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Ottobre 22nd, 2012 — Note redazionali



Ve lo diciamo noi: nessuna, o meglio quello nel mezzo almeno è in buona fede. Gli altri due no. Per il resto sono degli appartenenti ad una tribù e sono ovviamente in guerra con altre tribù. Il senso del tribale è stato pienamente recuperato, quindi. Di Ornaghi avevamo sentito il nome il giorno della formazione e poi più niente, fino a ieri l’altro quando ha nominato scelleratamente la Melandri alla presidenza del Maxxi. Non abbiamo niente contro la Melandri in sé per sé, però sembra impossibile che non si trovi un NON politico per un incarico del genere. Ma c’è di più: premesso che a noi Bondi fa schifo e non abbiamo la minima intenzione di farne l’apologia, quando a Pompei, lui Ministro, venne di sotto un tetto fu costretto a dimettersi. In un anno Pompei continua a crollare e a questo non solo non gli fanno niente, ma addirittura neanche lo nominano. Di Profumo poi, neanche a parlarne. Protettore di rettori abusivi, in conflitto di interessi per mesi essendo contemporaneamente rettore, ministro e presidente del CNR, dove è stato nominato quell’altro bel personaggio di Nicolais, ha preso la delirante riforma Gelmini ed è, incredibilmente, riuscito a peggiorarla nell’applicazione. Per non parlare del fatto che oggi erano tutti in piazza contro di lui per la follia delle 24 ore a docente. Perché questi si comportano così? Perché della cultura e della formazione non gliene frega niente, ma pensano solo alle proprie guerre tribali e sono stati messi lì, incautamente, da Monti che, peraltro, fa parte di un’altra tribù ancora.
Questa gente, lo diciamo senza mezzi termini, è incapace, incompetente, viscida, devstante per la cultura e per la scuola e l’università, molto peggio (e si stenta a crederlo) di quelli che li hanno preceduti (e che facevano parte di un’altra tribù).
Ci facessero la cortesia di levarsi dai coglioni e di andare a suonare i tronchi come il buonuomo che abbiamo insultato vergognosamente accostandolo a questi due figuri.
E con loro tutte le loro creature, come l’abusivo Criccaboni e la maestrina elementare condannata dalla Corte dei Conti Ines Fabbro da Pordenone.
Ottobre 22nd, 2012 — Note redazionali
Il Banco Santander guidato da Emilio Botin vende alla banca Monte dei Paschi di Siena guidata da Giuseppe Mussari la banca Antonveneta.Il prezzo pagato da MPS,magistratura o non magistratura, è ingiustificale sotto il profilo industriale,economico e anche del buon senso. Nei paesi seri chi conduce e conclude queste operazioni resta fuori dal sistema bancario; in Italia i banchieri, invece,hanno eletto colui che ha dichiarato “non è il mio mestiere” presidente dell’ABI. Ma sull’affaire Antoneveneta lasciamo lavorare la magistratura evitando, da parte dei banchieri, dichiarazioni di solidarietà nei confronti di chi ha gestito quell’operazione. Un potere dello Stato come la magistratura deve operare con la consapevolezza che sia i cittadini sia il mondo economico “autorevole” che quello politico ripongono nell’operato piena fiducia e vigilano per evitare la deligittimazione strisciante della stessa magistratura.Una fiducia da non deludere. Sull’affaire Antonveneta occorre una completa azione di verità. Un messaggio in tal senso dovrebbe pervenire anche dai dirigenti nazionali del PD, riconoscendo il fallimento dell’azione politica e della gestione istituzionale del PD senese guidato dal sodalizioMussari-Ceccuzzi. Non si sfugge dalle responsabilità e quelle politiche sono oltremodo evidenti.
Non partecipo alla diatriba tra Bersani e Renzi sul ruolo delle banche; non è il mio mestiere la politica. Mi fermo soltanto al dato complessivo di questo scontro che dal profilo politico si sta spostando dentro un ambito tutto di poteri economici e finanziari.Con molte sorprese e coincidenze non calcolate. La polemica sul fondoAlgebris e sul ruolo del fondatore del fondo Davide Serra, tra Bersani e Renzi mi trova indifferente; non conosco il sig. Serra e non ho elementi per esprimere un giudizio sulla persona. Evidenzio solo due notazioni in merito al fondo Algebris basandomi su dati riscontrabili. Le isole Cayman sono tra i più famosi paradisi fiscali.
