Le verità “mancine”

La “discontinuità” parola tanto usata quanto abusata in questi giorni, fino a svuotarla del vero significato,riecheggia sulle bocche e sui documenti politici della politica senese e degli amministratori pubblici, generando la finta idea che fino ad oggi Siena fosse governata da “altri”, dai marziani o da schieramenti di altra connotazione politica. I “polli” di turno che hanno avvalorato questa finta idea sono state le forze di opposizione presenti in consiglio comunale: sono state più “continui” delle forze di maggioranza. Da veri polli politici quasi a far passare un’altra idea ancor più deleteria e inutile della “discontinuità”: gli sbagli della maggioranza diventano anche nostri dentro un rapporto di equilibri finalizzato al non cambiamento e alla compensazione attraverso future nomine. Chi sono i discontinui: il rettore abusivo che continua con il modus operandi della cricca dei docenti tosiani, il consigliere comunale Chiti che in campagna elettorale sbandierava “carte etiche” e oggi è indagato nell’inchiesta del dissesto dell’università, i consiglieri di maggioranza che votavano e votano tutto quello che propongono il sindaco e il presidente della provincia? Sono questi i “discontinui”? Nella vita e anche in politica ammettere di aver sbagliato non è un delitto e nemmeno la fine di una storia: ci si assume le responsabilità socializzandole e alla luce del sole per poi ripartire, e valutare se ripartire con i responsabili (ravveduti???) o cambiare con la pratica di una vera “discontinuità”. E’ così tanto difficile per i consiglieri comunali di opposizione e maggioranza fermarsi e ripartire con queste valutazioni? Convocate i consigli comunale e provinciale e sviscerate tutto: responsabilità e proposte utili e coerenti. Senza arroccamenti ideologici e difese esclusive del primato della corrente o del partito politico. Vi costa tanto chiedere le dimissioni di un rettore irresponsabile e illegittimo, vi costa tanto chiedere le dimissioni del consigliere Chiti, vi costa tanto sviscerare le responsabilità sulla crisi economica nel suo insieme e sulla gestione fondazione e banca MPS? Una classe dirigente e degli amministratori pubblici responsabili e fedeli agli interessi dei cittadini non perderebbero altro tempo. O forse non possono? Le vicende del rettore e del consigliere Chiti sono solo questioni giudiziarie? Se così è allora fate una bella cosa, smettetela di fare la morale agli altri e chiudete le sedi dei partiti. Le vicende della Fondazione e della banca sono solo questioni del mercato, dei soci privati e in mano alle banche creditrici? Allora fate un’altra cosa: occupatevi solo dei mercatini di Natale.

Le verità e le responsabilità stentano ad emergere o forse le verità sono quelle dichiarate da Gabriello Mancini: tutti sapevano e noi eseguivamo gli “ordini”. Tanti silenzi, troppo “discontinui fasulli” e ai cittadini non rimangono che le sole “verità mancine”. Pur con le responsabilità nella gestione, almeno una volta tanto, il Mancini è stato più chiaro delle forze politiche di maggioranza e di opposizione. E questo la dice lunga sulla discontinuità.

Maestro James

3 comments ↓

#1 Mancini dichiara on 12.04.11 at 15:29

dal cittadino online

“L’occasione, nella sala calda e confortevole dell’Hotel degli Ulivi, era quella giusta. Al convegno organizzato dall’associazione Confronti, Gabriello Mancini, presidente della Fondazione Mps, attorniato dagli amici della ex-Margherita, ha approfittato di una garbata domanda diretta del moderatore Cesare Peruzzi per togliersi diversi sassolini dalle scarpe.

Ed è stato di una chiarezza assoluta. “I Consigli comunale e provinciale erano al corrente della situazione, conoscevano esattamente la capacità finanziaria della Fondazione e ci hanno ordinato lo stesso di procedere sulla strada dell’aumento di capitale nella scorsa primavera. Tutto perché nelle loro intenzioni si doveva salvaguardare la non scalabilità della banca a tutti i costi. Chi non era d’accordo se ne poteva andare a casa”.

