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Febbraio 8th, 2012 — Note redazionali
Piena fiducia e massimo rispetto per la Magistratura. Per la magistratura italiana, senza specificare come spesso e volentieri affermano i vari indagati o affini: “Piena fiducia nella magistratura senese”. La magistratura è una sola: quella dello Stato italiano. E non è un rilievo di forma, ma una puntualizzazione di sostanza.

Correva l’anno 2010 e la cricca ministeriale e universitaria tramava e tramestava per due nomine urgenti: far firmare il decreto di nomina di Criccaboni e far nominare direttore amministrativo la pensionata-condannata dalla Corte dei Conti (per danno erariale!!) la cara amica di Marco Tomasi, la laureata in pedagogia Ines Fabbro.
Correva l’anno 2010 e il caporedattore del corriere di Siena, Stefano Bisi, anzitempo e senza la conclusione della formale procedura di selezione annuncia dal giornale (a firma Sandro Benetti) che il nuovo direttore amministrativo dell’ateneo senese sarà Ines Fabbro (negli archivi si trova la copia del giornale con tanto di data!!). Chi aveva informato il Bisi del nominativo della Fabbro? Poi il Bisi non contento sul suo blog scriveva: “Chi sarà il nuovo direttore amministrativo dell’Università di Siena? È stato finalmente emesso il bando per la scelta (…). Il nome più gettonato è quello di Ines Fabbro. Ma chi lo sceglierà? Il rettore uscente Silvano Focardi o il successore Angelo Riccaboni?”
E ancora sempre sul corriere di Siena Gaia Tancredi scriveva (21 agosto 2010):” Ines Fabbro favorita. I colloqui dei candidati saranno pubblici e si svolgeranno il prossimo 3 settembre da parte della commissione preposta. Tutto alla luce del sole quindi, senza alcuna iniziativa personale che avrebbe sollevato nuove ed inutili polemiche” E il 31 agosto 2010 la Tancredi insiste: “Fabbro, il cui curriculum sembra imbattibile, favorita fra 42 aspiranti alla poltrona di direttore amministrativo dell’università. Capacità, esperienza, credibilità e tanta autorevolezza sono le doti che si richiedono al nuovo manager dell’ateneo senese e dalle quali non si potrà prescindere nel criterio di selezione. Ci vuole un curriculum di grande spessore e una personalità spiccata. Lo diciamo da giorni che Ines Fabbro, già direttore amministrativo dell’università di Bologna e riconosciuta come una delle figure più autorevoli in questo campo, rappresenta la soluzione ideale. La sua carriera parla chiaro e sembra garantire tutto ciò di cui la nostra università ha bisogno. Resta lei anche di fronte a tanti aspiranti quella che sulla carta ha il bagaglio più prestigioso da far valere”. Ma al Bisi e alla Tancredi come facevano a sapere della Fabbro e come mai la Tancredi elogiava il curriculum della Fabbro? Forse aveva visto anche quelli degli altri concorrenti? Queste domande necessitano di risposte!!! (Poi il Bisi fa il finto tonto sul suo ruolo attivo nel groviglio!!!)
Correva l’anno 2010 e il presidente della commissione per la selezione del nuovo direttore amministrativo era nientepocodimenoche Angelo Riccaboni.
Correva l’anno 2010 e il rettore uscente Silvano Focardi si rifiuta di nominare la signora Ines Fabbro come nuovo direttore. Focardi si rifiuta per due motivi: la magistratura aveva sequestrato il fascicolo della selezione e sempre il Focardi si accorge della condanna a carico della stessa Fabbro. In quel famoso cda (sempre da fonte giornalistica) la nomina della Fabbro era sponsorizzata da Diodato Angelaccio mentre lo stesso Focardi con la maggioranza del cda decidevano di affidare l’incarico di direttore alla dott.ssa Ilaria D’Amelio (tutti riconoscono l’onesta e la professionalità della stessa D’Amelio).
Correva l’anno 2010 e la cricca ministeriale con la regia di Luigi Berlinguer convincevano la neutrini Gelmini a firmare il decreto di nomina di Criccaboni. A dare man forte alla cricca c’era anche la “nana istituzionale”(a breve vi diremo anche chi è!!). Tutti gli intrallazzi sono documentati e sono stati resi noti dai giornali.
