Maggio 15th, 2011 — Note redazionali

Così disparvero i Cavalieri del Tempio con il loro segreto, nell’ombra del qual palpitava una bella speranza della città terrena.
Ma l’astratto al quale era incatenato il loro sforzo proseguiva in regioni sconosciute la sua vita inaccessibile e più di una volta nel corso dei tempi, lasciò fluire la sua ispirazione negli spiriti capaci di accoglierlo. (V.E Michelet, Le secret de la Chevalerie, 1930)
Si approssima il momento in cui il libero arbitrio che a noi è stato concesso può dispiegare nella propria interezza e nell’assoluta sua sovranità la ferrea volontà di mutare simbolicamente e fattualmente il corso degli eventi. Episodio raro nella temperie in cui i vincoli non delle umane prerogative, ma solo dei servili e rassegnati gioghi hanno asservito il consorzio sociale. Il tempo scandisce le proprie ere e segna anche i cicli degli affrancamenti… L’abulico fatalismo annichilisce il soffio vitale le energie sottili che pervadono lo spirito, l’essenza della nostra natura terrena. L’attesa, l’interminabile, la travagliata attesa approda alla congenita frattura, non vi sono lenitivi, non è concesso alcun medicamento placebo che procrastinerebbe fra tormenti inenarrabili un esito già annunciato che fatalmente ha già ricevuto il crisma della sorte. E nel ricorrere delle ere siamo chiamati ancora una volta ad assolvere il nostro umile Servizio. Ed è nella celebrazione del nostro rito di concordanza dogmatica ed incondizionata con il bene comune, con l’ufficio che ci siamo imposti volontariamente di perseguire la pubblica felicità, “Pubblica Felicità”, vale a dire la prosperità e la serenità di tutti gli appartenenti alla società civile, che dobbiamo rammentare i Voti. Il Giuramento che consacra alla purezza dell’anima e degli intenti può e deve varcare i silenzi che troppo a lungo hanno condizionato e gravato sulla nostra intima essenza. La Grande Fraternità Bianca non può tollerare ancora gli spergiuri, i traditori del genere umano, coloro che hanno abusato del proprio potere, coloro che hanno perpetrato l’angheria peggiore, quella consumata nel silenzio degli oppressi. La comunione si deve estinguere a fronte delle vessazioni ed ai tentativi di asservimento. Gli esiti sono manifesti ed inequivocabili Lux meridiana clariores. Non Prevalebunt.
«Ma perché lei che dì e notte fila,
non gli avea tratta ancora la conocchia,
che Cloto impone a ciascuno e compila…»
(Divina Commedia, Purgatorio, Canto XXI, 25-27)
Maggio 14th, 2011 — Note redazionali
Maggio 12th, 2011 — Note redazionali

Ci sono tanti motivi per cui non votare Ceccuzzi e il candidato Davide Chiti, ma oggi vi vogliamo raccontare una storia vera che, a nostro avviso, è determinante per consolidare la convizione di non votare i due suddetti.
Ci risulta che tra i 27 nomi dei rinviati a giudizio firmati dal Procuratore Francesca Firrao compaiano i nomi di Viviani Paola e Viviani Stefania, titolari dell’appalto del bar sito all’interno della struttura universitaria di Via Roma 56. E le medesime sono rispettivamente moglie e cognata di David Chiti, fedelissimo di Franco Ceccuzzi, nonché candidato alla carica di consigliere comunale per il PD.
La storia: sembrerebbe che il responsabile dell’ufficio forniture e contratti d’appalto dell’Ateneo, il ceccuzziano Carlo Bruni, esponente della CGIL di Claudio Vigni e Angelaccio, avesse concesso in appalto senza gara e passaggio al Consiglio di Amministrazione il bar delle Facoltà di Ingegneria e Lettere alle due sunnominate parenti del Chiti. In seguito risulterebbe che fosse stata finalmente fatta una gara d’appalto che, bada caso, è stata vinta dalle parenti del ceccuzziano Chiti, che peraltro erano già lì.
Sembra che tutto questo, viste le richieste del Procuratore, sia più un fatto che un “sembrerebbe”.
