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Clamoroso!!! Beppe Nucci alla presidenza del Monte dei Paschi. Salta la proposta Alessandro Profumo.

Una notizia che farà tremare la City e i piani alti di Mediobanca: i piccoli azionisti del Monte si sono organizzati in un patto di sindacato con altri soci di peso (circa 95 Kg. a socio) e sono riusciti nell’impresa di far saltare la nomina di Alessandro Profumo. Il nuovo presidente del Monte dei Paschi sarà Beppe Nucci. Il neopresidente, dipendente del Monte e noto contradaiolo, rappresenta una scelta tutta interna al gruppo Monte capace di riunificare le varie componenti politiche della città. Al neo presidente gli auguri della redazione.

Brandani, De Santi, Busonero e Senni stanno praticando il peggiore inciucio politico sulle spalle dei cittadini. Ritornano le alchimie della peggiore prima repubblica

La redazione di Fratello Illuminato, nel constatare l’assoluto disprezzo nei confronti dei cittadini elettori messo in atto dal consigliere comunale Sandro Senni(architetto che vota le variazioni al regolamento urbanistico) e nel ribadire quanto già affermato da mesi circa gli inciuci in atto tra Brandani e la componente di Luigi Berlinguer che attualmente condiziona il sindaco Ceccuzzi, invita i propri lettori illuminati che alle scorse elezioni avevano votato per l’UDC a prendere immediatamente le distanze dal ritorno della peggiore prima repubblica. Noi non siamo organici a nessuna forza o lista politica pero’ nel riconfermare la nostra avversità al sultanato di Stigliano e alle “tavole” brandaniane invitiamo tutti i cittadini, elettori di maggioranza e opposizione, a riflettere sui devastanti giochi politici in atto sulle spalle di una città già profondamente in crisi per colpa di questi soliti inciuci. Diciamolo chiaramente: il Brandani ha concordato con il PD il nome di Angelo Dringoli per il cda della banca e poi hanno preso l’impegno di far nominare Simone De Santi nella deputazione della fondazione MPS. Sui rapporti di Senni e Busonero con il sistema ci ritorneremo prima del consiglio comunale di martedi. La redazione non intende esprimersi sulla dialettica interna al PD tra la componente ex DS ed ex Margherita ma, come già evidenziato per gli elettori dell’UDC, invitiamo i nostri lettori illuminati elettori dei partiti di maggioranza a prendere le distanze dall’asse Brandani-Luigi Berlinguer. Questi sono gli ultimi colpi delle mummie: svegliatevi e il colpo piu’ forte stavolta diamolo a loro. Fermate gli inciuci e velocemente. Illuminatevi tutti!!

Lauree Humoris Causa: la prima laurea all’indagato e docente universitario Roberto Guerrini

