In attesa delle risultanze (non facciamo passare altro tempo, cortesemente) delle inchieste sul dissesto e sulle elezioni del rettore, proponiamo la lettura dell’articolo del Prof. Giovanni Grasso:
SIENA. C’è differenza tra il “piano di risanamento” di Focardi e quello di Riccaboni? No! Nessuno dei due rettori dell’Università degli Studi di Siena è stato in grado di predisporre, come obbliga la legge, iniziative idonee al rientro dal disavanzo d’amministrazione. Inoltre, puntando esclusivamente al prepensionamento indiscriminato dei docenti ed alle dismissioni immobiliari, non si riporterà in equilibrio la gestione finanziaria dell’ateneo senese neppure nel 2016. È per questo che il Ragioniere Generale dello Stato ha censurato il piano di risanamento di Focardi e, conseguentemente, quello di Riccaboni.
Allora, che senso ha che il rettore vada in giro ad illustrare alla comunità accademica un piano di risanamento, inefficace, dannoso e, per giunta, bocciato dai Ministeri competenti?
Sta di fatto che nel consiglio della Facoltà di Medicina – presente anche il personale tecnico ed amministrativo – rettore e direttore amministrativo hanno diffuso un ingiustificato ottimismo dichiarando che nel 2012 e 2013 ci potrebbero essere le condizioni per la presa di servizio dei docenti risultati idonei nei concorsi per professore associato ed ordinario. Peccato che tali edulcorate previsioni fossero smentite proprio dai dati che il magnifico faceva scorrere sullo schermo alle sue spalle!
È del tutto evidente che senza un preventivo risanamento strutturale del bilancio e un ridimensionamento dell’ateneo non ci sarà futuro per la nostra università. Inoltre, la fuoriuscita naturale dei docenti, aggravata dalla politica scellerata dei prepensionamenti, pone, come dice il Cun, «un pesante problema di continuità culturale, scientifica, didattica e organizzativa» al nostro ateneo. Al punto che, in alcuni settori scientifico-disciplinari, sarebbe necessario incentivare la permanenza in servizio dei docenti e non il loro pensionamento. Tutto questo è così evidente che un rappresentante del personale tecnico ha chiesto: «ma come pensate di attrarre gli studenti, se mandate in pensione i docenti? Chi farà lezione?». Ebbene, la domanda è rimasta senza risposta mentre sullo schermo appariva il disavanzo di competenza cumulato al 2015: 23 milioni d’euro di deficit; a condizione, però, che il 60% dei docenti che ne ha i requisiti accetti il prepensionamento e che l’ateneo incameri 50 milioni d’euro con le dismissioni immobiliari. Altrimenti il disavanzo di competenza al 2015 sarà di 99,6 milioni d’euro. Che dire? Demagogia? Dilettantismo? Insipienza? Oppure i docenti sono considerati dei creduloni?
Inoltre proponiamo la lettura di due interessanti e molto pertinenti links:
http://ilcittadinoonline.it/news/137844/Caro_Rettore__Le_scrivo_questa_mia___.html
3 comments ↓
Notizia sentita stamattina a Radio Siena: ‘bilancio consuntivo 2010, spuntano altri debiti. Mancano 5 milioni. Disavanzo tocca quota 37mln’….
[…] le affermazioni del rettore Riccaboni). – Fratello Illuminato – Il blog (25 maggio 2011). Riccaboni e Fabbro: ma che girate a vuoto? Pubblicato da Giovanni Grasso in Commissariarla per salvarla,Emergenze,Per riflettere il 25 […]
[…] le affermazioni del rettore Riccaboni). – Fratello Illuminato – Il blog (25 maggio 2011). Riccaboni e Fabbro: ma che girate a vuoto? Share this:TwitterFacebookLike this:LikeBe the first to like this […]