Correva l’anno 2010 e alla procura della repubblica di Siena c’era il sostituto procuratore Francesca Firrao, figlia di Donato Firrao (docente del Politecnico di Torino, dove ha lavorato Ines Fabbro, amica di Donato)
Correva l’anno 2010 e il rettore Criccaboni infischiandosene del sequestro del fascicolo da parte della magistratura nomina direttore la condannata Fabbro su base fiduciaria. Allora come mai è stata fatta la selezione? Come mai sono stati spesi soldi e formalità (siamo in un ente pubblico) e il Cricca (che era anche presidente della commissione) ha eluso la selezione?
Che fine ha fatto il fascicolo sequestrato? Alla luce di questi fatti che sono documentati come mai la magistratura non interviene? Purtroppo non possiamo rivolgere queste domande alla Firrao perché non è piu’ in servizio a Siena. Alla luce di questi fatti vergognosi e fuori dalla legalità come mai la magistratura non interviene?
Vi ripubblichiamo le intercettazioni tra Riccaboni e quel Tomasi del ministero sulla vicenda Fabbro.
“Tomasi: Poi è chiaro che lei nel momento che ha l’investitura… provi a sentire, io francamente… lì in Procura dovete vedere voi perché oggi sa com’è. Qui… lì è tutto rischioso. Lì è diventato poco… poco…
Ricccaboni: No, no, no. Su questo la convocazione del Consiglio avverrà immediatamente in maniera tale che possa mettere a regime, diciamo… tutto quanto con la nomina da parte della Fabbro che il nostro Statuto dice previo parere del Consiglio di Amministrazione. Su questo dobbiamo passarci, insomma.
Tomasi: Sì, sì.
Ricccaboni: E poi, niente…
Tomasi: Lì, penso, che se non prende in mano la gestione anche la Ines… lì non ne uscite! Perché tra l’altro, guardi: io ho visto quella nota che mi ha portato Focardi l’ultimo giorno sul discorso del Prefetto, dell’accessorio… A parte il fatto che io gli ho detto che io non darò nessun parere e che se dovessero chiedermi un parere, non può che essere contrario perché non è certo… dopo visto che sulla stampa lui dice che ha avuto rassicurazioni dai funzionari, francamente non so quali siano questi funzionari. Ma… lì la partita va presa in mano subito, capisce, dal direttore amministrativo. Se no lei si trova una valanga di… a non finire.
Ricccaboni: No, no. Certo.
Tomasi: E questo non è il momento di cedere alle pressioni sindacali… questo è il momento di chiudere le fila e rimboccarsi le maniche, non c’è niente da fare.
Ricccaboni: Qui c’è solamente bisogno di questo. C’è bisogno di dare un senso di continuità, di dare tranquillità e andare avanti. Questa vertenza, anche, dell’ateneo è stata gestita molto male perché era già chiusa. Poi è stata ritirata fuori, per motivi demagogici e quindi ha provocato questo ambaradan. Ma insomma… questa è già chiusa, non c’è problema. E comunque con il Direttore Amministrativo questa cosa verrà affrontata in un modo migliore sicuramente.
Tomasi: Sì e poi anche il discorso lì di quella partita… il Prefetto… I prefetti ragionano in un altro modo. Il prefetto ragiona per evitare che la gente vada in piazza. Però, sul piano della sostanza c’hai contro tutti… i colleghi… devi recuperare… non è che puoi… quindi… quell’ipotesi lì è veramente… Comunque, secondo me, adesso dovete avere lo spazio per operare poi speriamo… insomma…”
Febbraio 7th, 2012 — Note redazionali
Al termine del summit mondiale dei giornalisti d’inchiesta(??) il portavoce degli stessi ha diffuso un comunicato destinato a destabilizzare il mondo politico, bancario e calcistico.
Ecco il testo del comunicato:
“Sono da considerarsi attacchi esterni, quelle azioni mirate e improvvise messe in atto attraverso l’utilizzo di animali “esotici“, “africhi-ungarici” e “fintamente gatti“. I poteri forti e internazionali non agiscono più con l’invio di agenti segreti o con la destabilizzazione dell’informazione; un nuovo spettro si aggira in europa: l’animale mimetico. Dopo i vari avvistamenti di Puma,Tassi e Talpe grassottelle prontamente segnalati del corriere di Siena, ecco i nuovi scoop dei giornalisti di Sky. Alzate il livello di guardia”.
