Una proposta

Visto che al Sig. Vivarelli piacerebbe interloquire con noi, visto che riveste anche la carica di consigliere comunale a Buonconvento, visto che il rettore pro tempore Riccaboni e il direttore amministrativo pro tempore Fabbro non ne vogliono sentir parlare di chiudere le sedi decentrate che pure sono inutilmente onerose e si stanno dimostrando assolutamente incapaci di amministrare l’Ateneo ormai al dissesto totale e visto anche che presso l’Ateneo insistono strutture sulla cui utilità e, soprattutto, sulla cui sostenibilità gravano pesanti dubbi, proponiamo a Vivarelli la seguente interrogazione in consiglio comunale a Buonconvento, tenuto conto che una interrogazione è già stata fatta in Consiglio provinciale. Se la fa e ci manda le risposte gliela paghiamo noi la cena.

Il sottoscritto consigliere comunale ecc. ecc. vista la cessione, non si sa bene a che titolo, dell’ex asilo comunale all’Ateneo senese perché potesse attivare il Laboratorio di Accessibilità Universale; visto che l’operazione non sarà stata di sicuro a costo zero per il Comune, anzi risulta che vi sia stato un esborso di denaro; visto che, non essendo mai passata in consiglio di amministrazione dell’Università la delibera, non è dato sapere il contributo che l’Ateneo ha dato per l’operazione; visto lo stato di dissesto dell’Ateneo e vista l’evidente incapacità della sua amministrazione di uscire dal dissesto

CHIEDE

che il Sindaco e la Giunta quantifichino l’esborso sostenuto dal Comune per l’operazione; che i medesimi specifichino a che titolo, per quale durata e con quali garanzie e ritorni sia stato ceduto l’uso dell’immobile ex asilo comunale presso il quale ad oggi insiste il LAU; che il Sindaco e la Giunta quantifichino e giustifichino i vantaggi economici e non che il Comune ha ricavato dalla suddetta cessione.

Ove a questa interrogazione si rispondesse in modo insoddisfacente, il presentante si riserva la determinazione di presentare una mozione con la quale si chieda il ritiro del Comune dall’operazione ormai in essere dal 2007.

Firmato ecc. ecc.

Consapevolezza

Κεκριμένως. E la luce brilla nelle tenebre ma le tenebre non l’hanno compresa.

A monito dei Fratelli che sappiano col ventilabro separar la pula dal grano e le tenebre dalla Luce…
LE ORDINANZE DI TORGAU (1459 – 1462)

Riguardanti gli eccellentissimi Maestri Massoni, i Guardiani e i Compagni della Confraternita.

Tutti gli Articoli e gli Statuti così come scritti nell’Ordinanza indicano come ciascuno debba regolarsi nella propria condotta e tenuta in seno alla Confraternita, a Zwickau e in qualsiasi altro luogo della Regione; fedelmente al testo si riportano separatamente tutti gli articoli.
Nel nome del Padre, del Figliuolo e dello Spirito Santo.

Nel nome del Padre, del Figliuolo e dello Spirito Santo, nel nome della Santa Vergine Maria ed in onore dei martiri coronati, noi Maestri massoni rendiamo noto: a tutti i principi e signori, città e borghi, e anche contadi, di qualunque lignaggio siano, di ogni Chiesa del Mondo, che alcuni Maestri Massoni si sono riuniti in assemblea per due giorni a Regenspurgk e a Strasburgk, e hanno constatato alcuni grandi danni e disordini nel lavoro, e mancanze rese in tutti i contadi da Maestri, Guardiani e Compagni; per tale motivo hanno inviato nella regione questo testo di Ordinanze e Regolamenti esortandoci, conformemente al santo giuramento prestato in massoneria, ad accettare e confermare nell’uso queste ordinanze, come chiaramente recita il testo.

