Il piccolo Alfredo ci prova

In questi giorni dentro e fuori il PD in molti si stavano chiedendo come mai la famiglia Monaci era sparita dal dibattito politico e non prendevano posizione ufficiale nella campagna elettorale. Noi questa domanda non ce la siamo posta perché ormai abbiamo ben chiara la metodologia della famiglia M. Alberto e Alfredo Monaci da anni hanno stretto un patto di ferro col Ceccuzzi. Infatti entrambi i fratelli hanno più poltrone dei loro voti. Alberto, in barba a tutte regole etiche e di decenza politica ha ottenuto la famosa deroga per tornare in Regione. Il piccolo Alfredo invece è diventato banchiere. Secondo voi la smania di poltrone della famiglia Monaci finisce qui? No di certo! Sentite un po’ cosa ci comunica Radio Borsa: secondo alcuni analisti ben informati del sistema politico senese il patto di ferro tra Ceccuzzi e Monaci consiste in questo. I Monaci anche in silenzio danno una mano a Ceccuzzi e in questo accordo Ceccuzzi garantirebbe la presidenza della Banca MPS ad Alfredo Monaci.
Ora noi facciamo tre riflessioni: ma vi sembra normale che di fronte alla crisi del sistema Siena si possa ancora consentire che la famiglia Monaci e Ceccuzzi facciano il bello e il cativo tempo? Ma gli stessi elettori del PD sono ancora convinti di votare per garantire le poltrone di tre o quattro persone? E’ inutile che i Monaci si tengano sotto traccia: sono pienamente corresponsabili con Ceccuzzi dei danni devastanti a questa Città. Ultima considerazione: ci sentiamo di dire che né i poteri forti né l’anima popolare di questa Città possa in alcun modo digerire l’ipotesi di Alfredo Monaci alla presidenza di MPS.
Va a finire che ci tocca rimpiangere Mussari …

Burattini

Voi li votereste dei politici che non contano nulla, che non hanno autonomia decisionale e appena alzano il capo vengono spianati dal partito nazionale? Voi ce li mandereste a guidare la cosa pubblica delle persone che non hanno autonomia decisionale neanche all’interno del proprio partito?

Vi sembra una democrazia partecipata quella in cui quattro o cinque funzionari romani autoreferenziali impongono le scelte alle strutture di partito locali?

A Siena questo sta avvenendo: l’IdV è stata commissariata dal principe azzurro Evangelista, la Lega è stata comprata grazie al patto romano Verdini-Calderoli (e questo ultimo vorrebbere fare il federalismo e poi non dà autonomia neppure ai propri parlamentari e alle proprie strutture di base).

Ieri tutti abbiamo letto che Rifondazione Comunista ha abbandonato il Ceccuzzi. Che faranno da Roma i rifondaroli: garantiranno l’autonomia oppure commissarieranno di fatto la struttura locale?

Noi osserviamo e lasciamo fare agli altri, ma una considerazione dobbiamo farla: qui di democratico non c’è proprio niente e vogliono imporre agli elettori il Ceccuzzi in barba a qualsiasi idea autonoma e “diversa”. Gli elettori hanno più schiena drita e dignità di certe peripatetiche politiche che si svendono ad ogni angolo di strada.

Ricapitalizzazione di borsa: quando le chiacchiere stanno a zero

Riceviamo e pubblichiamo da Giovanni Gentile:

Era L’APRILE DEL 2006 e la Banca Monte dei Paschi di Siena capitalizzava 11.498,1 milioni.

Era anche il tempo in cui Giuseppe Mussari assumeva la carica di Presidente della Banca Monte dei Paschi di Siena e, insieme a lui, ne assumeva la Direzione Generale Antonio Vigni.

L’ultimo non rilasciò dichiarazioni, salvo quella ripetuta ossessivamente “Siamo forti!”; il primo, invece forte della propria arroganza dichiarò: se le cose vanno male lascerò il mio incarico.

E’ il FEBBRAIO DEL 2011 e la Banca Monte dei Paschi di Siena capitalizza 5.369,0 milioni.