Il comunicato appena citato svela in anteprima chi sono a questo punto coloro che attaccano dall’esterno il “Sistema Siena”. E adesso compendiamo anche tutta l’attenzione del Bisi verso gli avvistamenti del Puma alle porte di Siena e del Tasso e della Talpa grassottella nella zona di Pian del Lago. Dietro al Puma, al Tasso e alla Talpa, forse l’ombra delle Sette Sorelle, dei Sette Fratelli, di Mediobanca, degli Inglesi o di Costamagna? Il Puma forse un rastrellature occulto di azioni della banca? L’affaire Puma ritorna prepotentemente alla ribalta. La Talpa grassottella forse un emissario dell’EBA? E il Tasso: forse un emissario della borsa di Tokyo? Bisogna fermare questo attacchi esterni. Più che l’Abiforse conviene mobilitare ilWWF.
Del resto dopo le rivelazioni della biondona di Sky http://video.sky.it/sport/calcio-estero/gatto_sul_campo_di_liverpooltottenham/v109905.vid circa le invasioni di campo da parte di “gatti neri”, “forse grigi”,forse forse ghepardi, anche il mondo del calcio trema. Alla giornalista il gatto invasore di campo gli appariva piu’ “timoroso che spaventato”. Le invasioni di campo si sono verificate prima nel calcio spagnolo e poi in quello inglese, ma la giornalista di Sky lancia l’allarme al calcio italiano: “forse li vedremo anche in Italia…”.
Urge fermare gli attacchi esterni!!!!
Febbraio 7th, 2012 — Note redazionali
Per quelli che non hanno letto la prima recensione del libro di Cittone Da Bozzino riproponiamo il linkhttp://shamael.noblogs.org/?p=4050 così la lettura di questa seconda seconda recensione sarà più comprensibile. Oggi parliamo del Capitolo X e lo facciamo riportando fedelmente quanto scritto dallo stesso autore.
Capitolo X – Parla Cittone
Me medesimo Cittone Da Bozzino, fedele servitore dei Visconti della Contea e aggregato sentimentale di Cristona Da Cerronia, non umilmente ma “in culo al popolino” registro sul fogliame inchiostrato i miei innumerevoli legami con i Visconti e i potentati della Contea e i miei servilissimi lavori avuti dalla Cassa del Foraggiamento. Il premio in fiorini non è il prio regalio dei visconti e dei potentati della Contea. Zittu zittu ho raccattato lavori in fiorini paganti e spendenti sempri dalla Cassa del Foraggiamento, dal Centro delle Cutture comandato daCriccone Da Guistrona, da vari vinai del reame e dalle stesseResidenze dei Visconti e Vice-Visconti. Insumma, io Cittone prendu lavori e premi dagli stessi Visconti alla faccia del popolino ignorante. Io e Cristona facciamo fiorini a saccate. W la Contea e W la mia mucca preferita. Latte e fiorini sono la mia passione. E per seconda arriva Cristona.
Febbraio 7th, 2012 — Note redazionali
Quando arrivate alla sera e magari non avete avuto ancora il tempo di acquistare i giornali la redazione di Fratello Illuminato vi consiglia caldamente un’edicola per compiere questa operazione. Prendete la Siena-Bettolle e all’uscita per Casetta prendete a destra e continuate per circa trecento metri. Vi troverete in un parcheggio con edicola annessa. E se avete fortuna, ma bisogna andarci spesso, potrete ritrovarvi in summit di altissimo livello accademico nel quale si prendono decisioni di alto profilo che, a dir la verità, non è chiaro perché debbano essere prese in un parcheggio di novembre/dicembre alle 18.30, presumibilmente in macchina, proprio come una coppietta di amanti, nel caso specifico omosessuali, invece che al caldo negli appositi uffici messi a disposizione di cotanti scienziati con tanto di segretarie che portano il caffé. Tuttavia evidentemente i due soggetti, soprattutto uno che per queste faccenduole ha avuto ed avrà ancora problemi con la giustizia, hanno reputato “poco opportuno a causa di eventuali strumentalizzazioni” incontrarsi negli uffici ed hanno preferito la clandestinità. Peccato che queste strumentalizzazioni non abbiano impedito di fare una marea di telefonate la notte tra il 20 e il 21 luglio 2010 a tutti i pretoriani possibili ed immaginabili per dirottare voti sul secondo soggetto.
Se dovete poprio commentare con un’espressione mutuata dai fumetti non fate “GULP”, ma fate “GUP” …
* Nella foto un’istantanea del luogo consigliato.