E il soldato Mancini è rimasto in trincea a eseguire gli ordini. “Non toccava alla Deputazione stabilire se la non scalabilità si doveva ottenere col 50,1% o con una quota minore come il 30%. Loro sapevano che avremmo dovuto fare i debiti, per sostenere la nostra parte, e insieme al consiglio di amministrazione del Monte dei Paschi ci hanno assicurato che in cinque anni ci avrebbero garantito 1 miliardo di utili solo per la Fondazione per sostenere l’investimento”. Prosegue il presidente di Palazzo Sansedoni: “Così noi abbiamo fatto un debito da pagare in sei anni, e al momento attuale le prime rate sono state pagate in anticipo sulle scadenze. Noi dipendiamo dagli utili della banca e – vista la situazione attuale – ci siamo attivati per reperire le risorse necessarie per fare fronte agli impegni con l’aiuto dell’advisor Mediobanca per le difficoltà provenienti dal valore a ribasso del titolo MPS, e anche per delineare gli scenari futuri e le strategie opportune”.

Senza fare direttamente nomi e cognomi, Gabriello Mancini ha richiamato alle proprie responsabilità tutti gli attori della vicenda, compresi i singoli consiglieri comunali sia di maggioranza che di opposizione, esprimendo sconcerto verso coloro che sembrano cadere dalle nuvole e affermano di essere stati all’oscuro di tutto. Anche le forze politiche che, pur partecipando alla maggioranza consiliare, non esprimevano “propri rappresentanti” all’interno della Fondazione non potevano non sapere tutto quello che si doveva sapere: questo è il succo dell’intervento. In mezzo a qualche applauso si è sentita parzialmente dissonante solo la voce di Fiorenzani, ex amministratore margheritino del Comune, forse per una “excusatio non petita”.

Riguardo all’intervento ipotizzato della Cassa Depositi e Prestiti, Mancini ha confermato le trattative in corso, aggiungendo che sarà decisiva la giornata di lunedì, in quanto nella manovra che presenterà Monti ci dovrebbero essere le modifiche ai vincoli attuali, che rendano possibile all’Ente – guidato da Franco Bassanini – impegnarsi nella partecipazione al capitale delle Fondazioni e delle banche, rispetto alla normativa vigente. Poi il presidente della Fondazione si è soffermato sulla situazione finanziaria degli enti locali, che hanno mutui in essere che contano sulle erogazioni di Palazzo Sansedoni per il pagamento delle rate. Mancini ha assicurato che la Fondazione continuerà a fare la sua parte, garantendo, pur con evidenti difficoltà, che “le rate verranno onorate”.

La tavola rotonda odierna era stata organizzata per parlare dell’innovazione in Toscana dall’associazione “Confronti”, con apprezzabili interventi di diversi relatori, ma è indubbio che l’attenzione dei presenti era rivolta tutta alle parole che avrebbe pronunciato il presidente della Fondazione, che, per una volta, non si è fatto attendere. Complice l’atmosfera amica, ci è sembrato anche abbastanza rasserenato per il fatto che negli ultimi giorni il titolo MPS è risalito in borsa, tornando verso quel valore che “protegge” dall’escussione del “covenant” da parte di Mediobanca e Credit Suisse. Certo che non ci sembra gran cosa avere Mediobanca in casa col doppio ruolo di creditore e consigliere. Ma in Italia il conflitto di interessi è roba ormai corrente. ”

http://www.ilcittadinoonline.it/news/144098/Durissimo_atto_d_accusa_di_Gabriello_Mancini.html

#2 francesca on 12.05.11 at 08:33

Ogni tanto leggo il vostro blog e ora vi dico una cosa: credo seriamente che tutte le notizie che date, le dobbiate firmare in prima persona, altrimenti tutto perde il suo valore, e il lettore fa fatica a orientarsi. Non nascondetevi : penso che sia l’epoca giusta per andar fieri delle proprie battaglie. Saluti. Francesca

#3 Maestro James on 12.05.11 at 09:09

Cara Francesca, grazie per la rilfessione sincera che illustri alla nostra lettura. Noi non scriviamo nel “nascosto”. Siamo nel visibile e il valore di quanto produciamo è rafforzato dalla linea editoriale impersonale. Il Blog non è un luogo occulto. Siamo tutti e nessuno.Siamo riconoscibili nell’universalità del valore e nella significanza delle nostre battaglie. Le firme sono di tutti o meglio di crede in questi valori diversi dall’omertà e dalla cricca. Il nostro non è timore ma solo una scelta per non personalizzare uno scontro.

Con stima, Maestro James