Il Cricca (al secolo Riccaboni Angelo, delfino di Tosi e esattore abusivo di parcheggi) quando si ritrova con i criccamici o con i criccaboys e le criccagirls, ripete sempre la solita lagna: “Attaccano l’università … minano la reputazione dell’ateneo etc. etc.”. Ecco, vediamo di smetterla con queste cretinate e con queste lagne. E’ vero l’opposto. Non è l’ateneo sotto attacco, ma la cricca e il Cricca. La reputazione è minata per questi motivi: una gestione banditesca ha dissestato le casse dell’Ateneo, elezioni del Cricca sono irregolari e poi una serie numerosa di docenti sono stati condannati e indagati, senza dimenticare la condannata numero uno dell’ateneo, Ines Fabbro. Facciamo un breve elenco (la lista completa nei prossimi giorni): docenti indagati: Roberto Guerrini (membro del senato accademico), Marco Bettalli (membro del senato accademico), Piero Tosi (docente in pensione e capo dei dissestatori), Andrea Pisaneschi (per quella storia delle fatturazioni false alla Baldassini Tognozzi e Pontello), Lorenzo Gaeta; docenti condannati: Walter Bernardi (membro del senato accademico), Niccolò Pisaneschi, Piero Tosi. Poi Walter Gioffrè già colpito da provvedimento di interdizione da parte dell’Autorità Giudiziaria. Poi il resto dei 18 indagati per il dissesto e i diei per le elezioni del rettore. E ancora: il docente di medicina Bruno Frediani sotto processo (stranamente i vertici dell’ateneo non hanno preso provvedimenti di sospensione); il dissestatore Loriano Bigi doppiamente indagato per il dissesto senese e i danni erariali al SUM. Senza la lista completa già questo breve elenco dimostra chi sono coloro che hanno e che continuano a minare la reputazione dell’ateneo senese. Sembra di leggere la cronaca del Chicago Post del 1932. Tra gli indagati svetta un docente che per fedeltà e sudditanza al Criccaboni e per l’attaccamento (???) all’accademia merita la prima delle Lauree Humoris causa. Parliamo dell’indagato preside di giurisprudenza Roberto Guerrini: indagato per le elezioni del Cricca. Da pochi giorni è terminato il Vinitaly e volendo possiamo avviare il Cricchitaly: chi meglio dell’esperto di vini Roberto Guerrini merita la laurea da consegnare durante il Cricchitaly? Per Roberto Guerrini la laurea riporta questa dicitura: Laurea Humoris Causa in Scienze Enologiche Ilcinesi per l’indagato Roberto Guerrini. E qui apriamo una parentesi utile per comprendere la dimensione della decadenza universitaria ai tempi del Cricca. Roberto Guerrini docente di diritto penale (indagato), Andrea Pisaneschi docente di diritto costituzionale (stessa facoltà del Guerrini e indagato), Niccolò Pisaneschi docente di diritto processuale (stessa facoltà del fratello Andrea e del Guerrini, da pochi giorni condannato): tutti e tre docenti di diritto, ma a nessuno viene in mente di sospenderli dalla docenza? Visto che il Guerrini, anche in alcune interviste, si riempie la bocca come il Cricca del termine “internazionalizzazione” e cita Oxford, invece di fregarsene dovrebbe dimettersi da preside e soprattutto dal senato accademico e naturalmente fino alla conclusione dell’iter giudiziario che lo riguarda dovrebbe evitare di inegnare il diritto penale ai giovani, perchè i giovani oltre ad acquisire conoscenze meriterebbero anche esempi comportamentali dai maestri. Stessa cosa vale anche per i fratelli Pisaneschi. Ma figuratevi se la cricca si pone questi problemi: anche condannati continuano a fare i docenti. Chiusa la parentesi. Illustriamo le motivazioni per la laurea Humoris Causa a Roberto Guerrini. Il preside Guerrini è un produttore di Brunello e passa più tempo ad occuparsi del vino che dell’accademia (e qui evitate di smentire perchè possiamo fare un quadro con tanto di date e citazioni “documentate”) quindi perchè non riconoscergli questa dote enologica e chiedergli di dedicarsi a tempo pieno al vino, considerato che lo stesso Guerrini è completamente disinteressato rispetto ai problemi reali dell’università (anche qui è documentabile il menefreghismo di Guerrini dentro e fuori il senato accademico)?

Ma non vi sembra il momento di lasciare in pace il già disastrato ateneo senese? Andatevene a casa cari docenti indagati e condannati!

P.S. Per ritirare la laurea il professore indagato Roberto Guerrini si può rivolgere tranquillamente al criccacentralino del Cricchitaly e prenotare un criccapass per la cerimonia. In vino veritas (però piano con le sbornie, eh).

Ce ne faremo più che una ragione

Questi uffici, sempre mantenndo un profilo istituzionale, sono a rallegrarsi non poco per il cambio ai vertici della prefettura. Uno dei motivi di questo rallegramento è ben esplicitato nella foto. Ci si chiede, difatti, come mai – al di là delle osservazioni sacrosante fatte dall’Eretico sul presenzialismo a tutte le possibili occasioni castiste -, il collega Pantalone si sia tanto speso, su pressione anche del Paonazzo del Nicchio e del Fantasma della Provincia, per il decreto di nomina del raffigurato rettore ABUSIVO Criccaboni. Il tutto, se ce ne fosse bisogno, corroborato da quanto dichiarato dal sedicente critico Madioni. E come mai ha avallato tutte le soperchierie eseguite dall’egemonia, mai prendendo posizione – per esempio – a favore dei lavoratori (non solo di quelli universitari) e sempre e comunque “raffreddando” a favore della casta? Questi uffici sono devoti al principio di legalità e allo Stato di diritto e non possono che deprecare l’operato del RAPPRESENTANTE DELLO STATO SUL TERRITORIO PROVINCIALE del collega.

Auspicando che pervengano, almeno ora, tutte le smentite e i passi indietro opportuni, porgono questi uffici un gelido saluto e un a mai più rivederci.

