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ULTIM’ORA – Buonconvento (SI)

Gira voce che uno dei nostri lettori, il nostro virtuale ospite Roberto Vivarelli, capogruppo di centro sinistra per Buonconvento, quello stesso che dopo aver fatto il presidente della Tenimenti alla scadenza del mandato come nulla fosse è stato assunto come top manager col ruolo di direttore generale e amico strettissimo di quel Lorenzo Borgogni venuto alle ribalte della cronaca per una cosuccia come l’affaire Finmeccanica stia lavorando (e questa, in effetti sarebbe la vera notizia) per candidarsi a sindaco di Buonconvento. I nostri migliori auguri.

I Senesi “finti” sono in attesa delle dimissioni del consigliere comunale David Chiti. E velocemente!!!

Non sappiamo se riderci sopra o se bestemmiare in turco: abbiamo trovato un video della “cena degli auguri 2010 dell’associazione NOI presieduta dall’esperto di bar David Chiti”. Nelle interviste del video una non poco faziosa giornalista afferma che i “Senesi veri” sono quelli che partecipano all’associazione NOI (http://www.youtube.com/watch?v=DplaJU-0kYo&feature=related) Non avevamo dubbi. I “Senesi finti” sono quelli che la mattina si alzano per andare a lavorare, che aprono dei bar seguendo le procedure e le regole, i Senesi finti sono quelli che non dicono “Noi” ma che si sentono “TUTTI”; si sentono una comunità alla pari e pretenderebbero che le istituzioni pubbliche siano al servizio di “TUTTI” e non di “pochi NOI”. E durante le interviste la giornalista pone sempre l’accento sui “senesi veri” vicini all’associazione “NOI”. Preso atto che i “Senesi veri” sono con il Chiti, allora lo stesso faccia una cortesia a quelli “finti”: dimettiti dalla carica di consigliere comunale visto che sei coinvolto nell’inchiesta sul buco finanziario dell’ateneo senese per via dell’affidamento del bar di Via Roma 56. Le dimissioni renderebbero libere le istituzioni da queste vicende giudiziarie e sicuramente anche le forze politiche di maggioranza potrebbero recuperare un minimo di credibilità. Credibilità che con la vicenda Chiti, senza ritornare su quella del Panti, è sprofondata negli abissi. Fate un po’ voi. Magari nel contempo i due soci onorari dell’associazione NOI, Franco Ceccuzzi e Luigi Borri, potrebbero suggerire al proprio presidente di dimettersi. E non solo: anche il prof. Piazzi Alessandro potrebbe suggerire al Chiti questo passo serio verso la città; visto che lo stesso Piazzi era presente a quella famosa cena degli auguri dei “Senesi veri” e in quella occasione parlando dell’azienda ESTRA aveva affermato questo: “L’azienda seguirà l’associazione NOI”. Non si capisce bene il nesso tra le attività di ESTRA e l’associazione NOI e del perché di questo rapporto privilegiato, anzi così diretto. Invece di seguire l’associazione NOI il Piazzi faccia una bella cosa: chieda le dimissioni del Chiti.

Vediamo quanto durerà questa farsa sulle spalle della cittadinanza e dell’etica istituzionale. Le famose carte e codici etici … buonanotte al secchio!!!

Scooppone della redazione di Fratello Illuminato. Scoperta una cava di “umanisti” e “garanti”. E un inedito manoscritto della SUMma criminum

La lettura di questa nostra inchiesta tutta italiana è consigliata ad un pubblico adulto, agli organi di informazione e al mondo della cultura. Ci troverete intrecci imbarazzanti e vi renderete conto con i fatti del perché in Italia esista la fuga dei cervelli e i motivi della decadenza culturale in generale. Inoltre troverete ulteriori conferme sullo sfascio in cui hanno ridotto i luoghi del sapere e della formazione quei personaggi legati alla solita nomenclatura universitaria che dissestava a Siena, Firenze e Roma. Buona lettura.

Il SUM, come descritto dallo stesso sito web, si presenta così:

L’Istituto Italiano di Scienze Umane (SUM) è un’università statale dedicata all’alta formazione e alla ricerca nelle scienze umane e sociali. Promuove e coordina programmi di dottorato, post-dottorato e master di secondo livello, aperti a studenti provenienti da tutto il mondo. Organizza e sviluppa progetti di ricerca.