Ora, a ben vedere, la Banca capitalizza 6.129 milioni di €. in meno e potremmo affermare che, per magia, più della metà della Banca è “sparita”.

Poichè trattiamo di “magia” non possiamo chiedere al primo di abbandonare la poltrona e neanche al secondo di interrompere il ritornello anche perchè magicamente si sono nominati da soli come Mancini.

Viva il Monte se anche i maghi si riposano ( Ceccuzzi e Monaci)

Un magico documento

Un altro magico documento

 

 

Potrete non crederci, ma a volte essere trombati può non essere piacevole. Il caso di Fiorino Iantorno

L’orizzonte politico verso il quale si muove Ceccuzzi più che essere granitico sembra essere costellato di … grane. L’ultima (per adesso) è quella dell’abbandono della sua coalizione da parte di Rifondazione Comunista. Non stiamo certo a valutare la scelta che Rifondazione ha fatto, anche perché dato che al suo interno non mancano uomini e donne di notevole esperienza politica, immaginiamo che abbiano attentamente ponderato la scelta.

Il dato politico da mettere in evidenza, infatti, è un altro e ha un nome ed un cognome: Fiorino Iantorno.
Avevamo teorizzato che il vero popolo della sinistra (quello di base che lotta non per la facciata, ma perché crede ancora che si possano portare avanti le proprie idee senza per forza scadere in un becero materialismo fatto di contrattazione di posti personali e basta) vota Laura Vignichi invece, più che essere di sinistra veste gli abiti del perfetto estremista di maniera, allora voti altrove.
In questo scenario si inquadra la fulminea parabola discensionale di Fiorino Iantorno, il quale, da quello che abbiamo letto sulla stampa locale, sembra proprio essere stato “trombato” dal suo (ex?) partito. La cosa paradossale, però, è Ceccuzzi. Tutti ricordiamo le dichiarazioni con cui Iantorno si scagliava contro la Banca arrivando a dire che i suoi vertici avevano spaccato in due la città: Fiorino, Fiorno … in questa spaccatura il tuo candidato Ceccuzzi, dove si collocherebbe? Mica vorrai farci credere che Ceccuzzi con quei vertici della Banca non c’ha mai parlato?
Certo, una cosa va detta. Ceccuzzi aveva affidato a Fiorino il compitino di dare un’immagine intransigente alla sua coalizione, forse credendo che Fiorino parlasse a nome di tutto il suo partito e, quindi, lo rappresentasse appieno. Poi una bella mattina Ceccuzzi si è svegliato (a Roma, perché lui a Siena non ci vive) e ha scoperto che Rifondazione aveva deciso di lasciare la sua coalizione. Eh … quant’è malvagia la dura legge del contrappasso. Dopo i segnali che Ceccuzzi ha cercato di trasmettere attraverso Iantorno, il messaggio, alla fine, lo ha ricevuto lui da Rifondazione. Un messaggio chiaro che gli diceva che Rifondazione poteva tranquillamente continuare ad esistere anche senza scalpitanti personaggi in cerca delle luci di una ribalta personale.
Ma Ceccuzzi e i suoi uomini, prima di lanciare a palle incatenate Fiorino Iantorno, l’avevano fatta una verifica per assicurarsi che Iantorno rappresentasse davvero Rifondazione Comunista e non parlasse a titolo personale, o no?
E ora cosa farà Iantorno? Peraltro, voci su Radio Lastra dicono che Cannamela nella lista di Sel non ce lo vuole affatto. E allora, a quale porta sarà costretto a bussare per non essere trombato anche da Ceccuzzi?
Forse, con tutte quelle uscite ad effetto, aveva pensato di avere saldamente in pugno tutta la politica cittadina e che due o tre berci sui giornali corredati da una foto significassero la conquista del titolo di fine politico. Invece Fiorino – che nonostante la lunga militanza forse ancora è giovane della politica – pare non aver ancora ben chiaro che non sempre la sovraesposizione urlata dà buoni frutti e sia sinonimo di astuzia. Anzi.
Come diceva il vecchio detto, prima o poi le volpi finiscono in pelliceria.
Firmato
La Primula Rossa

