L’orizzonte politico verso il quale si muove Ceccuzzi più che essere granitico sembra essere costellato di … grane. L’ultima (per adesso) è quella dell’abbandono della sua coalizione da parte di Rifondazione Comunista. Non stiamo certo a valutare la scelta che Rifondazione ha fatto, anche perché dato che al suo interno non mancano uomini e donne di notevole esperienza politica, immaginiamo che abbiano attentamente ponderato la scelta.
Il dato politico da mettere in evidenza, infatti, è un altro e ha un nome ed un cognome: Fiorino Iantorno.
Avevamo teorizzato che il vero popolo della sinistra (quello di base che lotta non per la facciata, ma perché crede ancora che si possano portare avanti le proprie idee senza per forza scadere in un becero materialismo fatto di contrattazione di posti personali e basta) vota Laura Vigni; chi invece, più che essere di sinistra veste gli abiti del perfetto estremista di maniera, allora voti altrove.
In questo scenario si inquadra la fulminea parabola discensionale di Fiorino Iantorno, il quale, da quello che abbiamo letto sulla stampa locale, sembra proprio essere stato “trombato” dal suo (ex?) partito. La cosa paradossale, però, è Ceccuzzi. Tutti ricordiamo le dichiarazioni con cui Iantorno si scagliava contro la Banca arrivando a dire che i suoi vertici avevano spaccato in due la città: Fiorino, Fiorno … in questa spaccatura il tuo candidato Ceccuzzi, dove si collocherebbe? Mica vorrai farci credere che Ceccuzzi con quei vertici della Banca non c’ha mai parlato?
Certo, una cosa va detta. Ceccuzzi aveva affidato a Fiorino il compitino di dare un’immagine intransigente alla sua coalizione, forse credendo che Fiorino parlasse a nome di tutto il suo partito e, quindi, lo rappresentasse appieno. Poi una bella mattina Ceccuzzi si è svegliato (a Roma, perché lui a Siena non ci vive) e ha scoperto che Rifondazione aveva deciso di lasciare la sua coalizione. Eh … quant’è malvagia la dura legge del contrappasso. Dopo i segnali che Ceccuzzi ha cercato di trasmettere attraverso Iantorno, il messaggio, alla fine, lo ha ricevuto lui da Rifondazione. Un messaggio chiaro che gli diceva che Rifondazione poteva tranquillamente continuare ad esistere anche senza scalpitanti personaggi in cerca delle luci di una ribalta personale.
Ma Ceccuzzi e i suoi uomini, prima di lanciare a palle incatenate Fiorino Iantorno, l’avevano fatta una verifica per assicurarsi che Iantorno rappresentasse davvero Rifondazione Comunista e non parlasse a titolo personale, o no?
E ora cosa farà Iantorno? Peraltro, voci su Radio Lastra dicono che Cannamela nella lista di Sel non ce lo vuole affatto. E allora, a quale porta sarà costretto a bussare per non essere trombato anche da Ceccuzzi?
Forse, con tutte quelle uscite ad effetto, aveva pensato di avere saldamente in pugno tutta la politica cittadina e che due o tre berci sui giornali corredati da una foto significassero la conquista del titolo di fine politico. Invece Fiorino – che nonostante la lunga militanza forse ancora è giovane della politica – pare non aver ancora ben chiaro che non sempre la sovraesposizione urlata dà buoni frutti e sia sinonimo di astuzia. Anzi.
Come diceva il vecchio detto, prima o poi le volpi finiscono in pelliceria.
Firmato
La Primula Rossa