Leggiamo con sconforto sul giornale che è in corso una polemica fra le Officine Democratiche (che non si sa cosa voglia dire) e Andrea Manciulli, segretario del PD regionale a proposito di un intervento in Palazzo Vecchio di Pietro Ichino. La sciagurata battuta di Manciulli (“mi chiedo se siano mai entrati in un’officina vera”) ha scatenato l’ironia di costoro che hanno replicato invitandolo ad andare a parlare delle sue esperienze lavorative. Beh. Non c’è bisogno. Ve le raccontiamo noi. Il Manciulli, piombinese, il Richelieu di Salivoli e Calamoresca, nasce come costola politica di Mussi cui fa da luogotenente finché Mussi e Salvi (altro stiglianese da corsa) decidono di non aderire all’Ulivo e di fare strada per conto proprio. Non appena conquista qualche posticino politico comunale, dopo una gloriosa laurea in storia sulla storia della cucina (non sull’Athenaion politeia, sul pollo alle mandorle quindi) comincia a comportarsi da compagno satrapo e fra una festa dell’unità e l’altra, schiaffa subito l’allora fidanzatina francese nella gestione del parco archeologico di Baratti (tanto per fare un esempio). Quindi conquista via via posizioni e quindi si trasferisce a Firenze a cariche sempre più alte. Totalone di giorni di lavoro in vita sua = zero tondo tondo. Ma non è il solo capoccia piddino in regione ad avere queste caratteristiche. Prendiamo ad esempio il Montesquieu di Pontedera (anzi di Bientina) Enrico Rossi. Laureato in filosofia con una tesi in tedesco su Sein und Zeit di Heidegger … Gnamo si scherza!!!! Con una tesi sulla famosissima (????????) filosofa ungherese Agnes Heller (se le è lette nel testo ungherese le opere vero? Uauauauauauauaua!!!!) collabora con la redazione del Tirreno (sic! Quel famoso giornale che titolava, per esempio, “Uomo ucciso da un albero” in occasione di un incidente sull’Aurelia) per passare subitissimo a fare il sindaco di Pontedera. Poi assessore alla sanità e ora governatore con tanto di ASL in subbuglio una perché era diretta dalla moglie (tosto avvicinata a Firenze con prestigioso incarico di presidente della Camera di commercio) e l’altra, quella di Massa, commissariata non per 270 milioni di buco (come dice Wikipedia), ma per almeno 480 milioni (dei contribuenti com’è ovvio). Totalone dei giorni di lavoro = sì e no venti.
Ora questi due scienziati sono venuti a sostegno a Siena di un altro lavoratore indefesso, il chianino Ceccuzzi il quale, in aggiunta al fatto che è un funzionario di partito, caratteristica che condivide con gli altri due, non si è nemmeno laureato su Eva Henger, no come si chiama? Agnes Heller. Ora noi ci chiediamo: ma con che faccia questi si presentano a sdottorare a Siena senza, in anni, aver detto una parola sui seguenti punti all’ordine del giorno:
1) La gestione PD dell’Università di Siena ha causato un disastro senza precedenti;
2) da questa gente non si è sentita una parola di solidarietà né per i lavoratori dell’Ateneo né per quelli della Banca;
3) Banca che, unitamente alla Fondazione, è stata completamente distrutta (sempre dal PD) ed ora ceduta a piddiini ancora più grossi e famelici di questi che se la stanno già portando via agli ordini di baffino D’Alema;
4) per naturale conseguenza il Comune di Siena è alla canna del gas così come lo è la Provincia (cui mancano 50 milioni di euri, non uno, 50) ;
5) Provincia peraltro governata da un fantasma e coinvolta in vari scandali tipo incarichi a Silvia Viviani, Tommy Stufano che sbirilla le macchine a Pian dei Mantellini, concorsi fatti a cazzo di cane e cinghialate notturne con più di uno spunto di illegalità. Si potrebbe dire: ottimo e abbondante.
Perciò avremmo un consiglio per i due letterati Manciulli e Rossi. Fate una cosa: tornatevene alle rispettive patrie natie in modo che uno possa assaggiare un po’ di catena di montaggio alla Piaggio (finché esiste perché si stanno mangiando anche quella) e l’altro un po’ di altoforno piombinese con 17.000 gradi al paiolo della loppa. Dopodiché un po’ di cassa integrazione e via così.