Avete capito di cosa si tratta? Stiamo parlando della Cosa Pubblica, perché l’Università di Siena non è, come sembrerebbe finora, del PD, ma un ente pubblico e le leggi della Repubblica Italiana vanno rispettate perché altrimenti si incorre nell’infrazione PENALE.
Invece di pensare di applicare le Carte etiche agli altri, pensassero ad applicarle a sé stessi quelli del PD. E smettessero le coccole di farsele per sé invece che alla città. E non votate Ceccuzzi e chiedete al Chiti di ritirarsi dalla competizione!
Ufficio Legale di Fratello Illuminato
Maggio 12th, 2011 — Note redazionali
Maggio 11th, 2011 — Note redazionali





Dopo mesi di indagini, a seguito della scoperta del dissesto finanziario di oltre 250 milioni di euro dell’Ateneo senese, imputabile alla gestione Tosi-Boldrini-Cardini-Coluccia-Gioffré e della CGIL di Angelaccio e Bruni, nomenklatura tutta riferibile al PD di Ceccuzzi e e della famiglia Monaci-Gioia. Questa nomenklatura ha devastato e messo in ginocchio una delle Università e degli Ospedali più prestigiosi d’Europa. I reati evidenziati dalla Magistratura sono: falso ideologico in concorso e continuato, truffa e peculato. Ci risulterebbe che le indagini di cui sopra, come evidenziato anche da alcuni quotidiani siano giunte a conclusione colla notifica dei capi di imputazione ai responsabili della devstazione dell’Università. Risulterebbe che i responsabili individuati dagli organi inquirenti sono: 1) Dino Angelaccio, già colpito da provvedimento interdittivo da parte della Magistratura, esponente storico della CGIL universitaria, collega di Fiorino Iantorno e legatissimo politicamente a Franco Ceccuzzi, tanto che nel 2010 partecipò ad una riunione in Federazione insieme a Ceccuzzi e Alberto Monaci per tentare di boicottare la manifestazione dei dipendenti che chiedevano verità sul dissesto. 2) Walter Gioffré, anche lui colpito da provvedimento interdittivo già nel 2010, da sempre legatissimo ad Anna Gioia e al marito della stessa Alberto Monaci ed elettore del ceccuzziano Riccaboni. 3) Piero Tosi successore unto del barone di Stigliano è stato per dodici anni rettore, da sempre legato ad Alberto Monaci, alla CGIL di Claudio Vigni e a Franco Ceccuzzi. Infatti questo ultimo nel 2005 esprimeva stima nei confronti del medesimo Tosi. Già condannato in primo grado per falso ideologico nel 2009. 4) Loriano Bigi ex direttore amministrativo dell’Università. da sempre vicino a Alberto Monaci e referente interno all’Ateneo della CGIL di Claudio Vigni e di Ceccuzzi. 5) Anna Coluccia, esperta di criminologia e organica al partito del ceccuzziano Ceccuzzi, storicamente legata a Luigi Berliguer e Iolanda Cei Semplici e sostenitrice accanita di Riccaboni e Fabbro. 6) Antonio Maurizio Caronna ex direttore amministrativo, politicamente vicino a Claudio Marignani e al PD+L di Verdini. 7) Laura Goracci, strettissima collaboratrice (anzi di più) di Loriano Bigi e attualmente sostenitrice del Ceccuzzi e del gruppo di riferimento di Boldrini Maurizio*.
Questi sono i nomi che risulterebbero essere i responsabili individuati dalla magistratura, raggiunti da notifica del reato contestato e sembrerebbe che martedì 17 (bada caso il 17) siano stati fissati gli interrogatori di garanzia.
A questo punto non rimane che prendere atto delle responsabilità di coloro che politicamente hanno messo in ginocchio l’Ateneo: Monaci e Ceccuzi. Al resto dei nomi ci sta pensando la Magistratura.
