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Maggio 13th, 2012 — Note redazionali
Ieri sera sul blog del Bisi lo stesso ha postato questo commento:
mag 12th, 2012 da 15:57
Domani, domenica, uscirà sul Corriere di Siena un interessante articolo di Alessandro Orlandini. Scrive che in una situazione di difficoltà, in Italia e a Siena “potrebbe farsi strada fra i senesi la volontà di una resa dei conti immediata, sulla base di una sommaria attribuzione di responsabilità. Non manca ovviamente questa pulsione, alimentata, in più di un caso, da quanti covano risentimento e rivalsa, soprattutto se, in passato, hanno ricoperto incarichi di rilievo e li hanno in seguito perduti (poco importa per costoro se a causa di clamorosi insuccessi elettorali)”. Quello che scrive Orlandini è più che una sensazione. Infatti come consigliere della trasmissione tv non c’è soltanto chi, per almeno due volte è stato condannato per diffamazione, ma anche chi, nel ’93, alimentò una violenta campagna violenta di veleni in città. Il clima è di nuovo quello. Ne possono subire le conseguenze i più indifesi, quelli che non c’entrano. Un po’ di attenzione ci vuole: è bene non sottovalutare i piccoli episodi e le campagne di odio che da almeno due anni vengono alimentate da blog più o meno anonimi.
Spero che abbia ragione Orlandini quando scrive: “La mia sensazione è che a prevalere sia un atteggiamento diverso, molto composito ovviamente, ma più consono a quella coesione ideale e sociale che, al di là dei conflitti politici, sacrosanti nella loro frequente asprezza, è stata una delle caratteristiche salienti del modo di essere senesi. Per dire una banalità, un po’ come nel Palio, dove il tutti contro tutti si trasforma in tutti per la Festa”.”
Alcune considerazioni immediate. Accusare la Rai di essere stata strumentalizzata è alquanto ridicolo e appensantisce notevolmente, se altri danno retta al Bisi, la sensazione che tutti acclamino il groviglio. Riportare nel dibattito attuale la vicenda delle liste del ’93 è fuorviante e serve solo al Bisi per creare un nemico inesistente e quindi chiamare tutti a solidarizzare con lui. Tentativo patetico. Utilizzare il Palio per richiamare tutti alla coesione politica, richiesta strumentale, è offensivo per il Palio stesso. Pubblicare sul giornale un articolo di Alessandro Orlandini come strumento di moralizzazione della politica è un boomerang visto che Orlandini è stato nominato da poco nel cda di Siena Parcheggi. Qundi la lezione da chi ha goduto di una nomina dal potere politico attuale è alquano fuori luogo.
Ma il Bisi chi pensa di prendere in giro? In questi anni non ha fatto altro che mettere zizzania e appoggiare con il giornale l’operazione Ampugnano e tutte le scelte della gestione Mussari. E non dimentichiamoci dell’assunzione della fidanzata al Monte. Ma chi pensa d’incantare? Una domanda. Ma il Bisi parla come giornalista, come massone o come difensore d’ufficio della giunta comunale?
E sempre a urlare contro i blog … E qui Bisi se permetti: i blog non fanno nessuna campagna di odio. Dove sarebbe l’odio? Nel denunciare il banditismo gestionale all’università forse?
E visto che chiedi sempre l’intervento della magistratura contro i blog, perchè non ti fai chiamare anche te per spiegare i motivi del tuo sostegno all’ampliamento di Ampugnano, per esempio?
