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Tucci, Corsini, Marzucchi e, soprattutto, Valentini non sono stati capaci di dire una parola sulla vicenda dell’accessorio. Ci potrebbero spiegare come mai?

All’indomani della storica sentenza emessa da Cammarosano sull’accessorio dei dipendenti universitari, non registriamo una parola che è una dai seguenti candidati a sindaco: Tucci, Marzucchi, Corsini e Valentini. Tutti gli altri hanno espresso una posizione durissima sull’operato del duo dell’incapacità e dell’insulsaggine Criccaboni & Fabbro chiedendone, correttamente le dimissioni. Come mai, ci chiediamo, costoro giocano a nascondino, trincerandosi dietro queste cazzate della cittadinanza studentesca, dei servizi, della fava e della rava? A parte che non si capisce bene chi dovrebbe darli questi servizi se si accetta supinamente, come hanno fatto questi quattro, che i lavoratori vengano allegramente macellati (a parte l’unico caso in cui si sono mossi con carità pelosa per i 64 dipendenti della Cooperativa, che sono per l’appunto dipendenti della cooperativa e non dell’Ateneo). Non una parola di solidarietà in questi anni, non un volantino, niente. Ma quello che troviamo più stupefacente è l’atteggiamento del Valentini che, fra l’altro, è anche un sindacalista. La ragione delle superscazzole del Valentini sull’università vanno ricercate sicuramente nel fatto che fra chi lo sostiene abbondano i dissestatori e i filodissestatori. Come fa il Valentini a chiedere le dimissioni di Riccaboni e Fabbro quando tra i suoi candidati c’è quel filodissestatore, anzi per stare sulla sua materia quell’ur-dissestatore di Roberto Venuti? Come fa a prendere posizione dura e netta quando tra i suoi sostenitori possiamo individuare: Maurizio Boldrini, Gabriella Piccinni, Roberto Morrocchi, Fiorino Iantorno, Katia di Rienzo et alii? E va bene, non dica niente, ma almeno che sia niente davvero, non quelle cretinate sulla cittadinanza studentesca che sono frutto, ovviamente, della pluriennale mania di Fiorino Iantorno, tosiano convinto e che condivide i sogni megalomani del suo antico maestro. Per non parlare dell’ombra del Presidente del Consiglio regionale Alberto Monaci, sponsor di Tosi e Focardi, che dovrebbe rappresentare tutti i toscani (e difatti era ad eleggere il Presidente della Repubblica) che non dice una parola (né l’ha mai detta) su questa ed altre vergognose vicende. Egli altri professori universitari vicini al Valentini (Mancuso e Minnucci)? Non sono stati in grado di suggerire niente al loro candidato da dichiarare, invece di quelle cazzate? Evidentemente no. E perché, ci chiediamo? E ci rispondiamo: PERCHE’ SONO COLLUSI CON LA CRICCA UNIVERSITARIA!!! Ecco perché!!! Altra spiegazione non c’è, a meno che non la vogliano dare loro. Siamo disponibili ad accogliere un’eventuale risposta, se ne hanno una alternativa.

Resta il fatto che il PD (che pure ha addirittura coordinatori comunali, provinciali, regionali, nazionali, mondiali, universali sulle tematiche universitarie) NON HA DETTO UNA PAROLA NE’ OGGI NE’ MAI. Questo rende del tutto evidente che NON VANNO VOTATI. Così, semplicemente.

P.S. Il sindacato più vicino al PD farebbe bene a chicchierare meno, invece, visto che il risultato ottenuto dai lavoratori non è certo merito loro, né del loro legale. Anzi, hanno tentato fino all’ultimo momento di non farli i ricorsi e di mettersi d’accordo, anche a danno dei lavoratori. Se non c’erano altri sindacati e gli ottimi avvocati Cassigoli e De Mossi e dipendeva dalla CGIL e da Di Noi l’accessorio i dipendenti lo rivedevano il giorno del poi e il mese del mai.