Ma un po’ di vergogna no, eh?
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Care Officine Democratiche ve lo diciamo noi quanti giorni ha lavorato in vita sua Manciulli. E ci aggiungiamo anche altro
Maggio 16th, 2012 — Note redazionali
Ester Cicala.Arriva Ilaria! La D’Amico? No. Marino e Fanti effetto colla
Maggio 16th, 2012 — Note redazionali
Che ci volete fare, quando uno ha un punto fisso in testa capita di far confusione. Stamani al bar si commentavano le possibili novità nel mangement della banca MPS. E il pensionato accanto, tutto sorridente, ci diveva che tra le novità ci sarebbe una certa Ilaria, di cui non ricordava il cognome, in arrivo direttamente da Sky. Subito con volti sorridenti ci siamo detti: nooo, la D’Amico al Monte!! Non si tratta della D’Amico ma di Ilaria Dalla Riva, manager director presso Sky. Arriva Ilaria, quindi. La manager di Sky viene a ricoprire la responsabilità delle risorse umane e a dicembre alla scadenza del contratto del Richelieu di San Prospero assumerà tutte le responsabilità oggi ricoperte dallo stesso Richelieu. Lì per lì quando avevamo capito che Ilaria prendeva il posto del Rossi, ci siamo detti, finalmente una brava comunicatrice a capo dell’area comunicazione del Monte. Ci siamo confusi con le Ilarie e con i Rossi. Si trattava di Fabrizio Rossi. Però Profumo e Viola un pensierino su Ilaria D’Amico come capo dell’area comunicazione potrebbero anche farlo: la banca ci guadagnerebbe in immagine e in competenza comunicativa. Mentre, con estrema delusione di quasi tutti i montepaschini, restano in sella Valentino Fanti e Antonio Marino. Effetto colla. Per la riconferma di Marino si sono impegnati il Dringoli e politicamente Alessandro Starnini. In questi due casi Profumo e Viola sono stati deludenti. Sarebbe stato coerente dopo l’uscita di scena di Mussari e Vigni e a seguito del blitz della Finanza lanciare un messaggio vero di discontinuità: via anche i collaboratori stretti del Mussari e i vice del Vigni. Profumo e Viola potrebbero ripensarci e farebbero una cosa giusta e calmerebbero i malumori dei montepaschini. Oggi dall’Abi niente conferma per Mussari. La decisione è stata rinviata a giugno. Forse per l’Abi un uomo di Intesa San Paolo?
Io, da donna, tifo per Ilaria D’Amico alla guida dell’area comunicazione di MPS.
Rumors dal Palazzo. Il palio per il dopo Ceccuzzi
Maggio 16th, 2012 — Note redazionali
Continua il rapido ed inesorabile avvicinamento verso la prematura fine del mandato da sindaco per Ceccuzzi.
Come avevamo già anticipato, il malcontento dei vertici del PD romano verso la gestione sia del sindaco che dei dirigenti del PD senese sta superando i livelli di guardia.
Nessuno, anche a Roma, crede più che sia il caso di sostenere ancora la figura di Ceccuzzi che ha dimostrato (al di là delle loro aspettative) di non avere affatto dimestichezza con la macchina amministrativa e forse, dati i risultati, poco anche con la diplomazia, dote fondamentale in politica.
Come dicevamo, il partito “romano” ha capito che la gestione del complesso periodo (ossia come gestire la fine politica di Ceccuzzi e degli organismi dirigenti del PD senese) non può essere affidata ai livelli locali.
Ed ecco che torna prepotentemente in campo la pasionara Rosy Bindi da Sinalunga, mandata da Roma, sostanzialmente, a commissariare tutto il gruppo ceccuzziano e provare a raccattare un pò di quelle macerie politiche che gli stessi hanno prodotto.
Ma il “groviglio” (per dirla alla Bisi) poco armonioso non sarà facile da strigare. Anche perché Rosaria Bindi non ha mai avuto un suo seguito in città, quindi, come si dice a Siena, più che “metterci il bercio” può fare ben poco di altro.