Maggio 12th, 2012 — Note redazionali
“E’ stato un errore: ci sono asset di valore nazionale che non possono essere guidati in modo esclusivo da soggetti locali perché in un territorio non necessariamente può essere presente un patrimonio di competenze sufficiente.” Questo è il pensiero del Sindaco di Siena pro tempore, tale Franco Ceccuzzi. Proviamo ad analizzarlo! Cari senesi voi non siete all’altezza di governare una banca, nonostante che l’abbiate fondata e gestita onorevolmente fino al 2001. Quindi, visto che non ci sono professionalità senesi io faccio il “discontinuatore”, “l’innovatore”, con persone che vengono da fuori che quasi sicuramente porteranno via la banca da Siena. Strano modo di ragionare per un Primo cittadino! Non solo il nostro “eroe” non si pone nessuna domanda sul perché siamo arrivati a questo punto. Signor Ceccuzzi, provi a domandarsi chi ha nominato una quantità di incapaci che rispondevano soltanto alla logica di appartenenza neppure a quella partitica ma a quella esclusivamente amicale. Troverà nella risposta, che potrà darsela di fronte allo specchio del suo bagno la mattina prima di uscire di casa, il vero motivo. Forse le sfugge che in questa città, in questa regione, ci sono competenze che sono state mortificate perché non rispondenti ai canoni politici ceccuzziani. Forse le sfugge che ci sono giovani senesi che hanno incarichi importanti a livello nazionale ed europeo nei settori della finanza. Perché vuole umiliare per la seconda volta la città che amministra: la prima con le nomine che ha fatto e che ci hanno portato a questo punto. La seconda volta passando come “rinnovatore” che con figure non senesi accelera l’uscita della banca da Siena. Altro che “rinnovatore” come dice il governatore Rossi che detto da lui “vetero comunista” è tutto un programma. Gli slogan non servono a nessuno se non a una battaglia tutta interna al PD fra due facce della stessa medaglia. Monaci non è presidente del consiglio regionale toscano di cui Rossi è governatore? Suvvia non siamo così sprovveduti!
Altro slogan che affanna una parte dell’opposizione è quello relativo al commissario, no al voto al bilancio, no al commissario! Bel rebus, anzi grande alibi per votare a favore di Ceccuzzi! Ci spieghino come una crisi della maggioranza al comune di Siena possa non passare che da un commissario. Il commissario verrà in tutti i modi sia se si voti no al bilancio, sia se si approvi una mozione di sfiducia, sia se il sindaco si dimetta per sua volontà. Il passaggio commissariale è previsto dalla legge e può essere individuato anche nelle figure amministrative esistenti come avvenne nel 1969. Quindi, cerchiamo almeno di essere chiari con l’elettorato che ha dato fiducia su programmi ai rappresentanti che siedono in consiglio comunale.
Stefania
Maggio 11th, 2012 — Note redazionali
La masturbazione per quanto mi riguarda non è un peccato; piuttosto un piacere dell’intimità personale. E’ reato invece masturbarsi in pubblico. La masturbazione è di destra, di sinistra o di centro? Urge un dibattito politico, senza rinvio alcuno. Il blitz della finanza al Monte, la richiesta di rinvio a giudizio per le elezioni del rettore, la crisi in Comune, la crisi comune? Problemi terziari. Non sta succedendo nulla: è il solito complotto di giudici comunisti contro i comunisti e gli ex comunisti; un disegno plutonico-catodico-erotico contro il sistema. Problemi di comunicazione. Il groviglio armonioso? Maledetti ignoranti. Il groviglio armonioso è semplicemente un aggrovigliamento sensuale e piacevole. Come vi sarà venuto in mente di accanirvi contro il groviglio. In fondo il Bisi sostiene il groviglio perchè professa Peace & Love. Scongiurare in tutti i modi il commissariamento: si rischia l’aumento del prezzi dei preservativi. Peace & Love.
Maggio 11th, 2012 — Note redazionali

Il senato accademico dell’università di Siena rappresenta in pieno le caratteristiche di un groviglio disastroso. Un conclave di condannati dalla Corte dei Conti come Ines Fabbro e Walter Bernardi, per non parlare di Bettalli e Guerrini coinvolti nell’inchiesta per le elezioni del rettore e dal resto dei docenti avidi, menefreghisti e privi di una coscienza civile. Dei docenti seri invece di assecondare la cricca avrebbero dovuto alzare la voce e fermare lo scempio criccaboniano. Erano complici del Tosi e sono complici del Criccaboni. Per il bene dell’università urge estirpare il groviglio del senato accademico in quanto i docenti che ne fanno parte sono corresponsabili del Criccaboni e della Fabbro. Hanno e continuano a rovinare l’università. Un piccolo manipolo di docenti avidi e privi di senso di responsabilità che stanno danneggiando la maggioranza dei docenti, il personale tecnico-amministrativo, gli studenti e l’immagine dell’università e della città di Siena. Invece di appensantire la situazione lasciando alla sola magistratura il compito di “pulizia” farebbero bene a fermarsi e a chiedere al Criccaboni le dimissioni. Il tempo degli intoccabili è finito da tempo. Ci starebbe bene un bel blitz della Guardia Forestale per estirpare e bonificare il groviglio del senato accademico.