Girellando girellando scopriamo che

L’Istituto ha costituito una Fondazione quale raccordo con la società civile e sostegno per le proprie iniziative da parte dei privati.

E a questo punto ci siamo convinti che da un istituto di umanisti e scienziati poteva venir fuori solo una Fondazione di altrettanti illustri umanisti e scienziati. Tra i fini umanisti della Fondazione SUM troviamo come membri del consiglio di amministrazione Cesare Geronzi (Capitalia), Riccardo Fusi (Baldassini-Tognozzi-Pontello), Marco Tronchetti Provera, Gabriele Galateri di Genola, Gianmarco Moratti e Corrado Passera. Nella home page della Fondazione possiamo leggere in sintesi la missione e le linee guida:

La Fondazione è destinata a rappresentare il recettore privilegiato delle istanze della cultura non accademica, dell’opinione pubblica e in genere della società civile. La Fondazione opera anche il fund raising destinato ad alimentare iniziative nel campo delle scienze umane in una prospettiva innovativa. Il legame con le scienze umane del mondo finanziario e industriale, infatti, è sempre stato carente nel nostro Paese. Quando in forme labili si è realizzato, è stato inteso, per lo più, come atto di mecenatismo e non come un investimento.

Che dire? Una Fondazione umanista in mano a degli umanisti di alto rango: la famosa finanza umanista. Tra un “titolo tossico”, gare d’appalto, spionaggio telefonico, fallimenti aziendali, probabilmente alternavano la lettura de “I dolori del giovane Werter” con “Le Confessioni di Sant’Agostino”. Attualmente il Corrado Passera è ministro del governo Monti e quindi è presumibile che abbia lasciato questi incarichi. Su di lui per ora sorvoleremo.

Parliamo del primo umanista della finanza, il famoso Cesare Geronzi. Il Geronzi umanista è stato condannato dal tribunale di Parma alla pena di 5 anni di reclusione per bancarotta fraudolenta e usura aggravata (http://www.politicamentecorretto.com/index.php?news=44564).

Un altro umanista della finanza è Riccardo Fusi della Baldassini-Tognozzi-Pontello. Vi ricorderete sicuramente di lui: è quello che umanizzava con Denis Verdini, un altro umanista di alto livello (http://ilcentro.gelocal.it/pescara/cronaca/2011/09/11/news/appalti-indagini-chiuse-su-fusi-e-verdini-barattelli-verso-l-archiviazione-2995103  e leggetevi anche questo pezzo di grande umanesimo http://www.repubblica.it/cronaca/2011/12/05/news/l_aquila_raccomandazione-26127005/).

Anche il Tronchetti Provera è un fine umanista e infatti il 24 novembre si è recato dai magistrati per una non equivoca disquisizione letteraria, come si evince da qui (http://www.repubblica.it/economia/finanza/2011/11/24/news/interrogato_marco_tronchetti_provera-25524350/).

Che cosa c’era scritto sulla home page della Fondazione SUM? Et voilà: “Il legame con le scienze umane del mondo finanziario e industriale, infatti, è sempre stato carente nel nostro Paese. Quando in forme labili si è realizzato, è stato inteso, per lo più, come atto di mecenatismo e non come un investimento”. Dovete insistere perché non abbiamo ancora capito “il legame” tra i tre umanisti appena descritti e le scienze umane. Piucchealtro i tre sembrano vicini al legame con le scienze giuridiche penalistiche.

Ritorniamo all’Istituto SUM, ben rappresentato da questi altri quattro fenomeni umanisti.
Il primo in assoluto è l’autore di quella vomitevole Ode a Piero Tosi, ovvero il genio di Via Roma 57 e di tutto il mondo antico, Maurizio Bettini. Su di lui abbiamo scritto anche troppo e forse sprecando tempo vista la caratura del personaggio. Lui lo trovate in entrambi i luoghi cardine del dissesto: sia al SUM sia nell’università di Siena.