Febbraio 6th, 2012 — Note redazionali
Da Roma Caput Mundi a Roma Coito Mundi. Un intermezzo di costume aspettando “il secondo promemoria molto molto esplosivo”, anche per alleggerire la tensione dei lettori, è meritevole di pubblicazione. La premessa è d’obbligo: noi siamo favorevolissimi a questi blitz. Vi raccontiamo questa storia di alta tensione erotica non per denunciare l’aspetto scandalistico, ma solo per evidenziare il tratto divertente e la novità linguistica dei copulatori protagonisti del blitz in questione. Da sempre abituati a “vieni che si tromba” o “facciamo una sveltina” o straziami di morsi straziami” o “adesso spogliamoci” o, ancora, “il bimbo dorme, levati le mutande”, una nuova categoria della copulazione entra prepotentemente nel linguaggio erotico (vogliamo i diritti d’autore!!). “Vieni che facciamo un blitz”: il protagonista maschile della storia per rimarcare il profilo accademico del linguaggio non poteva abbassarsi a una spontanea “facciamo una sveltina”. Ammettiamolo, la storia (reale) è buffa: i protagonisti anche se non giovanissimi sono dei simpaticoni. Veniamo alla storia. Anzi, facciamo una precisazione. Se per caso al regista Tinto Brass o ad altri del genere erotico, gli dovesse venire in mente di fare un film con la nostra storia, almeno una citazione nei titoli di coda non ci dispiacerebbe. Ritorniamo alla storia.
Il blitz si consuma (o almeno ipotizziamo che si sia consumato) a Roma (da non confondere con la famosa Via Roma, perché non c’entra niente o meglio non direttamente). Tutte le strade portano a Roma, anche se un blitz non ci starebbe male a Verona, etc. etc.
I protagonisti sono (utilizziamo dei nomi inventati naturalmente) Cricchetto (protagonista maschile), Antilopa (protagonista femminile).
L’apoteosi del blitz
Cricchetto: Ciao Antilopa sono a Roma: facciamo un blitz di un paio d’ore?
Antilopa: Non sono ancora rientrata, sono in coda sull’autostrada, però appena arrivo blitzziamo alla grande. Oh yeah…
Cricchetto: mmmm, ti aspetto. In attesa mi guardo alcune proiezioni interessanti. A dopo e fai presto.
Antilopa: non vedo l’ora. A dopo.
Da un celebre film ecco una scena che rende chiara l’idea del blitz (guardatelo con attenzione!!)
http://www.youtube.com/watch?v=ZZItkD9d1U0
Febbraio 5th, 2012 — Note redazionali
Piena fiducia e massimo rispetto per la Magistratura. Per la magistratura italiana, senza specificare come spesso e volentieri affermano i vari indagati o affini: “Piena fiducia nella magistratura senese”. La magistratura è una sola: quella dello Stato italiano. E non è un rilievo di forma, ma una puntualizzazione di sostanza.

E a questo proposito andiamo ad analizzare un po’ la situazione. Ancora oggi l‘AOUS e la Facoltà di Medicina vedono diverse tribù in lotta tra loro. Da molti anni ormai hanno prevalso le tribù dei Ber-lhin-guhe-rian e dei Tho-si-han, coadiuvati da un gruppetto di guerrieri chiamati Sempl-ihci-han. Oggi, nonostante che i loro capi e molti dei loro vice siano o fuori dalle balle o addirittura sotto meritatissimo processo, una tribù figlia e debitrice di costoro sta cercando di ristabilire il comando: quella dei Riccha-bo-ni-han. Un esempio? C’è da sostituire un membro, appartenente alla tribù dei Tho-si-han nel CdA dell’Università e una tribù nemica, quella dei Vi-ci-ni-han, provava a schiaffarci una dei propri membri. Ma ecco che il capo dei Riccha-bo-ni-han, il grande capo Cri-ccha-bon, con l’aiuto di due sottocapi, Fede-ri-coh e Ra-nucc-hio Nu-ti, hanno manovrato in modo che il prescelto (la cosa purtroppo è stata rimandata per avverse condizioni metereologiche) sia l’ennesimo pupazzo che dice sì a qualsiasi porcheria. Tutto questo prefigura naturalmente una serie di illegittimità, se non addirittura illegalità visto che poi il CdA decide a maggioranza (con rarissimi casi di onestà e legalità) qualsiasi porcheria che non fa che aumentare il dissesto universitario. Il secondo fine è quello di far fuori e ridurre all’impossibilità di resistere tutti i docenti vicini a Ceccuzzi (vedi per es. Alessandro Rossi) o a Monaci (vedi per esempio il chiaro fine di detronizzare dal DAI il monaciano Daniello), nonché tutti i simpatizzanti di Fratello Illuminato.