Era l’aprile del 2008 e il Banco Santander(quello che ha venduto Antonveneta) ufficializza nel proprio bilancio di avere una partecipazione in Algebris. In quel periodo Davide Serra aveva intrapreso una personale battaglia per riformare il governo societario delle Generali.Sempre in quel periodo il Banco Santander è azionista e socio del patto di sindacato di Mediobanca e socio di Generali. Molti organi d’informazione ribadiscono senza smentite che Emilio Botin presidente del Santander è legato all’Opus Dei; e sempre dai giornali abbiamo appreso che uno dei mentori di Matteo Renzi è il fiorentino Marco Carrai descritto dai giornali,senza smentite,così: “è sempre Carrai a tessere relazioni con il mondo cattolico, in modo trasversale alle congregazioni delle fede e quindi mantenendo buoni rapporti sia con Comunione e Liberazione che con l´Opus Dei. Nel famoso incontro milanese,organizzato da Carrai,tra Renzi con diversi esponenti del mondo finanziario ed economico, l’incontro che ha scatenato la bagarre con Bersani,oltre al fondatore di Algebris c’era anche la moglie dell’amministratore delegato di Mediobanca Nagel.Interessanti sono anche i rapporti tra MPS e la città di Firenze,rapporti che il sindaco Renzi,che forse non ricordava quando ha espresso un giudizio negativo (senza fare i nomi dei responsabili; senza mai citare Ceccuzzi e Mussari) sulla passata gestione di MPS. Troppo scontato esprimere un giudizio negativo;perchè è difficile negare la realtà.Altro aspetto,sig. Renzi, è omettere i nomi su cui ricade quella pessima gestione. Forse in corso d’opera rimedierà,altrimenti, si consulti con Carrai ,il quale conosce bene sia Mussari sia Ceccuzzi. L’Ente Cassa di Risparmio di Firenze è una fondazione di origine bancaria e detiene una quota pari al 10,29% della Cassa di Risparmio di Firenze Spa. Nel consiglio di amministrazione dell’Ente Cassa siede Marco Carrai. La societàFirenze Fiera Spa è partecipata dal Monte dei Paschi attraverso MPS Invstement con 3,96 % e dalla Cassa Di Risparmio di Firenze con 3,96%.
Infine,rimanendo nell’atualità odierna, mi tocca registrare l’incauta quanto fastidiosa dichiarazione del ministro Passera;un ministro non dovrebbe rilasciare certe dichiarazioni su operatori del mercato, nel momento sbagliato e dal sapore tutto politico: “Il fondatore di Algebris, Davide Serra, “è una persona di grandissima qualità, non soltanto professionale, ma anche personale”. Così il ministro dello Sviluppo, Corrado Passera, interviene sulla polemica tra Renzi e Bersani”.
Ho la netta sensazione che la bagarre Bersani-Renzi rischia di far precipitare il PD stesso, generando altra confusione nel mondo politico; una confusione funzionale al mantenimento delle rendite di potere dei soliti gruppi finanziari che da anni gestiscono e condizionano le varie operazioni,compreso l’affaire Antonveneta.A maggior ragione la verità sull’affaire Antonveneta è sempre piu’ urgente e anche i nomi di tutti i protagonisti responsabili. Per salvaguardare MPS da future manovre speculative e soprattutto salvaguardare l’interesse collettivo dalle ingerenze di piccole e grandi lobbyes. E il ritorno sulla scena politica ed economica di quella sana cultura e autorevole gestione laica dei poteri non è piu’ rinviabile. Anche perchè “non tutte le opere di Dio” conducono l’uomo alla salvezza spirituale. Nel frattempo,piena fiducia nella magistratura;nella politica veramente poca.