Questo è stato fatto, dai Maestri-Massoni in tutti i territori di Meydeburgk Halberstat, Hildeszlieim Mullburgk e Merseburgk, Meihssen, Voitlandt, Duringen, HartzIandt, presente contemporaneamente la maggioranza di noi, o i nostri guardiani o nostri inviati con pieni poteri, durante i due giorni di San Bartolomeo e San Michele presso Torgau; come è usualmente scritto, nell’anno 1462 dalla nascita di nostro Signore Gesù Cristo, confermiamo i regolamenti del Testo e i suoi contenuti, sui quali abbiamo prestato giuramento innanzi ai Santi.
Questi Articoli devono esser tenuti validi in tutte le regioni, anche lontane e selvagge, dagli appartenenti alla Chiesa e al Mondo, e noi abbiamo stabilito con Giudici e Maestri di esser regolati da questi tenendoli in estrema considerazione per gli usi e le necessità dei territori, e di guardare ad essi per quanto concerne la Massoneria e le Costruzioni anche se non concernono né allo stato né alle città; sono state introdotte sanzioni in ogni materia specifica Massonica; e ciò va attuato con il consenso dei signori reggenti del paese e in aiuto al Diritto del Luogo. Perciò abbiamo redatto anche approfonditi articoli del testo sul bene generale, e il testo deve restare in alta considerazione in tali posti dove viene depositato formalmente ogni anno; e noi verificheremo ogni anno se sono state arrecate offese ai Mastri Costruttori o ai Compagni, che saranno portate in giudizio per la giusta punizione, anche se i signori degli Stati, sia del potere spirituale che temporale, avessero qualche motivo di lamentela riguardo le loro Costruzioni; che potrebbero sottometterli a qualche artigiano che verrà scelto per Capomastro [Overmaster] per iscritto o verbalmente, e loro dovranno procedere così conformemente agli usi del luogo. Perciò i Capomastri che hanno reso giuramento e sono stati convocati annualmente, quando sia, presteranno ascolto secondo costumanza, nell’interesse del nostro edificio; e se i signori del luogo avessero a patire qualche perdita, queste saranno risarcite conformemente al giudizio dei Maestri; però, se il convocato non dovesse presentarsi o non dovesse fornire risposte adeguate, egli decadrà da ogni diritto sui propri Compagni e nessuno lo porterà più in nessuna stima o onore: non sarà più considerato un Uomo vero.
E noi, sopra menzionati Maestri, Guardiani e Compagni abbiamo estratto dal testo e sintetizzato per brevità, alcune importanti Ordinanze obbligatorie per ogni Capomastro e Compagno; il Testo rimane intatto nel suo complesso e deve esser letto quando ci riuniamo annualmente.
Quando i Signori non fossero d’accordo, non sarà così; e quanto i signori non vogliono o non reputano, questo resterà non realizzato di tutti quegli articoli di cui non si ritiene necessità in quel paese e i Maestri non potranno forzare l’applicazione di alcuni articoli del Testo, conformemente al loro giuramento; dove si dichiara che siamo al Servizio del Signore, e per forza di cose non è il caso di procedere oltre adesso; ogni Maestro sa quanto ha formalmente sentito in merito.
Tutti gli articoli del Testo sono estratti dai diritti delle antiche Logge, che sono state istituite dai santi martiri coronati, col nome di Claudius, Christorius, e Significamus, in onore e plauso della Santa Trinità e Maria Regina dei Cieli.

1. Abbiamo redatto queste regole e statuti con l’aiuto di Dio.

Ed ogni Maestro sa che sono state radunate quattro assemblee per stabilirli.
Come nel giorno in cui San Pietro, quando si trovava ad Antiochia, radunò quattro assemblee perché lo ascoltassero.
La prima della Santa Trinità, la seconda per la nostra cara Signora, la terza dei quattro martiri coronati, la quarta per tutti coloro che sono morti in prigione e che sostengono di là la nostra causa.

