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Dicembre 19th, 2011 — Note redazionali

“L’onorevole Parisi(PDL) mi ha assicurato che la Gelmini ti nomina”
Luigi Berlinguer che fa pressioni sulla Gelmini da una parte e il partito di Verdini che preme ulteriormente per far nominare dalla Gelmini il professore Angelo Riccaboni. Il famoso “inciucio al neutrino”. Questa volta è il coordinatore del partito di Verdini di Siena Claudio Marignani che interviene per chiedere sostegno per il suo amico Angelo attraverso l’onorevole Massimo Parisi del PDL, braccio destro di Denis Verdini.
Chi è Massimo Parisi? Massimo Parisi è il braccio destro di Denis Verdini e indagato insieme a Verdini come dimostra questo link (http://www.ultimaora.net/notizie-cronaca/indagato-verdini-finanziamenti-pubblici-al-giornale.html)
Avete capito bene tutti a questo punto. Un gruppo trasversale si è attivato non tanto per la nomina di Riccaboni (poi avvenuta attraverso questi inciuci), ma per tutelate il sistema marcio della nomenclatura universitaria.
La coalizione del centrosinistra senese che aveva difusso qualche giorno fa un manifesto che chiedeva “rigore, chiarezza, etc..” con chi sta? Con il rettore irregolare nominato con questi inciuci o con i cittadini onesti che hanno e stanno subendo le angherie di questa cricca? O forse quel manifestino ha lo stesso valore di quella carta etica che valeva per gli altri ma non per l’indagato David Chiti? Ricordando a tutti che lo stesso Chiti è indagato nell’inchiesta sul buco dell’università.
Il presidente del consiglio comunale Alessandro Piccini non ha niente da di dire?????
Dicembre 18th, 2011 — Note redazionali
Correva l’anno 2008 e un paio di dissestatori come Enzo Martinelli (sindaco revisore) e Valter Gioffrè (a quel tempo membro del cda) tramavano per difendere sé stessi e la cricca. Di Enzo Martinelli abbiamo appreso dai giornali che si trova tra i 18 indagati, mentre Gioffrè era già stato colpito da “provvedimento d’interdizione” perché si bilocava (missioni false). Martinelli aveva un problema da risolvere quando correva l’anno 2008 e quindi chiede aiuto (ricevendolo) al bilocantesi Gioffrè. Il problema di Martinelli? Più che un problema il Martinelli non voleva ammettere di aver partecipato, coprendolo, al dissesto universitario e si era infastidito dal fatto che il membro del cda dell’università Davide Cantagalli, aveva presentato una mozione di sfiducia nei confronti dei revisori dei conti. E noi aggiungiamo: Cantagalli aveva fatto bene. Avete capito? Invece di ammettere le proprie responsabilità quel soggettone di Enzo Martinelli pretendeva protezione e naturalmente quel signore così sensibile di Gioffrè si era prodigato in lungo e largo per aiutare l’amico Enzo. Il bilocato infatti aveva contrastato la mozione del Cantagalli. Ecco un altro esempio di come funzionava la gestione dei dissestatori: i sindaci revisori coprivano il culo ai vertici dell’ateneo e in cambio alcuni docenti membri del cda coprivano il culo ai sindaci revisori. E pensare che questo Gioffrè pochi giorni fa, corre l’anno 2011, ha partecipato al tavolo istituzionale sui problemi dell’università presieduto dal sindaco Ceccuzzi. Ma te pensa: per affrontare i problemi dell’università c’era uno dei “problemi” della stessa università dissestata. Anche in questo caso la bilocazione funziona: dissestatore e risanatore contemporaneamente. Che bella (si fa per dire) gente dentro quel povero ateneo……
P.S. La prossima puntata su Gioffrè sarà illuminante sul come il rettore abusivo Riccaboni copriva e copre i dissestatori.