Albus Silente
Ottobre 22nd, 2012 — Note redazionali

La prima parte
http://shamael.noblogs.org/?p=6195
Avanti e indietro nel tempo seguendo le tracce del dissestatore Maurizio Boldrini. Confermati i ruoli presso la Protagon di Boldrini e della Piccinni, seguiamo il genio dentro la fondazione MPS.Anno 2010. Siamo nel dicembre 2010 e tutti in città conoscevano l’entità del dissesto universitario ereditato dalla gestione Tosi, di cui Boldrini e Piccinni facevano parte,soprattutto l’ex dirigente della ex mangiatoia nonché colui che ha ordinato abusivamente volumi a spese dell’ateneo. Ma Gabriello Mancini a chi affida la realizzazione della strenna di Natale? Alla Protagon editori (Boldrini e Piccinni) e la curatrice del volume nel 2001 aveva svolto uno stage presso l’ufficio on-line dell’università di Siena sotto la supervisione di chi? Di Maurizio Boldrini( siamo ancora in attesa che l’università pubblichi i titoli che garantiscono a Boldrini la docenza passata e presente dentro l’ateneo e i titoli per i quali era stato nominato dirigente dell’ateneo; ancora per poco poi li cerchiamo da soli). La solita ruota che gira: dall’università passando dalla Protagon fino alla fondazione MPS sempre i soliti noti.
A tal proposito siamo a richiedere copia dei dettagli di impegno spesa per quanto riguarda i finanziamenti del Piano di Ateneo per la Ricerca relativo al “Progetto Siena e lo “sviluppo bloccato”. Economia e dinamiche sociali fra XIII e XV secolo, coordinato dalla professoressa Gabriella Piccinni” e al progetto “L’ospedale di Santa Maria della Scala di Siena nel Medioevo: dinamiche sociali, paesaggi urbani e luoghi della memoria” , presso la Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università di Siena, coordinato dalla Prof. Gabriella Piccinni”.
Ecco le domande:
A) Prima di affidare l’incarico alla Protagon quanti preventivi aveva richiesto e verificato la fondazione MPS?
B) Confermato che la presentazione del libro strenna era stata affidata anche a Gabriella Piccinni (docente unisi e direttore di collana della Protagon e docente coordinatrice dei progetti finanziati da unisi a cui partecipava la curatrice del libro strenna) è possibile conoscere l’importo pagato alla Protagon?
C) Nel volume libro strenna realizzato dalla Protagon per caso ci sono materiali scritti o fotografici concessi dall’ateneo?
D)Quanti libri realizzati dalla Protagon o stampati all’Alsaba sono stati pagati con i soldi dell’ateneo o con progetti finanziati dall’ateneo e coordinati da Gabriella Piccinni?
E) La fondazione MPS al momento dell’affidamento dell’incarico alla Protagon aveva verificato la situazione societaria della società di cui faceva parte la stessa Protagon?
Dall’università al resto della città i soliti noti hanno dissestato e occupato qualsiasi spazio per godere dei soldi della collettività e i risultati nefasti sul piano economico, morale e culturale sono sotto gli occhi di tutti. Tutto un pacchetto di affetti,di amicizie e legami universitari.
Dalla riunione Boldrini, Criccaboni e il sultano di Stigliano è venuta fuori la proposta di nominare Gabriella Piccinni direttore di dipartimento dell’università.
P.S. Nella prossima puntata………
Ottobre 21st, 2012 — Note redazionali

Giovanni Falcone amava dire “segui il denaro …”. Nel nostro piccolo riscriviamo la frase: “Segui il genio e trovi i vari arcani”. E noi il genio l’avevamo seguito, ma con una colpevole distrazione, alla quale abbiamo rimediato scusandoci con i nostri lettori. In questa prima puntata le tracce del genio non ci riportano dentro l’università, ma al Santa Maria della Scala. Le tracce ritrovate sono del periodo d’oro del dominio boldriniano sulle casse pubbliche della città (non solo universitarie) e del suo ruolo di direttore editoriale di Protagon Editori Toscani (la casa editrice dell’Alsaba) e scava scava abbiamo scoperto che la collana di Protagon Piccola Biblioteca di Ricerca Storica era (forse è ancora?) diretta da Gabriella Piccinni. Non sappiamo se oggi la Piccinni e il genio dissestatore hanno ancora questi ruoli; non importa. Le tracce che a noi interessano sono del periodo analizzato. La prima domanda: alcuni libri della collana di Protagon Piccola Biblioteca di Ricerca Storica diretta da Gabriella Piccinni chissà con quali soldi sono stati pagati? Dell’Università forse? Vedremo nella prossima puntata.