Comunque sia, è ufficialmente già partita la successione a Franchino Ceccuzzi e con essa le fazioni. Continua il lavoro del Degortes che spingerebbe per la candidatura di Alfredo Mandarini, mentre sul fronte ceccuzziano i pintoni vorrebbero il capitano della Torre, Paolo Capelli.
A sorpresa (ma neanche più di tanto) si sta preparando al canape anche Mauro Marzucchi.
Il vice sindaco, infatti, ha già detto ai suoi che chiederà le primarie di coalizione (quale???) per correre come candidato sindaco, cosa che voleva fare anche la volta scorsa, ma fu stoppato perché l’allora candidatura di Ceccuzzi doveva essere unitaria e senza conte.
La corsa di Marzucchi sarebbe dettata anche dai nuovi indirizzi che Guzzetti (presidente dell’Acri) avrebbe tracciato in materia di nomine per le Fondazioni bancarie. Stando a questi, almeno a come sono apparsi sulla stampa, non potranno infatti essere nominati coloro che hanno avuto funzioni politiche nei due anni precedenti, e certo Marzucchi non ha fatto il fioraio in questi anni.
Quindi deve provarle tutte per ricollocarsi quando Ceccuzzi sarà uscito definitivamente di scena. E il tempo è quasi scaduto.
Ancora un promemoria
Maggio 16th, 2012 — Note redazionali
Non vorremmo che nel rumore di fondo ci si dimenticasse di alcune situazioni alquanto oscure nella vicenda universitaria. Brilli perciò come un astro la vicenda Astrea. La ricordiamo in sintesi: ancor prima che a forza di pinte di cricche ministeriali capeggiate dal musicologo di fama internazionale nonché garante dei garanti nonché Sultano di Stigliano Luigi Berlinguer venisse nominato il Criccaboni da Maria Stella Neutrini, il Cricca col fido Lorenzo Frediani, titolare di Astrea srl, società mobiliare e immobiliare, aveva immaginato la creazione di un fondo immobiliare avente ad oggetto immobili pubblici, quelli dell’Ateneo. Per far ciò si erano rivolti a diversi interlocutori fra cui Antonio Marino. Ma non solo: sospettiamo che Frediani, sollevato con una lettera cofirmata da Criccaboni & Fabbro da alcuni compiti INELUDIBILI propri di un professore ordinario, abbia interloquito anche con la Fondazione e la Sansedoni (tanto stanno bene!). La cosa è stata portata all’attenzione di tutti i cittadini da questo blog e anche da giornali locali e nazionali e, ciliegina sulla torta, oggetto di un esposto depositato ormai un po’ di tempo fa presso la Procura della Repubblica di Siena.
Onde ricordare a tutti, anche a chi ha sul tavolo il suddetto esposto, rimandiamo al nostro articolo che potete leggere qui: http://shamael.noblogs.org/?p=4184.
Siccome è recente la richiesta di rinvio a giudizio per le elzioni del Criccaboni, oltre alla palese irregolarità che ne deriva, oltre all’evidenza del fatto che il duo Criccaboni & Fabbro non hanno combinato niente in un anno e mezzo se non danni, oltre all’evidente incapacità di gestire l’ateneo, sarebbe il caso che qualcuno cominciasse a far pesare anche queste gravissime irregolarità, se non addirittura illegalità.
Vediamo di darsi una svegliata, prima che crolli veramente tutto ok???
P.S. Abbiamo letto in qualche commento in rete che noi avremmo esagerato nella descrizione della situazione dell’università di Siena. Può darsi, ma ci piacerebbe sapere IN COSA, perché tutto quello che abbiamo scritto è RIGOROSAMENTE DOCUMENTATO. Perciò evidentemente chi ha esagerato è chi ha gestito l’Ateneo sinora.
Alcune domande all’onorevole Massimo D’Alema
Maggio 15th, 2012 — Note redazionali
1. On. D’Alema, durante la campagna elettorale di Franco Ceccuzzi lei è venuto a Siena a sostenere il gruppo dirigente del PD e i vertici delle istituzioni senesi e nell’occasione di una passeggiata nel quartiere di San Miniato è stato fotografato con l’ex capo dell’areaa comunicazione dell’università di Siena Maurizio Boldrini. Cortesemente ci dice la sua posizione in merito al vergognoso dissesto dell’ateneo senese?
