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Editoriale del Maestro James. Agire con responsabilità

Il limite è culturale e le resistenze sono clientelari. Non resta che agire con responsabilità: chi, come, per cosa? La città è priva di classe dirigente; o meglio, quella degli apparati non è adeguata per affrontare la drammaticità del momento. L’ingordigia degli ultimi 11 anni ha svuotato le casse degli enti, bloccato lo sviluppo e mortificato il tessuto sociale e culturale. Il limite culturale della classe dirigente ha livellato verso il basso la dialettica politica e culturale in generale e l’esagerazione del clientelismo ha messo in crisi lo stesso modello di gestione economica su cui poggiava il clientelismo. L’ossessione di controllare tutto e tutti ha distrutto l’economia e nel contempo ha privato la comunità di aperture verso modelli di sviluppo veramente funzionali alla valorizzazione delle potenzialità della città e alla possibilità di creare sinergie istituzionali e imprenditoriali capaci di generare risorse e opportunità di lavoro. Una classe dirigente ingorda e parassita. I due principali responsabili di questa deriva disastrosa per la città, sono sempre quei due che hanno annullato prima il partito, poi il ruolo delle istituzioni elettive, per disegnare solo ed esclusivamente le proprie ambizioni personali. E ovviamente si sono serviti di un contorno di fedelissimi adeguatamente premiati con nomine e incarichi. Sono i soliti due noti: Franco Ceccuzzi e Giuseppe Mussari. Per le loro ambizioni personali hanno consegnato la città al dramma della crisi. E forse gli effetti più pesanti della crisi non si sono ancora manifestati. A questo punto per tentare di recuperare il recuperabile e tentare di far ripartire la città, avendo ben presente che serviranno come minimo 10 anni, occorre agire con responsabilità. Chi ha il peso del fallimento e il peso enorme della colpevole responsabilità si deve fermare altrimenti si assumerà due ulteriori responsabilità: la crisi definitiva della città e l’insorgere di un lungo periodo di scontri che la città non è più in grado di sostenere. Di pari passo, anche come segno di rottura morale, sarebbe opportuno attivare i dovuti istituti giuridici per procedere con “azioni di responsabilità legali” nei confronti di coloro che hanno messo in ginocchio le istituzioni pubbliche ed economiche della città. Per dare una speranza di recupero alla città e per il futuro di chi ci abita, occorre uno sforzo di ragionevolezza e di lungimiranza per costruire un’aggregazione consapevole di persone capaci e in grado di interloquire con autorevolezza per conto della città oltre i confini del localismo. Con i dovuti passi indietro e con il freno alle ambizioni e alle rivendicazioni becere e di nicchia; dentro questa necessaria progettualità politica e istituzionale c’è spazio per raccordare sensibilità, professionalità e istanze dei partiti. Ovviamente non sto pensando alla lista civica d’ordinanza e nemmeno a un candidato sindaco altisonante o da ripescare tra le riserve politiche della città. Ragiono di una coalizione per governare, con il supporto anche dei partiti, ma senza il peso degli apparati e di scegliere un candidato libero da quei condizionamenti, fresco di candidatura, ma radicato nel tessuto cittadino e consapevole della realtà dei problemi e dello stato delle istituzioni. Basta agire con responsabiltà e umiltà. Altrimenti consegnate la città al non ritorno.

Ecco un altro del PD ceccuzziano che pensa di essere amministratore di un condomino: il tosiano Vareno Cucini

Scavando scavando si comprende sempre più perchè la città è stata portata alla deriva e le istituzioni sono in crisi. Pensavano di essere nel loro condominio tra amici e parenti. Come tutti sapete il Comune di Siena nomina un membro del cda dell’ateneo senese e quel posto è occupato dal tosiano-ceccuzziano-criccaboniano Vareno Cucini esponente del PD. Che cosa dovrebbero fare i membri del cda? Tutelare l’ente e controllare gli atti e rappresentare l’ente che nomina. Doveva essere così e invece no. Tutti pappa e ciccia come se fossero nel loro condominio personale. Non solo il Cucini vota tutti gli atti che porta il Criccaboni, compreso l’ultimo consuntivo, ma addirittura lo stesso Cucini concordava e sicuramente concorda prima del cda le mosse insieme al Criccaboni. Alla faccia dell’indipendenza del cda e del ruolo di controllo.

 Correva l’anno 2010 e il 4 novembre Cucini e Criccaboni conversano cosi:

 “Cucini chiama Riccaboni. Quest’ultimo gli dice di voler chiedere al CdA la conferma per la nomina del nuovo Direttore Amministrativo per cui gli comunica che lunedì ha convocato il CdA. Il Cucini lo rassicura sul fatto che il CdA non potrà che prendere atto della decisione del Rettore.”