Maggio 11th, 2012 — Note redazionali
La Procura della Repubbilca di Siena ha chiesto il rinvio a giudizio per le elezioni irregolari del rettore Riccaboni. Per il bene dell’ateneo Riccaboni la smetta di appesantire la situazione e si dimetta oggi stesso. Per colpa del groviglio armonioso anche l’università è finita nella palude. Le istituzioni e le forze politiche chiedano pubblicamente le dimissioni del rettore e il decano prenda le redini dell’ateneo. O forse non è sufficiente questa situazione drammatica?
Nel frattempo, siccome sappiamo benissimo che la linea del Riccaboni è la stessa del Bisi cioè resistere, invitiamo il presidente Monti ad intervenire sul ministro Profumo per revocare il decreto di nomina del rettore abusivo.
E attenzione a no sottovalutare le risultanze della Corte dei Conti.
Maggio 11th, 2012 — Note redazionali

Scopriamo dal blog del Santo che alle “spiegazioni” dei monaciani ieri a Palazzo Patrizi è intervenuto anche il Prof. Catturi che avrebbe confermato la validità del voto contrario. Ora va detto che il Prof. Catturi, insieme a pochi altri come il Prof. Franco Belli e il Prof. Riccardo Mussari, sono dei tecnici veri e che di bilanci se ne intendono davvero, quindi quando intervengono in questa materia andrebbero ascoltati. L’unico appunto che ci sentiamo di fare a Giuseppe Catturi è l’aver allevato anche il Criccaboni che, per converso, di bilanci sembra proprio non capirci una beneamata minchia (come di molte altre cose). E con lui, altri colleghi della sua facoltà. Passi per Dringoli cui lasciamo il beneficio del dubbio, ma che la Groppi sia qualificata a fare il consigliere di amministrazione di BMPS rende perplessi. Avremmo capito se ci fosse stato da fare il consigliere di amministrazione di un bioparco pieno zeppo di peppole e fringuelli che svolazzano in mezzo ad aceri canadesi, ma la Banca proprio … Ma perché non la rimandate a fare quattro chiacchiere con gli studenti insieme a quello della Provincia?
Maggio 10th, 2012 — Note redazionali
MENARINI: NAS IN SEDE MPS PER INDAGINI SU AZIENDA
MENARINI: NAS IN SEDE MPS PER INDAGINI SU AZIENDA (ANSA) – SIENA, 10 MAG – Dopo i sopralluoghi della Guardia di Finanza per l’inchiesta senese sull’acquisizione di Antonveneta da parte di Mps, oggi sono stati i carabinieri del Nas a fare visita nella direzione e in una sede di Mps a Siena, ma per un’indagine che nulla ha a che fare con quella delle Fiamme Gialle. I carabinieri del Nas di Firenze hanno svolto accertamenti riguardo movimenti finanziari della famiglia Aleotti e in particolare su alcuni capitali che potrebbero essere stati scudati nel 2009. L’indagine fiorentina sulla Menarini e’ stata chiusa nei mesi scorsi: fra gli indagati Alberto Aleotti e i figli Alberto Giovanni e Lucia. I reati ipotizzati nell’inchiesta e contestati a vario titolo agli indagati sono la truffa ai danni del Servizio sanitario nazionale e il riciclaggio. L’inchiesta non ha niente a che vedere con l’acquisizione da parte di Menarini del 4% di Banca Mps. (ANSA). GRS/DLM 10-MAG-12 14:40 NNN
Maggio 10th, 2012 — Note redazionali
Il vero blitz, come mi ricordava stamani la mia amica, taluni soggetti dovrebbero farselo dentro la coscienza. Non vi siete stancati di prendere per il culo la città? Questa è la domanda riflessiva che si ponevano ieri sera tre senesi incontrati per caso mentre passeggiavo. Sentite la discontinuità ceccuzziana e profumiana dentro la banca. Quella famosa discontinuità a cui credono solo quelli di Pietra Serena e poco più. Alla segreteria unica per Profumo e Viola ci rimane Valentino Fanti che ricopriva lo stesso ruolo per l’ex presidente Mussari. Discontinuità col cazz … Il Fanti è ottimo amico del Bisi.