2. On. D’Alema, siccome lei è stato un sostenitore della presidenza Mussari al Monte dei Paschi ci potrebbe illustrare la sua opinione sull’acquisto di banca Antonveneta?
3. On. D’Alema ci dice la sua opinione in merito ai rapporti intercorsi tra il presidente dei garanti del PD Luigi Berlinguer e l’ex ministro Gelmini per favorire la firma del decreto di nomina di Criccaboni?
4. On. D’Alema, ci potrebbe illustrare la sua posizione in merito alle affermazioni fatte dal commercialista Di Tanno durante l’ultima assemblea di MPS in merito all’acquisto di Antonveneta?
5. On. D’Alema, ci potrebbe illustrare il suo ruolo nelle varie vicende politico-istituzionale degli ultimi 11 anni di Siena?
6. On. D’Alema, lei è stato o non è stato o forse è tutt’ora il referente politico nazionale del gruppo di potere che ha gestito in prevalenza le istituzioni senesi, in primis la banca MPS?
Ma così non è stato. Evidentemente.
Maggio 15th, 2012 — Note redazionali
Si sta avvicinando il d-day di Ceccuzzi che, oramai, è destinato a lasciare la poltrona di sindaco dopo solo un anno dalle elezioni comunali.
Ceccuzzi non ce l’ha fatta, con grande sospresa anche del suo stesso partito che riteneva, dopo una vita passata a fare solo politica, masticasse decisamente meglio la materia.
Ma così non è stato. Evidentemente.
Ecco che sia a Siena che a Roma gli organismi dirigenti sono già al lavoro per la sua sostituzione e per cercare un nuovo candidato da buttare in campo. Peraltro, voci romane, parlano di vertici del partito del PD molto delusi da questa sua performance e sembrerebbe a rischio anche una sua possibile e nuova candidatura alla Camera dei Deputati per le elezioni politiche della primavera 2013.
Molti i nomi già al vaglio. Si parla di Paolo Capelli, capitano della Torre e grande amico di Ceccuzzi, ma anche di Alfredo Mandarini uomo molto vicino ad Antonio Degortes.
Proprio il Degortes pare stia infatti proseguendo nel suo lavoro di arruolamento di uomini e donne per costituire una sua lista civica (che non dovrebbe però più portare il nome dell’associazione ‘Per Siena’) e che dovrebbe scendere a fianco del candidato post Ceccuzzi, operazione che vede anche la benedizione di quest’ultimo.
Chissà se stavolta la SEL di Cannamela e Siena Futura del Marzucchi saranno disposti ad accettare e a fare campagna elettorale al fianco di Acetello & C..
Per mantenere la memoria
Maggio 14th, 2012 — Note redazionali
Riccaboni chiama Luigi Berlinguer e gli chiede se ha ricevuto la nota che ha trasmesso. Berlinguer risponde di sì. Aggiunge che ha interessato la CRUI perché prenda posizione e che ha appuntamento con la Gelmini. Berlinguer chiede notizie sullo stato delle indagini e Riccaboni risponde che sono stati sentiti gli studenti e che ci sono 4 iscritti nel registro degli indagati tra cui Comporti e Gaeta. Berlinguer dice che tutto ciò non può bloccare la nomina del nuovo Rettore e ribadisce che domani ha un incontro con Lei e che la stessa gli ha detto che sarà risolutivo. Chiede a Riccaboni se ha parlato con Massimo Egidi e Riccaboni risponde di sì, ma che non è stao un incontro produttivo perché Egidi ha altro a cui pensare per il momento. I due si salutano.