 Questi due parlavano della nomina della condannata Ines Fabbro e a tal proposito ricordiamo anche la selezione farsa. Ma non solo, il Cucini da buon sindacalista della CGIL è tra i piu’ accaniti sostenitori dei tagli ai lavoratori decisi da Criccaboni. Anche il Cucini è un esponente ceccuzziano del PD senese. Ecco in mano a chi sono le istituzioni.

Parte prima. Ceccuzzi il vero referente della nomenklatura dissestatrice. Ecco come ha gestito tutto in prima persona. La discontinuità andate a praticarla con Tosi e Criccaboni al solito posto.

Con questa ricostruzione tutti, proprio tutti (sal quelli in malafede), possono comprendere chiaramente che il Ceccuzzi non solo ha fatto il furbo durante il mandato da sindaco, ma addirittura è stato ed è il referente politico della nomeklatura tosiana e criccaboniana, con annessi soldatini come Boldrini, Maurizio Bettini e Gabriella Piccinni.

Scavalcava anche i sindaci e le istituzioni di allora ed era lui che teneva direttamente i rapporti con i vertici universitari. Sapeva tutto, li ha protetti e ha condiviso tutto, incluso il taglio dello stipendio dei lavoratori.

Rapporto Tosi-Ceccuzzi

Leggetevi questo e anche il proclama a favore di Tosi del 2006 quando l’Ateneo era già dissestato:

:Il 21 0ttobre del 2002 Maurizio Boldrini coordinava il dibattito con relatore Piero Tosi e alla presenza di Franco Ceccuzzi organizzato dal coordinamento dell’Ulivo al Jolly Hotel ore 17:30 dal titolo “Confronto sulla legge finanziaria”.

Nel febbraio 2006 Boldrini era il moderatore di una tavola rotonda organizzata dai DS (leggete i nomi dei partecipanti e il tema della tavola):” Tavola rotonda, a cui hanno partecipato Gabriella Piccinni, Franco Ceccuzzi, Andrea Ranieri, Angelo Riccaboni, Maurizio Bettini, ha acceso il dibattito – moderato da Maurizio Boldrini, direttore del Centro comunicazione e marketing dell’Università di Siena – nella parte conclusiva della giornata che i Ds senesi hanno dedicato al tema delle università.”

Franco Ceccuzzi dichiarava a suo tempo: “Fummo tra i primi a rimproverare ed a spronare al miglioramento l’allora Rettore Piero Tosi, al quale vogliamo manifestare ancora oggi la nostra stima.”

Ora arriviamo al rapporto di fiducia diretto con Angelo Riccaboni

Correva l’anno 2010 e il 7 novembre Riccaboni scrive a Ceccuzzi

Caro Franco, volevo ringraziarti per l’impegno che hai messo per assicurare una guida stabile all’Ateneo. Con l’occasione ti informo che per domani ho convocato un cda per il parere previsto dallo Statuto per la nomina del direttore amministrativo. Appena sarà operativo il nuovo Direttore contatterò le isituzioni per definire insieme le più opportune modalità di confronto sul tema dell’Università. Un caro saluto, Angelo Riccaboni

Il 20 di novembre arriva una telefonata di risposta da parte di Ceccuzzi:

Riccaboni tesse le lodi della Fabbro e chiede di incontrarlo (a Franco) per fare il punto della situazione. Si accordano di incontrarsi al Dipartimento di p.za San Francesco il 29 novembre. Parlano della richiesta di dimissioni avanzata da Paolo Amato e Franco dice che è collegato a Pollina e Piccini. Franco cerca di tranquillizzare Roiccaboni dicendogli che la volontà della città è quella di avere stabilità. Franco dice che è una palese intromissione della politica nell’autonomia universitaria e che l’uscita di Amato non è piaciuta neanche al PdL di Siena. Riccaboni dice di essere in contatto con Cenni e Renzini. Dice anche di aver fatto il punto della situazione finanziaria e non è allarmante come la si vuol far credere.

A parte il fatto che Amato con Pollina e Piccini non c’entra una beneamata minchia, ma poi come? Si lamenta dell’intromissione nell’autonomia universitaria e poi sminestracome non mai e si incontra con il Cricca! Ci vuole una faccia di bronzo, a dir poco.

Sapeva tutto!!! Fa finta di cascare dal pero, ma ecco chi era il vero referente politico della cricca dissestatrice. A casa!!! Tutti!!! E subito!!!