Sotto Viola confermano vice direttore Antonio Marino che ricopriva lo stesso ruolo con Antonio Vigni. Altra discontinuità col cazz … Si dice che Marino è sostenuto fortemente da Ceccuzzi e Luigi Berlinguer. Gente discontinua insomma. Poi a Siena vi lamentate dei blitz!!?? Questa la riflessione di una turista di passaggio. Gli vogliono proprio male i politici alla banca. Sembrerebbe di sì.
Maggio 10th, 2012 — Note redazionali
L’imperativo categorico consiste nel poter dire ai senesi abbiamo perduto il controllo assoluto della banca (50%), ma manteniamo quello relativo (33%). Tesi tutta politica necessaria a non tagliare la faccia in modo definitivo a tutta la classe dirigente della città e soprattutto salvare quella del Ceccuzzi. Il sindaco si era tanto speso in campagna elettorale per difendere quel 50% che qualcosa andava pure trovato per dimostrare che non tutto era perduto. Ma come fare? Proviamo a gettare li delle ipotesi per spiegare una parte dell’indagine della finanza che ieri ha interessato sia gli enti locali, Comune, Provincia che la Fondazione e la Banca. Partiamo dal titolo Fresh che come tutti sanno è un’obbligazione in mano ovviamente all’emittente (Banca). Tale obbligazione viene acquistata dalla Fondazione per sottoscrivere l’aumento di capitale della Banca. La Banca si riserva di trasformare le obbligazioni in azioni al momento che essa stessa lo riterrà opportuno. Che tale trasformazione avverrà ai prezzi di mercato al momento della decisione della conversione. Arriviamo al momento del rimborso che la Fondazione deve fare nei confronti delle banche creditrici, vendere, quindi, le azioni che la Fondazione detiene della banca. Ma quante sono queste azioni in relazione al Fresh? Se al momento della conversione del Fresh ( avvenuta nei primi mesi del 2012) la quotazione del titolo era molto bassa la quantità di azioni che la banca dovrà restituire alla Fondazione aumenterà notevolmente. Se per caso, come è successo, subito dopo il titolo azionario della Banca si riprende, la quantità di azioni che la Fondazione dovrà vendere per far fronte ai debiti nei confronti delle banche diminuisce. In questo modo sarà possibile mantenere la quota di controllo relativa (33%). Questo andamento altalenante del titolo azionario è regolare? In Borsa non ci sono solo la Banca e la Fondazione ma anche da altri soggetti che potrebbero usufruire dell’andamento del titolo. Forse questa potrebbe essere un’ipotesi interpretativa per spiegare ciò che è accaduto ieri. Chissà se poi questa è l’unica indagine che la Procura di Siena, coadiuvata dalla Procura e dalla Finanza di Roma, sta portando avanti? Da quello che si è potuto capire ce ne dovrebbero essere delle altre forse anche più importanti.
Quindi si è come al solito partiti da una domanda di natura politica per arrivare ad una conclusione tecnica. E come tutti sappiamo la deputazione è in larga misura composta da rappresentanti del Comune e della Provincia. Queste considerazioni ci portano a farne ancora una. Perché i vari soggetti prima di scrivere o di prendere delle decisioni non si fermano a riflettere? La riflessione è importante e allontana il rischio delle strumentalizzazioni. Evidentemente queste considerazioni non sono fatte in modo astratto ma si riferiscono ad alcune prese di posizione a caldo, come si usa dire, ad esempio quelle di Pietra Serena.