I filo dissestatori di ateneo scendono in pista per il “bene” della città. Tra i firmatari anche la berlingueriana-tosiana di ferro Gabriella Piccinni. Visto che c’erano potevano far firmare l’appello anche a Piero Tosi e Maurizio Boldrini
Maggio 14th, 2012 — Note redazionali
L’inutilità e la non credibilità dell’appello in questione emerge fin da subito quando troviamo la firma del consigliere comunale Pasquale D’Onofrio, sellato e legatissimo al gruppo ospedaliero vicino a Jolanda Cei Semplici e Piero Tosi. Si firma l’appello a sostegno di se stesso. Del resto basterebbe seguire il consiglio comunale di Siena sul Canale Civico per capire che questo D’Onofrio si atteggia a statista, parla senza sosta e alla fine ti poni questa domanda: che cosa ha detto e che cosa vuole fare? Insomma, stamani, sui giornali locali, è apparso un appello che nella sostanza chiede di salvare le sorti del Ceccuzzi e di mantenere lo status quo. E a rafforzamento di questa conclusione basta leggere i nomi dei firmatari. Ma ciò che lascia indignati è la presenza tra i firmatari di coloro che hanno sostenuto oltre a farne parte quella nomenclatura che ha distrutto l’ateneo senese. E non sazi delle responsabilità hanno avuto il coraggio di scrivere anche questo nell’appello. Leggete cosa scrivono:
“La nostra città non è immune a questa crisi, il collasso economico delle più grandi istituzioni della città, dall’Università degli Studi al Monte dei Paschi, fondamenta del modello di sviluppo basato sui servizi e sull’indotto, rischia di trascinare l’intero complesso di relazioni economiche e sociali in un baratro da cui sarebbe ben difficile uscire.La perdita del senso di responsabilità ed il degrado etico nella gestione della cosa pubblica, non solo hanno aggravato la crisi economica, ma hanno anche generato una crisi di credibilità in alcuni degli enti più importanti ed antichi del nostro territorio ed una progressiva perdita della loro centralità nel panorama regionale e nazionale.”
Certo ci vuole una bella faccia tosta. Visto che c’erano potevano far firmare l’appello anche a Piero Tosi e a Maurizio Boldrini. Come si permette la Gabriella Piccinni di scrivere certe cose e presentarsi come una salvatrice della patria? Inorridiamo. Proprio lei che per anni ha magnificato le gestioni di Luigi Berlinguer e di Piero Tosi e ha fatto parte degli organi di ateneo dell’università e non dimentichiamoci di quel famoso cda dell’ateneo quando la stessa Piccinni difese con forza l’area comunicazione(o mangiatoia) gestita da Maurizio Boldrini. Vogliamo parlare di altri firmatari di questo appello? Ci sono anche i piccoli geni di Via Roma 56 come Orlando Paris, cannamelliano di ferro e allievo dei massimi geni di Via Roma 56 che fanno parte della nomenclatura berlingueriana-tosiana. Famosi sono i convegni che organizzava Boldrini e a cui partecipava come relatore questo Orlando Paris. Ci fermiamo qui, non vogliamo infierire su altri nominativi e su quelli già citati.
Questo appello lascia interdetti ma ci fa capire che in città non è in atto la discontinuità, ma solo una mascherata restaurazione del gruppo di potere che ha dissestato la città, in primis l’ateneo. VERGOGNA!!!
P.S. Nella foto Maurizio Bettini (autore della Ode a Piero Tosi, Maurizio Boldrini(quello dei libri abusivi in onore di Luigi Berlinguer) e Gabriella Piccinni (quella che difendeva Boldrini)
Alla luce delle nuove iniziative della magistratura vi riproponiamo alcune vicende non adeguatamente affrontate
Maggio 14th, 2012 — Note redazionali
Mesi fa avevamo proposto il manuale del co e post-dissestatore di Atenei. Visto che il Criccaboni continua imperterrito a professarsi estraneo alla dissennata gestione che ha condotto l’Ateneo alla rovina, ve lo riproponiamo con l’aggiunta di una immagine esplicativa:
Abbiamo visto che una delle strategie messe in atto dalla premiata ditta Criccaboni & Fabbro è quella di cascare dal pero onde scaricare le responsabilità del disastro dell’Ateneo su chi li ha preceduti, come se loro non c’entrassero niente. Ma ecco che il comitato di redazione di Fratello Illuminato ha sguinzagliato il cane Paco (laureato a Oxford e fellow al Lincoln College) che, da esperto bibliografo ha ritrovato un articolo scritto da Riccaboni intitolato: “La misurazione delle performance di Ateneo. L’esperienza dell’Università degli studi di Siena”. Andiamo ad analizzare cosa ci dice il nostro Criccaboni in questo articolo, premesso che è stato, nell’ordine, il Presidente del Nucleo di Valutazione, nonché il Presidente del Centro di di servizi di Ateneo per la Valutazione e il Controllo (CRESCO), nonché per nove anni il prorettore con delega per la sede di Arezzo e, infine, dal 2006, preside della Facoltà di Economia e, di conseguenza, membro del Senato accademico. Come possa affermare che lui non ne sapeva niente senza sottintendere che tutte queste cariche le ha esercitate completamente a cazzo di cane, non valutando e non controllando una beneamata minchia è domanda che lasciamo ai lettori.