Rosaria Bindi ricandida Ceccuzzi a sindaco di Siena. Anche noi siamo favorevoli e domani vi spieghiamo le nostre ragioni

L’agenzia stampa di Fratello Illuminato due giorni fa aveva lanciato la notizia di una possibile candidatura di Rosaria Bindi a sindaco di Siena. Ieri la chianina Rosy intervistata da Teleidea ha dichiarato: “Propormi come sindaco di Siena? Le mie intenzioni sono ben lontane da questo, non mi ha mai sfiorato questa possibilità”. Noi riconfermiamo la nostra agenzia, ma se Rosy prende tempo vedremo. Sempre nell’intervista la chianina ha ricandidato il chianino Ceccuzzi a sindaco di Siena con queste dichiarazioni: “Credo che Ceccuzzi – ha aggiunto Rosy Bindi – per le scelte che ha fatto nella sua veste di sindaco, soprattutto per il rilancio della Banca Mps*, e per la coerenza con la quale si è dimesso possa essere la persona giusta per ricandidarsi non appena sarà possibile andare a votare”.

Certo Rosaria, nelle vesti di sindaco ha dato un bel rilancio alla Banca MPS, anche prima insieme a Mussari, anzi prima e dopo ha rilanciato tutta la città. Avete una faccia come dicono a Roma, dentro il PD. Comunque avanti con la candidatura di Ceccuzzi, noi siamo favorevoli e domani vi spiegheremo i motivi. Mandatela in ferie la chianina.

* Il rilancio consiste in: chiusura venerdì in Borsa a 0,181 con un bel 4,23 MENO, un piano industriale di quei due fenomeni che prevede 4600 esuberi, vendita di assets (a chi?), due miliarducci di bond (oltre al miliardo e nove già avuto) nonché un bel miliarduccio di aumento di capitale che porterà la Fondazione (quella del baluardo al 51%, vi ricordate del Ceccuzzi in campagna elettorale? Sì lui, quello dei mille posti di lavoro) a circa il 12%. Comunque vada sarà un trionfo!

Lettera aperta al procuratore generale della Toscana Beniamino Deidda: i cittadini sono stati abbandonati dallo Stato

Sig. Procuratore Generale,

diversi giovani, madri di famiglia, hanno perso il lavoro perchè precari all’università di Siena e il personale tecnico-amministrativo (perchè i docenti sono tutelati dalla cricca dei baroni) ha subito un taglio indiscriminato al salario. L’università di Siena è stata massacrata contabilmente, moralmente e le persone oneste hanno subito angherie, discriminazioni e privazioni di diritti inviolabili. Oltre 200 milioni di dissesto e ad oggi dopo anni e anni nessun processo avviato e mentre la povera gente ha difficoltà con i mutui, le spese per i figli, i dissestatori se la godono impuniti. L’università di Siena è guidata da un rettore illegittimo e da una condannata dalla Corte dei Conti, il cda vota bilanci consuntivi con evidenti irregolarità e cosa succede? Niente! Lo Stato e in questo caso la magistratura ha lasciato soli i cittadini che rivendicano legalità e giustizia.

Chiediamo un Suo intervento urgente per attivare tutti gli Istituti giuridici per sbloccare le inchieste avviate anni fa e in alcuni casi avviarne altre, perchè un dissesto di oltre 200 milioni di euro necessitava di una maxi inchiesta e di precise ordinanze di arresto. Chi pagherà per tutto questo? Sempre i cittadini e la comunità mentre i responsabili se la godono?

Questi dovevano arrestarli. Ecco come sputtanavano il patrimonio pubblico

Correva l’anno 2005 e l’università di Siena era guidata da quel galantuomo di Piero Tosi con annessa mangiatoia (e area comunicazione) e annessi leccaculi e dissestatori sparsi. Già nel 2005 l’ateneo era in preda a quella malattia invisibile chiamata dissesto. E Piero Tosi partecipava ai convegni del partito insieme al Ceccuzzi moderati dal genio indiscusso Maurizio Boldrini (per la cronaca Franco Ceccuzzi è quel signore che fa finta di essere venuto giù dal pero)

Che cosa ti combinavano all’università in quegli anni (fermo restando il problema della malattia invisibile)?

Nel consiglio di amministrazione dell’università guidato dal galantuomo Piero Tosi decisero di “riaffittare tre appartamenti del Palazzo Chigi Zondadari, utilizzati come spazi di rappresentanza, per 156.000,00 € (IVA compresa) all’anno principalmente per relazioni pubbliche e per consentire la visione del Palio a 50 ospiti”.

“Chi ha deciso che l’Università debba avere tanti ospiti per il Palio? Se è proprio necessario, è molto più conveniente acquistare i biglietti. L’assurdo di tutta la vicenda è che, per recuperare una parte dei costi, il CdA ha pensato bene di subaffittare i locali a soggetti esterni per convegni e congressi, in violazione del contratto di locazione”(dal blog del prof. Giovanni Grasso).