Ieri da quello che si é potuto capire dai comunicati stampa é stata prelevata, da parte degli inquirenti, una quantità enorme di dati. Ci auguriamo che tutti questi documenti non costituiscano un’impedimento, vista la mole, e che i responsabili delle indagini possano arrivare al più presto a fare chiarezza su quanto è accaduto.
Paco Pachese (economista di Oxford)
Per completezza dell’informazione proponiamo l’articolo sulla Stampa di Torino:
Ufficialmente si indaga per aggiotaggio, manipolazione del mercato sul titolo di Banca Mps ed ostacolo alle autorità di vigilanza. In realtà l’obiettivo vero dei magistrati senese, ma non è escluso nemmeno un interessamento di quelli milanesi, sta a 1250 chilometri più a nord. Gli inquirenti, che ieri hanno scatenato quasi centocinquanta finanzieri in giro per l’Italia, andando a frugare e a «cercare carte» a Siena, ma anche a Milano, Roma, Firenze e Mantova, è a Londra che vogliono arrivare. Non solo il Montepaschi ha strapagato l’Antonveneta, il cui prezzo nel 2007 nel breve volgere di appena due mesi è lievitato dai 6,3 miliardi sborsati dagli spagnoli del Santander a 9,3 e poi addirittura a 10,3 miliardi di euro, in pratica una mezza manovra finanziaria, ma dietro questo giro vorticoso di soldi si nasconderebbe ben altro. Qualcuno, e il sospetto sarebbe più che fondato, ha fatto una «cresta» sull’operazione Antonveneta.
I sospetti sono tutti rivolti sui venditori, gli spagnoli del Banco Santander guidato da Emilio Botin, su possibili consulenti e mediatori (magari non ufficiali) entrati in campo in quei giorni caldissimi in cui in Italia impazzava la guerra per banche, col Monte che rischiava di fare la fine del vaso di coccio tra i vasi di ferro, schiacciato sul mercato italiano tra Unicredit e Banca Intesa da poco andata a nozze col Sanpaolo.
E’ per questo che per i banchieri senesi, che in quei tempi si erano visti sbattere in faccia già tante porte, dal Sanpaolo a Banca di Roma, Antonveneta andava presa a qualsiasi prezzo. Anche a costo di…. oliare qualcuno? Arrivando a mettere in campo faccendieri e massoni, come trapela da fonti vicine agli inquirenti? Sembra di sì. Alcuni documenti in mano ai magistrati proverebbero legami e rapporti su cui ora si tenta di alzare il velo.
Il «Monte dei fiaschi», come l’ha ribattezzato domenica in tv Milena Gabanelli, ha pagato la sua preda tre miliardi di troppo? I numeri parlano da soli e sono in molti da cinque anni a questa parte, non solo a Siena, a sostenerlo. Soldi finiti a qualcuno in particolare? «Report» l’altra sera ha raccolto l’urlo di una donna che protestava contro il Monte: «Qualcuno li ha messi in tasca!».
Questa è la «vox populi», i magistrati lavorano su un’ipotesi non molto diversa: ipotizzano una «truffa», estero su estero, che vale all’incirca 1,2-1,5 miliardi di euro. Ed ora, avendo aperto ufficialmente l’inchiesta per aggiotaggio, cercano riscontri alle soffiate raccolte da alcuni «fuoriusciti» di Rocca Salimbeni. A questo miravano le perquisizioni di ieri, ed è per questo che i nomi degli indagati, in un primo momento di parla di due dirigenti della banca a sera saliti poi a quattro, verrebbero tenuti coperti. Perchè l’indagine punta molto più in alto, tanto in alto (almeno come dimensione della truffa) da aver messo in allerta addirittura Palazzo Chigi ieri, secondo alcune indiscrezioni, puntualmente al corrente del vero obiettivo delle indagini in corso.
Nella montagna di documenti sequestrati a Siena presso la direzione generale della «banca rossa», e poi con i controlli effettuati a Milano negli uffici della Mediobanca e al Credit Suisse, e poi ancora negli altri grandi istituti coinvolti in questi anni nelle operazioni orchestrate dalla Fondazione Monte dei Paschi (da Jp Morgan a Deutsche bank, da Intesa Sanpaolo a Goldman Sachs) si cercano insomma le tracce del flusso dei soldi per arrivare a individuare le responsabilità precise dei singoli e la concatenazione dei passaggi di denaro.