* P.S. Per quanto attiene al sig. Maurizio Boldrini torneremo a parlare di lui nel terzo capitolo. Preghiamo il candidato di riferimento di Aldo Berlinguer, di Omar Calabrese e della famiglia Monaci-Gioia Franco Ceccuzzi di seguire attentamente questa saga, munito della Carta dei Valori e di farne partecipe anche Evangelisti e l’Italia dei Valori di Siena.
Maggio 11th, 2011 — Note redazionali
Maggio 10th, 2011 — Note redazionali
Un nostro assiduo lettore, e presente all’evento, ci ha mandato questa
foto. Direte, ma che bella tavolata, Franco Ceccuzzi con i suoi guardiaspalle Luca Turchi e Giulio Carli accompagnati da Daniele Tacconi col
suo sigaro. Sapete dove e quando è stata scattata la foto? Domenica 8 maggio a casa di Mauro Rosati, il segretario generale di Qualivita. Ma d’altra parte è del tutto normale; dopo che Ceccuzzi è nuovamente tornato tra le braccia della Birreria di Bellandi & Degortes non c’è da stupirsi. Qualche maligno che è andato là ci avrebbe detto che Ceccuzzi è stato immusonito e guardingo tutto il tempo. Si vocifera, infatti, che Ceccuzzi non si fidi affatto del gruppo della Birreria (alias Per Siena) ma che a causa della sua continua perdita dei voti, è stato costretto ad abbassare la testa di fronte a Bellandi & C.
E c’è chi dice che questo pubblico riconoscimento di debolezza politica lo pagherà caro. Ma si sa, non si può avere la moglie ubriaca e la botte piena.
Ma la personale botte di Ceccuzzi è parecchio vuota di voti personali e parecchio piena di voti alla birra. E come si dice in questi casi, per Ceccuzzi, mo’ so cazzi …
Maggio 10th, 2011 — Note redazionali
Ci chiediamo se Ceccuzzi, prima di lanciarsi a presentare il libro di Matteo Renzi, lo abbia letto.
Perché se lo avesse letto, cosa che noi abbiamo fatto, si sarebbe accorto che rientra perfettamente nella categoria dei politici da rottamare.
Quando Renzi chiamò a raccolta i ‘rottamatori’ e organizzò l’evento alla stazione Leopolda di Firenze il suo stesso partito – il PD – gli organizzò “casualmente” in contemporanea una bella direzione nazionale a Roma, in modo che i quadri del partito non potessero andare dal sindaco di Firenze.
La domanda sorge spontanea: in quella data Ceccuzzi ed i suoi dov’erano, tra la platea di quelli che a Firenze chiedevano ai vecchi tromboni di andare a casa o a Roma seduti in platea ad applaudirli, i vecchi tromboni?
Ad occhi e croce penseremo la seconda. Ma Ceccuzzi, a ridosso delle votazioni è elettoralmente alla disperazione e, per rimanere in tema, non sa più a che santo votarsi. Non si capisce più, internamente al PD, a quale linea politica faccia riferimento. Salta di palo in frasca cercando sponsor un pò ovunque, aggrappandosi a politici totalmente atitetici tra loro.
Prima viene Veltroni (il quale peraltro ha fatto un intervento che ha contribuito a far perdere qualche voto allo stesso Ceccuzzi), storico avversario di D’Alema nonché tra quelli che chiede di continuo una ‘verifica’ (che in politica vuol dire mandarlo a casa) riguardo alla segreteria di Bersani. Poi è la volta di D’Alema (e gli scoppia su tutta la stampa nazionale la vicenda dei presunti intrecci tra appalti ed intercettazioni in cui viene tirato in ballo uno dei bracci destri proprio di D’Alema stesso); poi fa un salto senza troppo entusiasmo Bersani al quale una bella fetta del partito imputa la costante perdita di consenso e, dulcis in fundo, chiama Matteo Renzi che vorrebbe mandarli a cassa tutti e tre (a proposito, si dice che verrà anche nientepopodimenoché Franceschini, ma non sappiamo se per Ceccuzzi o per promuovere il suo libro che parla di … prostitute. Libro che senza dubbio avrà contribuito in maniera significativa ad alimentare il dibattito politico. Piccolo inciso: ma con un partito che va ogni giorno di più a rotoli, Dario Franceschini ha trovato anche il tempo di mettersi a scrivere romanzi? Non sarebbe stato il caso che quel tempo lo avesse impiegato per capire come mai il Partito Democratico è alla deriva?) .