Dicembre 18th, 2011 — Note redazionali

Alla tenera età di settantanove anni è consigliabile tanto riposo, brevi passeggiate con o senza cane a guinzaglio, la lettura di un libro o la compilazione di un cruciverba e soprattutto consigliano di non affaticare la gola e le mani. La quasi totalità degli esperti concorda nel consigliare quanto appena scritto. Ovviamente, ci sono anche le eccezioni tra i settantanovenni. Su tutti spicca l’ex rettore, ex ministro, ex membro del Csm,parlamentare europeo nonché garante dei garanti del PD, Luigi Berlinguer. Lui sì che alla tenera età di settantanove anni non sta fermo un secondo e cosa più eclatante non segue il consiglio del riposo della gola. Parla e scrive come ai bei tempi dell’invenzione di quella vergognosa e nefasta riforma dell’autonomia universitaria. Il garante ha costruito la sua carriera “utilizzando” la città di Siena e le sue istituzioni; ha costruito nel tempo una rete trasversale di rapporti e ha collocato i suoi fedelissimi in ogni dove. Aveva costruito un partito dentro il partito e una città dentro la città e lo snodo del potere era appunto l’università di Siena. Nel pieno del suo dominio sulla città grazie alla rete trasversale riesce a sconfiggere in alleanza con Mazzoni della Stella la componente riformista dei socialisti, l’anima popolare del PCI e stringe una stabile alleanza con la componente cattolica capeggiata da Rosy Bindi e con il gruppo di Comunione e Liberazione. Successivamente mette fuori gioco l’ex sindaco Piccini dalla corsa per la presidenza della Fondazione Mps e tenta di occupare sia la fondazione che la banca. Gli riesce solo l’operazione contro Piccini. Sulla presidenza della fondazione e della banca ne esce sconfitto. Da quel momento anche i suoi fedelissimi capitanati da Alessandro Starnini e Saverio Carpinelli diventano minoranza dentro il partito senese; poi l’assessore alla sanità toscana Enrico Rossi rimuove la fedelissima di Luigi dal ruolo di direttore generale dell’ospedale, la famosa Jolanda Cei Semplici.Nel 2006 arriva il colpo finale: la fine del rettorato di Piero Tosi. Dopo anni di dominio, il controllo sulla città viene meno; ed era un controllo che gli ha permesso di diventare ministro e poi membro del Csm. Come tutti gli imperi nati ambiguamente anche quello di Luigi Berlinguer è finito con tutte le contraddizioni inevitabili. Lui non intende capacitarsene e quindi scalpita e le prova tutte per resistere alla realtà fattuale. Pensate che era riuscito, nel 2004, a farsi reintegrare in servizio presso l’università di Siena pur essendo in pensione, attraverso un atto arbitrario firmato dall’ex rettore Piero Tosi. Non contento, si è fatto regalare anche dei volumi in suo onore, grazie al diretto interessamento del mitico Boldrini; libri ordinati senza autorizzazione degli organi dell’università e per i quali è stata interessata la Corte dei Conti, perché non devono essere pagati con i soldi della stessa università. Il massimo del riconoscimento da parte del partito nel quale ricopre il ruolo di garante arriva con la nomina del figlio Aldo nel cda della banca Antonveneta. La nomina del figlio Aldo, banchiere di chiara fama, segna la consacrazione dell’accordo tra Luigi Berlinguer e Franco Ceccuzzi; un accordo che era stato raggiunto a ridosso delle ultime elezioni amministrative. A Luigi interessava soprattutto riprendersi in mano l’università con l’ausilio dell’abusivo Riccaboni e quindi, alla luce di questo accordo, si spiega la telefonata tra Berlinguer e Riccaboni finalizzata a spingere la Gelmini per la firma del decreto di nomina; al Ceccuzzi la guida della città e il Mussari da riconfermare alla presidenza della banca. Una riconferma quella di Mussari non più gradita agli uomini di Berlinguer. Naturalmente dentro questo accordo Luigi Berlinguer pretendeva e forse anche ottenuto(almeno a parole) l’isolamento dalle future gestioni dei fratelli Monaci, soprattutto di Alberto. E infatti Ceccuzzi e Luigi Berlinguer resistono anche all’evidenza e sperano nella salvezza di Riccaboni, in modo da utilizzare l’abusivo come freno all’azione politica di Alberto Monaci, indebolire il fratello Alfredo attraverso il ruolo del ceccuzziano Alessandro Piccini e contrastare Enrico Rossi sul versante azienda ospedaliera. E già questo dimostra l’inadeguatezza e la sconfitta culturale e storica per Ceccuzzi e Luigi Berlinguer: le inchieste della magistratura stanno mettendo in luce numerose complicità e responsabilità in merito al dissesto finanziario con indagati dello stesso PD e di quella cricca di dissestatori da sempre legata all’ex rettore Berlinguer; mentre dall’inchiesta sulle elezioni del rettore emergono fatti e comportamenti che descrivono un clima di intrallazzi e di inciuci tra funzionari ministeriali, politici senesi e parlamentari europei e italiani(anzi la parlamentare italiana) del PD e del PDL (gruppo di Verdini). A questi soloni però sfugge un dato essenziale: in gioco non ci sono le poltrone di due o tre funzionari di partito ma gli enti pubblici e il futuro di quasi 2000 persone. Un futuro compromesso da una banda di dissestatori e da una nomenclatura nata e cresciuta all’ombra di Luigi Berlinguer, compreso quel fenomeno da fumetti dell’abusivo Riccaboni. Oggi come oggi alla gente dei giochini di Berlinguer e Ceccuzzi non gliene frega un bel niente.E fortunatamente la magistratura non agisce e non decide “ a colpi di telefonate” e non è soggetta agli inciuci, come quelli che hanno convinto la scienziata del “neutrino” Maria Stella Gelmini. Altro che per il “bene dell’ateneo” caro Luigi Berlinguer; raccontale a veglia queste novelle. Per comprendere invece con chiarezza il pessimo giudizio che Luigi Berlinguer ha di Siena, a conferma del mero “utilizzo per la carriera personale e degli amici stretti” delle istituzioni locali, basta l’ultima frase dello stesso Luigi Berlinguer durante la conversazione con l’abusivo Riccaboni: “Stai attento a questa città”. Caro sindaco Ceccuzzi come mai uno dovrebbe “stare attento a questa città”? Che cosa voleva dire il parlamentare del PD Luigi Berlinguer? Solo chi si sente in colpa o agisce fuori dalle regole e dai comportamenti etici può esprimersi in tal senso. E di fatti sia la nomina di Riccaboni sia quella della condannata della Corte dei Conti Ines Fabbro avvengono dentro un contesto di rapporti ambigui, volgari e lesivi di una corretta gestione delle istituzioni pubbliche. Significativa in tal senso è la conversazione tra l’abusivo Riccaboni e quel Tomasi, dirigente del ministero. Una conversazione squallida e che mette in luce gli intrighi della cricca.