Finiamola con questa ignobile e vergognosa farsa

Prefetto_di_ferro_Questi uffici ritegono che sia giunto il momento in cui chi di dovere prenda le decisioni naturalmente conseguenti alla vergognosa situazione dell’Ateneo senese. La sentenza di oggi che vede condannati i due incompetenti e abusivi Criccaboni & Fabbro con tanto di danno erariale allegato che ci auguriamo che la commensale della Fabbro Acheropita Mondera Orange provvederà tempestivamente a rilevare e CONDANNARE mette la parola fine a tutta questa ignobile farsa, cui molti politici locali si sono prestati, del risanamento, del rilancio e di tutte queste cazzate.

A questo punto questi uffici chiedono a chiare lettere che il magistrato di turno mandi un maresciallo dei Carabinieri, un appuntato e due Carabinieri scelti a INTERDIRE IMMEDIATAMENTE Riccaboni e Fabbro. Tengono questi uffici a far presente che il dissestatore Tosi è stato interdetto per molto meno. Inoltre, sempre il magistrato di turno, deve chiamare a deporre tutti i membri del consiglio di amministrazione passato al fine di chiedere lumi sul perché non si siano opposti ad una disposizione che, la sentenza lo dice chiaramente, era TOTALMENTE ILLEGITTIMA.

Tutto questo senza parlare della caterva di esposti e denunce che sono depositate nel corso di questi ultimi due anni e mezzo e dei quali, ad oggi, i signori magistrati se ne sono infischiati allegramente, salvo ora non avere tempo perché è crollato il MPS (cosa peraltro ampiamente prevista da anni, almeno da qualcuno).

Comunque guardate, è facile e veloce, cari magistrati. Il vostro collega vi ha alzato l’ennesima palla da schiacciare. Si fa alla svelta a dare seguito. Su su. E tutti i cari politici locali, soprattutto quelli del PD che pure riportano la maggiore responsabilità di questo disastro e non si sono mai degnati di prendere posizione sulla vicenda, speriamo si rendano conto di aver pestato una bella merda. A maggior ragione quelli che ieri l’altro sono diventati presidenti di comitati elettorali appoggiando discorsi assurdi sull’Ateneo e oggi alle 9.30 si sono dovuti ciucciare questo sedano. Complimenti! Un’arguzia ed un tempismo non da tutti. Avrebbe potuto farla D’Alema questa figura di merda.

TUTTI A CASA, SOPRATTUTTO CRICCABONI E FABBRO!!!

Riceviamo e pubblichiamo. Marco Falorni candidato sindaco di Impegno per Siena

marcoLa sentenza del giudice del lavoro di Siena, che conferma il diritto dei lavoratori dell’Università di vedersi riconosciuto quel salario accessorio che dal 2011 gli era stato abusivamente sottratto, fa giustizia di un arbitrio contrario non solo alla legge, ma anche alla comune morale. Questa decisione, inoltre, sottolinea in modo emblematico la pesante responsabilità amministrativa e politica della dirigenza dell’Ateneo, che ha preteso di fronteggiare la grave crisi finanziaria dell’ente, non ponendo fine agli sprechi che l’avevano prodotta, bensì facendone ricadere il peso sui lavoratori, che in questo caso hanno visto decurtata parte della loro retribuzione, in altri, come per i lavoratori della cooperativa solidarietà, sono stati licenziati. A questo punto giudichiamo indifferibili le dimissioni del rettore e della direttrice amministrativa, atto che già da tempo avrebbe dovuto essere compiuto per le note e ancor più gravi ragioni. Chiunque ritenga davvero che per Siena l’Università è un’istituzione strategica e vitale dovrebbe sentire il dovere di fare propria questa richiesta, invece di indulgere a compromessi e aperture di credito verso coloro che ormai possono essere definiti “il problema” del nostro Ateneo.

