
Abbiamo finalmente la prova provata che questi due scienziati sono sprecati a Siena, ma dovrebbero essere con Rubbia a studiare il ciclosincrotone. Come si capisce bene da questo articolo dopo oltre 750 anni e con un dissesto finanziario mostruoso si aprono due sedi il sabato e la domenica d’estate, e una delle due sedi è praticamente irraggiungibile dagli studenti con i mezzi pubblici, per la preparazione degli esami estivi. Ma a chi è venuta in mente questa genialata? E soprattutto: ma l’hanno chiesto alla Curia se è d’accordo? Perché la domenica mattina si svuotaneranno le chiese … E chi le tiene aperte queste sedi? E la CGIL, da sempre sdraiata di fronte ai due, è d’accordo su questa splendida iniziativa?
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Eccoci qua!
Giugno 16th, 2011 — Note redazionali
Articolo sequestrato
Giugno 16th, 2011 — Note redazionali
ARTICOLO SEQUESTRATO DALLA POLIZIA POSTALE DI MILANO IN RELAZIONE AL DECRETO DI SEQUESTRO PREVENTIVO EMESSO IN DATA 06/08/2012 NELL’AMBITO DEL PROCEDIMENTO PENALE NR. 33150/11/44 R.G.P.M. DEL TRIBUNALE DI GENOVA
Lettera aperta al Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano
Giugno 15th, 2011 — Note redazionali
mi permetto di inviarLe questa missiva non solo per il Suo ruolo di Capo dello Stato ma anche per il ruolo di Presidente del CSM (consiglio superiore della magistratura).
Sono sotto gli occhi tutti i molteplici interessamenti da parte Sua per stimolare e incoraggiare processi di cambiamento e miglioramento nel rapporto tra cittadini e istituzioni. E in tal senso i Suoi richiami per una magistratura e per i tribunali al servizio degli interessi generali e fuori dagli scontri politici sono da valorizzare e da ricordare all’universo mondo. Perché ho l’impressione che sia da certi ambienti politici sia da minoritari ambienti della magistratura i Suoi massimi richiami vengano disattesi.
Inoltre ricordo con piacere i Suoi pronunciamenti tesi a sensibilizzare riforme e processi migliorativi del sistema culturale e dell’istruzione del nostro Paese; non ultimo l’interessamento nell’ambito del mondo universitario e della ricerca.
In considerazione dei Suoi ruoli e a maggior ragione prendendo atto della Sua sensibilità aggiunta alle prerogative del Capo dello Stato, sono qui ad evidenziarLe alcune questioni che meritano un Suo intervento urgente.
Da diversi mesi questo blog segue con preoccupazione la triste vicenda del dissesto e della perdità di ruolo dell’Ateneo senese e a tutt’oggi le preoccupazioni aumentano sempre più. Si vocifera, ma nessuno dei soggetti interessati ha il coraggio di renderlo pubblico, che esisterebbe un piano esuberi finalizzato e qui son brutale a mandar via dall’ateneo senese circa 300-350 dipendenti. Sicuramente un’ipotesi pesante per una città come Siena e soprattutto una mera ingiustizia visto che l’Ateneo senese versa in queste condizioni per colpa di un disegno perpretrato nel tempo finalizzato al dissesto.
Sono mesi che in tanti e non solo dal mondo universitario, visto che l’università è un bene pubblico, chiedono chiarezza sulle cause e sui responsabili del dissesto e inoltre chiedono chiarezza anche sulla governance dello stesso Ateneo, in considerazione del fatto che esiste un’inchiesta da parte della magistratura.
Ed è proprio sulle varie inchieste che mi preme evidenziarLe che a tutt’oggi ancora piena luce non è stata fatta, anzi si registra una sorta di tendenza a non disturbare il manovratore. Ma su questo come Lei giustamente ripete spesso, siccome siamo in uno Stato di diritto, vi sono anche gli organi superiori che hanno il compito di verificare quando qualcosa non funziona nelle zone periferiche degli organi dello Stato. Ed eventualmente verificare negligenze e possibili conflitti di atrribuzione e interessi. E su questo penso che in questi giorni segnalazioni in tal senso non mancheranno.
Cosi come confidiamo nella presa di responsabilità dei vari livelli istituzionali affinchè riprendano un percorso trasparente e partecipato sulle problematiche che investono l’Ateneo senese. Trasparenza e condivisione messe in un angolo dalla gestione Riccaboni-Fabbro.