Il secondo fenomeno umanista del SUM, ma anche dell’università di Siena è quel famoso scienziato che aveva accusato i barbari del furto del tetto dell’Abbazia di San Galgano, l’intellettuale Omar Calabrese.

Il terzo scienziato è Aldo Schiavone, amico del garante e musicologo stiglianese e intellettuale (così dicono) di una certa sinistra moderna. La famosa sinistra dei pranzi allo Squero di Rimini. Infatti Schiavone e Bettini si litigavano la sinistra del tavolo nonché la chela sinistra dell’aragosta.

Il quarto umanista è uno dei capi della cricca dei dissestatori di atenei, il pessimo Loriano Bigi. Dissestatore a Siena e dissestatore al SUM. Una carriera passata a dissestare con umanesimo.

Ecco alcuni studi fatti dalla Guardia di Finanza e dalla magistratura di Firenze sul SUM. In questo caso quelli del SUM da “studiosi” sono diventati “studiati” (http://corrierefiorentino.corriere.it/firenze/notizie/cronaca/2011/22-settembre-2011/peculato-truffa-indagini-sum-1901607223034.shtml; http://firenze.repubblica.it/cronaca/2011/09/22/news/regali_viaggi_e_cene_tanto_paga_l_universit_del_sum-22075449/; http://www.ilfattoquotidiano.it/2011/09/23/abuso-dufficio-e-spreco-di-denaro-pubblico-a-firenze-i-big-del-pd-finiscono-nei-guai/159606/)

Ma non è finita: ora viene il bello(il brutto piu’ che altro!). L’Istituto SUM tra i propri organismi ha “Il Collegio di garanzia” e indovinate un po’ chi sono due dei garanti? Uno è il dissestatore dell’università La Sapienza di Roma nonché esperto di concorsi universitari per figli oltre ad essere un grande amico di Jolanda Cei Semplici, il famoso Luigi Frati (anche questo rettore si chiama Luigi); il secondo è il cocco del garante dei garanti, ovvero Angelo Riccaboni noto abusivo dell’Università di Siena. In questo caso possiamo affermarlo con certezza: i rettori di Siena diventano tutti garanti. Avete capito bene: il rettore abusivo di Siena è membro del collegio di garanzia del SUM. E a tal proposito ritornano alla mente le dichiarazioni dell’abusivo del mese di settembre 2011:


Come si può vedere l’abusivo Riccaboni sosteneva che l’Ateneo senese col SUM non c’entrava niente. A parte che Calabrese, Bettini e Bigi erano stati comandati al SUM negli anni in cui l’abusivo faceva il Preside; a parte che l’Ateneo di Siena è stato espropriato di due dottorati trasferiti dai due umanisti suddetti al SUM mentre l’abusivo faceva il presidente del Nucleo di Valutazione; a parte tutto questo noi possiamo anche credere che l’Ateneo sia estraneo, ma che lo sia il Riccaboni ci sentiamo, visto quanto riportato sopra, di escluderlo decisamente. Fra l’altro non risulta che si sia ancora dimesso dal comitato di garanzia, per la qual cosa invitiamo a raggiungerlo il garante di tutti i garanti, non appena si sarà liberato dagli impegni che presto gli dovranno assegnare il Ceccuzzi e il Chiti. La garanzia di tutte queste belle cose sarà molto più garantita alla presenza di cotanti garanti. E ci sembra che valga la pena di interessare non solo i garanti, ma vista la filza di reati commessi da alcuni membri della fondazione e dagli “umanisti” di cui sopra, di chiedere alla Magistratura – che gode della infinita fiducia di tutti i succitati – una ancora maggiore attenzione di quella che, peraltro molto intensa, hanno esercitato sinora.

Caro Ministro Profumo: basta con i traccheggi!!!

Ci stupisce e non poco il “modus traccheggiandi” del Ministro Profumo. La situazione è chiarissima: il Ministro annulli entro 7 giorni il decreto di nomina del rettore eletto irregolarmente Angelo Riccaboni. Agisca da “tecnico” e non perda altro tempo ad ascoltare il musicologo di chiara fama. Trascorsi 7 giorni daremo incarico ai nostri uffici legali di presentare alla Procura di Roma un esposto per omissione di atti di ufficio per la mancata revoca del decreto di nomina

Dopo quelle del salto in lungo partono le olimpiadi del “salto dell’appuntamento”?