Di questi uffici

Cesare Mori

La redazione illuminata in festa: SE NE VA VIA!!!!

Tommaso Occami. Desolazione

Vorrei parlare di tre aspetti della vicenda Monte dei Paschi che continua a consumarsi e che ieri ha avuto un ulteriore drammatico passaggio. La perdita registrata nel bilancio 2011 non va a incidere sul patrimonio ma comunque rappresenta una enorme diminuzione di valore per la banca (su i dati di bilancio ci tornerò con un apposito articolo). Che testimonia ancora una volta, ammesso che ce ne sia bisogno, l’errore strategico legato all’acquisto della banca Antonveneta. E il modo con cui è stata pagata che ha determinato tutti gli effetti negativi sulla Fondazione  e con il bilancio di ieri anche sulla banca. Non è sufficiente dire che tali operazioni sono state fatte anche da altre banche come ad esempio Intesa. Non è sufficiente e la dimostrazione sta nel differente andamento del titolo. Intesa che vale ben cinque volte il Monte dei Paschi non ha risentito delle pulizie di bilancio.
Ma altre considerazioni vorrei fare e più precisamente: sulla mancata presenza del presidente Mussari alla presentazione del bilancio, alla comunicazione fatta dal direttore Viola al personale e sulla lettera inviata da Mancini ai consiglieri comunali; vicende non da poco! La prima, ci risulterebbe che il Mussari non fosse preso da impegni inderogabili perché visto nei paraggi dell’Università di Siena. Vorrei dare un consiglio all’avvocato di Catanzaro: é bene che vada all’assemblea di Aprile. Ci vada come fanno gli uomini veri che non si nascondono dietro le conoscenze politiche che lo hanno portato prima in Fondazione e poi in Banca, senza essere mai passato da una prova elettorale. Vada in assemblea senza nascondersi dietro l’arroganza del potere che tutto consente e tutti minaccia. Ci vada a mani nude e riconosca le sue responsabilità a viso aperto se vuole continuare ad avere una qualche considerazione da una città che tanto gli ha dato, forse troppo!
Da Viola ci saremmo aspettato altro. Ci saremmo aspettati che rivolgendosi ai dipendenti avesse detto: voi siete l’unico capitale capace di rimettere in sesto la banca. Ci saremmo aspettati che avesse rassicurato i dipendenti dicendo loro di rassenerare le loro famiglie perché avrebbe operato per non ridurre il loro potere di acquisto. Che i mutui si sarebbero potuti continuare a pagare così come gli impegni nei confronti dei figli. Ci saremmo aspettati che avesse rassicurato nei confronti della minaccia di licenziamento. Ci saremmo aspettati che avesse detto che tutti questi obiettivi sarebbero stati raggiunti tagliando i 60 milioni di pubblicità o gli altrettanti 60 per i dirigenti strategici o i 140 milioni di euro per consulenze, ma ciò non è avvenuto. Il capitale umano è l’unica cosa che ci rimane, attenzione! Ma un piccolo consiglio vorrei dare anche al direttore Viola: lasci il suo stipendio basso fintantoché non ha comunicato le sue strategie per uscire dalla crisi nella quale si trova il Monte, sarebbe un bel gesto, in controtendenza!
L’ultimo, ma non per importanza è Gabriello Mancini. Ci ha confermato quello che già  sapevamo con la lettera inviata ai consiglieri comunali. Tale atto ha solo un elemento in più: la delegittimazione del sindaco Ceccuzzi e la guerra di tutti contro tutti. La volontà di scaricare la colpa sugli altri genera queste situazioni. Ceccuzzzi, sulla Fondazione e su Mancini, quest’ultimo sulle istituzioni e sul partito. Il partito di maggioranza che prepara una mozione dove scrive di non essere stato messo in condizione di sapere perché se  avesse saputo non avrebbe autorizzato l’aumento di capitale. L’aumento, il secondo, che ha messo in ginocchio la Fondazione. Mancini che si difende da questa accusa scrivendo che  il Ceccuzzi in campagna elettorale non voleva scendere sotto l 50% perché avrebbe messo a rischio la sua elezione (ricordiamoci la lettera inviata a tutti i cittadini a firma Ceccuzzi in campagna elettorale dove si candida a paladino della senesità del Monte con la difesa del famoso 50%). La rappresentazione della crisi della politica a Siena é tutta qui come mosche impazzite che dietro un vetro cercano una via di uscita che non trovano. Il commissario Profumo ne raffigura la fine.
Avremmo preferito un’altro scenario: una classe politica che si assumesse le  proprie responsabilità, chiedesse scusa ai senesi creando i questo modo le condizioni per un cambiamento delle rappresentanze sociali. Ciò non è stato ma non è detto che non possa avvenire.