Mi sorge spontanea una domanda: tra le forze politiche nessuno si pone il problema degli effetti dell’inchieste della magistratura e soprattutto coloro che in campagna elettorale pretendevano di dettare “codici etici” come riescono a coniugare quei proclami con il sostegno a un rettore abusivo e intrallazzatore e con la presenza di un consigliere comunale indagato dentro l’inchiesta del buco finanziario dell’università?
Ah dimenticavo, forse ci pensa il garante dei garanti a garantire per tutti. Così come diceva alcuni mesi fa il professore Angelo Riccaboni: “le inchieste della magistratura finiranno in una bolla di sapone”. Di balle ne ha raccontate diverse questo Riccaboni fino ad oggi; di bolla per ora solo quella speculativa. Con tutti questi neutrini universitari si sta freschi.
Maestro James
Dicembre 18th, 2011 — Note redazionali
ELENA di Troia mi ha detto che le BUSCO.
Dicembre 17th, 2011 — Note redazionali
Gelmini: “Se avessi saputo delle irregolarità non avrei nominato Riccaboni”. Domanda: come mai il garante dei garanti non ha avuto la sensibilità istituzionale, nell’interessarsi di far nominare il suo amichetto, di dire al ministro che c’erano delle indagini in corso? Dice di aver fatto pressioni per il bene dell’università, ma a quanto pare il bene dell’università passa da tutt’altre parti, anche perché da quando è stato nominato il suo amichetto e la maestra elementare, già condannata UNA PRIMA VOLTA dalla Corte dei conti, il disavanzo di amministrazione è cresciuto di 7 milioni di euro e nell’assestato 2011 la tendenza è a un disavanzo di competenza di 29 milioni invece che 18 come nel 2010 e la Corte dei conti ha sulla scrivania quasi più carte che la Procura della Repubblica di Siena. Inoltre il risanamento è stato spostato di due anni (2017). Non ci sembra proprio che il Sultano abbia fatto il bene dell’università e il suggerimento di prendere “misure anche drastiche” ci pare abbia sortito l’unico risultato – vista la macelleria sociale – di far rivoltare suo cugino Enrico nella tomba. A proposito di Corte dei conti: ma cosa aspetta il disinteressato Luigi Berlinguer a staccare un bell’assegno di 26.210 euro per tappare almeno il buco dovuto ai volumi dedicati a lui? Faccia il bene dell’Ateneo: PAGHI. E stia un po’ zittino ché ormai ha già parlato anche troppo.
Dicembre 16th, 2011 — Note redazionali
Dicembre 16th, 2011 — Note redazionali

Tra i vari aspetti negativi che hanno contraddistinto e che continuano a contraddistinguere il modus operandi della cricca universitaria “garantita” dall’ex rettore Luigi Berlinguer c’è il disprezzo per le istituzioni locali e per la città nel suo insieme. A conferma di questo disprezzo da parte della cricca ritorna alla mente un episodio che ci hanno raccontato alcuni mesi fa ma che avevamo rimosso. Ci riferivano di un colloquio (non sappiamo se di persona o telefonicamente) tra il professore Antonio Cardini e l’abusivo Angelo Riccaboni. Il berlingueriano Cardini consiglia all’abusivo di fregarsene della politica senese e di accordarsi con Mussari e Ceccuzzi solo quando servono i soldi. Avete capito? Il membro della cricca Cardini e l’abusivo Angelo Riccaboni considerano le due più importanti istituzioni locali come due bancomat. Vogliamo sperare che sia Mussari che Ceccuzzi prendano immediatamente le distanze da questa cricca capitanata dal rettore irregolare Angelo Riccaboni. Per troppo tempo questa cricca ha umiliato l’università e la città: ora basta. Mussari e Ceccuzzi reagiscano a tutela del buon nome delle istituzioni contro la cricca. E al Ceccuzzi consigliamo di interrompere qualsiasi tavolo istituzionale con il professore Angelo Riccaboni e con la condannata dalla Corte dei Conti Ines Fabbro, visto che questi due post-dissestatori si trovano ai vertici dell’ateneo a seguito di inciuci e pressioni indebiti tese a favorire la nomina del Criccaboni.