Dopo la lettura dell’intervento del consigliere comunale del PD Lorenzo Brenci pubblicato in data odierna sul Corriere di Siena abbiamo consultato i nostri fini analisti politici (per certi interventi i fini analisti sono indispensabili!!) e dalla consultazione è emersa un’ipotesi plausibile.

Ceccuzzi ha mandato avanti il Brenci per attaccare Pierluigi Piccini e quindi creare le condizioni politiche favorevoli per far saltare l’appuntamento del 9 dicembre  tra lo stesso Ceccuzzi e il Piccini? L’ipotesi che circola tra i fini analisti sembrerebbe questa. Il vecchio trucco dei politicanti: creo il nemico per poi giustificare la mancanza di confronto.

Sinceramente la cosa più di tanto non c’interessa. Sono problematiche del Ceccuzzi e del Piccini. Ci lascia però perplessi il modo di agire di questo consigliere  Brenci. Con tanti problemi che vive la città e le varie difficoltà che attraversa la stessa maggioranza taluni signori continuano con la solita e consunta polemica personale nei confronti di tutti quelli che non solo non stanno amministrando, ma che la pensano in modo diverso. Mai un gesto o un momento di autocritica. Proprio il Brenci parla: ha sostenuto la nomenclatura universitaria tosiana e l’ascesa di Riccaboni, non ha mai detto niente a difesa dei lavoratori colpiti dalle azioni vergognose dell’amministrazione universitaria, non ha detto una parola sull’indagato Chiti consigliere comunale del PD, non ha detto una parola sui pronunciamenti di Gabriello Mancini che accusava anche lo stesso Brenci per le responsabilità sul come è stata gestita la fondazione MPS. Insomma, dopo tutto questo silenzio, il prode Brenci oggi scrive le solite litanie in stile politichese e per niente interessanti. Con tutti i problemi che vivono i cittadini che cosa gliene fregherà se il “Piccini è stato scorretto politicamente nei confronti del Ceccuzzi”? Praticamente niente. Il Brenci carica con eccesso di valore un incontro del tutto ininfluente per la cittadinanza. Nemmeno fossero le consultazioni da Napolitano o le udienze private dal Papa. Cortesemente, volate bassi e pensate ai problemi reali di questa città. Se l’appuntamento dovesse saltare il 25 dicembre è sempre e comunque il giorno di Natale. Non come gli altri anni vista la crisi economica. Ce l’hai presente la crisi economica caro Brenci?

La vice-redattrice del nostro blog, Marianne Franceschi, intervista la Dottoressa Carla Fineschi

“Spero però che tutti noi italiani non subiremo come sempre ma cominceremo a protestare, in modo lecito e civile, per riprendere in mano la nostra vita.”
Ho il piacere di intervistare la Dottoressa Carla Fineschi, già ospite del nostro blog, per affrontare dei temi di notevole importanza: la condizione delle carceri italiane e il disagio giovanile. Dottoressa Fineschi il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ha lanciato un nuovo allarme sulla situazione di vita nelle carceri italiane. Per il Capo dello Stato, infatti, la condizione carceraria “troppo spesso appare distante dal dettato costituzionale sulla funzione rieducativa della pena e sul rispetto dei diritti e della dignità delle persone”. Che cosa ne pensa e che valutazione si sente di dare?

L’art.27 della nostra costituzione sancisce il principio rieducativo e socializzante della pena, ma certo la realtà è ben diversa. Le carceri italiane sono sovraffollate, degradate e con pochissime risorse. Per far mangiare un detenuto lo stato italiano spende circa 2 euro al giorno,  il personale è poco e con pochissimi strumenti da utilizzare.I detenuti di fatto stanno in un ambiente angusto per circa 20 ore al giorno e non avendo spazio neppure per passeggiare sono costretti a stare sdraiati nella loro brandina per tutto il giorno. Fa ancora più male sapere che circa il 70% dei ristretti è in attesa di giudizio (cioè potenzialmente innocente) ed è POVERO. Chi ha qualche risorsa economica non finisce in carcere o se succede permane molto poco. Dentro gli extracomunitari senza permesso di soggiorno e fuori i nostri politici corrotti … Giustizia è fatta!