Gabriella Piccinni e Maurizio Boldrini entrambi legati dall’amore per la cricca dissestatrice e per l’opportunismo dilagante che li ha portati grazie al PD ad avere le mani ovunque in questa città. E non gratuitamente per la città. Un pacchetto di affetti, di libri e di incarichi a spese della collettività. Seguiamo le tracce allora. Boldrini e Piccinni legati alla Protagon e la Piccinni con i suoi ruoli al Santa Maria della Scala. Il Santa Maria della Scala gestito con i soldi pubblici:dalla luce alle pubblicazioni di libri e riviste. Casualmente abbiamo scoperto che:
A) Cataloghi Santa Maria della Scala in gran parte Protagon:Epoca! (1999), Falsi d’autore (2003), Siena e Roma (2006) ecc. Ad esempio nel solo 2008 escono: Maestri senesi e toscani nel Lindenau Museum di Altenburg, Protagon 2008 Mario Ceroli. Forme in movimento, Protagon 2008 (per citarne alcuni)
B) Sempre nel 2008, però, comincia ad affacciarsi al Santa Maria un editore milanese, Mazzotta, che pubblica i cataloghi Siena Jazz Eye (2008), La lente di Freud (2008) e Arte, Genio e Follia (2009), l’orrida mostra sgarbiana. Tutti e tre i cataloghi, pur pubblicati da Mazzotta, sono stampati dall’Alsaba. Alsaba-Protagon chiaro no?!!)
C) Così come dal primo all’ultimo numero è stato stampato all’Alsaba (pare in copie sovrabbondanti) il “Giornale del Santa Maria della Scala”.
Alcune domande, e se qualcuno presenta un esposto alla magistratura ordinaria e alla Corte dei Conti non sprecherà il suo tempo.
Domanda n.1) Chi ha conferito gli incarichi alla Protagone e all’Alsaba e attraverso quale procedura formale?
Domanda n.2) Quanti soldi sono stati pagati alla Protagon e all’Alsaba?
Domanda n.3) I libri e i cataloghi affidati alla Protagon e stampati all’Alsaba sono stati inseriti nei circuiti delle librerie o erano a disposizione solo all’interno del Santa Maria della Scala? Chi di dovere ha verificato altri preventivi prima di affidare l’incarico alle società dove avevano incarichi Boldrini e Piccinni?
Qualcuno trovi delle risposte convincenti. Il Barzanti, sempre prolisso con i suoi articoli ipocriti e noiosi, non ha niente da commentare sul ruolo dei suoi due amici Boldrini e Piccinni. Cari cittadini anche da queste tracce dovrebbe risultarvi ancor più chiaro il motivo complessivo del dissesto economico, morale e culturale della città. Ma che strano: in questa città non esistevano e non esistono altre case editrici, tipografie, etc? Strano, no?
Ottobre 20th, 2012 — Note redazionali
Caro Criccaboni, ti avevamo avvisato del fatto che se vai a pisciare noi sappiamo anche quanti sgrolloni fai. Ma tu, niente! Di coccio proprio! Allora senti questa e con il Cricca sentitela tutti. Dunque avete visto, su tutti i giornali online e anche cartacei che c’è un esposto a ben due Procure della Repubblica per i magheggi del Cricca e dei suoi accoliti con società private e intrallazzi con l’Università? Bene. E sapete anche che chi ha fatto l’esposto ha affermato di avere tutta la documentazione che prova quanto esposto, per l’appunto. Ovvai che il Criccaboni fa in settimana scorsa una riunione riservata (alla quale sappiamo anche chi era invitato, sentite quanto è riservata!) nella quale si è chiesto e ha chiesto: ma di dove sono usciti questi documenti che avevo fatto distruggere tutto? Cricca, Cricca … La prossima volta accertati che quelli che mandi a distruggere le carte le distruggano e non le buttino nel vetro, perché in Toscana c’è la differenziata e quando vanno a prendere il vetro e ci trovano le carte di Cresco, Telos Consulting e varia altra roba le portano in Procura. E poi: ma invece di preoccuparti di come sono usciti i documenti preoccupati di quando ti entrano addosso le forze dell’ordine e i magistrati, caro il nostro abusivo. Tanto la frittata è fatta.