A proposito, questo a beneficio del corpo docente soprattutto di medicina, ci riferivano che durante i colloqui tra i due berlingueriani, Cardini e Riccaboni, lo stesso Cardini diceva al Riccaboni che i docenti Galeazzi e Cozzolino dovevano essere “castigati”. Non c’è male. Doveva essere un luogo di cultura e di ricerca, ma in mano alla cricca l’università di Siena sempra piu’ un covo di tribù in guerra perenne.
Mandate velocemente a casa Riccaboni, la Fabbro e il resto della cricca. E vergognatevi per una vita intera. Tutto questo sullo spalle dei lavoratori onesti e dei cittadini di una città civile.
Dicembre 16th, 2011 — Note redazionali
Ci chiediamo cosa intendesse dire il garante dei garanti nonché musicologo MINISTERIALE di chiara fama e principe del sultanato di Stigliano dopo che aveva brigato con il suo supposto avversario politico,il verdiniano ministro Mariastella Gelmini nonché con varii funzionari ministeriali per far convalidare l’abusivo degli abusivi. Semmai è la città che dovrebbe stare attenta a questa gente, cosa che non ha fatto. E chissà cosa intendeva quando suggeriva di utilizzare “anche mezzi drastici”. E che interesse ha protetto brigando per questo? Aspettiamo la risposta a tutte queste domande, ma non GIUDIZIARIA: vogliamo una risposta POLITICA che è cosa ben diversa.
Per i mezzi drastici forse abbiamo noi una risposta: forse intendeva applicare il famoso motto latino “PER ASPERA AD ASTREA”.
Scusate abbiamo scritto ASTREA? Un refuso, evidentemente …
Dicembre 15th, 2011 — Note redazionali
Un’ulteriore conferma che l’università era ed è gestita da una cricca di dissestatori che invece di levarsi cortesemente dai loro incarichi le facevano e continuano a farle di tutti i colori per non mollare la sedia. Così facevano ai tempi di Tosi, così stanno facendo con Riccaboni. Loro non mollano e l’università precipita. A conferma dei vari rapporti ambigui tra i dissestatori e ambienti del Ministero dell’Università risulterebbe esserci un contatto confidenziale tra l’ex presidente dei sindaci “copritori” (dovevano essere revisori, ma non hanno adempiuto ai loro obblighi!!!) Enzo Martinelli e una parlamentare del centrodestra, così par di capire.
Il dissestatore Enzo Martinelli, anzi, il sindaco “copritore” dei dissestatori, sentendosi offeso del fatto che il direttore amministrativo Emilio Miccolis voleva sgombrarlo (giustamente!!!) chiama in suo soccorso mezzo mondo. Quello che più inquieta è il soccorso chiesto a questa, par di capire, parlamentare. Il Martinelli, spocchioso e illimitato come il suo solito, chiede alla parlamentare l’intervento diretto del Ministro o del Direttore Generale del Ministero. La parlamentare, chiaramente in buoni rapporti con il “copritore capo” gli risponde “stai tranquillo … faccio subito”.
Avete capito in che mani era ed è l’università? Nelle mani di una cricca. Tutto questo agitarsi del Martinelli perché pretendeva che dal ministero partisse una telefonata per dire al D.A. dell’Università di Siena Emilio Miccolis di “stare un tantino calmo”.
Il Martinelli Enzo mica si è posto il problema dei danni fatti all’Ateneo. No. Lui doveva pensare al suo sederino intoccabile. Ma vergognatevi per un’intera vita.
Dicembre 15th, 2011 — Note redazionali
A conferma degli stretti rapporti restaurativi di una classe dissestatrice e a conferma che l’abusivo è lì per coprire i pozzi di merda insieme all’amica stretta di Jolanda, lo sapete che anche nel novembre del 2010 i due raffigurati si davano appuntamento? E dove? Nel solito posto. Chissà dov’è questo solito posto …