2. E gli altri Maestri devono radunare quattro assemblee in occasione di ciascuna festa di Nostra Signora, una per ciascuna delle summenzionate anime, e gli importi pagati per ciascuna adunata saranno prelevati dalla cassa comune, mentre l’eventuale eccedente ritornerà alla cassa della Confraternita.
Per i servizi Sacri si adoprerà ciascun Maestro lavorando di persona, sia grande o piccolo l’impegno richiesto, e versando un obolo in occasione di ciascuna festività di Nostra Signora.
Ciascun Compagno verserà ogni settimana nella cassa della confraternita un penny per i servizi Sacri.

3. Inoltre, nessun Maestro si sottoporrà a nessun lavoro senza aver provato alla Confraternita di poter proteggere direttamente la forza lavoro.

4. Un Maestro che non abbia precedentemente svolto lavori come Maestro, dovrà avere colloquio due volte con provati Maestri, per convincerli di meritare di esser posto a capo del lavoro, per essere formalmente accettati.

5. Qualora si intendesse costruire nuovi e maestosi edifici, allora i responsabili dei lavori potranno scegliere i Maestri tra chi vorranno, nel numero di due o quattro, dovranno indagare sul loro giuramento fornito alla gilda per stabilire se il Maestro è realmente abile a svolgere il lavoro.

6. Se i responsabili cittadini nominano qualcuno che non si è assunto formalmente impegno per il lavoro di costruzione e non ha ricevuto forza lavoro, e sono occorse accidentalmente perdite, per ciò non potrà esser sottoposto a giudizio, né lui né i suoi compagni e non sarà punto.

7. Nessun Maestro potrà intraprendere lavoro senza averne le abilità; e se dovesse fallire, i responsabili dei lavori potrebbero imprigionarlo, così come per la nostra forza lavoro. Sarà punito con il versamento da 1,20 sterline oltre che rifondere ogni perdita.

8. Ognuno deve spendere il proprio tempo in osservanza con le antichi usi tradizionali della propria regione; se fa ciò è Uomo Libero, anche se lo facesse senza consiglio, purché sia in ottemperanza degli usi del logo e della Confraternita.

9. Nessun Maestro potrà diminuire o ridurre la paga.

10. Ciascun Maestro deve avere un comportamento retto. Non potrà incitare Guardiani, Compagni o Apprendisti a comportamenti peccaminosi, o che possano essere dannosi in qualche modo

11. Ogni Maestro deve tener lontano il disaccordo dalla propria Loggia perché sia veramente sede di giustizia.

12. Nessun Maestro deve produrre falsa testimonianza nella propria Loggia, né contaminarla in nessun modo.

13. Perciò nessuna prostituta dovrà mai entrare in Loggia, se proprio qualcuno avesse qualcosa in comune con costei e necessitasse di appartandosi lo farà ad una distanza di un lancio di maglietto.

14. Avendone notizia altri Maestri, loro potrebbero comunque chiedere in risarcimento all’offesa calcolato in 5 sterline.

15. Nondimeno, in queste occasioni, i compagni non potranno avvicinare nessun Maestro dovranno stargli lontani e vietare d’avvicinarsi all’altra forza lavoro della Loggia, finché la questione non sarà dirimata.

16. Qualora un Maestro di macchiasse di furto o portasse via qualsiasi cosa dal posto di lavoro arrecando altrui perdita, sino ad arrivare addirittura all’omicidio o all’invalidità, questi sarà cacciato con ignominia dalla Gilda.

17. Qualora un Maestro convocasse in giudizio davanti alla legge un altro maestro o viene giudicato dalla legge o gli arrecasse danno o lo calunniasse, sarà privato di ogni onore e non potrà accostarsi a nessun Compagno o Maestro.

18. Un Maestro nominerà il proprio guardiano, Maestro e Guardiano entrambi presenti; e non potrà nominarsi nessun guardiano se non se ne avrà le facoltà; quest’ultimo sarà scelto tra la forza lavoro. Riceverà l’investitura in pubblico e fornirà giuramento ai Santi di operarsi per prevenire danno alla Costruzione o al Maestro.