Pur registrando un menefreghismo diffuso tra i docenti e i il personale tecnico-amministrativo dell’Ateneo, circa le sorti dello stesso e di riflesso sul loro futuro, ritengo che la questione dell’università sia “una bomba” sociale ed economica che se non viene disinnescata velocemente avrà effetto deflagrante per tutta la comunità senese e il suo sistema economico.
W L’Italia, W la democrazia e W la Giustizia al servizio dei cittadini e non dei privilegi.
Maestro James
Lettera aperta al segretario provinciale della CGIL di Siena Claudio Guggiari
Giugno 14th, 2011 — Note redazionali

Questa lettera, in forma aperta, nasce e si sviluppa con l’intento di stimolare un dialogo costruttivo e con la convinzione che l’analisi reale dei fatti prevalga sugli arroccamenti di parte. Caro Guggiari, non posso che sposare in pieno il rilievo mosso nei confronti del Rettore Riccaboni, quando in merito alla lettera di messa in mora sul contratto dei CEL del 2006, Lei afferma “Quello che maggiormente stupisce e preoccupa e’ che, pur in una condizione di difficolta’ finanziarie dell’Ateneo, si metta in discussione il ruolo contrattuale del Sindacato e si utilizzi un metodo di rapporto basato esclusivamente sulla comunicazione di decisioni gia’ assunte unilateralmente.”
Esattamente. Stupisce e preoccupa. Però, e questo però, pesa come un macigno su tutta la vicenda drammatica dell’Ateneo. Vi siete accorti solo ora dell’unilateralismo decisionale e del metodo antisindacale di Riccaboni e di Ines Fabbro?
Guggiari, a questo punto, faccio una precisazione dovuta, utile per sviluppare serenamente questo dialogo. Il nostro blog non è gestito da universitari e nemmeno da forze politiche: questo è uno strumento autonomo che ha come unico scopo quello di rompere la cappa dell’informazione e dare un contributo alla situazione stagnante che vivono alcune realtà socio-economiche. Chiarito questo aspetto, riprendo il filo del mio intervento.
Lo stupore per la missiva del rettore, oltre che preoccuparvi spero stimoli finalmente dentro la CGIL senese due importanti riflessioni in merito alle vicende dell’ateneo senese. La prima. Prendere atto delle responsabilità storiche di alcuni dirigenti della CGIL universitaria che per anni hanno sostenuto oltre che parteciparvi in pieno, il sistema tosiano della gestione dell’ente(di cui Riccaboni faceva parte). E qui con sano realismo, non bisogna fare di tutta l’erba un fascio , ma tocca a voi rompere questo tabu’ ed aprire una fase nuova del ruolo del sindacato nei rapporti con i vertici dell’ente. Quindi tutelare i lavoratori e smetterla con il giochino di sponda con lo scopo preciso di ottenere avanzamenti e ruoli dirigenziali.
La seconda riflessione. E’ un dato reale, certificato, che la CGIL è stata sostenitrice sia di Riccaboni sia della nomina di Ines Fabbro e quindi parte di responsabilità di questa gestione inconcludente e verticistica dell’ateneo sta andando avanti anche grazie al sostegno dei dirigenti della CGIL universitaria. Avete sostenuto tutto l’operato di Riccaboni e il modus operandi ostile ai lavoratori teorizzato e praticato dalla direttrice Fabbro.
Oggi, comprendo e condivido in pieno la Sua protesta nei confronti di questa missiva che mette sotto accusa il ruolo del sindacato, ma la protesta non basta; la Sua presa di posizione diventa credibile nel momento in cui rompete lo schema di gestione attuale dell’ateneo che si poggia sull’accordo Riccaboni-Fabbro-CGIL. La missiva che Lei contesta è solo l’ultimo degli atti unilaterali di Riccaboni e Fabbro. Unilaterale è stato il taglio dell’accessorio al personale tecnico amministrativo e Voi vi siete accomodati e rassegnati.Perchè caro Guggiari non vi rivolgete al giudice del lavoro per denunciare anche questo atto unilaterale e antisindacale?