Ti si dice un’altra volta: vai a casa!!! Se non ci vai sulle tue gambe ti fanno fare la fine di quel galantuomo con cui ti incontravi a Casetta, Pierino Tosi aka il Faraone di Pescia. Ma perché non dai retta? Vai a casa, dai retta, prima che ti ci mandino a forza. Come diceva Totò: desista, non insista!!!
Ottobre 20th, 2012 — Note redazionali
Ieri sulle pagine fiorentine del Corriere della Sera ho letto una puntuale e lucida intervista al mio amico Luigi Zingales, un economista giovane e preparato. Nell’intervista affrontava uno dei mali della vita economica e politica italiana, focalizzando l’attenzione sul rapporto nefasto tra certa politica e il sistema bancario e segnalava come emblema del declino la passata gestione di MPS. Come dargli torto! L’altro male del declino italiano è rappresentato dalla decadenza del sistema universitario; un tempo i cervelli erano in fuga verso l’estero, oggi, con le università ridotte a un groviglio di banditi legittimati, inadeguatezza di diversi docenti e poche risorse, il rischio vero,è non riuscire a trovare nemmeno cervelli pronti per la fuga. E di ieri la notizia dell’iscrizione nel registro degli indagati del rettore della Sapienza Luigi Frati per “falso”: “alcune cartelle cliniche sarebbero state falsificate”. A questo aggiungiamo la situazione dell’università di Siena, con un rettore eletto con elezioni taroccate e con una classe dirigente universitaria responsabile di un dissesto milionario. Ma il ministro Francesco Profumo non intende affrontare questi problemi: un grosso paradosso per il professore Monti. Lunga è la strada per il rilancio del Paese e pochi sono i politici adatti, per cultura e profilo etico, al compito. Da registrare il penoso,quanto riduttivo e deflagrante, scontro tra Bersani e Renzi sulle banche e le cene con il mondo della finanza. Uno scontro che volge verso le offese gratuite e le minacce di querele. Il PD è un partito in via di archiviazione? E’ probabile.
Di Renzi mi ha colpito la risposta, o meglio la frecciatina riferendosi alla gestione di MPS, verso Bersani: “Lì una certa politica ha fatto guai seri”. Ma è lo stesso Renzi che non più tardi di due mesi fa aveva esaltato il ruolo di Franco Ceccuzzi, quel politicante amico di Mussari e di Paolo Del Mese e che aveva “condiviso” l’acquisto di Antonveneta? E’ lo stesso! Con un qualche confusione e con qualche senso di colpa. Nel frattempo le inchieste della magistratura sull’affaire Antonveneta e altre questioni di MPS si allargano e ad oggi sono già state ascoltate circa 90 persone e la novità rilevante è la convocazione delle banche. Tra lo scontro Bersani-Renzi e le inchieste della magistratura c’è una differenza di svariati miliardi di euro. E non si comprendono i motivi per cui l’indagato Mussari rimane in sella all’ABI e di certo convince poco, anzi per niente, una difesa basata sul “legittimo impedimento” di un legale. Per tutto il resto c’è mastercard. E speriamo che l’accelerazione della magistratura in tutta Italia in merito alle varie inchieste sul sistema distorto politica-affari, non trovi, altrimenti si configurerebbe come un paradosso ingiustificabile, dei rallentamenti solo a Siena, nel corpo giudicante. E la procura generale della Corte dei Conti apra una verifica completa “a seguito di segnalazione a mezzo web” su tutte le consulenze legali esterne affidate dal Comune di Siena all’avvocato Fabio Pisillo, verificando nel dettaglio la natura, la compatibilità di bilancio e la forma di affidamento; e verificando altresi eventuali conflitti d’interesse tra “tutela degli interessi patrimoniali del Comune” e difesa di soggetti che con le loro azioni hanno arrecato danno all’ente, come nel caso dell’aereoporto di Ampugnano e Università di Siena. Il “legittimo chiarimento” preteso dalla collettività, non solo senese, è prioritario rispetto al “legittimo impedimento” di un singolo avvocato. Come prima, per tutto il resto c’è mastercard.
