensionamenti, pone, come dice il Cun, «un pesante problema di continuità culturale, scientifica, didattica e organizzativa» al nostro ateneo. Al punto che, in alcuni settori scientifico-disciplinari, sarebbe necessario incentivare la permanenza in servizio dei docenti e non il loro pensionamento. Tutto questo è così evidente che un rappresentante del personale tecnico ha chiesto: «ma come pensate di attrarre gli studenti, se mandate in pensione i docenti? Chi farà lezione?». Ebbene, la domanda è rimasta senza risposta mentre sullo schermo appariva il disavanzo di competenza cumulato al 2015: 23 milioni d’euro di deficit; a condizione, però, che il 60% dei docenti che ne ha i requisiti accetti il prepensionamento e che l’ateneo incameri 50 milioni d’euro con le dismissioni immobiliari. Altrimenti il disavanzo di competenza al 2015 sarà di 99,6 milioni d’euro. Che dire? Demagogia? Dilettantismo? Insipienza? Oppure i docenti sono considerati dei creduloni?

Inoltre proponiamo la lettura di due interessanti e molto pertinenti links:

http://ilcittadinoonline.it/news/137907/Flash_mob_di_DAS_per_protestare_contro__due_pesi_e_due_misure_.html

http://ilcittadinoonline.it/news/137844/Caro_Rettore__Le_scrivo_questa_mia___.html

Che si fa? Si procede o ci deve pensare qualcun altro?

Insomma sono mesi, se non anni che ci sono questi volumi in onore del Sultano di Stigliano la cui pubblicazione è costata 32000 euro fuori bilancio, spesi quindi senza seguire le corrette procedure dal soggetto in foto. Sarà il decimo CdA dell’Università che affronta la questione e alla fine sembra che l’Ateneo debba pagarli e poi denunciare immediatamente la cosa alla Corte dei Conti. Bene. Vogliamo procedere o si pensa che per proteggere il soggetto in foto ancora si debba aspettare molto? Ci deve pensare qualcun altro ad avvertire la Corte dei Conti?

Così per saperlo …

 

 

Che fine ha fatto James Anderson?

Il 17 maggio alle ore 23:29 sulla propria bacheca facebook il candidato del PD Massimiliano Perugini si poneva questo interrogativo di proporzioni internazionali: “Che fine ha fatto James Anderson?” E sempre il Perugini si rispondeva: “ooooooo”…

Ma te pensa quanto è premuroso il Perugini!!! Si preoccupa di avere notizie di James Anderson.

Io ringrazio per la premura e nel contempo gli rispondo che sono sempre stato qui. L’unica differenza sta nel non avere piu’ il profilo su facebook. Una scelta decisa nella nostra redazione.

Siamo tutti qui con il nostro blog Fratello Illuminato.

Se poi il Perugini  non è soddisfatto della mia risposta, nel caso in cui dovesse essere ripescato per entrare in consiglio comunale può tranquillamente presentare un’interrogazione consiliare chiedendo alla giunta di voler sapere: Che fine ha fatto James Anderson?

Tranquilli tranquilli qui nessuno si è persi(o) …

Meditate

Pur non essendo questo blog un competitore politico, tantomeno a livello locale, tuttavia, prima di passare ad altro, vogliamo esprimere anche la nostra analisi del risultato delle elezioni amministrative a Siena. Una campagna elettorale segnata da traditori e venduti, a tutti i livelli. Concordiamo solo parzialmente con quanto dice il commentatore il Santo, in quanto anche lui non fa menzione dei venduti ai Riformisti e al PDL, che invece osanna come mancati protagonisti di una vittoria. Ma il tradimento peggiore è stato ad alti livelli, quando a quindici giorni dal voto qualcuno ha cominciato a lavorare contro la coalizione di Corradi, uscendosene con affermazioni CONCORDATE con l’innominabile giornalista che hanno portato ad una fine di campagna elettorale completamente sballata e controproducente che ha finito per macinare la candidatura di Corradi.
Vogliamo smetterla di parlare per misteri? Affermiamo allora che lo scontro Martelli-Bisi è stato concordato, con le conseguenze che tutti hanno potuto vedere. Tanto più che si è spostata l’attenzione dai problemi veramente gravi che affliggono la città nelle sue principali istituzioni, in primis l’Università ed a seguire Banca e Ospedale, su una battaglia del tutto insulsa e irrilevante per le sorti di Siena e dei suoi cittadini. E chi doveva premurarsi che ciò non succedesse ha invece venduto la campagna a certi poteri che stavano “impazzendo”.
Questo blog prende l’impegno di continuare a seguire, anche con respiro più ampio, la situazione e non si è mai sognato di smettere di proporre le proprie riflessioni.
Ad majora
Cesare Mori e Maestro James