Impegno per Siena

Riceviamo e pubblichiamo. Eugenio Neri sulla vicenda dell’Ateneo

neri“In questi anni, la politica ha abdicato al suo ruolo di indirizzo, con un comportamento globalmente passivo, nonostante il tentativo di violazione della legge in atto all’Università”. Eugenio Neri interviene così sulla sentenza emessa oggi dal Tribunale di Siena, che conferma l’illegittimità della sospensione del fondoaccessorio per i dipendenti. “Questa sentenza riporta alla luce un dato di fatto molto importante. Nel tentativo di risanare un pesante deficit di bilancio, l’Università è intervenuta sulle categorie di lavoratori più deboli. A fronte di un debito di circa 200 milioni di euro, si è tentato di reperire risorse dai tagli agli stipendi dei dipendenti. Anzi, di quei dipendenti più vulnerabili”. Un comportamento che secondo il candidato a sindaco sostenuto da liste e movimenti civici è stato “permesso dalla latitanza di una classe politica autorevole. Una classe politica che si è fatta imbrigliare in un rigido schema di potere, rinunciando di fatto al proprio ruolo di rappresentante della comunità”. L’intervento del candidato a sindaco sostenuto da Siena Rinasce, Moderati di centrodestra – Sena Civitas, Fratelli di Siena, e Nero su Bianco si conclude con una proposta. “Chiediamo una presenza stabile,duratura e critica del Comune nel Cda dell’ateneo. Una rappresentanza che potrà porre fine alla passività della classe politica senese, che in questi anni ha lasciato campo libero a chi ha tentato di risanare i bilanci dell’Università sulla pelle dei lavoratori. Non si può permettere che gli errori degli amministratori ricadano in maniera indiscriminata sulle spalle delle fasce più deboli dei dipendenti. Dal Rettore Riccaboni esoprattutto dal Direttore Fabbro adesso ci si attende un’ammissione di responsabilità. In un quadro di crisi, è quanto mai importante ed urgente fare fronte ai problemi del mondo del lavoro. Una Consulta Generale è necessaria per fare in modo che ci sia non solo parità di diritti, ma anche equità di trattamento in situazioni di risanamento dei bilanci delle imprese o delle istituzioni”.

Eugenio Neri candidato alla carica di sindaco

Riceviamo e pubblichiamo da Laura Vigni candidato a sindaco Sinistra per Siena e Siena si Muove

lauraIL TRIBUNALE HA DATO RAGIONE AI LAVORATORI DELL’UNIVERSITA’. ORA PIU’ CHE MAI E’ NECESSARIO CHE IL RETTORE RICCABONI SI DIMETTA

Nella sentenza appena emessa dal giudice Delio Cammarosano del Tribunale di Siena, è stata riconosciuta piena validità alle ragioni dei dipendenti dell’Università di Siena. La sospensione del trattamento economico accessorio è stata giudicata – come i lavoratori hanno sempre sostenuto – illegittima e arbitraria e l’Università è stata condannata a risarcire i lavoratori.
Non era questa la strada per risanare il bilancio dell’Università, messo in ginocchio da un sistema che purtroppo non appare superato, così come è stato ingiusto, ed anche antieconomico, disdire il contratto di appalto dei servizi ai 64 dipendenti della Cooperativa Solidarietà.
Al Rettore, che ha sempre sostenuto la piena legittimità del proprio operato e di quello del Direttore Amministrativo Ines Fabbro, non possiamo che tornare a chiedere il passo indietro che già ritenevamo urgente e necessario alcuni mesi fa, in seguito al rinvio a giudizio di due membri della Commissione Elettorale per la sua elezione a Rettore; sarebbe questa una premessa indispensabile per avviare, davvero, quella fase di risanamento dell’Università di Siena ormai non più rinviabile.

