Il ceccuzziano candidato David Chiti e quel pasticciaccio del bar di via Roma 56 (Dissesto parte II)

Ci sono tanti motivi per cui non votare Ceccuzzi e il candidato Davide Chiti, ma oggi vi vogliamo raccontare una storia vera che, a nostro avviso, è determinante per consolidare la convizione di non votare i due suddetti.

Ci risulta che tra i 27 nomi dei rinviati a giudizio firmati dal Procuratore Francesca Firrao compaiano i nomi di Viviani Paola e Viviani Stefania, titolari dell’appalto del bar sito all’interno della struttura universitaria di Via Roma 56. E le medesime sono rispettivamente moglie e cognata di David Chiti, fedelissimo di Franco Ceccuzzi, nonché candidato alla carica di consigliere comunale per il PD.

La storia: sembrerebbe che il responsabile dell’ufficio forniture e contratti d’appalto dell’Ateneo, il ceccuzziano Carlo Bruni, esponente della CGIL di Claudio Vigni e Angelaccio, avesse concesso in appalto senza gara e passaggio al Consiglio di Amministrazione il bar delle Facoltà di Ingegneria e Lettere alle due sunnominate parenti del Chiti. In seguito risulterebbe che fosse stata finalmente fatta una gara d’appalto che, bada caso, è stata vinta dalle parenti del ceccuzziano Chiti, che peraltro erano già lì.

Sembra che tutto questo, viste le richieste del Procuratore, sia più un fatto che un “sembrerebbe”.

Avete capito di cosa si tratta? Stiamo parlando della Cosa Pubblica, perché l’Università di Siena non è, come sembrerebbe finora, del PD, ma un ente pubblico e le leggi della Repubblica Italiana vanno rispettate perché altrimenti si incorre nell’infrazione PENALE.

Invece di pensare di applicare le Carte etiche agli altri, pensassero ad applicarle a sé stessi quelli del PD. E smettessero le coccole di farsele per sé invece che alla città. E non votate Ceccuzzi e chiedete al Chiti di ritirarsi dalla competizione!

Ufficio Legale di Fratello Illuminato