Con oggi, quindi, chiudiamo la pubblicazione della “Summa degli orrori del dissesto universitario” e avviamo quella dei “Promemoria per la Magistratura”. Siamo a mettere in evidenza che corre l’anno 2012 e ancora la cricca dei dissestatori e affini si trova “al solito posto” e dentro la martoriata università senese e i due geni Riccaboni e Fabbro sono gli esecutori del medesimo gruppo tosiano. Ecco quello che sta facendo il Criccaboni: con la complicità e i silenzi della cricca ministeriale (a proposito, ci risulta che si stato presentato un esposto per omissione di atti d’ufficio nei confronti del Ministro per il mancato annullamento del decreto di nomina del Riccaboni!!!) oltre alle varie manovre di sostegno dei frequentatori del “groviglio armonioso”(di questo parleremo a breve, con qualche rivelazione importante) e agevolato dai traccheggiamenti vergognosi di alcuni uffici, il Riccaboni tenta di sopravvivere, piazzando i suoi fedelissimi nelle varie poltrone e quando non sarà più rettore i successori si ritroveranno padroni di un nuovo dissesto. Così come ha fatto il Tosi. I rappresentanti dello Stato e quelli delle istituzioni locali intendono far finta di niente o per il bene comune agiranno alla svelta per chiudere definitivamente qyesta brutta pagina universitaria senese? Oppure pensano di “resistere” o peggio ancora farsi intrappolare nel “muoia Sansone con tutti i filistei”? Al Riccaboni e al cantore del groviglio Stefano Bisi interessa la sopravvivenza della cricca universitaria e del groviglio, non il bene supremo della città e delle istituzioni. E infatti il Riccaboni si è precipitato ad omaggiare il suo giornalista amico, raccontando attraverso un bel video di autoesaltazione diffuso sul web dal giornale online Siena News, le solite novelle. Naturalmente l’intervistatore si è guardato bene dal fargli domande imbarazzanti. Nei prossimi giorni vi spiegheremo anche il motivo della non sospensione, da parte di Riccaboni, dalla docenza universitaria di un docente di medicina di Siena sotto processo (magnificato dalle fotine sul giornale del Bisi, che si è stranamente dimenticato di dire che il docente è sotto processo). E a proposito di docenze universitarie e di processi vi segnaliamo la “la condanna a due anni emessa dal tribunale di Firenze (sempre magistratura italiana) nei confronti del docente universitario fiorentino Torello Lotti. La condanna è stata emessa venerdi 3 febbraio 2012 e il dermatologo Torello Lotti è stato condannato “per istigazione alla corruzione e per peculato”. Ricordiamo inoltre che l’Università di Firenze si era costituita parte civile nel processo contro il docente Torello Lotti. Altra storia, altra università e soprattutto a Firenze non hanno i cantori del “groviglio armonioso”.
Nei prossimi giorni ci occuperemo molto della facoltà di medicina, senza tralasciare niente. Per dirla in gergo: inizia l’assalto alla cricca che imperversa dentro quella facoltà e ci occuperemo anche di “chimica in famiglia”. Minacciate, presentate querele contro il nostro blog, tanto la faccia tosta di negare l’evidenza non vi manca e l’unica risorsa che vi è rimasta è quella di tentare di bloccare l’informazione e sperare che tutto si “abbui” magari con la complicità di qualche “nana istituzionale”. Nel frattempo informiamo tutti che a noi risulta che diversi cittadini che si sono stancati di queste crricche e grovigli vari hanno inviato lettere e segnalazioni dettagliate a diversi “uffici romani”. Del resto anche i maggiori organi d’informazione seguono la vicenda universitaria senese e non faranno calare nessun sipario sulla libera informazione. Concludiamo rivolgendo tanti auguri di buon lavoro al Ministro dell’Interno Cancellieri (e ne deve fare molto per convincerci visti i suoi trascorsi) che prontamente ha sciolto il comune di Ventimiglia per via delle infiltrazioni mafiose. Dimostrando il rigore dello Stato contro la criminalità e contro le cricche. Forse qualcuno ha già scritto al Ministro dell’Interno per segnalare anche altre cricche che hanno operato per far firmare il decreto di nomina di Riccaboni. Corre l’anno 2012 e i cittadini onesti attendono i processi: basta con i dissestatori di ateneo e i rettori abusivi.
Il presente intervento come gli altri a seguire sono indirizzati in forma di lettera aperta: AL MINISTRO DELL’INTERNO e ALLA DIREZIONE DISTRETTUALE ANTIMAFIA DI FIRENZE.