Laura Vigni, candidato Sindaco

Riceviamo e publichiamo da Francesco Giusti candidato di Impegno per Siena

giustinoDopo la sentenza del Giudice del Lavoro, Delio Cammarosano, sul trattamento accessorio, che dichiara cessata tra le parti la materia del contendere sull’oggetto della controversia, a decorrere dall’1/1/2012 e condanna l’Università degli Studi di Siena al pagamento dei lavoratori ricorrenti del trattamento economico, è lecito domandare al candidato a Sindaco Bruno Valentini (sostenuto da molti uomini dell’establishment universitario, fedelissimi di Riccaboni e Fabbro) ed al suo Presidente del Comitato elettorale, l’ex Pro Rettore Minnucci, se sono in grado di giustificare ed avallare l’atteggiamento tenuto dall’attuale Rettore e dal Direttore Amministrativo, arroccati in difesa di una posizione assolutamente ingiustificabile.
Adesso non posso che ribadire, per l’ennesima volta, la necessità di un passo indietro del Rettore Riccaboni, al quale è doveroso chiedere le dimissioni, e, di conseguenza, del Direttore Amministrativo Fabbro. Solo con le dimissioni di Riccaboni e nuove elezioni del Rettore si potrà garantire autorevolezza e legittimità del vertice dell’Ateneo.
Ancora una volta appare chiaro come il candidato a Sindaco del Centro Sinistra, Bruno Valentini, sostenuto, come già detto sopra, da molti docenti universitari a loro volta paladini del duo Fabbro – Riccaboni, non possa rappresentare il cambiamento in Città, ma solo la continuità di quel sistema marcio che ne ha rovinato le Istituzioni. Per il vero cambiamento è doveroso che i senesi comprendano che è necessario votare fuori dal Groviglio e non votare PD.
E’ necessario ricordare che la scelta di voler sospendere il salario accessorio sia stata una decisione unilaterale del Direttore Amministrativo Ines Fabbro e del Rettore Riccaboni, i quali, arroccandosi sulle proprie posizioni, hanno anche fatto condannare alle spese legali l’Università di Siena. Ricordo, a tal proposito, che come Segretario comunale della Lega Nord di Siena ho presentato, in data 21 marzo 2013, una denuncia alla Procura della Repubblica di Siena ed alla Procura presso la Corte dei Conti della Toscana contro il Rettore Riccaboni ed il Direttore amministrativo, chiedendo che venisse attivata un’indagine sulla sospensione unilaterale del pagamento degli emolumenti relativi al trattamento accessorio. Già allora scrivevo: Ciò che è avvenuto all’Università di Siena – vale a dire intervenire in maniera unilaterale – è del tutto arbitrario. L’erogazione del trattamento economico accessorio trova la propria disciplina in disposizioni di legge ed in quel contratto collettivo nazionale che è tuttora vigente”.

Grande vittoria dei dipendenti dell’Ateneo sull’accessorio – Grazie ai grandi avvocati Cassigoli e De Mossi il duo dell’incapacità costretto a pagare anche le spese ai ricorrenti – Quei furbini voltagabbana che sono saltati sul carro Valentini – Cricca dei dissestatori hanno sbagliato clamorosamente i calcoli – A casa i dissestatori!!!

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Fratello Illuminato risponde.