19. Nessun Maestro o Guardiano sarà posto illegalmente a capo dei Compagni.

20. Quando un Maestro ha scelto un guardiano, i Compagni giureranno obbedienza a lui e al Maestro, e il Guardiano fornirà promessa solenne al Maestro e ai Compagni.

21. E nessun Maestro accetterà somme da Compagni o Guardiani in sostituzione dei loro impegni, oppure offerte; se per caso questi non fosse abile a sostenere le sue responsabilità, ne sarà liberato formalmente nel giorno di Domenica.

22. Nessun Maestro dovrà, per mancanza di zelo, accettare apprendisti che non abbiano servito un certo periodo di tempo e abbracciato le regole; non è nel potere del Maestro modificare la durata [del tempo di accettazione] anche solo di una settimana.

23. Il Maestro dovrà nominare ogni settimana un tesoriere, che curerà tutti i pagamenti e resoconterà ogni settimana al nuovo tesoriere, e risponderà a lui [il Maestro] sul contenuto della cassa.

24. Il Maestro ha la facoltà, se vuole, si trattenersi in Loggia oltre il Vespero.

25. Se un Maestro o Compagno dovesse esser libero da impegni o affari e domandasse un periodo [di ferie], questo gli sarà riconosciuto e dedicherà questo periodo al Servizio di Dio conformemente con il suo stato di Maestro o Compagno. A Maestri e Compagni l’impegno sarà da considerarsi doppio.

26. Nessun Maestro potrà negare un uguale periodo di qualche giorno anche al suo apprendista, in quanto attendente al Maestro stesso, rispettandone gli ordini e le festività.

27. E Nessun Maestro dovrà mostrarsi in nessun modo recalcitrante nel concedere ferie al proprio apprendista, versando agli attendenti un penny di grano per XV gr di pane, una pagnotta di XV gr., carne e due caraffe di vino; l’apprendista non potrà offrirne a più di dieci Compagni, ogni eccedenza sarà pagata da lui senza arrecare nuove spese al Maestro.

28. Il Maestro busserà tre volte, il Guardiano due volte consecutivamente e una per annunciare mattino, pomeriggio e sera, come tradizionalmente usato nella regione.

29. Il Maestro può nominare un apprendista per servire all’ufficio del Guardiano, se abile a mantenerlo in conformità con le esigenze della Costruzione.

30. Il Maestro può acconsentire a che il suo apprendista viaggi qualche volta nel periodo di apprendistato, se il Maestro non ha impegni deve lasciarlo andare.

31. Nessun Maestro può consentire viaggi o ferie finché non sono stati portati a termine tutti gli impegni

32. Nessun Maestro può imprigionare o costringere in qualche modo il proprio apprendista; così come dice il testo

33. Nessun Maestro può impiegare chi si è macchiato di ignominia o disonore con parole o azioni; costui è peggio di un cane; il Maestro lo tratterà come un disonorato, idem per i Compagni.

34. Nessun Maestro o Guardiano sarà tenuto in buona considerazione quando prende a prestito e non restituisce il dovuto o non vuole pagare per niente. Gli verrà concesso un certo tempo prima di giudicarlo così, ma se non provvede al dovuto con l’approvazione del creditore, allora sarà escluso da ogni attività sino a quando non avrà soddisfatto il suo creditore.

35. E nessun Maestro dovrà frodare o raggirare nessuno, né far concorrenza ad altri; pena l’allontanamento forzato.

36. Un Maestro che arrecasse ad altri vergogna o disonore con parole o azioni sarà cacciato dalla Confraternita.

37. Qualunque Maestro che arrecasse danno all’altrui lavoro, al quale egli stesso non è abile, sarà proscritto.

38. E nessun Maestro impiegherà Compagni che avessero gettato discredito o arrecato danno ad altri e avesse frequentato donne pubbliche, nelle osterie o nelle case dove esse lavorano, o che avesse parlato in modo sboccato con cameriere o matrone, e che non si fosse confessato o pentito di ciò; egli sarà proscritto e tenuto in massimo disonore.