Alcune sue proposte per il miglioramento della vita nelle carceri italiane?

Il miglioramento di questa situazione possiamo ottenerlo con maggiori risorse, maggiore equità, depenalizzazione dei reati minori ed anche buona volontà dei dirigenti responsabili. Al carcere di Siena, ad esempio l’arrivo di un nuovo commissario di polizia penitenziaria e di un direttore di ampie vedute hanno permesso un cambiamento positivo nella vita dei detenuti che ora si impegnano in attività formative e risocializzanti e sarebbe importante che i cittadini potessero conoscerli.

Le attuali condizioni economiche e la confusione politica rendono ancora più ampie le disparità sociali e quelle generazionali. E la debolezza del sistema culturale e sociale colpisce soprattutto il vasto mondo giovanile. Secondo Lei è solo questo il problema o ci sono concause che creano situazioni di disagio?

I giovani del nostro tempo hanno sicuramente importanti problematiche di tipo “depressivo”, si sentono impotenti nel cambiare la loro vita e sopratutto non sanno darsi parametri valoriali. Credo però che gli adulti dovrebbero riflettere su quali messaggi educativi ed imitativi abbiamo dato loro. I giovani vedono che tutto è permesso se abbiamo un ruolo istituzionale o una ricchezza e quindi aspirano a diventare importanti e denarosi. Vedono però chiuso anche questo “percorso”, perchè ormai da 40 anni ci sono sempre gli stessi potenti. Chi invece vorrebbe percorrere una strada fatta di studio e lavoro senza chiedere aiuto sa di essere destinato a frustrazioni e delusioni continue. Ogni strada ai giovani è dunque chiusa e la reazione abbastanza plausibile è quella della demotivazione e del cinismo, della deresponsabilizzazione e spesso si ricorre per fuggire da questo senso d’inutilità a droghe ed alcol.

Che risposta dare ai giovani? E’ solo un problema interno all’ambito familiare?

I giovani hanno bisogno di modelli positivi, di una società che cominci a premiare il merito ed a punire la disonestà ed hanno necessità di adulti che sappiano metter loro limiti .Si dovrebbe educarli alla responsabilità, alla solidarietà ed all’empatia con le persone bisognose. Insegnare che aiutare gli altri è una ricchezza. Dare dunque valori non solo educandoli verbalmente ma mostrando un comportamento corretto. in questo la famiglia e le figure genitoriali sono basilari, anche se non possono essere le uniche agenzie formative.

Un suo personale giudizio sulla situazione politica italiana?

La situazione politica attuale mi disgusta, non vedo nessun segno di cambiamento. La manovra del governo Monti conferma le mie paure, nessuna equità. Trovo che la nostra economia paga la corruzione di anni, l’incompetenza dei nostri politici, che hanno garantito i propri privilegi e di tutta la casta. Trovo inutile cercare moneta se non si riducono le spese. Praticamente gli italiani dovranno pagare perchè politici e dirigenti continuino a fare scelte scellerate. Nessuno ha parlato di far pagare l’ici alla chiesa, di pagare meno (molto meno) politici, amministratori, magistrati ecc.. Non è cambiato nulla se non che ormai siamo guidati non più dai nostri parlamentari, ma da economisti che faranno l’interesse dei paesi forti dell’Europa (che non coincide con gli interessi degli italiani). Spero però che tutti noi italiani non subiremo come sempre, ma cominceremo a protestare, in modo lecito e civile, per riprendere in mano la nostra vita.