Che scriveva quindi il nostro Criccaboni, lisciandosi le piume come un fagiano? Intanto fa una panoramica di quanto accaduto in altri Paesi europei per arrivare poi alla successione di disposizioni legislative come la legge 168/89 o la 537/93 che, a detta sua, hanno previsto forme di controllo interno e una maggiore responsabilizzazione per l’utilizzo delle risorse cosa che avrebbe “obbligato i vari atenei a razionalizzare i propri costi”. Frase cui noi aggiungiamo: “salvo quello di Siena che, in mano ad un faraone di Pescia attorniato da valutatori dello stampo di Riccaboni non solo non ha razionalizzato, ma ha sputtanato qualcosa come 25-30 milioni l’anno in più di quelli che metteva in cascina, moltiplicando i pani e i pesci con buona pace degli organi di controllo che anzi hanno avallato e controfirmato questi atti di banditismo vero e proprio”. Passa poi a citare la 370/99 con la quale sono stati resi obbligatori i Nuclei di Valutazione (di quello senese, ricordiamolo ancora, il Criccaboni era PRESIDENTE). E quindi sono stati poi creati nuovi metodi di valutazione delle performance che – ancora parole sue – “hanno richiesto un notevole sforzo finanziario per l’Ateneo stesso e il coinvolgimento di un numero ingente di stakeholders” (in altre parole: ci abbiamo sputtanato un mare di soldi e, siccome non bastavano, li abbiamo chiesti anche ai privati in cambio – aggiungiamo noi – di non si sa bene cosa, ma ce lo possiamo immaginare). Fra tutte queste valutazioni (ex post diremmo assolutamente sballate e fallimentari) c’è anche una chicchina di tal fatta: un progetto di valutazione delle prestazioni del personale, dirigenziale e non. Ora ci chiediamo, a parte la facile ironia sulle prestazioni al suono delle casse Bose in radica che si svolgevano in direzione amministrativa, cosa per la quale c’è qualcuno in via Roma 56 che si ritrova per le mani merce di ennesima mano, che prestazioni ha valutato il Nucleo nonché il CRESCO? Perché fra personale dirigenziale e non sono spariti qualcosa come 270.000.000 di euro. Forse il Valutatore dei Valutatori Angelo Riccaboni ha qualcosa da dire a questo proposito? O forse il modello di valutazione era tarato su Renato Vallanzasca?
E giungiamo al 2006, anno di questa prestigiosa pubblicazione e anno in cui il Criccaboni diviene preside e quindi entra a pieno diritto negli organi di governo. Ma un valutatore ed economista come lui non si è accorto dei bilanci falsi, dei peculati, delle malversazioni, dell’alterazione delle scritture contabili, dei rimborsi gonfiati e così via? No? Non ne sa niente? E uno che per dieci anni ha fatto quello che ha fatto e per quattro è stato negli organi di governo può cadere dal pero? E il prorettore Frati che rilascia le dichiarazioni che rilascia sui giornali? E il dissestatore amministrativo maestro elementare e condannato per danno erariale? Non ne sanno niente?
COME SI PUO’ CADERE DAL PERO? Bene!!! Basta avere quello che si chiama animus dissestandi e quindi entrare a far parte a pieno titolo dei co- e post-dissestatori.
P.S. Una domanda: chi sono gli altri cinque indagati per il dissesto? Quelli secretati dalla magistratura? Non sarà mica l’ora di dirlo ai cittadini? Per cautelarsi e per cautelare l’interesse COMUNE E PUBBLICO.