Febbraio 3rd, 2012 — Note redazionali
In “Memorie del sottosuolo” Fëdor Michailovič Dostoevskij ci racconta l’episodio del protagonista che di fronte all’umiliazione subìta da un ufficiale, decide di sfidarlo e di getto decide di inviargli una lettera per invitarlo al duello. L’idea del duello viene subito abbandonata dal protagonista e opta di scontrarsi battendo la propria spalla contro quella dell’ufficiale sulla Prospettiva Nevskij, dove spesso lo incontrava. “La sua azione meschina gli dà soddisfazione per pochi giorni, perché immediatamente subentrano in lui dubbi e sensi di colpa.”
Nelle “memorie della rassegna stampa” di questi ultimi venti giorni di politica senese, mi sono perso nella lettura dei vari comunicati e interventi dei politici senesi e fatte le dovute proporzioni la memoria mi ha ricondotto al libro di Dostoevskij. Anche in questo caso l’umiliazione merita una risposta forte e decisa. Ed ecco che tra tutte le paginate emerge l’anatema dell’economista Giulio “Guido” Carli. In pieno slancio da fine economista annuncia la resistenza dura e senza quartiere “contro gli attacchi esterni ed interni alla banca, alla fondazione e alla città”. Impressionato dalla durezza delle parole carliane ho cercato di individuare questi famosi nemici esterni e interni. E alla fine ho capito che non esistono nemici o soggetti ostili alla banca, alla fondazione e alla città di Siena. Ricordatevi “i dubbi e i sensi di colpa” di Dostoevskij.
Che cosa è successo , cosa sta succedendo e cosa potrebbe succedere? In tempi non molto lontani i fini economisti e gli arguti politici senesi si erano messi in testa di sbarcare nei salotti della finanza, quei salotti che contano. I fini e gli arguti erano andati in trasferta tutti insieme e avevano costruito nuove relazioni politiche e finanziarie in modo da collocare la banca MPS nell’emisfero del grande mondo bancario. Lo stesso Caltagirone, come socio privato, è stato scelto dal PD senese e dai politici romani di riferimento; l’acquisto della banca Antonveneta è stato appoggiato ed elogiato dalla nomenklatura politica senese. Tutte le scelte fatte dalla Fondazione e dalla banca MPS hanno avuto il pieno sostegno della politica senese: dal PD di Ceccuzzi e dal PDL di Verdini. E’ stato lo stesso Gabriello Mancini che ha ammesso candidamente di aver “ricevuto ordini e che Comune e Provincia sapevano tutto”. Le cose non sono andate come previsto “dalle famose trasferte romane” e oggi a pagarne le conseguenze sono la fondazione, la banca e la città. E le critiche che giungono dai maggiori gruppi editoriali non sono rivolte alla città ma a quella classe dirigente che voleva sbarcare nei salotti della finanza e imporre il primato della politica locale sul sistema bancario nazionale e internazionale. Per uno strano scherzo del destino o per colpa della “sfiga” le critiche arrivano proprio dagli ambienti cosi tanto cercati e “sponsorizzati” negli ultimi anni. Quello che doveva esser fatto anni indietro “senza arroccamenti dannosi” viene imposto oggi dalla spietata legge dei mercati e dalla forza dei “capitali”. Per preservare il patrimonio della fondazione e per rendere la banca una “banca di sistema bancario”, così come hanno fatto le fondazioni delle altre maggiori banche, e per gestire senza forzature i cambiamenti, i fini e gli arguti dovevano predisporre un piano di diluizione della Fondazione senza puntare i piedi con “mai e poi mai sotto il 51%”. E ora che fate? Mandate avanti l’economista Giulio “Guido” Carli a duellare con i mercati, gli economisti europei e con i maggiori gruppi finanziari? Già, i famosi attacchi esterni. Forse sarà colpa del destino o della famosa “sfiga”, che a seguito delle dichiarazioni di ieri del fine economista Carli, oggi sono apparsi, l’articolo del settimanale L’Espresso, l’articolo di Giovanni Pons sulla Repubblica e l’annuncio di Moody’s che ha messo sotto osservazione il rating di banca MPS. Non occorre essere dei fini economisti per comprendere che il silenzio della politica è fondamentale quando il gioco è irrimediabilmente in mano “ai capitali che pesano e alle spietate leggi dei mercati”. E ricordatevi, ma soprattutto ricordatelo ai vostri iscritti di partito (e con un po’ di umiltà dichiaratelo anche ai cittadini), che la banca si trova ad affrontare “i capitali che pesano” e “le spietate leggi dei mercati” non per colpa dei nemici esterni, ma per via delle scelte dei fini e arguti economisti e politici senesi.