Sempre oggi, con il solito sano realismo, credo che per il bene dell’ateneo e per la credibilità stessa della vostra organizzazione sindacale, si possa ipotizzare un nuovo contesto di rapporti e sinergie finalizzato al rilancio dello stesso ateneo e alla valorizzazione delle risorse umane e delle professionalità .E questo si puo’ fare solo con la presa d’atto del fallimento della gestione Riccaboni-Fabbro. In fondo, tolte le chiacchere e gli ulteriori danni a carico dei lavoratori, questa gestione non solo non rilancia l’ateneo ma addirittura crea nuove conflittualità interne.
Spero di essere stato chiaro nel mio intento e spero che la ragionevolezza prevalga sul muro della diffidenza e dei rancori storici e finalmente le persone di buona volontà possano lavorare sinergicamente per il bene supremo dell’ente e della comunità.
Perché caro Guggiari, l’aspetto paradossale della missiva di messa in mora sul contratto dei CEL e che poi è il paradosso principe dentro tutta la gestione attuale dell’ateneo, è quello di avere un direttore amministrativo, ovvero la signora Ines Fabbro, su cui pesa una condanna della corte dei conti per un illecito amministrativo-contabile.
Ad maiora.
Maestro James
E vai col liscio!!!
Giugno 13th, 2011 — Note redazionali
Interessante articolo quello di oggi a firma di Laura Valdesi intitolato: “Contratto integrativo dei CEL. L’Ateneo mette tutti in mora”, nel quale si racconta come a parecchia gente fra cui consiglieri di amministrazione, organizzazioni sindacali e personale amministrativo sia giunta una simpatica missiva dell’Ateneo che notifica loro di aver inviato alla Corte dei Conti la documentazione riguardante il famigerato contratto dei Collaboratori Esperti Linguistici in base al quale presumibilmente verrà stimato un danno erariale enorme per la copertura del quale i destinatari della missiva saranno chiamati a rispondere.
A questo punto sorgono spontanee alcune domande:
in primo luogo, visto che sempre a mezzo stampa siamo informati che sulla vicenda c’è anche un indagine penale che vede coinvolti l’ex capo dell’ufficio ragioneria Interi, l’ex responsabile dell’ufficio bilancio Santinelli e l’ATTUALE responsabile della qualificazione dei rapporti di lavoro Laura Goracci, non sarà il caso che l’Ateneo si tuteli rimuovendo quest’ultima da un ufficio nel quale ha causato, insieme ad altri, tutto questo danno?
E passando ad altri soggetti, visto che alcuni membri di quel CdA siedono anche in quello attuale, non sarebbe il caso che si dimettessero? Considerato che sono stati messi in mora dall’amministrazione per atti commessi esercitando quella carica?
E già che siamo a parlare di comunicazioni alla Corte dei conti, ma quel debito fuori bilancio dei libri in onore di Berlinguer è stato comunicato alla Corte? E se sì, è stato messo in mora chi quel debito ha contratto, vale a dire l’ex responsabile dell’Area Comunicazione e Marketing Maurizio Boldrini?
Attendiamo, fiduciosi come sempre, delle risposte.
Le avventure di Tappos. Capitolo I- La fuitina
Giugno 11th, 2011 — Note redazionali
Avventure d’annata si affacciano sul Viale dell’inchiostro, 55-00001 Monti Alsabici (Sti).
Seduto sulla poltroncina comprata al mercato abusivo degli zingari rubettini, penso e ripenso ai corsi e ricorsi e all’improvviso tra una tirata di pipa e un annaffiamento golare con acqua depurata, ecco che riaffora nella mia mente dissociata la figura di Tappos.
Chi è questo Tappos? Che ruolo ha nella storia della terra di mezzo o nelle cronache degli scavi archeologici del secolo definito dai cacciatori di talpe: il secolo dei tunnel a oltranza?
Ricordi appannati all’inizio, poi dopo l’accensione dell’aria condizionata posizionata sull’aria fredda, tutto ritorna chiaro e visibile agli occhialini da vista serali. Wow … ecco Tappos!!! Una figura più che retorica, oserei dire retrogada: un individuo periodicamente truffante e impercettibile dai gasometri.
Tappos Tappos … alè alè Tappos … sei tutti noi. Dalla curva della tifoseria della squadra di serie EP giungevano queste urla passionali nei confronti di Tappos. Era tutti loro, dal cesso al trono faronico, era tutti loro. La mattina durante la pausa bisognini, tra un rotolo di morbidezza e 400 grammi in meno, il pensiero più bello che il seduto sulla porcellana coltivava era rivolto a Tappos.