Le stramberie di un sistema dissestato

Non ci prendiamo in giro e non voltiamo lo sguardo da un’altra parte. Prendiamo finalmente coscienza che il sistema politico senese guidato in equilibrio da Ceccuzzi e Verdini è confuso e non è salutare per bene e il futuro della città. Non facciamo come gli struzzi quando invece tutti sappiamo che sino ad oggi Ceccuzzi e Verdini indicavano per la maggioranza e per l’opposizione i nomi da nominare nei vari consigli di amministrazione. Non giocate con il fumo negli occhi per nascondere le responsabilità di Ceccuzzi nella gestione di tutto in questa città: dalle nomine,all’aereoporto di Ampugnano fino al sostegno della gestione tosiana e ricaboniana della università.

Il gioco in atto e ben orchestrato dai ceccuzziani è chiaro: demolire stupidamente il sindaco uscente Cenni, isolare e far passare il Mussari come uno che non conta più nulla, dipingere come un appestato chi non si allinea con il soviet ceccuzziano. Praticamente, il Ceccuzzi proprio perché non ha i titoli per rivendicare il ruolo di “nuovo della politica” e proprio perché è il responsabile massimo del disastro del sistema Siena che cosa ha studiato con i suoi comunicatori? Una cosa così sciocca che l’hanno capita anche i famosi colonnini di piazza: gettare fango su tutti, da Pierluigi Piccini al Cenni al Mussari a Martelli e al gruppo dell’associazione Per Siena. Così facendo il capo del soviet pensa di rifarsi una verginità e trionfare su tutti.Dicevo prima che questa strategia è sciocca. Palesemente sciocca. Ma vi rendete conto della banalità e al contempo dell’arroganza dei ceccuzziani. Hanno governato fino ad oggi e all’improvviso sol perché Ceccuzzi è un debole politicamente, fanno di tutto per denigrare e isolare il resto della città pensando di lasciare un uomo solo al comando. Ma non diciamo blasfemie.Queste sciocchezze possono raccontarle ai vari Iantorno e Cannamela e al “cavaliere immacolato” Evangelisti. La realtà è un’altra: il mondo del lavoro,le forze produttive e i cittadini nel loro insieme attendono risposte concrete e non fumo negli occhi, che serve solo a garantire le poltrone per il Ceccuzzi e i fratelli Monaci. E ancora: Ceccuzzi in un solo colpo pensava di attaccare populisticamente i poteri forti e raccogliere il massimo consenso nei ceti popolari della sinistra.Invece in un solo colpo è riuscito ad irritare i cosiddetti poteri forti(che non hanno nulla di illegale) e sta perdendo la stragrande maggioranza dei ceti popolari e la vera anima della sinistra. Ceccuzzi è un funzionario di partito e non ha niente in mano per presentarsi come l’uomo che accompagna il rilancio della città. In questa competizione elettorale ci sono solo due candidati che rappresentano al meglio le vere anime della città: Gabriele Corradi  e Laura Vigni. Tutto il resto sono solo fumo negli occhi che tutte le mattine ci propina dal suo giornale il ceccuzziano Strambi.

 

Forte sì, come l’aceto

Ceccuzzini e Marignuzzi (PD e PD+L) sembra a questi uffici che perdano pezzi uno dietro l’altro e che per campare debbano fare una notevole campagna reclutamenti (dice che hanno contattato anche i colonnini di Piazza).