Se al Pd senese e alla classe politica locale interessa il bene dei cittadini e della città (e non i privilegi di partito o di fazione) invece di continuare con l’arroccamento dannoso e con comunicati oltremodo dannosi per la stessa città e la banca, dovrebbero fermarsi con umiltà e analizzare i propri “dubbi” e socializzare in via definita i “sensi di colpa”. La vecchia frase in questo caso non è un luogo comune: “sbagliare è umano, perseverare è diabolico”. Le leggi dei mercati sono più diaboliche dell’economista Giulio “Guido” Carli, purtroppo. In conclusione, se mi è consentito, voglio inviare un consiglio costruttivo ai dipendenti della banca, dell’università, alle forze economiche e a tutti i cittadini: fate sentire la vostra voce e chiedete con decisione alla classe politica di fermarsi, per il bene della città, della banca e per il mantenimento dei livelli occupazionali. La situazione richiede maturità e capacità e non inutili arroccamenti.
Professore Paco Pachese (economista di Oxford)
Febbraio 3rd, 2012 — Note redazionali
Le nostre previsioni si sono puntualmente avverate; non per nostra bravura, ma perché è facile prevedere il comportamento di dissestatori incapaci e arroganti, dediti solo a fare gli interessi personali e non quelli dell’istituzione che servono. E così Riccaboni ha fatto approvare dal Senato Accademico non solo i 16 dipartimenti regolari ma anche quello irregolare voluto dal Prof. Basosi e dai chimici del suo gruppo. Non importa che questo Dipartimento non abbia docenti sufficienti; non importa che abbia la stessa denominazione di un altro! Il rettore doveva accontentare quei chimici, che poi aiuteranno sua moglie a diventare ordinario. Non solo. Riccaboni aveva anche progettato di spostare una quindicina di docenti, contro la loro volontà, da un Dipartimento a quello sotto soglia di sua moglie. Dopo la nostra denuncia, non se l’è sentita di praticare quest’abuso e li ha collocati fra quelli che non hanno ancora aderito ad alcun progetto dipartimentale, augurandosi che accettino di rimpolpare il Dipartimento di sua moglie. E se non lo facessero spontaneamente, ci penserà lui! A questo punto, una domanda è doverosa. Perché tutto questo? Cosa c’è in gioco? Ebbene, la più grossa sciagura dell’ateneo senese e una delle cause del suo dissesto (dato l’esubero di docenti) sono i due corsi di laurea in Chimica, con 7 studenti l’uno e 11 l’altro. Un rettore che faccia l’interesse dell’ateneo, e non quelli personali e dei compagni di merenda, chiuderebbe immediatamente i due corsi di chimica. Non Riccaboni. Oggi, il Senato Accademico, approverà l’assegnazione della titolarità e contitolarità dei corsi di studio ai dipartimenti della banda del buco (da qui l’importanza di avere un dipartimento di riferimento anche per la moglie e il compagno di merende Basosi). Inoltre, l’ordine del giorno prevede anche l’approvazione del segretissimo progetto sulla riorganizzazione e razionalizzazione degli spazi, noto solo ai famelici dissestatori della banda del buco.