 Tutto questo alla faccia dei cittadini. Spendevano, spandevano e gozzovigliavano allegramente. E il Criccaboni “valutava”.

Aumento di capitale in vista per MPS. Arrivano i fondi sovrani?

L’amministratore delegato di MPS ha escluso “processi aggregativi” con altre banche italiane o straniere. Fabrizio Viola “vede meglio dei fondi sovrani interessati al recupero di valore”.

 Tradotto dal nostro economista Paco Pachese: grazie alla gestione Mussari-Ceccuzzi e del PD la banca MPS non sarà più la banca controllata o condizionata da Siena.

 P.S. Ricordatevi tutte le novelle che raccontava Mussari sullo stato di salute della banca e tutte le novelle che vi ha raccontato Ceccuzzi in campagna elettorali. I numeri son numeri e i soldi son soldi, le chiacchere tutte del PD senese.

Ora basta!!! Mancini e tutta la deputazione si dimettano immediatamente

Mancini, invece di andare a perorare cause che non ti riguardano e sulle quali hai già prodotto abbastanza danno, fai una bella cosa: dimettiti immeditamente insieme a tutti quelli che sono lì con te. TUTTI, Piazzi compreso (l’altro amico di Criccaboni). Comincia a togliere le tende che hai combinato un casino sulle spalle dei dipendenti e dei lavoratori, oltreché della Città intera.

In sintesi: fuori dalle balle tutti e con tutti intendiamo tutti. Vi s’era detto che il Criccaboni vi avrebbe portato alla rovina. Ora se non vi levate da tre passi andiamo avanti a raccontare qualche storiella su Gioffré e Martinelli Enzo.

Le considerazioni del Procuratore Generale della Toscana Beniamino Deidda sul funzionamento della giustizia

Beniamino Deidda è il procuratore generale della Toscana. E’ stato uno degli insegnanti nel doposcuola fondato a Calenzano dagli allievi di don Lorenzo Milani e negli anni Sessanta ha fondato con un collega il Telefono Amico. In magistratura dal ‘ 63, è stato procuratore aggiunto a Firenze e procuratore a Prato. Oggi da procuratore generale dell Toscana esterna alcune riflessioni sul funzionamento della macchina giudiziaria.

“Abbiamo un sistema di notifiche che risale all’Italia agro-pastorale”, afferma Deidda e per risolvere il problema propone il sistema dell’informatizzazione. Noi aggiungiamo: a volte certe notifiche non arrivano perchè qualche magistrato traccheggia o gira lo sguardo da un’altra parte.

Giustamente il procuratore Deidda mette l’accento sulla carenza di organico in alcuni tribunali della Toscana e ci spiega che ci sono sprechi che possono essere risolti con una maggiore razionalizzazione e purtroppo la politica è in ritardo con gli interventi strutturali sul miglioramento della macchina della giustizia. Noi aggiungiamo: la politica è in ritardo perchè il malfunzionamento garantisce l’impunità alla casta. Detto questo vogliamo ricordare proprio per restare in Toscana che la colpa è anche di taluni magistrati che per chiudere indagini importanti ma con responsabili da sanzionare ben individuati ci mettono anni e anni. Basti pensare al dissesto dell’università di Siena, al concorso truffa del direttore amministrativo della medesima università, ai libri abusivi in onore di Luigi Berlinguer, al caso Astrea, alle elezioni irregolari del rettore(doveva essere interdetto e invece è sempre al suo posto). Questi casi risentono di lentezza non per carenza di organico. E vogliamo parlare del ruolo dell’ex sostituto procuratore di Siena Francesca Firrao?

Ricordiamo anche l’ottimo lavoro e i tempi veloci della procura di Firenze guidata dal procuratore Quattrocchi. Qui a Siena meglio sanzionare i blogger e gli autori di libri di denuncia.

Noi apprezziamo molto le riflessioni del procuratore Deidda. Speriamo che le stesse riflessioni vengano accolte per migliorare il lavoro anche dai colleghi. Una macchina delle giustizia che funziona agevola il miglioramento dell’intero sistema e ricrea fiducia nei cittadini. Oggi questa fiducia è a quote bassissime.

– Nella foto il procuratore generale Beniamino Deidda

In questi giorni d’estate i problemi di Siena non sono il dissesto universitario, il rettore abusivo, le responsabilità di Mussari e Ceccuzzi per la crisi della banca e di tutta la città. Il vero problema è la mancanza di shampoo. Anche i cigni della Lizza concordano con noi

Forza ragazzi gnamo!!!!