Povero Ceccuzzi, costretto a raccomandarsi a chiunque perché gli portino qualche nome conosciuto così da dare ai suoi elettori più fedeli un barlume di illusione che non è vero che politicamente non pesa proprio nulla. Solo che nell’incontro con Renzi le cose saranno due: o si snatura Renzi e improvvisamente sconfessa quanto da lui detto e scritto – dato che Renzi vorrebbe dare una bella ripulita e mandare a casa chi come Ceccuzzi è stato con le mani in pasta negli ultimi dieci anni condividendo tute le scelte e compartecipando a tutte le decisioni – oppure Renzi tira diritto per la sua strada e, a quel punto, ci chiediamo con che faccia Ceccuzzi possa stare lì accanto.
Pensateci bene. I due sono su posizioni opposte. Il sindaco di Firenze ha vinto battendosi contro l’apparato del PD che ha provato ad ostacolare fino in fondo la sua voglia di rinnovamento, denunciandone pubblicamente i metodi e le pressioni che il PD stesso gli faceva affinché tutto rimanesse com’era e la gestione della cosa pubblica continuasse ad essere ‘cosa loro’.
Ceccuzzi, al contrario, è il classico funzionario di partito e di apparato, senza un proprio lavoro e che per sopravvivere ha bisogno che tutto rimanga così com’è. Anzi. Ceccuzzi deve ringraziare che Renzi non sia di Siena, perché se no lui era già stato costretto, per la prima volta in vita sua, a cercarselo un lavoro vero perché secondo le logiche di Renzi sarebbe rientrato appieno tra i rottamati.
Siamo davvero curiosi di vedere se Ceccuzzi avrà il coraggio di dire che le idee di svecchiamento della classe politica propugnate da mesi da Renzi sono da lui condivise. Perché in quel caso avremo uno scoop: vorrebbe dire che Ceccuzzi si ritira dalla corsa.
p.s. Appello ai senesi: ma uno che non ha mai lavorato in vita sua, pensate sia in grado di sapere quali sono i problemi dei normali cittadini?
Firmato
La Primula Rossa
Maggio 9th, 2011 — Note redazionali
Notizie fresche fresche. Pare che all’appuntamento organizzato per i cinque candidati a sindaco per questa sera alle 21 presso la sede della Pubblica Assistenza, moderato da Stefano Bisi ed avente come argomento la sorte dell’aeroporto di Ampugnano, ci sia un solo candidato che non se la
sentirebbe all’ultimo momento di partecipare per la paura di non saper come districarsi sull’argomento (effettivamente non è facile, da una parte ha SEL e Rifondazione che l’aeroporto non lo vogliono, dall’altra l’Associazione
Per Siena di Bellandi e Degortes che dell’ampliamento dell’aeroporto ne ha
fatto un punto centrale. Ma in fin dei conti, dato che la coalizione di Ceccuzzi è uno dei massimi esempi di contraddizione, che tradotto vuol dire anche totale immobilismo, c’è poco da stupirsi).
Indovinate un pò su chi si vocifera potrebbe dare forfait stasera e non presentarsi stasera al confronto pubblico: sorpresa sorpresa … Franco Ceccuzzi!!!
Maggio 9th, 2011 — Note redazionali



Ceccuzzi ha fatto una farsa assurda per fregare i suoi alleati (IdV, Rifondazione, SEL) e poi ora butta giù la maschera e fa rientrare i birrai e Per Siena a pieno titolo, promettendo assessorati a Bellandi nonché l’ampliamento dell’Aeroporto di Ampugnano. Ecco come si prendono in giro i Cittadini e gli alleati, rimettendo in pista chi aveva fatto venire il mal di pancia a tutti i puristi della politica. Complimenti! Ancora una volta assistiamo ad una farsa assurda di cui i beneficiari sono sempre i soliti.