Tommaso Occami

Ecco come la cricca ha mortificato e mortifica le istituzioni pubbliche in piena illegalità: gli intrallazzi e i favoritismi nel pieno disprezzo istituzionale ai tempi di Angelo Riccaboni. Ma qualcuno ha rotto gli indugi …

Premesso che da quanto risulta alla nostra redazione sono in partenza, alcuni fascicoli riassuntivi con allegati in merito al dissesto e alle elezioni irregolari del rettore abusivo,in direzione Ministero della Giustizia, Ministero dell’Interno e Procura di Roma e Genova. Premesso questo riteniamo che forse a qualcuno I continui traccheggi, le omissioni e i favoritismi nei confronti della cricca composta da veri e propri personaggi che disprezzano le istituzioni, i cittadini e lo Stato di Diritto non stanno più bene. Cullatevi sull’impunità e sui traccheggi magari come qualche  avvocato che faceva lo spavaldo a Siena e poi (giustamente) condannato a Firenze. Fate i grossi: continuate pure…!!!

Dopo aver letto sulla stampa le intercettazioni che svelavano i giochi messi in piedi dalla cricca per convincere la Gelmini ha firmare il decreto di nomina di Criccaboni (vedi il ruolo di Luigi Berlinguer in primis) e gli intrallazzi tra Criccaboni e quel dirigente (da studio lombrosiano) attraverso I quali concordavano il taglio del salario accessorio ai lavoratori (taglio fuori legge: che cosa aspetta la magistratura a intervenire?) ecco spuntare alcune chicche che confermano l’assoluto stato di illegalità e di disprezzo istituzionale.

Correva il 4 novembre 2011 alle ore 8:54 del mattino e un docente amico del Cricca, un certo Angelo Barba, informa lo stesso Cricca di (come faceva questa a saperlo) “di aver avuto notizie sulla sua nomina dalla prof.ssa Capalbo, Pro Rettore della Sapienza”. Prorettore di quel personaggio da dissesto del rettore di Roma, Luigi Frati.

Poi a un certo punto Criccaboni viene contattato da un personaggio del Comune di Siena (non un amministratore par di capire) il quale “dice che il comunicato stampa relativo alla sua nomina non lo deve fare tramite l’ufficio stampa dell’università perche non sono affidabili essendo vicini a Focardi”. Insomma, dal comune dicono al Cricca che persone stipendiate con soldi pubblici non sono affidabili. Un bel modo di concepire le istituzioni e  rapporto tra istituzioni.

Ma il 5 novembre 2011 entra in campo un noto personaggio iscritto al PD senese che tutti presentano come critico d’arte, un certo Gilberto Madioni. Il critico d’arte (è iscritto all’albo?) contatta Criccaboni e “gli dice che la situazione si è sbloccata grazie all’intervento decisivo del Prefetto che fa parte dell’area governativa. Critica l’operato del precedente rettore che ha fatto intervenire la magistratura. Le cose andavano gestite all’interno”. Come andavano fatte dall’interno? Speriamo che dalla prefettura giunga velocemente una presa di distanza da questo Gilberto Madioni, anche perché non ci risulta essere il portavoce del Prefetto appena trasferita.

Non trascuriamo e non dimenticate questa: “L’Avv. VERA BENINI chiama Riccaboni e riprende il discorso interrotto poco prima. Gli rappresenta che, secondo lei, l’attivazione per contrastare la volontà della Ministra è da ricercare in un problema tipo la scuola dei Marescialli, relativa alla vendita di Pontignano. Il problema sarebbe che Focardi ha fatto una promessa, ovviamente senza scrivere nulla, che non può mantenere perché non è stato rieletto come rettore.Il commissario avrebbe invece potuto realizzare la promessa. Al Governo sostanzialmente non interessa nulla né di Focardi né dei debiti dell’Università di Siena. C’è poi l’indagine con 27 indagati tra i quali qualcuno potrebbe dire qualcosa che non deve dire. Ha comunque fiducia nel P.M. che ha ereditato il fascicolo dal dr. Formisano(6 -11-2010)”. In un contesto normale la Benini e Criccaboni erano già dal magistrato dopo questa conversazione.