Una domenica uggiosa cenando allo Squero

Che domenica uggiosa ieri! Una colazione articolata con la redazione Illuminata e poi via sulla Siena-Bettolle, uscita Colonna del Grillo, breve sosta a Arezzo e nuovamente in marcia verso il Passo del Muraglione direzione Rimini. Un giorno da turisti nella Rimini invernale: giornata uggiosa, poca gente e niente distrazioni viziose. Una Rimini pensata non sulla scorta del sogno estivo, ma con la sguardo misto tra quella felliniana e quella bettiniana. Dai Vitelloni felliniani ai dissestatori summiani. Che cosa ci ha condotto ieri verso la la città dell’Adriatico? Volevamo e ci siamo riusciti, immolarci nella faticosa impresa già praticata da Schiavone e Bettini trascorrendo una giornata di duro lavoro a Rimini, concludendola con un’altrettanta faticosa cena allo Squero di Rimini. Ed eccoci seduti come due esperti culinari e degustatori di vini dal palato attento. Lo Squero, un ristorante di classe che segnaliamo volentieri. La serietà e la correttezza del luogo e dei proprietari non confondiamola con quella di alcuni clienti di passaggio.

Appena dentro il mitico Squero captiamo l’atmosfera avvolgente e gli odori gradevoli della cucina. Senza volerlo, dopo esserci presentati: buonasera, abbiamo prenotato un tavolo per due … avete una prenotazione a nome James Anderson. Superate le formalità d’ingresso, ci siamo seduti con eleganza al tavolo invitante e costoso. Dopo uno sguardo interrogativo al ristorante: dove sarà il lato cancelleria? … procediamo con l’ordinazione. Il prefetto Mori si concede come antipasto un “salmone marinato al timo”, di primo “risotto al profumo di mare bianco” e come secondo “fritto misto dell’Adriatico”. Il Maestro James, antipasto “veraci alla marinara”, di primo “gnocchi alla ricciola” e il secondo “astice nostrano”. Niente contorni e niente dolci. Abbiamo pasteggiato con vini da “cancelleria”. Più o meno il pasto di Schiavone e Bettini, con la differenza (non da poco) che il conto è stato pagato con i soldi di Cesare Mori e James Anderson. Mentre i due summiani ecco cosa facevano allo Squero di Rimini all’ora di pranzo: “Come si è potuto andare avanti così per anni? I documenti contabili sarebbero stati modificati, occultati o smarriti. Oppure palesemente inventati come nel caso del pranzo tra Schiavone e Bettini a Lo Squero di Rimini, un pranzo motivato “col coordinamento della ricerca” ma in realtà per la Finanza “è un evento personale”. Di sicuro, ad esempio, sono state acquistate di 30 bottiglie di vino fatte passare per materiale di cancelleria.(stralci dell’inchiesta sul SUM di Firenze)”

I due summiani allo Squero “coordinavano la ricerca”, noi solo le mascelle. Si vede che siamo gente di campagna.

Riceviamo e pubblichiamo. “Se Roma ha i suoi Scilipoti, Siena ha i suoi Scilipanti”

Illustrissimo Maestro,
in un momento in cui ci si appresta ad affrontare pesantissimi sacrifici per uscire da una crisi che mette a repentaglio il presente ed il futuro dell’intero paese, in un momento in cui la nostra città con la crisi della banca e dell’università non ha più prospettive per il futuro, parlare di moralità ed onorabilità è probabilmente cosa vana e secondaria.
Ma siccome la credibilità delle Istituzioni è requisito necessario, per quanto non sufficiente, per riprendere un cammino che non sia di solo degrado, mi permetto di ritornare sul caso della nomina dell’avvocato Panti in Fondazione MPS.
A parte le ironie sul fatto che se Roma ha i suoi Scilipoti, Siena ha i suoi Scilipanti oppure, come già evidenziato da qualcuno, su quelli che riescono a scendere in campo a partita finita senza che loro se ne siano accorti ( la citazione in tal senso de “Il Federale” di Tognazzi è quanto mai calzante), ci viene il dubbio che il sindaco Ceccuzzi sia fuori dalla realtà.
Non solo non si è accorto per decenni che i comuni limitrofi ed in particolare Monteriggioni costruiscono a ridosso dei confini del comune di Siena, ma nel caso del neodeputato gli è sfuggito che lo stesso risulterebbe coinvolto in un procedimento giudiziario con il signor Marignani (sì, proprio quello del PDL) dove l’imputazione sarebbe più o meno quella di “circonvenzione di incapace” in merito all’acquisizione di terreni nelle vicinanze dello stadio che non si farà e che nelle previsioni dei due compari avrebbero dovuto diventare edificabili.
Si da il caso che il reato citato sia uno dei più odiosi e che al primo cittadino sia sfuggito che tra i requisiti richiesti, per la nomina in Fondazione, ci siano la competenza e la onorabilità è cosa che lascia sgomenti.
Certo, nel caso di Davide Chiti, il sindaco non poteva prevederne la richiesta di rinvio a giudizio, anche se ce ne erano le avvisaglie e sarebbe stata opportuna maggiore prudenza.
Ma nel caso di Panti è difficile credere che prima di fare la nomina il sindaco non si sia informato.
In ogni caso o si tratta di dabbenaggine oppure di disprezzo per le Istituzioni.
Tertium non datur!
Lettera firmata