In fondo in fondo chi non ha mai avuto un Tappos nella sua vita!!?? Anche io pur essendo un dissociato e un abitante della terra di lato, in gioventù mi son trovato spesso un Tappos come peso insopportabile. Dopo svariati tentativi, riusci a liberare le mie giornate da quel peso. Non è stato semplice: son dovuto ricorre all’ausilio della soluzione rettale Clismalax. Potete immaginare la delizia.
Loro invece non potevano fare a meno di Tappos. Si narra che qualche fans dello stesso Tappos provava più piacere orgasmico pensando alla firma di Tappos che alle mani avvolgenti della fidanzatina. Insomma, Tappos non più l’individuo strisciante, ma addirittura eletto ad eroe e antieroe, mito e otim, carico e scarico. Personalmente mi vengono i brividi sul fondo schiena pensando al Tappos dei Monti Alsabici: ma questa è una parentesi non rilevante. Anche se io sono del parere che dopo la dipartita la figura di Tappos potrebbe trovare giusta collocazione all’interno del Museo di Antropologia Criminale “Cesare Lombroso” di Torino.
Come le vicissitudini di altri abitanti delle terre complessive, anche in quelle di Tappos scopriamo dei frammenti pseudo-sentimentali che per pochi istanti ci fanno dimenticare la pattumiera delle sue gesta. Aveva un amico, un caro amico. Erano affiatati come pifferi dell’orchestra delle serate danzanti nelle balere estive di Franco Battiato. Un bel giorno, forse brutto per l’amico, Tappos ebbe un’erezione (caso raro per lui) osservando le movenze di Altina, donna anellata dell’amico. Scoppiò l’infatuazione tra i due. Non potevano staccarsi, erano come due novelli baciatori di nascosto nelle auto delle ore notturne. Tutto il resto non contava: non più l’amico e nemmeno i tifosi della curva. Fu in quel momento che Tappos e Altina sperimentarono la mitica Fuitina. Di questa Fuitina non abbiamo grosse testimonianze. Alcuni produttori televisivi avevano tentato di metter su una soap opera, ma il materiale conoscitivo era incompleto. Archiviarono definitivamente l’idea della serie televisiva “La Fuitina” e dedicarono i loro investimenti nella produzione di “Un posto al sole”.
(le avventure continuano)
Noi andiamo a votare
Giugno 10th, 2011 — Note redazionali
Alice nel paese delle meraviglie (il dissesto) e la maratonda
Giugno 8th, 2011 — Note redazionali
Cosa c’è dietro a quanto illustrato in questo articolo su Il senso della misura? Non ci sarà mica, come ha ipotizzato un commentatore di questo blog, un traffico su fondi di gestione immobiliare messo in atto per aggirare il divieto di ulteriore indebitamento da parte del dissestatissimo Ateneo senese? A questa redazione risulta che sia proprio così. E questa redazione chiede e si chiede: ma i Ministeri competenti lo sanno di questi traffici fatti con i palazzi di un ente pubblico? E la comunità universitaria tutta? E la politica senese, soprattutto il PD è d’accordo? E la banca che ci sembra abbia già problemi a non finire? E i Senesi? Non sarebbe il caso che Riccaboni e Fabbro invece di nascondersi dietro a dei “ci stiamo lavorando” facessero partecipi tutti i soggetti di cui sopra dei loro progetti? E già che ci siamo ricordiamo che tutta questa faccenda è sub iudice sia per la questione del dissesto, nonché – è bene ricordarlo – per la questione delle elezioni del Rettore e per la nomina del Direttore Amministrativo. Quindi Riccaboni e Fabbro non sono i soli che devono fare un po’ di chiarezza.
Ma qualcuno ne sa qualcosa di questi protocolli?
Giugno 6th, 2011 — Note redazionali

Questi uffici e questi Spazi di Luce sono a chiedersi se qualcuno è al corrente del fatto che il disgraziato Ateneo senese ha firmato non uno, ma due protocolli che trattano entrambi di intese tra Regione e Atenei toscani. Il primo è un accordo di programma che ha delle ricadute su tutto il personale docente e non. Il secondo è un protocollo di intesa che mette in buona sostanza in mano alla politica la gestione degli Atenei toscani, in particolar modo nelle mani del Presidente della Regione. A parte la considerazione che proprio la politica ha ridotto gli Atenei toscani ed in particolar modo quello senese nelle condizioni disperate in cui si trova, ma la domanda più pruriginosa è: ma la comunità universitaria nel suo insieme, compresi ed anzi in primo luogo gli studenti ne sa qualcosa? E’ stata messa al corrente? Lo sanno gli studenti che probabilmente in base a questi accordi potrebbero dover cambiare sede? I membri del CdA e del Senato accademico ne hanno mai discusso? E se sì è possibile rendere noti i verbali? Ci sono circa 18.000 ragioni perché sia un argomento da discutere. O no?