La dimostrazione delle connivenze, dei favoritismi e delle violazioni delle regole sono riscontrabili in questa poco edificante quanto offensiva nei confronti dei docenti e deilavoratori onesti dell’ateneo, conversazione tra il dissestatore Walter Gioffrè e Criccaboni:

“Walter Gioffrè chiama Riccaboni lamentando il fatto che, a seguito di un colloquio,con la Fabbro, lei gli ha detto che dovranno essere presi provvedimenti disciplinari nei suoi confronti vista l’ordinanza di sospensione dal servizio disposto dall’Autorità .Giudiziaria. GIOFFRE’ è arrabbiatissimo perché nessun provvedimento era stato preso a seguito di analoghe sospensioni adottate nei confronti di TOSI e CAPOROSSI. Aggiunge che anche i suoi vecchi amici, tra i quali MONACI e MANCINI, gli stanno girando le spalle ed anche l’attività di consulenza legale del figlio, legata al MPS, sta avendo delle ritorsioni. GIOFFRE’ si lamenta con RICCABONI del fatto che ieri lo abbia lasciato da solo con lei. RICCABONI risponde dicendo che pensava che le cose fossero andate per il meglio. GIOFFRE’ aggiunge che, di fronte alla prospettiva di poter essere reintegrato nei suoi incarichi una volta terminata la misura cautelare dell’A.G., lei gli ha sconsigliato vivamente di fare una simile proposta. GIOFFRE’ è sconcertato e RICCABONI gli dice che le parlerà.”

Ci mancava altro che il Presidente della Fondazione e del Consiglio regionale prendessero le sue difese!

Ecco come muoiono la legalità e e istituzioni. Le forze politiche resteranno in silenzio anche dopo aver letto tutte queste conversazioni disgustose e inquietanti? Ci rivedremo (con le forze politiche) il giorno 4 aprile per commentare l’esito del voto sulla mozione relativa alle vicende universitarie.

P.S. State calmi con gli avvocati perché è tutto materiale che non viola il segreto istruttorio!! Ci siamo capiti, vero?

“Mediobanca è sotto attacco”

(dal sito dagospia)

Mediobanca è sotto attacco per l’affare Fonsai e la fusione rischia di saltare sotto i colpi dell’inchiesta della magistratura milanese. Per il momento il Pm Luigi Orsi ha messo il naso nei bilanci Fonsai ma in procura si dice che presto potrebbe curiosare anche tra i suoi advisors.

Ma cosa sta succedendo nelle cattedrali della finanza italiana? Se fosse stato vivo lui, Enrico Cuccia, il grande vecchio di Mediobanca, il banchiere dei banchieri, l’uomo che ha dominato per quarant’anni sul pianeta finanza, tutto ciò non sarebbe accaduto, l’affare Fonsai sarebbe andato liscio come l’olio, nessun Perissinotto di turno avrebbe osato attaccare l’operato della banca d’affari di Filodrammatici.

Come avvenne ai tempi del primo spericolato salvataggio del gruppo Ligresti, voluto da Enrico Cuccia in persona contro l’intero establishment bancario, le banche si sarebbero accollate l’onere dell’operazione senza colpo ferire.

Ma oggi ai vertici di Mediobanca non c’è più da tempo Enrico Cuccia. Ci sono due signori che si chiamano Alberto Nagel e Renato Pagliaro che avranno magari i pieni poteri di nomina delle controllate tra cui Generali, ma non hanno nè la forza nè il carisma per passare indenni dalle critiche che arrivano oggi dai vertici delle Generali e da una parte dell’establishment finanziario milanese. Non escluso l’ormai outsider Cesare Geronzi che da quando è stato fatto fuori dalle Generali e dalla stessa Mediobanca, passa il suo tempo a tramare nell’ombra.

Così, forse per la prima volta nella sua lunga storia, Mediobanca è sotto attacco dall’interno del pianeta finanza. E a voler ben guardare le carte del Pm Luigi Orsi, anche da parte della magistratura milanese che ha scoperto non poche schifezze nell’operazione Fonsai. Si dirà che le due cose sono distinte ma se soltanto una parte dell’inchiesta di Orsi si rivelerà fondata è difficile che le indagini non lambiscano anche i progetti di fusione.