39. E un Maestro può tenere un certo seguito nella Loggia dove i suoi Compagni e lui stesso hanno regolarmente giurato, non sono in odio con nessuno, senza particolari sentimenti di amicizia o inimicizia.

40. E ancora, nessun Maestro giudicherà sull’onore o sulla reputazione di chicchessia; ma dovranno essere tre Maestri a giudicare su queste materie.

41. Inoltre, ogni Maestro deve indagare col proprio Compagno, ogni tre mesi, sul proprio giuramento, se lo avesse in odio o invidia, perché questo arrecherebbe danno alla Costruzione; a seguito del suo giudizio potrebbe essere messo da parte così come allontanato ogni Compagno che non si lamenti o osteggi ciò; e persino chi non si lamenti con i Signori o i Maestri della Costruzione di ciò; questo comportamento dei Maestri è retto ad evitare danni, così come basato sul giuramento prestato.

42. Ogni trimestre sarà tenuta un’audizione dei Signori e della Forza lavoro, se ci fossero trasgressioni, se hanno perso il loro tempo, vivendo tumultuosamente o agendo disordinatamente, cosa che potrebbe determinare danni a Guardiani o Maestri; a seguito dell’audizione tutte queste cose andranno conosciute dal Maestro che deve punirle senza meno; e se i Signori non dichiarassero ciò al Maestro e se ne dimenticassero i Compagni, e il Maestro non operasse la sua punizione, verrebbe certamente meno al proprio giuramento.

43. Se vanno emessi giudizi contro il Maestro riguardanti i rapporti di lavoro o a causa di un falso stato degli affari, dal quale potrebbero determinarsi danni, inerenti il lavoro annuale o una grande costruzione, che devono essere giudicati al momento della consegna del Libro delle Ordinanze innanzi all’adunanza dei Maestri summenzionata; saranno allora eletti Maestri-Giudici e Guardiani e Compagni-Sceriffi [responsabili di Polizia]; loro giureranno come pianificato e chiederanno come sia stato amministrato il giuramento; se qualcuno non fosse d’accordo, dovranno essere nominati degli arbitri e l’intero consiglio amministrerà la giustizia ai convenuti.

44. Maestri e Compagni dovranno punirsi l’un l’altro, operando correttamente per il meglio, e i Signori non potranno interferire pena lo spergiuro.

45. Se tra Maestri e Compagni ci fosse qualcuno non in obbedienza, preghiamo tutti i Signori di non prender le sue difese ancorché su sua richiesta; il giudizio al di fuori di ogni uso, sappiamo bene, conformemente con le Ordinanze, ci arrecherebbe danno e abbasserebbe il nostro livello.

46. Nel caso un Maestro o Compagno volesse difendersi in modo contrario agli usi, andranno convocati i Signori di tutte le Città, e sottoposta loro la materia, e tra loro scelti coloro che possano governare i nostri diritti; i prescelti andranno aiutati mantenendoci obbedienti e al loro servizio.

47. E allora dovranno essere i guardiani e mantenere così i tradizionali diritti della Loggia, conformemente all’antico uso e Testo e alle Ordinanze del Giuramento.

48. Ogni Guardiano dovrà preservare la sua loggia e tutto ciò per il quale è stato prestato giuramento e tutto ciò che gli è stato affidato del posto di lavoro che va mantenuto efficiente per il bene della Costruzione.

49. Il Guardiano deve mostrare benevolenza nei confronti dei Compagni, e spiegare con chiarezza, senza rabbia [né insofferenza], cosa chiede loro. Non deve usare più che il diritto con ogni Compagno o Apprendista, deve sempre dimostrare livello e “aplombe” su ciò che gli compete; se il Maestro in qualsiasi momento gli dimostrasse di aver disatteso a questo articolo, egli incorrerà in una penale.

