Il limite è culturale e le resistenze sono clientelari. Non resta che agire con responsabilità: chi, come, per cosa? La città è priva di classe dirigente; o meglio, quella degli apparati non è adeguata per affrontare la drammaticità del momento. L’ingordigia degli ultimi 11 anni ha svuotato le casse degli enti, bloccato lo sviluppo e mortificato il tessuto sociale e culturale. Il limite culturale della classe dirigente ha livellato verso il basso la dialettica politica e culturale in generale e l’esagerazione del clientelismo ha messo in crisi lo stesso modello di gestione economica su cui poggiava il clientelismo. L’ossessione di controllare tutto e tutti ha distrutto l’economia e nel contempo ha privato la comunità di aperture verso modelli di sviluppo veramente funzionali alla valorizzazione delle potenzialità della città e alla possibilità di creare sinergie istituzionali e imprenditoriali capaci di generare risorse e opportunità di lavoro. Una classe dirigente ingorda e parassita. I due principali responsabili di questa deriva disastrosa per la città, sono sempre quei due che hanno annullato prima il partito, poi il ruolo delle istituzioni elettive, per disegnare solo ed esclusivamente le proprie ambizioni personali. E ovviamente si sono serviti di un contorno di fedelissimi adeguatamente premiati con nomine e incarichi. Sono i soliti due noti: Franco Ceccuzzi e Giuseppe Mussari. Per le loro ambizioni personali hanno consegnato la città al dramma della crisi. E forse gli effetti più pesanti della crisi non si sono ancora manifestati. A questo punto per tentare di recuperare il recuperabile e tentare di far ripartire la città, avendo ben presente che serviranno come minimo 10 anni, occorre agire con responsabilità. Chi ha il peso del fallimento e il peso enorme della colpevole responsabilità si deve fermare altrimenti si assumerà due ulteriori responsabilità: la crisi definitiva della città e l’insorgere di un lungo periodo di scontri che la città non è più in grado di sostenere. Di pari passo, anche come segno di rottura morale, sarebbe opportuno attivare i dovuti istituti giuridici per procedere con “azioni di responsabilità legali” nei confronti di coloro che hanno messo in ginocchio le istituzioni pubbliche ed economiche della città. Per dare una speranza di recupero alla città e per il futuro di chi ci abita, occorre uno sforzo di ragionevolezza e di lungimiranza per costruire un’aggregazione consapevole di persone capaci e in grado di interloquire con autorevolezza per conto della città oltre i confini del localismo. Con i dovuti passi indietro e con il freno alle ambizioni e alle rivendicazioni becere e di nicchia; dentro questa necessaria progettualità politica e istituzionale c’è spazio per raccordare sensibilità, professionalità e istanze dei partiti. Ovviamente non sto pensando alla lista civica d’ordinanza e nemmeno a un candidato sindaco altisonante o da ripescare tra le riserve politiche della città. Ragiono di una coalizione per governare, con il supporto anche dei partiti, ma senza il peso degli apparati e di scegliere un candidato libero da quei condizionamenti, fresco di candidatura, ma radicato nel tessuto cittadino e consapevole della realtà dei problemi e dello stato delle istituzioni. Basta agire con responsabiltà e umiltà. Altrimenti consegnate la città al non ritorno.
Editoriale del Maestro James. Agire con responsabilità
Luglio 10th, 2012 | Note redazionali
8 comments ↓
Se negli apparati dei partiti che sosterranno l’eventuale coalizione di governo non affronteranno in maniera decisa e definitiva la questione morale, ci ritroveremo ad un “groviglio armonioso annacquato”, ma sempre di groviglio si tratterà.
Condivido comunque il suo “appello”, caro Maestro, e che dio ce la mandi buona e senza vento…..
Ci mancavano solo queste parole di Giulio Carli per completare l’opera di offesa alla città. Ritiratevi dalla politica avete distrutto la città.
Ecco cosa scrive il genio della politica:
“La tre giorni di assemblee che si aprirà domani – afferma Giulio Carli, segretario dell’Unione Comunale del Pd di Siena – è un primo importante momento di confronto tra gli iscritti. Ci aspettano settimane e mesi molto impegnativi, che vogliamo affrontare con il massimo entusiasmo e con la consapevolezza che il percorso di rinnovamento lanciato dal Pd nell’ultima assemblea comunale è già iniziato. La fase nuova che si è aperta, infatti, è una grande opportunità per il futuro di Siena, al quale dobbiamo guardare con serenità e speranza. Dopo questa prima fase di confronto tra gli iscritti potremo aprirci alle tante energie e alle tante forze presenti in città, mettendo le basi per un centrosinistra nuovo e forte, in grado di guidare la città e di avere una visione per il futuro di Siena”.
Interessante.Andrebbe sviluppato di piu’ il ragionamento sulla scelta dei candidato sindaco.
Rispetto alla proposta antistorica di lanciare il partito dei senesi, questo mi sembra l’approccio piu’ intelligente che ho letto.
Chissà cosa ne pensa il prof. Mario Ascheri di questo ragionamento. Mi piacerebbe leggere un suo parere.
Armando
Professore la chiamano. Il suo commento è benvenuto.
Condivido solo in parte. sarei propenso ad una rottura più netta col passato. Dopo tanti anni di bassa cucina e prassi amministrative oblique ho dubbi che all’interno dei partiti esistano menti capaci di svolgere ragionamenti scevri da condizionamenti. Tuttavia sono consapevole che l’ottimo è nemico del bene e che da qualche parte bisogna pur iniziare. Iniziamo quindi a svolgere qualche ragionamento su questo tema partendo dal suo punto, tuttavia nessuno si senta affidatario di deleghe in bianco.
Tutto cambierà perchè tutto rimanga come prima. Il PD è alternativo a se stesso, come la vecchia DC della quale ha preso tutti i difetti, ma nemmeno un pregio.
Tireranno fuori chissacchì o chissaccheccosa e i senesi rivoteranno il “candidato del cambiamento”, chi per ottusità, chi per ruffiano opportunismo.
Tutto – Ateneo, Monte, Comune ecc. – seguiterà a scivolare per la china già avviata e i giovani che vorranno un’occupazione solida e un avvenire meno incerto, sdaranno costretti ad emigrare dal Comune medievale in decadenza.
Spero di sbagliarmi, anzi mi auguro che queste amare previsioni ci chiappino come ci chiappò il Ceccuzzi quando lodò le magnifiche sorti e progressive del Monte dopo il famigerato acquisto!