Ma la trasparenza degli atti auspicata e sbandierata a destra e a sinistra che fine ha fatto? I vertici dell’Ateneo che si sciacquano la bocca continuamente con la parola “condivisione” con chi li hanno discussi questi protocolli?
Rimaniamo in attesa di risposte chiare e esaurienti e suggeriamo a tutti, docenti, personale e studenti di chiedere conto e ragione di queste decisioni di cui evidentemente sono all’oscuro.
E i giornali? Sarà il caso che si informino?
Dai nostri monitoraggi dei vari segnaliamo e sottoponiamo ai nostri lettori questo interessante articolo.
Giugno 6th, 2011 — Note redazionali
Il soffio dell’anima …, di Maria Cristina Caccia
Nell’opinione comune, il respiro è semplicemente un atto meccanico e ripetitivo che permette all’uomo di sopravvivere. In realtà l’“alito vitale”, così definito dai grandi maestri d’Oriente, racchiude un significato simbolico, che rimanda a uno scambio continuo tra noi e ciò che ci circonda attraverso il ciclo inspirazione/espirazione. L’armonia del ritmo respiratorio sottende a una inconscia volontà di “accogliere” la vita in tutte le sue manifestazioni. È un atto di condivisione reciproca con l’energia che permea noi stessi e l’universo. Contrariamente, un ritmo respiratorio bloccato e affannoso nasconde una evidente difficoltà ad accettare la realtà e le esperienze nel loro divenire, proiezione di un radicato disagio emotivo. Il respiro tradisce, dunque, il nostro stato d’animo: un ritmo lento e controllato proietta uno stato di benessere e di tranquillità interiore; un ritmo accelerato e scoordinato intercetta stati emozionali negativi, quali ansia, paura, angoscia. Secondo la concezione “olistica” dell’uomo, mente e corpo sono connessi in una unità inscindibile: pensiero e sentimento condizionano in modo tangibile lo stato di salute dell’organismo. Il respiro veicola il “prana” lungo i “meridiani” o canali energetici immaginari che scorrono lungo il “soma” e il suo libero fluire è condizione fondamentale per preservare il corpo dalla “malattia”. Eventi stressanti generano a lungo andare veri e propri “vuoti energetici” che indeboliscono l’organismo e lo espongono a patologie. La tradizione orientale propone diverse tecniche per migliorare gli esercizi respiratori essenziali per la crescita spirituale dell’individuo e, soprattutto, per la riscoperta di un nuovo equilibrio interiore che scaturisce dalle infinite potenzialità presenti in ognuno di noi. La respirazione circolare, praticata senza pause tra la fase di inspirazione e quella di espirazione, sia attraverso la bocca sia per via nasale, è alla base della tecnica del rebirthing communication. Si propone come obiettivo quello di sciogliere “nodi” emotivi annidati nel profondo di noi stessi che ci impediscono di vivere serenamente le nostre relazioni. La respirazione primordiale è considerata una “scienza” del controllo del respiro messa a punto dagli yogi e dalla medicina tradizionale cinese. Nata come mezzo per raggiungere l’illuminazione, mira a recuperare la respirazione ancestrale dell’individuo. Il respiro completo è una tecnica di respirazione propria dello Yoga tesa a sviluppare il controllo della triplice funzione del respiro, ossia inalazione, ritenzione ed espirazione, prima fase per il raggiungimento della “liberazione” dai vincoli materiali.
“Respira che ti passa!” non è poi un’esclamazione di fantasia.
Nei momenti più difficili, quando senti un nodo in gola che non scende, fermati un istante e controlla il tuo diaframma: inspira ed espira profondamente. Ti sentirai più rilassato, i tuoi pensieri diverranno più nitidi e sarai in grado di cogliere la risposta che cercavi e che distrattamente stavi ingoiando tutto d’un fiato.

