A qualcuno risulta che l’università italiana sia un ente di diritto privato? La risposta è NO!!
A qualcuno risulta che le finanze delle università italiane sono derivanti dalle quote sociali dei rettori e dei professori? La risposta è NO!!!
A qualcuno risulta che gli immobili delle università italiane sono di proprietà dei rettori e dei professori? La risposta è No!!
La signora Gelmini (che sta al ministero come il mio cane Paco alla guida di uno Shuttle) nel portare avanti il disegno iniziato dall’ex ministro Luigi Berlinguer, non solo sta distruggendo dal punto di vista culturale e sociale gli atenei italiani ma, in maniera subdola ha innescato dei meccanismi giuridici (a nostro avviso incostituzionali) che di fatto privatizzano gli atenei (senza modificarne la natura giuridica: da ente pubblico a ente privato). Praticamente i cittadini italiani con le loro tasse mantengono vive le casse dello stato (compresa l’università) e la Gelmini e i baroni si impadroniscono di un bene pubblico come un vero e proprio saccheggio privatistico.
Il massimo esempio della stortura giuridica della legge Gelmini è il nuovo statuto dell’università di Siena, partorito da una commissione voluta e gestita dal rettore pro tempore Riccaboni (la sua elezione è al vaglio della magistratura) che senza batter ciglio ha approvato un testo che consegna alla figura del rettore le chiavi definitive dell’ateneo. Ma la vicenda schifosa del dissesto precedente non ha insegnato niente a quelle menti presenti nella commissione? Ma cosa pensano di ottenere con questo statuto: forse di ricominciare a fare “come cazzo gli pare”?
Per risanare l’ateneo senese è prioritario azzerare i vertici prima della nascita dei funghi autunnali e nel contempo impugnare nelle sedi opportune il nuovo statuto. E se la fortuna assiste il popolo italiano, la Gelmini se ne ritorna a casa e quindi auspichiamo che un nuovo governo cancelli la riforma universitaria tanto cara e voluta dai dissestatori di università.
Pace e Bene.
Maestro James