Editoriale del Maestro James. Se non ci fossero i cattivi tutto girerebbe armoniosamente e il groviglio godrebbe del massimo di splendore
Maggio 13th, 2012 — Note redazionali
Ci sarebbe una richiesta da fare a Report: quella di mandare l’intervista alla ex moglie del Bisi per intero, perché crediamo ne sapremmo delle belle. Comunque non possiamo non riconoscere al venerabile maestro direttore del corriere di Siena la sua grande capacità di scoprire i mandanti di tutto quello che sta succedendo a Siena. Sarebbero stai questi a preparare la trasmissione di Rai Tre (notoriamente di sinistra), a far impegnare ben 148 agenti di finanza. Sarebbero stati sempre loro, i cattivi di Siena, a coinvolgere la Procura di Siena, di Roma e la guardia di finanza della Capitale,la Consob. A far chiedere il rinvio a giudizio per dieci persone per la nomina del Rettore dell’università di Siena. A quanto ci è dato sapere a chiedere il rinvio a giudizio per altre persone per la vicenda Ampugnano. Se non ci fossero i cattivi tutto girerebbe armoniosamente e il groviglio godrebbe del massimo di splendore. É il livore che influenza e condiziona il comportamento di magistrati, guardia di finanza, giornalisti, politici; è questa smania diabolica che traboccando da una insoddisfazione mai appagata fa muovere le forze del male contro la città e le sue tradizioni, difese, quest’ultime, dallo storico Orlandini (ex assessore della giunta Piccini). E le vittime chi sarebbero, i buoni: Mussari, Ceccuzzi, Riccaboni, Viani con tutti gli annessi e connessi. Ma la vittima principale sarebbe proprio lui il buon Bisi. Che per un destino del caso si è trovato sempre a difendere od osannare con il suo giornale l’operato del presidente del Monte, o la nomina del Riccaboni, o del Fratello Viani. Lui non avrebbe voluto farlo, ma il rancore diabolico dei manipolatori senesi, quelli che non si rassegnano, sono arrivati a condizionare anche i suoi scritti. Lo hanno tratto in inganno per poi condizionare Report e la guardia di Finanza per manifestare il loro teorema: il groviglio armonioso non esiste! E con questa affermazione riconosciuta da tutto il mondo trovare finalmente un po’ di appagamento a quella smania diabolica che li ossessiona. Ecco finalmente la verità disvelata! Tutto ritorna nel suo ambito locale, più facilmente controllabile. Abbiamo trovato i nemici e quindi poter procedere al ricompattamento dei “buoni”. Continuare con il tran, tran di sempre. C’è comunque qualcosa che agita i difensori del groviglio armonioso: questa volta la partita è più grossa e si gioca fuori dalle mura. Non tutti a Roma, o Milano, o Londra conoscono la tesi del Bisi, problema non da poco! E se in fondo si venisse a scoprire che sono proprio le “novità introdotte” e non i soliti “diabolici” a menare la danza, come sarebbe? Qualcuno ci rimarrebbe male e sarebbe costretto ad ammettere un’ulteriore fallimento. Come quello dei numeri. Vi domanderete, cosa significa? Secondo le ultime esternazioni del sindaco i numeri non contano. Siamo passati dal 50% al 33% e ora alla non rilevanza delle percentuali. Questo significa che ci sarà un nuovo aumento di capitale e che a Siena rimarrà una piccola banca con un’altrettanta piccola Fondazione. È come se qualcuno, anche dello stesso partito del Ceccuzzi (Rossi ad esempio), abbia lavorato e gli abbia detto: non essendo stati capaci di gestire un banca come il Monte dei Paschi dovrete, in futuro, accontentarvi di quel poco che vi rimane. Il bello è che il Primo cittadino non solo accetta tale impostazione, ma ne diventa addirittura un teorico. Del resto per sua stessa ammissione a Siena non ci sono le capacità adatte e il passato da lui determinato non conta. Almeno che, come sempre, non leggeremo che tutto questo è colpa del livore diabolico di qualcuno non si sa però se sarà determinato, questa volta, dai soliti ignoti o dai nuovi arrivati.
Maestro James