50. Il Guardiano deve di buon grado scegliere e marcare le pietre per i Compagni e gli Apprendisti ed ispezionare e controllare la bontà del lavoro dei Compagni; se ciò non fosse fatto e il Maestro scoprisse errori o irregolarità, egli sarà tenuto ad una confisca ad opera del Maestro e del Compagno.

51. E se un Guardiano marcasse una pietra come pietra da non usare, allora il [lavoratore] perderà il salario guadagnato sul [lavoro di] questa pietra, a meno che non se ne sia fatto effettivamente già uso.

52. Qualora un Guardiano rilevasse perdite di negligenza o altro danno, e non ne facesse menzione del pari, egli incorrerà in una penale doppia.

53. Nessun Guardiano dovrà danneggiare il Maestro della sua costruzione con parole o azioni; non dovrà arrecare ingiuria con false parole; tutte le volte che capiterà, egli sarà dichiarato indegno e di poco conto, né il Maestro, né i Compagni subiranno pene, anche se chiunque si troverà affianco a lui sarà come lui dichiarato indegno.

54. Un Guardiano deve bussare a tempo debito e non ritardare per nessun motivo

55. Se un Maestro non è al lavoro, perciò assente, il Guardiano avrà in sua vece pieni poteri di fare o non fare in assenza del Maestro

56. E il Guardiano deve marcare la parte inferiore delle pietre di Compagni e Apprendisti; se Compagni e Apprendisti fallissero le risposte a quesiti specifici e non si presentassero puntuali alla mensa e se, in generale, non rispettassero le consegne, il Guardiano pagherà in vece loro.

57. Il Guardiano non deve prender parte ad alterchi o incitarne, sia a mensa che al lavoro; egli deve sempre comportarsi appunto amichevolmente e secondo giustizia; egli deve sorvegliare le loro pietre al lavoro e fare il necessario perché nessun danno occorra a i lavori o ai maestri; e il Maestro deve deciderne i limiti, in relazione con le perdite nelle quali si dovesse incorrere.

58. Nessun Guardiano dovrà consentire che si mangi in Loggia durante le ore di lavoro, ma solo alla pausa vespertina.

59. Non deve esser speso di più al pasto vespertino, solo un penny, a meno che non si tratti di una festività o l’arrivo di un Compagno in viaggio; il guardiano ha la facoltà di ritardare il lavoro di un’ora.

60. Il Guardiano ha la facoltà di inviare un Compagno in viaggio per lavoro, o di licenziarlo la sera di paga, anche se non è un Costruttore o un Maestro

61. Egli ha il potere di consentire ad ogni Fratello o Apprendista un ragionevole tempo senza perdite.

62. Ogni Guardiano deve essere il primo in Loggia al mattino e dopo cena e all’apertura; e l’ultimo ad andar via, al pomeriggio e alla sera, così che tutti i Compagni seguano il suo esempio e arrivino lesti al lavoro. Se dovesse fallire in ciò, e questa cosa arrivasse all’orecchio del Maestro, qualsiasi danno sia occorso, il Guardiano dovrà rifondere ogni perdita.

63. Il Guardiano deve aiutare nel preservare tutti i privilegi delle Logge e dei Posti di Lavoro.

64. Il Guardiano non può aumentare le indennità di lavoro, ma conformemente con gli usi tradizionali di paga può gestirla [eseguirla]; se si comportasse diversamente sarebbe tacciato di indegnità

65. Egli sarà il tenutario degli strumenti di lavoro, dovendo tenerli in perfetto uso come se fosse un Maestro.

 

 

Università Spa? Assolutamente no!!! E quindi sollevare nuovamente l’incostituzionalità della legge Gelmini e di conseguenza l’incostituzionalità del nuovo statuto partorito dai Riccaboni boys (Parte prima)

A qualcuno risulta che l’università italiana sia un ente di diritto privato? La risposta è NO!!

A qualcuno risulta che le finanze delle università italiane sono derivanti dalle quote sociali dei rettori e dei professori? La risposta è NO!!!