Il vecchio adagio, «follow the money», segui la corrente dei soldi, resta insomma sempre valido. Si conosce il punto di partenza, Siena, ed il probabile punto di transito, ovvero Londra. Ora si tratta solo di capire quanti passaggi di mano ci sono stati, quanti soldi sono girati, e a chi sono finiti in tasca. La caccia è appena iniziata.
Maggio 10th, 2012 — Note redazionali

Probabilmente ieri, il caporedattore di Repubblica di Firenze Maurizio Bologni, si sarà sentito con il capo della comunicazione di MPS per capire, giustamente, cosa stava succedendo alla banca MPS. Caro Bologni qui a Siena sono anni che in tanti cercano di capire cosa sia successo alla banca, all’università e al resto delle istituzioni senesi. E un buon giornalista invece di fare sponda con i comunicatori del groviglio armonioso avrebbe dovuto scendere nel merito dei problemi e indagare “giornalisticamente parlando” sulle cause e sui responsabili. Troppo faticoso per alcuni giornalisti e in alcuni casi impossibile visti i solidi rapporti con i protagonisti dei disastri. Oggi il giornalista Bologni, in perfetto stile da informazione dell’allarmismo inopportuno, scrive che dalle sorti di banca MPS dipende il futuro della regione e delle famiglie toscane. Quasi quasi caro Bologni è colpa del bliz di ieri se la banca è messa male, cosi par di capire dal tuo articolo. Cosi come,lo stesso messaggio, emerge dal titolo del giornale del Bisi che titola: “il titolo MPS crolla dopo la notizia del blitz”. Entrambi giornalisti perfetti del solito groviglio armonioso. Come mai Bologni non ha mai scritto un bel pezzo contro l’acquisto di Antonveneta, dei costi eccessivi dei top manager del Monte; come mai non ha mai scritto questo visto che ci tiene tanto alla solidità del Monte? Chiedere come mai il Bisi non ha mai scritto niente è un gioco da ragazzi. Il capo del groviglio condivideva tutto e utilizzava e utilizza il giornale per far propaganda per gli attori del goviglio. Se la città e le istituzioni attraversano momenti cosi drammatici, la colpa è anche di certa disinfformazione che per anni ha mistificato la realtà e i fatti confermano che fino a oggi hanno mistificato la realtà. La stessa mistificazione per nascondere il fallimento gestionale e lo status di abusivo del rettore Criccaboni. Altro fenomeno perfetto per il groviglio bituminoso. Due giorni fa tutti i cantori del groviglio, compreso il poltronato Barzanti, hanno inveito contro la trasmissione Report. Oggi tutti zitti e coperti. Il Bisi durante la trasmissione Report ha dichiarato che il groviglio armonioso va migliorato. Ecco, ci pensano quei 140 militari di ieri a migliorare il tuo groviglio bituminoso caro Bisi. Bisognava aspettare il blitz per capire che molte cose non andavano e che la gestione degli ultimi 11 anni è stata disastrosa? Una classe politica seria invece di arrampicarsi sugli specchi di una becera discontinuità doveva interrogarsi e ammettere umilmente le proprie responsabilità e fare numerosi passi indietro. Altra stranezza di ieri è il comunicato congiunto di Ceccuzzi e Bezzini. I due chiedono chiarezza alla magistratura in tempi rapidi. Ma i due affranti non poteva chiarire fin da subito gli sbagli politici e le proprie responsabilità politiche per aver sostenuto l’acquisto di Antonveneta così come per il sostegno alla nomenclatura universitaria che ha distrutto l’università? Ma l’aspetto strano e fuori luogo del comunicato dei due è la loro certezza quando affermano che non ci sono indagati. Fino a prova contraria questa comunicazione spetta alla magistratura e non al sindaco e al presidente della provincia. O i ruoli in questo caso si sono inverti? Pensiamo proprio di no. Comunque non vi preoccupate perchè oggi il Bisi ci comunica che al posto del mimo d’oro c’è il mimo d’argento. E il vero oro di Siena che fine ha fatto?