gnoccalt4Fratello Illuminato ha letto con sorpresa quanto scrive lo scudiero di Valentini Fulvio Mancuso a proposito dei blog anonimi, cioè di noi. E’ veramente sorprendente perché in altri tempi, quando faceva comodo qualcuno che cercava (e riusciva, anche!) a disarcionare Ceccuzzi e quando faceva comodo che per beghe accademiche ad alcuni presidenti di comitati elettorali pubblicare attacchi fulminanti sui propri avversari allora la faccia ce l’avevamo. Ora, che per ragioni di biechissima conservazione del potere, si sono accomodati sul carro del Valentini, allora la faccia non ce l’abbiamo più. L’abbiamo persa, ma non abbiamo perso la memoria e neanche la documentazione. Fra l’altro, e veniamo ad una seconda questione, vorremmo proprio sapere dov’è il fango e dov’è il pettegolezzo. Siamo andati difatti a rileggere quanto abbiamo scritto ultimamente e francamente non riusciamo a trovare niente di diffamatorio. Piuttosto, visto che ci siamo, e visto che stiamo parlando di docenti dell’Ateneo e per giunta di uno che ha fatto il prorettore, perché non spiegano alla cittadinanza la posizione del candidato nella loro lista Prof. Guido Sani? Perché non si fanno dire dal Prof. Rossolini e dal Criccaboni come sono andate le cose al momento di assumerlo, cosa ASSOLUTAMENTE vietata, a Siena senza passare dal Consiglio di Facoltà e neanche dal CdA (e per naturale conseguenza neanche dai Revisori dei Conti)? E alla prossima giratina all’ospedale, perché non si fanno spiegare, magari durante un bel brindisi coi pazienti, per cento dei quali a breve si perderanno cento posti letto perché non ci sono soldi,  per quale ragione mai il loro candidato percepisce dall’AOUS 72.000 euro l’anno? Per operare chi? Insieme a chi? A uno degli altri dodici chirurghi? E che corso tiene il Prof. Sani?
E rimanendo in ambito universitario, quando fate le riunioni e vi trovate faccia a faccia con la peggiore risma di dissestatori del globo terracqueo, perché non chiedete a loro a che punto siamo col poderoso risanamento dell’ateneo? Stiamo parlando dell’ottimo candidato Roberto Venuti, ex preside di Lettere e celeberrimo germanista, noto nel portone di casa sua e parte della chiostra, sempre del suo condominio. Stiamo parlando dell’ex candidata a tutto Gabriella Piccinni. Stiamo parlando dell’ottimo Boldrini, sì lui, quello dei libri in onore del gran sultano di Stigliano, cui cominciamo a sospettare che dobbiate qualcosa, libri in cui peraltro appaiono anche vostri saggi. Ma vi pare il caso di parlare di faccia? La nostra ve la sieta opportunamente dimenticata, ma la vostra? Dimenticata anche quella?
Un’ultima considerazione su quanto scrive Mancuso: siamo d’accordo sul fatto che l’anonimato che serve a proteggersi andrebbe dismesso perché sennò non si finisce mai. Però è facile mettere la faccia quando si diventa professori universitari con il beneplacito del capo assoluto Berlinguer ed altrettanto facile mettercela quando si viene nominati nei cda delle partecipate MPS dal gran capo Mussari. Quando si hanno amici così è facile, vero? Amici che naturalmente non sono più tali quando decadono. Ora sono i distruttori. E Valentini è il nuovo. E comunque avete anche altri sostenitori che possono chiarire tante cose. Per esempio: l’ottimo Iantorno. Perché non farsi spiegare che rapporti ci sono con Criccaboni e Fabbro? Soprattutto col primo? Che c’è Iantorno, angelorefenero non ha mantenuto le promesse fatte a cena a Castelnuovo Berardenga?
In ogni caso, visto che siete tutti pregiatissimi giuristi se vi sentite così offesi e siete convinti di non aver pestato una merda fino allo stinco, la Lizza dov’è lo sapete. Potete procedere. Occhio però perché non c’è bisogno di spiegare a cotante illustri menti giuridiche che cos’è una causa temeraria.
Ad majora

La redazione di Fratello Illuminato

* La foto non c’entra un cazzo, ma era per alleggerire.

Ricominciano con il basso groviglio elettorale: Raffaella Senesi (fedelissima di Alberto Monaci e che brama per diventare sindaco di Monteriggioni) e Pinciani e Burresi preoccupati di una sonora sconfitta elettorale del loro pupillo Bruno Valentini giocano su più tavoli e tentano di destabilizzare l’elettorato dei campi avversari – Il patto tra Valentini e Alberto Monaci: Divo Gronchi alla presidenza della fondazione MPS o in alternativa Monaci si dimetterebbe dal consiglio regionale e punterebbe lui alla presidenza della fondazione,Raffaella Senesi sindaco di Monteriggioni,Fulvio Mancuso nel cda di banca MPS e Alessandro Pinciani assessore comunale – Affermano di avere già gli accordi per il ballottaggio e di utilizzare il ruolo della Giunta Regionale in campagna elettorale – Una città in balia di una famiglia e un partito a uso e consumo personale