A qualcuno risulta che gli immobili delle università italiane sono di proprietà dei rettori e dei professori? La risposta è No!!

La signora Gelmini (che sta al ministero come il mio cane Paco alla guida di uno Shuttle) nel portare avanti il disegno iniziato dall’ex ministro Luigi Berlinguer, non solo sta distruggendo dal punto di vista culturale e sociale gli atenei italiani ma, in maniera subdola ha innescato dei meccanismi giuridici (a nostro avviso incostituzionali) che di fatto privatizzano gli atenei (senza modificarne la natura giuridica: da ente pubblico a ente privato). Praticamente i cittadini italiani con le loro tasse mantengono vive le casse dello stato (compresa l’università) e la Gelmini e i baroni si impadroniscono di un bene pubblico come un vero e proprio saccheggio privatistico.

Il massimo esempio della stortura giuridica della legge Gelmini è il nuovo statuto dell’università di Siena, partorito da una commissione voluta e gestita dal rettore pro tempore Riccaboni (la sua elezione è al vaglio della magistratura) che senza batter ciglio ha approvato un testo che consegna alla figura del rettore le chiavi definitive dell’ateneo. Ma la vicenda schifosa del dissesto precedente non ha insegnato niente a quelle menti presenti nella commissione? Ma cosa pensano di ottenere con questo statuto: forse di ricominciare a fare “come cazzo gli pare”?

Per risanare l’ateneo senese è prioritario azzerare i vertici prima della nascita dei funghi autunnali e nel contempo impugnare nelle sedi opportune il nuovo statuto. E se la fortuna assiste il popolo italiano, la Gelmini se ne ritorna a casa e quindi auspichiamo che un nuovo governo cancelli la riforma universitaria tanto cara e voluta dai dissestatori di università.

Pace e Bene.

Maestro James

Ma che aspettano?

Le vicende originate da questi due a questo punto richiedono solo un atto ben preciso. E’ evidente che non sanno più che pesci prendere e mettono in mostra tutta la loro incapacità di uscire anche solo parzialmente dal dissesto che, invece che migliorare, viene aggravato di giorno in giorno dimostrando che anche se non l’hanno provocato loro, tuttavia hanno fatto propri i metodi dei peggiori dissestatori, faraoni, sultani e stiglianesi vari.

Dopo aver letto di questa iniziativa gravissima, per non parlare di questa, a questo punto non rimane ai consiglieri di amministrazione, ai revisori dei conti e a tutti coloro che sono interessati alla sopravvivenza dell’Ateneo (evidentemente non fanno parte di questi ultimi il Comune e la Provincia vista la figuretta rimediata ultimamente e visto che continuano al momento a farsi rappresentare da dei pensionati in CdA) che rivolgersi alla Corte dei Conti regionale.

Vi diamo anche il link al sito così fate a meno di cercarlo: Corte dei Conti della Toscana – Attività di procura.

La situazione precipita: vi siete già dimenticati delle dichiarazioni di una settimana fa?


Franco Ceccuzzi e Simone Bezzini 15/07/2011

Siamo ancora in attesa, inoltre, di conoscere di chi siano le responsabilità di una distruzione di valore, senza precedenti nella storia di Siena; se si sono conclusi gli accertamenti sulla regolarità dell’elezione del Rettore

Consiglio comunale del 21/7/2011

Alessandro Manganelli (PDL): “L’indignazione prevalga in questo momento … Le responsabilità hanno nomi e cognomi: chi sbaglia deve pagare”

Laura Vigni (Sinistra per Siena): Bisogna avere chiaro cosa ha portato a questo dissesto … Abbiamo chiesto che il Comune si costituisca parte civile in quanto danneggiato

Leonardo Tafani (Riformisti): A noi il parere della magistratura su questa vicenda interessa parecchio

Alla luce di queste dichiarazioni ci chiediamo che fine hanno fatto tutte queste curiosità dopo soltanto una settimana. Forse sono state usate solo come minaccia? E visto che la minaccia non ha sortito l’effetto voluto, come mai non si va avanti? E la costituzione parte civile per la “distruzione di valore”? E visto che è passato più di un anno non brucia la curiosità di sapere se le elezioni del rettore sono stati regolari o irregolari? O non c’era contestualmente anche un ricorso al TAR?
Che ci dite cari amministratori?