L’onorevole chianino inciampa in continuazione in bischerate sesquipedali. Prima perde tutta la sinistra, quella vera, che vuole fare politica vera e non il gioco delle seggiole. Poi dà il via ad una carta dei (dis)valori (dieci rotoli di morbidezza) dove si prevede che non possa candidarsi, in successione: Bokassa, Jeffrey Dahmer il mostro di Milwakee, Leonarda Cianciulli la saponificatrice di Correggio nonché Adolf Hitler, Martin Bormann, Mengele ed un’altra decina di gerarchi nazisti, ma non chi ha un doppio incarico come presumibilmente vorrebbe avere lui. Cosa ha da dire al proposito l’evangelico Evangelista? Perché se non sbagliano questi uffici non è proprio corretto che si dimetta, il Ceccuzzini (Ceccuzzi + Verdini) da parlamentare solo DOPO aver saputo com’è andata. Metta per iscritto, se ha il coraggio, che va a fare il consigliere comunque vada, anche se perde e si dimette da parlamentare. Così è troppo comodo!

Poi è di stamani la notizia che persone evidentemente più serie di certi presunti “compagni” che si accompagnano al potere e alle seggiole e che in tale serietà erano stati preceduti dall’ottimo Francesco Andreini, hanno lasciato a piedi il Ceccuzzini nonchè Iantorno e Benocci. Che fa ora Ceccuzzini con questi due? Li candida nel PD? Perché Rifondazione è andata. Amen.

E anche riguardo all’Associazione Per Siena l’ha dovuta fare sporca il Ceccuzzini. Mandare Iantorno a fare il killer contro la Banca accusandola di spaccare la città! Grande mossa! Col risultato che anche mezza Per Siena è andata. Meno male ha fatto il politico tutta la vita, sennò chissà che risultatoni riusciva ad ottenere.

E’ forte il Ceccuzzini. Forte come l’aceto. E il Marignuzzi (Marignani + Ceccuzzi)? Peggio che andar di notte. Verdini ha dovuto smuovere mezzo mondo per costringere la Lega di Siena a scaricare la povera Battistini e a farla convergere su Nannini. Bravi anche loro sì! Corretti! E anche la Lega: complimentoni. Dopo mesi che ci stracciano i maroni (è il caso di dirlo) con la Loretana si svendono malamente. E Nannini non è neanche candidato col PD+L, ma di una lista civica con l’appoggio del PD+L. e

Questi uffici ritengono che questi personaggi siano da evitare in tutti i modi. Tutto ma non questi due.

P.S. Ci siamo permessi di prendere in prestito la freccia del borsino tanto cara agli strambi comunicatori del Ceccuzzini.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Le faide interne al PD all’ombra del Monte. Votate chi volete, ma mandiamo a casa chi tratta i senesi da sudditi