Tutto studiato al tavolino con la speranza di prendere nuovamente in giro i senesi e ricominciare con altri dissesti.Il piano di Alberto Monaci per occupare la città a uso e consumo dei suoi familiari e del gruppo dei fedelissimi poggia tutto sulla vittoria di Bruno Valentini alle elezioni amministrative. Il ragionamento della famiglia è questo: la base ex ds vede il simbolo e il Valentini prende i voti, “noi con pochi voti poi controlliamo il consiglio comunale e il partito grazie all’accordo con Starnini”. Nel frattempo la famiglia ha tre problemi: Eugenio Neri, Laura Vigni e la base ex DS del partito. Per prendere in giro la base ex DS utilizzando la maschera politica di Bruno Valentini e di un pezzo di dirigenza dell’Arci provinciale; per impedire il risultato elettorale a Eugenio Neri e utilizzare quel bacino di voti per dirottarli sulla lista del Valentini “Siena Cambia” per eleggere i due monaciani Trapassi e Sabatini stanno raccontando agli elettori moderati che la vittoria del Valentini al ballottaggio è sicura perchè ci sono già gli accordi con Mauro Marzucchi e la lista 53100.Questo è il messaggio che fanno trapelare i fedelissimi di Alberto Monaci. Per quanto riguarda il fronte di Laura Vigni: per impedire alla coalizione di centrosinistra che sostiene la stessa Vigni di ottenere il risultato ,hanno iniziato la campagna di attacchi personali contro Laura Vigni e contro i candidati nelle liste. E anche in questo caso i monaciani raccontano che Starnini tenterà di chiudere un accordo con la Vigni.
Una città in balia di una famiglia affamata di poltrone. E’ il momento che la città reagisca con forza e definitivamente per chiudere questa brutta pagina politica e il presidente Enrico Rossi si astenga con ruoli impropri dalla campagna elettorale e nessuno pensi di utilizzare le risorse della Regione o atti della Giunta Regionale per influenzare gli elettori a favore di Valentini(considerato che Monaci è presidente del consiglio regionale).
Ultima cosa: domani Lunedi 13 maggio ore 9 tutti al tribunale di Siena per esprimere solidarietà ai lavoratori che attendono la sentenza del giudice del lavoro in merito alle porcherie gestionali in materia lavorativa commesse da Criccaboni e Fabbro. Perchè non ci fa un salto anche il monaciano Giovanni Minnucci ad esprimere vicinanza a coloro che sono stati macellati grazie al partito che lui sostiene?

Siena cambia? Con questi assolutamente no!! Criccaboni-girl e Criccaboni-boys in prima fila con Valentini – La candidata nella lista Siena Cambia Katia Di Rienzo dal tosismo al valentinismo: chi ha sostenuto i dissestatori oggi lavora per restaurare il groviglio Valentini-Alberto Monaci – La banda del buco sponsorizza Fiorino Iantorno assessore alla cultura – Lasciate a casa questi opportunisti e non votate il Valentini

Erano con Tosi e Loriano Bigi quando dissestavano, cresciuti lavorativamente all’ombra del genio Boldrini e oggi li ritrovi con Criccaboni e candidati e sostenitori del Valentini; stessa esperienza dentro quella componente della CGIL che ha partecipato alla gestione del dissesto dell’università: Katia Di Rienzo e Fiorino Iantorno. Hanno osteggiato il risanamento di Barretta e Minnucci e oggi lo stesso Minnucci si pone come figura di garante di questi personaggi che hanno partecipato al declino dell’ateneo. Ecco perchè l’ateneo non riescono a risanarlo.

Prima del voto qualche documento merita di essere pubblicato anche per far capire chi e perchè ha sostenuto la gestione della banda del buco. Tra l’altro il cantore delle gesta del dissestatore Piero Tosi, l’ex ceccuzziano e oggi valentiniano Fiorino Iantorno, mira a diventare assessore alla cultura e infatti aveva abbandonato Ceccuzzi perchè l’ex sindaco nominò assessore Cannamela al posto di Iantorno. Siena riparte senza questo squallore politico e senza i reduci e i servi della banda del buco universitario.

P.S. E cercate di alzare meno la voce perchè carta canta e a breve canterà.