Lettera aperta al segretario provinciale della CGIL di Siena Claudio Guggiari

Questa lettera, in forma aperta, nasce e si sviluppa con l’intento di stimolare un dialogo costruttivo e con la convinzione che l’analisi  reale dei fatti prevalga sugli arroccamenti di parte. Caro Guggiari, non posso che sposare in pieno il rilievo mosso nei confronti del Rettore Riccaboni, quando in merito alla lettera di messa in mora sul contratto dei CEL del 2006, Lei afferma “Quello che maggiormente stupisce e preoccupa  e’ che, pur in una condizione di difficolta’ finanziarie dell’Ateneo, si metta in discussione il ruolo contrattuale del Sindacato e si utilizzi un metodo di rapporto basato esclusivamente sulla comunicazione di decisioni gia’ assunte unilateralmente.”

Esattamente. Stupisce e preoccupa. Però, e questo però, pesa come un macigno su tutta la vicenda drammatica dell’Ateneo. Vi siete accorti solo ora dell’unilateralismo decisionale e del metodo antisindacale di Riccaboni e di Ines Fabbro?

Guggiari, a questo punto, faccio una precisazione dovuta, utile per sviluppare serenamente questo dialogo. Il nostro blog non è gestito da universitari e nemmeno da forze politiche: questo è uno strumento autonomo che ha come unico scopo quello di rompere la cappa dell’informazione e dare un contributo alla situazione stagnante che vivono alcune realtà socio-economiche. Chiarito questo aspetto, riprendo il filo del mio intervento.

Lo stupore per la missiva del rettore, oltre che preoccuparvi spero stimoli finalmente dentro la CGIL senese due importanti riflessioni in merito alle vicende dell’ateneo senese. La prima. Prendere atto delle responsabilità storiche di alcuni dirigenti della CGIL universitaria che per anni hanno sostenuto oltre che parteciparvi in pieno, il sistema tosiano della gestione dell’ente(di cui Riccaboni faceva parte). E qui con sano realismo, non bisogna fare di tutta l’erba un fascio , ma tocca a voi rompere questo tabu’ ed aprire una fase nuova del ruolo del sindacato nei rapporti con i vertici dell’ente. Quindi tutelare i lavoratori e smetterla con il giochino di sponda con lo scopo preciso di ottenere avanzamenti e ruoli dirigenziali.

La seconda riflessione. E’ un dato reale, certificato, che la CGIL è stata sostenitrice sia di Riccaboni sia della nomina di Ines Fabbro e quindi parte di responsabilità di questa gestione inconcludente e verticistica dell’ateneo sta andando avanti anche grazie al sostegno dei dirigenti della CGIL universitaria. Avete sostenuto tutto l’operato di Riccaboni e il modus operandi ostile ai lavoratori teorizzato e praticato dalla direttrice Fabbro.

Oggi, comprendo e condivido in pieno la Sua protesta nei confronti di questa missiva che mette sotto accusa il ruolo del sindacato, ma la protesta non basta; la Sua presa di posizione diventa credibile nel momento in cui rompete lo schema di gestione attuale dell’ateneo che si poggia sull’accordo Riccaboni-Fabbro-CGIL. La missiva che Lei contesta è solo l’ultimo degli atti unilaterali di Riccaboni e Fabbro. Unilaterale è stato il taglio dell’accessorio al personale tecnico amministrativo e Voi vi siete accomodati e rassegnati.Perchè caro Guggiari non vi rivolgete al giudice del lavoro per denunciare anche questo atto unilaterale e antisindacale?

Sempre oggi, con il solito sano realismo, credo che per il bene dell’ateneo e per la credibilità stessa della vostra organizzazione sindacale, si possa ipotizzare un nuovo contesto di rapporti e sinergie finalizzato al rilancio dello stesso ateneo e alla valorizzazione delle risorse umane e delle professionalità .E questo si puo’ fare solo con la presa d’atto del fallimento della gestione Riccaboni-Fabbro. In fondo, tolte le chiacchere e gli ulteriori danni a carico dei lavoratori, questa gestione non solo non rilancia l’ateneo ma addirittura crea nuove conflittualità interne.

Spero di essere stato chiaro nel mio intento e spero che la ragionevolezza prevalga sul muro della diffidenza e dei rancori storici e finalmente le persone di buona volontà possano lavorare sinergicamente per il bene supremo dell’ente e della comunità.

Perché caro Guggiari, l’aspetto paradossale della missiva di messa in mora sul contratto dei CEL e che poi è il paradosso principe dentro tutta la gestione attuale dell’ateneo, è quello di avere un direttore amministrativo, ovvero la signora Ines Fabbro, su cui pesa una condanna della corte dei conti per un illecito amministrativo-contabile.

Ad maiora.

Maestro James