Non è qui nostro interesse fare speculazione su quello che a breve potrebbe essere il futuro della Banca. Per una ragione molto semplice, perché noi a babbo Monte ci teniamo. E parecchio. Ed è per questo che ci ha fatto trasalire leggere su tutti i quotidiani una parola che era nell’aria da tempo, ma che nessuno aveva il coraggio di confermare: ricapitalizzazione.
Seguite il ragionamento che sto per farvi, perché per ascrivere le giuste responsabilità è bene non mischiare le cose anche se, ovviamente, una relazione c’è.
Che dipenda dall’acquisto di Antonveneta; che dipenda dalla congiuntura economica che non aiuta la ripresa; che sia il combinato di questi due fattori o chissà cos’altro, la domanda è sempre la solita: ma la politica e, soprattutto, il PD ossia il partito del signor Ceccuzzi, ma dove cavolo è stato in tutti questi anni? Perché  – nel caso in cui sulla vicenda ricapitalizzazione incidesse anche l’acquisto della banca padovana – qualcuno ricorda le dichiarazioni trionfalistiche che Ceccuzzi fece all’indomani dell’acquisto di Antonveneta? Sapeva di cosa stava parlando e aveva valutato i possibili scenari futuri? Vedete, amici, è come per la vicenda dell’università; è davvero singolare ma pare che il PD e Ceccuzzi in primis pur avendo condiviso in tutti questi anni politicamente qualsiasi scelta (sulla Banca; sulla Fondazione, dato che le nomine dei membri le fanno il Comune e la Provincia; sull’amministrazione comunale anche se oggi la rinnegano) non sappiano mai niente di tutto ciò che è successo e succede a Siena. Ma che strano: quanti di voi pensano che Ceccuzzi sia stato fuori dai giochi politici senesi negli ultimi dieci anni? Come si dice in questi casi, il Re è nudo e il Re, in questo caso (metaforicamente parlando e, supponiamo, non per le blasonate origini) è proprio lo stesso Ceccuzzi.
Ora il teatrino del PD e della coalizione che sostiene Ceccuzzi (e che pare perdere pezzi ogni giorno) ha veramente stufatoLa smettano con queste farse dei Forum, della partecipazione condivisa e menate similiQuesto finto interesse a che tutto nasca dal basso altro non è che la foglia di fico che tenta miseramente di coprire ciò che sta realmente avvenendo all’interno del PD senese: una vera e propria faida, finalizzata solo a personali equilibri politici, ovviamente per i soliti noti e, ovviamente, che non ha nulla a che vedere con l’interesse generale e con Siena. Una pura partita di Risiko, in cui si gioca a collocare i propri fedelissimi nei vari posti in modo da ripartire i pesi interni. Ma al cittadino senese (ossia quel 99,5% della popolazione reisidente, dato che i benefits vengono ripartiti tra un gruppetto di persone assai limitato) che gliene frega e che beneficio ne trae? Ci sono, poi, vari cortigiani o aspiranti tali che pur nauseati da anni e anni di una simile arroganza, continuano a scodinzolare intorno pensando che qualche briciola cada dal tavolo e tocchi anche a loro. Avviso ai naviganti: dormite tranquilli, tanto non vi caga nessuno, capito? Vi tengono lì sull’albero a cantare sventolandovi la fotocopia della carota e basta. Magna oggi magna domani, qui sono finite anche le briciole e, comunque, in puro stile da fine impero, vige la logica del “tutto mio”, quindi, ci sarà una bella dieta perché non verranno ridistribuite più neppure quelle. Questi signori non pensano che il Monte dei Paschi rappresenta il terzo gruppo bancario italiano. No, mai. Per questi signori il Monte è roba loro, atteggiamento che oltre ad esprimere un egoismo ed una miopia incredibili, manifesta anche tutto l’irresponsabile provincialismo che scorre loro nelle vene.
Ed è arrivata l’ora che chi da dieci anni e oltre ha partecipato condividendo tutto e oggi prova a fare il verginello si assuma le sue precise responsabilità politiche e ne cominci a rispondere.
Firmato
La Primula Rossa

E vai col doppiopesismo e con un pretenzioso e vacuo moralismo

Questi uffici osservano con disgusto la pantomima che l’Italia dei (dis)Valori ha messo in scena per riuscire a sedersi a quel tavolo del centro-sinistra capitanato da Ceccuzzi dal quale ritengono poter ottenere un po’ di seggiole su cui sedersi. Complimenti per davvero! Dopo che l’IdV locale aveva resistito, è arrivato l’evangelico Evangelista e questo è il risultato: una stomachevole conferenza stampa dove si sono sbaciucchiati dandosi del nuovo vicendevolmente (e anche di 2.0 che vuol dire evidentemente secondo).  Nel frattempo escono queste belle lettere qui: http://www.iltribuno.com/articoli/201101/litalia-dei-veri-valori-chiede-scusa-agli-eletto.php.

La stessa infame tarantella che ha fatto Ceccuzzi con l’IdV, alla fine facendola commissariare de facto, l’ha fatta il suo amico, di Ceccuzzi, Verdini con la Lega, dimostrando ancora una volta la comunità di intenti e mezzi ai limiti e oltre i limiti della decenza e della legalità.

Altrove, sulla bacheca Facebook del ceccuzziano Simone Bezzini, del quale stiamo ancora aspettando le dichiarazioni in merito agli sbirillamenti di macchine in Pian dei Mantellini compiuti dal suo direttore generale Tommy Stufano nonché in merito agli innumerevoli cadaveri di cinghiali dell’affaire Cinghialopoli, si sta svolgendo una simpatica discussione sulla Massoneria cui partecipa anche la ceccuzziana Lucia Coccheri e alla quale questi uffici hanno aggiunto un commento:

Come si può ben vedere non è stato neanche considerato, anzi hanno continuato a chiacchierare come niente fosse.