Un monito per tutti. Le dichiarazioni del 24 giugno 2011 di Gustavo Raffi, Gran Maestro del Grande Oriente d’Italia


«I comitati d’affari vanno sempre e comunque repressi».

Gustavo Raffi – 25 giugno 2011

Non vi sono solo peccatori, ma anche persecutori che opprimono e vittime del peccato che richiedono Giustizia

“Non vi sono solo peccatori, ma anche persecutori che opprimono e vittime del peccato che richiedono Giustizia”. Il testo dentro il virgolettato era uno degli elementi portanti del movimeno denominato “Teologia della Liberazione” nato all’interno del Consiglio Episcopale Latinoamericano. Naturalmente  la Teologia della Liberazione è stata sempre osteggiata dalle gerarchie vaticane (forse preferivano  e preferiscono occuparsi dello Ior e della carriera della nomenclatura “nera” dentro il vaticano). Veniva osteggiata perchè (come del resto vengono osteggiate tutt’ora le forme di critiche teologiche all’interno della Chiesa cattolica) i vescovi latinoamericani preferivano occuparsi della povera gente, degli ultimi e del messaggio cristiano libero da orpelli fanatici e da interpretazioni di potere.

Del resto anche oggi, da laico, nel rispetto delle libertà di ognuno, a un prete che sfoggia macchine di lusso e simboli di potere preferisco rispettare solamente un prete che umilmente manifesta la propria coerenza con la figura e il messaggio di Cristo.

Ci dissociamo fermamente da chi utilizza certi giornali (definiti laici) per celebrare le gesta della nomenclatura curiale. A buon intenditore poche parole….

Senza parole

Dopo l’omicidio della talpa grassottella, nuovo mistero a Siena

Ma se Barbie è dell’oca, Ken e Skipper di che contrada so’?
E il Mio Mini Pony?
Ma soprattutto, la Bella addormentata nel Bosco, era davvero della Selva?
Tutto questo e molto ancora, suuuuuuuuuuu……………..Kazzenger

http://www.youtube.com/watch?v=MgfmJjvTRKg

Cronaca dell’ennesima figuretta

Ennesima figuretta in pochi giorni delle c.d. istituzioni locali e del territorio. Dopo tutta la scenetta fatta per il posto in consiglio di amministrazione per cui Ceccuzzi & Bezzini, nonché la CGIL hanno fatto tanto rumore per poi dover chinare il capo di fronte ai baroni gelminiani e verdiniani che non hanno tenuto in alcuna considerazione le istanze degli enti, consegnando di fatto l’Università in mano al governo che deprecano tanto e ai principi della legge Gelmini contro la quale Ceccuzzi, Bezzini, Carli e Meloni si scagliano da un anno, siamo di fronte all’ennesima dimostrazione di impotenza. Infatti nel CdA di oggi scopriamo dalla lettura dei giornali online che i gelminiani e verdiniani Fabbro e Riccaboni pretendono di approvare l’ennesimo atto unilaterale contro i lavoratori. E’ singolare vedere come non più tardi della scorsa settimana il Ceccuzzi avesse incontrato i sindacati e avesse ribadito anche in consiglio comunale il sostegno ai lavoratori. E i baroni? Se ne fregano e, come hanno fatto per il rappresentante in CdA, pretendono di andare avanti per la propria strada e continuare a macellare tranquillamente i lavoratori, mettendo così in risalto come Ceccuzzi, Bezzini, Carli e Meloni posso strepitare quanto vogliono, ma loro se ne fregano e li pigliano anche in giro con dichiarazioni suadenti e fatti che vanno in tutt’altra direzione.

Complimenti davvero!