Albus Silente
Ottobre 19th, 2012 — Note redazionali
Circa un anno fa su questo blog avevamo scritto che per le nefandeste,gli atti banditeschi,le truffe e schifezze varie commesse e che vengono ancora perpretate dentro l’ateneo senese conveniva installare l’aula di giustizia in un teatro o palazzetto dello sport e avviare un maxi-processo. In fin dei conti la cricca universitaria agisce come un’associazione di banditi vera e propria: si coprono a vicenda e teorizzano l’intoccabilità.
La massima espressione di questo status banditesco è rappresentata dalla presenza di un rettore abusivo(il Criccaboni) che scrive lettere abusiva insieme alla condannata dalla Corte dei Conti Ines “maestrina” Fabbro. Ci riferiamo a quella che i due hanno scritto, violando diverse leggi, per agevolare il loro amico docente Lorenzo Frediani, socio della società Astrea. Il ministro Francesco Profumo,altro orecchie da mercante, doveva annullare il decreto di nomina ed è sempre in tempo per rimediare a questa distrazione invece di partecipare ai convegni al fianco di Luigi Berlinguer. Ma un esposto contro il ministro Profumo come ci starebbe?
Ottobre 19th, 2012 — Note redazionali
Di Mario Draghi tra le poche che condivido è la valutazione data sulle società di rating :”sono altamente carenti e discreditate”; e non posso che condividere il giudizio del senatore Elio Lannutti: « Finalmente è emerso e si è presa coscienza del fatto che le «tre sorelle», Standard & Poor’s, Moody’s e Fitch sono un pericolo vagante per la sovranità degli stati in materia economica e finanziaria e che emettono report a orologeria, visto che fra i loro soci ci sono le banche più importanti e potenti al mondo, la Credit Union, la Ing e altre. Insomma sono molti i conflitti di interesse presenti in queste agenzie di rating e ora se ne ha consapevolezza, anche politica, che si tratta di entità private che rappresentano un pericolo per la stabilità economico-finanziaria degli Stati e per i risparmiatori».
Purtroppo il sistema finanziario e bancario tollera le valutazioni delle società di rating e di riflesso le medesime valutazioni creano sistema e producono effetti sostanziali sull’andamento dei titoli in borsa. “E’ il mercato,bellezza!”
Lo stesso mercato alterato dalle speculazioni e da un vizio tutto italiano: un ambiguo rapporto tra pubblico e privato e una posizione dominante della politica nella gestione operativa delle banche e dei gruppi finanziari. Il regolatore che diventa regolato e il mercato si trasforma in una palude per i piu’ deboli. E questo strapotere e la richiamata ambiguità conferisce ai banchieri un potere condizionante per la vita politica e per la tenuta sociale degli Stati. Una situazione insostenibile anche per coloro che rivendicano una formazione economica liberale. Sul Monte dei Paschi si abbatte la scure di Moody’s; una valutazione negativa che arriva nel momento peggiore per la stessa banca. Un valutazione che appare preordinata e finalizzata “all’esproprio” da parte del mercato della banca. Ma il dato disarmante è un altro: MPS è finita nella palude perchè la fondazione azionista e gli ex vertici della banca Mussari e Vigni hanno operato da “non banchieri” e con una visione e gestione di natura politica provincialotta e tesa al mantenimento del ruolo del partito per ottenere consenso elettorale. Hanno bruciato patrimonio per prolungare nel tempo la caduta e oggi senza armi e difese il mercato divora tutto; anche le coscienze dei politici incapaci e falliti. E il paradosso è anche un altro.Il Comune di Siena ente nominante della fondazione azionista della banca MPS aveva confermato l’incarico a Moody’s per la valutazione del rating dello stesso Comune “A Moody’s l’incarico di certificare il rating del Comune di Siena. La giunta, inoltre, ha rinnovato all’agenzia “Moody’s Italia Srl”, l’incarico di certificare l’incarico di certificazione della solvibilità finanziaria, rating, per l’anno 2011. Una decisione per offrire agli investitori adeguate garanzie sulla solvibilità finanziaria del Comune di Siena”. Qui siamo al massimo dei paradossi:l’agenzia incaricata dall’ente nominante i membri della fondazione azionista della banca MPS,oggi, abbatte la scure sulla banca MPS.”E’ il mercato,bellezza!” E nel mercato i conflitti d’interesse e di posizione ce ne sono in quantità esagerate.