Le verità “mancine”

La “discontinuità” parola tanto usata quanto abusata in questi giorni, fino a svuotarla del vero significato,riecheggia sulle bocche e sui documenti politici della politica senese e degli amministratori pubblici, generando la finta idea che fino ad oggi Siena fosse governata da “altri”, dai marziani o da schieramenti di altra connotazione politica. I “polli” di turno che hanno avvalorato questa finta idea sono state le forze di opposizione presenti in consiglio comunale: sono state più “continui” delle forze di maggioranza. Da veri polli politici quasi a far passare un’altra idea ancor più deleteria e inutile della “discontinuità”: gli sbagli della maggioranza diventano anche nostri dentro un rapporto di equilibri finalizzato al non cambiamento e alla compensazione attraverso future nomine. Chi sono i discontinui: il rettore abusivo che continua con il modus operandi della cricca dei docenti tosiani, il consigliere comunale Chiti che in campagna elettorale sbandierava “carte etiche” e oggi è indagato nell’inchiesta del dissesto dell’università, i consiglieri di maggioranza che votavano e votano tutto quello che propongono il sindaco e il presidente della provincia? Sono questi i “discontinui”? Nella vita e anche in politica ammettere di aver sbagliato non è un delitto e nemmeno la fine di una storia: ci si assume le responsabilità socializzandole e alla luce del sole per poi ripartire, e valutare se ripartire con i responsabili (ravveduti???) o cambiare con la pratica di una vera “discontinuità”. E’ così tanto difficile per i consiglieri comunali di opposizione e maggioranza fermarsi e ripartire con queste valutazioni? Convocate i consigli comunale e provinciale e sviscerate tutto: responsabilità e proposte utili e coerenti. Senza arroccamenti ideologici e difese esclusive del primato della corrente o del partito politico. Vi costa tanto chiedere le dimissioni di un rettore irresponsabile e illegittimo, vi costa tanto chiedere le dimissioni del consigliere Chiti, vi costa tanto sviscerare le responsabilità sulla crisi economica nel suo insieme e sulla gestione fondazione e banca MPS? Una classe dirigente e degli amministratori pubblici responsabili e fedeli agli interessi dei cittadini non perderebbero altro tempo. O forse non possono? Le vicende del rettore e del consigliere Chiti sono solo questioni giudiziarie? Se così è allora fate una bella cosa, smettetela di fare la morale agli altri e chiudete le sedi dei partiti. Le vicende della Fondazione e della banca sono solo questioni del mercato, dei soci privati e in mano alle banche creditrici? Allora fate un’altra cosa: occupatevi solo dei mercatini di Natale.

Le verità e le responsabilità stentano ad emergere o forse le verità sono quelle dichiarate da Gabriello Mancini: tutti sapevano e noi eseguivamo gli “ordini”. Tanti silenzi, troppo “discontinui fasulli” e ai cittadini non rimangono che le sole “verità mancine”. Pur con le responsabilità nella gestione, almeno una volta tanto, il Mancini è stato più chiaro delle forze politiche di maggioranza e di opposizione. E questo la dice lunga sulla discontinuità.

Maestro James

Il senatore Paolo Amato chiede al Ministro di revocare la nomina del rettore abusivo

E con argomentazioni stringenti che, preveniamo subito i soliti ideologizzati, con le parti politiche non c’entrano proprio niente. A parte che anche le forze di governo locale evidentemente nei loro volantini esprimono le stesse identiche opinioni. E a parte che il rettore abusivo si è fatto proteggere per mesi proprio da quella parte politica lì.