La Repubblica titolava, “Premafin-Fonsai peggio del San Raffaele”. E la Consob sta lavorando a tempo pieno sull’affaire Ligresti e la manipolazione dei mercati e tutto ciò non è di buon auspicio per la ventilata fusione con Unipol o con le altre cordate.

Ma lo scontro, sia pure con i guanti di velluto, tra Giovanni Perissinotto e Renato Pagliaro non è soltanto una questione di potere per riscrivere la geografia dei potentati finanziari in Italia. Quello scontro è in continuo movimento e nessuno conosce gli esiti finali. Il fatto è che questa volta Mediobanca l’ha fatta grossa: per evitare che dalle maglie del gruppo Ligresti emergesse quello che poi sta emergendo sotto forma di scatole cinesi, consulenze dorate pagate dalle società di Ligresti allo stesso Ligresti, bilanci discutibili, l’istituto di piazzetta Cuccia come anni fa fece con Gemina, ha messo in piedi la spericolatissima operazione tra Fonsai e Unipol immaginando che una volta fatta la fusione le magagne sarebbero scomparse nelle pieghe della fusione.

Hanno un bel dire Matteo Arpe e Roberto Meneguzzo, pretendenti di Fonsai al posto di Unipol, che il gruppo di Ligresti se ben gestito farebbe utili per 450 milioni di profitti. Per il momento ha prodotto soltanto debiti e a quanto pare una valanga di operazioni illecite.

Non solo. Il paradosso vuole che Mediobanca stia facendo la regia di un’operazione, magistratura permettendo, che dovrebbe dar vita al principale concorrente delle Generali nel mercato assicurativo.

Insomma la controllante di Generali come se nulla fosse mette al mondo una bestia strana e a quanto pare un po’ malvagia che diventerà la principale competitor del Leone di Trieste. Roba da far rivoltare Enrico Cuccia nella tomba. Come ci ha detto un banchiere del giro Generali, citando ‘’Blade Runner”: “Ho visto cose che voi umani non potete neanche immaginare”.

Un dibattito sulle cause del dissesto universitario almeno “VOI” potreste organizzarlo

Abbiamo appena letto che il sindaco Ceccuzzi (il sindaco della carta etica) parteciperà a un confronto su sicurezza e viabilità organizzato dall’associazione NOI. I temi da trattare sono importanti, ma nell’occasione ci sentiamo di proporre all’associazione NOI di organizzare, sempre alla presenza del Ceccuzzi,un altro confronto sulle cause del dissesto universitario. Il leader dell’Associazione NOI la conosce bene la realtà universitaria e alla fine del confronto potrebbero organizzare un bel rinfresco in Via Roma 56. Certe questioni mica si possono affrontare solo “a casa di Anna”.

Condannato a sei mesi Niccolò Pisaneschi, docente universitario di Siena

La redazione di Fratello Illuminato, dopo aver letto che Niccolò Pisaneschi, docente filo-criccaboniano, è stato condannato a sei mesi, si trova nella necessità di chiedere alla Procura di Firenze se fosse possibile beccarsi un avviso di garanzia o qualcosa del genere da poter esibire onde scalare rapidamente qualche posizione di vertice in Banca o all’Università. Evidentemente l’avviso di garanzia, l’avviso di chiusura delle indagini o, meglio ancora, una condanna costituiscono elemento essenziale a Siena per gestire qualcosa. Ricordiamo infatti che Niccolò Pisaneschi è il fratello di Andrea Pisaneschi, indagato con lui e Olivetti Reson per le fatturazioni false alla Baldassini Tognozzi e Pontello. E cosa fa Andrea Pisaneschi oltreché il filocriccaboniano anche lui? Il membro del CdA del Monte dei Paschi che oggi presenterà un bilancio disastroso. E di chi sono colleghi i fratelli Pisaneschi? Del Criccaboni, di tutta la cricca riccaboniana e fabbriana nonché dei due futuri membri del CdA di MPS Angelo Dringoli e Tania Groppi (Andrea fra l’altro insegna la stessa materia di Tania Groppi). Nonché della cricca di genii di Via Roma 56, cacciatori di barbari e inghirlandatori di genii. Nonché della bandaccia che imperversa alle Scotte fregandosene della legge e della decenza.
Da tutto quanto precede è evidente che se non hai almeno un avviso di garanzia (meglio una condanna) non c’è versi di avere un posticino ben remunerato. Ecco perché rinnoviamo la nostra richiesta alla Procura di Firenze (di Firenze eh, tranquilli). Anche noi teniamo famiglia!!!