Che cosa aspettano fra tutti per promuovere un’azione di responsabilità nei confronti di Mussari e Vigni e nei confronti della deputazione amministratrice della fondazione MPS? Che cosa si aspetta dentro la banca a rimuovere i mussariani Velentino Fanti e David Rossi dai loro ruoli?
Che cosa sta ruotando intorno a MPS? Non siamo mica nati in Patagonia!
In questo momento la banca è sotto l’occhio del ciclone e se a Siena c’è la volonta di recuperare e costruire rapporti esterni per ritrovare forze e alleati il primo passo da compiere subito è la presa di distanza,con i fatti concreti, dalla precedente gestione; per dare al mercato un messaggio forte. E senza un rapporto trasparente e costruttivo con i dipendenti la banca rischia di essere sempre piu’ appetibile dagli speculatori. L’altro dramma per MPS e la città, è la presenza di membri della fondazione MPS incapaci di gestire l’emergenza ma nemmeno l’ordinarietà e un partito,il PD, che non ha perso il vizio di considerare la banca uno strumento da campagna elettorale.Se non vi svegliate a Siena, il punto di non ritorno è alle porte. E non c’è solo Moody’s che incombe. A tal proposito,con riferimento ai finanziamenti e al credito erogato nella passata gestione,perchè Profumo e Viola dopo un’attenta verifica interna non escono da Rocca Salimbeni in direzione Palazzo di Giustizia per segnalare i finanziamenti concessi al pastificio Amato di Salerno che ha fatto crack?
Albus Silente
Ottobre 19th, 2012 — Note redazionali
di Luigi Colombo
Dalla pasta agli affari immobiliari. E’ apparso chiaro fin dall’inizio che le indagini sul crac del pastificio “Antonio Amato” non si sarebbero fermate soltanto alla caduta di quell’impero di famiglia. C’erano, ci sono, troppi intrecci che insospettiscono gli inquirenti. Quelli che riguardano la classe politica locale e, in particolare, i rapporti intrattenuti con amministratori e tecnici di Palazzo di Città. I 33 imputati, accusati a vario titolo della bancarotta, il 16 novembre compariranno dal gup Attilio Franco Orio per l’udienza preliminare. Tra questi Giuseppe Amato jr, l’ex deputato Paolo Del Mese; il nipote Mario amministratore di fatto della Ifil C&D, il consigliere provinciale sospeso Antonio Anastasio e Simone Labonia, già presidente di “Salerno Patrimonio”.
Ma le indagini condotte dal pm Vincenzo Senatore e affidate ai finanzieri del tenente colonnello Antonio Mancazzo non sono affatto concluse. E tendono a fare chiarezza sia sui rapporti intrattenuti con le banche che con esponenti del Comune. Perché le indagini, come già sottolineò il gip Dolores Zarone, nell’ordinanza di custodia cautelare, hanno evidenziato la presenza di Mario Del Mese e della “Ifil” anche nell’ambito di «appalti pubblici cittadini, quali quello della realizzazione della nuova piazza della Libertà e quello relativo alla Cittadella giudiziaria, con un non ben determinato “ruolo di intermediario”». Un ruolo che «poca collocazione giuridica trova nell’ambito di gare pubbliche di appalto».
Durante questi mesi gli interrogatori degli imputati hanno aperto nuovi spunti investigativi. Per ultimo proprio Peppino Jr (26 settembre) ha parlato ancora una volta dei rapporti con Piero De Luca, figlio del sindaco di Salerno, definendolo un «socio occulto della Ifil», e dei racconti che gli faceva Mario Del Mese di viaggi per portare soldi in Lussemburgo, proventi della Ifil. Già il 6 luglio scorso, Peppino jr aveva tirato in ballo l’ente, riferendo che il compito di Mario Del Mese era anche quello di «ridurre i tempi burocratici» per le istanze al Comune, visto che lui «vantava amicizie» con «funzionari dell’ufficio urbanistica» e «politici». E lo stesso Del Mese, disse, è anche «molto amico» di Piero De Luca «che ha lavorato anche con Amato spa». E’ sempre lui a raccontare che il nome di Piero De Luca venne proposto anche per la compagine dell’Ifil. Il figlio del sindaco, fu già sentito dai finanzieri l’8 giugno scorso, ma per una fattura del 2009 dell’importo di 18.360 euro, saldata poi per 8mila euro.