Questi uffici, nonostante abbiano tre dita di pelo sullo stomaco, rimangono esterrefatti dall’incredibile prepotenza, arroganza e infamia dell’atteggiamento di certi politic(ant)i locali e invitano per ciò i Cittadini a votare qualsiasi altra cosa che non sia il PD e il PD+L.

Di questi domenicali uffici

Cesare Mori

Il ceccuzziano Alessandro Piccini in Via Roma

Comoda la vita per i politici del PD senese. Troppo comoda. Mentre i cittadini lavoratori sudano e si dimenano per sbarcare il lunario e garantire il benessere alle proprie famiglie certi politici, stranamente, sono sempre sulle corsie preferenziali.
Il ceccuzziano Alessandro Piccini ex democristiano, ex vicepresidente della giunta provinciale di Siena e  presidente del consiglio comunale di Siena, attualmente è un esponente del PD senese dell’area politica di Alfredo Monaci e inoltre da poco tempo lo stesso Piccini Alessandro è anche un ex dipendente dell’Università di Siena.
E’ un ex dipendente dell’università perchè all’improvviso ha ottenuto la mobilità là dove nessuno dei molti che vorrebbero andarsene dalla nave che affonda e che hanno sicuramente più meriti, competenze e titoli riesce a spostarsi. Singolarmente questa mobilità l’hanno ottenuta solo in due: lui e il figlio di Marcello Rustici (sempre ceccuzziano, consigliere di amministrazione di Ampugnano e indagato proprio per questo).
Mentre i dipendenti universitari pagano sulla loro pelle il dissesto universitario, con il silenzio assordante del PD del ceccuzziano Alessandro Piccini, quest’ultimo ottiene la mobilità e verso l’ASL per giunta. Mobilità senza lavorare, ci mancherebbe altro, visto che è in aspettativa politica. Ma che strano …

La famiglia M

Il candidato Ceccuzzi e i suoi alleati (compreso L’IDV o meglio i senza
valori) professano la discontinuità, il rinnovamento, la carta dei valori,
più spazio ai giovani, trasparenza. Queste sono solo parole buttate nel vuoto e usate come slogan. Ceccuzzi il nuovo e discontinuo? Ma non diciamo bischerate!!! Sono più di 15 anni che gestisce e mette bocca su tutto.Il rinnovamento? Altra bischerata: chi sono i rinnovati, il Mauro Marzucchi e i
fratelli Monaci? Di rinnovati conosciamo solo il teatro.
Oggi concentriamoci sulla famiglia Monaci (grandi e piccini).
Alberto Monaci in questi anni ha costruito un patto di ferro con Ceccuzzi che gli ha consentito stranamente la deroga per ritornare in consiglio regionale. Ha inoltre, Monaci Alberto, appoggiato Tosi fino a che gli ha fatto comodo e poi l’ha scaricato. Altrettanto ha fatto con Focardi. Quindi è anche largamente responsabile del dissesto finanziario dell’Ateneo. La moglie di Alberto Monaci è nel consiglio comunale di Siena. Il figlio della moglie di Alberto Monaci è vicepresidente della giunta provinciale. Il fratello di Alberto Monaci (Alfredo) è stato nominato banchiere (tra Siena e il Piemonte). Chi manca da sistemare in questa famiglia?Pensateci; non ci sembra giusto creare problemi nella famiglia Monaci: sistemateli bene tutti.Un posto per tutti e la riconferma per quelli esistenti. Ma non si vergognano un po’ nel PD senese? Cercano i voti per garantire il futuro al funzionario Ceccuzzi e alla famiglia Monaci. Pensateci Cari cittadini senesi!!!
Comunque volendo potete chiedere anche qualche consiglio immobiliare alla
famiglia Monaci (http://archiviostorico.corriere.it/2004/febbraio/21/Quel_palazzo_gioiello_della_senese_co_9_040221044.shtml).