Febbraio 2nd, 2012 — Note redazionali
Ci risiamo alle minacce, se c’è un’aspetto che contraddistingue i responsabili degli ex DS sono le minacce. Ve lo ricordate il Mussari quando voleva denunciare tutti? Sull’aumento di capitale, “Io sono qui, non so come vada il mercato, ma in italiano si chiama aggiotaggio e questa volta partono le denunce”, soltanto che poi è stato regolarmente fatto, l’aumento. Per non parlare del Ceccuzzi che ha esordito menando fendenti a destra e a sinistra: contro le voci sulla tratta, l’assegnazione dei cavalli. Minacce che hanno sempre una caratteristica, sono contro ignoti e sempre generiche. Per cui il primo che si sente indignato dalle intimidazioni, perché di questo si tratta e sente il bisogno di rispondere diventa l’indiziato principale. Basta! Con il metodo della calunnia e dell’intimidazione. Ci facciano i nomi e i cognomi di “coloro che in questo terribile frangente vedono una opportunita’ di rivalsa, lucrano politicamente sulle spalle di un’intera comunita’, e sono dediti al perenne trasversalismo e alla denigrazione politica, come pratica quotidiana, ledendo, prima di tutto, l’immagine di Siena e delle sue istituzioni”. Fuori i nomi e le prove, altrimenti stiano zitti! In più chi autorizza al PD di scrivere che loro sono la città? Meglio! Chi attacca i dirigenti del PD attacca Siena e chi attacca Siena attacca il PD. È proprio questo modo di intendere la politica che ha messo in difficoltà la città, questa voglia di essere tutto, di controllare tutto anche il dissenso. Gli interventi dei media di questi ultimi giorni, dopo una inutile intervista del Ceccuzzi, hanno dimostrato un’altra verità: le vittime sono i cittadini e Siena stessa. Tutto é controllato, tutto dipende dal potere, da un potere che non è stato capace, che ha gestito la cosa pubblica nell’esclusivo interesse di conservare se stesso. E chi sarebbero i nemici? Il Corriere della Sera, La Stampa, La Repubblica. Ci dicano chi? Costamagna, Zingales, Piana, Malagutti, La 7. Tutti contro Siena! E perché dovrebbero avercela con Siena? Per la sua autonomia, perché non risponde alle logiche milanesi o romane? Ci dite una volta per tutte dove nasce l’operazione Antonveneta, a Siena? Bona! L’autonomia si difende con la capacità non con l’ideologia. Oppure la colpevole è La Nazione che si è permessa di ricordare che l’authority ha punito Estra per le procedure adottate. O è La Nazione perchè ha messo la foto dell’amministratore delegato il dottor Alessandro Piazzi? Sara pure colpa di qualcuno se ci sono degli indagati e se questi sono prevalentemente di una parte politica, se ne prenda atto e si facciano gli atti conseguenti. Almeno avreste la possibilità di rispondere ai giornalisti che avete fatto “piazza pulita”. È vero! Dimenticavo: siamo garantisti! Ma a nessuno è venuto in mente che oltre al garantismo ci sono le dimissioni volontarie per il bene delle istituzioni e della città. E vi lamentate? Di cosa dovreste lamentarvi? Il comunicato del PD ha una sola spiegazione: un delirio di fronte a una sconfitta.
Lettera firmata
Febbraio 2nd, 2012 — Note redazionali
Prima il Ceccuzzi, poi il PD (in rigoroso ordine di importanza) si ergono a difesa di Siena e dei Senesi contro questi volgari “foresti”, chiamati dalle “mele marce” interne, che vengono e denigrano. Immaginiamo che Ceccuzzi e il PD senese si riferiscano al boom di servizi su giornali e TV nazionali evidentemente non sdraiati di fronte a loro. Ma il Ceccuzzi dove l’ha vista la denigrazione dei Senesi e di Siena? Sia nel servizio di Sortino a LA7 sia nell’editoriale (anche video) di Aldo Cazzullo sul Corriere della Sera non c’è una parola denigratoria sulla Città e sui suoi abitanti, anzi ne vengono riconosciute le illimitate risorse artistiche e culturali, ancora ben presenti NONOSTANTE la pessima amministrazione. Le critiche sono tutte per – parole di Sortino – PCI-PDS-DS-PD e gli amministratori che questi partiti hanno espresso e che – sempre parole loro – hanno messo in ginocchio la Città che NON SE LO MERITAVA.
Quanto poi all’accenno all’intellighenzia muffita ci piacerebbe sapere a chi si riferisce Ceccuzzi: forse a Flores d’Arcais, a Bettini, a Calabrese, a Luperini, alla cricca di universitari che sino a ieri l’altro ha sponsorizzato o ha addirittura direttamente partecipato al dissesto prima dell’università (della quale Ceccuzzi si guarda bene a fare cenno, naturalmente) e quindi a cascata di tutte le istituzioni cittadine? A quella si riferisce?
La Città va difesa, non c’è dubbio, ma non certo da Sortino o da Cazzullo, ma da chi l’ha amministrata sinora. E d’altro canto non è stato forse proprio il garante dei garanti nonché musicologo di fama internazionale nonché sultano indiscusso di Stigliano nonché ur-dissestatore di vari enti a mettere in guardia il fido Criccaboni con la frase: “Guardati da questa città?”. E non ha forse il sultano di Stigliano fatto parte a pieno titolo della banda dei dissestatori di finanze? Ci spiegassero tutti questi satrapi de noaltri, che ora si ergono a difesa di una Città che non ha dato neanche loro i natali e dalla quale hanno pocciato a più non posso, come pensano di rimetterla in carreggiata. Forse rimettendoci di tasca loro le risorse che sono state sputtanate in maniera infame, come ben messo in evidenza anche da banchieri ed economisti di ben più alto livello di quelli che siedono nelle dissestate istituzioni cittadine?