Mario Del Mese durante gli interrogatori non parla di questi rapporti e anzi si difende dicendo di essere «stato usato» dallo zio Paolo, l’ex esponente dell’Uder, e ora attraverso il suo legale Cecchino Cacciatore, ha fatto sapere di voler denunciare Peppino jr per le «calunnie» riferite durante gli interrogatori. Stessa azione sta valutando l’avvocato Massimo Torre che difende Paolo Del Mese, anche lui tirato nuovamente in ballo da Peppino jr. «In particolare è del tutto assurda – dice l’avvocato Torre – la rappresentazione di un messaggio “trasversale” che sarebbe stato inviato dal Del Mese ad un noto politico salernitano ed a un direttore di banca». Il messaggio “trasversale”, secondo Peppino jr, sarebbe stato l’aver rivelato dell’ormai famosa cena in costiera a fine estate del 2006. Oltre alla famiglia Amato e allo stesso ex parlamentare, in quell’occasione – secondo quanto racconta Del Mese – parteciparono alla cena Giuseppe Mussari, oggi a capo dell’Abi e all’epoca presidente del Mps, l’allora deputato Pd e futuro sindaco di Siena Franco Ceccuzzi e il sindaco De Luca. Un’occasione, aggiunge, per far conoscere alla banca sia un’azienda di prestigio del territorio, ma soprattutto (nell’ottica di un finanziamento) l’iniziativa che si apprestava a realizzare nell’area dell’ex pastificio della zona orientale con l’«Amato Re».
Ottobre 19th, 2012 — Note redazionali
La parola REDDITIVITA’ è tra quelle che più spesso vengono pronunciate dal Presidente del Monte dei Paschi Profumo. Viene da chiedersi come si coniughi questa “redditività” con la pubblicità che David Rossi dà al Gazzettino Senese. Nella nostra totale ignoranza in materia di pubblicità ci viene però da fare una banalissima osservazione.
Immaginiamo che nella selezione dei giornali a cui dare la pubblicità debba essere tenuta presente una cosa molto ovvia, ossia l’incremento della quota di mercato che il Monte dalle inserzioni pubblicitarie potrebbe trarne. Per farla semplice. I fattori da prendere in considerazione dovrebbero essere la tiratura delle copie e la parte di mercato sulla quale quei giornali vanno ad incidere.
Stupisce che questi fattori siano riscontrati nel caso del Gazzettino Senese, un giornalino di sei paginette che viene distribuito gratuitamente e rigorosamente solo a Siena e sul quale si potrebbe anche osservare che:
– tirerà si e no 2500 copie a settimana, distribuito gratuitamente; non allegato a nessun quotidiano locale, con il risultato che se andate nelle edicole troverete tutte le copie accatastate da una parte perché nessuno le prende (chissà se dopo questa osservazione ci sarà chi si attiverà per darlo in omaggio con La Nazione, magari con qualche improvvisa partnership temporanea);
– viene distribuito solo su Siena città, quindi ci si chiede: ma quale cavolo di quota di mercato del Monte dei Paschi c’è da aumentare su Siena città? Qualcuno pensa che a Siena non si sappia che c’è il Monte? Ma per favore!
Quindi dopo tutto ciò, e dato che la pubblicità su un giornale come il Gazzettino non svolge assolutamente la funzione che dovrebbe avere, perché gli viene data?
Una ipotesi, leggendo il taglio che ha il giornalino viene in mente: dare una mano ai ceccuzziani, dato che scrivono tutti per il Gazzettino.
Ma Viola lo sa che viene data pubblicità ad un qualcosa che per il contenuto che ha più che ad un giornale assomiglia all’organo cartaceo della corrente Ceccuzzina del PD?
Si è informato Profumo di quanto ritorno in termini mini di nuova clientela su una piazza come Siena è capace di dare un foglio del genere?
Laura